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Oltre a produrre buona parte degli oggetti che utilizziamo tutti i giorni, la Cina è anche uno dei più grandi produttori al mondo di bitcoin, la “moneta virtuale” alternativa alle normali valute della quale si è tornati a parlare molto nelle ultime settimane, in seguito al suo primo utilizzo in borsa e al suo valore in sensibile crescita rispetto alle altre monete. Il “mining” dei bitcoin, cioè la loro produzione grazie al mantenimento del sistema informatico che li fa funzionare, avviene in grandi capannoni dove sono raccolte migliaia di computer, che eseguono i calcoli necessari per creare nuova valuta e gestirne gli scambi. I principali stabilimenti si trovano nelle province del Sichuan e dello Shenzhen, di solito nei pressi di grandi centrali elettriche, dalle quali attingono l’energia per alimentare i loro computer. Molti posti dove si fa il mining dei bitcoin in Cina sono in località segrete, per motivi di sicurezza e in alcuni casi per evitare problemi con i governi locali, che non sempre vedono di buon occhio attività di questo tipo. Altre fabbriche sono invece facilmente identificabili come quelle nelle fotografie, a pochi metri di distanza da centrali elettriche per avere la corrente necessaria per far funzionare centinaia di computer collegati tra loro, e per avere connessioni più veloci a Internet.
Dove si fanno i bitcoin. Le foto delle fabbriche in Cina dove si fa il "mining" della valuta virtuale, tra migliaia di computer collegati tra loro e una miriade di ventole sempre accese.
Il New York Times ha pubblicato una lunga inchiesta sui molti casi di molestie e discriminazioni sessuali all’interno di Vice, una delle testate digitali internazionali più di successo degli ultimi anni, soprattutto tra i lettori più giovani, e con una valutazione stimata intorno ai 5,7 miliardi di dollari. Diverse ex dipendenti hanno raccontato di avere subìto molestie sul posto di lavoro, di natura fisica oltre che verbale, e di non avere ricevuto dalle risorse umane di Vice l’assistenza necessaria per affrontarle e per far sanzionare comportamenti scorretti e umilianti. Più in generale, hanno descritto una cultura aziendale ostile alle donne e dominata da comportamenti misogini e da bulletti. Vice ha risposto all’articolo ammettendo di non essere stato in questi anni il posto di lavoro migliore al mondo, di avere fallito nel proteggere le proprie dipendenti, e promettendo nuove iniziative per evitare che casi come quelli raccontati dal New York Times possano accadere in futuro. Da settimane tra gli addetti ai lavori si parlava dell’interessamento di diversi giornalisti per le cose successe negli ultimi anni dentro Vice. L’inchiesta pubblicata ieri, sabato 23 dicembre, è basata sulle storie di alcune ex dipendenti, confermate o integrate con i racconti di almeno una ventina di altre donne, tutte tra i 20 e i 30 anni, che hanno avuto esperienza diretta o riferita di molestie sessuali all’interno di Vice: da baci non richiesti a palpeggiamenti, da proposte fuori luogo per fare sesso a osservazioni sconce sul posto di lavoro. Diversi episodi di questo tipo sono stati risolti con accordi legali, sui quali sono state imposte clausole di riservatezza che per lungo tempo hanno reso difficile il racconto di cosa accade all’interno dell’azienda.
Le molestie sessuali dentro Vice. Le ha raccontate un'inchiesta del New York Times grazie alla testimonianza di decine di donne; Vice ha promesso che cambierà le cose.
Dogman – il film di Matteo Garrone ispirato alla storia del canaro della Magliana – non è nella lista dei nove film ancora candidati all’Oscar per il miglior film straniero. Il film era stato presentato al festival di Cannes, dove la gran parte dei critici lo aveva giudicato un film sopra la media, ottimamente recitato, con diversi approcci interessanti e non comuni e con una notevole fotografia. Era stato scelto come candidato italiano per gli Oscar da una commissione dell’ANICA (l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) composta da giornalisti, produttori, distributori e addetti ai lavori. Con un procedimento simile ogni altro paese del mondo aveva potuto candidare un suo film. L’Academy, l’associazione che assegna gli Oscar, ne ha scelti nove, e Dogman non è stato selezionato. I film ancora in corsa per l’Oscar al miglior film straniero sono Birds of Passage (Colombia), The Guilty (Danimarca), Never Look Away (Germania) Shoplifters (Giappone), Ayka (Kazakhstan), Capernaum (Libano), Roma (Messico), Cold War (Polonia) e Burning (Corea del Sud). Insieme alla lista dei nove film ancora candidati come miglior film straniero, sono state diffuse anche altre liste da nove candidati per altre categorie, che saranno poi ridotti a cinque.
“Dogman” non è più tra i film candidati all’Oscar per il miglior film straniero.
Da gennaio 2017 il direttore letterario di Feltrinelli Alberto Rollo passerà a dirigere la casa editrice Baldini & Castoldi. Rollo ha 65 anni e ha lavorato per Feltrinelli per 22 anni; prima di essere direttore letterario – cioè la figura che sceglie quali libri pubblicare in casa editrice – si è occupato dei libri tascabili di Feltrinelli. Era diventato direttore letterario nel 2009 ed è anche traduttore di narrativa in lingua inglese: tra gli autori di cui ha tradotto i libri c’è Jonathan Coe. Tra gli scrittori con cui ha lavorato nel corso della sua carriera in Feltrinelli ci sono Antonio Tabucchi, Gianni Celati, Stefano Benni, Alessandro Baricco e Simonetta Agnello Hornby. Al Corriere della sera Michele Dalai e Filippo Vannuccini hanno detto che con il nuovo direttore editoriale vogliono impegnarsi a fare libri di qualità: «Cercare e pubblicare buoni, ottimi libri». A ottobre Alberto Rollo ha anche pubblicato il suo primo libro, un romanzo autobiografico intitolato Un’educazione milanese, uscito per la casa editrice pugliese Manni. Il posto di responsabile della narrativa italiana di Feltrinelli sarà preso dall’editor Laura Cerutti, che prima di arrivare a Feltrinelli nel 2015 era caporedattrice da Mondadori.
Alberto Rollo lascia Feltrinelli e va da Baldini & Castoldi. Dal 2017, dopo aver diretto la narrativa italiana della casa editrice dal 2009 e lavorato con Tabucchi, Benni e Baricco, tra gli altri.
Finisce domani, martedì 4 settembre, l’edizione di quest’anno del Burning Man, il famoso e strano festival che si tiene nel deserto del Nevada dal 1991: ogni anno viene costruita “Black Rock City”, una temporanea città del deserto, e viene bruciata un’alta struttura di legno a forma di uomo, detta appunto The Man. Il tema di quest’anno è I, Robot, la raccolta di racconti di fantascienza scritta nel 1950 da Isaac Asimov. I biglietti costavano alcune centinaia di euro e, come per gli anni scorsi, è stato messo un limite massimo di 70mila partecipanti. Il Burning Man nacque come evento della controcultura, ma negli anni è cambiato e si è evoluto fino a diventare qualcosa di difficile da inquadrare. Ufficialmente è dedicato «alla comunità, all’arte, all’espressione personale e all’autosufficienza», ma da raduno contro-culturale tra nerd e appassionati di tecnologia che volevano esplorare liberamente droghe e pratiche sessuali e artistiche, è diventato un evento sempre più alla moda, frequentato da gente in costumi bizzarri e molti ricchi e famosi, che a volte arrivano con jet privati e si servono di camper di lusso. Larry Harvey, co-fondatore del Festival morto ad aprile di quest’anno, spiegò di aver organizzato il primo perché quel giorno era l’anniversario di quando era stato lasciato da una ragazza.
Le foto del Burning Man. Il festival in cui decine di migliaia di persone creano una città nel deserto, fanno festa, bruciano un grande fantoccio, poi smontano tutto e tornano a casa.
Human Planet è una serie di documentari realizzata dalla BBC per raccontare il rapporto tra la nostra specie e gli habitat che abbiamo popolato nel corso dei millenni e della nostra evoluzione. Per circa due anni, le troupe della BBC hanno raccolto e filmato 70 storie emblematiche del nostro rapporto con il mondo in 40 diversi paesi. La bellezza di questi documentari non è data solamente dalle storie molto interessanti scelte dagli autori del programma, ma anche dalla qualità delle immagini e dalle scene strabilianti filmate in presa diretta, spesso in condizioni molto difficili: in cima a un albero secolare, nel bel mezzo di un lago di fango o nelle acque gelide dell’Artico. In Gran Bretagna, Human Planet è iniziato lo scorso 13 gennaio e sono stati già trasmessi quattro degli otto episodi preparati dalla BBC. Qui al Post abbiamo deciso di proporvi i dieci migliori spezzoni fino a ora messi a disposizione online.
I dieci migliori video di Human Planet. Nei magnifici filmati della BBC ci sono tremila renne che nuotano, scimmie che rubano i raccolti e un tizio che scala un albero di 40 metri.
Le condizioni di salute dello scrittore 93enne Andrea Camilleri, ricoverato lunedì all’ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiaco, sono critiche ma stabili secondo l’ultimo bollettino dei suoi medici: la prognosi è riservata e al momento lo scrittore respira con un supporto meccanico e non è cosciente perché sedato. «Ha avuto un brusco abbassamento pressorio che ha portato poi a un arresto cardiocircolatorio», ha spiegato Roberto Ricci, direttore del dipartimento d’emergenza e accettazione del Santo Spirito. Camilleri è uno degli scrittori italiani di maggiore successo, autore della celebre serie di gialli dedicati all’ispettore Montalbano e pubblicati dalla casa editrice Sellerio.
Le condizioni di salute di Andrea Camilleri sono critiche ma stabili, dicono i medici.
A quasi due mesi di distanza dal terremoto nel Giappone settentrionale che ha causato un violento tsunami, i tecnici della centrale nucleare di Fukushima sono riusciti a entrare per la prima volta nell’edificio che ospita il reattore 1, i cui sistemi di raffreddamento furono messi fuori uso dalle onde anomale dell’11 marzo scorso. Gli esperti della Tokyo Electric Company (TEPCO) dovranno mettere in sicurezza l’edificio, riducendo le perdite radioattive, per poter poi procedere al completo ripristino dei sistemi per raffreddare il reattore. La quantità di radiazioni è ancora molto alta ed è causata dalla parziale esposizione all’aria del “combustibile” nucleare, rimasto senza la copertura dell’acqua nelle ore successive al terremoto e allo tsunami. Per evitare eccessivi pericoli per la salute, spiegano i responsabili della TEPCO, i tecnici potranno lavorare all’interno dell’edificio per turni dalla durata di massimo dieci minuti. Il lavoro sarà svolto da tre squadre composte da quattro esperti ciascuna, che si alterneranno all’interno dell’edificio nel corso dei brevi turni. I tecnici dovranno lavorare in spazi ridotti e angusti, cercando di evitare contaminazioni.
Dentro il reattore 1 di Fukushima. Per la prima volta dal giorno dello tsunami 12 tecnici sono entrati nell'edificio per mettere in sicurezza l'impianto.
Lunedì Amazon ha disabilitato i server di sua proprietà che ospitavano Parler, un social network molto popolare nella destra americana, rendendolo offline e quindi inattivo. Amazon ha giustificato la decisione spiegando che Parler non moderava adeguatamente i contenuti dei suoi utenti. Già da domenica Apple e Google avevano rimosso dai loro App Store l’applicazione del social network, che alcuni sostenitori del presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump avevano usato per organizzare l’attacco al Congresso statunitense del 6 gennaio. Sempre domenica, ha scritto Repubblica, il leader della Lega Matteo Salvini aveva annunciato la sua iscrizione a Parler. L’amministratore delegato di Parler, John Matze, aveva inizialmente comunicato agli utenti che il social sarebbe rimasto offline per una settimana, prima di trovare un nuovo server, ma lunedì è stato costretto ad ammettere che l’assenza da internet potrebbe durare più del previsto. Parler, che esiste dal 2018, si pubblicizza come social network più libero e con regole di moderazione più rilassate rispetto a Twitter e Facebook (la frase nella schermata iniziale è: «Leggi le notizie, parla liberamente»). Nell’ultima settimana Amazon aveva segnalato ai gestori della piattaforma un centinaio di post che incitavano alla violenza.
Il social network Parler, molto usato dalla destra americana, è offline dopo che Amazon ne ha disabilitato i server.
Oggi la Corte di cassazione ha revocato la condanna a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa a Bruno Contrada, ex capo della squadra mobile di Palermo e poi alto dirigente dei servizi segreti. Contrada era stato condannato in via definitiva nel 2007, sulla base delle testimonianze di alcuni pentiti, per aver favorito la mafia siciliana tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta. La Corte di Cassazione ha stabilito che la condanna che venne comminata a Contrada è «ineseguibile e improduttiva di effetti penali». Contrada aveva terminato di scontare la sua pena nel 2012, dopo aver trascorso quattro anni in carcere e quattro ai domiciliari. Oggi ha 85 anni. La Cassazione è tornata ad esprimersi su un processo già chiuso in seguito a una sentenza della Corte europea. La Corte europea, a cui avevano fatto appello i legali di Contrada, ha condannato due volte l’Italia sulla vicenda Contrada: la prima, nel 2014, per non avergli concesso gli arresti domiciliari nonostante le gravi condizioni di salute; la seconda, molto più importante, nel 2015, quando stabilì che Contrada non avrebbe dovuto essere condannato e nemmeno processato. All’epoca dei fatti contestati a Contrada, ha sostenuto la Corte, il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa” «non era sufficientemente chiaro, né prevedibile da lui. Contrada non avrebbe potuto conoscere le pene in cui sarebbe incorso». In altre parole, il reato per cui è stato condannato non era stato ancora codificato quando Contrada lo compì, quindi non poteva essere condannato.
La complicata vicenda di Bruno Contrada. Oggi la Cassazione ha annullato la condanna a dieci anni di carcere dell'ex dirigente dei servizi segreti, accusato di essere stato complice della mafia.
Domenica 25 giugno, dalle ore 7 alle 23, ci sarà il secondo turno delle elezioni amministrative. I comuni interessati saranno 111 e le persone chiamate al voto saranno più di 4 milioni. Il primo turno si è svolto domenica 11 giugno e nella maggior parte dei comuni dove non è stato eletto il sindaco andranno al ballottaggio centrodestra e centrosinistra, mentre il Movimento 5 Stelle è rimasto escluso quasi ovunque. C’è un unico capoluogo di provincia in cui il Movimento Cinque Stelle è passato al secondo turno, dopo un riconteggio. A Verona, unico caso in Italia, sono passati invece al secondo turno due candidati di destra. Questa è la situazione nelle principali città. Alessandria Il ballottaggio sarà tra Maria Rita Rossa, sindaca uscente di centrosinistra che al primo turno ha ottenuto il 32 per cento, e Gianfranco Cuttica di Revigliasco appoggiato da Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale (30 per cento al primo turno). L’unico apparentamento è stato quello tra Maria Rita Rossa e Oria Trifoglio, candidata civica che al primo turno aveva ottenuto il 12 per cento. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, invece, ha ottenuto – senza alcun apparentamento formale sulle liste – il sostegno da parte di Emanuele Locci, che aveva deciso di lasciare la coalizione di centrodestra e di presentarsi da solo ottenendo al primo turno l’8,2 per cento dei voti.
Le cose da sapere sui ballottaggi. La situazione nelle principali città che domenica tornano al voto, in ordine.
