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Dopo i primi esperimenti fatti da Coca-Cola lo scorso febbraio, altre aziende hanno iniziato a sperimentare l’utilizzo degli emoji in alternativa ai normali caratteri per gli indirizzi dei loro siti. Il sistema per ora non è ancora molto diffuso ed è permesso da un numero limitato di gestori di domini di primo livello nazionali, come .ws (West Samoa) e .tk (Tokelau). Le URL con gli emoji sono utilizzate più che altro a scopo promozionale e per rendere più immediata, visivamente, l’esistenza di una particolare offerta commerciale. Da pochi giorni la compagnia aerea Norwegian Airlines ha creato il dominio www.✈️🎰💸.ws per promuovere un suo nuovo volo diretto da Copenaghen (Danimarca) a Las Vegas (Nevada, Stati Uniti). Gli emoji utilizzati nell’indirizzo sono tre: un aeroplano, una slot machine e una mazzetta di soldi con le ali, per dare l’idea della convenienza del nuovo volo. AdWeek spiega che l’iniziativa promozionale di Norwegian Airlines ha funzionato soprattutto sui social network e in particolare su Instagram, dove non si possono inserire link verso i siti. Gli utenti hanno visto i tre emoji, li hanno digitati sui browser dei loro smartphone e hanno raggiunto il sito con l’offerta. L’iniziativa ha funzionato soprattutto tra gli utenti più giovani, cui comunque era indirizzata l’offerta.
Gli indirizzi web con gli emoji. Stanno arrivando, rassegnatevi: alcune aziende li usano già, soprattutto per attirare i clienti più giovani 👶.
Il festival del Cinema di Venezia – più correttamente la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – è iniziato ormai da dieci giorni, il 2 settembre scorso: il Post ha pubblicato quotidianamente le foto migliori scattate agli ospiti dell’evento, sul red carpet, ai photocall o alle proiezioni. Ma qualche fotografo di agenzia ogni tanto si spinge fuori dai luoghi del festival per fotografare quello che succede lì attorno, al Lido di Venezia: si scoprono scorci decisamente più tranquilli, che raccontano qualcosa della vita della gente del posto in questi giorni di affollamenti e attenzioni internazionali. E poi ci sono gli ultimi turisti della stagione estiva, che passeggiano sulla spiaggia o fanno il bagno, i servizi fotografici sul lungomare, e anche un gran bell’arcobaleno. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Che aria tira a Venezia, intanto. Lontano dai luoghi più frequentati dagli ospiti del festival del cinema, tra gli ultimi turisti della stagione estiva e un bell'arcobaleno.
Il Consiglio dei ministri ha approvato martedì sera il cosiddetto “decreto sicurezza bis”, un decreto legge voluto e annunciato tempo fa dal leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il decreto, tra le altre cose, prevede lo stanziamento di nuovi fondi per l’assunzione di personale amministrativo per gli uffici giudiziari, l’introduzione di multe per i capitani e gli armatori di imbarcazioni che arrivano in Italia nonostante indicazioni contrarie da parte delle capitanerie di porto e l’inasprimento delle pene per chi aggredisce agenti di polizia. Il decreto legge dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni da parte del Parlamento, ma entrerà in vigore subito.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto sicurezza bis”.
In seguito a un’indagine della Guardia di Finanza, 11 dipendenti dell’assessorato alla Salute della regione Sicilia sono stati messi agli arresti domiciliari, per altri 11 è stato disposto l’ordine di firma e altri 20 sono stati solo denunciati. Attraverso pedinamenti e telecamere nascoste, la Guardia di Finanza sostiene che i 42 dipendenti della regione arrivavano spesso in ufficio con più di tre ore di ritardo, per occuparsi di faccende personali, ma attestavano sui computer aziendali di essere regolarmente in servizio. In tutto sarebbero state rilevate più di 400 ore di lavoro registrate dai dipendenti in maniera fraudolenta. I dipendenti ora sono accusati di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni. Una nota della Guardia di Finanza spiega che l’indagine ha scoperto “una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato realizzata attraverso un andirivieni di dipendenti pubblici che, in completa autonomia, gestivano i loro turni di servizio con presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate”. L’assessore alla Salute Ruggero Razza ha annunciato che il suo assessorato si costituirà parte civile e avvierà le pratiche di licenziamento per i dipendenti coinvolti nella vicenda.
11 dipendenti dell’assessorato alla Salute della regione Sicilia sono stati arrestati e altri 31 denunciati, per assenteismo.
Le mascherine sono diventate uno dei simboli più visibili della quotidianità durante la pandemia da coronavirus, ma nonostante siano estesamente entrate nelle abitudini di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, rimangono – soprattutto in certi paesi – controverse e divisive. Negli Stati Uniti, per esempio, ma anche in Nord Europa, ampie percentuali della popolazione non le indossano, e anzi sono contrarie al loro utilizzo: eppure sono uno degli strumenti più efficaci e semplici per contenere il contagio, dicono sempre più studi. Una recente ricerca condotta dagli scienziati di quattro università texane e californiane, e pubblicata dal National Academy of Sciences, ha concluso che indossare le mascherine nei luoghi pubblici è il più efficace metodo per bloccare il contagio tra persone, e che «questa pratica senza costi, assieme al distanziamento fisico, all’isolamento e al tracciamento dei contatti, rappresenta l’opportunità migliore per fermare la pandemia da COVID-19, in attesa del vaccino».
Perché c’è chi dubita delle mascherine? oggi sappiamo che sono molto efficaci per contenere il contagio, ma in molti paesi sono usate pochissimo: a volte anche solo per vanità.
Nella notte è stato arrestato un uomo per l’omicidio di Agitu Gudeta, una nota imprenditrice etiope che lavorava in Trentino, trovata morta martedì 29 dicembre nella sua casa di Frassilongo, in provincia di Trento. L’uomo si chiama Adams Suleimani, è ghanese e ha 32 anni: lavorava come collaboratore nell’impresa di Agitu Gudeta, dove si occupava del pascolo delle capre. L’uomo, scrivono i giornali Il Dolomiti e Trentino, avrebbe confessato ai carabinieri di aver colpito la donna durante una lite per motivi economici. Agitu Gudeta aveva 42 anni, era arrivata in Italia nel 2010 dall’Etiopia, dove era scappata a violenze e persecuzioni da parte del governo. Da alcuni anni aveva avviato una azienda di formaggi e prodotti caprini dal notevole successo, la Capra Felice, che di recente aveva aperto un negozio anche nel centro di Trento. Qualche mese fa il giornale locale Dolomiti l’aveva definita «la pastora più nota del Trentino».
È stato arrestato un uomo per l’omicidio di Agitu Gudeta.
Dal 19 settembre al 26 ottobre 2014 il Museo Minguzzi di Milano ospita la mostra Wildlife Photographer of the Year, con le foto vincitrici del Wildlife Photographer of the Year Competition, uno dei concorsi per le fotografie naturalistiche più importanti al mondo. Il concorso, alla sua 49esima edizione, è organizzato dal Natural History Museum di Londra in collaborazione con il BBC Wildlife Magazine e ogni anno attira un numero enorme di fotografi: i partecipanti questa volta sono stati 43 mila, tra fotografi professionisti e amatoriali, provenienti da 96 paesi, le cui fotografie sono state selezionate da una giuria internazionale di esperti in base alla creatività, al valore artistico e alla complessità tecnica. Il Wildlife Photographer of the Year è stato assegnato al fotografo sudafricano Greg du Toit per il suo scatto Essence of Elephants, un ritratto di elefanti africani scattato nella Northern Tuli Game Riserve nel Botswana. Lo stesso premio per la categoria junior è stato vinto dal quattordicenne Udayan Rao Pawar per la foto Mother’s little headful, che mostra i coccodrilli gharial sulla riva del fiume Chambal. Il concorso prevede molte altre categorie: queste sono solo dieci tra quelle premiate ed esposte a Milano.
10 bellissime foto di natura. Scelte tra le vincitrici di uno dei concorsi più importanti al mondo ed esposte in questi giorni a Milano.
Alle 20.24 del 9 febbraio 2009, il dottor Amato del Monte, primario di rianimazione della clinica “La Quiete” di Udine, telefonò a Beppino Englaro per comunicargli che 15 minuti prima, alle 20.10, sua figlia Eluana era morta dopo 17 anni di coma vegetativo. Tre giorni prima, il 6 febbraio, i medici aveva sospeso l’alimentazione e l’idratazione artificiale che tenevano in vita Eluana. Per ottenere questo risultato, la famiglia Englaro dovette affrontare undici anni di processi, quindici sentenze della magistratura italiana e una della Corte Europea, l’opposizione del governo in carica e le proteste, le manifestazioni e gli appelli di numerose associazione, in gran parte cattoliche. Eluana Eluana Englaro nacque a Lecco, in Lombardia, il 25 novembre 1970. Il 18 gennaio 1992, quando aveva 21 anni e si era da poco iscritta alla facoltà di lingue di Milano, Eluana perse il controllo dell’auto mentre ritornava da una festa in paese vicino a Lecco. Colpì un palo della luce e quindi un albero. L’incidente le causò gravissimi danni al cervello e una frattura alla colonna vertebrale. Quando venne raggiunta dai medici a bordo di ambulanza era già in coma.
La storia di Eluana Englaro. Che morì oggi, cinque anni fa, dopo un infinito percorso processuale, l'intervento del governo e 17 anni passati in stato vegetativo permanente.
Il congresso per scegliere il nuovo segretario del Partito Democratico (PD), il partito che in Italia è stato al governo negli ultimi sette anni prima della sconfitta alle elezioni del 4 marzo, è diventato improvvisamente più affollato. Al presidente del Lazio Nicola Zingaretti, che per primo aveva reso pubblica la sua intenzione di partecipare al congresso, negli ultimi giorni si sono affiancati altri due candidati: Matteo Richetti, l’ex portavoce del partito durante la segreteria di Matteo Renzi; Francesco Boccia, deputato pugliese e alleato del presidente della Puglia, Michele Emiliano. In tutto questo, sabato è arrivata un’altra quasi-candidatura: l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ha detto di essere “in campo” ma disposto a ritirarsi in alcune circostanze. A tre mesi dalle primarie, fissate per il prossimo gennaio, in corsa per la segreteria del PD ci sono quindi tre candidati e mezzo; e nessuno esclude che ne arrivi almeno un altro o un’altra, visto che l’area politica che ha sostenuto l’ultimo segretario, Matteo Renzi, sembra ancora non aver deciso chi sostenere davvero.
E quindi ci sono tre candidati a capo del PD. Forse anche tre e mezzo, e sembra che ne non sia finita qui: a tre mesi dalle primarie, le cose cominciano a farsi interessanti.
Il nuovo record di permanenza su Marte spetta da qualche ora al rover Opportunity della NASA. Il dispositivo automatico inviato per esplorare il pianeta è sul suolo marziano dal 25 gennaio del 2004 e ha dunque sorpassato il primato del modulo di atterraggio della sonda Viking 1 funzionante lassù per un periodo pari a sei anni e 116 giorni. In realtà su Marte tre settimane prima di Opportunity era arrivato Spirit, ma il rover gemello del primatista non se la cava molto bene ultimamente. Il dispositivo non manda informazioni verso la Terra dallo scorso 22 marzo perché è in stato di stop a causa del lungo autunno marziano nell’emisfero sud. Sui pannelli solari di Spirit arriva poca luce e dunque per il rover è consigliabile risparmiare le energie. Ma le batterie non sono il problema più grave per il dispositivo della NASA.
Record marziano per Opportunity. Il robot esplora il suolo marziano da più di sei anni e ha superato il primato della sonda Viking 1, ma un suo gemello insidia il record.
Huawei ha presentato i suoi nuovi smartphone Huawei P30 e P30 Pro nel corso di un evento speciale organizzato oggi a Parigi, con particolare attenzione per il mercato europeo, uno dei suoi più importanti dopo quelli asiatici. L’azienda cinese è il secondo produttore di smartphone al mondo dopo Samsung e prima di Apple, ma negli ultimi tempi è finita sotto l’attenzione dei media e dei governi soprattutto per le accuse di spionaggio per conto del governo cinese da parte degli Stati Uniti, nella costruzione delle nuove reti mobili ad alta velocità 5G. Huawei respinge da tempo queste accuse, per le quali non sono state ancora prodotte prove concrete, e ha fatto causa al governo statunitense che ha bloccato la vendita dei suoi prodotti. La presentazione di oggi è stata interamente dedicata ai due nuovi telefoni, che faranno diretta concorrenza agli iPhone XS di Apple e ai Galaxy S10 di Samsung. Huawei P30 e P30 Pro Il modello più piccolo dei due smartphone presentati oggi, il P30, ha uno schermo OLED da 6,1 pollici con una risoluzione da 2340×1080 pixel. Lo schermo ha una cornice minima, ma s’interrompe comunque per qualche millimetro nella parte superiore per ospitare la fotocamera frontale.
I nuovi Huawei P30 e P30 Pro. Come sono e cosa fanno gli smartphone presentati a Parigi, che faranno concorrenza ai Galaxy di Samsung e agli iPhone di Apple.
Ieri sera il governo italiano ha reso disponibili due porti per le navi delle ong Alan Kurdi e Ocean Viking, che da alcuni giorni avevano a bordo rispettivamente 61 e 60 migranti soccorsi nel tratto di mare fra Italia e Libia. La Alan Kurdi è stata indirizzata a Messina – dove già stamattina sono iniziate le operazioni di sbarco delle persone soccorse – mentre Ocean Viking approderà nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Rainews scrive che alcuni paesi europei fra cui Francia e Germania si sono già detti disponibili ad accogliere alcuni dei migranti sulle due navi.
Ieri sera il governo italiano ha reso disponibili due porti per le navi delle ong Alan Kurdi e Ocean Viking.
Senza girarci troppo attorno: ispirati da una cosa simile fatta da Slate, abbiamo raccolto le piante di alcuni famosi edifici – italiani e del mondo, famosissimi e un po’ meno famosi – e le abbiamo messe una dietro l’altra, da indovinare. Sono in tutto 14 e, visto che siamo buoni, abbiamo messo un suggerimento per ogni immagine e la soluzione, subito dopo. Alcuni sono abbastanza facili – ma lo diciamo noi che non abbiamo dovuto farlo, il gioco – altri sono più ostici, difficili pure per gli architetti. Se prima di giocare a indovinare volete imparare una cosa che forse non sapevate, quando si parla di edifici un altro nome per dire “pianta” è icnografia, che la Treccani definisce “rappresentazione grafica, in proiezione ortogonale, della sezione orizzontale di un edificio”.
Sapete indovinare che edifici sono, a partire dalla loro pianta? servono un po' di conoscenze di storia e un po' di immaginazione.
La sera del 20 luglio 1973, intorno alle 7.30, Bruce Lee morì nel sonno per una reazione allergica a un farmaco analgesico. Aveva 32 anni. Era stato un attore e un maestro di arti marziali e, in poche parole, con cinque film e una serie televisiva contribuì a portare la moda delle arti marziali in Occidente: nel 1999 TIME lo proclamò una delle persone più influenti del Ventesimo secolo. Lee nacque con il nome di Lee Jun Fan il 27 novembre del 1940 nella Chinatown di San Francisco, ma i suoi genitori si trasferirono ad Hong Kong, all’epoca un territorio controllato dal Regno Unito, quando aveva appena tre mesi. Il padre di Lee era un attore d’opera cantonese e dopo la guerra divenne molto famoso ad Hong Kong. Grazie al padre, Lee cominciò a recitare molto giovane: girò il suo primo film a 11 anni. A diciott’anni, quando la famiglia lo mandò negli Stati Uniti a studiare – anche perché aveva la pessima abitudine di finire spesso in mezzo a risse di strada – aveva già girato una ventina di film ad Hong Kong.
