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La procura della Corte dei Conti del Lazio ha avviato un’inchiesta sull’utilizzo degli aerei della polizia da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’inchiesta è nata da un articolo pubblicato il 14 maggio da Repubblica, secondo cui Salvini da gennaio a maggio avrebbe effettuato almeno venti voli con aerei ed elicotteri della polizia, e in un caso con un mezzo dei vigili del fuoco, per partecipare a più di 200 comizi elettorali in giro per l’Italia. Ai comizi venivano sempre uniti eventi ufficiali, in modo da giustificare l’uso dei mezzi della polizia. La Corte dei Conti, scrive Repubblica, «ha aperto il fascicolo come atto dovuto, per chiarire se ci sia stato uno sperpero di risorse pubbliche: nei prossimi giorni potrebbero essere chiesti atti al Viminale».
La Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta sull’utilizzo degli aerei della polizia da parte di Matteo Salvini.
Tomaso Montanari, quarantenne storico dell’arte che scrive spesso su Repubblica a proposito delle questioni sulla conservazione del patrimonio artistico italiano, ha criticato severamente la nuova polemica montata – a suo stesso dire – dai media italiani intorno alla chiusura in alcune giornate festive di luoghi di visita turistica come le rovine di Pompei. Secondo Montanari la chiusura è una cosa normalissima, e la questione deriva dalla “pigrizia” dei mezzi di informazione che l’hanno esaltata nei giorni passati. Siamo davvero un Paese singolare: da tre giorni infuria la polemica sugli scavi di Pompei chiusi a Natale e a Capodanno (e il 1° maggio: come tutti gli altri musei e siti monumentali statali). E allora? Il Louvre chiude il 1° gennaio, il 1° maggio, l’11 novembre (armistizio della Grande Guerra) e il giorno di Natale. Il British Museum chiude il 24, 25, 26 dicembre e il Venerdì Santo. Il Metropolitan di New York è chiuso a Natale e a Capodanno, oltre che nel giorno del Ringraziamento e il primo lunedì di maggio. Si potrebbe continuare a lungo: notando anche che moltissimi grandi musei del mondo chiudono anche un giorno ogni settimana (il Louvre di martedì), mentre Pompei è aperta sempre, 362 giorni all’anno. Insomma, dall’elenco dei mille veri scandali del povero patrimonio culturale italiano possiamo depennare almeno questa polemichetta natalizia, tristanzuola e provinciale. La netta sensazione è che anche in questo caso abbia colpito la proverbiale pigrizia della macchina italiana dell’informazione: lo “scandalo Pompei” è ormai diventato come le “bombe d’acqua”, il “bollino rosso” sui giorni del rientro e altri topoi di larghissimo consumo. Luoghi comuni che ci sollevano dall’ingrato compito di pensare. E invece si parla pochissimo del fatto che a Pompei sono appena state riaperte dodici domus , e che finalmente funziona la governance formata dal generale Giovanni Nistri, a capo del Grande Progetto, e da Massimo Osanna, a capo della Soprintendenza Speciale.
La “polemichetta” sulla chiusura festiva di Pompei. Tomaso Montanari scrive, su Repubblica, sulla "proverbiale pigrizia della macchina italiana dell'informazione".
Le esagerazioni, la sciatteria e i toni sensazionalisti con cui spesso i giornali italiani si occupano di politica e cronaca, a volte tracimano anche in questioni dove servirebbe ancora più prudenza e moderazione: che i vaccini non siano pericolosi e che invece abbiano contribuito a migliorare la vita di tutti è stato ampiamente dimostrato, ma – spiega un editoriale del Foglio – basta poco perché questo venga dimenticato in favore di titoli forti e “polemiche”: quella cosa dei “vaccini killer”, insomma. Pochi giorni fa a Torino una bambina è morta nella culla, poco dopo l’ultima poppata. La madre l’ha trovata senza vita e i sanitari non hanno potuto fare nulla per rianimarla. I giornali hanno riportato la notizia legandola ai vaccini: la bimba era stata sottoposta il giorno precedente alla vaccinazione esavalente e l’Asl dopo la tragedia ha ritirato, secondo prassi, i lotti del vaccino utilizzato. “Bambina muore dopo il vaccino”, “Bimba muore a due anni in culla mesi dopo il vaccino”, sono stati i titoli dei giornali. In realtà le due cose non sono affatto legate, se non da una coincidenza temporale. La piccola è morta dopo l’esavalente ma non a causa del vaccino, come è morta dopo la poppata ma non a causa dell’allattamento. La conferma è arrivata pochi giorni dopo dall’autopsia, il medico legale ha attestato che il decesso è avvenuto per la cosiddetta “Sindrome della morte improvvisa del lattante” (Sids), meglio conosciuta come “morte in culla”. Colpisce circa un bambino su duemila, nei primi mesi di vita, quindi molto spesso compare dopo aver fatto una vaccinazione, ma non vi è alcun rapporto di causa-effetto, esattamente come non c’è con l’allattamento. Su questo punto la ricerca scientifica ha effettuato diversi studi molto ampi e concordi che rilevano come l’incidenza della Sids è uguale sia prima che dopo la vaccinazione, quindi i vaccini non c’entrano.
I vaccini sono innocenti. E vanno trattati come tali anche dai giornali, scrive il Foglio, accantonando titoloni allarmisti e desideri di "polemica".
Federico Aldrovandi venne ucciso a Ferrara la mattina del 25 settembre 2005: aveva diciotto anni. Il 6 luglio del 2009 quattro poliziotti giudicati responsabili dell’omicidio vennero condannati a tre anni e mezzo di carcere, la maggior parte dei quali coperti dall’indulto. Scontarono sei mesi di pena residua e dopo circa un anno tornarono in servizio, tra gli applausi dei colleghi. Nel giugno del 2014 si è concluso anche un secondo filone processuale, quello per i depistaggi dalle prime indagini di una delle storie di cronaca più seguite e discusse degli ultimi anni. Il 25 settembre del 2005 La notte del 25 settembre 2005 Federico Aldrovandi trascorse una serata con gli amici a Bolo­gna e decise di fare l’ultimo pezzo di strada verso casa a piedi. Vicino a viale Ippodromo, a Ferrara, circolava in quel momento una pattuglia della polizia con a bordo Enzo Pontani e Luca Pollastri, che si imbatterono in Aldrovandi. I due parlarono in seguito del ragazzo come di un «invasato violento in evidente stato di agitazione»: dissero di essere stati aggrediti e chiamarono rinforzi. Alla prima pattuglia se ne aggiunse quindi una seconda, con a bordo Paolo Forlani e Monica Segatto. Ci fu uno scontro molto violento, tanto che si spezzarono due manganelli dei poliziotti. Alle 6.04 la prima pattuglia contattò la centrale operativa chiedendo l’invio di un’ambulanza. Secondo i tabulati la chiamata da parte del 113 a Ferrara Soccorso arrivò alle 6.10: l’ambulanza e un’auto medica arrivarono sul posto dopo qualche minuto. Aldrovandi era «riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena». Non era cosciente e non rispondeva.
La morte di Federico Aldrovandi. La storia del diciottenne che il 25 settembre del 2005 fu ucciso a Ferrara da quattro poliziotti, e di tutto quel che accadde dopo.
Ieri al festival di Cannes (dove la pioggia continua a creare diversi disagi) sono stati presentati due film in concorso: Jimmy P. (Psychotherapy of a Plains Indian) di Arnaud Desplechin, con Benicio Del Toro e Mathieu Amalric e il giapponese Like Father, Like Son, diretto da Hirokazu Kore-Eda, che racconta la storia di uno scambio di neonati. Per la sezione Un Certain Regard sono stati presentati due film diretti da donne: Grand Central, di Rebecca Zlotowski con Lea Seydoux (quella degli spot di Prada diretti da Wes Anderson e Roman Coppola, tra le altre cose), e Bends, di Flora Lau. Al Gran Palais si sono visti anche Valeria Golino, in compagnia del compagno e produttore Riccardo Scamarcio, e Jasmine Trinca, che avevano presentato venerdì 17 nella stessa sezione il film Miele.
Cannes, il quarto giorno. Benicio Del Toro, Valeria Golino, Paz Vega e Jennifer Lawrence, tra le persone fotografate a Cannes ieri.
Due giorni fa la casa di produzione americana Alcon Entertainment ha annunciato che l’attore statunitense Harrison Ford reciterà nel sequel del celebre film di fantascienza Blade Runner, che è uscito nel 1982 e in cui era protagonista. La Alcon aveva comprato i diritti per produrre nuovi film di Blade Runner già nel 2011, ma finora non era chiaro in che modo li avrebbe utilizzati: da anni comunque giravano voci di progetti per un sequel di Blade Runner (che è ispirato al romanzo Il cacciatore di androidi dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick). La Alcon ha anche detto che le riprese del nuovo film, che non ha ancora un titolo, inizieranno nell’estate del 2016. Ha aggiunto che c’è una trattativa in corso per far dirigere il film a Denis Villeneuve, 47enne regista canadese che di recente ha diretto i film Prisoners ed Enemy (entrambi con Jake Gyllenhaal). Ford ha 72 anni ed è noto fra le altre cose per aver interpretato la parte di Han Solo nella saga di Star Wars e di Indiana Jones nell’omonima serie cinematografica. In Blade Runner, che era diretto dal celebre regista Ridley Scott, Ford interpretava la parte dell’ex poliziotto Rick Deckard, a cui veniva assegnato il compito di cercare e uccidere quattro robot dalle sembianze umanoidi scappati da un centro di ricerca. Negli anni scorsi, Ford aveva negato di voler recitare di nuovo nella parte di Solo e Deckard: nel 2015 reciterà nel nuovo film di Star Wars, Il risveglio della forza.
Cosa si sa del sequel di Blade Runner. Molto poco: Harrison Ford tornerà a fare Rick Deckard ma non sarà il protagonista, e Ridley Scott sarà "solamente" il produttore.
Secondo il Wall Street Journal Apple sta organizzando una delle sue famose presentazioni per il prossimo 12 settembre e ci si aspetta che vengano ufficialmente lanciati il nuovo iPhone 8, versioni aggiornate dei due modelli di iPhone 7 presentati un anno fa e un nuovo smartwatch. Secondo le fonti sentite dal Wall Street Journal l‘iPhone 8 – che sarà un’edizione speciale per il decimo anniversario dal primo iPhone – dovrebbe essere più grande di quelli visti fin qui e con uno schermo edge-to-edge, che occupa tutta la larghezza e l’altezza del telefono, senza bordini sopra, sotto e ai lati. Sempre secondo il Wall Street Journal, l’evento del 12 settembre potrebbe tenersi nello Steve Jobs Theater, il grande auditorium che fa parte della nuova sede della società a Cupertino.
Apple presenterà l’iPhone 8 il 12 settembre, scrive il Wall Street Journal.
Eduard Limonov, controverso scrittore e politico russo conosciuto per i suoi romanzi autobiografici in cui aveva raccontato la guerra in Jugoslavia e per aver fondato il Partito Nazional Bolscevico, è morto a 77 anni. Lo ha annunciato un deputato russo a TASS, l’agenzia di stampa nazionale, che ha confermato la notizia parlando con un assistente di Limonov. Non si sa ancora quali siano state le cause della morte di Limonov: il deputato ha detto però che è rimasto lucido fino all’ultimo. Nei paesi occidentali la notorietà di Limonov era dovuta al fatto che era stato protagonista di una celebre biografia scritta dallo scrittore francese Emmanuel Carrère, Limonov, diventata un caso editoriale di grande successo nel 2011.
È morto Eduard Limonov. Era il controverso scrittore e politico russo reso celebre dalla biografia di Emmanuel Carrère, aveva 77 anni.
Warner Bros. Italia ha diffuso il teaser trailer in italiano – che dura circa due minuti – del film The Legend of Tarzan, che uscirà in Italia a luglio. Il film è diretto da David Yates – il regista degli ultimi quattro film della saga di Harry Potter – e nel cast ci sono Alexander Skarsgård (che interpreta Tarzan), Margot Robbie (che interpreta Jane), Samuel L. Jackson, Djimon Hounsou, John Hurt e Christoph Waltz. Il film è ambientato alcuni anni dopo che Tarzan ha abbandonato la giungla africana ed è andato a vivere a Londra con sua moglie Jane. A Tarzan – ora noto come John Clayton III – viene però chiesto di tornare in Congo per una missione commerciale per conto del Parlamento britannico, e lì inizieranno i problemi. Il teaser trailer mostra molte scene d’azione, tante ambientazioni realizzate in CGI (Computer-Generate-Imagery) e Waltz che – come spesso gli accade – interpreta un cattivo. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il teaser trailer di “The Legend of Tarzan”. È diretto dal regista degli ultimi Harry Potter e nel cast ci sono Margot Robbie, Christoph Waltz, Samuel L. Jackson e Alexander Skarsgår.
Nelle prime due settimane dell’anno negli Stati Uniti ci sono stati almeno 39 casi di adolescenti che si sono avvelenati per aver ingerito del detergente per bucato, tanti quanti in tutto il 2016 e solo 14 in meno rispetto a tutto il 2017. È successo a causa di una stupida tendenza che si è diffusa sui social network, generata da video, immagini divertenti e considerazioni – dei “meme”, nel gergo di internet – che suggerivano che le capsule di detergente Tide, i “Tide POD”, siano talmente attraenti alla vista da suscitare il desiderio di ingerirle. I Tide POD, che in effetti ricordano molto delle caramelle alla frutta, sono uguali alle Ecodosi di Dash, per capirci, che come Tide appartiene alla multinazionale Procter & Gamble. Spesso fenomeni di questo tipo sono esagerati dai media, che ne parlano come di mode dilaganti quando in realtà sono praticamente inesistenti: il caso della “Tide POD Challenge”, però, sembra effettivamente aver coinvolto un numero di persone rilevante, come dimostrano i casi di avvelenamento registrati ufficialmente negli Stati Uniti. È stata anche l’interpretazioniedelle grandi società multinazionali coinvolte, che hanno agito per limitare quella che sembrava inizialmente una moda assurda e inventata.
C’è davvero gente che ha mangiato capsule di detersivo per via di una moda di internet. La “Tide POD Challenge” sembrava un fenomeno troppo assurdo per essere vero, e invece.
Venerdì sera a Roma, Pier Luigi Bersani ha annunciato all’assemblea dei grandi elettori che si dimetterà da segretario del Partito Democratico. Lo ha fatto dopo la mancata elezione di Romano Prodi. Le sue dimissioni saranno effettive dal momento dell’avvenuta elezione del nuovo presidente della Repubblica. «Abbiamo prodotto una vicenda di una gravità assoluta, sono saltati meccanismi di responsabilità e solidarietà, una giornata drammaticamente peggiore di ieri. Fra di noi uno su quattro ha tradito. Ci sono pulsioni a distruggere il Pd» ha detto Bersani ai grandi elettori. Ha poi aggiunto che domani il Partito Democratico voterà scheda bianca alla quinta elezione, poi organizzerà una nuova assemblea per trovare “una proposta con le altre forze politiche”. Ha poi aggiunto che “noi da soli il presidente della Repubblica non lo facciamo”.