Un uomo e una donna sono stati accoltellati sul treno Frecciarossa 9309, partito da Torino e diretto a Roma, poco dopo le 10.30 di giovedì mattina. L’aggressione, dice la Questura, è avvenuta tra le stazioni di Reggio Emilia e di Bologna. Repubblica scrive che l’aggressore è stato bloccato nella stazione sotterranea di Bologna dalla polizia ferroviaria, che ora lo tiene in custodia con l’accusa di tentato omicidio. I due feriti si trovano in ospedale, la donna è in gravi condizioni mentre l’uomo è stato ferito lievemente. Il Frecciarossa è rimasto fermo a Bologna per consentire l’intervento della polizia e del personale sanitario e i passeggeri sono stati trasferiti su altri treni. Ci sono stati ritardi e rallentamenti al traffico ferroviario. Sempre Repubblica scrive che l’arma è un coltellino a serramanico. Il quotidiano bolognese Il Resto del Carlino scrive che la donna ha 41 anni e che lavora per la ditta esterna che gestisce il servizio di ristorazione del treno mentre l’aggressore è un uomo calabrese di 47 anni, che lavora come operatore della ditta esterna di pulizie; aggiunge che forse i due si conoscevano. L’altro ferito è un passeggero che è intervenuto per difendere la donna.
Due persone sono state accoltellate su un treno Frecciarossa, l’aggressore è stato arrestato nella stazione di Bologna.
Oggi il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha presentato il “Progetto delle imprese per l’Italia” [pdf], un documento nel quale sono raccolte cinque proposte per affrontare la crisi economica che sta interessando il Paese. Nel corso della presentazione, Marcegaglia ha chiesto al governo di prendere in considerazione il progetto e dare un seguito alle proposte. Se così non sarà, Confindustria potrebbe lasciare il confronto con il governo. Emma Marcegaglia è da tempo critica nei confronti del modo in cui l’esecutivo sta cercando di gestire la crisi. La scorsa settimana aveva chiesto nuove e incisive riforme, aggiungendo che in assenza di fatti concreti il governo di Silvio Berlusconi si sarebbe dovuto dimettere. I cinque punti sono stati sottoscritti da Confindustria insieme all’Associazione Bancaria Italiana, all’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, alla Rete Imprese Italia e all’Alleanza delle Cooperative Italiane. Le proposte contenute nel Progetto erano già state formulate, con modalità diverse, negli ultimi mesi da altre organizzazioni e ricordano anche la prima versione della manovra di fine giugno, ampiamente rimaneggiata (e resa più debole) dal governo prima della sua approvazione da parte del Parlamento.
I cinque punti di Confindustria contro la crisi. Che cosa c'è nel documento che Confindustria propone al governo, minacciando di abbandonare ogni confronto.
Sull’edizione di oggi di Repubblica è stata pubblicata una dettagliata inchiesta di Carlo Bonini e Salvo Palazzolo che cerca di ricostruire su cosa stanno indagando i magistrati di Agrigento nel caso della Diciotti, la nave militare italiana che da cinque giorni è bloccata nel porto di Catania con a bordo 150 eritrei per decisione diretta del ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’inchiesta va comunque presa con le molle: nessuna notizia è stata ancora confermata, e le persone coinvolte non l’hanno ancora commentata. Dall’inizio del caso, gli esperti di immigrazione hanno fatto fatica a inquadrare le responsabilità del governo italiano dal punto di vista penale. Per la legge italiana è possibile trattenere una persona per sole 48 ore senza che il provvedimento sia stato confermato da un giudice, ma il caso della Diciotti ha molte più implicazioni – ad esempio la garanzia dell’ordine pubblico, invocata spesso dal governo italiano sulle questioni di accoglienza – e la posizione dei magistrati non era ancora stata chiarita.
Le accuse a Salvini sulla nave Diciotti, secondo Repubblica. Carlo Bonini e Salvo Palazzolo scrivono che i magistrati stanno cercando di capire se il governo abbia sequestrato i migranti a bordo della nave bloccata a Catania.
Dopo il decreto legge del 7 ottobre che irrigidiva gli obblighi sulle mascherine e dopo la circolare del ministero dell’Interno che il 10 ottobre specificava, a proposito di mascherine, che erano esentati dal suo utilizzo «coloro che abbiano in corso l’attività sportiva», ieri – domenica 11 ottobre – è arrivata un’ulteriore precisazione, sempre dal ministero dell’Interno. La precisazione è questa: Con riferimento all’obbligo di indossare la mascherina nel corso dello svolgimento di attività motoria, il ministero dell’Interno precisa che, per tale attività, deve intendersi la mera passeggiata e non la corsa, anche quella svolta con finalità amatoriali, in quanto riconducibile ad attività sportiva.
Quando si corre non serve la mascherina. Lo ha chiarito il ministero dell'Interno, definendo meglio cosa sia attività motoria e cosa invece attività sportiva.
Nel 2014 il rapper americano 50 Cent consentì ai suoi fan di comprare il suo disco Animal Ambition con i bitcoin, la più importante e diffusa criptovaluta, che all’epoca era molto meno conosciuta e presente sui media. All’epoca un bitcoin valeva circa 660 dollari e 50 Cent ne raccolse in tutto 700, per un totale di 400mila dollari. Negli oltre tre anni successivi, però, i bitcoin sono aumentati moltissimo di valore, come sa chi non ha vissuto in una grotta negli ultimi due mesi: un bitcoin è arrivato a valere quasi 20mila dollari a dicembre, e attualmente vale poco più di 11mila dollari, dopo il grande crollo delle ultime settimane. Ciononostante 50 Cent si è ritrovato con in mano poco meno di 8 milioni di dollari, che a un certo punto sono stati più di 13 milioni. Il primo sito a riportare la notizia è stato TMZ, sito di gossip sullo show business americano solitamente molto informato. 50 Cent ha pubblicato un post su Instagram e su Twitter con lo screenshot dell’articolo, scrivendo «Non male per un ragazzo del South Side [il quartiere del Queens dove è nato, ndt]. Sono così orgoglioso di me LOL». È sembrato quindi confermare la notizia anche se poi ha cancellato i post, non è chiaro perché.
50 Cent ha fatto una fortuna coi bitcoin, senza saperlo. Nel 2014 consentì di pagare un suo disco online con i bitcoin, poi apparentemente se ne dimenticò: oggi sono diventati milioni.
Circa una volta al giorno da qualche parte nello Spazio si verifica un lampo gamma (GRB, da “gamma ray burst”), una gigantesca esplosione senza pari nell’Universo. In pochi secondi, un GRB può rilasciare una quantità di energia pari a quella che una stella come il Sole emette in tutta la sua esistenza. Anche se sono di proporzioni colossali, questi fenomeni avvengono in punti casuali ed imprevedibili del cielo, e per questo era difficile osservarli con i telescopi terrestri, almeno finora. Due gruppi di ricerca hanno infatti da poco confermato di avere rivelato per la prima volta un lampo di raggi gamma ad altissima energia con i loro strumenti sulla Terra. Il 14 gennaio 2019, alcuni ricercatori di turno presso il Major Atmospheric Gamma Imaging Cherenkov Telescope (MAGIC), il più grande telescopio a raggi gamma del mondo a La Palma (Isole Canarie), si accorsero che i telescopi spaziali Fermi e Swift in orbita intorno alla Terra avevano captato qualcosa di interessante. Velocemente, puntarono i due telescopi di MAGIC verso la giusta porzione del cielo e avviarono le osservazioni. Fu sufficiente una ventina di minuti per captare un segnale che sembrava essere un lampo gamma, il primo a essere rilevato da questa collaborazione scientifica che coinvolge oltre 20 istituti di ricerca tra Spagna, Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Finlandia, Polonia, Bulgaria e Armenia.
Le esplosioni più potenti di tutto l’Universo, viste dalla Terra. Per la prima volta gli astrofisici hanno osservato dal suolo due lampi gamma ad altissima energia provenienti da galassie lontanissime: se siete confusi, vi diamo una mano.
Il premio Oscar al Miglior film documentario viene assegnato dagli anni Quaranta e negli ultimi due anni è stato vinto da Citizenfour – sulla vita di Edward Snowden – e Amy, sulla cantante britannica Amy Winehouse. In questi ultimi anni è capitato piuttosto spesso che l’Oscar per il Miglior documentario andasse a film che avevano fatto molto parlare, perché molto legati all’attualità: Una scomoda verità parlava del riscaldamento globale, Bowling a Columbine di Stati Uniti e armi, Inside Job della recessione economica e di questioni finanziarie. Altre volte l’Oscar, invece, è andato a documentari che raccontavano storie particolari, meno politiche: Undefeated, su una squadra di football o Searching for Sugar Man, sulla bellissima storia del cantante Sixto Rodriguez. Tra i film candidati quest’anno – la cerimonia di premiazione dell’89esima edizione degli Oscar sarà il 26 febbraio – c’è Fuocoammare di Gianfranco Rosi, girato a Lampedusa, Life, Animated, che racconta la particolare storia di un ragazzo autistico (già raccontata nell’omonimo libro), 13th, che parla di razzismo e del sistema carcerario statunitense, I Am Not Your Negro, sulla vita dello scrittore nero James Baldwin, e O.J: Made in America, che dura otto ore e parla di O.J. Simpson (e non va confuso con Il caso O.J. Simpson, la serie tv che fa parte di American Crime Story). Secondo Variety, il sito più affidabile quando si parla di Oscar, il film favorito è proprio Il caso O.J. Simpson, con qualche possibilità per 13th. Fuocoammare – che ha vinto il Festival di Berlino – sembra invece averne pochissime. Una curiosità, dopo che l’anno scorso si parlò di Oscar e razzismo: tutti i registi dei documentari candidati agli Oscar sono neri, tranne Rosi.
I documentari candidati agli Oscar, oltre a “Fuocoammare”. Cosa si dice dei lungometraggi e dei cortometraggi candidati, e quali si possono già vedere online.
Junko Tabei, alpinista giapponese e prima donna a scalare l’Everest, è ricordata nel doodle di Google, perché oggi avrebbe compiuto 80 anni: Tabei è morta il 20 ottobre 2016 a 77 anni, a causa di un tumore allo stomaco. Oltre a scalare l’Everest, obiettivo raggiunto nel maggio 1975, Tabei fu la prima donna a raggiungere la cima delle cosiddette “Seven Summits”, “Sette vette”, cioè le montagne più alte di ciascuno dei sette continenti della Terra (sette se si considera l’interpretazione anglosassone: Asia, Africa, Nordamerica, Sudamerica, Europa, Oceania e Antartide). Tabei nacque nel 1939 nella città di Miharu, nella provincia giapponese di Fukushima. Crebbe in una famiglia relativamente povera, condizionata dalla Seconda guerra mondiale, e molto numerosa: era la quinta figlia femmina e aveva due fratelli.
La storia di Junko Tabei, la prima donna a scalare l’Everest. L'alpinista giapponese raggiunse la cima più alta del mondo nel 1975: oggi Google la ricorda con un doodle.
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui. A me i singoli che continuano a uscire prima del nuovo disco di Little Simz - cantautrice e rapper ventisettenne londinese di famiglia nigeriana - continuano a piacere (questo era quello del mese scorso). Le liste ognuno ha le sue e ognuna vale uno, ma la lista di canzoni dell'estate di Joseph Mount dei Metronomy sul Guardian mostra cosa significa "canzoni dell'estate" se le puoi scegliere in quel paese lì. E comincia con Josephine di Chris Rea, e se avessi trent'anni di meno (o venti di più) qui metterei quegli emoji con gli occhioni a forma di cuore. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone di Brook Benton. E una difesa della musica nera "non abbastanza nera".
Venticinque anni fa, il 27 ottobre 1990, a Roma, morì Ugo Tognazzi, uno dei più grandi attori della commedia all’italiana e interprete di oltre 150 film. Nato a Cremona il 23 marzo 1922, Tognazzi esordì nel cinema nel 1950 con il film I cadetti di Guascogna insieme a Walter Chiari, mentre l’anno successivo conobbe Raimondo Vianello, con cui formò una coppia comica di grande successo in teatro e nei primi programmi televisivi della Rai (tra cui il famoso varietà “Un, due, tre”). Dal 1954 e nei successivi sei anni Tognazzi girò una quarantina di film, per la maggior parte commedie leggere e spesso in coppia con Vianello, mentre la svolta della carriera arrivò con il film Il federale di Luciano Salce, del 1961, con la sua interpretazione del graduato delle brigate nere Primo Arcovazzi: fu il primo di una lunga serie di ruoli che legarono il suo nome alla cosiddetta “commedia all’italiana”, la commedia brillante di stampo neorealista che raccontava con ironia e al tempo stesso con amarezza la realtà e le contraddizioni degli anni del boom economico italiano. Oltre alla collaborazione con Salce, negli anni successivi Tognazzi lavorò spesso con Dino Risi (“La marcia su Roma” e “I mostri”, entrambi interpretati insieme all’amico Vittorio Gassman), con Marco Ferreri in diversi film tra cui “Una storia moderna: l’ape regina” e La donna scimmia e negli anni Settanta con Mario Monicelli, in due grandi successi come Romanzo popolare e Amici miei, nel quale interpreta uno dei personaggi passati alla storia del cinema italiano, il conte Lello Mascetti. Nel 1980 Tognazzi fu protagonista della Terrazza di Ettore Scola insieme agli amici Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant e Marcello Mastroianni, mentre l’anno successivo vinse il premio per la migliore interpretazione al Festival di Cannes per il film Tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci. Negli anni Ottanta tornò a recitare in teatro e, da grande appassionato di cucina, si dedicò alla pubblicazione di libri di ricette. Tognazzi è stato sposato tre volte e ha avuto quattro figli che si sono dedicati tutti al cinema.
Le foto più belle di Ugo Tognazzi. Morì 25 anni fa a Roma, dopo aver recitato in più di 150 film e aver interpretato alcuni dei ruoli più famosi del cinema italiano.
Aggiornamento: entro mezzanotte il flusso di gas naturale lungo il gasdotto Trans Austria Gasleitung (TAG) verso l’Italia riprenderà. Il ministero dello Sviluppo economico ha dichiarato lo stato di emergenza per il gas, in seguito a un grave incidente che questa mattina si è verificato in Austria, e che ha comportato l’interruzione dell’erogazione del gas proveniente dalla Russia verso l’Italia.
La grave esplosione in un gasdotto in Austria. Ha causato la morte di una persona e l'interruzione temporanea di parte delle forniture di gas per l'Italia, che riprenderà entro mezzanotte.
Una revisione degli studi sul tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi, come quelli di smartphone e tablet, ha portato a concludere che i genitori dovrebbero preoccuparsi meno del loro utilizzo e che non ci sono sufficienti elementi per dire che siano di per sé dannosi. Lo studio è stato utilizzato dal Royal College of Paediatrics and Child Health (RCPCH), l’associazione dei medici pediatri nel Regno Unito, per preparare nuove linee guida sull’utilizzo degli schermi da parte dei bambini e degli adolescenti. L’RCPCH spiega che a oggi non ci sono prove consistenti per dire che il tempo trascorso davanti agli schermi da parte dei bambini sia di per sé “tossico”, un’affermazione ricorrente e al centro di un ampio dibattito che dura ormai da anni. Nelle linee guida non sono quindi indicati tempi massimi di utilizzo di smartphone e tablet, ma viene comunque ricordato che il loro impiego non deve sostituire altre attività, come quella fisica, il tempo trascorso con i familiari e il sonno. Alcuni studi avevano indicato una correlazione tra l’utilizzo prolungato degli schermi con l’obesità e la depressione; le linee guida dell’RCPCH dicono che non ci sono prove sufficienti per sostenere un nesso causale tra le due cose.
Preoccupatevi meno dei bambini davanti agli schermi. Secondo le linee guida dei pediatri britannici, a oggi non ci sono prove per dire che facciano male.
Il 25 aprile è il giorno in cui ogni anno in Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. L’occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma si considera il 25 aprile come data simbolo perché nel 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati della Germania nazista e di quelli fascisti della repubblica di Salò dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere il controllo delle città. La decisione di scegliere il 25 aprile come “festa della Liberazione” (o come “anniversario della Liberazione d’Italia”) fu presa il 22 aprile del 1946, quando il governo italiano provvisorio – il primo guidato da Alcide De Gasperi e l’ultimo del Regno d’Italia – stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “festa nazionale”.