La morte di Bruce Lee. La sera del 20 luglio di 40 anni fa, il più grande attore di arti marziali di sempre morì per una reazione allergica.
I carabinieri di Cittadella, in provincia di Padova, hanno arrestato nove persone di origine pakistana e messo agli arresti domiciliari due dirigenti di Grafica Veneta, nota azienda che si occupa della stampa di libri per diverse case editrici italiane, in seguito a un’indagine sullo sfruttamento di lavoratori stranieri. I dirigenti di Grafica Veneta arrestati sono l’amministratore delegato Giorgio Bertan e il responsabile della sicurezza Giampaolo Pinton. Al centro dell’indagine ci sono due cittadini italiani di origine pakistana proprietari di BM Services, azienda si occupa di fornire lavoratori per il confezionamento e il fissaggio di prodotti per l’editoria a varie aziende del Nord, tra cui Grafica Veneta. I due avrebbero sfruttato diversi lavoratori provenienti dal Pakistan che venivano assunti per brevi periodi e costretti a lavorare da Grafica Veneta fino a 12 ore al giorno, senza poter fare pausa per riposare, e in alcuni casi picchiati, legati e derubati di documenti e cellulari se provavano a ribellarsi.
11 persone sono state arrestate per sfruttamento di lavoratori stranieri nell’azienda Grafica Veneta: ci sono anche l’amministratore delegato e un dirigente.
Per San Valentino, festa degli innamorati, Google ha pubblicato online un doodle speciale, come fa in occasione di eventi e anniversari, sostituendo il consueto logo colorato nella pagina del motore di ricerca. Il doodle di San Valentino è di quelli cosiddetti “interattivi”, in cui gli utenti possono cliccare e costruire o disegnare delle cose: in questo caso il giochino è dedicato alla composizione di una serie di dolcetti festivi, con ingredienti vari. Il doodle di San Valentino è stato messo online in molti paesi del mondo e dell’Europa dalle mezzanotti locali: stranamente, in Italia è stato visualizzato solo nel tardo pomeriggio della giornata di San Valentino, dopo che in rete in molti si erano chiesti il perché dell’assenza (benché la festa degli innamorati sia celebrata soprattutto nei paesi anglosassoni, il doodle era online in quasi tutti i paesi europei).
San Valentino, il doodle di Google. Con giochino annesso, in ritardo per gli utenti italiani.
Martedì a Locri, in provincia di Reggio Calabria, molte persone hanno sfilato in occasione della Giornata della memoria e del ricordo delle vittime della mafia, in un corteo organizzato da Libera, l’associazione contro la mafia presieduta da don Luigi Ciotti. La manifestazione, alla quale secondo Libera hanno partecipato 25mila persone, ha attirato particolari attenzioni perché ieri sul muro del Vescovado di Locri, dove alloggia don Ciotti in questi giorni, è stata fatta una scritta con le bombolette spray che dice: «Don Ciotti sbirro. Più lavoro meno sbirri». Altre due scritte simili sono state fatte sui muri di una scuola e del comune. Domenica, sempre in occasione della marcia organizzata da Libera, ha visitato la città il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Don Ciotti ha detto, parlando della scritta sul muro: «Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare». Al corteo hanno partecipato anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha detto: «Se volevano ottenere un effetto hanno ottenuto quello contrario, cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a don Ciotti e a questo movimento, che è un movimento per la legalità e per l’affermazione della cultura della legalità che non è solo rispetto delle leggi, ma la possibilità di andare avanti con principi di solidarietà, e per dare un futuro migliore soprattutto ai nostri giovani».
Che cos’è la manifestazione di Libera a Locri. Ieri su un muro è stata fatta una scritta contro don Ciotti e i poliziotti, oggi al corteo contro la mafia c'erano migliaia di persone.
Su Repubblica di domenica Riccardo Luna prova a stimolare il governo Monti sulla modernizzazione tecnologica dell’Italia e la digitalizzazione dell’amministrazione dello Stato. Scommettere tutto su Internet, oggi, in Italia, non è più un fatto ideologico. È un fatto economico. Conviene a tutti. L’economia digitale è capace di creare nuova occupazione. Ed è una capacità dimostrata da decine di studi. L’effetto della diffusione della banda larga sulla crescita del prodotto interno lordo non è solo una formula matematica. C’è di più oggi, in Italia. Come Paese siamo davanti a un’occasione storica: l’azzeramento del cosiddetto divario digitale è ormai a un passo. E questo vuol dire tante cose, ma soprattutto una: poter fissare il conto alla rovescia per portare tutta la pubblica amministrazione in rete e soltanto in rete. E quindi abolire la carta nelle operazioni con lo Stato e gli enti locali. Cancellare per sempre le file. Superare opacità e inefficienze. È un sogno lontano, presente in documenti e atti ufficiali di tutti i governi di ogni colore da una quindicina di anni. Ora si può realizzare. Manca infatti davvero poco dall’obiettivo minimo di garantire a ciascun cittadino un accesso decente alla rete. Non parliamo qui degli ambiziosi target fissati dall’Agenda digitale europea che prevede che tutti abbiano un accesso a Internet con una connessione minima di 30 megabit entro il 2015 (per dare un’idea: oggi in Italia siamo a 3 megabit in media. Manca un’eternità). Per arrivare fino a lassù non basta la banda larga in rame: serve una banda ultralarga, garantita solo dalla fibra ottica o dall’Internet mobile di nuova generazione (Lte). E servono investimenti dell’ordine delle decine di miliardi di euro per i quali si sta attrezzando una grande alleanza che vede assieme quasi tutte le compagnie telefoniche, la Cassa depositi e prestiti del ministero dell’Economia, più un grande fondo privato dedicato alle infrastrutture (F2y). Quell’alleanza ha la bandiera di Metroweb, si sta ancora consolidando e se tutto andrà bene vedremo i suoi benefici effetti, soprattutto sulle grandi città e i distretti industriali destinatari della banda ultralarga, nella seconda metà di questo decennio.
Il New Deal digitale dell’Italia. Riccardo Luna prova a spiegarlo al governo Monti, e a tutti.
L’attrice australiana Cate Blanchett è stata scelta come presidente della giuria del prossimo festival di Cannes, che si terrà dall’8 al 19 maggio. Blanchett ha vinto due volte il premio Oscar: nel 2005 come miglior attrice non protagonista per The Aviator di Martin Scorsese, e nel 2014 quello come miglior attrice per Blue Jasmine di Woody Allen. Secondo alcuni la decisione è anche un messaggio di rinnovamento e buone intenzioni da parte di Hollywood e delle sue numerose storie di molestie e violenze sessuali emerse di recente, dal caso del produttore Harvey Weinstein a quelli di altri attori famosi come Dustin Hoffman e Kevin Spacey. Blanchett infatti è tra le fondatrici di Time’s Up, un gruppo di 330 donne dell’industria dello spettacolo statunitense, che si propone di combattere le molestie sessuali e i comportamenti inappropriati non solo a Hollywood ma anche nei normali posti di lavoro. Blanchett, che ha 48 anni, sarà la dodicesima donna a presiedere la giuria del festival.
Cate Blanchett sarà la presidente della giuria del festival di Cannes 2018.
Dario Di Vico sul Corriere della Sera di oggi mette in fila una serie di dati molto preoccupanti sulle condizioni dell’economia italiana, che vanno molto oltre la semplice “congiuntura internazionale” e danno molta concretezza al ridimensionatissimo dato della crescita italiana prevista per il 2019. Ci sono dei momenti in cui si sente la necessità di ascoltare la voce di una Cassandra. E oggi è indispensabile richiamare tutti a un esame più approfondito (e severo) dei dati dell’economia reale che via via affluiscono. Solo per limitarsi a quanto abbiamo saputo nella giornata di ieri, l’Istat ci ha informato che il fatturato industriale in dicembre è crollato del 3,5% se paragonato al mese precedente e del 7,3% rispetto allo stesso mese del ‘17. E Unioncamere Veneto ha reso noti numeri ancor più desolanti: nei prossimi tre mesi si attende un calo della produzione dell’11%, degli ordinativi interni del 13,1% e del fatturato del 7,3%. Se poi riavvolgiamo di qualche giorno il nastro spicca la previsione di Prometeia per il Pil 2019: un misero +0,1. Per arricchire la fenomenologia conviene dare un’occhiata al lavoro e allora non si può tacere come la quantità degli esuberi segnalati dalle nuove crisi aziendali sia di svariate centinaia di unità.
Siamo messi molto male. Lo dicono i numeri esposti oggi sul Corriere, intanto che il governo si occupa d’altro.
In provincia di Brescia un uomo ha ucciso due imprenditori, ha ferito un’altra persona ed è scappato; dopo essere stato inseguito dai carabinieri si è suicidato, secondo quanto riportano tutti i maggiori quotidiani. Il nome dell’uomo era Cosimo Balsamo, aveva 67 anni e aveva precedenti penali, secondo quanto riferito dai carabinieri. Il primo omicidio è avvenuto a Flero, a sud di Brescia, nel capannone di una ditta che si occupa di commercio di veicoli industriali. Secondo il racconto di un testimone fatto al Giornale di Brescia e ad altri quotidiani, Balsamo sarebbe entrato nel capannone intorno alle 12, avrebbe sparato più volte al titolare di un’altra ditta, il 78enne Elio Pellizzari, che è morto; avrebbe poi colpito un’altra persona, un uomo di 75 anni. Il secondo omicidio sarebbe avvenuto a Carpeneda, frazione di Vobarno, a una cinquantina di chilometri di Flero: Balsamo ci sarebbe arrivato con un’automobile rubata nel luogo del primo omicidio. Con lo stesso mezzo poi avrebbe raggiunto Azzano Mella, la località in cui si è suicidato. Lo scorso gennaio Balsamo aveva protestato contro il sequestro della sua abitazione salendo su una tettoia del tribunale di Brescia: il sequestro era avvenuto a seguito della condanna per associazione a delinquere finalizzata al furto e riciclaggio subita da Balsamo per aver fatto parte di una banda criminale specializzata nei furti di aziende di trasporto di metalli.
In provincia di Brescia un uomo ha ucciso due persone, è scappato e poi si è suicidato.
Tra le rubriche più seguite del sito di informazione Slate c’è “Explainer”. Come suggerisce il nome, è una sezione in cui è possibile ottenere spiegazioni su temi di vario tipo: i lettori inviano le loro domande, i responsabili della rubrica selezionano le migliori e rispondono pubblicamente con articoli che spiegano e motivano le loro risposte. Ogni anno quelli di “Explainer” rispondono a decine di domande, ma quelle pubblicate sul sito sono solo una piccolissima parte delle richieste che sono inviate quasi quotidianamente a Slate e che rimangono senza risposta. Come aveva già fatto in passato, e con l’approssimarsi della fine dell’anno, il sito ha pubblicato un elenco con le 35 domande più strane e creative ricevute nel 2012, proponendo ai suoi lettori di votare la loro preferita. La più votata riceverà una risposta. 1. Perché la gente vede gli orsi come animali adorabili, mentre tutti sanno che possono attaccare duramente gli umani?
35 domande senza risposta. Dalle marmotte che bevono l'antigelo alla correlazione tra reddito e topless: le richieste più strane inviate alla rubrica di Slate che spiega le cose.
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, ha risposto in modo un po’ confuso alle domande della corrispondente di Repubblica da Berlino, Tonia Mastrobuoni, che chiedeva spiegazioni sui primi effetti sui mercati della Nota di aggiornamento del DEF presentata la settimana scorsa dal governo. Di Maio – che si trovava a Berlino per incontrare alcuni esponenti del governo tedesco e stava parlando con alcuni giornalisti italiani – stava dicendo che i diritti sociali secondo lui «sono stati smantellati e immolati sull’altare del dio deficit, del dio spread, del dio denaro». Mastrobuoni ha fatto presente che i mercati non sono entità astratte: «sono tanti italiani che hanno un titolo di stato nelle loro tasche, sono tanti investitori grandi, sono fondi pensione che pensano al futuro dei loro assistiti» e che a loro il governo doveva risposte concrete.
Di Maio è andato un po’ in crisi per le domande di una giornalista a Berlino. L'inviata di Repubblica Tonia Mastrobuoni lo ha incalzato dopo alcune sue affermazioni vaghe, ma le risposte non sono diventate meno vaghe.
Quando venerdì scorso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di prorogare le misure restrittive fino al 3 maggio, ha lasciato intuire che dopo quella data alcune attività produttive potranno ricominciare a operare, con qualche cautela. «Vogliamo allentare quanto prima le misure per tutte le attività produttive, ma non siamo ancora in grado di ripartire a pieno regime», aveva spiegato Conte, aggiungendo che dichiarare qualsiasi data di riapertura con maggior precisione sarebbe stato prematuro. Per capire come far ripartire il paese dopo quasi due mesi di quarantena, il governo ha istituito un comitato – anzi: una task force – composto da sociologi, psicologi, esperti dell’organizzazione del lavoro e manager, e che è coordinato da Vittorio Colao, importante manager ed ex amministratore delegato di Vodafone.
La politica e il 4 maggio. La Lombardia ha chiesto al governo – sorprendentemente – che riaprano le attività produttive, ma pochi pensano che sia possibile.
Nei prossimi giorni potrebbe capitarvi di leggere che secondo un nuovo studio scientifico il supervulcano di Yellowstone, negli Stati Uniti, potrebbe esplodere di nuovo prima del previsto. Questa notizia è stata data da alcuni giornali americani, tra cui USA Today, ma nasce da un fraintendimento di un articolo del New York Times del 10 ottobre che parlava di un intervento tenuto alla conferenza dell’International Association of Volcanology and Chemistry of the Earth’s Interior dello scorso agosto. Insomma, non è una notizia vera: nessuno scienziato ha detto che lo Yellowstone potrebbe esplodere prima del previsto e i vulcanologi continuano a pensare che una sua esplosione nel prossimo futuro sia altamente improbabile. L’errore dei giornali è stato spiegato da Snopes, uno dei migliori siti di fact-checking al mondo. L’articolo originale del New York Times conteneva questa frase, che secondo Snopes ha causato l’errore:
Stanno circolando voci esagerate sul vulcano di Yellowstone. Una ricerca capita male e qualche titolo esagerato stanno facendo parlare a sproposito di, ehm, estinzione imminente degli umani.
Ci sono molti politici, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana, e alcuni di loro sono in location originali, come David Cameron. Poi il consueto gran campionario di attori, attrici, cantanti e modelle, ma anche qui con deviazioni interessanti: le due cantanti delle Pussy Riot non sono ritratte su un palco, come sarebbe normale, bensì in un’aula di tribunale o nei suoi paraggi, dato che sono sotto processo. Poi ci sono degli sportivi, questa settimana non se ne poteva fare a meno: uno è Usain Bolt e non serve aggiungere altro, l’altra è la fenomenale Jessica Ennis, vincitrice della medaglia d’oro nell’eptathlon. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Celebripost. Atlete con facce da attrici e politici in scenari insoliti, tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana.