Pier Luigi Bersani si è dimesso. Lascerà l'incarico di segretario dopo l'elezione del presidente della Repubblica, in seguito al fallimento della candidatura Prodi.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Ben Folds. Uno dei più bravi cantautori pop americani degli ultimi 25 anni, e qui lo conoscono in pochi, fortunati.
Gucci ha presentato la sua collezione per l’autunno inverno 2018/2019 nella seconda giornata della Settimana della moda di Milano, in corso fino al 26 febbraio. Le aspettative, come per ogni sfilata disegnata da Alessandro Michele, direttore creativo dal gennaio 2015, erano altissime e alimentate dalla stessa azienda, che ha scelto come invito per gli ospiti un timer arancione: indicava il conto alla rovescia per l’inizio della sfilata ed era infilato in una busta di plastica trasparente con scritto sopra “Avviso ai genitori, contenuto esplicito”. For the #GucciFW18 fashion show, Creative Director #AlessandroMichele prompts us with a timer counting down in red digital numbers. Watch the show live https://t.co/S9feJ3cqOP tomorrow at 3PM CET. #mfw pic.twitter.com/2W3Og1gcIW
Teste mozzate alla sfilata di Gucci. Si è tenuta oggi, tra cuccioli di drago e serpenti e lettini da sala operatoria: foto e video.
Aggiornamento delle 12:00 Le persone morte sono otto e quelle disperse sei. Il Corriere riporta che «sei persone sono decedute a Borghetto Vara, piccolo paesino dello Spezzino che è stato letteralmente distrutto dall’esondazione dell’omonimo fiume. Alle tre persone, 2 coniugi ultraottantenni e una donna di 50 anni, morte nel crollo di una palazzina nella frazione di Cassana, si aggiungono altre tre vittime, una coppia di anziani annegati all’interno della propria abitazione nel centro di Borghetto e un’altra persona, di cui non sono state ancora rese note le generalità, che sarebbe annegata in circostanze ancora da accertare. Due vittime invece ad Aulla, Massa Carrara, dove sono circa 300 le persone evacuate a causa del maltempo e ospitate al palasport della cittadina della Lunigiana».
Otto morti per l’alluvione tra Liguria e Toscana. Sei persone nello spezzino e due ad Aulla.
Secondo la società di news giapponese Nikkei, circa 40 importanti dirigenti di Sony – la nota multinazionale giapponese di prodotti elettronici e digitali – restituiranno parte dei bonus annuali previsti dai loro contratti al fine di contribuire alla riduzione delle perdite dell’azienda nel corso del 2013. La cifra dovrebbe essere compresa fra il 30 e il 35 per cento del proprio stipendio annuo, ma arrivare al 50 per alcuni: in tutto, la Sony tratterrà circa un miliardo di yen (cioè 7,1 milioni di euro). Il Wall Street Journal prevede che il provvedimento interesserà anche il CEO della società, Kazuro Hirai. Sony presenterà il proprio bilancio annuale (che comprende i dati rilevati fino a marzo del 2014) mercoledì 14 maggio. La situazione finanziaria della società è piuttosto complicata: il Wall Street Journal riporta che la società si aspetta perdite per circa 923 milioni di euro. Lo scorso febbraio aveva già fatto sapere che licenzierà 5000 dipendenti entro il marzo del 2015 (nel marzo del 2013 aveva circa 146mila dipendenti) e che avrebbe venduto VAIO, la propria divisione che produce PC (da anni in perdita, come la divisione che produce televisioni). Ad aprile – secondo gli osservatori al fine di trovare nuove fonti di guadagno – Sony aveva annunciato di volere entrare nel mercato immobiliare: secondo i piani della società, ad agosto verrà aperta la “Sony Real Estate Corporation”, una nuova divisione che avrà a disposizione un budget di 250 milioni di yen (circa 1,7 milioni di euro) e che oltre ad occuparsi di nuovi investimenti fornirà consulenza a società esterne. In generale, sempre secondo il Wall Street Journal, nei prossimi anni Sony punterà sui lettori musicali di alta qualità (con il marchio “Walkman”), sulla consolle per videogiochi PlayStation (di cui l’ultimo modello ha avuto un buon successo) e sulla nuova tecnologia per televisori ad alta definizione, la cosiddetta 4K.
I manager di Sony restituiranno i bonus. Ovvero più di un terzo delle loro entrate annue: per compensare le perdite della società, che domani presenterà il nuovo bilancio.
Nino Migliori è un fotografo bolognese e a lui è dedicata in questi giorni una mostra retrospettiva dal titolo “La materia dei sogni” a Milano, nella sede della Fondazione Forma per la Fotografia. La mostra è aperta dal 19 ottobre al 6 gennaio prossimo ed è curata da Denis Curti e Alessandra Mauro: sono state raccolte le immagini più celebri e anche qualche inedito. Le foto sono state scattate negli anni quaranta e cinquanta: ci sono la serie dei Muri, le sperimentazioni off camera, le polaroid. Nino Migliori, che è nato e lavora a Bologna, ha iniziato a scattare foto alla fine degli anni quaranta: nella lavorazione degli scatti, Migliori interviene sulle lastre e sulle pellicole con graffi e incisioni (cliché-verre) o usando la luce di un fiammifero per impressionare i negativi (pirogrammi). E disegna sulla carta fotografica con i liquidi di fissaggio e di sviluppo (ossidazioni). Inoltre, ha fatto delle sperimentazioni con la polaroid usando materiali vari come l’oro e il bronzo creando installazioni.
Le foto di Nino Migliori. Immagini dalla retrospettiva dedicata al fotografo bolognese, a Milano.
Il punto della scombinata situazione sulla storia della casa di Montecarlo, ormai diventata la storia del documento di Santa Lucia, è questo. – La principale notizia di ieri è stata la conferenza stampa tenuta dal ministro della giustizia dell’isola di Santa Lucia, L. Rudolph Francis, che ha confermato l’autenticità del documento secondo cui la casa di Montecarlo è effettivamente proprietà di Giancarlo Tulliani, cioè il cognato di Gianfranco Fini. Francis ha detto che la stesura di simili documenti è una prassi, in simili circostanze, e che è stato lo stesso primo ministro a chiedere le indagini, “preoccupato per le ricadute negative a livello di immagine sul suo Paese”. Tutto rapidissimo: tre minuti di dichiarazione, venti righe su un foglio di carta, quanto basta a riportare la palla nel campo di Fini, dall’altra parte del mondo.
Da Montecarlo a Santa Lucia. Punto della situazione sulla storia di Fini e la casa di Montecarlo, ormai diventata la storia del documento di un'isola caraibica.
Nella notte tra il 3 e il 4 agosto il cielo del nostro emisfero si è colorato di verde. Una eruzione solare particolarmente intensa, tecnicamente una espulsione di massa coronale, avvenuta a milioni di chilometri di distanza dalla Terra sulla superficie del Sole, ha dato vita a una aurora spettacolare, visibile a latitudini più basse del solito. Le aurore sono in genere ben visibili nelle zone artiche, dove la protezione magnetica è minore, ma nel caso di intensa attività solare, come quella di questi giorni, possono essere apprezzate anche nelle aree lontane dai poli. Appassionati e osservatori hanno così potuto assistere al fenomeno nel nord Europa e nelle aree settentrionali del Nord America.
E venne l’aurora. Le spettacolari immagini del cielo colorato di verde dalla violenta eruzione solare.
In una scena del film The Social Network, del 2010, Sean Parker, fondatore di Napster e in seguito primo presidente di Facebook, racconta una storia a Mark Zuckerberg sul rischio di non comprendere il potenziale della propria idea. E non trova esempio migliore, per spiegare la sua convinzione, della vicenda di Roy Raymond, fondatore di uno dei più famosi marchi di biancheria femminile al mondo: Victoria’s Secret. Un laureato a Stanford di nome Roy Raymond vuole comprare della lingerie per sua moglie, ma si vergogna troppo di prenderla in un centro commerciale allora gli viene l’idea di aprire un posto elegante che non lo faccia sentire un pervertito. Prende un prestito di 40 mila dollari, se ne fa prestare altri 40 mila dai suoceri, apre un negozio e lo chiama Victoria’s Secret. Guadagna 500 mila dollari il primo anno, lancia un catalogo, apre altri tre negozi e dopo cinque anni vende la società a Leslie Wexner e alla Limited per 4 milioni di dollari. Un lieto fine, giusto? Se non fosse che la società due anni dopo vale 500 milioni di dollari e Roy Raymond corre al Golden Gate e si butta giù. Il poveretto voleva solo comprare un reggicalze alla moglie, capisci?
La storia di Victoria’s Secret. E di come un'idea geniale sia necessaria, ma non sufficiente per fare strada.
A due settimane di distanza dalla sospensione della licenza Android per Huawei, Google sta lavorando per convincere il governo degli Stati Uniti a rivedere le sue decisioni sull’azienda tecnologica cinese, uno dei suoi più importanti clienti per la distribuzione del sistema operativo per smartphone. Secondo alcune fonti consultate dal Financial Times, diversi manager di Google stanno provando a convincere l’amministrazione Trump a evitare una completa messa al bando di Huawei, che potrebbe portare a numerose e impreviste conseguenze per la stessa sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Dopo avere accusato per mesi Huawei di fare spionaggio per conto del governo cinese, senza però portare prove concrete, a fine maggio il governo degli Stati Uniti ha imposto ulteriori restrizioni, costringendo le società statunitensi a interrompere buona parte dei loro rapporti commerciali con l’azienda cinese, il secondo più grande produttore di smartphone al mondo. Le limitazioni hanno reso necessaria la sospensione della licenza Android, che consentiva a Huawei di installare sui suoi smartphone la versione del sistema operativo curata direttamente da Google e che dà accesso a buona parte dei suoi servizi, compreso lo store dal quale scaricare le applicazioni.
Cosa sta facendo Google per il guaio Huawei. Il Financial Times racconta di pressioni sul governo statunitense per evitare la messa al bando completa, perché una versione alternativa di Android sarebbe meno sicura.
Martedì 18 marzo al Lincoln Center di New York è stata presentata la quarta stagione della serie tv HBO Game of Thrones. Erano presenti George R.R. Martin, lo scrittore dei libri a cui è ispirata la serie, lo sceneggiatore e produttore David Benioff, il produttore esecutivo D.B. Weiss, e molti attori del cast, tra cui Emilia Clarke, Lena Headey, Sophie Turner, Maisie Williams, Peter Dinklage. Per l’occasione è stato anche diffuso il quarto trailer. Il primo episodio della quarta stagione verrà trasmesso in tv il 6 aprile. Il quarto trailer di Game of Thrones
Le foto della premiere di Game of Thrones. C'erano lo scrittore George R.R. Martin e moltissimi attori del cast, e per l'occasione è stato diffuso un nuovo trailer della quarta stagione.
Laura Bovoli, la madre di Matteo Renzi, sarà processata a Cuneo per concorso in bancarotta documentale per via di alcuni legami fra la società Eventi6, di cui era amministratrice, e l’azienda cuneese Direkta. L’inchiesta di Cuneo è stata quella che ha poi generato quella di Firenze, per cui Bovoli e suo marito Tiziano Renzi sono finiti agli arresti domiciliari. A Cuneo, l’accusa sostiene che Eventi6 avesse emesso delle note di credito fittizie dal valore di 78mila euro in favore di Direkta per aiutarla ad evitare la bancarotta (che poi avvenne nel 2014). Il processo inizierà il 19 giugno.
Laura Bovoli, la madre di Matteo Renzi, sarà processata a Cuneo per bancarotta documentale.
La sera del 31 luglio è verificato il cosiddetto fenomeno della “Luna blu”. Non si tratta di un fenomeno visibile a occhio nudo, ma piuttosto di un evento piuttosto raro causato dalle differenze fra calendario lunare e gregoriano. Si chiama infatti “Luna blu” il secondo plenilunio che avviene all’interno di un mese del calendario gregoriano, che solitamente ne contiene una sola: questo perché i mesi calcolati in base alla rotazione del sole sono composti da 30 o 31 giorni, mentre la luna ce ne mette 29 e mezzo per compiere un giro completo. Lo sfasamento comporta che una volta ogni due o tre anni un mese “solare” contenga due pleniluni al posto che uno solo. Il primo plenilunio di questo mese si è verificato il 2 luglio. L’ultima “Luna blu” si era invece verificata il 31 agosto 2012, mentre le due prossime “Lune blue” si verificheranno a due mesi di distanza, rispettivamente il 31 gennaio e il 31 marzo 2018.
Che cos’è la “Luna blu”, venerdì sera. Un fenomeno astronomico che si verifica una volta ogni due-tre anni, anche non si è visto niente di diverso dal solito.
Lunedì una corte di appello di San Francisco, negli Stati Uniti, ha confermato una sentenza del 2016 secondo cui i Led Zeppelin non copiarono le prime note di “Stairway to Heaven” (1971), una delle canzoni rock più famose di sempre, da “Taurus” (1968) degli Spirit. L’accusa risale al 2014 e il processo è stato uno dei più lunghi e seguiti tra quelli sui plagi e presunti plagi musicali. Se fossero stati condannati per plagio il cantante dei Led Zeppelin Robert Plant e il chitarrista Jimmy Page, autore di “Stairway to Heaven”, avrebbero dovuto probabilmente dover pagare milioni di dollari di danni. “Taurus” era stata scritta dal chitarrista degli Spirit Randy Wolfe, morto nel 1997: gli Spirit e i Led Zeppelin suonarono insieme dopo l’uscita di “Taurus” e secondo Michael Skidmore, curatore del patrimonio di Randy Wolfe, era possibile che Page avesse scritto l’inizio di “Stairway to Heaven” dopo aver sentito la canzone dell’altra band. Wolfe aveva sostenuto questa tesi in un’intervista poco prima di morire. Nel 2016 Page e Plant si erano difesi dicendo che la progressione degli accordi all’inizio delle canzoni è talmente un cliché da non meritare la protezione del copyright: il giudice del processo aveva deciso che le due canzoni in questioni non erano «intrinsecamente simili».
Una corte d’appello di San Francisco ha confermato che “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin non è un plagio.
Su Repubblica di giovedì, Concita De Gregorio ha raccontato il suo incontro con Filippo Nogarin, nel giorno in cui compiva 44 anni. Nogarin è del Movimento 5 Stelle e, dallo scorso giugno, è sindaco di una città che non aveva mai avuto un sindaco che non fosse di sinistra (il M5S ha vinto anche grazie alla crisi del PD cittadino e al sostegno ufficiale della Lega Nord e di Fratelli d’Italia-AN). Nogarin ha raccontato la sua storia personale, i suoi progetti per la città e le difficoltà politiche degli ultimi mesi. Sono passati tre mesi da quando il Movimento 5 Stelle ha vinto con il 19 per cento dei voti (al primo turno) il 60 per cento dei seggi in consiglio. Gli eterni onnipotenti del Pd locale dissolti, dimissionari, spariti. Il partito nato qui con Gramsci è morto 93 anni dopo con Yuri de Filicaia, 700 preferenze in una città di 170 mila abitanti, segretario oggi commissariato da una troika arrivata dal Pd fiorentino “ma i fiorentini annegano a riva, cosa vuoi che ci possano insegnare a noi di Livorno”, si sente dire alle assemblee. L’orgoglio labronico, quello è intatto. Semmai cresce, passato lo choc.