Perché il 25 aprile è la festa della Liberazione. Nel 1945, oggi, i soldati nazisti e fascisti si ritirarono da Torino e Milano, anche se la guerra continuò ancora per un po'.
A fine marzo la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un testo unificato per inserire la tutela dell’ambiente e degli animali nella Costituzione. La Lega ha però presentato quasi 250 mila emendamenti, nel tentativo di intralciare una modifica da tempo richiesta dai partiti con cui attualmente è al governo e sostenuta da più di ottanta associazioni ambientaliste e animaliste. Il testo proposto è la sintesi di altre sette proposte fatte da Liberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e +Europa. Modifica la Costituzione agli articoli 9, 41 e 117. Nel primo, che tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico, il nuovo testo introduce per estensione anche la salvaguardia della biodiversità. La modifica prevede di introdurre il seguente comma:
La Lega fa ostruzionismo sulla tutela di ambiente e animali in Costituzione. Ha presentato migliaia di emendamenti a un testo proposto dagli altri partiti sulla salvaguardia della biodiversità.
Quando si immagina il Canada e la sua fauna selvatica, si pensa generalmente ai mammiferi che vivono nei suoi grandi parchi: gli orsi grizzly, gli orsi polari, le alci e i castori. C’è però anche un altro tipo di animale che di solito non si associa al Canada e che invece è la principale attrazione turistica di Narcisse, una piccola città nella regione di Manitoba. A circa sei chilometri dal centro abitato c’è infatti uno dei posti con la più alta concentrazione al mondo di serpenti, come ha raccontato un articolo del New York Times. Nella riserva naturale del “Narcisse Snake Dens” (“Le tane dei serpenti di Narcisse”) si calcola che ci siano circa 70mila serpenti giarrettiera (Thamnophis elegans) che richiamano migliaia di turisti ogni primavera, quando escono dal letargo e incomincia il periodo dell’accoppiamento. Il motivo per cui ci sono così tanti serpenti è legato in primo luogo alla geologia del posto. Nella zona di Narcisse, infatti, lo strato di calcare della crosta terrestre è molto superficiale: nel corso del tempo le acque hanno eroso il terreno, creando fosse, crepe e cunicoli sotterranei che sono diventate il luogo ideale per i serpenti per trascorrere il letargo durante il freddo inverno canadese. I serpenti si raccolgono principalmente in quattro larghe fosse che all’apparenza possono sembrare ricoperte di vegetazione: ma quando arriva la primavera iniziano a muoversi rivelandosi ai visitatori.
Se non vi piacciono i serpenti, non andate a Narcisse. È uno dei posti dove ce ne sono di più al mondo: si trova in Canada, nella provincia del Manitoba, e ogni primavera si riempie anche di turisti.
Author Earnings, un gruppo di scrittori che commissiona e discute studi sullo stato dell’editoria statunitense, ha recentemente pubblicato un nuovo rapporto sui guadagni che derivano dalla vendita di libri sul sito americano di Amazon. Negli Stati Uniti viene comprato su Amazon più del 50 per cento dei libri di carta venduti in un anno; se si considerano anche gli ebook e gli audiolibri la percentuale sale all’85 per cento. Per questo il rapporto, che si basa su dati raccolti il 5 maggio del 2016, è lo studio più completo su quanto guadagnano gli scrittori negli Stati Uniti. A differenza di altri settori, è difficile avere dati precisi per l’editoria; le classifiche dei libri più letti settimana per settimana sono solo proiezioni perché i particolari meccanismi della distribuzione e vendita dei libri rendono quasi impossibile sapere quante persone hanno comprato un libro, se non a distanza di mesi, o anni. Lo studio prende in considerazione libri venduti con una certa frequenza, data l’immensa mole di dati. Per quanto riguarda gli ebook, i dati riguardano un milione di titoli in vendita sul sito americano di Amazon, circa un terzo del totale e pari al 64 per cento degli ebook che vendono due o più copie al mese. Per i libri cartacei sono stati considerati i 900mila titoli più venduti, per gli audiolibri i 67mila più venduti. Per ogni autore di cui è stato considerato un libro – presente nella lista dei libri più venduti su Amazon – sono state prese in considerazione tutte le opere in tutti i formati. Ovviamente lo studio tiene conto della percentuale che gli autori guadagnano dalle vendite su Amazon, ma non degli anticipi che ricevono dagli editori.
Quanto guadagnano gli scrittori su Amazon negli Stati Uniti. Poco più di mille autori superano i 100 mila dollari l'anno, 64 arrivano al milione.
Silvio Berlusconi va oggi a Tunisi, nella seconda tappa dell’iniziativa del governo per affrontare l’intensificazione dell’immigrazione dal Nordafrica delle ultime settimane, e le conseguenti crisi nei luoghi in cui questa intensificazione si concentra: il luogo dei maggiori sbarchi (Lampedusa), il passaggio di confine per la Francia (Ventimiglia), le sedi dei campi e tendopoli presso i quali il governo vuole radunare e concentrare gli immigrati (Manduria su tutti). La prima parte del piano – l’evacuazione di Lampedusa con le navi dirette ad altre regioni della penisola – è stata annunciata in gran pompa durante la visita di Berlusconi sull’isola mercoledì, data per conclusa nel giro di due o tre giorni, ma poi complicata da ragioni concrete e prevedibili: tempi pratici e il maltempo prima, nuovi arrivi poi. Da ieri si sta svolgendo con maggiore solerzia, ma sembra improbabile che basti a risolvere una questione che non può essere immaginata occasionale (un po’ quel che avvenne con le promesse del governo sulla crisi dei rifiuti a Napoli: intensi e disordinati interventi puntuali di qualche giorno, e poi tutto è tornato come prima).
Il governo e gli immigrati: il punto. Oggi Berlusconi vola a Tunisi e poi vuole parlare con la Francia: da Lampedusa molte partenze forzate, ma non è la soluzione.
Negli ultimi giorni ci sono state molte polemiche sulla lettera che il Partito Democratico e i comitati per il “Sì” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre hanno spedito ai circa 4 milioni di italiani residenti all’estero. Notizie, critiche e indiscrezioni si sono succedute rapidamente negli ultimi giorni: cerchiamo di fare un po’ d’ordine. Le polemiche ruotano attorno alla sovrapposizione dell’incarico di segretario del PD e di quello di presidente del Consiglio nella persona di Matteo Renzi. La lettera Si tratta di una brochure di due pagine in cui un testo firmato “Matteo Renzi” (senza altre indicazioni) invita gli italiani residenti all’estero a votare “Sì”, accanto a diverse fotografie che mostrano Renzi nel corso di alcuni incontri istituzionali accanto a leader come Barack Obama e Angela Merkel.
La questione della lettera di Matteo Renzi agli italiani all’estero. Un po' di chiarezza sulla discussa lettera spedita a 4 milioni di persone in vista del referendum costituzionale.
È uscito il primo trailer di Nuovo Ordine Mondiale, un film con Enzo Iacchetti e Stefania Orlando che pare ispirarsi direttamente alle teorie cospirazioniste sul Nuovo Ordine Mondiale, appunto, secondo cui un gruppo di potere segreto, oligarchico e sovranazionale starebbe cercando di prendere il controllo di tutti gli stati della Terra, per dominarla. La massoneria farebbe parte del megacomplotto insieme naturalmente alla CIA e a Israele, e infatti in una scena del trailer si vede un uomo con una kippah – e una stella di David sulla kippah, non fosse chiaro – fare una specie di saluto in codice. Il trailer è piuttosto surreale e, anche se non contiene alcuna auto-ironia, non escludiamo possa essere sarcastico. Secondo quanto se ne sa, il film racconta di un commissario di polizia che indagando sull’omicidio della compagna scopre che i mandanti di una serie di crimini sono i membri di un gruppo ben organizzato che vuole arrivare a dominare il mondo con tutti i mezzi, “anche la crisi economica”. Del gruppo fa parte ovviamente anche un ministro del governo italiano. Il film è prodotto, scritto e diretto da Mario Ferrara, attore e regista napoletano, ed è realizzato in collaborazione con l’Accademia Cinematografica “Ciak Academy” di Napoli di Mario Ferrara (che non ha un sito ma una pagina Facebook e che si pubblicizza largamente sulla pagina del film), e dal C.T.S. Centro Teatro Studi di Napoli.
Uscirà un film sul Nuovo Ordine Mondiale. Ministri corrotti, Enzo Iacchetti, saluti in codice, Stefania Orlando e oscuri uomini di potere: il trailer, ehm.
Dal 17 marzo 2016, a Torino, il Centro Italiano per la Fotografia CAMERA ospita una mostra sul rapporto tra cinema e arte: raccoglie una selezione di 38 fermo-immagine di film famosi che riprendono quadri e opere d’arte contemporanee e dei secoli passati. Ci sono statue dell’epoca degli antichi romani, opere di Piero della Francesca, Eugène Delacroix, Francisco Goya, fino a Keith Haring. L’esposizione si chiama Public Collection ed è opera del collettivo italiano NASTYNASTY©, con la collaborazione di Arts & Sciences Projects. La mostra, che sarà aperta fino al 1 maggio, è una riflessione su come l’arte influenzi il mondo del cinema e invita i visitatori a riflettere sui quadri e dipinti famosi presenti nelle inquadrature, a loro volta ispirate ad altre opere d’arte. È un tema molto simile a quello della mostra in corso fino al 28 agosto alla Fondazione Prada di Milano: L’image volée, curata dall’artista Thomas Demand.
Quadri e sculture in film famosi. In mostra a Torino fino al primo maggio: per esempio c'è un dipinto di De Chirico in "Batman" mentre questo de "I Tenenbaum" chi l'ha fatto?.
Farrah Fawcett morì in un ospedale di Santa Monica il 25 giugno 2009, a 62 anni, dopo una lunga malattia che l’aveva sottratta all’immagine splendente e solare con cui era diventata famosa in tutto il mondo nella sua giovinezza di attrice e modella. Era texana, del 1947, e la sua chioma da eterno spot della lacca diventò il più familiare accessorio della sua bellezza a partire dal suo ruolo nel telefilm Charlie’s Angels, in cui interpretò una delle tre avvenenti investigatrici del titolo, nel 1976 (lasciò e fu rimpiazzata dopo una stagione). Lo stesso anno, dopo una serie di campagne pubblicitarie per diversi prodotti di bellezza, fu ritratta in una foto in costume da bagno – e con quella chioma – che divenne un poster venduto in tutto il mondo in milioni di copie: la chioma, intanto, divenne modello e richiesta presso i parrucchieri di mezzo mondo. Divenne famosissima come Farrah Fawcett-Majors – avendo sposato l’attore Lee Majors e preso il suo cognome – fece un po’ di film di budget anche cospicui, ma mai memorabili (ma molte cose televisive per cui ebbe diverse nomination ai premi Emmy), si separò nel 1979 e si mise insieme a un altro superbello del tempo, Ryan O’Neal. Nel 2006 le fu diagnosticato un cancro: morì nel 2009 – lo stesso giorno della morte di Michael Jackson – dopo una lunga alternanza di cure, ipotesi di guarigione, nuovi tumori, e assedi dei media intorno alle sue condizioni. Ryan O’Neal e molti altri protestarono addolorati dopo la successiva cerimonia degli Oscar, perché nessuna sua immagine era stata inclusa nel rituale ricordo dei cineasti morti l’anno precedente. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
La morte di Farrah Fawcett. Fu lo stesso giorno di Michael Jackson, e concluse la triste trasformazione della sua immagine da splendente bellezza a tormentata sofferenza.
Carlo Bernardini, importante fisico e apprezzato divulgatore scientifico italiano, è morto giovedì 21 giugno: la famiglia ne ha dato notizia oggi. Nato a Lecce nel 1930, Bernardini si era laureato in Fisica alla Sapienza di Roma nel 1952 e aveva poi iniziato a lavorare presso i Laboratori di Frascati, con i quali avrebbe collaborato a lungo, lavorando soprattutto nel “gruppo del sincrotrone”, una squadra di lavoro per realizzare il primo prototipo di un collisore di materia-antimateria al mondo. Bernardini fu anche un importante ricercatore per lo sviluppo di Adone, un acceleratore di particelle. Oltre ai suoi studi, Bernardini è stato un formidabile divulgatore e comunicatore della scienza, con articoli, saggi e lezioni pubbliche per esporre i progressi nel campo della fisica sperimentale e delle particelle. Nel 1976 fu eletto in Senato, dopo essersi candidato come indipendente nelle liste del Partito Comunista. Fu tra i sostenitori del disarmo atomico e della necessità di produrre energia nucleare in Italia, obiettivo mancato in seguito al referendum che portò all’abbandono del nucleare nel nostro paese.
È morto il fisico e divulgatore italiano Carlo Bernardini, aveva 88 anni.
Spesso alcune delle foto più belle, e molti fotografi lo sanno bene, vengono scattate durante quelli che vengono definiti “fuori programma”: è il caso per esempio della foto dell’attivista che ha lanciato volantini e coriandoli addosso al presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, durante una conferenza stampa a Bruxelles, e che ha subito fatto il giro del mondo. Ma anche tra gli eventi “programmati” di questa settimana si sono visti personaggi e facce notevoli, come l’ultima sfilata di Gisele Bundchen, a San Paolo, o Benedetto XVI che beve una birra in pieno stile bavarese durante il suo compleanno a Castel Gandolfo. Oltre al primo weekend del festival di Coachella e alla cerimonia degli MTV Movie Awards, infine, ci sono state diverse cerimonie, come quella dei Lawrence Olivier Awards a Londra, in cui sono stati premiati, tra gli altri, Kevin Spacey ed Angela Lansbury, e la prima mondiale di Avengers: Age Of Ultron a Los Angeles. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. L'ex Papa che beve una birra, Zoolander e il capo di Podemos che regala "Game of Thrones" al re di Spagna, tra quelli che valeva la pena fotografare questa settimana.
Intorno alle 14 di domenica 1 dicembre a Torino sono stati completati i lavori per disinnescare la bomba, risalente alla Seconda guerra mondiale, ritrovata alcuni giorni fa durante lo scavo di un cantiere in via Nizza, poco distante dalla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. La bomba, un ordigno inglese con quasi 65 chilogrammi di tritolo, è stata disinnescata e in seguito trasportata a Ciriè, una cittadina poco oltre la periferia di Torino, dove è stata fatta brillare in una cava. Per le operazioni erano state stimate circa cinque ore dagli artificieri, ma l’attività ha richiesto meno tempo e si è conclusa dopo quattro ore di lavoro. Dalla prima mattina di domenica, un’ampia area di Torino alle spalle della stazione è rimasta sostanzialmente deserta, con bar e negozi chiusi e il divieto di uscire per strada per la popolazione compresa nella “zona gialla”. Per gli isolati intorno al cantiere in cui si trovava la bomba era stata invece disposta l’evacuazione, con migliaia di persone che hanno dovuto trovare riparo e ospitalità da amici e parenti in altre zone della città. Molti si sono recati presso il centro espositivo del Lingotto, allestito per l’occasione da centro di accoglienza, grazie al coordinamento della Protezione civile.
Torino e la bomba. Per disinnescare un ordigno della Seconda guerra mondiale è stato evacuato un intero pezzo della città: è andato tutto bene - foto.