Sessant’anni fa in pochi cinema americani uscì Psycho di Alfred Hitchcock, un film in bianco e nero (quando già c’era il colore) girato da una troupe televisiva e con un budget relativamente piccolo. Un film che Hitchcock, già sessantenne e stimatissimo, dovette finanziare in parte di tasca sua, perché la casa di produzione non voleva saperne. Nei primi giorni Psycho non piacque a molti critici, che non ne gradirono la violenza e la scarsa profondità dei personaggi. Ma con il tempo Psycho – che in Italia arrivò diversi mesi dopo, con il titolo che divenne Psyco, senza “h” – si ritagliò un considerevole posto nella storia del cinema: per l’impatto che ebbe sia sugli horror che sui thriller, per la colonna sonora, per la protagonista (o colei che sembra esserlo) che muore dopo nemmeno metà film, per Norman Bates e, più di ogni altra cosa, per la scena della doccia.
“Psyco” ha 60 anni. Un film che dimostrò, disse Hitchcock, come «la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico».
L’inchiesta è stata aperta dal magistrato Paolo Giovagnoli per il reato di diffusione di notizie false, ma al momento non ci sono indagati. L’indagine è iniziata in seguito alla denuncia di due cittadini tunisini la cui foto era stata fatta circolare online nei giorni successivi allo stupro. Alcuni quotidiani li avevano indicati fra i sospettati, ma quasi subito il giornale online Riminitoday aveva fatto notare che le foto erano state pubblicate sul proprio sito nel 2016, e che riguardavano degli arresti per spaccio di droga. I nuovi italiani stupratori di Rimini accolti e integrati dai buonisti cattocomunisti! Adesso basta davvero con questi schifosi subanimali! pic.twitter.com/F2h4CDAbyh
La Procura di Rimini indagherà sulla diffusione di notizie false dopo lo stupro del 26 agosto.
Ieri mattina, alle 4, Pier Paolo Zaccai si affaccia dalla finestra di un appartamento al quarto piano di via Manlio Torquato, quartiere Appio, Roma. Indossa un paio di jeans e una maglietta rossa, e urla: dice che lo vogliono incastrare, chiede aiuto, dice di essere un politico. Dice frasi sconnesse: parla di indagini sui trans, dice che per questo lo vogliono far fuori. Minaccia di buttarsi di sotto. I vicini si svegliano. Una signora si affaccia da una finestra e gli dice di star calmo e non buttarsi. Altri vedono che non è solo, nella casa, e qualcuno da dentro lo tira per la maglietta, cercando di allontanarlo dalla finestra. Poco dopo arriva la polizia e un’ambulanza: Zaccai è ancora fuori di sé e viene ricoverato. Rifiuta di fare il narcotest, i medici sono costretti a sottoporlo al Trattamento sanitario obbligatorio. Poche ore dopo viene dimesso. È l’epilogo di una vicenda di cui non conosciamo ancora l’origine. Sappiamo che Zaccai non era solo – con lui c’erano quattro transessuali – e che nell’appartamento la polizia ha trovato della cocaina. Su quello che è accaduto prima, però, le versioni divergono. Secondo una prima ricostruzione, il consigliere provinciale PdL la sera prima si dà appuntamento con una trans brasiliana che conosce da tempo, con la quale ha una relazione da diversi mesi: si chiama Morgana, sarà lei che in mattinata chiamerà la polizia. Zaccai va a prendere Morgana all’Eur e la porta a casa di lei, all’Appio. Morgana sostiene che quando Zaccai è andato a prenderla era già drogato, su di giri: durante la notte la situazione sarebbe peggiorata, fino allo show delle quattro del mattino. Zaccai avrebbe visto un paio i computer portatili e si sarebbe convinto della volontà delle trans di filmarlo e incastrarlo. Zaccai sostiene invece di aver trovato la droga a casa di lei, e che per questo sarebbe sbottato.
Cosa è successo a Pier Paolo Zaccai. La ricostruzione di quello che è accaduto al consigliere provinciale romano che ieri è stato ricoverato delirante.
È un po’ come la storia dell’Eden. In principio – un principio durato almeno tre secoli – i libri erano nudi, senza copertina. Venivano acquistati in fascicoli già ripiegati e composti, e rilegati in seguito dal compratore a seconda delle proprie disponibilità, dei suoi gusti e delle rilegature già presenti nella sua libreria privata. Editoria e legatoria erano due attività distinte. Le coperture più economiche erano in pergamena, a volte incollata su cartone per rinforzo; le più costose in pelli pregiate, a volte con impressioni in oro. Ma le indicazioni su titolo e autore in facciata o in costa erano rare perché i libri allora erano pochi e preziosi, e chi li leggeva sapeva riconoscerli al volo. La mancanza di immagini e colori – le illustrazioni quando esistevano, cioè raramente, comparivano soltanto all’interno dei libri, con un ruolo del tutto secondario rispetto al testo – è la ragione banale per cui fino al Novecento non si è formata una memoria visiva dei libri, nemmeno di quelli più letti e famosi, come l’Orlando furioso o il Don Chisciotte. L’invenzione delle copertine è il frutto dell’editoria industriale: quando i libri incominciarono a essere letti da un pubblico un po’ più vasto, quindi a essere stampati in migliaia di copie, si sviluppò l’esigenza di differenziarli e di attirare gli sguardi del pubblico. L’oggetto che oggi definiamo libro è il risultato di trasformazioni della funzione, della tecnologia e della società, sempre intrecciate tra loro. Ma la progressiva convergenza tecnica di editoria e legatoria si traduce anche in quella culturale tra testo e immagine. L’attuale prevalenza dell’immagine è il risultato di un processo secolare che dal contenuto si è spostato sulla forma, alla scatola, al packaging, al logo. Le cose incominciarono a cambiare nel Settecento, quando nelle grandi città si formò un pubblico di lettori più vasto di quello delle corti – la famosa borghesia –, le tecniche di stampa migliorarono, le tirature salirono e nacquero le prime librerie dove i libri erano a vista. La storia di James Lackington, il primo libraio moderno, è importante anche perché dimostra che nella sua libreria The Temple of Muses a Londra i libri venivano consultati e sfogliati dai clienti prima dell’eventuale acquisto, esattamente come accade oggi. Il rischio, quasi la certezza, è che fossero sporcati, spiegazzati e rovinati da tutte quelle mani già prima di essere venduti. L’aumento di tirature e vendite implicò anche lo sviluppo della distribuzione, il che significò altre mani e spostamenti, quindi altri rischi di deteriorare la merce. «Nessuno inventò le copertine. Fu un processo graduale, fatto di piccoli miglioramenti e soluzioni provvisorie che si stabilizzarono lentamente, nel corso di un secolo», dice Ambrogio Borsani, forse il maggiore esperto italiano della storia dei libri in quanto oggetti e autore di alcuni saggi fondamentali sulla storia delle copertine.
Storia delle copertine. Per centinaia di anni i libri non le avevano, poi sono arrivati l'era industriale, il mercato e la necessità di rendere un testo appetibile e riconoscibile ai clienti.
A causa del cattivo tempo e delle copiose piogge, è stato dichiarato il massimo livello di allerta meteorologica nelle province di Genova e Savona, a partire dalle ore 20 di domenica e fino alle 15 di lunedì. Il livello di allerta massimo, “rosso”, è quello che prevede “grave pericolo”. Nelle altre province della Liguria, il livello di allerta è rimasto “arancione”. Per la stessa ragione, domani resteranno chiuse le scuole a Genova, Savona e in molte altre città delle due province. Un elenco aggiornato si può consultare sul sito del Secolo XIX.
È stato dichiarato il massimo livello di allerta per il cattivo tempo nelle province di Genova e Savona.
Sabato e domenica sono sempre i giorni più affollati al Salone del Libro di Torino, e anche quelli in cui il programma è più ricco di eventi a cui partecipano scrittori affermati: per questo districarsi tra la folla e le diverse conferenze può essere complicato e stancante. Per quelli che saranno al Salone ma non hanno avuto il tempo di studiarsi il programma, abbiamo messo insieme una selezione di eventi interessanti tra quelli del weekend. Sono divisi tra sabato mattina, sabato pomeriggio e domenica. L’unica cosa difficile che vi resterà da fare è scegliere tra quelli in contemporanea. Qui invece potete leggere il programma completo in PDF e da qui potete cercare evento per evento sul sito del Salone. Un consiglio: la mappa degli espositori e delle sale è utile.
Cosa vedere al Salone del Libro nel weekend. Una selezione di eventi interessanti dal (lungo) programma per sabato e domenica, a Torino.
Quella di stasera è la penultima puntata di Sanremo 2016, il Festival della Canzone Italiana che quest’anno è alla sua 66esima edizione. Anche oggi saranno ospiti dei musicisti stranieri: il cantante colombiano J Balvin e il dj belga Lost Frequencies. Nei giorni scorsi ci sono stati, fra gli altri, Elton John, Ellie Goulding e Hozier. J Balvin è un famoso cantante di musica reggaeton, un genere che mescola la musica giamaicana reggae (quella di Bob Marley, per intenderci) a quella latina. J Balvin non è famosissimo in Italia, se non siete appassionati di quel genere di musica, ma per una parte dell’America Latina Balvin è più famoso di Justin Bieber. J Balvin è nato come Jose Alvaro Osario Balvin a Medellìn, la seconda città più popolosa della Colombia, nel 1985. Medellìn è stata una delle città più volente del mondo durante il periodo del “cartello di Medellìn”, l’organizzazione per il narcotraffico di Pablo Escobar, ma negli ultimi anni è diventata più sicura di molte grandi città degli Stati Uniti grazie a diverse buone decisioni dell’amministrazione locale. Balvin è nato in una famiglia inizialmente benestante di Medellìn, il padre era un economista e imprenditore che però andò più tardi in bancarotta: la famiglia si trasferì allora in uno dei quartieri poveri della città e Balvin racconta che a causa di queste sue origini miste continua a essere visto come il “ricco” nei quartieri popolari e come “uno del ghetto” quando frequenta i quartieri benestanti.
J Balvin è famosissimo. Anche se il nome potrebbe non dirvi nulla è fra i cantanti latinoamericani più popolari del momento: per molti è più conosciuto di Justin Bieber, con cui ha collaborato.
Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge che riordina tutte le misure adottate finora per rallentare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia, raggruppandole in un solo testo. Durante la conferenza stampa per annunciare le nuove misure, Conte ha detto anche che lui stesso o un altro rappresentante del governo riferirà al Parlamento ogni quindici giorni. Il primo incontro dovrebbe avvenire domani. Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri si occupa innanzitutto di regolamentare la durata delle attuali misure restrittive, e introduce la possibilità – ovviamente fin qui scontata – che tutti i provvedimenti attuati finora (come il blocco dell’attività scolastica, le restrizioni di movimento e la chiusura delle attività commerciali) vengano rinnovati per 30 giorni in caso di necessità. Si specifica inoltre che eventuali rinnovi di queste misure sono applicabili fino al 31 luglio del 2020, data in cui scadono i sei mesi dello stato d’emergenza dichiarato dall’Italia lo scorso 31 gennaio. Conte si è soffermato a rimproverare di nuovo la pubblicazione di anticipazioni rispetto alle decisioni del governo, specificando che la notizia circolata su una proroga delle limitazioni fino al 31 luglio non avesse fondamento e che quella scadenza è appunto implicita nei sei mesi che decorrono dal 31 gennaio: e ha aggiunto che il governo spera di allentare le restrizioni «molto prima» di questa data.
Cosa ha detto Giuseppe Conte. Un nuovo decreto inasprisce multe e sanzioni, e permette alle singole regioni di adottare misure ancora più restrittive.
Il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha detto che l’espulsione della deputata Giulia Sarti dal partito sarebbe «doverosa». Martedì Sarti si era dimessa da presidente della commissione Giustizia della Camera e si era autosospesa dal partito dopo che una decisione della procura di Rimini aveva reso evidente che Sarti avesse fatto degli imbrogli per non versare quanto doveva al fondo per il microcredito del Movimento 5 Stelle. Sull’espulsione di Sarti dal Movimento 5 Stelle si dovrà esprimere ora il Collegio dei probiviri del M5S. Giulia Sarti si era inventata tutto?
Luigi Di Maio ha detto che l’espulsione di Giulia Sarti dal Movimento 5 Stelle sarebbe «doverosa».
Colmando un vuoto che si trascinava da mesi in modo imbarazzante, Paolo Romani ha giurato ed è stato nominato ministro dello sviluppo economico, incarico vacante dalle dimissioni di Claudio Scajola. Durante gli oltre 150 giorni di interim di Silvio Berlusconi, il nome di Romani era circolato spesso, e a luglio la nomina sembrava cosa fatta. Tutto saltò a causa delle perplessità di Giorgio Napolitano, che riteneva inopportuno che Romani – considerato il suo passato di imprenditore delle telecomunicazioni – si occupasse direttamente proprio di questa materia. Questo è il ritratto di Paolo Romani fatto da Alessandro Gilioli – giornalista dell’Espresso e apprezzato blogger – e Arturo Di Corinto nel loro libro uscito da poco. Si chiama “I nemici della Rete” ed è edito da BUR. Il decreto di cui parla la prima frase è il cosiddetto “decreto Romani”, approvato lo scorso marzo, che recepisce la direttiva europea sugli audiovisivi ed equipara lo streaming di video online alle emittenti televisive tradizionali.
Paolo Romani, da Telelivorno al ministero. Il nuovo ministro dello sviluppo economico raccontato nel libro di Alessandro Gilioli e Arturo Di Corinto.
Una delle serie tv oggi più popolari in Senegal si intitola Maitresse d’un homme marié e ha dato scandalo, come si dice. In una delle scene più criticate della serie, la protagonista Marème indossa un abito audace per uscire con un uomo sposato e, indicando il proprio corpo sotto la vita, dice: «È mia. La do a chi mi pare e piace». La serie, iniziata a gennaio, è stata definita «femminista», è il principale argomento dei dibattiti politici televisivi e ha portato al centro del discorso pubblico la libertà femminile e il ruolo delle donne, in un paese in cui non è semplice parlarne (a causa delle imposizioni religiose, ma più in generale – come altrove – per l’impostazione patriarcale della società). «L’obiettivo» della serie, ha spiegato comunque la sceneggiatrice, «non è denunciare, ma sensibilizzare». Per quanto molto apprezzata dal pubblico, la serie ha suscitato diverse critiche anche a livello istituzionale, tanto che l’autorità che nel paese si occupa di regolamentare i programmi in tv ha minacciato di vietarne la trasmissione: la serie, dice, presenta «parole, comportamenti e immagini scioccanti, indecenti, oscene o offensive» che potrebbero danneggiare la «conservazione delle identità culturali», cioè degli attuali equilibri di potere tra uomini e donne. La polemica era iniziata con la messa in onda del primo episodio della serie, lo scorso gennaio, quando un’associazione che si chiama “Comitato per la difesa dei valori morali del Senegal” aveva presentato una denuncia: «Questa serie promuove l’adulterio e la fornicazione. Questa è una deriva che propone un deplorevole mimetismo delle culture occidentali», aveva detto il presidente dell’associazione, Mame Makhtar Guèye, una critica che viene spesso rivolta alle donne quando cercano di avere una posizione diversa dai ruoli che la cultura locale impone loro. «Alcune persone dicono che sto corrompendo i giovani», ha spiegato invece una delle attrici della serie al New York Times. «Io non la penso così. Sto solo ricordando loro che tutti sono liberi di fare ciò che vogliono con la propria sessualità».
La serie di cui si parla di più in Senegal. Racconta storie di donne locali affrontando questioni come stupro, adulterio, poligamia e violenza maschile, e infatti non piace proprio a tutti-tutti.