Le ultime dal sindaco di Livorno. Concita De Gregorio ha intervistato Filippo Nogarin del M5S, quello che ha schiantato il PD nella città del PD.
A un mese dalla loro introduzione, Soylent ha ritirato dal mercato le sue barrette che promettevano di sostituire un pasto normale, e che si aggiungevano al prodotto più famoso dell’azienda, quella specie di beverone composto da acqua e sostanze nutrienti, che dovrebbe essere sufficiente per i bisogni nutrizionali giornalieri di una persona. Le barrette, su cui Soylent puntava moltissimo per allargare la sua clientela, sono state ritirate in seguito alle segnalazioni di decine di persone che hanno detto di essersi sentite molto male dopo il loro consumo. La sospensione delle vendite è avvenuta la scorsa settimana, ma non ci sono ancora molti dettagli sulle cause dei malesseri dovuti alle barrette: quelli di Soylent hanno invitato i loro clienti a non consumare quelle già acquistate, chiedendo di attendere che siano effettuate verifiche di sicurezza. Soylent è una startup che sta applicando in campo alimentare molti principi utilizzati dalle società emergenti della Silicon Valley: entrare in un settore e provare a cambiarlo con innovazioni di vario tipo. L’azienda ha scelto quello alimentare e si è inventata un prodotto che può essere consumato al posto dei cibi tradizionali, risparmiando denaro per i pasti e tempo per la loro preparazione. In breve tempo il Soylent è diventato un prodotto molto richiesto negli Stati Uniti, soprattutto nella stessa Silicon Valley, diventando una sorta di moda soprattutto tra i consumatori più giovani. Il successo del Soylent, che per ora è commercializzato solo negli Stati Uniti, ha portato alla nascita di concorrenti in altre parti del mondo, come Joylent in Europa, ma con esiti alterni e per ora non comparabili a quelli tra gli statunitensi (il Joylent ha avuto un momento di popolarità anche tra alcuni membri della redazione del Post nel 2015: c’è ancora un grande scatolone da smaltire in un angolo della redazione, a cui nessuno si avvicina più).
Le barrette Soylent fanno vomitare. Sono il nuovo prodotto dell'azienda che vende il famoso beverone sostitutivo dei pasti, ma sono state ritirate dopo decine di segnalazioni di persone che si sono sentite male.
Nella notte tra lunedì e martedì è morta Emilia De Biasi, che fu deputata del Partito Democratico dal 2006 al 2013, e poi senatrice fino al 2018. De Biasi fu anche presidente della Commissione sanità del Senato, oltre che consigliera comunale di Milano e responsabile della Salute e Welfare nella segreteria regionale del Partito Democratico in Lombardia. Il segretario del PD, Nicola Zingaretti, ha scritto su Facebook che «per la storia della sinistra milanese e nazionale Emilia è stata un punto di riferimento solido nelle sue battaglie in difesa delle donne, della parità di genere, di promozione della cultura e del diritto alla salute». Le cause della morte di De Biasi non sono state rese note.
È morta a 62 anni l’ex senatrice del PD Emilia De Biasi.
Il testo letto ieri da Silvio Berlusconi alla Camera e al Senato è commentato oggi su tutti i giornali con toni simili, e non è riuscito a eccitare neanche i quotidiani tradizionalmente allineati con ogni scelta del PresdelCons. È stato, senza girarci intorno, un discorso di inaudita povertà e sciatteria rispetto alle necessità e alle opportunità. A Berlusconi le opposizioni avevano chiesto una svolta ambiziosa rispetto alle difficoltà economiche e finanziarie italiane, e pur con tutto il disincanto del mondo ieri in molti si aspettavano almeno una costruzione retorica di qualche inventiva, se certo non l’eterno “colpo d’ala” da anni richiesto a Berlusconi dal suo sfinito sostenitore Giuliano Ferrara. Ma proprio la scrittura di Ferrara, che aveva in passato animato di qualche passione e visione altri testi berlusconiani – mai concretizzatisi in niente, per carità – è mancata completamente ieri, chiunque lo abbia rimpiazzato come ghost writer del capo del Governo. Quello di mercoledì – con Berlusconi che pareva leggere per la prima volta le parole che aveva scritte davanti – è stato un intervento così deludente e inadeguato da costringere non solo a uno sforzo notevole per restare sveglio il ministro Frattini e i molti che si dono dedicati ad ascoltarlo in diretta, ma da riuscire a spingere ancora più in là lo spazientimento dei commentatori anche più indulgenti nei confronti del governo e della maggioranza. Oggi sui quotidiani si leggono le parole che nei regimi più fallimentari e antidemocratici del mondo i quotidiani liberi dedicano alla necessità di un cambiamento. Ed è quindi forse un bene che la mediocrità umana prima che politica di questa maggioranza sia ieri divenuta trasparente – ancora più confermata se fosse vera la voce che autori del grigio discorso sarebbero i ministri Brunetta e Sacconi: a cui Tremonti avrebbe dovuto correggere persino “svarioni”, scrive la Stampa – e non si possa più rimproverare al governo una distanza tra ciò di cui si vanta e ciò che realizza. Quella di ieri è stata l’ammissione chiara e generosa della propria inadeguatezza, l’annuncio al Paese che “noi siamo questo, altro non vi potete aspettare, tutto quel che riuscivamo a millantare l’abbiamo millantato”.
Un discorso sincero. Con ieri la maggioranza ha esaurito persino le millanterie, e ha rivelato generosamente la propria sciatteria.
In un colloquio con il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato dei programmi del suo governo per il contenimento della pandemia da coronavirus nei prossimi mesi, nel caso in cui i contagi dovessero aumentare nuovamente. Conte, che nei prossimi giorni dovrebbe firmare un nuovo DPCM che tra le altre cose dovrebbe prevedere l’estensione dell’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, ha rivendicato il buon lavoro del suo governo («quando abbiamo deciso di chiudere dicevano che dovevamo tenere aperto. Quando volevano cominciare ad aprire, ci chiedevano di essere rigidi») e ha dato alcune importanti garanzie sul futuro. Sulla scuola, per esempio, Conte ha detto: «La scuola riparte, non ci sono dubbi», «soltanto una nuova e fortissima impennata di contagi» potrebbe cambiare questi piani, «ma io non voglio nemmeno pensare a questa eventualità».
Conte ha garantito che non ci sarà un nuovo lockdown. «Io lo so che non avremo nuove chiusure, che non rischiamo nuovi lockdown», ha detto in un colloquio con il Corriere della Sera.
Il vice presidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini ha chiesto che si torni a votare al più presto dopo che, con un passaggio parlamentare, sia stato preso atto che non esiste più una maggioranza a sostegno dell’attuale governo di coalizione con il Movimento 5 Stelle. Salvini lo ha detto in una nota diffusa giovedì sera, dopo un lungo incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No”. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni. L’ho ribadito oggi al Presidente Conte: andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav e dai ripetuti insulti a me e alla Lega da parte degli “alleati”, e restituiamo velocemente la parola agli elettori. Le vacanze non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani
Salvini ha chiesto che si torni a votare. Ha diffuso una nota dicendo che bisogna «prendere atto che non c'è più una maggioranza» e che bisogna dare «la parola agli elettori».
Eric Asimov, il critico di vini del New York Times, ha messo insieme una lista di buoni vini che si possono comprare a New York per meno di 20 dollari. Asimov spiega che recentemente ha scritto un articolo su un ristorante newyorkese dove si possono trovare vini molto rari e pregiati a prezzi vantaggiosi: vende per esempio una bottiglia di Muscadet – un vino bianco francese – del 2004 o un Touraine rosso del 2007 a 60 dollari, o un Chianti Classico Riserva di Castell’in Villa per 250 dollari. Sui social network l’articolo è stato abbastanza criticato, spiega Asimov, da alcune persone che sostenevano che i prezzi fossero troppo alti, e che gli stessi vini si potevano trovare a cifre molto più basse in Francia o in Italia. Secondo Asimov, trascurando le opinioni di chi crede che in generale non si debba spendere più di pochi dollari per una cosa che si beve, è difficile stabilire quale sia il prezzo corretto da pagare per trovare un giusto equilibrio tra spesa sostenuta e valore di una bottiglia di vino. «Il piacere ottenuto va oltre il prezzo pagato. Si può fare un ottimo affare a 5 dollari o a 700, ma entrambi i casi sono rari». Secondo Asimov, però, la cifra migliore per fare un buon affare comprando una bottiglia di vino è compresa tra i 15 e i 25 dollari: «Le qualità di un’agricoltura rigorosa, della tradizione culturale, del lavoro delle persone, delle peculiarità e del gusto convergono a un prezzo che fa sì che valga la pena cercare queste bottiglie. Se vi piacciono, valgono molto la pena. In caso contrario, l’esperimento non vi sarà costato troppo». Il prezzo di un vino europeo a New York è solitamente più alto di quello della stessa bottiglia acquistata nel suo paese di origine, che sia l’Italia, la Francia o la Spagna. Per questo, è probabile che molte delle bottiglie elencate da Asimov costino anche molto meno, se comprate in un posto diverso. I vini scelti da Asimov, dice, sono adatti alla primavera e all’estate: leggeri e rinfrescanti. Per i vini italiani, i prezzi indicati sono quelli ai quali sono disponibili i vini nei principali negozi online.
20 ottimi vini estivi a meno di 20 euro. Scelti dal critico del New York Times, con molti bianchi e diversi vini italiani.
Facebook sta testando una nuova opzione che permette di aggiungere dei tag sui profili degli utenti, in maniera molto simile a quanto accade su LinkedIn, il social network per i contatti professionali. La nuova opzione è ancora in fase sperimentale, è utilizzabile solo in Nuova Zelanda e non è detto che Facebook decida di renderla definitivamente disponibile per tutti. Con la nuova opzione si possono aggiungere tag sul proprio profilo e lo possono fare anche gli utenti “amici”: se qualcuno vuole descrivere un suo amico o una sua amica con un tag sul suo profilo – “fotografa”, “cantante”, “tostissima”, etc – può scriverlo e inviarlo; all’amico o all’amica taggata arriverà una notifica. La persona taggata potrà accettare o no la notifica: solo se accetterà il tag sarà visibile per tutti, se no sparirà. Ovviamente si può anche decidere di non fare niente e allora il tag sarà visibile solo per chi l’ha scritta e chi l’ha ricevuta.
Facebook sta provando una nuova opzione per aggiungere tag ai profili. È in fase sperimentale e non è detto che venga estesa a tutti: permette di descrivere gli amici con dei tag, come su Linkedin.
Ve l’abbiamo detto: da giorni la storia di Fini, il Giornale e la casa di Montecarlo è diventata un incontro di pugilato. La mattina il Giornale attacca, il pomeriggio Fini risponde, la baruffa continua fino a sera e il giorno dopo si ricomincia. Se siete tornati adesso dalle vacanze e volete approfittare per un ripasso, trovate qui un riassunto generale della storia e qualche puntata precedente. Quello che è successo oggi riflette lo schema dei giorni passati. Stamattina il Giornale ha pubblicato un’intervista a un nuovo testimone, che dice di aver visto Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani nella casa di Montecarlo, dove invece il presidente della Camera dice di non essere mai stato. Il testimone in questione si chiama Giorgio Mereto e il Giornale lo descrive come un imprenditore genovese che vive da 25 anni a Montecarlo. Mereto dice di aver visto, un giorno a cavallo delle feste natalizie dello scorso anno.
Il Giornale e Fini continuano a darsele. Resoconto della giornata: un altro testimone che dice di aver visto Fini a Montecarlo, un'altra smentita dal presidente della Camera.
In una delle scene centrali di Punto di non ritorno – Before the Flood, il documentario di Leonardo DiCaprio sul riscaldamento globale, il CEO di Tesla Elon Musk fa visitare a DiCaprio la Gigafactory, una enorme fabbrica di batterie alimentate a energia solare che Tesla sta costruendo da alcuni mesi in Nevada, negli Stati Uniti. L’obbiettivo immediato della Gigafactory è quello di ridurre i costi delle batterie per i prodotti Tesla – le auto elettriche sono quello più famoso – ma nel film Musk spiega che tutto il mondo potrebbe beneficiare della produzione di Gigafactory. «Abbiamo fatto i calcoli», dice Musk a DiCaprio: «cosa ci vorrebbe per far sì che tutto il mondo consumasse energia sostenibile? Di che volume di produzione [di batterie] stiamo parlando? Parliamo di 100 Gigafactory, per tutto il mondo». «E basta?», risponde DiCaprio, abbastanza stupito. «Sembra fattibile!» La Gigafactory è stata inaugurata nel luglio del 2016 ma è ancora in costruzione: fino a pochi mesi prima dell’inaugurazione, solo il 14 per cento delle sue strutture totali era stata finita. Quando sarà ultimata, si stima che sarà più grande di 100 campi da football messi insieme – cioè più o meno come un centinaio di campi da calcio. Sarà anche uno degli edifici più estesi al mondo, secondo solo al cantiere Boeing di Everett, nello stato di Washington. Gigafactory è stata costruita in Nevada dopo una fase di progettazione di diversi anni, a cui ha collaborato anche Panasonic. The Verge ha stimato che Tesla beneficerà di circa 1,3 miliardi di dollari di agevolazioni fiscali concesse dal Nevada, e che in cambio fornirà lavoro a un indotto di più di 22mila persone.
Cos’è la Gigafactory. È l'enorme fabbrica di batterie di Tesla citata nel documentario di Leonardo DiCaprio: Elon Musk dice che se ne costruissimo 100, avremmo risolto il problema dell'energia sostenibile.
Lo scrittore Francesco Piccolo spiega sul Corriere perché vale la pena leggere il nuovo libro di Edoardo Albinati, La scuola cattolica, per quanto possano scoraggiare le sue 1300 pagine: «la questione è che non soltanto questo libro è importante, a volte grandioso, non soltanto necessita di tutte queste pagine, ma grazie a questo tempo che si prende, a questo spazio che si prende, genera un tipo di narrazione assolutamente originale che, insomma, può rimanere un punto fermo degli anni letterari che stiamo vivendo». Il libro parte dell’educazione di Albinati nella scuola San Leone Magno, a Roma, dove studiarono anche Angelo Izzo e Andrea Ghira, due dei tre autori del delitto del Circeo, che è uno dei temi centrali del libro, per poi affrontare molti altri temi: la famiglia, la borghesia, la violenza, il sesso. «La prima scelta che bisogna fare nel parlare di La scuola cattolica, il nuovo romanzo di Edoardo Albinati, è se occuparsi del fatto che sia lungo 1.300 pagine. Sì, esatto, 1.300 pagine. Sono tante? Sono troppe? Per un romanzo, si potrebbe rispondere quasi sempre sì. Se si tratta di un tentativo di capire il mondo, o, come nel caso del libro di Albinati, ancora più precisamente un tentativo di trovare un modo di starci, nel mondo, allora no. Allora sono poche. Sono sempre poche.
Un libro importante, quello di Albinati. Francesco Piccolo prova a raccontare sul Corriere il romanzo di ben 1300 pagine appena uscito.