Un nuovo spettacolo comico uscito qualche giorno fa su Netflix sta ricevendo moltissimi apprezzamenti e commenti entusiasti dalla critica e dal pubblico: si chiama Inside e l’ha fatto il trentenne americano Bo Burnham, pensandolo e girandolo interamente in casa nell’anno e più di pandemia. Ma è qualcosa di molto diverso da tutto quello che si è visto in questi mesi di continui contenuti audiovisivi casalinghi, per l’inventiva nell’utilizzo delle luci, delle riprese e del montaggio, e per l’originale e ricercato formato narrativo. Oltre a parlare dell’isolamento, Inside si occupa di tante altre cose, molto spesso attraverso delle canzoni (è uno spettacolo assai musicale): dal dibattito culturale e politico americano al ruolo delle tecnologie nella nostra vita, fino a soffermarsi a lungo sulla depressione e la salute mentale in generale. Con momenti molto divertenti e altri che usano toni e approcci piuttosto profondi, spesso perfino cupi.
Lo spettacolo comico girato in casa che sta piacendo a tutti. Si chiama “Inside”, l'ha fatto Bo Burnham ed è diverso da qualsiasi cosa si sia vista in questi mesi di isolamento da pandemia.
Inizia oggi in Europa una settimana piuttosto importante. Domani martedì 15 luglio, alle 12:30, i 751 deputati del Parlamento Europeo saranno chiamati ad approvare la nomina di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Europea (e non dovrebbero esserci sorprese). Il giorno dopo, mercoledì 16, si svolgerà un Consiglio Europeo straordinario nel corso del quale i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea dovrebbero definire alcune altre nomine importanti: quella del presidente del Consiglio Europeo stesso (ricoperta oggi da Herman Van Rompuy), quella del commissario europeo per gli Affari economici e monetari e quella dell’Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza, ricoperto dal 2009 dalla britannica Catherine Ashton, del PSE. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza è sostanzialmente il ministro degli Esteri dell’Unione, ed è anche membro e vicepresidente della Commissione europea. Per sostituire Catherine Ashton da settimane circola il nome dell’attuale ministro degli Esteri dell’Italia Federica Mogherini, anche perché si ritiene che l’ottimo risultato del PD alle Europee – il partito più votato in Europa – e l’assenza di italiani dalle altre nomine rilevanti possa dare all’Italia un incarico importante tra i prossimi che saranno stabiliti. Secondo un articolo del Financial Times pubblicato domenica 13 luglio e che cita fonti della diplomazia Ue, però, un gruppo di paesi dell’est Europa sarebbe contrario all’eventuale nomina di Federica Mogherini perché la considerano eccessivamente filo-russa.
C’è un caso Mogherini in Europa? il Financial Times scrive che alcuni paesi la considerano troppo filo-russa e per questo non la vogliono come Alto rappresentante UE per la politica estera.
Il primo luglio 2015 compie 40 anni Sufjan Stevens, considerato spesso tra gli appassionati della musica “indie” il più inventivo e originale musicista rock di questo millennio, e al tempo stesso sconosciuto ai successi mainstream (malgrado una produzione abbastanza ricca). “Sufjan”, come lo chiamano i fans, è stato celebrato come una novità di gran moda una decina di anni fa, ma non ne ha mai approfittato, continuando a fare cose dai suoni molto “Sufjan” e dalle lunghezze spesso ostiche. Quando nel 2006 Luca Sofri pubblicò Playlist, la musica è cambiata, chiese a Matteo Bordone – esperto di musica e autore e conduttore radiofonico – di esserne ospite compilando lui una raccolta di canzoni di Sufjan Stevens: che per quest’occasione lo stesso direttore ha arricchito e aggiornato. Sufjan Stevens (1975, Detroit, Michigan) Il nome – arabo o armeno – glielo hanno dato i genitori in tempi spiritual-fricchettoni. Lui è il più geniale e fantasioso cantautore americano del Duemila, che si è promosso annunciando la folle impresa di dedicare un disco a ognuno dei cinquantadue Stati americani. Per ora è a due, ma già il secondo ha appeso critici e appassionati di musica alle sue labbra, e alle sue invenzioni post-progressive e fiabesche con titoli sterminati.
Il leggendario Sufjan Stevens. Guida per canzoni al musicista indipendente più creativo del millennio, oggi che compie 40 anni, per quel 99% di noi che non lo conosce.
Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt (tedesco), ha pubblicato un appello chiedendo che la Germania restituisca al museo il Vaso di Fiori, un quadro del pittore olandese Jan van Huysum che fu rubato dai nazisti nel 1943 e sparì. Il quadro ricomparve in Germania nel 1991, dopo l’unificazione. Da allora – si legge sul sito degli Uffizi – diversi intermediari hanno tentato più volte di mettersi in contatto con le autorità italiane chiedendo un riscatto per la restituzione: l’ultima volta che è successo la procura di Firenze ha aperto un’indagine. Schmidt chiede quindi che la Germania cancelli la prescrizione per le opere rubate durante la guerra e faccia in modo che esse possano tornare ai loro legittimi proprietari.
Il direttore degli Uffizi, tedesco, chiede che la Germania restituisca un quadro rubato dai nazisti.
In molte città d’Italia, da qualche settimana, le code fuori dalle ciclofficine e dai negozi di biciclette hanno raggiunto lunghezze simili a quelle che siamo ormai abituati a vedere fuori dai supermercati. La Stazione delle Biciclette, che ha due negozi di bici a Milano, ha raccontato al Post che nelle ultime due settimane di maggio ha venduto più di quanto fa solitamente in due mesi e che per riuscire a star dietro a tutte le richieste ha dovuto sospendere il servizio di riparazioni. Danilo Orefice, manager di Decathlon che si occupa del reparto ciclismo della catena di articoli sportivi, ha detto al Post che «non si è mai visto niente del genere». Le vendite sono triplicate e solo nella prima giornata di riapertura, il 18 maggio, sono state acquistate 11mila biciclette: «Stiamo vivendo ciò che è successo nel settore alimentare mesi fa: la bicicletta è diventata un bene di prima necessità». Una delle ragioni principali che hanno spinto così tante persone nei negozi di bici è il cosiddetto bonus mobilità, l’incentivo economico previsto dal decreto rilancio per chi acquista una bicicletta, anche elettrica, o veicoli come monopattini, hoverboard e Segway. Ma non c’è solo questo: lo stesso fenomeno infatti si sta verificando anche in zone del mondo dove non sono stati annunciati incentivi di alcun tipo. «Non avevo mai visto niente di anche solo lontanamente simile», ha detto un rivenditore di Brooklyn al New York Times e il Guardian ha scritto che, da quando sono state allentate le restrizioni, in Australia le biciclette «sono la nuova carta igienica».
Stiamo finendo le biciclette? i negozi non hanno mai visto così tanta domanda e i produttori hanno i magazzini vuoti: in Italia c'entra soprattutto il bonus mobilità, ma lo stesso sta succedendo anche in altre parti del mondo.
Sono stati annunciati i finalisti della 63esima edizione del World Press Photo, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955. Quest’anni sono stati presentati tutti i finalisti e non direttamente i vincitori (come accadeva fino a qualche anno fa), che saranno invece annunciati il prossimo 16 aprile in un’apposita cerimonia ad Amsterdam. Dall’anno scorso i premi più rilevanti sono diventati due: il tradizionale e storicamente più importante World Press Photo of The Year, e il World Press Photo Story of the Year, che premia il fotografo “la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenza fotografici, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2019”, premiando chi si prende il tempo per coprire una storia da diverse prospettive, esaminarla approfonditamente con creatività e impegno narrativo.
I finalisti del World Press Photo 2020. Tutte le foto che potrebbero vincere il più importante premio di fotogiornalismo al mondo.
La Federal Reserve (Fed) – la banca centrale degli Stati Uniti d’America – ha annunciato di avere alzato i tassi d’interesse dello 0,25 per cento. La decisione è stata presa dopo una riunione della Federal Open Market Committee, una commissione che gestisce le decisioni della Fed rispetto alle operazioni di mercato, iniziata ieri. Quella di oggi era l’ultima occasione per la Fed di alzare i tassi entro il 2015: il consiglio direttivo si riunisce ogni sei settimane circa. I tassi degli Stati Uniti non venivano alzati dal 2006, quindi da prima che uscisse il primo modello di iPhone, per dare un’idea: quasi tutti gli analisti si aspettavano un innalzamento dei tassi. La decisione è stata presa dalla commissione all’unanimità. Il Federal Funds Rate, il tasso d’interesse a cui le banche “normali” si scambiano denaro – depositato presso la Fed – è stato alzato dallo 0,25 per cento allo 0,5 per cento. In ogni caso si tratta di un innalzamento molto leggero. Nel comunicato rilasciato dalla Fed in seguito all’annuncio è scritto che ci saranno solamente altri «graduali» aumenti dei tassi se l’economia continuerà ad espandersi al ritmo previsto.
La Fed ha alzato i tassi d’interesse. Non accadeva dal 2006 e sono stati innalzati dello 0,25 per cento: cosa vuol dire e che conseguenze ha.
La sindaca di Roma Virginia Raggi e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris hanno ordinato la chiusura delle scuole – e di parchi e cimiteri – per domani, venerdì 13 dicembre, a causa del maltempo. Sono previsti temporali e «raffiche di tempesta e forti mareggiate lungo le coste» tirreniche. A Milano invece è prevista neve e il comune ha invitato i cittadini a usare i mezzi pubblici per limitare il traffico stradale.
A Roma e Napoli domani le scuole resteranno chiuse.
Tutte le statistiche e gli studi mostrano da anni che le persone sono online soprattutto negli orari di lavoro, sia che usino la rete per ragioni del lavoro stesso, sia che si distraggano nei tempi morti, sia che si distraggano troppo invece di lavorare. Le fasce orarie serali e del weekend hanno sempre registrato meno traffico su internet, e meno ancora quelle di “rush hour”, in cui gli utenti potenziali si stanno spostando da casa al lavoro e dal lavoro a casa. Ma le cose stanno cambiando da un po’ di tempo, e chi si occupa di internet sa che oggi sono cresciuti molto i numeri delle connessioni la sera – con una progressiva sostituzione, o associazione, della navigazione in rete alla visione della tv – e naturalmente quelle dagli apparecchi mobili, smartphone e tablet. Voi che guarderete queste belle fotografie ricadrete probabilmente in una di queste condizioni: ma in questo momento, in tutto il mondo milioni di persone stanno invece lavorando in contesti e professioni che escludono l’uso di internet. E sono protagoniste di queste belle fotografie.
Lavorare offline. Non tutti lavorano davanti a un computer e a internet, come voi: belle foto di chi fa "altro", in tutto il mondo.
I delitti del BarLume è una serie televisiva di genere “giallo” ispirata ai libri dello scrittore Marco Malvaldi: i due episodi che compongono la seconda stagione andranno in onda su Sky Cinema 1 l’11 e il 18 maggio alle 21.10. Le vicende del BarLume sono ambientate a Pineta, un’immaginaria città costiera della Toscana (le riprese sono state effettuate sull’isola d’Elba). Il protagonista della serie sarà nuovamente il barista e investigatore dilettante Massimo Viviani, interpretato dall’attore Filippo Timi. La prima stagione dei Delitti del BarLume è andata in onda nel 2013 sempre su Sky Cinema: ha ottenuto un buon successo di pubblico ed è stata paragonata da molti alla popolare serie televisiva del Commissario Montalbano (anche la casa di produzione delle due serie è la stessa, la Palomar); ma anche a Don Matteo, per il suo tono leggero “da fiction”. I due nuovi episodi durano un’ora e un quarto ciascuno e sono intitolati “La tombola dei troiai” e “La briscola in cinque”: sono tratti rispettivamente da un racconto pubblicato da Malvaldi nel 2013 e dal primo omonimo libro della saga del BarLume, di cui finora sono stati pubblicati cinque libri fra il 2007 e il 2014 dalla casa editrice Sellerio. Il regista dei due nuovi episodi è l’italiano Roan Johnson, che finora ha diretto fra gli altri i film 4-4-2 – Il gioco più bello del mondo e Fino a qui tutto bene.
Che cos’è “I delitti del BarLume”. La seconda stagione della serie tratta dai gialli di Marco Malvaldi va in onda da stasera su Sky Cinema.
Nella storia è successo più volte che moltissimi animali morissero in breve tempo, in alcuni casi arrivando all’estinzione di gran parte delle specie viventi. La più nota di queste estinzioni di massa fu quella che 66 milioni di anni fa portò alla scomparsa dei dinosauri, ma ce ne furono altre quattro di entità simile e altre ancora di dimensioni più ridotte. E ne è appena stata scoperta una nuova, annunciata da un articolo pubblicato sull’autorevole rivista Science: 19 milioni di anni fa, durante l’epoca chiamata Miocene, morì più del 90 per cento degli squali e sparì più del 70 per cento delle specie in cui all’epoca si dividevano questi pesci. A scoprirlo sono state Elizabeth C. Sibert, oceanografa e paleontologa dell’Università di Yale, e una sua più giovane collaboratrice, l’ittiologa Leah D. Rubin, e lo hanno fatto grazie a due grossi mucchi di fango.
19 milioni di anni fa gli squali se la videro brutta. L'oceanografa Elizabeth Sibert ha scoperto che a un certo punto del Miocene più del 70 per cento delle specie di squali si estinse.
Giovedì 22 ottobre è uscito il video di “Hello”, la nuova canzone di Adele, cantante 27enne inglese. È tratta dal nuovo disco, intitolato “25”, ed è la prima nuova canzone di Adele dal 2012. L’ultima canzone era stata il singolo “Skyfall”, creato come sigla di apertura dell’omonimo film di James Bond, per cui Adele aveva vinto l’Oscar per la miglior canzone. L’ultimo disco vero e proprio, invece, risaliva al 2011. L’uscita dell’album “25” era stata anticipata da un misterioso spot andato in onda nel Regno Unito il 18 ottobre in cui si potevano ascoltare circa trenta secondi di “Hello”, appunto. La data dell’uscita di “25” è stata – il 20 novembre – è stata confermata ufficialmente lo stesso giorno in cui è stato diffuso il video di “Hello”. Il video è stato girato nelle campagne attorno a Montreal dal regista canadese ventiseienne Xavier Dolan (Mommy, Tom at the Farm), che quest’anno era nella giuria del festival di Cannes, tra le altre cose.
“Hello”, la prima canzone tratta dal nuovo disco di Adele. C'è anche il video. L'album si chiamerà "25" ed esce il 20 novembre.
La pagina dei commenti del Corriere della Sera di martedì si apre con un corsivo di Paolo Beltramin su un argomento mediocre e sacrosanto insieme: la riflessione sulla serena inclinazione di tutti a fare battute sgradevoli e discriminatorie nei confronti del deputato di Forza Italia Renato Brunetta a proposito della sua altezza. Battute e attacchi che chiunque in linea di principio generale definirebbe inaccettabili – razzisti, di fatto, e persecutori di un tratto fisico: immaginateli applicati a qualunque altro essere umano uomo o donna – ma che nel dibattito pubblico italiano trovano estese indulgenze generali, e l’alibi particolare che Brunetta non ispiri molte simpatie: ma il razzismo e la discriminazione sono sdoganati con gli antipatici, o con chi “se le cerca”? «Vedremo cosa dirà il super nano Brunetta!». Al grido di Grillo, migliaia di «cittadini» sul pratone del Circo Massimo hanno reagito con una sonora risata. Profeti di «un nuovo modo di fare politica», anche i pentastellati si sono conformati a quella che è ormai una tradizione della scena politica: attaccare il capogruppo di Forza Italia perché colpevole di essere alto un metro e 43 centimetri. Celebre l’«energumeno tascabile» pronunciato da D’Alema nel 2008. Poi l’ex premier si scusò con un biglietto; la dalemiana Turco, invece, pensò bene di dare ragione al suo leader di riferimento: «Trovo che Massimo sia imbattibile sul piano dell’ironia. Brunetta non ha dimostrato una grande statura…». E Bindi chiosò: «D’Alema è stato quasi simpatico». Anche il centrodestra non si è mai risparmiato; da Storace: «Un ministro spilungone»; fino a Berlusconi, in spregio all’autocritica: «Simpatico Brunetta? Di certo non si può dire che sia alto!». E ancora, Bossi, con il suo stile inconfondibile: «Nano di Venezia, non devi rompere i c…». Perfino uno come Mario Monti non ha saputo resistere, ironizzando sull’«autorevolezza di un professore di una certa statura».