Oggi è alle 17 e 45 è iniziata a Roma la direzione nazionale del PD. È un incontro piuttosto complicato perché diversi dirigenti o ex dirigenti del partito hanno dichiarato – chi già da mesi, chi negli ultimi giorni – che voteranno “No” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. I giornali parlano di “spaccatura” nel Partito Democratico e dicono che probabilmente, per trovare una mediazione, il segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi oggi annuncerà un intervento sull’Italicum, la nuova legge elettorale approvata con tre voti di fiducia che il governo ha accettato di ridiscutere. Per cercare di trovare una mediazione, nel suo intervento Renzi ha proposto la creazione di una delegazione del PD per interrogare le altre forze politiche presenti in parlamento e trovare un accordo sulla nuova legge elettorale. Della commissione faranno parte il vicesegretario del PD, il presidente del PD, i due capigruppo di Camera e Senato e un esponente della minoranza. La proposta sarà probabilmente messa ai voti al termine della direzione. L’altro intervento importante è stato quello di Gianni Cuperlo, uno dei leader della minoranza. Cuperlo ha detto che se non sarà trovato un accordo sull’Italicum, al referendum costituzionale voterà “No” e successivamente rassegnerà le sue dimissioni da deputato.
Cosa succede oggi nel PD. Diversi esponenti del partito hanno dichiarato che voteranno "No" al referendum costituzionale e nella direzione nazionale Matteo Renzi ha cercato una mediazione.
Mercoledì 2 ottobre 2013 la Corte di Cassazione ha assolto i principali imputati del processo “Why Not”: i giornali oggi riportano la notizia dicendo che è la fine dell’inchiesta che “portò alla caduta del governo Prodi” nel gennaio del 2008. L’inchiesta riguardava la gestione dei fondi pubblici della Calabria e fu una di quelle che diede visibilità nazionale all’allora pubblico ministero della Procura di Catanzaro Luigi De Magistris, oggi sindaco di Napoli. Quello concluso ieri è il principale dei processi che sono nati dall’inchiesta. L’ex governatore di centrosinistra della Calabria, Agazio Loiero – politico di lunga carriera, ministro nei governi D’Alema e Amato – è stato assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di abuso di ufficio. Anche Nicola Durante, ex segretario generale della giunta regionale di Loiero, è stato assolto con la stessa formula. I due erano già stati assolti in primo grado, ma nel processo di appello, concluso a Catanzaro il 27 gennaio 2012, avevano ricevuto invece la condanna a un anno di reclusione.
La fine di “Why Not”. Una delle inchieste più famose di Luigi De Magistris, che "portò alla caduta del governo Prodi", si è chiusa con parecchie assoluzioni.
Oggi Francesco Guccini compie ottant’anni: qui abbiamo raccolto dieci canzoni e dieci versi scelti dal peraltro direttore del Post Luca Sofri, nel libro Playlist, la musica è cambiata. Da quando non c’è più Fabrizio De André, facendo un consuntivo dei grandi cantautori italiani, quello che è rimasto il più grande, a cui non si può rimproverare niente, e che con le parole ci sa fare più di tutti, è Francesco Guccini. E guardate che non sono mai stato un fedelissimo di Guccini: non vado ai suoi concerti da decenni, non sollevavo il pugno chiuso quando chiudeva cantando “La locomotiva”, non ho letto i suoi libri, e trovo la sua mistica dell’osteria emiliana un po’ retrò e la sua retorica dell’integrità un po’ noiosa. Ma un suo verso non mi ha mai fatto cadere le braccia, mai. E invece sono decine i suoi versi nati con la camicia, le parole che si sciolgono in bocca.
E un altro giorno è andato. Dieci canzoni e dieci versi di Francesco Guccini, che oggi compie ottant'anni.
Per la prima volta la vendite della musica in formato digitale hanno superato quelle delle canzoni in formato fisico, come compact disc e dischi in vinile. Il dato è stato diffuso dalla Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI) nel suo rapporto annuale riferito al 2015, nel quale si dice che i servizi per la musica in streaming online hanno contribuito a fare aumentare i ricavi per le principali case discografiche, dopo anni piuttosto turbolenti. Secondo il rapporto, “il consumo di musica sta esplodendo su scala globale”, ma ci sono ancora problemi legati ai margini che riescono a trattenere le case discografiche e gli artisti, in parte a causa dei siti che sfruttano le carenze delle leggi sul copyright per diffondere musica online senza licenza. Musica in streaming Il rapporto dell’IFPI dice che nel 2015 le vendite di musica online hanno costituito il 45 per cento dei ricavi, mentre le canzoni vendute su supporto fisico sono valse il 39 per cento. L’aumento dei ricavi per la musica digitale è stato del 10,2 per cento rispetto al 2014, con maggiori incassi per 6,7 miliardi di euro. Il successo di servizi come Spotify, Apple Music e YouTube è stato tale da portare a un aumento dei ricavi per la musica in streaming del 45,2 per cento, arrivando a 2,9 miliardi di dollari che hanno compensato in parte il calo dei download delle canzoni.
La musica in streaming va forte. Per la prima volta le vendite digitali hanno superato quelle dei formati fisici, dice la principale associazione dei discografici.
Tra il 1899 e il 1910 l’artista e illustratore francese Jean-Marc Côté produsse con alcuni suoi colleghi una serie di illustrazioni – dal titolo En l’an 2000 – che immaginavano la vita nel futuro, e in particolare nell’anno 2000. Le immagini erano state commissionate da una società che produceva sigarette e sigari (o giocattoli, secondo alcuni) per inserirle nelle confezioni dei suoi prodotti in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Secondo quanto riportato da Openculture, la società però fallì prima di stampare le illustrazioni in grande scala e quindi dei disegni esiste un solo set completo, che è appartenuto anche al famoso scrittore di fantascienza Isaac Asimov. Proprio Asimov ha offerto un’analisi dettagliata di tutte le illustrazioni in un libro, ancora disponibile sul mercato dell’usato.
Come nel 1899 immaginavano il 2000. Alcune vecchie illustrazioni raccontano "la vita nel futuro", vista da quei tempi: mondi sommersi, piccoli aerei e robot che fanno tutto.
Martedì 29 ottobre Twitter ha introdotto una serie di modifiche che danno maggiore evidenza a foto e video nella timeline degli utenti, l’elenco dei tweet pubblicati più di recente. La novità è per ora disponibile nelle applicazioni di Twitter per iPhone e per smartphone che utilizzano Android, e sta progressivamente venendo inserita anche nella versione browser di Twitter. Mentre in precedenza era necessario cliccare su ogni tweet nella timeline per vedere le immagini allegate o linkate, con la nuova modifica le immagini sono mostrate automaticamente nel flusso dei tweet; le anteprime delle singole immagini possono essere ingrandite cliccandoci sopra. Una funzione simile era già disponibile da qualche tempo su TweetDeck, l’applicazione di Twitter per ricevere i tweet in tempo reale, man mano che sono pubblicati, gestendo più account e visualizzazioni anche attraverso un sistema di notifiche.
La nuova timeline di Twitter. Ora si vedono prima e meglio immagini e video, ma anche i tweet a pagamento non richiesti.
Ieri il giornale belga Le libre belgique ha annunciato che Bernard Arnault, l’uomo più ricco di Francia e il quarto più ricco al mondo, ha fatto domanda per ottenere la cittadinanza belga. Arnault, nato a Roubaix nella regione settentrionale del Nord-Pas de Calais (quella del film Giù al nord, per intenderci), ha dichiarato in un comunicato stampa di avere importanti legami affettivi e familiari, oltre che «professionali», con il Belgio. La notizia sta venendo molto discussa in Francia e questa mattina è sulle prime pagine di molti quotidiani. Nonostante Arnault abbia dichiarato che alla base della sua scelta non ci sono motivi fiscali, politici e giornalisti invece sostengono che abbia proprio a che fare con l’annuncio fatto da Hollande di voler introdurre una tassa marginale del 75% sui cittadini con un grande patrimonio (ci torniamo tra poco). “Perdere” Arnault, che ha un patrimonio stimato in 21 miliardi di euro, significherebbe per la Francia perdere il suo primo contribuente.
Il caso Arnault. L'uomo più ricco di Francia ha fatto domanda per avere la cittadinanza belga: lui nega, ma secondo quasi tutti ci sono di mezzo le nuove tasse di Hollande.
Sono uscite le nuove proiezioni ufficiali sulle elezioni europee che si terranno dal 23 al 26 maggio, commissionate dal Parlamento europeo: rispetto a quelle diffuse poco più di un mese fa l’EFDD, il gruppo di cui fa parte il Movimento 5 Stelle, è passato da 39 a 30 seggi, un calo piuttosto drastico e la più significativa tra le variazioni rilevate. La proiezione prevede tre eurodeputati in meno eletti in Italia, da 21 a 18, e un calo ancora più netto in Francia, dove la stima è passata dai 5 europarlamentari previsti a febbraio agli zero di marzo. I due principali gruppi europeisti in Parlamento hanno invece aumentato i loro consensi, e sembra che otterranno una dozzina di seggi in più rispetto alle proiezioni di un mese fa.
Le nuove proiezioni ufficiali sulle elezioni europee. Assegnano alle forze europeiste qualche seggio in più rispetto al mese scorso, mentre il gruppo a cui appartiene il M5S è in netto calo.
La Pixar Animation Studios è una casa di produzione cinematografica specializzata in film d’animazione: esiste – sotto varie forme – dal 1979 e dal 2006 fa parte della Walt Disney Company. Nella sua storia la Pixar ha realizzato molti corti e 15 film animati: il primo è stato Toy Story, uscito nel 1995, l’ultimo è per ora Inside Out, uscito negli Stati Uniti il 19 giugno. La Pixar ha già in programmazione l’uscita di altri film: il prossimo sarà The Good Dinosaur, a fine 2015, a cui dovrebbe seguire, nel 2016, Finding Dory, seguito del film Alla Ricerca di Nemo (Finding Nemo, in inglese). In occasione dell’uscita di Inside Out il sito Vulture ha fatto una classifica dei 15 film Pixar realizzati finora, in ordine di bellezza: ci sono i tre Toy Story, i due Cars (il secondo è ultimo in classifica) e nelle prime posizioni Wall•E e Alla ricerca di Nemo. Scrive Vulture che tra questi film “non ce n’è nemmeno uno brutto”, ce ne sono alcuni che funzionano meglio, ma “tutti hanno provato a fare qualcosa di speciale”. Ce ne sono però alcuni che sono riusciti a essere più speciali degli altri.
Qual è il film Pixar più bello? sono in tutto 15, qui elencati dal migliore al peggiore: ma c'è un "peggiore"? Siete per la mozione Nemo o per quella Toy Story?.
Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 alcuni lamantini (il numero non è chiaro, si va da 15 a 20) sono stati salvati dopo essersi persi nei canali di drenaggio a Satellite Beach, in Florida. I lamantini sono grossi mammiferi acquatici simili ai trichechi, lunghi fino a quattro metri e pesanti quasi 600 chili; erano rimasti intrappolati negli scarichi, dove si erano infilati attirati dall’acqua tiepida e per evitare quella troppo fredda della baia, che in questo periodo ha toccato temperature insolitamente basse, anche sotto i 13 gradi. I lamantini soffrono quando la temperatura dell’acqua scende sotto i 20 gradi e finiscono per ripararsi in posti pericolosi, come vicino alle centrali elettriche.
I lamantini salvati in Florida. Si erano infilati nei canali di scarico in cerca di una temperatura più tiepida ed erano rimasti intrappolati nelle tubature della città.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono stati 143.626, 4.204 in più di ieri. I morti sono 18.279, un incremento di 610 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 1.979, per un totale di 28.470. Le persone attualmente positive sono 96.877 (ieri erano 95.262) e quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3.605, 88 in meno rispetto a ieri. In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 300, portando il totale a 10.022. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1.236, 21 in meno rispetto a ieri.
Le notizie di giovedì sul coronavirus in Italia. Dall’inizio dell’epidemia i contagi registrati sono 143.626, mentre le morti sono 18.279, 610 in più di ieri.
L’analisi di un set di dati riscoperti dopo 20 anni, e raccolti a centinaia di milioni di chilometri da noi, ha da poco fornito le prove più consistenti sull’esistenza degli enormi getti d’acqua e vapore che si producono sulla superficie di Europa, una delle lune di Giove. Questi nuovi elementi rendono ancora più interessanti e urgenti nuove missioni spaziali verso Europa, perché la presenza di acqua allo stato liquido rende più probabile l’esistenza di forme di vita (per come le conosciamo) al di fuori del nostro pianeta. Tra pochi anni, una nuova missione della NASA già in programma potrebbe offrire nuove e definitive conferme. Mondo ghiacciato Europa è solo una delle 67 lune di Giove, il pianeta più grande tra quelli in orbita intorno al Sole, ma è la quarta per dimensione e il sesto satellite naturale più grande di tutto il sistema solare. Fu scoperta da Galileo Galilei all’inizio del 1610, insieme alle lune Io, Ganimede e Callisto: per questo i quattro corpi celesti sono identificati spesso come “satelliti galileiani”. Europa ha un diametro di 3.122 chilometri (circa un quarto di quello della Terra) e appare come una grande palla di neve: la sua superficie, spessa e ghiacciata, ricopre un gigantesco oceano che si stima contenga il doppio di tutta l’acqua degli oceani terrestri. Lo spessore dello strato di ghiaccio non è noto, ma dalle osservazioni e i movimenti della luna si ipotizza che si spinga in profondità per diverse decine di chilometri. E proprio questa crosta ghiacciata così spessa ha finora reso impossibile uno studio più approfondito di Europa.
Una grande scoperta di astronomia vintage. Analizzando dati raccolti 20 anni fa sono state trovate nuove prove sull'esistenza degli enormi getti d'acqua su Europa, una delle lune di Giove: un ottimo candidato per ospitare vita extraterrestre.
Sabato 21 giugno, tra le 12 e 30 e le 13 e 30 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, a Firenze, si verificherà un fenomeno molto particolare. Intorno a quell’ora, cioè durante il solstizio d’estate (che abbiamo spiegato qui), la luce solare entrerà in un foro sulla sommità della cupola con una particolare angolatura. Una novantina di metri più in basso, dove si trova il pavimento, la luce formerà un cerchio di luce molto nitido. Con il passare dei minuti il cerchio si sposterà, fino a che, intorno mezzogiorno, il disco di luce si sovrapporrà perfettamente a un disco di marmo delle stesse dimensioni che si trova sul pavimento, a sinistra dell’altare (il complesso di buco in cima alla cupola e cerchio sul pavimento si chiama “gnomone”, un antico strumento per compiere misurazioni celesti). sabato 21 giugno entra in Cattedrale e vedi passare il raggio di sole dallo #gnomone #Firenze ore 12.30 pic.twitter.com/UNHuqnivkA
Osservare il solstizio attraverso lo gnomone della cattedrale di Firenze. Cioè un antico strumento per compiere misurazioni celesti.
Beppe Grillo ha annunciato ieri con un post sul suo blog che la prossima settimana ci saranno le “elezioni online” del Movimento 5 Stelle, a cui parteciperanno 1.400 candidati. Sono elezioni primarie per scegliere i futuri parlamentari del movimento (“parlamentarie”, le chiama il titolo del post), che si presenterà alle prossime elezioni politiche e che gli ultimi sondaggi danno oltre il 15 per cento. Potranno votare soltanto agli iscritti al movimento entro il 30 settembre scorso. Le votazioni inizieranno lunedì 3 dicembre fino a giovedì 6 dicembre: si potrà votare dalle 10 alle 17, con un prolungamento dell’orario per martedì (fino alle 21) e per giovedì (fino alle 20). Questa decisione è stata presa dopo che alcuni iscritti al movimento avevano detto di non saper come votare, dato che in quella fascia oraria solitamente lavorano o non hanno un computer con cui votare.