L’attore statunitense John Hillerman è morto a 84 anni, in Texas. Hillerman è famoso soprattutto per aver interpretato il sergente maggiore Jonathan Quayle Higgins III nella serie tv Magnum, P.I., andata in onda per gran parte degli anni Ottanta. Grazie a quell’interpretazione vinse un Golden Globe e un premio Emmy. Hillerman, che era stato davvero sergente maggiore dell’aeronautica militare statunitense, ha recitato anche in Lo straniero senza nome di Clint Eastwood, Paper Moon – Luna di carta di Peter Bogdanovich e Mezzogiorno e mezzo di fuoco di Mel Brooks.
L’attore John Hillerman è morto a 84 anni.
Può sembrare contro-intuitivo, ma da un po’ di tempo alcuni fra i migliori ristoranti giapponesi di New York hanno iniziato a servire piatti di sushi preparati con pesce crudo sempre più vecchio. Lo scrive il Wall Street Journal, spiegando che in alcuni locali di Manhattan un piatto del genere può costare anche 400 dollari, cioè la cifra che normalmente si spende in un ristorante giapponese stellato che punta molto sulla freschezza del suo pesce. La ragione è molto banale: secondo gli chef che lo preparano, il sushi fatto col pesce vecchio è semplicemente più buono. «Se usassimo del tonno pescato un’ora fa, la carne sarebbe soda e probabilmente buona», ha spiegato Neal Covington, che si occupa di procurare il pesce al Sushi Nakazawa di Manhattan: «Ma se il pesce ha più di una settimana, la sua carne diventerà delicata e il suo sapore acquisterà molte più sfumature».
Il sushi viene meglio col pesce vecchio? alcuni chef e ristoranti giapponesi di lusso sostengono di sì, con degli argomenti, ma non tutti ne sono convinti.
Keya Morgan, ex assistente di Stan Lee, è stato accusato da un tribunale di Los Angeles di maltrattamenti e abusi nei confronti dell’ex creatore di fumetti di supereroi ed editore della Marvel, morto lo scorso novembre a 95 anni. Su Morgan pendono cinque capi di imputazione, tra cui abuso su anziano, sequestro di persona, frode e contraffazione. Le indagini nei suoi confronti erano iniziate lo scorso giugno dopo che Morgan era stato allontanato dalla famiglia di Lee con l’accusa di averlo plagiato per ottenere il controllo della sua casa a Hollywood e di aver assunto alcune guardie di sicurezza per tenere lontani i suoi familiari. Nei confronti di Morgan, che ha 42 anni e che dalla morte della moglie di Lee nel 2017 ne era diventato il principale assistente, è stato anche emesso un mandato d’arresto.
L’ex assistente di Stan Lee è stato accusato da un tribunale di Los Angeles di maltrattamenti e abusi su anziano.
Dopo aver trascorso 157 giorni in orbita a 350 chilometri di distanza dalla Terra sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’astronauta italiano Paolo Nespoli è rientrato questa mattina insieme al cosmonauta Dimitri Kondratyev e all’astronauta Cady Coleman. I tre sono arrivati a terra utilizzando una Soyuz TMA-20 controllata da Kondratyev, che dopo aver fatto manovra per staccare la navicella dalla ISS ha atteso che Nespoli scattasse alcune fotografie alla Stazione e allo Shuttle Endeavour, al suo ultimo viaggio spaziale e collegato in questi giorni alla stessa ISS. Nel corso dei suoi cinque mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, l’astronauta italiano ha partecipato alla missione MagISStra, dandosi da fare per eseguire numerosi test ed esperimenti per conto dell’ESA, l’agenzia spaziale internazionale, e della NASA. Appassionato di fotografia, Nespoli ha scattato molte immagini della Terra durante la sua permanenza a bordo. Dopo essersi dedicato alle immagini in notturna delle principali città del mondo, nelle ultime settimane prima di lasciare la Stazione, Nespoli ha fotografato isole, aree costiere e luoghi panoramici come il Grand Canyon dagli oblò dei moduli spaziali.
Le foto più belle di Paolo Nespoli. L'astronauta italiano è tornato oggi sulla Terra dopo 157 giorni in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale.
L’andamento delle vaccinazioni alle persone con più di 80 anni mostra i limiti dell’organizzazione italiana, soprattutto i problemi causati dalla gestione affidata alle singole regioni: ogni regione fa da sé e le linee guida nazionali non bastano a uniformare una situazione piuttosto caotica. Ci sono regioni, come Lazio e Molise, che hanno somministrato la prima dose del vaccino a oltre metà dei propri anziani e hanno già aperto le prenotazioni ad altre categorie prioritarie come gli “estremamente vulnerabili”. Altre regioni, come la Toscana, la Sicilia e la Sardegna, accusano invece ritardi e non è ancora chiaro quando potranno passare alle fasi successive del piano vaccinale. Vaccinare gli anziani è molto importante, per diverse ragioni. Innanzitutto perché le persone con più di 80 anni sono quelle più a rischio di conseguenze gravi o mortali a causa della COVID-19. Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, l’età media dei pazienti deceduti positivi al coronavirus è 81 anni. E gli anziani hanno anche più probabilità di sviluppare sintomi gravi e quindi di essere ricoverati nei reparti di terapia intensiva.
Dove si vaccinano di più gli anziani. Le province autonome di Trento e Bolzano sono a buon punto, così come il Lazio, mentre la Toscana è messa piuttosto male.
Jacques Brel, il più grande cantautore di lingua francese, era belga (ma visse poi a Parigi) e, quando la cultura francese ancora contava qualcosa fuori dalla Francia, fu il maestro dei suoi colleghi in tutto il mondo, e influentissimo sulla leva dei cantautori italiani degli anni Sessanta. È sepolto in Polinesia, dove aveva trascorso i suoi ultimi anni prima di morire di cancro ai polmoni il 9 ottobre 1978. Qualche anno prima, nel novembre del 1966, aveva fatto i suoi ultimi concerti: tra cui, il 15 novembre, l’ultimo a Bruxelles, in Belgio. A Bruxelles c’è una stazione del metrò che si chiama Jacques Brel. Queste sono le dieci canzoni che il peraltro direttore del Post Luca Sofri aveva scelto per il libro Playlist, la musica è cambiata. Vale la pena di riascoltarle oggi. Quand on n’a que l’amour (Jacques Brel 2, 1957) La sua prima canzone di successo è una proclamazione in crescendo e senza ritornello della forza dell’amore, che si conclude con una precoce (era il 1956) strofa hippie: “Quando c’è solo l’amore, per parlare ai cannoni, e nient’altro che una canzone per convincere un tamburo, allora con soltanto la forza di amare avremo nelle mani il mondo intero, amici”.
Dieci canzoni di Jacques Brel. Il più grande cantautore di lingua francese, che nel novembre del 1966 fece i suoi ultimi concerti.
Tra le cose più viste sul Post questa settimana, purtroppo, c’è il racconto della brutta sconfitta dell’Italia con il Costa Rica (se proprio volete farvi del male, potete dare un’occhiata alle prime pagine dei giornali della Costa Rica il giorno dopo). Sempre a proposito di mondiali, ci sono le foto di come appare il Brasile mentre gioca il Brasile (non c’è proprio molta gente in giro). Se siete stufi di calcio potete provare a vedere come ve la cavereste in terza media, facendo un test Invalsi che serve a valutare la preparazione degli studenti. Infine, i posti più belli del mondo scelti dal sito Trip Advisor (e quindi scelti da tutti noi, in pratica) e il nuovo, e un po’ strano, smartphone di Amazon. – L’Italia ha perso, e male La Costa Rica ha vinto 1-0 ed è matematicamente agli ottavi di finale, l’Inghilterra è eliminata, noi siamo aggrappati all’ultima partita contro l’Uruguay
Sunday Post. La brutta faccenda col Costa Rica, i posti più belli del mondo scelti da Trip Advisor e il nuovo smartphone di Amazon, tra le cose più viste sul Post questa settimana.
E questo era solo l’antipasto. Gianfranco Fini ha riunito a Montecitorio gli esponenti ex An del Pdl e ha rivolto loro una relazione piuttosto esplicita, in attesa della resa dei conti prevista per giovedì, alla direzione nazionale del partito. Ricapitolando: Fini avrebbe detto che il Pdl “è un progetto politico riuscito solo in parte”, il cui problema “non è di poltrone o di potere” ma bensì ha a che fare con la sua “scarsa attenzione alla coesione sociale del Paese”. La ragione di tutto questo? “Il rapporto con la Lega”.
Fini si scalda in vista di giovedì: “Una fase nuova”. Fini riunisce i suoi e attacca: il problema del Pdl è "il rapporto con la Lega".
Insieme alla nascita della loro figlia Max, Mark Zuckerberg e Priscilla Chan hanno annunciato anche la creazione di un’organizzazione – la “Chan Zuckerberg Initiative” – per promuovere obiettivi come «l’uguaglianza fra tutti i bambini della prossima generazione» e rendere il mondo un posto migliore. Zuckerberg e Chan hanno detto che nel corso della loro vita doneranno a questo scopo il 99 per cento delle loro azioni di Facebook, di valore pari attualmente a circa 45 miliardi di dollari. Mark Zuckerberg è il fondatore e l’amministratore delegato di Facebook; lui e Priscilla Chan, che è un medico, si sono conosciuti quando studiavano ad Harvard e si sono sposati nel 2013. In seguito all’annuncio si è parlato molto della decisione di Zuckerberg non solo per l’enorme entità della donazione ma anche perché la “Chan Zuckerberg Initiative” non è una fondazione non profit, come sono invece normalmente quelle che si occupano di beneficenza, ma una “Limited Liabilty Company” (LLC), cioè una società privata che può generare profitti. Zuckerberg è stato accusato da alcuni di voler semplicemente spostare i suoi soldi da una società (Facebook) all’altra (Chan Zuckerberg Initiative) senza fare vera beneficenza.
Quella di Zuckerberg è beneficenza? si discute della scelta del capo di Facebook di non creare un'organizzazione non profit per la sua grande donazione, bensì una società che può generare profitti.
Berlusconi che parla, Berlusconi che ride, Berlusconi serio, Berlusconi con Bossi, Berlusconi con Carfagna, Berlusconi con Latorre, Berlusconi con Sbarbati, Berlusconi di qua e Berlusconi di là: il PresdelCons è ormai un’icona pop, oltre a tutte le altre cose che è. E ogni immagine di lui racconta qualcosa di lui. (Foto in apertura Roberto Monaldo / LaPresse) *
Un giorno da Berlusconi. Il PresdelCons al Senato consegna ai fotografi un'altra giornata di iconografia pop.
Alcune delle principali aziende cinesi attive nel settore dei pagamenti digitali, come Ant Group e WeChat, negli ultimi anni hanno investito denaro ed energie per promuovere i pagamenti con il riconoscimento facciale, che utilizzano schermi dotati di telecamera per individuare il volto del cliente e pagare dal suo conto online senza che questi abbia bisogno di usare i contanti – poco comuni in Cina – o una app sullo smartphone. I pagamenti con riconoscimento facciale dovrebbero essere più comodi per i clienti, ma a tre anni dal loro lancio ancora non hanno ottenuto grande successo, ha spiegato il Wall Street Journal. Ant e WeChat, ma anche molte altre compagnie più piccole, hanno investito o promesso di investire centinaia di milioni di dollari nelle macchine necessarie per il pagamento facciale. Ant, in particolare, nell’aprile del 2019 aveva annunciato un investimento di 3 miliardi di yuan, corrispondenti a poco meno di 400 milioni di euro. Le macchine sono schermi – che possono essere grandi come un televisore messo in verticale o più piccoli come un tablet – messi vicino alle casse dei negozi che grazie alla telecamera integrata riconoscono il volto del cliente. Quando è il momento di pagare, il cliente clicca sullo schermo touch sull’opzione per il pagamento facciale, si attiva la telecamera, avviene il riconoscimento e il pagamento è fatto.
Ai cinesi non piace pagare con la faccia. Le aziende tecnologiche cinesi hanno investito molto per mettere telecamere alle casse dei negozi, ma per ora ci sono preoccupazioni su comodità e privacy.
A inizio giugno il Partito Radicale e la Lega di Matteo Salvini hanno depositato in Corte di Cassazione sei quesiti referendari che riguardano il settore della giustizia e hanno annunciato che dalla prima settimana di luglio e fino alla fine di agosto inizieranno la raccolta delle firme. I referendum sono stati proposti in un momento particolare, proprio mentre il parlamento sta lavorando a una riforma strutturale della giustizia che è uno degli impegni che l’Italia si è presa con l’Unione Europea per ottenere i circa 200 miliardi di euro di finanziamenti del Recovery Fund. I quesiti depositati da Lega e Radicali sono sei.
I referendum sulla giustizia di Lega e Radicali. Sono sei, e a inizio luglio inizierà la raccolta firme: cosa chiedono e perché sono stati criticati.
Venerdì 27 settembre riapre negli spazi di Assab One, a Milano, la bella mostra Il viaggio di Roland Ultra, una complessa installazione curata da Elena Quarestani che raccoglie le fotografie e i video di Giovanni Hänninen e le installazioni degli artisti Nathalie du Pasquier, Luca Pancrazzi, Steve Piccolo. Il tutto ruota attorno al viaggio di una Roland Ultra, una grossa macchina da stampa a foglio e a 4 colori, prodotta in Germania dal 1967 al 1981. Nel 1969 una di queste macchine – che arrivano a pesare 43 tonnellate – fu acquistata in Italia dalla Grafiche Editoriali Ambrosiane (GEA), casa editrice milanese, e portata negli spazi di Assab One, allora sede di GEA e oggi dedicati a cultura e arte. Con il passare del tempo la Roland Ultra smise di essere usata e divenne un simbolo del cambiamento economico e della fine di un’epoca.
Il viaggio di una gigantesca macchina da stampa da Milano all’India. 15 fotografie raccontano lo straordinario viaggio di una vecchia "Roland Ultra" pesante decine di tonnellate.
È successo a Rebibbia, e del caso si stanno interessando i Garanti nazionali dei diritti dei detenuti e il ministero della Giustizia
Il logo del Padiglione Italia di Expo 2015. È stato presentato mercoledì, rappresenta un germoglio (il tema dell'Expo è "Nutrire il Pianeta, energia per la vita").
Tra qualche giorno uscirà Captain America: Civil War, il filmone di supereroi che farà sicuramente molti soldi. Questa settimana c’è anche spazio per film che, seppur senza budget enormi, stanno piacendo parecchio, come 10 Cloverfield Lane, ambientato in un bunker e prodotto da J.J. Abrams. Sta andando bene anche Zeta, una storia su un rapper italiano e in generale sul rap in Italia. Sono usciti The Dressmaker – Il diavolo è tornato, un film con Kate Winslet ambientato nell’Australia degli anni Cinquanta, e Lo stato contro Fritz Bauer, che racconta la vera storia di un procuratore tedesco e di un tenente delle SS. È un film diretto da Dan Trachtenberg e prodotto da J.J. Abrams, quello di Lost e dell’ultimo Star Wars. La protagonista del film è Michelle, una ragazza che dopo un incidente in auto si sveglia in un bunker antiatomico. A un certo punto arriva un omone che le dice che lei è lì perché fuori c’è una specie di attacco batteriologico e lui l’ha salvata. Il problema è che Michelle non sa se credergli. Nel bunker con loro c’è un altro ragazzo, interpretato da John Gallagher Jr., il Jim Harper di The Newsroom. Michelle è Mary Elizabeth Winstead, mentre il forse-rapitore-forse-salvatore è John Goodman, che secondo molti critici ha fatto una delle migliori interpretazioni della sua carriera.