Perseguitare Brunetta si può? lo chiede Paolo Beltramin sul Corriere, mettendo in discussione che si possano fare battute sui tratti fisici quando uno "se le cerca".
Roberto Murolo era nato a Napoli cento anni fa, il 19 gennaio 1912. È considerato uno dei principali autori di musica napoletana e ha avuto uno straordinario successo dal secondo dopo guerra agli anni Sessanta. Una delle sue prime esibizioni è del 1933, a Ischia, dove cantò insieme insieme a Vittorio de Sica. Dal 1938 al 1946 si trasferì all’estero con i Mida Quartet, il gruppo vocale di cui faceva parte, e si mantenne cantando in locali e teatri. Tornò in Italia dopo la fine della guerra e iniziò la carriera solista. Recitò anche in alcuni film, tra cui Saluti e baci del 1953, con Nilla Pizzi e Yves Montand. (Vent’anni senza Yves Montand, Le foto e la storia di uno molto figo, rubacuori e gran cantante)
Il centenario di Roberto Murolo. Era nato il 19 gennaio 1912, e che lo conosciate dipende da quanti anni avete e dove vi trovate (niente doodle di Google, comunque).
Il sito Art of the Title, che si occupa di segnalare e commentare le migliori sequenze di titoli – di testa o di coda – di film e serie tv, ha selezionato le dieci migliori di quest’anno, scelte sulla base di criteri che premiano «l’originalità, l’inventiva, l’impatto, l’atmosfera, la rilevanza per il tema trattato e la tecnica». Sono tutti titoli di testa, con un’eccezione, e arrivano perlopiù da film e serie tv, tranne due che sono stati realizzati per delle grosse conferenze.
I migliori titoli di testa del 2018. Di film e serie tv, ma anche di due conferenze, scelti come ogni anno dal sito “Art of the Title”.
Deutsche Bank, la più importante banca tedesca, dovrà pagare negli Stati Uniti una multa di 70 milioni di dollari (56 milioni di euro) per aver cercato di manipolare un tasso di interesse sul quale sono indicizzati dei prodotti derivati in dollari. L’autorità che negli Stati Uniti regola il mercato finanziario, la Commodity Futures Trading Commission (CFTC), ha fatto sapere che gli operatori della banca tedesca sono accusati di aver cercato di manipolare tra il 2007 e il 2012 il tasso di riferimento ISDAFIX e di aver diffuso false notizie per nascondere queste manovre. L’ISDAFIX (International swaps and derivatives association fix) viene usato dai trader per stabilire i prezzi di swap, ossia dei derivati utilizzati per gestire il rischio degli investitori nei movimenti dei tassi di interesse. «Questa decisione riflette l’impegno e la vigilanza permanente di CFTC nella protezione di coloro che confidano nell’integrità dei tassi di riferimento nel mondo finanziario», ha commentato James McDonald, uno dei responsabili dell’agenzia. «Non possiamo tollerare la manipolazione», ha aggiunto. Già altre banche sono state multate da CFTC per aver cercato di manipolare l’ISDAFIX: Royal Bank of Scotland nel 2017 (che ha pagato 85 milioni di dollari), Citibank e Goldman Sachs nel 2016 (250 milioni e 120 milioni) e Barclays nel 2015 (115 milioni).
Deutsche Bank dovrà pagare negli Stati Uniti una multa di 70 milioni di dollari per aver cercato di manipolare un tasso di interesse.
La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti richiederà anni di studi – politici e sociologici – per essere compresa nella sua interezza. Gli articoli e le analisi pubblicate sui giornali negli ultimi giorni dimostrano l’enorme complessità del tema, e al tempo stesso il rischio di ridurlo a stereotipi o a chiacchiere da bar: hanno prevalso gli stupidi, ha vinto il malcontento generale, hanno votato solo i bianchi, è colpa dei giornalisti, dei social network e via discorrendo. La vittoria di Trump è queste cose e molto altro, eppure un cospicuo numero di analisi si sta concentrando sul ruolo di Facebook e sulla sua incapacità di tenere sotto controllo le notizie false condivise dai suoi utenti durante la campagna elettorale, che avrebbero favorito almeno in parte l’elezione di Trump, a scapito di Hillary Clinton. Il tema è discusso da tempo ed è legato al cosiddetto fenomeno della “democrazia post-fattuale“, che finora aveva avuto in Brexit il caso più emblematico. Le notizie false su Facebook Il problema delle notizie false su Facebook esiste da tempo e da prima della candidatura di Donald Trump nel luglio del 2015, ma è diventato ancora più significativo e rilevante negli ultimi mesi con la proliferazione di siti che hanno pubblicato bufale di ogni tipo, quasi sempre contro Clinton. Secondo Olivia Solon del Guardian, la quantità di “false notizie e disinformazione ha interessato le elezioni del 2016 su una scala senza precedenti” a tal punto da sostenere che: “Invece di mettere in contatto le persone – l’obiettivo spesso enfatizzato da Facebook – l’aspra polarizzazione sul social network negli ultimi 18 mesi suggerisce che Facebook stia avendo un ruolo nel dividere il mondo”.
Trump ha vinto grazie a Facebook? se lo stanno chiedendo in molti, discutendo del ruolo del social network nella grande diffusione di notizie false – soprattutto su Hillary Clinton – durante la campagna elettorale.
Gemini Man, il nuovo film di Ang Lee, è nei cinema da ieri ed è presentato come un film in cui Will Smith, il protagonista, «è pronto a dare battaglia a se stesso». In senso quasi letterale: Smith, infatti, interpreta un sicario 51enne, Henry Brogan, che si deve confrontare contro Junior, un suo clone che ha 23 anni. Gemini Man ha avuto più critiche che apprezzamenti, ma si è fatto molto notare per la tecnica usata per far recitare il Will Smith del 2019, che ha 51 anni, con una sua versione più giovane, creata in digitale. È una cosa che già era stata fatta in passato, ma mai così: Junior, infatti, c’è in molte scene del film e in diverse di queste recita accanto a Henry. Per farlo, Gemini Man ha investito milioni di dollari e sperimentato tecniche mai usate prima, alzando l’asticella di quello che si può ottenere con il ringiovanimento digitale: una cosa che vedremo – e di cui parleremo – sempre di più. Del film ci dimenticheremo tra qualche mese, al massimo qualche anno; della tecnica, con ogni probabilità, no. «Creare un credibile essere umano sintetico è la più difficile tra le stregonerie degli effetti speciali», ha scritto Hollywood Reporter. Hollywood però ci prova da più di un decennio: un caso molto noto è quello di Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button, che nel 2009 vinse l’Oscar per i migliori effetti speciali. Poi, solo negli ultimi anni, è stato fatto con Samuel L. Jackson in Capitan Marvel, con Robert Downey Jr. in Avengers: Endgame, con Arnold Schwarzenegger in Terminator: Genisys, con Anthony Hopkins in Westworld e con Johnny Depp in Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar. Il ringiovanimento digitale è stato usato anche da Martin Scorsese per far apparire delle versioni più giovani dei personaggi interpretati in The Irishman da Al Pacino, Joe Pesci e De Niro (che dopo essersi visto ha detto al responsabile del ringiovanimento: «Mi hai appena dato altri trent’anni di carriera»).
Una cosa che vedremo sempre di più. Il ringiovanimento digitale è una tecnica sempre più usata ed efficace, che però non piace a tutti e ha molte complicate implicazioni, non solo per il cinema.
Lunedì 19 aprile entreranno in vigore i nuovi colori delle regioni, che determinano le restrizioni sui movimenti a causa della pandemia da coronavirus. La Campania passerà dalla zona rossa a quella arancione, mentre tutte le altre regioni manterranno l’attuale colore: le uniche regioni in zona rossa saranno quindi Valle d’Aosta, Sardegna e Puglia. Nessuna regione sarà in zona gialla o bianca: secondo quanto stabilito dal decreto legge approvato dal governo il primo aprile, infatti, anche per le regioni in zona gialla si applicano fino a fine mese le stesse misure della zona arancione.
I colori delle regioni da lunedì 19 aprile. La Campania passerà in zona arancione e le uniche regioni in zona rossa saranno Valle d'Aosta, Sardegna e Puglia.
Andrea Galli del Corriere della Sera ha incontrato Massimo Tartaglia, l’uomo che il 13 dicembre del 2009 ferì l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi colpendolo con una statuetta al termine di un comizio a Milano. Tartaglia, che si trova adesso in libertà vigilata, era stato accusato di lesioni pluriaggravate ed era stato assolto per incapacità di intendere e di volere nel giugno 2010. Da allora ha iniziato a frequentare una comunità terapeutica a San Colombano al Lambro. Il ritorno sul luogo del delitto è così candidamente confessato e così costante nel tempo da non far più paura se non anzi, com’è forse giusto che sia, da rivelarsi innocente. Ogni sabato e ogni domenica Massimo Tartaglia ha il permesso di evadere dalla libertà vigilata, di salire a Milano, sulla corriera dei pendolari, e una volta qua in città di scegliere dove stare, cosa fare. Lui dice che sempre, tra la Galleria e il corso, finisce seduto ai cinema del centro, sulle poltroncine dell’Odeon o dell’Apollo è lo stesso. Ma prima ancora Tartaglia si ferma in piazza Duomo. Cammina, guarda. Va in solitaria.
Massimo Tartaglia, tre anni dopo. Il Corriere della Sera racconta che ne è stato dell'uomo che ferì l'allora PresdelCons colpendolo con una statuetta al termine di un comizio a Milano.
Molti utenti di Facebook stanno avendo dei problemi a pubblicare post. A differenza di altri casi in cui Facebook ha avuto dei malfunzionamenti, il sito non risulta “down”, cioè non è irraggiungibile: si carica correttamente, e i problemi si limitano alla pubblicazione dei post. Le segnalazioni hanno cominciato ad arrivare intorno alle 13 italiane, e sono aumentate velocemente fino a dopo le 14. Per la maggior parte arrivano dall’Europa e dagli Stati Uniti.
Molti utenti stanno avendo problemi a pubblicare post su Facebook.
Tradizionalmente impersonali e poco confortevoli, le preoccupazioni portate dalla pandemia stanno spingendo a riprogettarne gli spazi per renderli più accoglienti È quello alla fondatrice di Theranos, Elizabeth Holmes, che promise un sistema rivoluzionario per le analisi del sangue che non ha mai funzionato
Chi sono i mercati. Pietro Ichino risponde a Michele Serra e prova a spiegare chi sono, che cosa vogliono e a chi rispondono i mercati finanziari, "questa entità metafisica".
Anders Jonas Ångström, uno dei più importanti fisici del Diciannovesimo secolo, nacque oggi 200 anni fa: gli studi di Ångström, fisico svedese, sono considerati fondamentali nell’analisi del magnetismo e della spettroscopia – l’analisi del modo in cui la luce si riflette o viene assorbita dagli oggetti – di cui è considerato il fondatore. Ångström nacque a Lögdö, in Svezia, il 13 agosto 1814, quindi esattamente 200 anni fa, e oggi Google ne celebra il duecentesimo anniversario di nascita con un doodle. È considerato, secondo la precisa definizione che ne dà l’enciclopedia Treccani, “il fondatore della moderna spettroscopia di precisione”. Anders Jonas Ångström frequentò l’università di Uppsala, dove si laureò e cominciò anche a insegnare nel 1839; nel 1842 fu scelto come responsabile dell’osservatorio astronomico. Quando nel 1858 ottenne la cattedra di fisica, sempre a Uppsala, cominciò a lavorare agli studi che lo avrebbero reso più noto: quelli sulla luce e la spettroscopia. Ad Ångström interessava soprattutto tutto ciò che emette luce, come una scintilla elettrica o il Sole. Con i suoi studi scoprì, ad esempio, che una scintilla elettrica emette luce con due lunghezze d’onda diverse: una per emessa dal metallo dell’elettrodo e l’altra causata dal gas in cui passa la luce stessa. Scoprì anche che la luce emessa da un gas reso incandescente ha alcune proprietà in comune la luca che quello stesso gas assorbe. Utilizzando questo principio, Ångström scoprì che poteva analizzare la composizione di un corpo che emette luce studiando la luce stessa che emette. Nel 1862, grazie a questa scoperta, scoprì che l’atmosfera del sole contiene idrogeno.
Anders Jonas Ångström, la scienza dei colori. Un importante fisico svedese – considerato il fondatore della spettroscopia moderna – nacque oggi 200 anni fa.
Derek Walcott, poeta e drammaturgo santaluciano e premio Nobel per la Letteratura nel 1992, è morto oggi a Cap Estate, sull’isola di Santa Lucia, a 87 anni. Il suo lavoro più famoso è Omeros, un poema epico di 300 pagine pubblicato nel 1990, che traspone la storia e i personaggi dell’Odissea di Omero a Santa Lucia, tra pescatori e un autista di taxi, ripercorrendo allo stesso tempo la storia del colonialismo e la tratta degli schiavi nei Caraibi. William Grimes lo racconta sul New York Times dicendo che la sua «poesia di metafore intricate ha catturato la bellezza fisica dei Caraibi, l’eredità del colonialismo e le complessità di vivere e scrivere in due mondi culturali». L’opera di Walcott ruota soprattutto attorno alla definizione dell’identità caraibica e del suo denso e difficile multiculturalismo: lui stesso veniva da una famiglia di origini africane ed europee, come racconta nella poesia The Schooner Flight.
È morto Derek Walcott. Aveva raccontato l'identità dei Caraibi, tra raccolte di poesie, opere teatrali e una trasposizione dell'Odissea: e ci vinse il Nobel.
La prima libreria italiana che si chiamò Libraccio aprì nel 1979 in via Corsico a Milano: era stata l’idea di quattro ragazzi poco più che ventenni, che si erano conosciuti al mercatino dei libri usati di largo Richini, davanti all’Università Statale. Sono passati 36 anni e oggi Libraccio è la più grande catena di libri usati e scolastici in Italia. È di proprietà di 16 soci tra i quali ci sono ancora i quattro fondatori, Pietro Fiechter, Tiziano Ticozzelli, Silvio Parodi ed Edoardo Scioscia. Formalmente Libraccio è una holding che controlla varie società: comprende 32 librerie sparse per l’Italia (principalmente nel nord), una società di distribuzione che si chiama DMB (Distribuzione Monza Brianza), dieci società operative tra le quali la casa editrice Libraccio Editore, una quota del 5,2 per cento nella società di librerie IBS e partecipazioni al 50 per cento in Libraccio Outlet, Galla 1880 Srl Vicenza, Librerie Margaroli Srl Verbania. Oltre alle librerie, la holding ha altri tre marchi, nati da partnership: Galla + Libraccio a Vicenza (la libreria Galla è una delle librerie indipendenti più antiche d’Italia), Magaroli + Libraccio a Verbania e più recentemente la joint venture tra Libraccio e Messaggerie Libri per la gestione degli Ibs bookshop, le librerie che in alcune città portano infatti la denominazione Ibs+Libraccio (IBS, società di vendita di libri online, che aveva successivamente acquisito dei punti vendita fisici, appartiene al gruppo editoriale GEMS). La catena di librerie è indipendente, nel senso che non è controllata da nessun editore o gruppo maggiore. Libraccio decide le strategie generali, ma le varie librerie hanno una gestione autonoma, essendo controllate da società della holding che a loro volta gestiscono da una a un massimo di cinque librerie (per esempio tutte quelle della Liguria): in questo il modello è molto diverso per esempio da quello della catena Feltrinelli, gestita in modo molto più omogeneo e centralizzato. Le librerie, infatti, sono molto diverse fra loro: alcune, come l’outlet di Parma o la sede di via santa Tecla di Milano, sono molto grandi e hanno un approccio molto più commerciale; altre sono librerie storiche – come Catullo a Verona o Noseda a Como – comprate da Libraccio quando erano a rischio di chiusura. Le librerie Libraccio sono specializzate nella vendita di libri scolastici e universitari, ma trattano anche romanzi, saggi, fumetti di diffusione generale, oltre a cd, dvd, vinili e articoli di cancelleria.