Le primarie del Movimento 5 Stelle. Questa settimana si terranno le "Parlamentarie": si voterà online e si può candidare chi ha già presentato una lista a livello locale (ma non è stato eletto).
Lo scrutinio delle schede delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre – che arrivano dopo la chiusura dei seggi e lo scrutinio del referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari (ha vinto il Sì) – sono ancora in corso. Dai dati provvisori, comunque, risulta che il centrosinistra abbia vinto in tre regioni su sei evitando quelle che sarebbero state delle sconfitte umilianti in Toscana e in Puglia. Il dato notevole per il centrodestra è la strepitosa vittoria di Luca Zaia in Veneto, che diventerà il presidente di regione più votato di sempre in Italia. – Leggi anche: Il liveblog del Post sui risultati del referendum e delle elezioni
I risultati delle elezioni regionali, in ordine. Il centrosinistra ha vinto in Toscana, in Puglia e in Campania, il centrodestra in Liguria, in Veneto e nelle Marche.
Franz Kafka, scrittore cecoslovacco di lingua tedesca, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che ricorda La metamorfosi, uno dei racconti più conosciuti di Kafka, per ricordare i 130 anni della sua nascita e il suo ruolo nella letteratura mondiale del Novecento. Franz Kafka nacque a Praga il 3 luglio del 1883, quando la città faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico. La sua era una famiglia ebraica ashkenazita (gli ashkenaziti sono i discendenti delle comunità ebraiche medievali della valle del Reno) di lingua tedesca e faceva parte della media borghesia. Hermann Kafka, il padre di Franz, era un commerciante e gestiva insieme con la moglie un emporio a Praga. Franz Kafka frequentò le scuole in città e nel 1901 si diplomò regolarmente al liceo.
Franz Kafka e la metamorfosi. Lo scrittore cecoslovacco di lingua tedesca è il protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 130 anni della sua nascita.
Ieri sera Google ha mandato in onda sui canali Rai e Mediaset una nuova campagna pubblicitaria per promuovere il suo motore di ricerca e l’iniziativa “Cosa cerchi oggi?”, da poche ore lanciata online. La società si fa da tempo pubblicità sulle reti televisive statunitensi, mentre in Italia non aveva ancora abbandonato i confini della Rete per approdare sul mezzo televisivo. Lo spot andato in onda si intitola “Neo Papà” e racconta la storia di un padre che, grazie a Google, riesce a ritrovare tutte le informazioni che gli servono per affrontare il suo nuovo ruolo di genitore. La pubblicità vuole sottolineare come il motore di ricerca più usato al mondo sia ormai una parte della vita di tutti noi, una costante nelle nostre giornate che ci consente di tenerci aggiornati, di conoscere nuove cose e di condividerle poi con gli altri. https://www.youtube.com/watch?v=FMngVQ81ZCI L’iniziativa “Cosa cerchi oggi?” consente di creare spot personalizzati simili a quello andato in onda ieri in televisione. È sufficiente inserire i termini delle ricerche da inserire nello spot e la musica da utilizzare. Il sistema provvede poi a creare un video che può essere salvato nel proprio canale YouTube, così da essere condiviso. https://www.youtube.com/watch?v=rcq-XuGBUes Oltre a “Neo Papà”, nel canale ufficiale di Google c’è anche un’altra pubblicità, “Erasmus in love”, sull’esperienza di uno studente all’estero, che riesce a rimediare qualcosa di più di una serie di valutazioni sul proprio libretto universitario. Le nuove pubblicità in italiano di Google sono del tutto simili a “Parisian Love”, la celebre campagna pubblicitaria lanciata dal motore di ricerca un anno fa e vista da oltre 5,6 milioni di utenti su YouTube.
“Cosa cerchi oggi?”. Ieri sera sono andati in onda i primi spot di Google per la televisione italiana.
Uno studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Copenhagen, in Danimarca, e dell’Università della Columbia Britannica (UBC), in Canada, potrebbe aver scoperto importanti novità per la lotta contro il cancro: i risultati della loro ricerca sono stati pubblicati pochi giorni fa sulla rivista scientifica Cancer Cell. I due team di ricerca sono stati guidati da Mads Daugaard, che si occupa di ricerca sul cancro alla UBC, e da Ali Salanti, professore dell’Università di Copenhagen che si occupa di ricerche sulla malaria per il Dipartimento di Immunologia e Microbiologia . I ricercatori guidati da Salanti stavano facendo uno studio su come sviluppare un vaccino per proteggere le donne incinte dalla malaria – una malattia provocata da parassiti – e hanno detto di aver scoperto che una proteina della malaria potrebbe essere efficace – se “estratta” e “modificata” – nella cura di molti tipi di tumore. Le ricerche e i test sono stati eseguiti finora sui topi, ma i ricercatori hanno detto che puntano a fare i primi test sull’uomo entro i prossimi quattro anni. I test hanno mostrato che la proteina può essere un efficace vettore per “entrare” nelle cellule tumorali e che si può inserire al suo interno una tossina, in grado di attaccare le cellule tumorali dall’interno.
Uno studio sulla malaria potrebbe diventare importante per combattere il cancro. Sembra che una proteina della malaria riesca a distruggere le cellule tumorali dall'interno: i test sono ancora all'inizio ma i primi risultati sono promettenti.
Alexander Wang ha terminato a Parigi il suo incarico come direttore creativo di Balenciaga correndo sulla passerella – col cellulare in mano – e facendo un selfie del suo ultimo carismatico inchino. In realtà, chiamarlo un semplice inchino sarebbe minimizzare il saluto saltellante – dando pugni all’aria e facendo giravolte – alla leggendaria casa di moda che ha guidato dal 2012. La scenografia del suo show era ecclesiastica nell’estetica e nelle tonalità, con quattro piscine lunghe e strette che formavano una croce e tagliavano il grande ingresso dello storico Centre Laennec, fondato nel 1800 da studenti di medicina e gesuiti. Con il suo soffitto altissimo e i suoi archi sontuosi, l’edificio richiamava l’atmosfera che accompagnò una presentazione del fondatore della casa, Cristobal Balenciaga. Usando una gamma di bianco, avorio e crema, Wang ha puntato ad una qualità eterea, angelica, per il suo lavoro. La collezione era un bellissimo sfoggio di sottovesti di raso, con i corpetti delineati da ricami; canottiere di raso lavorate a maglia e decorate con un pizzo che volteggiava intorno al busto come una nebbiolina e pantaloni lunghi che sfioravano le gambe come onde gentili.
Il saluto di Alexander Wang a Balenciaga. La sfilata di Balenciaga di venerdì a Parigi è stata l'ultima con Wang come direttore creativo: il racconto di Robin Givhan sul Washington Post.
Forbes, la rivista statunitense di economia e finanza, ha pubblicato la lista delle celebrità più pagate del 2016: o meglio, dal giugno 2015 al giugno 2016. Il concetto di celebrità è piuttosto ampio: per Forbes sono tutte le persone famose, attori, conduttori tv, sportivi, scrittori. La prima è Taylor Swift, la cantante statunitense di 26 anni che, soprattutto grazie al suo “1989 World Tour”, ha guadagnato più di 150 milioni di euro. Swift è anche la testimonial di marchi come Coca Cola e Apple, e anche da lì arrivano un po’ dei suoi soldi. Dietro di lei, tra i primi 10, ci sono alcuni che ci si aspetterebbe di trovare – Cristiano Ronaldo e Adele, per esempio – ma anche gente molto meno nota o comunque in una posizione inaspettatamente alta: Rush Limbaugh e James Patterson. In classifica ci sono anche gruppi musicali – One Direction, Rolling Stones e AC/DC – che per Forbes contano come un’entità unica. Tra i primi 25 c’è pure David Copperfield, l’illusionista. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le celebrities più pagate del 2016. La prima è Taylor Swift, ma il resto della lista è meno prevedibile: e il secondo attore più pagato al mondo risulta essere The Rock.
La statale 106, in Calabria, è una strada con una «densità criminale unica al mondo», scrive Antonio Talia nel suo libro. Martedì 3 dicembre lo presenterà al Circolo dei lettori di Torino: si chiama appunto Statale 106, è pubblicato dalla casa editrice Minimum fax. L’incontro inizierà alle 18 e sarà condotto da Massimiliano Coccia di Radio Radicale. Il libro racconta un viaggio nella Calabria della ‘ndrangheta seguendo l’itinerario della strada che da Reggio Calabria segue la costa del Mar Ionio fino ad arrivare in Basilicata. Seguendo questo percorso, Talia racconta omicidi di illustri politici avvenuti nelle località balneari a pochi chilometri da Reggio, faide sanguinose consumate tra le montagne dell’Aspromonte e crimini compiuti in Canada, Australia e Germania dai membri dei clan (tra le altre, c’è anche una bizzarra storia di rapimenti, riscatti e allevamenti di struzzi). Il racconto si basa sugli atti di decine di processi, sulle interviste a numerosi testimoni e sul reportage che Talia ha compiuto seguendo il percorso della statale e visitando luoghi come San Luca, il paese montuoso dove ha avuto origine la strage di Duisburg del 2007, l’evento che rivelò ai media di tutto il mondo come la ‘ndrangheta fosse ormai divenuta la più potente delle organizzazioni criminali italiane.
“Statale 106”, la storia della ‘ndrangheta lungo una strada. Attraversa la Calabria e ha una «densità criminale unica al mondo», spiega Antonio Talia nel suo nuovo libro: se ne parla martedì al Circolo dei lettori di Torino.
Il giornale britannico Guardian ha avviato una nuova serie di iniziative per coinvolgere i suoi lettori e provare a trovare nuove fonti di ricavo, attraverso un programma che prevede iscrizioni a pagamento per partecipare a eventi di vario tipo legati al mondo dell’informazione e non solo. Il progetto si chiama “Guardian Live”, interesserà in primo luogo il Regno Unito e sarà poi esteso negli Stati Uniti e in Australia, dove il giornale ha uffici e redazioni. L’idea è avvicinare i lettori alla redazione del Guardian, renderli più partecipi e al tempo stesso farsi conoscere con sistemi diversi da quelli classici della pubblicità, o della condivisione dei contenuti online (il Guardian ha detto da tempo che non intende introdurre un sistema di pagamento per gli articoli, come hanno fatto molti altri giornali internazionali, e quindi è costretto più di altri a inventarsi nuove cose). La società editrice del giornale ha annunciato che entro il 2016 sarà pronto un nuovo grande spazio, di circa 2.800 metri quadrati, nella zona di King’s Cross nei pressi della redazione. Il grande capannone, ricavato dal restauro del “Midland Goods Shed”, una struttura realizzata a metà Ottocento per ospitare i passeggeri in attesa che fosse completata la costruzione della stazione ferroviaria vera e propria di King’s Cross. Al suo interno saranno realizzati spazi per ospitare incontri con giornalisti, fotoreporter, artisti, personaggi famosi e per concerti. In attesa del completamento dei lavori, il Guardian inizierà a sperimentare la sua iniziativa con una serie di incontri in giro per il Regno Unito.
Il capannone del Guardian. Il giornale britannico sta ristrutturando un grande spazio a Londra dove organizzerà eventi, dibattiti e concerti: aperti solo a chi si iscriverà al progetto "Guardian Live", pagando.
Venerdì 20 dicembre la Camera ha approvato la legge di stabilità, che al suo interno conteneva anche la cosiddetta “web tax”, un discusso provvedimento che prevede l’obbligo per chi compra e vende spazi pubblicitari in Italia di registrare una partita IVA italiana (qui ne abbiamo riassunto la storia e il funzionamento). Moltissimi commentatori avevano criticato la nuova imposta, tra cui il segretario del PD Matteo Renzi. Proprio questa settimana la Commissione Europea ha fatto sapere al governo che la norma è contraria ai trattati europei. Secondo molti commentatori, però, il governo ha già deciso di sospendere la legge e forse eliminarla completamente, e ha di fatto cominciato ad agire di conseguenza. Poco dopo l’approvazione della legge di stabilità, la Camera ha approvato un ordine del giorno – un documento con cui il Parlamento può indicare il da farsi al governo – firmato dai deputati del PD Giampaolo Galli, Marco Causi, Paolo Coppola e Lorenza Bonaccorsi.
La web tax sarà sospesa? lo ha detto Letta, più o meno, e lo chiede un ordine del giorno approvato dalla Camera.
Oggi alla commissione Giustizia del Senato riprenderà la discussione sul ddl Pillon e sugli altri disegni di legge collegati. Nonostante all’inizio di aprile Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio del M5S, avesse detto che il ddl era stato «archiviato», è invece ricominciato l’iter che porterà al voto del Parlamento il testo di riforma delle norme in materia di affido e separazione. Il ddl è comunque stato firmato da 5 parlamentari del Movimento 5 Stelle, una delle quali si è aggiunta proprio egli ultimi giorni. Nel pomeriggio, per protesta, il movimento femminista Non una di meno, la rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re e molte altre associazioni scenderanno nuovamente in piazza con un presidio davanti a Montecitorio, una conferenza stampa in Senato e con manifestazioni organizzate in molte altre città. L’hashtag scelto per i social è #NonsiamaiPillon.
Oggi alla Commissione Giustizia del Senato riprenderà la discussione sul ddl Pillon e sugli altri disegni di legge collegati.
È stato riaperto il caso giudiziario contro l’attore statunitense Jussie Smollett, che l’anno scorso aveva raccontato di essere stato aggredito e insultato con frasi omofobe da due uomini per poi essere accusato di aver organizzato lui stesso l’aggressione. Martedì, a Chicago, Smollett è stato formalmente accusato di aver mentito alla polizia: erano le stesse accuse che gli erano state rivolte e poi ritirate lo scorso marzo. Kim Foxx, procuratrice distrettuale di Cook County, in Illinois, aveva deciso di far cadere tutte le accuse nei confronti di Smollett, nonostante il parere contrario della polizia: non riteneva che Smollett fosse un pericolo per la società. Ora sono state rinnovate per via dell’indagine del procuratore speciale Dan K. Webb, secondo cui non c’erano ragioni per chiudere il caso. Webb sta ancora indagando per capire se Foxx abbia commesso degli errori o si sia comportata in modo scorretto.
È stato riaperto il caso contro l’attore americano Jussie Smollett, accusato di aver organizzato una finta aggressione omofoba nei suoi confronti.
Il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ha annunciato che le elezioni regionali si terranno con otto mesi di anticipo rispetto alla fine naturale della legislatura, cioè il 28 e il 29 ottobre. Lombardo ha annunciato, come aveva già promesso, che si dimetterà anticipatamente il prossimo 28 luglio e che non si ricandiderà. Le ragioni per cui Lombardo si dimetterà sono sostanzialmente due. La prima, ufficiale, è che tra pochi giorni il giudice per le indagini preliminari di Catania dovrà decidere se rinviarlo a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, e Lombardo ha sempre detto che se fosse stato rinviato a giudizio si sarebbe dimesso per difendersi “da libero cittadino”. Lombardo ha detto che aspetterà il 28 luglio per dimettersi perché per legge le elezioni devono tenersi entro 90 giorni e il 28 luglio è la prima data utile per evitare di votare in piena estate. «Parlare di dimissioni oggi», ha detto Lombardo, «vorrebbe dire andare al voto il 18 o l’8 agosto e credo proprio che non sia fattibile».
