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campania | 1,993 | 39 | null | {'1': "Ambito di applicazione\n1. Le presenti norme si applicano a tutti gli alloggi realizzati,\nrecuperati ed acquistati da Enti pubblici a totale\ncarico o con il concorso del contributo dello Stato o delle\nRegioni, delle province o dei Comuni nonchè a quelli acquistati,\nrealizzati o recuperati da Enti pubblici non economici\nma utilizzati per le finalità sociali proprie dell' edilizia\nresidenziale pubblica, ivi compresi gli alloggi di cui agli\nartt. 7 e 8 della Legge 15 febbraio 1980, n. 25, all' art. 2\ndella legge 25 marzo 1982, n. 94, legge 5 aprile 1985, nº\n118 e agli artt. 7 e 8 della legge 23 dicembre 1986, nº\n899, purchè gli stessi siano stati assegnati a soggetti in\npossesso dei requisiti di cui all' art. 2 DPR 1035/ 72 e successive\nmodifiche in tema di assegnazioni di alloggi di\nEdilizia Residenziale Pubblica, nonchè quelli realizzati o\nacquisiti ai sensi di provvedimenti legislativi straordinari o\nspeciali, fatta salva la specifica destinazione dei\nfinanziamenti.\n2. Le norme della presente legge si applicano, altresì ,\nalle case parcheggio e ricoveri provvisori non appena siano\ncessate le cause dell' uso contingente per le quali sono stati\nrealizzati e sempre che abbiano tipologie e standard abitativi\nadeguati.\n3. Sono esclusi da tale applicazione gli alloggi:\na) realizzati dalle cooperative edilizie per i propri soci;\nb) realizzati o recuperati con programmi di edilizia\nagevolata e convenzionata;\nc) di servizio e cioè quelli per i quali la legge preveda\nla semplice concessione amministrativa con conseguente\ndisciplinare e senza contratto di locazione;d) di proprietà degli Enti pubblici previdenziali purchè \nnon realizzati o recuperati a totale carico o con il concorso\no contributo dello Stato o delle Regioni.", '2': "Destinazione del canone di locazione\n1. Il canone di locazione è diretto a compensare i costi\ndi amministrazione, di gestione e di manutenzione entro i\nlimiti annualmente stabiliti dalla Regione a norma del secondo\ncomma dell' articolo 25 della Legge 8 agosto 1977 nº\n513, nonchè a consentire il recupero di una parte delle risorse\nimpegnate per la realizzazione degli alloggi stessi ai\nfini del reinvestimento da destinare al recupero ed alla costruzione\ndi alloggi.\n2. Le entrate degli Enti gestori sono soggette alle norme\ndi cui all' art. 25 della Legge 8 agosto 1977 n. 513 e\ndebbono essere impiegate secondo le finalità delle lettere\na), b) e c), dell' art. 25, sulla base di programmi annuali,\ncomunicati alla regione entro i 30 giorni successivi al termine\nprevisto per l' approvazione del bilancio preventivo\ndegli Enti, sentite le organizzazioni sindacali degli\nassegnatari.\n3. Gli assegnatari sono inoltre tenuti a rimborsare all'\nEnte gestore le spese dirette ed indirette sostenute per i\nservizi effettivamente prestati, nella misura fissata dall' Ente\nin relazione al costo dei medesimi, secondo i criteri di\nripartizione correlati alla superficie degli alloggi od al numero\ndi vani convenzionali.", '3': "Determinazione del canone\n1. Per le determinazioni del canone di locazione degli\nalloggi di cui all' art. 1, gli Enti gestori tengono conto dei\ncaratteri oggettivi degli alloggi e del reddito complessivo\ndel nucleo familiare degli assegnatari, determinati secondo\nla normativa vigente.\n2. I caratteri oggettivi dell' alloggio e i coefficienti ad\nessi relativi sono quelli espressi dagli artt. 12, 13, 16, 17,\n18, 19, 20 e 21 della legge 27 Luglio 1978 n. 392. salvo\nquanto disposto nei successivi articoli relativamente alla\nvetustà , alla superficie convenzionale, alla tipologia, alla\nclasse demografica dei comuni, all' ubicazione.\n3. La superficie convenzionale è determinata a norma\ndell' art. 13 della legge 27 luglio 1978 n. 392. Non si tiene\nconto dei coefficienti di cui al 5o comma dell' art. 13 della\nLegge 27 luglio 1978, n. 392.\n4. Per l' individuazione dello stato di conservazione si\napplicano i criteri fissati con decreto del Ministro dei Lavori\nPubblici del 9 ottobre 1978.