Stasera cinema? ci sono "10 Cloverfield Lane", per quelli devoti a J.J. Abrams, e "Zeta", per quelli a cui il rap piace o incuriosisce.
Intorno alle 6 di lunedì mattina un treno è deragliato a causa di una frana in Val Pusteria, nei pressi di Rio Pusteria, in provincia di Bolzano. Il treno era partito da Fortezza ed era diretto a Brunico ma è deragliato dopo essere stato investito da una frana di terra e sassi. Nessuno si è ferito nell’incidente. In Val Pusteria ci sono da giorni grossi disagi a causa del cattivo tempo e al momento tutti gli accessi stradali alla valle sono bloccati per motivi di sicurezza.
Lunedì mattina un treno è deragliato a causa di una frana in Val Pusteria.
Due mesi dopo il bombardamento nucleare sulla città giapponese di Hiroshima, il 6 agosto 1945, un quotidiano statunitense poco conosciuto pubblicò uno degli articoli più informati e dettagliati sulle devastanti conseguenze della bomba, allora non ancora conosciute. L’autore era il giornalista nero Charles Harold Loeb e il giornale l’Atlanta Daily World, uno dei primi e più importanti quotidiani diretti e scritti da persone afroamericane. L’articolo fu il primo a parlare apertamente di una cosa che il governo e l’esercito degli Stati Uniti stavano provando a nascondere: gli enormi danni causati dalle radiazioni generate dalle bombe nucleari. Il New York Times ne ha recentemente raccontato la storia. Quando dopo il bombardamento di Hiroshima la popolazione locale cominciò a manifestare i primi gravi sintomi legati alle radiazioni, gli Stati Uniti cominciarono un’opera di propaganda e disinformazione per contraddire la posizione del governo giapponese.
L’articolo che rivelò le bugie del governo americano su Hiroshima, nel 1945. Fu scritto dal giornalista nero Charles Harold Loeb, e rivelò i devastanti effetti delle radiazioni provocate dalla bomba atomica.
Lo scorso ottobre il Lincoln Center di New York ha inaugurato le nuove fontane e il miliardario David H. Koch — la cui ricchezza è di 17 miliardi e mezzo di dollari — è rimasto letteralmente “ipnotizzato” dalla loro bellezza. Dopo la visione non ha potuto aspettare più di un giorno: è andato da Emily Rafferty, il presidente del Metropolitan Museum of Art, e le ha detto di volerle costruire anche per il suo museo, confidenzialmente noto come il Met. Il Wall Street Journal scrive che Koch, entrato nel consiglio del Met due anni fa, ha detto di aver voluto fare “qualcosa di bello per il museo”. Ha poi rivelato che quel qualcosa di bello si sarebbe concretizzato in una decina di milioni di dollari, donati per costruire da zero due nuove fontane davanti al museo, migliorare l’illuminazione esterna e in generale sistemare l’intera piazza.
Il miliardario e le fontane del Met. David Koch fa "qualcosa di bello" per il Metropolitan Museum of Art e gli dona 10 milioni di dollari.
La notizia della blogger siriana che era arrivata sui giornali di tutto il mondo ma che non esisteva – il blog era scritto da un uomo, e in Scozia – ha fatto ricordare ad alcuni più longevi frequentatori dei blog italiani la più piccola storia di “Personalità confusa” (allora i giornali non scrivevano dei blog), che lo stesso autore raccontò a un certo punto sul suo blog. Quando ho aperto questo blog, parecchi mesi fa, non pensavo che sarebbe finita così. Era una giornata di novembre. Avevo letto da qualche parte che esistevano questi weblog, siti gratuiti facilmente aggiornabili e molto adatti a tenere un diario. L’idea mi era subito piaciuta. Un bel posto dove scrivere ogni giorno quattro fesserie, un sito senza pop up, un diario digitale che avrei potuto compilare da qualsiasi luogo del mondo senza perdere troppo tempo con l’html. Mi collego a questo misterioso Splinder.it e trovo il solito form di registrazione. Come sempre mi chiedono un indirizzo email. Vorrei dare il mio indirizzo privato ma poi penso che ricevo già troppo spamming. Allora mi ricordo che tempo addietro una collega imbranata mi aveva chiesto di aprirle un account email che poi non aveva mai usato. [email protected]. Così ho pensato di utilizzare quello, solo per ricevere l’email di conferma di avvenuta iscrizione. Mi chiedono anche una username. Non mi viene in mente nulla. Per fare prima, decido di usare la stessa username dell’email della collega, in modo tale da aver meno dati da ricordare. La mia conoscenza del mondo dei blog era ancora nulla, e non sapevo che la mia username sarebbe apparsa su tutti i commenti che avrei inserito sui blog altrui di splinder.
Blogger che non lo erano, otto anni prima. Preistoria dei blog italiani: quando "Personalità confusa" rivelò di non essere "Alessia".
Il 16 maggio 2016 compie settant’anni Robert Fripp, musicista e compositore britannico leggendario per gli appassionati del rock in quanto fondatore e membro principale della band dei King Crimson: ma anche innovatore in molti altri progetti e collaborazioni, tra cui quelle con David Bowie e Brian Eno. Nel suo libro Playlist, a cui il Post spesso attinge, Luca Sofri – peraltro direttore del Post – si dichiarò inadeguato a scrivere dei King Crimson per limitata competenza, e chiese quindi che la scelta delle canzoni fosse fatta da Vittorio Dell’Aiuto, grande esperto della band e autore del blog “Giovani Tromboni” (chiuso da alcuni anni).
13 grandi canzoni dei King Crimson. Oggi che Robert Fripp compie settant'anni, sempre sorridendo pochissimo.
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L’intervento di Pierluigi Bersani alla Camera. La maggioranza vince, ma il principale leader dell'opposizione presenta un solido elenco di accuse e condanne.
Mercoledì 11 novembre, ad appena due giorni dall’annuncio dei risultati molto promettenti del vaccino contro il coronavirus di Pfizer, la Russia ha annunciato di avere ottenuto esiti incoraggianti dalla sperimentazione di un proprio vaccino per rallentare la pandemia. Le tempistiche e il fatto che sia stato dichiarato un livello di efficacia superiore, seppure di poco, al vaccino della società farmaceutica statunitense – sviluppato dalla tedesca BioNTech – ha però fatto sollevare perplessità da parte di numerosi esperti e analisti. La loro impressione è che l’annuncio sia per lo più di natura propagandistica, spinto dal governo russo e dal presidente Vladimir Putin. Il Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica N. F. Gamaleja di Mosca ha diffuso un comunicato stampa, annunciando di avere condotto un’analisi preliminare sui test clinici in corso sul proprio vaccino contro il coronavirus. Dallo studio, ancora parziale e che richiederà approfondimenti, è emerso che il vaccino “Sputnik V” ha un livello di efficacia pari al 92 per cento. Il suo nome è stato scelto per ricordare il primo satellite artificiale della storia, lo Sputnik 1, mentre la “V” sta per “vaccino”.
Cosa non convince del vaccino russo. A due giorni dall'annuncio di Pfizer, la Russia ha comunicato di avere rilevato un'alta efficacia del suo Sputnik V, ma ci sono molti dubbi.
Lunedì si è tenuta un’udienza alla Corte Suprema degli Stati Uniti che era molto attesa tra gli esperti e appassionati di tecnologia: è la prima sessione nella più alta corte statunitense su una causa civile che va avanti dal 2011, e che riguarda il presunto monopolio di Apple nella vendita delle app per i propri dispositivi mobili. La causa civile, nota come Pepper v. Apple, sostiene che Apple, costringendo i possessori di iPhone ad acquistare le app esclusivamente sull’App Store ufficiale, e chiedendo una quota del 30 per cento dei ricavi agli sviluppatori, abbia creato un sistema monopolistico che aumenta i prezzi per gli utenti. La prima cosa da tenere a mente è che la Corte Suprema non si esprimerà nel merito della questione, ma dovrà solo decidere se la causa civile sia legittima, cioè se Apple possa essere il bersaglio di una causa civile per questa presunta violazione. Il nodo da sciogliere, in pratica, è se Apple abbia ragione quando sostiene che in base alla corrente legislazione statunitense i consumatori possono fare causa per danni legati a un monopolio del mercato soltanto a chi vende direttamente loro il bene: e secondo Apple questo qualcuno sono gli sviluppatori, perché l’App Store è soltanto un rivenditore terzo. La causa civile sostiene invece che Apple abbia riversato sugli utenti centinaia di milioni di dollari di costi aggiuntivi sui prodotti acquistati.
L’App Store di iPhone è un monopolio? lo sostiene una causa civile che va avanti da anni, e sulla cui legittimità sta decidendo la Corte Suprema.
La NASA ha diffuso una nuova spettacolare animazione del cosiddetto “esagono di Saturno”, l’enorme formazione nuvolosa esagonale che si trova al polo nord del pianeta. La serie di fotogrammi è stata realizzata dalla sonda Cassini, lanciata 16 anni fa per studiare il sistema di Saturno, compresi i suoi anelli e le sue lune. Osservando le nuove immagini e l’animazione, gli astronomi potranno approfondire le loro conoscenze sulla formazione esagonale, su sui si sa ancora relativamente poco. L’esagono di Saturno ha una estensione massima di 30mila chilometri (il diametro della Terra è di circa 12.700 chilometri) ed è originato da una grande tempesta al suo centro, una specie di ciclone, con venti che superano i 320 chilometri orari. Le grandi correnti d’aria danno alla perturbazione il suo aspetto esagonale.
L’esagono più grande che abbiate mai visto. La NASA ha diffuso una fantastica animazione dell'enorme perturbazione su Saturno, più ampia del diametro della Terra, su cui si sa ancora poco.
Non si sa se Facebook stia progettando uno smartphone tutto suo o cosa: per ora il social network smentisce. Ma per un paio di giorni le voci sul possibile impegno diretto del social network nella realizzazione di un telefono cellulare hanno monopolizzato l’attenzione dei siti web che si occupano di tecnologia. Tutto è partito da un articolo pubblicato su TechCrunch domenica scorsa da parte di Michael Arrington, il responsabile del sito di informazione online, dal titolo inequivocabile: “Facebook sta segretamente costruendo un telefono”. Nell’articolo si ipotizza che i tecnici del social network siano al lavoro per realizzare il sistema operativo di un nuovo smartphone, che verebbe poi prodotto da una società partner. Un modello adottato da numerosi produttori, che per i loro telefonini scelgono sistemi operativi realizzati da altre società come Microsoft o Google. Secondo Arrington, il nuovo telefono cellulare potrebbe consentire agli utenti di accedere con facilità alla propria lista dei contatti su Facebook per inviare poi SMS, messaggi sul social network o effettuare chiamate vocali.
Lo smartphone “di Facebook” esiste? techCrunch ha messo in giro la voce, ma il social network smentisce.
Il fumettista Steve Ditko, uno dei creatori di Spider-Man, è morto a fine giugno a New York, ma la notizia è stata resa nota solo ieri dall’Hollywood Reporter. Dikto aveva 90 anni, creò Spider-Man insieme a Stan Lee ed è uno dei più noti e rilevanti fumettisti degli ultimi decenni. Ditko creò Spider-Man (e quindi anche Peter Parker) nel 1961 e un anno dopo ideò anche il personaggio Doctor Strange, di recente protagonista di un film della Marvel. Negli anni successivi Ditko lasciò la casa editrice Marvel in seguito a divergenze mai chiarite con Lee. Tornò nel 1979 e ci restò per circa un decennio. Era un tipo molto riservato e Hollywood Reporter ha scritto che era soprannominato “il J.D. Salinger dei fumetti”.
È morto il fumettista Steve Ditko, uno dei creatori di Spider-Man.
Da oggi fino al 31 dicembre è possibile fare richiesta per il Bonus asilo nido: un contributo di massimo 1000 euro per le famiglie con bambini piccoli, previsto dalla Legge di Stabilità del 2016. Il bonus è distribuito tramite l’INPS e rientra nelle politiche di sostegno alla natalità, insieme all’Assegno di Natalità e al Premio alla nascita. La particolarità di questo strumento è che l’assegnazione non è legata al reddito familiare: ne può fare richiesta chiunque abbia un bambino nato o adottato dopo il 1 gennaio 2016, purché rispetti una serie di requisiti. Il bonus infatti può essere richiesto dai genitori di bambini che frequentano asili nido pubblici o privati e per riceverlo occorre provare il pagamento della retta: si ricevono fino a 1000 euro (il contributo non può eccedere il costo della rata) in undici rate da 91 euro. Possono richiedere il bonus anche genitori di bambini con meno di tre anni che ricevono assistenza domiciliare per gravi malattie: in questo caso serve un certificato medico e si ricevono i 1000 euro in un solo pagamento. I bambini per cui si fa richiesta devono essere residenti in Italia e possedere la cittadinanza italiana o europea comunitaria, il permesso di soggiorno o essere soggetti a protezione internazionale data dallo status di rifugiato.
Cos’è e come funziona il “Bonus asilo nido”. È un contributo di 1000 euro per le famiglie con bambini piccoli e verrà erogato fino all'esaurimento del budget stanziato.
Sul Corriere della Sera di domenica 24 novembre, Sergio Rizzo parla dei tentativi falliti di abolizione del Pubblico registro automobilistico (PRA) e della “tassa occulta” da circa 200 milioni l’anno che gli italiani pagano per finanziare “un carrozzone chiamato Automobile club d’Italia.” L’ACI, scrive Rizzo, è “una struttura elefantiaca” che controlla numerose società e ha bilanci in pessima salute, in cui spiccano però le alte retribuzioni dei suoi dirigenti. Anche se pochi ormai se la ricordano, quella storia Pier Luigi Bersani certo non l’ha dimenticata. Non fosse altro perché è una delle sconfitte più brucianti che da ministro delle liberalizzazioni abbia dovuto subire ad opera di una lobby. Due volte ha provato ad abolire il Pubblico registro automobilistico, e due volte è stato respinto con perdite. La prima, nel 2000; la seconda, sette anni più tardi. Poco importava che i cittadini italiani avrebbero potuto risparmiare un bel po’ di quattrini su ogni passaggio di proprietà, e che dal 1992 il Pra fosse un inutile doppione degli elenchi della Motorizzazione civile. Prima di Bersani, anche i sostenitori di un referendum promosso nel 1995 da un comitato presieduto dall’ex direttore del Sole24ore Gianni Locatelli e composto da una serie di associazioni e dalla rivista Quattroruote si erano dovuti arrendere. Le firme vennero raccolte in abbondanza, ma la Corte costituzionale dichiarò il quesito inammissibile. Tanto è misteriosamente potente, la lobby del Pra, da essere sfuggita alle grinfie della spending review, risultando appena sfiorata dal decreto semplificazioni: gli automobilisti non dovranno più comunicare le perdite di possesso e i cambi di residenza, che saranno acquisiti d’ufficio. Troppa grazia…
I conti dell’ACI. Sergio Rizzo spiega sul Corriere che l'Automobile Club d'Italia è "una struttura elefantiaca" che controlla numerose società e che ha bilanci in pessima salute.