Lombardo si dimetterà il 28 luglio. E quindi la Sicilia andrà al voto con otto mesi di anticipo, a fine ottobre: c'entrano un'inchiesta della magistratura e un'alleanza politica complicata.
«Le varianti nascono come reazione al vaccino» è una bufala che circola molto tra i “no vax” Diversi militanti dell'organizzazione neofascista si sono presentati appoggiando il candidato del centrodestra, perlopiù con la Lega
La lista di Maroni. L'Unità suggerisce un elenco al ministro, in vista della sua partecipazione stasera al programma di Fazio e Saviano.
Dopo il periodo più lungo della sua storia senza un capo fisso, la NASA ha infine un nuovo amministratore a tempo pieno. Giovedì il Senato degli Stati Uniti ha confermato la nomina del Repubblicano Jim Bridenstine, scelto dal presidente Donald Trump: è il primo politico nella storia a dirigere la più grande e importante agenzia spaziale del mondo, i cui predecessori erano stati per lo più scienziati e ingegneri. Bridenstine ha davanti a sé un mandato piuttosto corto, circa due anni e mezzo, considerato che il Senato ha impiegato così tanto tempo a confermarlo, facendo passare oltre 15 mesi dalla sua nomina. Un tempo scettico sul riscaldamento globale e contrario al riconoscimento di alcuni diritti alle persone LGBTQ, Bridenstine non è ben visto non solo dai Democratici ma anche da alcuni suoi compagni di partito tra i Repubblicani, che avrebbero preferito la scelta di un tecnico per un incarico di questo tipo e così importante. Bridenstine ha ottenuto 50 voti a favore e 49 contrari: è stato quindi confermato per un solo voto. L’esito della votazione è stato incerto fino alla fine, perché il senatore Repubblicano Jeff Flake (Arizona) ha mantenuto molte riserve facendo intendere che avrebbe potuto votare contro. Alla fine Flake si è però persuaso e ha votato a favore, rendendo possibile la nomina definitiva.
La NASA ha un nuovo capo, infine. E per la prima volta è un politico e non uno scienziato: il Repubblicano Jim Bridenstine – la cui nomina è stata molto travagliata – guiderà l'agenzia spaziale più importante al mondo.
Domenica 19 aprile è finita la seconda parte del Coachella Valley Music and Arts Festival (noto semplicemente come Coachella), uno dei festival di musica pop e rock più importanti al mondo che si svolge nei pressi di Indio, in California. Dal 2013 il festival si tiene per due weekend consecutivi, durante i quali gli stessi artisti tengono due concerti a distanza di una settimana: così, proprio come la scorsa settimana, durante quest’ultimo weekend del festival si sono esibiti, tra gli altri, gli AC/DC, Tame Impala, St. Vincent, Hozier, Florence + the Machine e Drake (che però stavolta non è stato baciato da Madonna). Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto del secondo weekend del Coachella. Quelle più belle del famoso festival musicale, tra i più importanti al mondo, che si tiene ogni anno in California per due fine settimana.
Se siete appassionati di audiolibri, o se vi siete dati come buon proposito del nuovo anno quello di ascoltarne di più, potreste volere qualche consiglio sulle novità più interessanti di gennaio di Storytel e Audible. Tra le altre cose, arriverà la versione audio di uno dei romanzi di Chimamanda Ngozi Adichie e quella di un saggio di Yuval Harari, lo storico israeliano autore di Sapiens: entrambi sono tra gli autori dei libri più significativi del decennio appena concluso, almeno secondo il Post. Se non avete l’abbonamento a Storytel, ma vorreste provarlo, potete registrarvi da questo link attraverso cui potete avere 30 giorni di prova gratuita anziché 14. Se invece volete ascoltare più audiolibri, ma non sottoscrivere l’ennesimo abbonamento, potete cercare online sul sito di Ad Alta Voce, il programma di Radio Tre che negli anni ha costruito un catalogo con centinaia di titoli: in questi giorni sta trasmettendo la lettura di I libri di Oz, cioè una riduzione dei libri di Frank Baum ambientati nel mondo del mago di Oz.
12 nuovi libri e un podcast da ascoltare a gennaio. Tra cui uno dei romanzi di Chimamanda Ngozi Adichie, "Tenera è la notte" e un saggio di Yuval Noah Harari.
Tra i nuovi film al cinema questa settimana ce ne sono tre di altrettanti registi noti e notevoli. Alien: Covenant, film di fantascienza-horror che è sequel-del-prequel di Alien, è di Ridley Scott, che ha fatto molti ottimi film di fantascienza (The Martian, Blade Runner e Alien del 1979) ma è uno di quei pochi che se la possono giocare con Steven Spielberg in quanto a capacità di fare tanti film molto apprezzati e tra loro molto diversi: ha diretto anche Il Gladiatore, Thelma e Louise e Un’ottima annata, per dirne tre. In alternativa ci sono anche King Arthur – Il potere della spada di Guy Ritche, che fa film dinamici, con tanti e originali tagli d’inquadratura e trame spesso alla Pulp Fiction, in cui le cose si incastrano in modi e momenti inattesi: se l’avete visto, pensate a Snatch – Lo strappo. Il terzo regista con un nuovo film in Italia è Terrence Malick, il regista di film d’autore, apprezzatissimi da qualcuno e fastidiosi e incomprensibili per altri, che dopo aver fatto cinque film in trent’anni ne ha fatti cinque negli ultimi sei. Il più recente è Song to Song, che parla di musica e relazioni incasinate a Austin, in Texas. Ma è difficile sintetizzare film di Malick in una riga.
Stasera cinema? il sequel-del-prequel di "Alien", un film su Re Artù di Guy Ritchie e il nuovo di Terrence Malick, che ora ci ha preso gusto.
È morto a 89 anni Joe Jackson, padre di Michael e Janet Jackson e controverso manager del Jackson 5, il gruppo musicale di fratelli che lanciò la carriera del figlio Michael. Jackson è morto al Nathan Adelson Hospice di Las Vegas, probabilmente di morte naturale, ha detto la polizia. Jackson è ricordato per essere stato il patriarca della più famosa dinastia musicale americana, quella di cui fecero parte, oltre a Michael e Janet, anche Jackie, Tito, Jermaine e Marlon Jackson. Era stato a sua volta un musicista, ma diventò famoso mettendo insieme alla fine degli anni Sessanta i Jackson 5, la band soul composta da cinque dei suoi sette figli, tra cui Michael. La gestione del gruppo da parte di Jackson fu notoriamente controversa, per le durissime sessioni di prova e le enormi pressioni che impose ai figli, che lo accusarono in seguito anche di abusi fisici. Joe Jackson si costruì la fama di uomo autoritario e temibile nello show business americano, tanto da venire periodicamente citato nella cultura afroamericana. Nel 2014 era stato inserito nella Rhythm & Blues Music Hall of Fame.
È morto a 89 anni Joe Jackson, padre di Michael e controverso manager dei Jackson 5.
Negli Stati Uniti è uscito AMAZING FANTASTIC INCREDIBLE: A Marvelous Memoir, un fumetto che racconta la vita di Stan Lee, il famosissimo fumettista e produttore cinematografico americano che ha diretto per molti anni la casa editrice e di produzione Marvel. Lee – che oggi ha 92 anni – è probabilmente la personalità più rilevante della storia del fumetto contemporaneo e della cosiddetta Silver Age, ”l’epoca d’argento” (sono gli anni ’60 e ’70, per distinguerli dagli anni Quaranta, quelli della Golden Age). Durante la sua carriera Lee ha creato, insieme ai suoi collaboratori e disegnatori, le serie di fumetti Hulk, Thor, gli X-Men, l’Uomo Ragno, I fantastici 4, Iron Man e molti altri. Il fumetto è stato scritto da Stan Lee stesso insieme a Peter Allen David – scrittore e fumettista statunitense conosciuto per i suoi romanzi ambientati nell’universo di Star Trek e le sceneggiature per l’Incredibile Hulk – e illustrato dalla famosa fumettista Colleen Doran, che ha lavorato per Disney, Lucasfilm, Marvel Comics, DC Comics. L’albo è stato pubblicato negli Stati Uniti il 3 novembre dalla casa editrice Touchstone del gruppo Simon & Shuster; ancora non ci sono notizie sulla pubblicazione in Italia.
Il fumetto sulla vita di Stan Lee. "AMAZING FANTASTIC INCREDIBLE: A Marvelous Memoir" racconta la storia di Stan Lee – il celebre sceneggiatore della Marvel – scritta da Stan Lee.
Rogue One: A Star Wars Story, il nuovo film della saga di Star Wars, esce oggi 15 dicembre nei cinema italiani. Rogue One è il primo spinoff della saga, cioè un film separato da quelli originali ma che riprende alcuni personaggi e ambientazioni. È il secondo film di Star Wars a uscire nel giro di un anno: l’anno scorso in questo periodo uscì Star Wars: il Risveglio della Forza, il settimo film della saga. Rogue One, a differenza del Risveglio della Forza, ha ricevuto una campagna pubblicitaria minore – parliamo comunque di uno spinoff – ma è molto atteso dagli appassionati. Abbiamo raccolto le informazioni base per chi vuole andare a vederlo – si può vedere anche senza aver visto i film della saga – e cosa ne dicono le prime recensioni dei giornali internazionali. – Leggi anche: Tutte le cose da sapere su Rogue One: A Star Wars Story
È uscito “Rogue One: A Star Wars Story”. È il primo film spinoff della celebre saga fantascientifica: le cose da sapere, SENZA SPOILER.
La velocità di caricamento dei siti Internet è da tempo un pallino di Google. Nel corso degli anni il motore di ricerca ha diffuso consigli, linee guida, test e soluzioni tecniche per consentire ai proprietari dei siti web di rendere più veloce l’accesso alle loro pagine online. L’obiettivo è sostanzialmente quello di rendere Internet più veloce, non solo lavorando sulla disponibilità di banda (quanti dati possono essere trasmessi in un dato arco di tempo sulle reti), ma anche sui singoli siti che costituiscono la Rete. Un sito più veloce significa, tra le altre cose, meno tempi di attesa per i lettori e la possibilità per Google di catalogarne più rapidamente i contenuti, offrendo risultati più accurati nel proprio motore di ricerca. Ottimizzare il proprio sito web per renderlo più veloce non è però semplice e richiede tempo e risorse. Per semplificare le cose, quelli di Google hanno deciso di mettere a disposizione un nuovo sistema che si chiama Page Speed Service e che consente di delegare tutto il lavoro di ottimizzazione al motore di ricerca. In pratica basta iscriversi al servizio, inserire alcuni dati del proprio sito web e lasciare che Google faccia il resto.
Google ti accelera il sito. Un nuovo servizio del motore di ricerca ottimizza le pagine web rendendo il loro caricamento più veloce.
Per dimostrare la necessità dell’ordinanza antidegrado contestata dall’opposizione, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha pubblicato un video che lo riprende in giro per la città, da Piazza di Spagna a Trinità dei Monti, mentre raccoglie la spazzatura che trova a terra.
Alemanno raccoglie la spazzatura per promuovere l’ordinanza antidegrado. Per dimostrare la necessità dell'ordinanza antidegrado.
«Quando quest’estate l’ho visto nella classifica dei primi dieci avrei scommesso dei soldi che Einaudi lo avesse ripubblicato nei tascabili: era l’unica spiegazione, per quanto insufficiente». Un importante ed esperto dirigente di una grande casa editrice italiana commenta così quello che è stato il vero caso editoriale italiano di questi mesi, assai più interessante ed eccezionale dello svisceratissimo successo planetario di Cinquanta sfumature di grigio. Il libro di cui si parla è Open, l’autobiografia del tennista americano Andre Agassi, pubblicata in Italia da Einaudi nell’aprile 2011. Questa settimana, a 17 mesi di distanza, è terza nella classifica della saggistica e lunedì 24 è salita al settimo posto delle vendite su Amazon, preceduta dal nuovo Ken Follett e dalle tre sfumature di grigio. Ed è un successo che ha riconquistato, in maniera del tutto imprevista, dall’inizio dell’estate: se ne parla ormai da settimane nelle case editrici e tra gli addetti ai lavori, e domenica scorsa la Lettura del Corriere della Sera ne ha pubblicato una nuova recensione (con voto “10”) e la spiegazione: “uscì un paio di anni fa (sic) ed è rocambolescamente tornato in questi giorni in classifica”.
Il ritorno di Agassi. Il fenomeno editoriale dell'estate non sono le sfumature di grigio, ma il successo ritardato di un'autobiografia uscita oltre un anno fa.
Uno dei temi da sempre più discussi legati all’ambientalismo e allo stato del nostro Pianeta è il progressivo disboscamento della Foresta amazzonica. I dati sullo stato della foresta equatoriale, che si estende per circa sette milioni di chilometri quadrati principalmente in Brasile, variano in continuazione a causa della difficoltà nel monitorare i cambiamenti del territorio con le immagini satellitari. L’area è frequentemente ricoperta da una spessa coltre di nubi, che rende più difficoltosa la rilevazione dell’estensione della vegetazione e il suo stato. Ad anni in cui vengono diffusi dati preoccupanti sulla deforestazione della zona, per sfruttarne le risorse forestali e minerarie, si alternano periodi in cui i dati sembrano indicare un lento arresto del fenomeno e la preservazione di ampie aree di foresta. L’ultimo rapporto pubblicato dalle autorità brasiliane parla, per esempio, di un aumento del 473 per cento della deforestazione nei soli mesi di marzo e aprile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato è preoccupante, ma secondo gli esperti nei prossimi mesi potrebbero esserci nuovi risultati in controtendenza. Tutto dipenderà dall’efficacia delle nuove politiche adottate dal Brasile per disincentivare il disboscamento illegale della Foresta amazzonica.
Come stanno le foreste. Il grafico dell'Economist con l'andamento delle più grandi foreste del mondo: quella amazzonica non se la passa bene.
Il 17 marzo uscirà il libro Storia di π di Pietro Greco, scrittore e giornalista scientifico, pubblicato da Carocci. Il libro ripercorre la storia della scoperta del pi greco, il numero che rappresenta il rapporto fra la circonferenza e il diametro di un cerchio, che viene festeggiato oggi con il pi greco day: una festa nata negli Stati Uniti e fissata il 14 marzo perché nell’uso americano la data di oggi si scrive come 3/14, le prime tre cifre del pi greco. Pietro Greco (che per via del suo nome sente il pi greco come una presenza costante nella sua vita) affronta nel libro diversi aspetti della storia del numero: la ricerca di un valore il più definito possibile di pi greco grazie alla conoscenza di un numero sempre maggiore di cifre decimali (arrivate oggi a due milioni di miliardi); i metodi usati per calcolarlo, con i protagonisti principali che sono Archimede, che considerava la lunghezza della circonferenza come numero compreso fra i valori facilmente calcolabili dei perimetri di due poligoni, uno inscritto e uno circoscritto al cerchio, Isaac Newton e Gottfried Leibniz, con la scoperta del calcolo differenziale; e la natura stessa del pi greco, se sia cioè un numero razionale o irrazionale.
Storia e storie del pi greco. Un libro di Pietro Greco ricostruisce la storia della costante matematica che serve a calcolare l'area di un cerchio dall’antichità a oggi.