\n5. Per la tipologia si applicano i coefficienti stabiliti\nall' art. 16 della legge 27 luglio 1978, n. 392, previa verifica\ndella rispondenza della categoria catastale alle\ncaratteristiche degli alloggi. A tal fine l' Ente Gestore,\nentro 180 giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge, provvede ad inoltrare all' Ufficio tecnico Erariale,\nrichiesta di modifica della categoria catastale per gli alloggi\nle cui caratteristiche abitative e la cui dotazionedi servizi non siano corrispondenti alla categoria loro\nattribuita.\nIn tale caso, fino alla determinazione dell' Ufficio Tecnico\nErariale, il canone viene determinato applicando il\ncoefficiente proposto all' ufficio suddetto, salvo conguaglio.\n6. In relazione alla classe demografica dei comuni si\napplicano i coefficienti stabiliti all' art. 17 della Legge 27\nluglio 1978 n. 392.\n7. I comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti\nsono assimilati a quelli di cui al coefficiente f) dal citato\nart. 17 della Legge 27 luglio 1978 n. 292.\n8. In relazione all' ubicazione degli alloggi si applicano i\nseguenti coefficienti:\na) ZONA DENTRO 1,00\nb) PERIFERIA 0,90\nc) DEGRADO 0,80\n9. Per gli alloggi ubicati nei comuni con popolazione\ninferiore a 20 mila abitanti si applica un ulteriore\ncoefficiente dello 0,90.\n10. Per la determinazione del canone riferito ai caratteri\noggettivi degli alloggi, gli Enti Gestori applicano un indice\nnon superiore al 3,5% del valore locativo definito ai\nsensi del 2o comma dell' art. 12 della legge 27 luglio 1978\nn. 392.\n11. Il costo unitario di produzione dell' alloggio è pari al\ncosto base moltiplicato per i coefficienti sopra indicati.\n12. Il costo base al metro quadrato degli alloggi è determinato\na norma dell' art. 14 della Legge 27 luglio 1978,\nn. 392, per gli immobili ultimati entro il 31 dicembre\n1975.\n13. Ai fini dell' applicazione della presente legge, per gli\nimmobili ultimati dopo il 31 dicembre 1975 il costo base\ndi produzione stabilito annualmente ai sensi dell' art. 22\ndella Legge 27 Luglio 1978, n. 392, è abbattuto nella misura\ndel 15%.", '4': "Calcolo del canone in base alle fasce di reddito\n1. Per la determinazione del canone di locazione degli\nalloggi, gli Enti riducono il canone, determinato ai\nsensi degli articoli precedenti sulla base del reddito complessivo\ndel nucleo familiare di ciascuno assegnatario. A\ntal fine gli assegnatari sono collocati nelle seguenti fasce di\nreddito e corrispondono i canoni nella misura delle seguenti\npercentuali:\na) 15% per gli assegnatari con reddito annuo complessivo\ndal nucleo familiare derivante esclusivamente da pensione,\nsussidi o vitalizi non superiori all' importo di una\npensione minima INPS per la generalità dei lavoratori,\naumentato dell' importo di una pensione sociale;\nb) 25% per gli assegnatari con reddito complessivo\nnon superiore al 40% del limite di reddito per\nl' assegnazione;\nc) 50% per gli assegnatari con reddito complessivo\ncompreso tra il limite precedente e l' 80% del limite di\nreddito per l' assegnazione;d) 70% per gli assegnatari con reddito annuo complessivo\ntra il limite precedente ed il limite di reddito per\nl' assegnazione aumentato del 50%.\ne) 100% per gli assegnatari con reddito annuo complessivo,\nsuperiore al limite precedente fino al limite di decadenza.\n2. Il canone di locazione, ai sensi della presente legge,\nnon dovrà superare i seguenti livelli di incidenza sul reddito\nimponibile del nucleo familiare:\na) per la fascia a) il 5% del reddito;\nb) per la fascia b) il 10% del reddito;\nc) per la fasce c) e d) il 25% del reddito;\nin ogni caso il canone non può essere inferiore a Lire\n15 mila mensili.\n3. Il limite di decadenza della qualità di assegnatario è \ndato da un reddito pari al doppio del limite di reddito per\nl' assegnazione fissato dalle diposizioni del CIPE.