Andrea Cecconi, uno dei cosiddetti candidati “impresentabili” del Movimento 5 Stelle che si erano impegnati a dimettersi dal Parlamento in caso di elezione, ha detto al Corriere della Sera che non intende farlo. Un mese fa Cecconi era stato uno dei primi parlamentari del M5S scoperti a truccare i documenti sulla restituzione di parte del suo stipendio, come imposto dal suo partito. Cecconi però in quel momento era già nelle liste elettorali, candidato nell’uninominale a Pesaro e in un collegio proporzionale nelle Marche, e non poteva essere rimosso. L’8 febbraio aveva annunciato su Facebook che in caso di elezione avrebbe rinunciato all’incarico, facendo subentrare un altro candidato del Movimento al suo posto. «Noi del MoVimento siamo così. Se facciamo una cazzata togliamo il disturbo e vanno avanti gli altri», scriveva Cecconi, che aveva messo per iscritto il suo impegno in un documento. Commentando la sua promessa di rinunciare all’incarico, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio aveva detto di sentirsi «orgoglioso» di lui.
Uno dei candidati “impresentabili” del M5S dice che il suo impegno a dimettersi è «carta igienica». Andrea Cecconi è stato uno dei primi scoperti a barare sulla restituzione di parte del suo stipendio, ma ora dice che resterà alla Camera.
Vent’anni fa, il 16 ottobre 1998, uscì l’unico disco di una band americana fino ad allora sconosciuta ed estinta poco dopo che si chiamava “New Radicals”: il disco era intitolato Maybe you’ve been brainwashed too (“Forse hanno fatto anche a voi il lavaggio del cervello”) e in meno di un anno vendette un milione di copie negli Stati Uniti e fece con altrettanti successi il giro del mondo in particolare con il singolo “You get what you give”. Quel disco è memorabile e merita di essere celebrato per i suoi successi di allora, per l’anomala ed effimera storia della band – non catalogabile come “one hit wonder“, per la carriera del suo leader – e per la qualità non datata delle sue composizioni pop-rock. Gregg Alexander, che allora aveva 28 anni, aveva fatto due dischi da solo senza che se ne accorgessero in molti: era figlio di Testimoni di Geova del Michigan, aveva imparato a suonare molti strumenti da bambino, aveva suonato per strada. Nel 1998 mise su questa band, insieme a Danielle Brisebois – ex attrice bambina, musicista eclettica anche lei, sua collaboratrice prima di allora e ancora oggi – e a un po’ di musicisti arruolati per registrare il disco e riprovarci – dopo aver mandato la cassetta demo a un grosso produttore – non con grandi aspettative. Il disco fece il botto in mezzo mondo, appunto, a forza del suo singolo (“vorrei averlo scritto io”, disse a un certo punto The Edge degli U2) e di una gragnuola di canzoni pop appiccicosissime, ma con un buon carico di chitarre e arrangiamenti rock.
Vent’anni di un gran disco pop, e una storia. Il 16 ottobre 1998 uscì l'unico disco dei New Radicals, fece meritatamente il botto in mezzo mondo, e il loro fondatore si spaventò e chiuse la baracca.
In un commento in prima pagina sul Corriere della Sera, l’ex direttore del quotidiano Paolo Mieli fa un po’ di considerazioni su alcuni numeri circolati rispetto alle possibilità elettorali di una coalizione che aggreghi a sinistra i movimenti vecchi e nuovi che sono fuori dal Partito Democratico (o “contro” l’attuale PD): prendendo in considerazione anche situazioni simili nella storia politica italiana. A conclusione del vivace incontro dell’associazione «Libertà e Giustizia» tenutosi ieri al teatro Brancaccio di Roma, qualcosa ci dice che la prospettata costruzione di un unico movimento alternativo al Pd renziano (un Pd considerato ormai dal loro leader Tomaso Montanari «parte della destra») si va facendo più incerta. Aspettiamo il primo luglio quando si riuniranno i seguaci di Giuliano Pisapia, ma già fin d’ora c’è qualcosa che non quadra. Del resto nei giorni scorsi Montanari, aveva rimproverato a Pisapia una presunta predilezione per Blair rispetto a Corbyn, la proposta di Giorgio Gori a governatore della Lombardia (circostanze negate dall’ex sindaco di Milano), ma soprattutto l’innegabile posizione da lui assunta al momento del voto dello scorso 4 dicembre: «Non sono sicuro che chi ha sostenuto il Sì al referendum sia la persona giusta» per guidare la grande coalizione civica di sinistra, ha detto lo storico dell’arte. Dopo l’assemblea del Brancaccio, si conferma l’impressione che il giudizio sul 4 dicembre sia dirimente per la scelta del leader del futuro raggruppamento che dovrebbe far concorrenza al Pd. Anche se, ad essere lineari, per paradosso Silvio Berlusconi — che al referendum votò No, assieme all’intera destra — dovrebbe avere più titoli non solo di Pisapia ma perfino di Enrico Letta e di Romano Prodi i quali, come è noto, si pronunciarono per il Sì.
La sinistra antirenziana si fa troppe illusioni? secondo Paolo Mieli alcune ipotesi di risultati elettorali dei vari gruppi fuori dal PD sono esagerate, a ben guardare.
Con le dimissioni di Matteo Renzi da segretario del Partito Democratico – annunciate il 5 marzo e formalizzate ieri – inizierà presto il congresso con cui gli iscritti e gli elettori del partito sceglieranno il loro nuovo gruppo dirigente, compreso il nuovo o la nuova leader. Il Partito Democratico – l’unico in Italia (e tra i pochi in Europa) la cui leadership sia contendibile attraverso il voto dei non iscritti, e uno dei pochi che ne permette la scelta agli iscritti – prevede una lunga procedura per arrivare a questa scelta, che è stata utilizzata quattro volte dalla fondazione del partito. Le regole con cui tenere il congresso sono scritte nello statuto, ma ogni volta l’assemblea nazionale del partito – l’organo che comprende tutti i delegati eletti con le precedenti primarie – emana un regolamento più preciso che indica anche le scadenze temporali del processo (qui potete leggere quello dello scorso congresso) e quindi stabilisce per esempio quando si terranno le primarie. Anche per questo motivo lunedì prossimo la direzione nazionale del partito si riunirà per convocare l’assemblea nazionale: il primo passo formale verso l’inizio del nuovo congresso.
Come si fa il segretario del PD. Cosa succederà esattamente – dopo le dimissioni di Matteo Renzi – all'unico partito italiano che permette a tutti gli elettori di scegliere il suo leader.
Oggi a Cannes è stato il turno di “The Tree of Life”, di Terrence Malick; alla proiezione del mattino il film ha ricevuto sia fischi che applausi convinti. Brad Pitt, arrivato per la conferenza stampa, soltanto applausi, pare. In concorso è stato presentato anche “L’Apollonide” scritto e diretto da Bertrand Bonello, che racconta le vite di alcune prostitute di un bordello parigino fin-de-siècle. Per la sezione Un Certain Regard è stato presentato il film cileno “Bonsai”, del regista Cristiàn Jiménez, una storia d’amore molto letteraria tra due studenti universitari. Per la selezione Cannes Classics, invece, è stato proiettato il film “The Look” di Angelina Maccarone, un documentario in cui l’attrice Charlotte Rampling, con la collaborazione e la compagnia di Peter Lindbergh e Paul Auster, racconta la sua vita in nove capitoli. Nelle foto anche Michel Gondry, che oggi ha presentato il suo progetto “Usine des films amateurs” insieme all’attore francese Jamel Debbouze..single-post-new article figure.split-gal-el .photo-container .arrow::after{content:' FOTO'} #gallery-5{margin:auto}#gallery-5 .gallery-item{float:left;margin-top:10px;text-align:center;width:20%}#gallery-5 img{border:2px solid #cfcfcf}#gallery-5 .gallery-caption{margin-left:0} Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Il lunedì di Cannes. Facce di divi e di Brad Pitt.
Amazon riprenderà a vendere Chromecast e Apple TV, i due dispositivi rispettivamente di Google e di Apple da collegare al televisore per vedere contenuti in streaming. La società aveva rimosso i due prodotti un paio di anni fa dal suo sterminato catalogo, con lo scopo di favorire le vendite di Fire TV e Fire TV Stick, i suoi dispositivi per la televisione. La scelta era stata criticata da molti, compresi Google e Apple che ritenevano di ricevere una disparità di trattamento. A inizio dicembre, Google aveva annunciato che avrebbe bloccato YouTube su Fire TV, contestando le scelte commerciali di Amazon e la mancanza di un’applicazione per Chromecast per vedere facilmente film e serie tv di Amazon Prime Video. Il ritorno di Chromecast su Amazon è visto come una prima apertura che potrebbe portare Google a rivedere la sua scelta per quanto riguarda YouTube. Le due aziende sono comunque in diretta concorrenza per diversi prodotti, a cominciare da quelli per la casa come Echo di Amazon e Home di Google.
Amazon riprenderà a vendere Chromecast e Apple TV.
Lo Huffington Post ha pubblicato lo statuto fondativo del Movimento 5 Stelle: non il “non-statuto” ma proprio l’atto costitutivo legale del movimento, registrato lo scorso dicembre e definito un “passaggio necessario per poter presentare liste alle elezioni”. Dal documento emerge che Beppe Grillo è il presidente del movimento e suo nipote Enrico ne è vicepresidente e socio fondatore. Il segretario è il commercialista Enrico Maria Nadasi. Dagli atti emerge anche che Beppe Grillo è il titolare del simbolo del partito. Alcune pagine dello statuto, fornite da Huffington Post:
Lo statuto del Movimento 5 Stelle. L'atto fondativo del movimento, diffuso da Huffington Post: Beppe Grillo è presidente, suo nipote è vicepresidente.
Il lander Philae dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), atterrato lo scorso novembre sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (67P/C–G), si è risvegliato dopo che era entrato in “ibernazione” a seguito dell’atterraggio sulla cometa, avvenuto il 12 novembre 2014. Il lander aveva esaurito la sua batteria a causa della scarsa esposizione solare che non gli permetteva di ottenere abbastanza luce da ricaricare le sue batterie. L’ESA ha fatto sapere che Philae ha contattato il centro operativo dell’agenzia spaziale tedesca a Darmstadt, in Germania, alle ore 22.28 di sabato 13 giugno. In tutto è rimasto in contatto con il centro per 85 secondi. Francesco Topputo del Politecnico di Milano, uno dei ricercatori che si occupano di alcuni sistemi e strumenti di Philae, ha detto al Post che Philae «non è dove lo cercavamo» e che non è ancora chiaro in che posizione sia si trovi rispetto al suolo della cometa. Secondo l’ESA, nella memoria di Philae ci sono circa 8000 pacchetti di dati e informazioni raccolte sulla cometa. Stephan Ulamec, il responsabile delle operazioni di Philae dell’agenzia spaziale tedesca, ha detto che il lander «è pronto per eseguire alcune operazioni». David Shukman, il caporedattore scientifico di BBC, ha detto che la riattivazione di Philae è stato «uno dei momenti più sorprendenti nella storia dell’esplorazione spaziale».
Philae si è risvegliato. Lo scorso novembre è stato il primo lander nella storia ad atterrare su una cometa, ma si era spento dopo tre giorni.
Il prossimo 27 novembre uscirà al cinema Ogni maledetto Natale, che è l’ennesima commedia di Natale ma è scritta dai creatori dell’apprezzata serie tv Boris: Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo. Il film ha tra i protagonisti Alessandro Cattelan, Alessandra Mastronardi e Valerio Mastandrea e racconta il Natale di due famiglie molto diverse.La cosa particolare è che le due famiglie sono interpretate dagli stessi attori, che recitano in ruoli completamente opposti. Nel video qui sotto Valerio Mastandrea interpreta un momento che risulterà familiare a chiunque abbia passato almeno una volta il Natale in famiglia, quindi probabilmente tutti: quando si decide di giocare a un gioco complicatissimo che metà famiglia non conosce, e quindi l’altra metà lo spiega dando molte cose per scontate. In questo caso si parla del famosissimo Spurchiafiletto.
Una scena di “Ogni maledetto Natale”. Valerio Mastandrea spiega le regole del famosissimo Spurchiafiletto (ehm) nel film di Natale scritto dagli autori di Boris.
Shining è un famoso romanzo pubblicato da Stephen King nel 1977 (“The shining”, nell’originale) e da cui nel 1980 il regista Stanley Kubrick trasse l’ancora più famoso film con lo stesso titolo. Libro e film raccontano la storia di Jack Torrance, un insegnante e scrittore al quale viene offerto di fare da guardiano invernale a un hotel senza ospiti né dipendenti. Torrance accetta e si reca nell’hotel con la moglie Wendy e il figlio Danny. Nell’hotel sembrano però svolgersi fenomeni paranormali (chiaramente percepiti da Danny) e dopo alcuni giorni dal suo arrivo Jack impazzisce e tenta di uccidere moglie e figlio in un crescendo di paura e misteri. Il film divenne subito popolarissimo e famosissimo, insieme ad alcune sue leggendarie scene e battute, e all’albergo che ne è protagonista. Nel film e nel libro l’edificio immaginario a cui Jack Torrance deve fare da guardiano si chiama Overlook Hotel e si trova sulle Montagne rocciose del Colorado, negli Stati Uniti. In passato King ha raccontato che nel descrivere l’Overlook Hotel si è però ispirato allo Stanley Hotel, che visitò nel 1974 insieme a sua moglie. I dipendenti dell’hotel sostengono anche che King soggiornò nella stanza 217 (una stanza con un particolare significato nel libro, diventata nel film la 237). Lo Stanley Hotel esiste dal 1909, ha 140 camere e, così come l’Overlook Hotel, si trova in Colorado sulle Montagne Rocciose.
L’hotel “di Shining”. Si chiama Stanley Hotel, è in Colorado e ha ispirato Stephen King: adesso ha anche il labirinto del film.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 15.199 nuovi casi di contagio da coronavirus e 127 decessi. Le persone attualmente ricoverate sono 9.983 (659 in più rispetto a ieri), di cui 926 nei reparti di terapia intensiva (56 in più di ieri) e 9.057 ricoverate con sintomi (603 più di ieri). Sono stati analizzati 177.848 tamponi e testate 106.488 persone. È risultato positivo l’8,5 per cento dei tamponi di cui è stato comunicato il referto. Ieri i contagi registrati erano stati 9.338, i decessi 73. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, mercoledì 21 ottobre.
Snapchat, la popolare applicazione per inviare messaggi (“Snap”) che si cancellano da soli poco dopo essere stati ricevuti, ha aggiunto “Ricordi”, una nuova funzione che serve invece per salvare i propri Snap in un archivio privato per poterli condividere in un secondo momento, o per mostrarli a qualcuno direttamente dallo schermo del telefono. È una specie di rullino fotografico alternativo a quello dello smartphone, per organizzare i ricordi ed evitare che scompaiano dopo al massimo 24 ore come succede di solito con qualsiasi contenuto condiviso tramite l’applicazione. In pochi anni Snapchat è diventata l’emblema della cosiddetta “Internet temporanea”: per questo la nuova funzione Ricordi sta facendo molto discutere, soprattutto esperti e analisti che valutano le strategie seguite dai social network per continuare a crescere e attirare nuovi utenti. Ricordi è disponibile sia nella versione per Android sia per iOS di Snapchat, fa parte dell’aggiornamento più recente dell’applicazione e sarà attivato per tutti gli iscritti al servizio nel corso delle prossime settimane. Si aggiunge alle altre sezioni già disponibili all’interno dell’app e offre un sistema alternativo per salvare gli Snap e le Storie (gli insiemi di Snap) in un archivio interno, rispetto al salvataggio nel rullino dello smartphone come è stato finora. I contenuti salvati in Ricordi sono mostrati in ordine cronologico inverso, quindi dal più recente, in rettangoli che mostrano l’anteprima del vecchio Snap o della vecchia Storia, una serie di filtri permette di isolare meglio i vari contenuti.