Il 9 luglio uscirà in Italia Terminator Genisys, il quinto film della saga di Terminator dopo quelli molto famosi degli anni Ottanta e Novanta e i due più recenti, del 2003 e del 2009. Anche il nuovo film di Terminator è costruito intorno ai personaggi classici – Sarah Connor, Kyle Reese, John Connor e il Terminator – ma non prosegue la storia costruita nei film precedenti ed è piuttosto un reboot della serie. La trama del nuovo film è per certi versi simile a quella del primo film del 1984, ma ha anche degli sviluppi originali: John Connor, capo della resistenza contro Skynet nel 2029, manda indietro nel tempo un suo leale comandante – Kyle Reese – per proteggere sua madre Sarah da un cyborg che Skynet ha a sua volta mandato dal futuro per ucciderla e prevenire la nascita del capo dei ribelli. Tornato nel passato – e qui inizia la parte originale del nuovo film – Reese scopre che Sarah Connor sa già quale sia il destino del suo futuro figlio visto che già una volta nella sua vita un Terminator della Skynet aveva provato ad ucciderla. Da questa premessa – quella di un nuovo passato – si sviluppa il resto del film.
Una scena da Terminator Genisys. È il quinto film della saga di Terminator ma è un reboot del primo film, c'è di nuovo Arnold Schwarzenegger e uscirà in Italia il 9 luglio.
Aggiornamento alle 22: Il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca ha disposto la precettazione dei lavoratori di ATM in occasione dello sciopero di giovedì 11 maggio, che è quindi annullato. ***
Lo sciopero dei mezzi ATM a Milano di giovedì 11 giugno è annullato. Il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca ha disposto la precettazione dei lavoratori di Atm.
La mattina di mercoledì 2 aprile i carabinieri del Ros di Brescia hanno arrestato 24 persone in diverse regioni italiane per associazione con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Tra le persone arrestate ci sono diversi militanti veneti del movimento indipendentista, tra cui l’ex parlamentare e fondatore della Liga Veneta Franco Rocchetta, il leader del movimento dei cosiddetti “Forconi” Lucio Chiavegato, e i militanti Luigi Faccia e Flavio Contin, che nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1997, in occasione del bicentenario della fine della Repubblica di Venezia, occuparono il campanile di piazza San Marco a Venezia usando un furgone trasformato da mezzo blindato, conosciuto poi come “Tanko”. Secondo la polizia tra gli obiettivi delle persone arrestate ci sarebbe anche «sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dello Stato italiano». Tra le iniziative che sono state contestate ai secessionisti c’è la costruzione di un “carro armato” dal peso di 40 tonnellate che avrebbe dovuto essere usato per compiere un’azione eclatante in piazza San Marco, a Venezia: il carro armato, perfettamente funzionante scrive la Stampa, è stato costruito in un capannone a Casale di Scodosia, in provincia di Padova. Secondo il generale Mari Parente, comandante dei Ros, un altro obiettivo era quello di compiere diversi attentati, alcuni dei quali a sedi di Equitalia. Secondo il procuratore capo di Brescia, Tommaso Bonanno, diversi gruppi di secessionisti avevano formato una “Alleanza” nel comune di Erbusco, in provincia di Brescia, il 26 maggio 2012, e col tempo avevano sviluppato diversi legami con la criminalità albanese, soprattutto finalizzati all’acquisto di armi.
Gli arresti dei “secessionisti veneti”. E le immagini del "trattore armato" sequestrato durante l'operazione di stamattina del Ros di Brescia: 24 persone sono accusate anche di associazione con finalità di terrorismo.
Il 19 marzo di dieci anni fa, il giuslavorista Marco Biagi fu ucciso dalle Nuove Brigate Rosse a pochi passi dall’ingresso della sua casa a Bologna. La sua morte, insieme con quella del giurista Massimo D’Antona tre anni prima, fece temere un ritorno del terrorismo di estrema sinistra nel nostro paese dopo gli anni Settanta: il nome di Marco Biagi poi è stato associato a una legge di riforma del mercato del lavoro, secondo alcuni rendendo onore al suo lavoro di studioso, secondo altri strumentalizzandola politicamente, secondo altri ancora tradendo le sue idee. Oggi Biagi viene ricordato con cerimonie e commemorazioni, mentre il governo è impegnato a rivedere e integrare proprio quelle politiche che contribuì a ideare. Chi era Marco Biagi Marco Biagi nacque a Bologna il 24 novembre del 1950. Conseguita la maturità classica, si laureò in Giurisprudenza iniziando poi a occuparsi di politiche del lavoro. A metà anni Settanta tenne alcuni corsi presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, dove dalla fine degli anni Ottanta divenne professore ordinario nel dipartimento di Economia Aziendale. Negli stessi anni assunse diversi incarichi accademici e in scuole di perfezionamento, diventando anche direttore scientifico dell’Istituto di ricerca e formazione della Lega delle cooperative.
Chi era Marco Biagi. La storia del giurista ucciso 10 anni fa e della legge che ha preso il suo nome.
Il premio Nobel per la Fisica 2014 è stato assegnato a Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura per la loro invenzione dei LED (diodo a emissione luminosa) a luce blu, che hanno permesso di realizzare sistemi di illuminazione a basso consumo energetico. I LED esistono da decenni, sono la lucina rossa che indica che il televisore è collegato alla corrente, per intenderci. I tre premiati con il Nobel per la Fisica hanno inventato un LED che emette luce blu e che ha permesso, combinata agli altri tipi di LED, di realizzare lampade e altri sistemi per illuminare che consumano pochissima energia elettrica e che durano anni, prima di richiedere una loro sostituzione.
Il Nobel per la Fisica a Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura. Per la loro invenzione dei LED a luce blu, che hanno permesso di realizzare sistemi di illuminazione a basso consumo energetico.
Sadtopographies – topografie tristi – è un profilo Instagram che raccoglie attraverso Google Maps i luoghi con i nomi più tristi del mondo. Annalisa Merelli spiega su Quartz che il profilo – seguito da più di 10mila persone – è stato creato da Damien Rudd, un artista australiano. Rudd ha finora trovato 36 luoghi con nomi tristi in tutto il mondo e soprattutto in Australia, Canada, Stati Uniti e Nuova Zelanda. A rendere tristi i luoghi – spesso evidentemente isolati – sono i loro nomi in inglese: nomi inquietanti, che in certi casi sarebbero più adatti ai luoghi immaginari di ambientazione di un racconto horror che a veri posti in cui abitano e transitano vere persone. Negli Stati Uniti c’è per esempio Suicide Bridge Road (“strada del ponte del suicidio”) in Nuova Zelanda c’è Disappointment Island (“l’isola della delusione”) e nel sud dell’Australia c’è Mamungkukumpurangkuntijunya, che in lingua aborigena significa qualcosa di simile a “il posto in cui il diavolo va a fare la pipì”.
Posti con nomi tristissimi. Un profilo Instagram australiano mostra i nomi più tristi e strani di strade, ponti, laghi e monti in giro per il mondo: esistono per esempio l'isola della delusione o la strada del ponte del suicidio.
Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 6.902 casi positivi da coronavirus e 22 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 2.821 (95 in più di ieri), di cui 288 nei reparti di terapia intensiva (11 in più di ieri) e 2.533 negli altri reparti (84 in più di ieri). Sono stati analizzati 96.586 tamponi molecolari e 197.277 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 6,86 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,14 per cento. Nella giornata di venerdì i contagi registrati erano stati 6.599 e i morti 24. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Sicilia (776), Lombardia (756), Toscana (714), Emilia-Romagna (685), Veneto (682).
I dati sul coronavirus in Italia di oggi, sabato 7 agosto.
La società ferroviaria Arenaways cerca da settimane di avere tutte le carte in regola per iniziare il suo servizio di trasporto ferroviario tra Torino e Milano, ma a causa delle lungaggini burocratiche e di alcune iniziative legali, i treni rischiano di rimanere fermi anche il prossimo lunedì 15 novembre, giorno in cui è previsto l’avvio dei primi viaggi tra le due città. L’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari (Ursf) ha bocciato il piano di Arenaways, stabilendo che la società potrà far viaggiare i treni sulla tratta tra Torino e Milano, ma a patto di non compiere alcuna fermata intermedia. Arenaways è stata fondata a Torino nel 2006, è a capitale interamente privato e fa parte dell’Unione Internazionale delle Compagnie Ferroviarie. Sul territorio italiano, la società fa viaggiare già alcuni treni a lunga percorrenza provenienti da Amburgo, Hannover, Francoforte, Dusseldorf e diretti ad Alessandria in collaborazione con le ferrovie tedesche. Arenaways gestisce da alcuni mesi anche un collegamento da Amsterdam verso Alessandria e Livorno. Il suo fondatore, Giuseppe Arena, ha una lunga esperienza in campo ferroviario prima da dipendente delle Ferrovie dello Stato, poi da consulente e da promotore di iniziative turistiche sempre legate ai trasporti su rotaia in Italia. Nel 2003 partecipò alla fondazione della azienda ferroviaria per il trasporto merci Strade Ferrate del Mediterraneo, successivamente venduta alla Deutsche Bahn e poi diventata Railion Italia. La società si fuse poi con le ferrovie Nord Milano e Arena decise di dedicarsi al nuovo progetto di Arenaways.
Non partono ancora i treni di Arenaways. Far concorrenza a Trenitalia sulla trafficata tratta tra Torino e Milano non è facile.
1897. Bar (s. m.) Nel volume con l’inglese a esponente della nona edizione del dizionario italoinglese di Giuseppe Baretti, ad vocem, fra i tanti significati dell’inglese bar c’è il «luogo nelle osterie, nelle botteghe, e simili, dove si nota quel che si vende» ma non ancora il locale ospitante, bottega o osteria, mescita o liquoreria (A Dictionary of the English and Italian Languages, […] to Which is Prefixed an Italian and English Grammar, the ninth edition, corrected and improved by Ch. Thompson, vol. II, Longman et al., London 1839). Nel 1869, nell’“edizione stereotipa” di un altro vocabolario bilingue, a uso scolastico, compilato da James Pitt Roberts (Dizionario Italiano-Inglese e Inglese-Italiano ad uso di ambedue le nazioni, colla pronuncia e coll’accento su tutte le parole delle due lingue e con una breve grammatica dell’etimologia di ciascun idioma, Barbèra/Christern, Firenze- New York; 1a ed. 1867), siamo nuovamente di fronte al fatto incompiuto; qui bar è la «stanza in un’osteria dove si servono liquori». È ancora l’autore di un dizionario “bilingue”, a quanto sembra, a rilasciare per primo patente italiana a bar (come termine inglese ancora in PEH, 1892-95, s. v.), in un significato prossimo a quello di moderno “locale per il rapido consumo di dolci, panini, bevande e sim.” (Vocabolario milanese-italiano, Paravia, Torino 1897, s. v.).
Itabolario: Bar (1897). Il bar, da «luogo dove si nota quel che si vende» a punto d'incontro per eccellenza.
Nella mattina di sabato 3 gennaio magistrati e vigili del fuoco hanno compiuto una seconda ispezione a bordo della Norman Atlantic, il traghetto che ha preso fuoco nella notte del 28 dicembre mentre si trovava sulla rotta Igoumenitsa-Ancona. Almeno undici persone sono morte nell’incidente, mentre secondo la procura di Bari i dispersi non sono più di quindici. I morti di cui è stata accertata l’identità sono due cittadini italiani, due greci, un albanese, un georgiano, una tedesca e due greci. La prima ispezione era stata compiuta venerdì, quando la nave aveva attraccato al porto di Brindisi. L’ispezione di sabato mattina si è limitata alla parte superiore della nave. Il garage, dove gli investigatori ritengono che potrebbero trovarsi altri corpi e dove probabilmente ha avuto origine l’incendio, è ancora inaccessibile a causa delle elevate temperature. Nel corso della mattinata, del fumo nero ha continuato a uscire dalla nave. Intanto le autorità hanno recuperato la scatola nera che sarà analizzata nei prossimi giorni. Una nuova ispezione della nave da parte dei magistrati accompagnati dai vigili del fuoco è prevista per domenica.
La seconda ispezione sulla Norman Atlantic. Si è limitata alla parte superiore della nave, mentre il garage è ancora inaccessibile: intanto è stata recuperata la scatola nera e si continuano a cercare i dispersi.
Jessikka Aro ha 35 anni, è una giornalista della televisione pubblica finlandese Yle Kioski e dal 2014 riceve ogni giorno minacce e insulti su Internet da un agguerrito gruppo di troll che sostengono il governo russo. È stata accusata di essere un’informatrice della NATO, di avercela con la Russia e la sua popolazione, di avere spacciato droga: contro di lei sono state organizzate campagne molto dure online, sostenute da utenti quasi sempre anonimi e che si sospetta siano finanziati o per lo meno incentivati dal governo russo. La sua storia è stata raccontata dal New York Times, con un articolo in prima pagina su quello che è stato definito “l’esercito dei troll della Russia”. Quando un paio di anni fa chiese agli spettatori del suo programma di raccontare le loro esperienze con i troll filorussi, Aro non immaginava che la sua vita sarebbe “diventata un inferno”, come ha raccontato al New York Times. Le cose peggiorarono ulteriormente nel 2015, quando Aro andò a San Pietroburgo per scoprire meglio come si organizza uno di questi gruppi di troll. Raccontò che in un grande ufficio poche persone creavano account falsi di ogni tipo sui social network, pubblicando commenti a favore della Russia sui siti di news, soprattutto su quelli in cui si parla della guerra in Ucraina. Alcuni attivisti filorussi si riunirono davanti alla sede di Yle a Helsinki per protestare contro Aro, accusando la stessa tv pubblica di essere un’organizzazione di troll.
Cosa succede quando i troll filorussi prendono di mira qualcuno. Una giornalista finlandese da due anni riceve minacce e intimidazioni per avere indagato sui loro rapporti con Putin.
Negli ultimi giorni si è parlato molto dello “scandalo CONSIP”, una complicata vicenda su un presunto caso di corruzione che riguarda un imprenditore napoletano, alcuni dirigenti della società che si occupa di gran parte degli acquisti della pubblica amministrazione (la CONSIP, appunto, detta anche la “centrale acquisti”), Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dello Sport Luca Lotti, anche lui molto vicino a Renzi. L’inchiesta ha due filoni principali. Nel primo l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, arrestato ieri, è accusato di aver corrotto un funzionario di CONSIP e aver promesso denaro a Tiziano Renzi. Nel secondo filone l’attuale ministro dello Sport Lotti è accusato, insieme ad altri dirigenti e ufficiali delle forze dell’ordine, di aver detto ad alcuni dirigenti CONSIP che c’era un’indagine in corso nei loro confronti. Nel 2013, Romeo fece una donazione da 60 mila euro, tramite la società Isfavim, alla Fondazione Open, che ha finanziato la campagna elettorale di Matteo Renzi alle primarie di quell’anno. Il filone più importante, al momento, sembra quello che riguarda Romeo e Tiziano Renzi. Romeo è un importante imprenditore napoletano le cui attività vanno dagli hotel di lusso alle imprese di pulizie, che spesso lavorano in appalto per la pubblica amministrazione. Anche nel 2008 fu arrestato con l’accusa di corruzione, ma fu assolto da ogni accusa. Secondo i magistrati, che basano le loro ipotesi sul contenuto di intercettazioni e interrogatori, negli ultimi anni Romeo avrebbe provato a ottenere una serie di appalti da CONSIP, ma le sue società non disponevano delle competenze tecniche necessarie a partecipare ai complicati bandi di CONSIP. Inoltre, Romeo sosteneva di subire la concorrenza sleale di altre imprese che grazie ai loro agganci politici riuscivano a sottrargli gli appalti più importanti.