\n4. Il Consiglio Regionale stabilisce le modificazioni\ndelle percentuali di sconto relative alle varie fasce di\ncanone, allo scopo di garantire il mantenimento della\nmaggiore entrata del 50% rispetto all' amministrazione\ne mantenimento della maggiore entrata del 50% rispetto\nall' amministrazione e manutenzione da destinarsi\nalle finalità di cui al penultimo comma dell' artº\n25 della Legge 8 agosto 1977 n. 513. A tal fine gli\nEnti gestori sono tenuti a comunicare alla Regione,\nnei tempi e nei modi previsti, l' importo complessivo\ndelle somme provenienti dai canoni di locazione al\nnetto delle quote b) e c) di cui all' art. 19 del DPR nº\n1035/ 72. In mancanza di tali comunicazioni da parte\ndegli Enti gestori, il Consiglio Regionale può autonomamente\nprovvedere a quanto previsto dal comma\nprecedente.", '5': "Determinazione delle fasce di reddito\n1. Il reddito per l' accesso all' ERP posta a base del\ncalcolo, per la determinazione delle fasce di reddito di cui\nall' art. 4 della presente legge è stabilito in conformità alla\ndelibera CIPE 30- 7- 91 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nº\n190 del 14- 8- 91 e con quanto previsto dalla delibera della\nGiunta regionale del 7- 11- 91 n. 7250.", '6': "Aggiornamento del canone di locazione\n1. Per gli alloggi ultimati dopo l' entrata in vigore della\npresente legge il canone definito a norma dell' art. 4 è aggiornato\nogni anno nelle misura stabilita dal Comitato\nEdilizia Residenziale.\n2. Gli aggiornamenti dei canoni conseguenti alle variazioni\ndell' indice ISTAT di cui all' art. 24 della Legge 27 luglio\n1978, n. 392 e successive modificazioni ed\nintegrazioni, sono applicati annualmente dall' Ente gestore,\ncon decorrenza dal 1o gennaio successivo e nella misura\nstabilita dal Comitato Edilizia residenziale.\n3. Gli aumenti dei canoni di locazione determinati dall'\napplicazione della presente legge saranno graduati nel\ncorso dei due anni successivi alla sua entrata in vigoreprevedendo per il primo un aumento del 50% e per il secondo\nil rimanente 50%.\n4. Tale aumento è quello derivante dalla differenza fra\nil canone determinato dalla presente legge e quello percepito\ndagli Enti precedentemente.", '7': "Collocazione nelle fasce di reddito\n1. Gli assegnatari sono collocati nelle fasce di reddito\ndi cui al precedente art. 4 sulla base della documentazione\nprodotta o degli accertamenti effettuati a norma del\nsuccessivo art. 7. In sede di prima applicazione della disciplina\ndi cui alla presente legge, la collocazione degli\nassegnatari nelle fasce di reddito di appartenenza ha effetto,\nai fini dell' applicazione del relativo canone di locazione,\ndopo 90 giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge.\n2. L' accertamento del reddito di cui al primo comma\ndel presente articolo deve avvenire normalmente tramite\npresentazione da parte del richiedente di copia della dichiarazione\ndei redditi relativa all' anno precedente, di\nogni componente il nucleo familiare che svolga attività \nlavorativa ovvero percepisca pensione, nonchè apposita\ndichiarazione ai sensi della Legge 4 gennaio 1968, nº\n15.\n3. Il richiedente deve fare attestare sul retro dello stato\ndi famiglia, l' eventuale iscrizione alla Camera di Commercio.\n4. Ai fini della collocazione nelle fasce di reddito è applicato\nl' art. 21 della legge 475/ 78 (figli a carico) anche per\ni figli maggiorenni senza reddito. Tale stato dovrà risultare\nda documentazioni ed accertamenti così come previsto dai\ncomma precedenti.\n5. L' Ente gestore, nel caso di omissione della dichiarazione\nmedesima, provvedere alla relativa segnalazione\nagli uffici finanziari dello Stato, suffragata da elementi\neventualmente segnalati dal comune ovvero acquisiti\ndall' Ente di propria iniziativa, anche tramite formale\naudizione del soggetto interessato. Qualora la documentazione\nnon venga prodotta o sia palesemente inattendibile,\nin attesa di riscontri di cui al punto precedente\ne salvo conguaglio finale, l' assegnatario corrisponderà \nil canone previsto dalla fascia di collocazione\npiù elevata.\n6. La mancanza di reddito deve essere documentata da\ncertificato di disoccupazione rilasciato dall' Ufficio Provinciale\ndel lavoro o, a richiesta dell' Ente gestore, da apposita\ndichiarazione dello stato di indigenza rilasciato dal comune\ndi residenza.