La storia del Libraccio. Dai mercatini di libri usati degli anni Settanta alla più importante catena di libri scolastici e usati.
Un gruppo di ricercatori della Columbia University ha forse trovato la prima luna fuori dal nostro sistema solare (“esoluna”), in orbita intorno a un pianeta grande più o meno quanto Giove a 4mila anni luce da noi. Le lune sono corpi celesti molto comuni dalle nostre parti e con forme e caratteristiche molto diverse, mentre la loro presenza non è stata mai confermata con certezza oltre i confini del sistema solare. La scoperta dovrà essere approfondita nei prossimi mesi e per ora i ricercatori e gli altri astronomi sono molto cauti. La possibile esoluna è stata scoperta osservando i dati forniti da Kepler, il telescopio spaziale della NASA che negli ultimi anni ha permesso di scoprire migliaia di esopianeti in orbita intorno a sperdute stelle nella galassia. Kepler non osserva direttamente i pianeti, troppo distanti e piccoli (astronomicamente parlando) per potere essere identificati, ma rileva le variazioni nella luminosità delle stelle dovute al passaggio dei pianeti davanti a loro (transito). Quando un pianeta transita davanti alla stella intorno a cui orbita, porta a una momentanea riduzione della luminosità apparente per chi la sta osservando a distanza: misurando l’intensità e la frequenza della variazione della luce, Kepler può determinare se il cambiamento è dovuto al passaggio del pianeta o al comportamento della stella. Questo metodo consente anche di ipotizzare dimensioni e caratteristiche dei pianeti scoperti.
Forse abbiamo trovato la prima esoluna. Cioè una luna in orbita intorno a un pianeta fuori dal nostro sistema solare, a 37,8 milioni di miliardi di chilometri da noi.
Nel corso degli ultimi anni, molte società statunitensi hanno segnalato di avere subito attacchi informatici provenienti dalla Cina, tesi a sottrarre informazioni sui loro prodotti, sugli assetti societari e sui loro segreti industriali. Il fenomeno negli ultimi mesi si è ulteriormente intensificato e ha interessato anche le reti interne di alcuni grandi giornali, come il Wall Street Journal e il New York Times, che di recente ha pubblicato un articolo per raccontare ai propri lettori un’intrusione molto estesa nei propri sistemi informatici. Le autorità statunitensi sono consapevoli dei continui attacchi e altrettanto lo sono molte società specializzate in sicurezza informatica, a partire da Mandiant, che martedì 19 febbraio ha pubblicato un rapporto molto dettagliato sui principali sospettati per gli attacchi informatici dalla Cina verso diversi paesi occidentali, soprattutto verso gli Stati Uniti. Come racconta in un lungo articolo il New York Times, che nei giorni scorsi ha avuto la possibilità di vedere in anteprima il rapporto e di fare alcuni controlli incrociati, nella periferia di Shanghai c’è un edificio di dodici piani in cui si sospetta sia operativa una unità di hacker dell’esercito cinese. Il palazzo viene chiamato “Unità 61398” ed è di proprietà dell’Esercito Popolare di Liberazione, il nome ufficiale delle forze armate in Cina. Questa particolare divisione è ormai una vecchia conoscenza dell’intelligence statunitense: secondo il rapporto di Mandiant e diversi altri esperti di sicurezza, i suoi componenti sarebbero stati gli autori dei recenti attacchi informatici contro le società statunitensi.
“Unità 61398”. La storia del palazzo di 12 piani a Shanghai da cui - sembra - partono i grandi attacchi informatici contro siti Internet e società americane.
Ormai sappiamo tutti che Facebook non è cool. E però per qualche ragione è più popolare che mai. Mercoledì la società ha annunciato che la sua crescita continua ad accelerare, non solo nei semplici numeri degli utenti, ma anche nella quantità di uso del servizio. Ogni giorno, ha detto Mark Zuckerberg, il 63% degli 1,28 miliardi di utenti di Facebook accede al sito. E la quota di utenti che lo usa almeno sei giorni alla settimana ha superato il 50%. Come è possibile che Facebook diventi più attraente ogni giorno che passa, invece che meno? È possibile, perché Facebook sa cosa ti piace, ed è sempre più bravo a capirti continuamente.
Come Facebook ci tiene su Facebook. Will Oremus racconta su Slate la versione di Facebook sugli interventi che hanno irritato tanti utenti e che però "funzionano".
Facebook ha speso più di 50 milioni di dollari in contratti con editori e personaggi famosi per incentivarli a utilizzare il suo nuovo servizio per trasmettere i video in diretta, all’interno del suo social network. La notizia è stata diffusa dal Wall Street Journal che ha ottenuto i documenti su alcuni di questi accordi, per lo più riservati, che nel complesso riguardano quasi 140 organizzazioni di vario tipo, attive soprattutto nel campo dell’informazione e dell’intrattenimento. Tra i soggetti interessati ci sono grandi testate come New York Times, CNN, Huffington Post e Vox Media, e personaggi famosi come Gordon Ramsay, Deepa Chopra, Kevin Hart e il quarterback Russell Wilson. L’articolo del WSJ conferma quanto era già emerso negli ultimi mesi sulle iniziative avviate da Facebook per incentivare l’uso del suo servizio “Live”. Il social network aveva confermato al Post di avere avviato sperimentazioni con diverse testate, ma a domande più dirette circa l’esistenza di finanziamenti e incentivi economici per le dirette una sua portavoce aveva risposto in modo piuttosto evasivo con un: “Non abbiamo altri dettagli da aggiungere”. Testate italiane coinvolte nell’iniziativa, come quelle del Gruppo Espresso, avevano confermato di avere stretto un accordo con Facebook, specificando comunque che non prevedesse “contropartite economiche”.
Facebook ha dato ai siti di news 50 milioni di dollari per i suoi Live. Lo scrive il Wall Street Journal, che ha ottenuto i documenti che lo provano.
Il Corriere della Sera ha pubblicato una registrazione audio in cui si sentono alcuni estratti di conversazioni registrate in diversi momenti degli ultimi anni da un detenuto marocchino, Rachid Assarag. Le registrazioni sono state rese pubbliche dall’associazione “A buon diritto“, e prima che le riprendesse il Corriere sono state trasmesse da Radio Radicale. Nelle registrazioni si sentono agenti e personale penitenziario che ammettono di aver picchiato Assarag e, parlando con lui, dichiarano e menzionano diversi problemi dei carceri italiani. LaPresse scrive che Assarag ha quarant’anni e sta scontando una condanna a 9 anni e quattro mesi per violenza sessuale: dal 2009 a oggi è stato trasferito in undici diverse carceri. Il Corriere scrive che Assarag è da un mese in sciopero della fame e ha finora perso 18 chili.
Un detenuto ha registrato le guardie carcerarie che ammettono di averlo picchiato. La registrazione è stata pubblicata da Radio Radiocale e dal Corriere della Sera.
Il 5 giugno per ISBN esce Atlante dei Mondiali, a cura di Massimo Coppola. Il libro racconta venti coppe del mondo con il contributo di 22 autori. Sul Post potete leggere il primo capitolo, scritto da Mario Desiati, sui primi mondiali della storia, in Uruguay nel 1930, e sull’uomo che arbitrò la prima finale. Per chi vuole conoscere un po’ del libro e dei suoi autori, l’Atlante sarà presentato a Milano il 3 giugno, alle 19 alla libreria Open di viale Monte Nero 6, e a Roma sabato 7 giugno, alle 19.00 allo Spazio Fandango Incontro in via dei Prefetti 22.
I primi Mondiali della storia, e il loro arbitro. La più disorganizzata manifestazione calcistica di tutti i tempi raccontata nel primo capitolo del nuovo Atlante dei Mondiali di ISBN.
Il co-fondatore e CEO di Apple, Steve Jobs, ha annunciato ieri – prima al consiglio di amministrazione e poi ai dipendenti di Apple – che usufruirà nuovamente di un congedo per malattia, così da potersi concentrare sulla sua salute. Per questo ha lasciato la guida delle operazioni al suo vice, Tim Cook, mentre lui sarà coinvolto soltanto nelle decisioni strategiche più importanti. Jobs ha una storia medica piuttosto travagliata. Nel 2004 scopre di avere un tumore al pancreas, si parla di un insulinoma: si assenta dal lavoro per due mesi, durante i quali è sostituito da Tim Cook, e poi torna in azienda, guarito e apparentemente in buona salute. Solo che le terapie contro il cancro gli hanno fatto contrarre il diabete, da qui la necessità di una terapia a base di insulina per bilanciare gli scompensi del suo metabolismo. Intanto Jobs appare sempre più magro e all’inizio del 2009 diffonde un comunicato stampa per dire che “uno scompenso ormonale” gli fa bruciare più energie del normale, impedendogli di “prendere peso”. Qualche giorno dopo, però, Jobs annuncia un nuovo congedo per malattia, visto che i suoi problemi di salute sono “più complicati di quanto si pensava”. Torna solo a giugno del 2009, dopo aver subito un trapianto di fegato.
Steve Jobs deve dire che cosa ha? la stampa statunitense si divide sulla scelta del CEO di Apple, società quotata in borsa, di non dare informazioni sulla propria salute.
Il libro Art + Fashion: Collaborations and Connections Between Icons raccoglie le migliori collaborazioni tra artisti e esperti di moda, di questo secolo e di quello scorso. Il libro è curato dagli studiosi di storia della moda E. P. Cutler e Julien Tomasello. Una delle immagini più riuscite e famose citate dal libro fu scattata dal fotografo Melvin Sokolsky alla modella Simone D’Aillencourt in una bolla sulla Senna, a Parigi, per il servizio fotografico del numero di Harper’s Bazaar del marzo 1963: il Victoria & Albert Museum, un prestigioso museo di Londra, l’ha giudicata l’immagine di moda più iconica degli ultimi cento anni. Ma nel libro ci sono anche le foto della collaborazione tra il regista Tim Burton e il fotografo di moda Tim Walker per il numero intitolato Tales of the Unexpected (dal nome di una raccolta di racconti dello scrittore Roald Dahl, quello de “La Fabbrica di cioccolato”) dell’edizione britannica di Vogue del dicembre 2008. E c’è il negozio-installazione artistica di Prada nel deserto del Chihuahua, in Texas, realizzato dagli artisti Elmgreen & Dragset.
Le migliori collaborazioni di sempre tra artisti e stilisti. Le ha scelte e raccontate un nuovo libro, ci sono Tim Burton per Vogue e una modella in una bolla galleggiante sulla Senna, nel 1963.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 1.851 nuovi casi di contagio da coronavirus e 19 decessi, per un totale di 314.861 casi e 35.894 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono 3.327 (8 in più rispetto a ieri), di cui 280 nei reparti di terapia intensiva (ieri erano 271). Sono stati inoltre analizzati 105.564 tamponi e testate 62.360 persone: è risultato positivo un tampone ogni 57. Il maggior numero di contagi è stato registrato in Campania (287). Seguono Lazio (210), Lombardia (201), Piemonte (170), Sicilia (170), Veneto (155) e Toscana (120). Le province in cui è stato accertato il numero maggiore di casi sono Napoli (243), Roma (168), Torino (78), Palermo (74), Milano (58), Caserta (49), Treviso (42), Genova (38), Perugia (38), Trento (37), Verona (36), Firenze (36).
I dati sul coronavirus di oggi, mercoledì 30 settembre.
Nella sera di lunedì 21 dicembre a Cape Canaveral in Florida (in Italia erano le 2:30 circa del 22 dicembre), l’azienda spaziale privata SpaceX del miliardario Elon Musk è riuscita a fare atterrare un suo razzo Falcon 9, dopo essere stato lanciato verso l’orbita terrestre per il trasporto di 11 piccoli satelliti. È la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale che viene ottenuto un risultato di questo tipo, fondamentale per dimostrare che si possono creare razzi sicuri e riutilizzabili per i lanci. Questo metodo permette un notevole risparmio di denaro; come richiesto dalla NASA, che ha commissionato a SpaceX diverse missioni nei prossimi anni. Per SpaceX il lancio era molto importante perché arrivava ad alcuni mesi di distanza dal fallimento dello scorso giugno, quando un altro Falcon 9 esplose poco dopo la sua partenza dalla rampa (e gli altri fallimenti, per quanto promettenti, di gennaio e di aprile). Il nuovo lancio è avvenuto alle 20:33, ora locale, come previsto: il primo stadio del razzo si è comportato normalmente e in seguito si è separato dallo stadio superiore, che ha continuato a trasportare i satelliti verso l’orbita. Il primo stadio, intanto, si è capovolto e ha iniziato a rallentare per il suo rientro verso il suolo. I piccoli razzi di posizione hanno corretto la sua traiettoria e a quasi 10 minuti dalla sua partenza è tornato a Cape Canaveral, in un grande spiazzo allestito per il suo atterraggio.
SpaceX ce l’ha fatta. Dopo molti tentativi, l’azienda spaziale del miliardario Elon Musk è riuscita a mandare un razzo in orbita e farne atterrare una parte in sicurezza.
Il musicista e attore Gino Santercole è morto venerdì di infarto: aveva 77 anni. Il nome di Santercole è legato principalmente a quello di Adriano Celentano (di cui era nipote, pur avendo solo due anni di meno): fece parte della band I Ribelli, che accompagnava Celentano a inizio carriera, e per lo zio scrisse la musica di alcune delle sue canzoni più conosciute, come “Una carezza in un pugno” e “Svalutation”. Santercole recitò inoltre in diversi film ricoprendo ruoli secondari, tra cui anche Il Gattopardo.
È morto il musicista Gino Santercole, conosciuto per la sua collaborazione con Adriano Celentano.
È arrivata la neve anche a Milano, dopo giorni di freddo e temperature sotto lo zero in tutta Italia e buona parte d’Europa. Le scuole sono rimaste aperte, gli spargisale sono al lavoro, le metro e i mezzi di superficie funzionano regolarmente – eventuali rallentamenti sono segnalati da ATM su Twitter – mentre ci sono disagi per chi viaggia in treno a causa del ghiaccio (qui trovate informazioni su cancellazioni e ritardi). Dopo che i giornali e i social network sono stati straripati di immagini imbiancate – sul Post abbiamo raccolto le più belle da Roma, Napoli e Venezia, e dall’Italia in generale – finalmente anche chi si è svegliato a Milano ha potuto pubblicare foto di vedute, parchetti, grattacieli, strade, palme e i fotogenici tram gialli, mezzi innevati. Probabilmente con meno entusiasmo si sono messi al lavoro anche i fotografi delle agenzie – o magari no, magari con la neve si divertono a lavorare, di mattina presto e al gelo, anche loro. Domani il meteo sarà così, nel frattempo non preoccupatevi troppo, potete anche prendere freddo.
Le foto della neve a Milano. Il Duomo, le palme, Parco Sempione, Chinatown e i tram gialli, tutto mezzo bianco.