L’inchiesta CONSIP, dall’inizio. È una storia complicata – e con qualche risvolto surreale – che riguarda un importante imprenditore napoletano, il padre di Matteo Renzi e il ministro Luca Lotti.
In due conferenze stampa in contemporanea organizzate a Washington, Stati Uniti, e a Cascina (Pisa), i ricercatori degli esperimenti LIGO (Stati Uniti) e VIRGO (Europa) hanno annunciato di avere rilevato e verificato l’esistenza delle “onde gravitazionali”, una scoperta fondamentale per la fisica e che probabilmente varrà il Nobel ai suoi autori. Ipotizzate per la prima volta da Albert Einstein un secolo fa e da tempo in attesa di una osservazione diretta, le onde gravitazionali hanno la capacità di allungare e restringere lo spazio-tempo man mano che si diffondono nell’Universo. Per decenni gli scienziati hanno cercato indizi di vario tipo per dimostrarne l’esistenza direttamente, ma finora i loro tentativi erano stati viziati da interferenze di vario tipo e dalla mancanza di strumentazioni sensibili a sufficienza. LIGO ha identificato le onde gravitazionali utilizzando alcuni osservatori fatti a “L”, costituiti da tunnel lunghi 4 chilometri che possono rilevare minuscole variazioni nella misura dello spazio causate dal passaggio delle loro perturbazioni; VIRGO ha avuto un ruolo più marginale, ma ha elaborato parte dei dati raccolti dall’esperimento statunitense. I ricercatori dicono che le onde gravitazionali osservate sono state prodotte da due buchi neri di diametro di 150 chilometri circa e con 29 e 36 volte la massa del nostro Sole: giravano l’uno intorno all’altro in una spirale che li ha portati a fondersi creando un unico buco nero 62 volte più massivo del Sole, a 1,3 miliardi di anni luce da noi (la loro collisione è quindi avvenuta 1,3 miliardi di anni fa). La massa mancante pari a circa tre soli, insomma, si è trasformata in energia ed è diventata onda gravitazionale. A settembre del 2015, gli osservatori ne hanno rilevato il passaggio e questo è il “rumore” della collisione (chirp):
Abbiamo trovato le onde gravitazionali. Dopo anni di studi, ricercatori negli Stati Uniti e in Europa hanno annunciato una scoperta fondamentale: hanno osservato direttamente l’esistenza delle onde teorizzate da Einstein.
Come in gran parte del nord Italia, è arrivata la neve anche a Bologna, dove ha iniziato a nevicare giovedì notte e dove sono caduti oltre 40 centimetri di neve. Spalaneve, vigili del fuoco e volontari sono al lavoro per liberare strade e piazze, i binari dei treni sono tutti bianchi con conseguenti ritardi e treni sospesi, mentre l’aeroporto Marconi è rimasto chiuso fino le 9 del mattino. Da ieri il tratto tra Barberino e Roncobilaccio dell’autostrada A1 Bologna-Firenze è ricoperto di neve, con rallentamenti, ingorghi e il divieto di circolazione per i veicoli con una massa superiore alle 7,5 tonnellate. Questo articolo non è più commentabile. Abbonati al Post per commentare le altre notizie.
Le foto di Bologna con la neve. Ne sono caduti 40 centimetri: c'è chi spala le strade e chi si diverte a lanciarsi palline.
Negli Stati Uniti i sei mesi che vanno dall’1 giugno al 30 novembre sono chiamati “la stagione degli uragani”, per via delle condizioni meteorologiche favorevoli alla loro formazione che si presentano più di frequente in quei mesi dell’anno. Negli ultimi tre, però, non ne è stato registrato nemmeno uno: era dal 2002 che non si formava nessun uragano fino a settembre, sebbene negli scorsi mesi molti meteorologi avessero previsto che questa sarebbe stata una stagione «sopra la norma», e che ci sarebbero stati tra i sette e gli undici uragani. Secondo Dennis Feltgen, il portavoce del Centro nazionale per lo studio degli uragani degli Stati Uniti, la loro assenza è dovuta al fatto che le tempeste tropicali che provengono dall’Africa attraverso l’Oceano Atlantico – che di solito sono ingrossate dall’aria calda e umida che incontrano sulle coste americane – sono state indebolite da alcune correnti insolitamente secche presenti quest’anno sopra l’Oceano. Questo fa sì che quando le perturbazioni raggiungono le coste americane si verifichino al massimo forti temporali, come accaduto di recente ad Haiti o nella Repubblica Dominicana.
Gli uragani sono in ritardo. Dall'inizio di giugno non ne è stato registrato nemmeno uno negli Stati Uniti: non succedeva dal 2002, ma non significa che ce ne saranno di meno.
Negli Stati Uniti le principali aziende che gestiscono circuiti di credito prenderanno una decisione di cui si parla da tempo: dalla fine di aprile smetteranno di richiedere la firma personale per le transazioni che avvengono con carta di credito. Per ora la decisione avrà conseguenze quasi solo nel territorio statunitense, ma potrebbe spingere le stesse aziende a introdurre la misura anche in quello europeo e italiano (dove esistono già singoli meccanismi di semplificazione). Il Post ha chiesto commenti e informazioni all’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, ed è in attesa di una risposta. Non tutte le aziende elimineranno la firma con le stesse modalità, ricorda il New York Times. Visa renderà la firma facoltativa in tutto il Nord America. Mastercard eliminerà la firma, ma sempre solo in Canada e negli Stati Uniti. American Express prenderà il provvedimento più drastico: come aveva annunciato a dicembre del 2017, da questo mese non chiederà più la firma per nessuna transazione con la carta di credito in nessuna parte del mondo (quindi nemmeno in Italia).
Smetteremo di firmare per pagare con la carta di credito? è diventato un metodo obsoleto per evitare le truffe, e società come Mastercard e Visa si stanno adeguando.
Massimo Mantellini è uno dei più assidui studiosi italiani di internet, titolare di un proprio blog da dodici anni (e di uno sul Post dalla sua nascita): nei giorni scorsi è uscito per Minimum Fax un suo libro di riflessioni su diversi temi legati alla Rete e ai cambiamenti che ha indotto, intitolato La vista da qui. Questo è il capitolo dedicato alle questioni del Diritto d’Autore. Sul Copyright Ma possiamo farlo? Possiamo prendere una poesia che ci è piaciuta e ricopiarla su un blog? Possiamo fare su internet, in maniera spontanea e libera, ciò che ai tempi del liceo facevamo con le audiocassette? Possiamo insomma raccontare noi stessi utilizzando i libri, la musica, le opere d’arte come mediatori sentimentali e attraverso questo tipo di contenuti altrui diventare noi stessi dei piccoli produttori culturali? La risposta è no, non possiamo. Se decidiamo di farlo ugualmente, con ogni probabilità violeremo la legge sul diritto d’autore. E poiché è indubbio che di doveri verso gli altri ne abbiamo molto bisogno, ma di diritti per noi stessi ancora di più, la legge sul diritto d’autore, dopo internet, dovrà essere cambiata.
Violare il copyright è naturale. Almeno fino a che non si cambiano le regole sul Diritto d'Autore, scrive Massimo Mantellini nel suo nuovo libro.
La presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno, il ministero della Difesa per l’Arma dei carabinieri hanno presentato istanza per costituirsi parte civile nell’inchiesta sui presunti depistaggi per la morte di Stefano Cucchi, avvenuta nel 2009 pochi giorni dopo che era stato arrestato per spaccio di droga. Oltre a loro, nel corso dell’udienza preliminare, hanno chiesto di costituirsi parte civile anche la polizia penitenziaria, la famiglia di Stefano Cucchi, la onlus Cittadinanzattiva, il Sindacato dei Militari e il carabiniere Riccardo Casamassima. L’istanza sarà valutata dal gip Antonella Minunni che comunicherà la propria decisione durante la prossima udienza, prevista per il 17 giugno. Nell’inchiesta sui depistaggi nel caso della morte di Cucchi è stato chiesto il rinvio a giudizio per otto carabinieri tra cui il generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era comandante del “Gruppo Roma” dei carabinieri, da cui secondo l’accusa sarebbe partito l’ordine di insabbiare le prove della colpevolezza dei carabinieri nella morte di Cucchi.
La presidenza del Consiglio, il ministero dell’Interno e il ministero della Difesa si costituiranno parte civile nell’inchiesta sui presunti depistaggi nel caso Cucchi.
Da qualche anno la fantascienza sta vivendo un nuovo periodo di sviluppo, non tanto in Europa e negli Stati Uniti, ma nei paesi mediorientali e asiatici. Il 29 dicembre il manifesto ha dedicato il suo inserto sull’Asia – curato dal fondatore del sito China Files, Simone Pieranni – a una panoramica del genere in diversi paesi e lo ha intitolato I futuri alieni. Tra gli articoli, che si possono leggere online, ce n’è uno che racconta come il dittatore nordcoreano Kim Jong Il produsse il film di fantascienza Pulgasari e come tuttora in Corea del Nord siano più popolari i mostri (Pulgasari è una specie di Godzilla) degli alieni. Un altro articolo parla del romanzo distopico con cui la scrittrice cinese Hao Jingfang ha vinto il premio Hugo, il più importante premio al mondo per la letteratura fantascientifica, e spiega come in Cina la fantascienza sia usata per esprimere le proprie idee evitando la censura. L’inserto contiene anche un articolo sulla Russia, scritto da Rohan Bianco, che parla di due scrittori che si sono aggiunti alla lunga tradizione fantascientifica russa: Dmitry Glukhovsky, che dal 2010 è uno dei più famosi autori di fantascienza russi, e Fedor Berezin, uno scrittore di libri fantasy che nel 2009 ha immaginato quello che sarebbe poi successo con la guerra in Ucraina, che poi è andato a combattere sul fronte russo.
Il successo della fantascienza, dalla Cina alla Russia. È un genere sempre più diffuso nei libri e nell'arte di molti paesi asiatici e mediorientali, come racconta il manifesto in un'ampia rassegna.
Da qualche giorno, il MOMA (Museum Of Modern Art) di New York ospita una serie di concerti live della storica band tedesca di musica elettronica Kraftwerk. Il Museo ha organizzato nel suo Marron Atrium la “Retrospective 1 2 3 4 5 6 7 8”, una retrospettiva di otto serate, iniziata il 10 aprile e che si concluderà domani, nella quale la band ripercorre quasi tutto il suo repertorio musicale. Ogni serata del MOMA, infatti, è dedicata alle performance live di uno degli otto album dei Kraftwerk scelti per la retrospettiva, in ordine cronologico. In ogni concerto, tuttavia, vengono aggiunte canzoni di altri album e adattamenti vari. Per i live, inoltre, viene utilizzata ogni volta una diversa scenografia in 3D. La prima serata è stata dedicata all’album Autobahn del 1974. Poi è toccato, in successione, a Radio-Activity (1975), Trans-Europe Express (1977), The Man-Machine (1978), Computer World (1981) e Techno Pop (1986). Stasera i Kraftwerk suoneranno dal vivo l’album The Mix (1991) per poi chiudere la rassegna domani con Tour de France (2003).
La retrospettiva dei Kraftwerk al MOMA. Foto e video delle otto serate in cui la band tedesca ha ripercorso quasi tutto il suo repertorio musicale.
Amazon ha chiesto ai candidati sindaco di Roma, Roberto Giachetti e Virginia Raggi, e di Milano, Stefano Parisi e Giuseppe Sala, quali sono i loro cinque libri preferiti. I candidati hanno risposto ognuno con un breve video che si può vedere sul sito italiano di Amazon, mentre Raggi si è limitata a inviare la lista. Quasi tutti indicano soprattutto romanzi, sia stranieri che italiani, Sala ha messo al quarto posto la biografia di Andre Agassi – uno dei casi letterari degli ultimi anni, Parisi ha incluso un saggio di Alberto Mingardi (peraltro blogger del Post), mentre Raggi ha indicato tre libri a sfondo politico, più Il Piccolo Principe e Un Uomo di Oriana Fallaci. Roberto Giachetti (Roma) La provincia dell’uomo di Elias Canetti Il mestiere di vivere di Cesare Pavese Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani Il ciclo di Malaussène di Daniel Pennac Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa
I libri preferiti dei candidati sindaco di Roma e Milano. Soprattutto romanzi italiani e stranieri, qualche saggio, il Piccolo Principe e la biografia di Agassi.
I giurati scelti dall’Academy hanno selezionato il gruppo dei nove film stranieri da cui usciranno i cinque titoli che avranno la nomination per la vittoria finale (le nomination saranno annunciate il 25 gennaio). La cattiva notizia è che tra i 57 film esclusi a questo giro c’è anche “La prima cosa bella” di Paolo Virzì che era stato selezionato per rappresentare l’Italia. I film scelti sono: Algeria, “Hors la Loi”, Rachid Bouchareb; Canada, “Incendies,” Denis Villeneuve; Danimarca, “In a Better World,” Susanne Bier; Grecia, “Dogtooth,” Yorgos Lanthimos; Giappone, “Confessions,” Tetsuya Nakashima; Messico, “Biutiful,” Alejandro Gonzalez Inarritu; Sudafrica, “Life, above All,” Oliver Schmitz; Spagna, “Tambien la Lluvia” (“Even the Rain”), Iciar Bollain; Svezia, “Simple Simon,” Andreas Ohman
Come se lo aveste vinto. "La prima cosa bella" non va agli Oscar, ma vale la vittoria sul campo.
L’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha sospeso l’uso dell’idrossiclorochina sui pazienti malati di COVID-19. L’ente competente per l’attività regolatoria dei farmaci in Italia informa che ha revocato «l’autorizzazione all’utilizzo di idrossiclorochina per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2, al di fuori degli studi clinici, sia in ambito ospedaliero che domiciliare». La decisione della sospensione da parte dell’agenzia italiana arriva dopo quella dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di sospendere test sull’efficacia contro il coronavirus dell’idrossiclorochina. L’OMS ha motivato la sua scelta facendo riferimento a uno studio della rivista scientifica Lancet secondo cui l’idrossiclorochina, oltre ad essere inefficace per il trattamento del coronavirus, potrebbe risultare dannosa per chi è affetto da cardiopatie.
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha sospeso l’uso dell’idrossiclorochina sui pazienti malati di COVID-19.
Laura Cioli sarà la nuova amministratrice delegata e direttrice generale del gruppo editoriale RCS. Ha 52 anni, è nata a Macerata e faceva parte del consiglio di amministrazione della società dallo scorso aprile. La notizia della sua nomina è stata data in una nota martedì 27 ottobre al termine di una riunione del consiglio di amministrazione. Cioli sarà la prima donna a guidare la società, assumerà le cariche entro il mese di novembre e prenderà il posto di Pietro Scott Jovane, che aveva dato le sue dimissioni lo scorso 8 ottobre dopo l’annuncio dell’accordo con cui RCS ha ceduto la sua parte libri a Mondadori. Attualmente le deleghe operative sono affidate al presidente del gruppo, Maurizio Costa. Laura Cioli è amministratrice delegata di Cartasì, ha lavorato in Sky Italia, all’Eni e in Vodafone con diversi incarichi dirigenziali. Fa parte del consiglio di amministrazione di World Duty Free, Impregilo ed è membro indipendente del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Cioli si è laureata in Ingegneria elettronica all’università di Bologna e ha conseguito un master in Business Administration alla Bocconi.
Laura Cioli sarà la nuova amministratrice delegata di RCS. Ha 52 anni, è già alla guida di Cartasì e assumerà la carica di amministratrice e direttrice generale entro il mese di novembre.