\n7. In sede di prima applicazione i canoni determinati a\nnorma del 1o comma del presente articolo sono applicati\ncon riferimento al reddito annuo complessivo del nucleo\nfamiliare dell' assegnatario relativo alle risultanze della\ndocumentazione fiscale acquisita dall' Ente gestore ai sensi\ndell' art. 23 della Legge 8 agosto 1977, n. 513, salvo diversa\ndeterminazione della stessa.", '8': "ccertamento periodico del reddito\n1. La situazione degli assegnatari è aggiornata\nbiennalmente dagli Enti gestori.\n2. L' eventuale variazione della collocazione degli\nassegnatari nelle fasce di reddito e del canone di locazione\nha effetto dal 1o gennaio dell' anno successivo a quello per\nil quale è stata accertata la modificazione della situazione\nreddituale.\n3. L' assegnatario ha in ogni caso il diritto di essere collocato\nin una fascia di reddito inferiore qualora abbia subito\nnell' anno precedente una diminuzione di reddito. La\ncollocazione nella fascia di reddito inferiore è disposta\ndall' Ente gestore con decorrenza dal 1o gennaio dell' anno\nsuccessivo a quello per il quale è stata accertata la diminuzione\ndi reddito.\n4. Qualora l' assegnatario non produca la documentazione\nrichiesta o dichiari un reddito ritenuto inattendibile\ndall' Ente gestore, si applica il canone di cui alla fascia e)\ndel comma 1 del precedente art. 4.", '9': "Fondo sociale\n1. Nel bilancio regionale di previsione viene istituito\napposito capitolo di spesa che prevede un fondo sociale\nper l' integrazione delle spese per i servizi accessori,\necc:\n2. Il Consiglio Regionale determinerà , sentite le Organizzazioni\nSindacali dell' utenza, le modalità , le forme\ndi costituzione e di funzionamento del fondo stesso,\nimpegnando una aliquota delle entrate della gestione\nspeciale di cui all' art. 25 della legge 8 agosto 1977, nº\n513.", '10': "\nMorosità nel pagamento del canone\n1. La morosità superiore a tre mesi nel pagamento del\ncanone di locazione è causa di risoluzione contrattuale,\ncon conseguente decadenza dell' assegnazione.\n2. La morosità può essere tuttavia sanata, per non più \ndi una volta nel corso dell' anno, qualora il pagamento dell'\nimporto dovuto avvenga nel termine perentorio di sessanta\ngiorni dalle messa in mora.\n3. Non è causa di risoluzione del contratto la morosità \ndovuta a stato di disoccupazione o Cassa Integrazione o\ngrave malattia dell' assegnatario, qualora ne sia derivata\nl' impossibilità o la grave difficoltà , accertata dall' Ente\ngestore, di effettuare il regolare pagamento del canone di\nlocazione.\n4. Tale impossibilità o grave difficoltà non può comunque\nvalere per più di sei mesi. Alla fine di tale periodo,\nprorogabile in caso di comprovata dimostrazione\ndi impossibilità all' adempimento, la morosità determinatasi\nva recuperata ai sensi dell' art. 21 DPR 1035/ 72\nsenza l' applicazione di interessi legali e indennità di\nmora.\n5. Per la morosità pregressa verificatasi anteriormente\nalla entrata in vigore della presente legge, l' Ente gestorepotrà concere i rateizzi previsti dall' art. 21 del DPR n º\n1035/ 72, applicando l' interesse legale.\n6. Nel caso di mancato rispetto dei termini contrattuali\nnel pagamento di somme dovute si applica l' indennità di\nmora del 6% oltre gli interessi legali.", '11': "\nRegolarizzazione dei senza titoli\n1. Per tutti gli alloggi che alla data del 31 dicembre\n1992 risultassero occupati senza titoli, gli Enti Gestori\nprovvedono alla regolarizzazione dei rapporti locativi,\nprevio accertamento ad opera della Commissione di cui\nall' art. 6 del DPR 1035/ 72, del possesso da parte degli\noccupanti dei requisiti prescritti dall' art. 2 di detto decreto\ndel presidente della Repubblica e successive modifiche.\n2. La regolarizzazione del rapporto locativo avviene alle\ncondizioni già previste dal secondo comma lettere b) e c)\ndell' art. 53 della Legge 5 agosto 1958 n. 457.\n3. Per tutte le ipotesi nelle quali il rapporto avviene alle\ncondizioni già previste del secondo comma lettere b) e c)\ndell' art. 53 della Legge 5 agosto 1958 n. 457.\n3. Per tutte le ipotesi nelle quali rapporto non sia\nregolarizzabile ai sensi di cui sopra e per le occupazioni\nverificatesi successivamente alla data di cui al primo\ncomma del presente articolo, continuano ad applicarsi le\nnorme dell' art. 26 - quarto comma - della Legge 8 agosto\n1977, n. 513.", '12': "\nDichiarazione di urgenza\n1. Lapresente legge è dichiarata urgente ai sensi del 2o\ncomma dell' art. 127 della Costituzione ed entra in vigore il\ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e\ndi farla osservare come Legge della regione\nCampania.\n15 novembre 1993"} | null |