Mercoledì il Consiglio di amministrazione di Stefanel, storica azienda veneta di moda, ha rinunciato alla procedura di concordato preventivo con riserva, che aveva ottenuto a gennaio, e non presenterà quindi alcun piano di risanamento entro il 14 giugno, il termine previsto. Il cda ha deciso di avviare le procedure per l’amministrazione straordinaria dichiarando uno stato di insolvenza. Le ragioni sono, ha spiegato in una nota, «la mancata definizione di un accordo con i propri stakeholders, l’attuale assenza di altri interlocutori interessati a supportare la società nella formalizzazione dell’ipotizzata proposta concordataria e l’impercorribilità di ipotesi autonome di rafforzamento patrimoniale e ristrutturazione dell’indebitamento complessivo». Sempre nel pomeriggio di mercoledì sono stati sospesi tutti i titoli di Stefanel in borsa. A settembre 2018 Stefanel aveva dichiarato una perdita di 20,9 milioni di euro e un patrimonio netto di 7,5 milioni, a dicembre aveva chiesto l’accesso al concordato preventivo, che aveva ottenuto a gennaio. La crisi riguarda 60 dipendenti della sede centrale, che si trova a Ponte di Piave in provincia di Treviso, e il personale nei negozi in tutta Italia. L’azienda è detenuta dai due fondi Oxy Capital e Attestor, mentre Giuseppe Stefanel, figlio del fondatore Carlo, ne controlla il 16,4 per cento.
Stefanel ha rinunciato al concordato preventivo e sospeso i titoli in Borsa.
Sul numero di IL di gennaio, uscito giovedì con il Sole 24 Ore – il direttore Christian Rocca racconta di essere andato a Londra per conoscere e chiedere al finanziere italiano Davide Serra «che cosa propone realmente per il nostro paese». Di Davide Serra si è parlato molto in Italia perché ha appoggiato e sostenuto Matteo Renzi già alle primarie del 2012 e per le polemiche dovute al fatto che gestisca da Londra l’hedge fund Algebris con sede nelle isole Cayman (ma paga tutte le tasse nel Regno Unito, scrive Rocca). Sono andato a Londra a conoscere Davide Serra, il finanziere italiano amico e sostenitore di Matteo Renzi, un piccolo imprenditore della finanza e un investitore istituzionale molto rispettato nella City, ma descritto come l’uomo nero negli ambienti dell’es- tablishment politico, giornalistico e culturale italiano, in particolare in quello vicino al mondo Pci-Pds-Ds e in una parte del Partito Democratico.
Cosa pensa Davide Serra. Christian Rocca ha incontrato a Londra il finanziere italiano che ha sostenuto Matteo Renzi – quello del "caso Cayman" – e gli ha chiesto cosa farebbe dell'Italia.
Albert Einstein non ha evidentemente bisogno di presentazioni. Scienziato rivoluzionario, icona pop, è stato omaggiato e ricordato un numero innumerevole di volte. L’autore scientifico e agente letterario John Brockman ha cercato di mettere insieme una testimonianza in qualche modo definitiva sullo scienziato tedesco, chiedendo a ventiquattro grandi scienziati contemporanei di scrivere qualcosa riguardo a lui: come lo vedono, cosa ha significato per loro, come ha cambiato le loro vite. Il libro si chiama “Einstein secondo me”, è edito da Bollati Boringhieri ed è uscito oggi in libreria. L’introduzione di John Brockman Quasi tutti i lettori conosceranno già piuttosto bene Albert Einstein, di cui abbiamo celebrato il centenario nel 2005. Non si tratta del centenario della nascita ma di quello del suo annus mirabilis, durante il quale pubblicò cinque articoli che modificarono per sempre la nostra percezione della realtà.
Einstein secondo loro. Ventiquattro grandi scienziati contemporanei raccontano come il fisico tedesco ha cambiato le loro vite.
Il governatore dell’Arizona Doug Ducey ha sospeso i test di Uber con le auto che si guidano da sole dopo l’incidente del 18 marzo vicino a Phoenix. Ducey era sempre stato molto favorevole alla sperimentazione di auto che si guidano da sole in Arizona e poche settimane fa aveva anche dato il via libera alla possibilità di sperimentarle su strada senza una persona al volante per i casi di emergenza. Le prime indagini sull’incidente di Phoenix, in cui una donna è stata uccisa da un’auto che si guida da sola di Uber, hanno mostrato che i test di Uber avevano più problemi rispetto a quanto dichiarato e che le sue auto non fossero ancora completamente sicure. Un video dell’incidente diffuso dalla polizia, inoltre, ha mostrato che la persona che era sull’auto e che sarebbe dovuta intervenire in caso di emergenza si era distratta poco prima dell’incidente (anche se è improbabile che avrebbe potuto evitarlo). Dopo l’incidente, Uber aveva già sospeso tutti i suoi test con auto che si guidano da sole negli Stati Uniti.
L’Arizona ha sospeso i test di Uber con le auto che si guidano da sole. Il governatore dello stato Doug Ducey ha cambiato idea sui test dopo l'incidente del 18 marzo, in cui è morta una persona.
Il produttore statunitense di giocattoli Hasbro ha fatto un’offerta per acquisire la sua azienda rivale Mattel: un eventuale accordo porterebbe alla creazione di una delle più grandi aziende di giocattoli al mondo. La notizia è stata diffusa dal Wall Street Journal sulla base di alcune fonti interne ad Hasbro, che avrebbe fatto la sua proposta da pochi giorni e che deve quindi essere perfezionata. Mattel è da tempo in difficoltà economiche e un accordo con Hasbro potrebbe consentirle di rilanciare le proprie attività. Il settore dei giocattoli tradizionali ha subìto gli effetti della crisi economica e del successo dei giochi digitali, per questo secondo gli analisti un’acquisizione potrebbe rafforzare entrambi i marchi.
Hasbro vuole comprare Mattel. Lo dice il Wall Street Journal, un eventuale accordo farebbe nascere una delle più grandi aziende di giocattoli al mondo.
Domenica i ministri della Salute e dell’Interno hanno emanato una nuova ordinanza che irrigidisce i precedenti divieti sugli spostamenti approvati dal governo la scorsa settimana per contenere l’epidemia da coronavirus (SARS-CoV-2), e in particolare specifica che non ci si può spostare tra comuni diversi. L’ordinanza dice che da oggi, e fino all’approvazione di un nuovo decreto sull’argomento:
C’è una nuova ordinanza che irrigidisce i divieti sugli spostamenti. Arriva dai ministri dell'Interno e della Salute, e proibisce di andare da un comune all'altro tranne che per lavoro, salute o “assoluta urgenza”.
Il 25 maggio del 1961 l’allora presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, tenne uno storico discorso davanti al Congresso, in cui annunciò che “entro la fine di questo decennio, porteremo l’uomo sulla Luna e lo riporteremo indietro al sicuro sulla Terra”. Nel luglio di otto anni dopo l’impegno fu mantenuto: Neil Armstrong scese la scaletta del modulo lunare dell’Apollo 11 mettendo piede per la prima volta su un corpo celeste diverso dalla Terra nella storia dell’umanità. Rispetto ad allora, le attuali missioni spaziali sono simbolicamente meno ambiziose e fanno meno scalpore, ma hanno spesso un’importanza scientifica con pochi precedenti e alcune sono considerate i primi passi verso un ritorno delle grandi esplorazioni con esseri umani dello Spazio, in vista di mettere piede un giorno su Marte. Le otto missioni spaziali più importanti del 2016, raccontate per immagini
Il 2016, anno spaziale. Quest'anno torneremo su Marte, raggiungeremo Giove, partiremo verso un asteroide e sperimenteremo un razzo potentissimo, e non solo.
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
Oscar Giannino fa un partito? un appello liberista pubblicato su sei quotidiani e su Internet presenta "una nuova forza politica" e dieci proposte per "fermare il declino".
Repubblica ha scritto ieri di aver ricevuto alcune email anonime apparentemente molto informate su quanto accaduto a Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso e poi trovato morto in Egitto in circostanze ancora non chiarite. La fonte anonima di Repubblica – che secondo il giornalista Carlo Bonini, che si sta occupando della vicenda, comunica “da un account mail Yahoo, alternando, nei testi, l’inglese, qualche parola di italiano, e la sua lingua, l’arabo” – ha spiegato nel dettaglio gli spostamenti di Regeni dalla notte del suo rapimento, avvenuto probabilmente intorno alla fine di gennaio, elencando nomi e vari tipi di tortura che Regeni avrebbe subito nei giorni successivi. Alcuni giornali però, fra cui il Corriere della Sera e il giornale online egiziano Mada Masr, hanno fatto notare che il contenuto di queste mail è praticamente identico a quello di un post pubblicato su Facebook il 6 febbraio da Omar Afify, un ex colonnello della polizia egiziana dalla discutibile affidabilità. Contattato dal Corriere della Sera, Afify ha detto però di non essere la fonte delle email anonime a Repubblica. La procura di Roma ha detto comunque al Corriere che le mail contengono una «molteplicità di imprecisioni» e che il testo pubblicato «non verrà preso neanche in considerazione» dalle indagini. Diversi esperti di Egitto e Medio Oriente hanno poi avvertito che Afify non è una fonte affidabile: Daniele Raineri, giornalista del Foglio che si occupa spesso di Medio Oriente, ha scritto su Twitter che le informazioni fornite dalla fonte anonima di Repubblica sono probabilmente “un falso”.
Le email anonime ricevute da Repubblica sul caso di Giulio Regeni. Se ne parla da mercoledì: cosa contengono e cosa si dice sulla loro affidabilità.
Quando uscirà dall’Unione Europea, dopo Brexit, il Regno Unito dovrà pagare una grossa somma di denaro per rispettare gli impegni presi negli scorsi anni in quanto paese membro dell’UE. Come molti altri aspetti relativi a Brexit, l’ammontare di questa somma è oggetto delle trattative tra il Regno Unito e l’Unione e non si è ancora parlato ufficialmente di una cifra precisa: per ora esistono solo alcune stime fatte dai giornali e dagli istituti di ricerca. Il quotidiano economico britannico Financial Times, una delle fonti più autorevoli sul tema, ha scritto questa settimana che il pagamento anticipato lordo che l’Unione Europea intende chiedere al Regno Unito potrebbe anche ammontare a 100 miliardi di euro. Mesi fa il Financial Times aveva fatto un’altra stima, più bassa di almeno 40 miliardi di euro, basandosi sulle dichiarazioni in forma anonima di diversi funzionari europei: ora si prevede una cifra maggiore perché alcuni paesi europei, tra cui Francia e Germania, hanno chiesto che il Regno Unito paghi anche per cose che inizialmente non erano state conteggiate, come i sussidi agli agricoltori. I soldi che l’Unione Europea chiederà al Regno Unito non sono una multa, ma piuttosto una forma di risarcimento per i diversi impegni che il paese ha preso in quanto membro dell’Unione Europea, quindi soldi che era previsto che pagasse. Una gran parte del totale servirà per pagare le pensioni delle persone che lavorano o hanno lavorato per le istituzioni europee, non solo i cittadini britannici; secondo accordi esistenti, il Regno Unito si è impegnato a pagare il 15 per cento del budget per le pensioni dei funzionari europei. Un’altra spesa che il Regno Unito dovrà coprire è la sua quota per la costruzione di varie infrastrutture in diversi paesi europei: anche in questo caso si tratta di progetti che il Regno Unito si era impegnato a finanziare in quanto paese membro dell’UE. Inoltre dovrà mantenere il suo impegno a finanziare il Piano di investimenti per l’Europa, il cosiddetto piano Juncker introdotto nel 2014, il cui scopo è finanziare progetti nel campo dei trasporti, dell’energia, della ricerca e della formazione. Il Regno Unito è uno dei maggiori finanziatori del piano – la sua quota ammonta a 6 miliardi di euro – e uno dei maggiori beneficiari.
Quanti soldi vuole l’UE dal Regno Unito, per Brexit? deve rispettare i molti impegni economici presi negli anni passati in quanto membro dell'Unione, e secondo il Financial Times si parla di 100 miliardi di euro.
Il New York Times ha pubblicato due liste di libri selezionate dalla Book Review, il suo supplemento domenicale: i 100 libri degni di nota e quella dei 10 migliori libri pubblicati nel 2016 negli Stati Uniti. Quest’ultima comprende cinque romanzi, tre saggi e due libri autobiografici. Nella maggior parte dei casi l’inglese è la lingua originale, alcuni sono tradotti da altre lingue e sono usciti anni fa nel paese del loro autore e solo tre sono stati già pubblicati anche in italiano. La lista rispecchia il gusto, molto letterario e raffinato, dei curatori della Review, che non hanno per esempio incluso libri di cui si è parlato molto, come Le ragazze di Emma Cline, o grandi successi di pubblico.
I libri del 2016 secondo il New York Times. Cinque romanzi, tre saggi e due libri autobiografici scelti dai curatori della Book Review, il supplemento domenicale dedicato ai libri del quotidiano.
La domanda internazionale di gamberi è cresciuta nettamente negli ultimi anni, e si stima che oggi rappresenti circa il 20 per cento del mercato ittico internazionale. Secondo la Commissione Europea il consumo di gamberi in Europa è di 1,56 chili a testa all’anno, in aumento del 4 per cento negli ultimi cinque anni. Le catture mondiali di gamberi sono aumentate del 14 per cento tra il 2007 e il 2016, ma si stima che nel 60 per cento dei casi i gamberi che si mangiano nel mondo provengano da acquacolture, una percentuale che sale fino all’82 per cento nel caso dei gamberi tropicali. L’allevamento mondiale dei gamberi ha aumentato la produzione di quasi il 60 per cento negli ultimi dieci anni, periodo nel quale i prezzi sono stati perlopiù stabili e relativamente bassi. Questa crescita repentina però ha fatto venir fuori diverse criticità, e oggi molti esperti avvertono che l’attuale domanda mondiale di gamberi non è sostenibile. Parlando di gamberi, normalmente, si intendono varie specie di crostacei acquatici: dal gambero rosa alla mazzancolla al gambero rosso, pescati comunemente nel Mediterraneo, al gambero argentino, tra le specie più importate in Europa, al gambero tigre e al gambero bianco americano, tra quelli più comunemente allevati nel mondo. L’Italia è tra i paesi europei che pescano più gamberi – ma si parla di briciole: circa l’1 per cento delle catture mondiali arriva dall’Europa – ed è anche tra i principali importatori: al terzo posto, dopo Spagna e Francia, con circa 64mila tonnellate annue secondo Altroconsumo.
Da dove arrivano i gamberi che mangiamo. Sono un prodotto sempre più richiesto, pescato e allevato in grandissime quantità, e indovinate: dovremmo consumarne meno.
La NASA ha confermato attraverso il suo account su Twitter, alle 9.22 ora italiana, che il satellite UARS è precipitato sulla Terra. Ora possiamo confermare che #UARS è caduto! I rottami sono caduti sulla Terra tra le 23.23 EDT di venerdì 23 settembre e l’1.09 EDT del 24 settembre.
Lo UARS si è schiantato sulla Terra. Il satellite è arrivato tra le 5 e le 7 di questa mattina, ben lontano dall'Italia, e non ha fatto male a nessuno.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 1.648 nuovi casi di contagio da coronavirus e 24 decessi, per un totale di 313.011 casi e 35.875 morti dall’inizio della pandemia. Le persone attualmente ricoverate sono 3.319 (78 in più rispetto a ieri), di cui 271 nei reparti di terapia intensiva (ieri erano 264). Sono stati inoltre analizzati 90.185 tamponi e testate 53.618 persone: è risultato positivo un tampone ogni 55. Il maggior numero di contagi è stato registrato in Campania (286). Seguono Lazio (219), Lombardia (203), Sicilia (163), Veneto (140), Piemonte (100) e Emilia-Romagna (97). Le province in cui è stato accertato il numero maggiore di casi sono Napoli (210), Roma (191), Palermo (92), Milano (82), Torino (63), Genova (51), Treviso (46), Sassari (41), Foggia (37).
I dati sul coronavirus di oggi, martedì 29 settembre.