La nuova funzione Ricordi di Snapchat. Il social network delle cose temporanee ha aggiunto un archivio per salvare per sempre Snap e Storie: come funziona.
Per chi è qui in cerca di nuove cose da guardare questo weekend la scelta principale è tra una nuova serie come Hollywood (dello stesso autore di Glee) o il dedicarsi a film non nuovissimi ma certamente di qualità, come Il divo, Easy Rider o Caccia a Ottobre Rosso. Tra qualche giorno, invece, il catalogo italiano di Netflix offrirà la serie di fantascienza Snowpiercer (che per primi incuriosirà i fan dell’omonimo film di Bong Joon-ho), la serie sul jazz The Eddy (dietro alla quale c’è il regista di La La Land), la serie comica Space Force (che probabilmente sarà molto meno di fantascienza di quanto si potrebbe pensare) e la quarta stagione di SKAM Italia (per adolescenti ma non solo per loro). E poi, a sorpresa, oggi Netflix ha aggiunto nuovamente al suo catalogo Boris, una delle serie tv italiane più famose di sempre.
Le novità su Netflix a maggio. Molte nuove serie tv, uno spettacolo di Jerry Seinfeld e – a sorpresa – le tre stagioni di Boris.
Lorenzo Salvia spiega sul Corriere della Sera qual è la situazione della rete idrica italiana un anno dopo i due referendum che la riguardavano e che si tennero il 12 e 13 giugno 2011. Oltre alle incertezze normative, gli impianti avrebbero bisogno di molti investimenti e ogni Comune adotta soluzioni diverse per quanto riguarda il ruolo dei privati. Era giusto un anno fa, 13 giugno del 2011. Un po’ a sorpresa, visto che non succedeva dal 1995, il referendum sull’acqua raggiunge il quorum. Dopo una campagna elettorale partita «dal basso», che aveva spiazzato i partiti, una valanga di sì cancella due norme. La prima disegnava un percorso a tappe per far salire la partecipazione dei privati nelle società che gestiscono il servizio. La seconda, più tecnica ma altrettanto importante, diceva che alle stesse società doveva essere garantito un profitto, perché nel calcolo della bolletta bisognava tener dentro anche la remunerazione del capitale investito. Un anno dopo non è cambiato nulla.
Un anno dopo i referendum sull’acqua. "Non è cambiato nulla", spiega Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera.
Se vi è capitato di trovarvi all’estero con uno smartphone e cercare di collegarvi a internet in una piazza o in un parco, vi siete probabilmente resi conto del gran numero di reti wireless libere, cioè utilizzabili senza che sia necessario conoscere e inserire alcuna password. Allo stesso modo, avrete notato la quantità di bar, ristoranti e caffetterie che rende disponibile gratuitamente la connessione a internet ai propri clienti. Se la stessa cosa non succede in Italia, è a causa di un cavillo contenuto in una norma anti terrorismo approvata ormai cinque anni fa. Nel 2005, all’indomani degli attentati terroristici a Londra, il parlamento italiano approvò il cosiddetto decreto Pisanu: una serie di norme che avrebbero dovuto permettere alle forze dell’ordine di prevenire e individuare eventuali minacce all’Italia. Una di queste norme stabilisce che qualsiasi soggetto fornisce al pubblico un accesso a internet (una biblioteca, un internet point, un bar ma anche un privato cittadino) è obbligato a registrarsi in questura come fornitore del servizio e richiedere un documento di riconoscimento a ogni utente che accede alla rete. In sintesi: in Italia chiunque lascia una rete wireless aperta dovrebbe registrarsi in questura e richiedere un documento a chiunque accede a quella rete. La norma ha di fatto ucciso la diffusione delle connessioni wireless in Italia, sia dal punto di vista dell’offerta del servizio che da quello della sua domanda. Alle imprese non restavano che due strade: la prima, quella percorsa per esempio da McDonald’s, era offrire la connessione wireless ai propri clienti previa una lunga e articolata procedura di registrazione; la seconda, quella percorsa da privati e piccole attività commerciali, era lasciare la connessione aperta e confidare nella scarsa frequenza dei controlli.
Cosa blocca il wifi pubblico in Italia. Dal 2005, una legge impedisce la diffusione delle reti wireless aperte: ora in parlamento qualcuno sta tentando di abolirla.
Dopo il disastro con i Galaxy Note 7, gli smartphone ritirati dal mercato a inizio settimana per motivi di sicurezza con una decisione senza precedenti, Samsung ha ridotto le stime dei suoi ricavi e dei suoi guadagni. L’azienda ha rivisto le previsioni sul suo ultimo trimestre, terminato a fine settembre, stimando un utile operativo di 4,6 miliardi di dollari e non più di 6,8 miliardi. Samsung ha anche cambiato al ribasso le stime per i ricavi: 41,4 miliardi di dollari invece di 43,2. Le previsioni precedenti erano di una settimana fa ed erano quindi già più caute del solito, vista la crisi in corso con i Galaxy Note 7. Samsung confidava di avere risolto il problema con la campagna di richiamo e sostituzione dei 2,5 milioni di smartphone difettosi, che solo negli Stati Uniti avevano causato almeno 92 incidenti, ma in seguito ha scoperto che i problemi di sicurezza interessavano anche i modelli sostituivi consegnati dall’azienda. La notizia di un aeroplano evacuato a Louisville, Kentucky, a causa di un Galaxy Note 7 che si era bruciato, e la segnalazione di altri episodi in giro per gli Stati Uniti, avevano indotto Samsung a interrompere le sostituzioni e a mettere fine alla produzione dei suoi smartphone. I Galaxy Note 7 erano stati presentati ad agosto e avrebbero dovuto fare diretta concorrenza agli iPhone 7 in questi mesi, soprattutto in vista del redditizio periodo degli acquisti natalizi.
Come va Samsung dopo il disastro dei Galaxy Note 7. Quali sono i piani dell'azienda per superare il guaio degli smartphone che bruciano da soli e recuperare la fiducia dei clienti.
Pochi giorni prima delle elezioni europee del 2014 si parlava molto dell’imminente sorpasso del Movimento 5 Stelle sul Partito Democratico. Gli ultimi sondaggi pubblicati prima del periodo di divieto elettorale mostravano il partito di Beppe Grillo a pochi punti dal 30 per cento assegnato al PD di Matteo Renzi. Anche se Renzi sembrava in leggero vantaggio, tutti ricordavano le elezioni politiche dell’anno prima, quando i sondaggi avevano sopravvalutato il PD di più di cinque punti, e sottovalutato di altrettanti il M5S. Gli analisti politici pronosticavano la prossima fine del nuovo governo Renzi, insediatosi poco prima, mentre Silvio Berlusconi diceva che Forza Italia doveva prepararsi a entrare al governo per sostenere un PD ammaccato dal sorpasso dei grillini. La sera del 25 maggio il conteggiò dei voti reali lasciò gran parte degli osservatori senza parole. Il PD aveva ottenuto oltre il 40 per cento dei voti e il Movimento 5 Stelle poco più della metà: un errore di quasi il 10 per cento nei sondaggi, ripetuto da più di una decina di società demoscopiche diverse. Uno dei più gravi abbagli della storia recente dei sondaggi politici. Per settimane e mesi la campagna elettorale era ruotata intorno a un fenomeno che, in realtà, non esisteva: il sorpasso del Movimento 5 Stelle sul Partito Democratico. E tutto a causa di sondaggi clamorosamente sbagliati. Oggi, a poche settimane dalle prossime elezioni politiche, molti si chiedono se questa volta i sondaggi potranno essere presi più seriamente. La risposta a questa domanda, però, non è affatto semplice.
Come si fanno i sondaggi politici. E possiamo fidarci, dopo gli errori degli ultimi anni? Sapere come funzionano è un buon modo per imparare a leggerli.
Il campus per ragazzi dai 10 ai 14 anni “Guardare il mondo”, nato alla Scuola di scrittura Belleville nel 2019, torna dal 28 giugno per una nuova edizione in presenza, negli spazi attrezzati e all’aperto della Casa degli artisti (in via Tommaso Cazzaniga, angolo corso Garibaldi 89/A, a Milano). Per giocare, condividere, crescere grazie alla scrittura intesa come scoperta e relazione. Il docente Enrico Ernst presenterà il campus lunedì 14 giugno dalle 19 alle 20 in una lezione aperta in diretta streaming su Zoom. Nel giardino delle parole di Enrico Ernst “Guardare il mondo” – di cui sono docente – è dedicato alla narrazione, alla sperimentazione, alle scorribande della parola fra realtà e immaginazione. Il campus non è istruzione frontale, nozionistica, basata sul giudizio e sulla valutazione: è un incontro, un invito ad avventurarsi insieme nei territori della letteratura, della storia, dell’attualità, per lasciarsene ispirare e trasformare l’esperienza in racconti, poesie, lettere, canzoni e altro ancora.
La scrittura come gioco ed esplorazione. Guardare il mondo, il campus all’aperto per ragazzi della Scuola Belleville.
È morta Marisa Amato, la donna rimasta tetraplegica dopo essere stata calpestata dalla folla in piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017, nella ressa durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. La donna, che aveva 65 anni, era ricoverata da alcuni giorni nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Cto di Torino, in seguito a un peggioramento delle sue condizioni. Amato è la seconda persona morta in seguito ai fatti del 3 giugno 2017, dopo Erika Pioltelli. Nelle indagini seguite ai disordini di quella sera erano stati arrestati i membri di una banda di rapinatori, accusati di aver usato dello spray al peperoncino per provocare il panico tra la folla e provare a rapinare una o più persone.
È morta la donna rimasta tetraplegica dopo essere stata ferita in piazza San Carlo a Torino.
Esce oggi in Italia La vita di Adele (La vie d’Adèle nella versione originale), il film del regista Abdellatif Kechiche che ha vinto la Palma d’oro a Cannes all’ultima edizione del Festival. Il film è tratto dal graphic novel francese di Julie Maroh Il blu è un colore caldo (la cui protagonista si chiama Clémentine), pubblicato per la prima volta nel 2010 da Glenat. In Italia è edito da Rizzoli Lizard, ed è uscito il 16 ottobre. La traduzione italiana è di Federica Zicchiero. Il Post ne pubblica la prima parte in cinque puntate: quella di oggi è la terza. Trovate la prima qui e la seconda qui. Più sotto il trailer del film.
Il blu è un colore caldo, terza puntata. Altre 12 tavole dal bellissimo graphic novel da cui è tratto il film "Vita di Adele", che esce oggi.
La seconda prova scritta della maturità per i licei classici di quest’anno è una traduzione, dal greco, di un testo di Luciano di Samosata, nato intorno al 120 dopo Cristo in un antico paese nei pressi dell’odierna Samsa, nel sud della Turchia. La versione dal greco di Luciano per il liceo classico è tratta dal saggio “Περὶ τοῦ μὴ ῥᾳδίως πιστεύειν Διαβολῇ” (“Del non credere facilmente alla calunnia”), e ha un titolo orientativo deciso dal ministero dell’Istruzione: “L’ignoranza acceca gli uomini”.
La traduzione di Luciano, la versione dal greco della maturità. Il testo è "L'ignoranza acceca gli uomini" ed è tratto dal saggio "Del non credere facilmente alla calunnia" dello scrittore greco.
Instagram, il più popolare social network per condividere fotografie, oggi ha iniziato a testare in vari paesi Direct, una nuova app di messaggistica che prende il posto della funzione per mandare messaggi privati interna all’app principale. Direct sarà disponibile per dispositivi Android e iOS anche in Italia, oltre che in Cile, Israele, Portogallo e Turchia. Una volta installata funzionerà esattamente come la sezione dei messaggi diretti su Instagram, quindi si potranno mandare messaggi di testo, foto, video o storie che scompaiono dopo la visualizzazione ai propri amici di Instagram.
Instagram sta testando una nuova app di messaggistica. In alcuni paesi, tra cui l'Italia, la funzione dei messaggi diretti diventa un'app autonoma: "Direct".
Da quando il presidente Napolitano ha annunciato, prima in maniera implicita, poi esplicitamente e in maniera formale, di voler affidare a Mario Monti la creazione di un nuovo governo, sono iniziate a circolare molte voci sulla carriera e gli incarichi assunti negli anni dall’economista. I detrattori accusano Monti di far parte di grandi banche di investimenti come Goldman Sachs e di essere parte attiva in alcune associazioni – specialmente il gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale. Queste organizzazioni vengono spesso accusate di essere al lavoro per costruire una grande cospirazione, un “nuovo ordine mondiale”, per favorire banche, multinazionali, i-poteri-forti e le grandi potenze mondiali. Allora abbiamo messo insieme le cose che si sanno su queste organizzazioni e sul ruolo del potenziale futuro presidente del Consiglio al loro interno. Gruppo Bilderberg È un gruppo che si riunisce una volta all’anno e i cui incontri riservati furono organizzati per la prima volta a fine maggio del 1954 presso l’Hotel de Bilderberg (Oosterbeek, Paesi Bassi), luogo che diede anche il nome all’iniziativa. L’associazione nacque con lo scopo di contrastare l’antiamericanismo nell’Europa occidentale e per incentivare maggiore collaborazione tra Stati Uniti e paesi europei sia sul fronte politico che su quello finanziario. Il gruppo organizza di norma una sola riunione all’anno cui sono invitati meno di 150 partecipanti, solitamente personaggi influenti dal mondo delle imprese, della finanza, delle università e della politica. Gli incontri durano pochi giorni e sono preclusi ai giornalisti, che non possono nemmeno avvicinarsi alle aree in cui si tiene il summit. La zona degli incontri è sorvegliata di solito da società di sicurezza private, a volte con il sostegno delle forze dell’ordine. Chi si avvicina o prova a ottenere informazioni viene rapidamente allontanato (quest’anno Mario Borghezio della Lega Nord fu arrestato dalla polizia e successivamente bandito dal Cantone dei Grigioni per tutta la durata del summit).
Monti, i Bilderberg e la Trilaterale. Siamo andati a vedere cosa c'è di concreto nelle voci cospirazioniste sul futuro presidente del Consiglio.
Lunedì la multinazionale tedesca Bosch ha annunciato che chiuderà il suo servizio di sharing di scooter elettrici Coup, finora disponibile a Berlino, Tubinga, Parigi e Madrid. Nelle due città tedesche il servizio sarà interrotto a metà dicembre, a Parigi e a Madrid poco dopo. L’azienda ha spiegato che il settore dello scooter sharing non era economicamente fattibile a lungo termine «dato che il mercato dello sharing è estremamente competitivo e i costi del servizio sono alti». Bosch ha anche detto che aiuterà i 120 dipendenti di Coup a trovare un nuovo lavoro.
Bosch chiuderà il suo servizio di sharing di scooter elettrici Coup, disponibile in quattro città europee.
In Italia non esiste un’espressione analoga all’inglese seafood, che indica tutte quelle cose che vivono nel mare e che mangiamo: pesci, principalmente, ma anche molluschi e crostacei, che noi chiamiamo solitamente frutti di mare. Eppure il pesce – inteso come tonni e come triglie, ma anche come cozze e gamberi – è un elemento fondamentale della tradizione gastronomica italiana, soprattutto, ovviamente, delle regioni bagnate dal mare. Ma proprio come i mari e gli oceani sono ancora per molti versi ambienti sconosciuti all’uomo, è piuttosto diffusa una certa confusione sul pesce che mangiamo: da dove arriva? quanto passa dalla sua cattura al suo arrivo in tavola? è pescato o allevato? è un prodotto sostenibile? Come per tutte le cose che riguardano il cibo, sapere e vedere come arrivano nei nostri piatti i prodotti che mangiamo regolarmente è importante per essere dei consumatori più consapevoli e attenti, e magari per cambiare certe abitudini che scopriamo essere migliorabili, per noi e soprattutto per il pianeta.
Guida al pesce che mangiamo. Dritte e spiegazioni sui metodi di pesca e gli allevamenti, congelati e freschi, e sulle specie intorno alle quali c'è ancora un po' di confusione.
Se vuoi capire come se la cava il clima, dai uno sguardo a che cosa combinano le farfalle Monarca (Danaus plexippus). Alle prime avvisaglie della stagione fredda, questi insetti che popolano il Canada e gli Stati Uniti migrano verso il caldo, volando per circa cinquemila chilometri. Il loro viaggio termina solitamente in una grande foresta a ovest di Città del Messico. Di notte trovano rifugio tra le fronde degli alberi, mentre di giorno milioni di farfalle volano trasformando l’azzurro del cielo in un colore caldo e ambrato, spiegano sull’Economist. Questa meraviglia naturale deve affrontare due pericoli. Nelle zone a nord in cui si nutrono e si riproducono le farfalle, gli imprevedibili cambiamenti atmosferici stanno minacciando la loro sopravvivenza. L’estate fredda in Canada e negli Stati Uniti del 2009 ha fatto sì che nell’inverno seguente ci fossero meno farfalle in Messico rispetto a tutti gli altri anni a partire dal 1994, quando sono stati realizzati i primi censimenti. La deforestazione nell’area del Messico in cui le farfalle stabiliscono la loro base, avvenuta illegalmente, ha reso ulteriormente più complicato il loro soggiorno invernale.
La migrazione delle farfalle in Messico. Con la stagione fredda, a milioni volano dal Nordamerica verso le calde foreste messicane.
È uscito per Feltrinelli La felicità in America, il nuovo libro di Enrico Deaglio, giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Il libro rappresenta una specie di viaggio sentimentale alla scoperta dell’America attraverso storie importanti o sconosciute che Deaglio ha raccolto in trent’anni di frequentazione assidua degli Stati Uniti. ***
I cani di San Francisco. Le carceri della California, Abu Ghraib e altre storie dal libro di Enrico Deaglio La felicità in America.
In un articolo scritto per il New Yorker il critico di cinema Richard Brody ha scritto che gli Oscar – che verranno assegnati nella notte italiana tra domenica e lunedì – sono soprattutto “un piacere sociologico” perché rappresentano «un idealizzato auto-ritratto di Hollywood, in cui il successo commerciale serve ma non è sufficiente». Secondo Brody gli Oscar mostrano quello che Hollywood vorrebbe essere e non sempre è: spiega che Hollywood vive dei grandi blockbuster ma che, almeno agli Oscar, gli piace spesso dimenticarsene. In realtà, soprattutto negli ultimi anni, vincere l’Oscar per il Miglior film aiuta un film a farsi vedere e a fare soldi. A volte va benissimo, altre volte invece no. Abbiamo preso i film che hanno vinto l’Oscar per il Miglior film negli ultimi 25 anni e li abbiamo messi in ordine in base a quanto hanno incassato nel mondo. Ci sono dei casi in cui l’Oscar è andato di pari passo con incassi altissimi (Titanic e Il gladiatore per esempio) e altri in cui non è successo. The Hurt Locker – miglior film del 2010 – ha incassato in tutto il mondo una cinquantina di milioni di euro: circa 15 meno di quelli che negli ultimi due mesi Quo vado? ha incassato solo in Italia, per capirci.
I film da Oscar che hanno incassato di più. Negli ultimi 25 anni, almeno: ce ne sono due che hanno incassato più di un miliardo e uno che ha incassato meno di "Quo vado?".
Una scossa di terremoto di magnitudo 4.1 — seguita da altre meno forti — è stata registrata alle 2 di notte tra sabato e domenica nella zona del Centro Italia compresa tra Norcia, in provincia di Perugia, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Nei luoghi più colpiti dai terremoti del 2016 e del 2017 gli abitanti sono scesi per strada, ma non ci sono stati danni a persone o edifici. Negli ultimi tre mesi si sono verificate numerose piccole scosse in quella zona di Centro Italia, molte delle quali però non percepite dalla popolazione. [DATI #RIVISTI] #terremoto ML 4.1 ore 02:02 IT del 01-09-2019 a 4 km E Norcia (PG) Prof=8Km #INGV_22984881 https://t.co/KO8OTuGiih
Nella notte c’è stata una scossa di terremoto di magnitudo 4.1 nel Centro Italia.
A oltre 6,4 miliardi di chilometri da noi, la sonda spaziale della NASA New Horizons ha compiuto con successo un passaggio ravvicinato a Ultima Thule, un oggetto spaziale che potrebbe aiutarci a capire meglio come si formò il nostro Sistema Solare miliardi di anni fa. È la prima volta che una sonda spaziale sorvola un corpo celeste così distante dalla Terra e che si trova nella fascia di Kuiper, un’area del sistema solare oltre l’orbita del pianeta Nettuno densa di oggetti congelati e sui quali sappiamo ancora poche cose. New Horizons è in viaggio attraverso il sistema solare da molto tempo: lanciata nel 2006, finora si era fatta notare soprattutto per il suo passaggio ravvicinato al pianeta nano Plutone nel 2015, la prima sonda ad averlo mai raggiunto, rivelandoci più nel dettaglio il suo aspetto e la sua composizione. Da allora New Horizons ha continuato ad accelerare attraverso il Sistema Solare con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile a Ultima Thule, un oggetto spaziale relativamente piccolo con un’estensione massima di 30 chilometri.
L’oggetto spaziale più distante mai visitato. La sonda spaziale New Horizons ha sorvolato Ultima Thule, un corpo celeste a 6,4 miliardi di chilometri da noi, per aiutarci a scoprire nuove cose sul Sistema Solare.
La prossima settimana i rappresentanti delle autorità antitrust nell’Unione Europea si riuniranno a Bruxelles, per essere aggiornati sulle indagini condotte dalla Commissione Europea su Google, accusata di sfruttare Android per diffondere i propri servizi a scapito di quelli della concorrenza. La riunione si sarebbe dovuta tenere questa settimana, ma è stata rinviata al prossimo 17 luglio senza fornire ulteriori spiegazioni. Un motivo potrebbe essere l’imminente visita in Europa del presidente statunitense Donald Trump, che parteciperà anche a un incontro della NATO a Bruxelles. La Commissione Europea è stata accusata in passato di avere inflitto pesanti multe a Google per provare a penalizzare le grandi aziende statunitensi di Internet. Google ha ricevuto l’anno scorso una multa da 2,4 miliardi di euro per avere dato più rilevanza e avere favorito il suo servizio per lo shopping rispetto a quelli della concorrenza, nelle pagine dei risultati del motore di ricerca. Le indagini su Android potrebbero portare a nuove pesanti multe per l’azienda.
Google rischia a breve una nuova pesante multa dalla Commissione Europea, questa volta per Android.
La casa di moda francese Hermès ha annunciato mercoledì di avere ottenuto ottimi risultati economici nel 2016, e di aver cominciato il 2017 altrettanto bene. Il capo di Hermès Axel Dumas ha detto che i profitti netti della società sono cresciuti del 13 per cento nell’anno scorso, raggiungendo 1,1 miliardi di euro. Le vendite sono aumentate del 7,5 per cento, arrivando a 5,2 miliardi, e il margine operativo lordo della società – cioè il reddito senza considerare interessi, imposte e ammortamenti – ha raggiunto il massimo storico del 32,6 per cento sulle vendite, contro il 31,8 per cento del 2015. I dividendi di Hermès, cioè le porzioni degli utili che vanno agli azionisti, sono aumentati del 12 per cento. Dumas ha detto che il 2016 è andato meglio delle aspettative e che l’inizio del 2017 ha confermato questo andamento, ma ha aggiunto che «rimaniamo cauti, per via dell’ambiente incerto». Ha comunque confermato che nel medio termine la società punta a mantenere la crescita degli utili a livelli costanti. I numeri di Hermès confermano il buon momento delle case di moda, arrivato dopo un periodo di minori vendite. Molti analisti, spiega Reuters, prevedono che la situazione migliorerà ulteriormente nel 2017, per via di un nuovo aumento della richiesta di prodotti di moda in Cina, dei tagli alle tasse che potrebbe decidere l’amministrazione Trump e per la ripresa del mercato in Medio Oriente, dovuta a una maggiore stabilità del prezzo del petrolio.
Hermès va molto bene. La casa di moda francese ha annunciato gli ottimi risultati del 2016, dovuti soprattutto alle vendite delle sue borse e al buon momento di tutto il settore.
Il multitasking, la possibilità di fare molte cose assieme, è diventato di recente il capro espiatorio di ogni problema di internet e del nostro rapporto con le nuove tecnologie. Assodato che ci ha cambiato abbastanza la vita, siamo passati a indagare se ci stesse cambiando anche il cervello e abbiamo poi scoperto che non è nemmeno efficace quanto pensavamo, e che invece di farci fare le cose prima ci fa fare le cose male. Leader e portavoce della battaglia contro il multitasking (e contro altri tratti delle nostre nuove vite tecnologiche) è diventato Nicholas Carr, autore del famoso articolo “Google ci rende stupidi?” e del più recente libro “The shallows“, nonché di molti articoli critici sulla rete e sull’uso che ne facciamo. Carr ha fatto fare al revisionismo contro l’esaltazione di internet dei passi da gigante in poco tempo, e quelli che sono stati a lungo luoghi comuni sui suoi pregi assoluti, stanno ultimamente diventando luoghi comuni sui suoi difetti, in un’altalena di conformismi tipica di molti dibattiti. Così, è interessante il tentativo di ricostruire degli argomenti a favore del vituperato multitasking da parte di David Silverman, imprenditore, scrittore ed esperto di business che scrive sul sito della Harvard Business Review. La settimana scorsa Silverman ha scritto un post intitolato “In difesa del multitasking” strutturato in quattro punti e quattro elementi difensivi.
Quattro ragioni in difesa del multitasking. Sul sito della Harvard Business Review, comincia la rimonta dei favorevoli a fare più cose insieme.
Nella prima fase della pandemia, pur non ricevendo moltissima attenzione mediatica, le Marche erano una delle prime regioni, dopo la Lombardia, per rapporto tra numero di abitanti e numero di persone ricoverate in terapia intensiva. Un grafico messo insieme dall’ISPI mostra per esempio che ancora il 6 aprile la regione più vicina al limite di saturazione dei posti era la Lombardia (93 per cento), seguita dalla Liguria (89 per cento) e poi proprio dalle Marche (83 per cento). Nei giorni precedenti la percentuale era stata anche più alta.
Come va nelle Marche. Pur essendo meno seguite dai media sono una delle regioni con il sistema sanitario in maggior sofferenza, tanto da aver deciso di costruire un ospedale temporaneo: ma ora le cose stanno migliorando.
A Venezia, la coppia di oggi sono loro: Javier Bardem e Penelope Cruz, marito e moglie dal 2010, qui insieme per la presentazione di Loving Pablo, diretto da Fernando León de Aranoa. Il film è fuori concorso ed è ispirato al libro Loving Pablo, Hating Escobar della giornalista colombiana Virginia Vallejo. Racconta del famosissimo narcotrafficante Pablo Escobar che negli ultimi tempi ha ispirato molti registi e sceneggiatori, primi tra gli altri quelli della serie di Netflix Narcos. Bardem – che ha recitato anche in Mother!, presentato ieri e in concorso – interpreta Escobar, mentre Cruz ricopre il ruolo di Virginia Vallejo con la quale Escobar ebbe una lunga relazione prima che lei venisse portata negli Stati Uniti (dove le è stato riconosciuto l’asilo politico) dagli agenti della DEA, l’agenzia antidroga, e diventasse collaboratrice di giustizia. I film in concorso presentati oggi sono due: Sweet Country di Warwick Thornton è un western ambientato in Australia nel 1929 e racconta la storia di un guardiano di bestiame aborigeno che reagisce all’aggressione di un proprietario terriero bianco, e senza volere lo uccide. Sam Neill fa parte del cast ed è tra quelli fotografati oggi per la presentazione. Per Ammore e malavita c’erano invece Claudia Gerini e Carlo Buccirosso: la commedia rientra tra i film italiani in concorso ed è diretta dalla coppia di registi Manetti Bros (cioè i fratelli Marco e Antonio Manetti). È ambientato a Napoli: un sicario di nome Ciro riceve l’incarico di uccidere Fatima, una giovane infermiera che una sera aveva visto qualcosa che non doveva.
Javier Bardem e Penelope Cruz a Venezia. Insieme per la prima di "Loving Pablo", un film fuori concorso su Pablo Escobar.
Insects Unlocked è un progetto dell’Università del Texas iniziato nel 2015 per realizzare un archivio fotografico di immagini di insetti che sono catalogate da studenti e volontari. Tra le persone che hanno collaborato alla realizzazione dell’archivio c’è Alejandro Santillana, che ha fotografato i vari tipi di api presenti nella raccolta qui sotto: le foto sono prive di copyright, e accessibili a tutti dalla pagina Flickr del progetto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Api viste MOLTO da vicino. Le foto fanno parte di un progetto dell'Università del Texas che raccoglie e cataloga immagini di insetti.
Fratelli d’Italia ha annunciato che, se vincerà le elezioni con il centrodestra e andrà al governo, provvederà alla sostituzione dei direttori dei musei nazionali italiani. L’annuncio è stato diffuso in seguito a una polemica con il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, accusato di essere “razzista nei confronti degli italiani”. La vicenda ha fatto molto discutere anche perché, nel caso di Greco, non spetterebbe al governo decidere la nomina. L’annuncio è arrivato ad alcuni giorni di distanza da un acceso confronto tra la leader di FdI, Giorgia Meloni, e Greco. Il video del loro incontro davanti alla sede del Museo Egizio è stato molto condiviso sui social network, dove Greco ha ricevuto lodi e apprezzamenti per la pacatezza con cui ha risposto alle accuse di Meloni, spiegandole come funzionano il museo e le iniziative culturali che organizza per avvicinare la popolazione alle sue collezioni.
Cos’è questa storia del Museo Egizio e Giorgia Meloni. Fratelli d'Italia ha accusato il museo di fare "razzismo al contrario" per un'iniziativa rivolta a chi parla arabo, con minacce di cambiare i direttori dei musei se andrà al governo.