Jeff Bezos, il CEO di Amazon e la persona più ricca della Terra, vuole andare sulla Luna con la sua società spaziale Blue Origin, con l’idea di sfruttarne le risorse per permettere agli esseri umani di colonizzarla e perfezionare sistemi di viaggio verso altri pianeti del nostro sistema solare. Bezos ha presentato il suo ambizioso progetto nel corso di un evento riservato a Washington (Stati Uniti), dove ha anche raccontato la sua visione da fantascienza sul futuro dell’umanità: vivere e lavorare in enormi stazioni spaziali orbitali, che permettano di preservare meglio la Terra e di metterla al riparo dalle nostre attività, che si sono rivelate determinanti nel causare il riscaldamento globale. Blue Origin La società spaziale di Bezos, Blue Origin, esiste dal 2000, ma solo negli ultimi anni ha portato a qualche risultato concreto con la produzione e i primi test di New Shepard, un razzo riutilizzabile che consente di raggiungere il limite oltre il quale convenzionalmente inizia lo Spazio (circa 100 km di quota), con un volo parabolico (si va su e si torna indietro compiendo una parabola, senza fare un giro intorno al pianeta, cioè un’orbita). Lo scopo principale di Blue Origin è aprire il mercato del turismo spaziale, per far sperimentare l’assenza di peso per qualche minuto ai suoi clienti.
Jeff Bezos vuole andare sulla Luna. E per farlo ha presentato Blue Moon, un nuovo veicolo spaziale con cui spera di collaborare con la NASA: ma il progetto è molto ambizioso (e in alto mare).
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera. La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina account. Qui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone. Questa pagina fa parte dei contenuti visibili agli abbonati del Post. Se lo sei puoi accedere, se non lo sei puoi esserlo.
Una canzone dei Kodaline. Certi infilano magari solo una canzone o due, ma alla fine tutto si risolve.
Durante un’udienza del dibattimento del processo sulle stragi della ‘ndrangheta in corso a Reggio Calabria, il boss mafioso Giuseppe Graviano, che è imputato nel processo, ha raccontato in videoconferenza che in almeno tre occasioni incontrò l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Graviano, che nel 1990 divenne capo del mandamento di Brancaccio-Ciaculli, fu arrestato nel 1994 e condannato successivamente all’ergastolo, con l’accusa di essere stato tra gli organizzatori delle stragi del 1993 a Firenze, Milano e Roma e dell’omicidio di don Pino Puglisi. È stato inoltre accusato da diversi pentiti di essere stato lui ad azionare il telecomando che provocò l’esplosione della bomba che uccise il giudice Paolo Borsellino.
Il boss mafioso Giuseppe Graviano ha raccontato durante un processo che da latitante incontrò per tre volte Silvio Berlusconi.
Il viaggio di Arlo – The Good Dinosaur, il titolo inglese – è il nuovo film d’animazione Pixar: è diretto da Peter Sohn, è uscito al cinema il 25 novembre ed è il secondo film Pixar del 2015 dopo l’apprezzatissimo Inside Out. Il protagonista è Arlo – un giovane apatosauro, un dinosauro realmente esistito – che nel film fa un viaggio insieme a un bambino: l’ipotesi alla base del film è che circa 65 milioni di anni fa nessun meteorite abbia colpito la terra e che quindi i dinosauri si siano evoluti – sono per esempio diventati “agricoltori” – e siano riusciti a sopravvivere fino all’arrivo degli uomini. Su IMDB la media dei voti che gli utenti hanno dato a Il viaggio di Arlo è 7,5 su 10. Le recensioni dei critici sono invece in genere un po’ più basse: ci sono però alcune cose del film che sono piaciute molto anche a loro. La qualità grafica delle immagini, alcune “trovate” di chi ha pensato la storia e, come in ogni film Pixar, alcuni piccoli dettagli. E poi è comunque un film Pixar: è probabile che a buona parte degli spettatori scapperà qualche lacrima. I tre “e se” alla base del film Il sito Fandango scrive che il film pone molte “grandi domande”. Le tre principali, quelle grazie a cui la storia può esistere e procedere sono: «E se un meteorite non avesse colpito la Terra? E se nel mondo a cui siamo abituati cambiasse tutto? E se fossimo costretti ad affrontare le nostre paure?». John Lasseter – produttore del film e regista, tra gli altri, di Toy Story e Cars – aveva spiegato così quello che secondo lui ci doveva essere alla base del film:
“Il viaggio di Arlo”, le cose da sapere. Cinque cose sul nuovo film Pixar, nei cinema dal 25 novembre: da leggere prima di andarlo a vedere, o subito dopo averlo visto.
Yuriy Kosyuk è un oligarca miliardario ucraino che ha fatto fortuna allevando ed esportando polli: la sua azienda, MHP, produce la metà del pollame di tutto il paese. Per dare un’idea, MHP coltiva a mangime 370mila ettari di terreno, più della Valle d’Aosta, e possiede l’allevamento di polli più grande d’Europa: ci vivono contemporaneamente 18 milioni di polli e produce circa mille tonnellate di carne al giorno. Il giornalista Emmet Livingstone racconta su Politico che Kosyuk sta cercando di espandere i suoi affari nell’Unione Europea e ci sta riuscendo aggirando le clausole di un accordo commerciale stipulato nel 2016 tra Ucraina e UE. L’accordo stabilisce una progressiva rimozione dei reciproci dazi e fissava dei limiti alle importazioni per proteggere gli allevatori europei dalla concorrenza in alcuni settori, in particolare quello agricolo. L’accordo prevede per esempio che l’Ucraina possa esportare fino a 20mila tonnellate di carne di pollo, tra cui il petto, uno dei tagli più pregiati, e altre 20 mila tonnellate di interiora e carcasse, che sono meno costose e richieste. Da allora MHP ha iniziato a esportare oltre il confine ucraino un taglio del petto che comprende parte dell’osso dell’ala, che pertanto non rientra tra i limiti dell’accordo. Una volta arrivata in Europa la carne viene però lavorata nelle fabbriche di MHP in Europa: l’osso dell’ala viene staccato dal petto, che viene poi impacchettato e venduto. Un trucchetto perfettamente legale per aggirare le rigide regole europee. Kosyuk al momento esporta soprattutto nei Paesi Bassi, in Slovacchia, e in piccola quantità in Polonia. Le importazioni dall’Ucraina di questo taglio di pollo con l’osso sono aumentate da zero nel 2015 a 3.500 tonnellate nel 2016, e ancora a 27mila tonnellate nel 2017, stando ai dati sul commercio della Commissione Europea.
Il miliardario ucraino che frega l’Europa coi polli. Yuriy Kosyuk, con un trucchetto perfettamente legale, sta aggirando un accordo tra Ucraina e UE per esportare molta più carne di quella che potrebbe.
La critica culinaria del New York Times Kim Severson ha raccolto le più probabili tendenze culinarie e gastronomiche del 2019: si tratta di piatti, di cibi e di nuove abitudini, dai cocktail meno alcolici alla cucina etnica del momento. È una previsione ritagliata sugli Stati Uniti ma che si rifletterà anche in Europa, magari non subito ma nei prossimi anni. Alcuni piatti e sapori probabilmente li conoscete già, altri potrebbero entrare presto nelle vostre abitudini: i più pigri e tradizionali tra voi stiano tranquilli, le lasagne della nonna non ve le tocca nessuno; gli altri sono pronti a provare un cheese tea e scoprire cosa sostituirà, se ci riuscirà, l’onnipresente avocado? Un tifoso vestito da avocado a una partita di rugby a Sydney, nel 2018(Matt King/Getty Images)
Le nuove mode del cibo. Chi vorrà emanciparsi dalle solite cose assaggerà più piatti mediorientali e fermentati, berrà vini meno alcolici e sprecherà meno in imballaggi.
Anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana, della Lega, è indagato nell’inchiesta che ieri ha portato agli arresti o comunque a misure cautelari per 43 tra amministratori e imprenditori lombardi, compresi diversi importanti esponenti del centrodestra locale. Nello specifico, Fontana è indagato per abuso d’ufficio: lo scrive il Corriere della Sera, dopo che ieri era sembrato che Fontana fosse sì coinvolto nell’inchiesta, ma solo come “parte offesa”. Secondo i pm, infatti, ci sarebbe stato nei suoi confronti un tentativo di corruzione da parte di Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese: inizialmente, la versione uscita sui giornali – e quella ribadita dallo stesso Fontana in consiglio regionale martedì – era che il governatore non avesse recepito il tentativo di corruzione, e che non avendolo «percepito» non l’avesse nemmeno denunciato.
Anche Attilio Fontana è indagato nell’inchiesta sulla corruzione in Lombardia. Il presidente della regione è accusato di abuso d'ufficio per una nomina proposta per un suo socio di affari.
Oggi a Roma sono iniziate le riprese di “The Bop Decameron”, il prossimo film scritto e diretto da Woody Allen. Il film sarà girato principalmente in città e fanno parte del cast Penelope Cruz, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Alec Baldwin e Roberto Benigni. Tra gli attori ci sarà anche Allen, che non compare come attore in un proprio film da “Scoop” del 2006. “The Bop Decameron” è una commedia romantica che si ispira al Decamerone di Giovanni Boccaccio. In una delle storie Allen è in viaggio a Roma con la moglie per incontrare la famiglia italiana dello sposo della figlia. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le prime foto del film di Woody Allen a Roma. Sono iniziate oggi le riprese di "The bop decameron", con Penelope Cruz, Alec Baldwin e molte altre celebrità.
Non c’erano solo i calciatori della Nazionale italiana di calcio che hanno vinto gli Europei, tra le persone da fotografare in settimana: loro si sono meritati raccolte a parte, che trovate qui e qui, ma anche qui. Nelle foto delle celebrità della settimana c’è il meglio del festival di Cannes, Tom Cruise e David Beckham a Wimbledon e Matteo Berrettini dal presidente del Consiglio Mario Draghi dopo averne perso la finale, Jason Sudeikis alla prima della seconda stagione di Ted Lasso e Ian McKellen con un teschio per il photocall dell’Amleto. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Ian McKellen, Elon Musk, Zendaya e quelli a Cannes, tra chi valeva la pena fotografare in settimana.
Come ogni anno la rivista statunitense Forbes, quella della classifica delle persone più ricche del mondo, ha pubblicato la sua annuale classifica degli attori “pagati troppo”, cioè quelli che, considerando quanto erano stati pagati per farli, hanno fatto incassare poco ai film in cui recitano. La classifica tiene conto degli ultimi tre film di ogni attore usciti prima del giugno 2017, esclusi quelli con ruoli secondari, quelli di animazione e quelli distribuiti in meno di 2.000 cinema. Forbes ha preso il valore totale degli incassi, ha sottratto il costo stimato di produzione e ha diviso il valore ottenuto per il compenso stimato percepito dagli attori, ottenendo la quantità di dollari “fatta incassare” dall’attore per ogni dollaro ricevuto di compenso. Quello che si ottiene è definito return on investement: ti ho pagato una cifra X e la tua presenza mi ha portato a guadagnare una cifra Y. Se la cifra Y non è troppo più alti di quella X, forse avrei fatto meglio a scegliere un altro. Negli ultimi due anni al primo posto di questa classifica c’era Johnny Depp. Quest’anno al primo posto c’è l’attore più pagato dell’anno. O è stato sfortunato, o erano scarsi i film; oppure – semplicemente – ha un agente bravissimo. Per fare la classifica, Forbes ha tenuto conto sia di attori che di attrici: sono solo uomini perché, ha scritto Forbes, «le donne spesso guadagnano meno degli uomini» e quindi «difficilmente raggiungono la fatale combinazione salario immenso/incassi deludenti».
Gli attori troppo pagati del 2017. L'annuale classifica di Forbes che mette in rapporto gli incassi dei film con gli stipendi dei protagonisti: quest'anno ha vinto il più pagato.
Lo studio milanese H-57, “una cosa che somiglia molto a un’agenzia di pubblicità, a uno studio di design e a un laboratorio sperimentale” (quelli di Shortology), ha realizzato una serie di biglietti inusuali per San Valentino, dove oggetti comunemente associati o opposti tra loro sono disegnati insieme a un piccolo cuore rosso. Il progetto si chiama Love is in the Air e si può vedere anche su Facebook. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Biglietti inusuali per San Valentino. Realizzati dallo studio milanese di Shortology: oggetti stilizzati affiancati da un cuoricino rosso.
Ci sono molti modi per aiutare i migranti che a migliaia arrivano sulle coste italiane e che spesso sono diretti verso altri paesi dell’Unione Europea. Non sempre però è facile capire quali, vista la grande disinformazione sul tema e l’uso strumentale che molti politici fanno della questione per ragioni di opportunità. Oltre all’aiuto che tutti possono offrire ai gruppi locali che operano nelle realtà piccole, e che si occupano per esempio della seconda accoglienza dei migranti che hanno già fatto richiesta di asilo, ci sono alcune grandi organizzazioni che investono molto tempo e risorse nell’aiuto ai migranti. Ecco come fare per contribuire all’azione delle principali (a tutte è anche possibile destinare il 5 per mille). UNHCR è l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, cioè l’agenzia dell’ONU che si occupa dei profughi e dei rifugiati. L’UNCHR non si occupa solo della gestione delle situazioni di emergenza, ma anche dell’individuazione di soluzioni di lungo periodo.
Come aiutare i migranti, donando alle ONG che se ne occupano. Quali sono le principali organizzazioni che si occupano di migranti, e come fare per dare una mano.
Matt Zoller Seitz, il capo dei critici televisivi di Vulture, tra i più importanti siti di cinema e serie tv, ha fatto una lista dei dieci singoli episodi di serie televisive più belli del 2017. Si capisce che gli sono piaciute molto soprattutto Twin Peaks e The Leftovers, che hanno due episodi ciascuno nella lista. Ce ne sono alcuni di serie popolari anche in Italia, come Better Call Saul e BoJack Horseman, e altri di serie che non vengono proprio trasmesse, come Better Things di Pamela Adlon.
I migliori 10 episodi di serie tv del 2017. Scelti da Vulture, con un'evidente preferenza per “Twin Peaks” e “The Leftovers”.
Il Guardian ha messo insieme tre grafici con dati aggiornati per capire quali siano i paesi che nel mondo impiegano un numero maggiore di donne in politica e nelle posizioni di potere di società e imprese. Il tema è sempre molto discusso, oltre che in Italia, anche in molti altri paesi europei: ieri per esempio il Parlamento tedesco ha approvato un’importante legge che a partire dal prossimo anno obbligherà diverse grosse società ad avere il 30 per cento di donne a ricoprire gli incarichi dirigenziali. Molti progressi, comunque, sono stati fatti in diversi paesi del mondo. Il primo grafico – aggiornato al gennaio del 2015 – mostra i dieci paesi al mondo con il maggior numero di donne in Parlamento. La Svezia, che nella classifica europea era prima, in questo grafico è sesta. In Europa la percentuale complessiva di parlamentari donne è cresciuta più del 10 per cento negli ultimi vent’anni: nel 1995 era il 13,2, oggi è il 25 per cento. Solo l’Ungheria, fra tutti i paesi europei, ha meno parlamentari donne oggi di quante ne avesse nel 1995 (sono diminuite dell’1,3 per cento: l’Ungheria da qualche anno è molto criticata anche per alcune politiche considerate “autoritarie” del suo presidente Viktor Orbán). Il primo paese in classifica, per distacco, è il Ruanda: dopo il genocidio del 1994 che causò la morte di più di 800 mila persone, le donne – che furono molto colpite dagli scontri etnici, con abusi sessuali e stupri di massa – si sono trovate a essere quasi il doppio degli uomini ruandesi: tra 60 e il 70 per cento della popolazione, secondo i dati dell’ONU (oggi il divario è diminuito e sono circa il 55 per cento).
Tre grafici sulla parità di genere nel mondo. Qual è il paese che ha meno parlamentari donna al mondo (ce ne sono cinque che non ne hanno affatto), e com'è messa l'Italia rispetto agli altri paesi del G20.