campania | 1,993 | 32 | null | {'1': "1. In attesa che, con successivo atto legislativo, il\nConsiglio Regionale della Campania provveda al riordino\nstrutturale dell' istituto di Studi e Ricerche per la Programmazione\ne lo Sviluppo Economico della Campania\n( IPSEC) ovvero al suo scioglimento, i poteri conferiti\nal Commissario straordinario con la Legge Regionale 8\nfebbraio 1993, n. 8, sono prorogate fino all' insediamento\ndei nuovi organismi previsti dall' eventuale legge di\nriorganizzazione ovvero all' insediamento del Commissario\nliquidatore e comunque non oltre il 31 dicembre 1993.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente, a norma\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione e dell'\nart. 45 ultimo comma dello Statuto ed entra in vigore lo\nstesso giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania."} | null |
campania | 1,993 | 33 | null | {'1': "Finalità e ambito della legge\n1. La presente legge, ai sensi della Legge n. 394 del\n6 dicembre 1991, in attuazione degli articoli 9 e 32 della\nCostituzione, nel rispetto degli accordi internazionali e in\narmonia con le vigenti leggi nazionali e di attuazione\ndell' art. 5 dello Statuto regionale, detta principi e norme\nper l' istituzione e la gestione delle aree protette, al fine di\ngarantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione\ne valorizzazione del patrimonio naturale della\nRegione Campania.\n2. Ai fini della presente legge, costituiscono il patrimonio\nnaturale: le formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche\ne biologiche, o gruppi di esse, che hanno\nrilevante valore naturalistico e ambientale.\n3. I territori nei quali siano presenti i valori di cui al\nprecedente comma, specie se vulnerabili, sono sottoposti\nad uno speciale regime di tutela e di gestione allo scopo\ndi perseguire, in particolare, le seguenti finalità :\na) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni\nvegetali o forestali, di formazioni geopaleontologiche,\ndi comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici\ne panoramici, di processi naturali, di equilibri ecologici.\nb) l' applicazione di metodi di gestione o di restauro\nambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo\nambiente naturale, anche mediante la salvaguardia di valori\nantropologici, archeologici, storici e architettonici, e\ndelle attività agro - silvo - pastorali e tradizionali.\nc) promozione di attività educative, formazione e\ndi ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonchè di\nattività ricreative compatibili.d) difesa e ricostruzione degli equilibri idrici e idrogeologici.\n4. I territori sottoposti a tale regime di tutela e di\ngestione costituiscono le aree naturali protette. In dette\naree possono essere promosse la valorizzazione e la sperimentazione\ndi attività produttive compatibili.\n5. Nella tutela e nella gestione delle aree naturali protette,\nlo Stato, la Regione e gli Enti Locali, in armonia con\nle direttive statali, attuano forme di cooperazione e di\nintesa secondo o quanto previsto dall' art. 81 del Decreto\ndel Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 e\ndell' art. 27 della Legge 8 giugno 1990, n. 142.", '2': "Classificazione delle Aree naturali protette\n1. I Parchi naturali regionali sono costituiti da aree\nterrestri, fluviali, lacuali e da tratti di mare prospicienti la\ncosta regionale, di valore naturalistico, che costituiscono\nun sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei\nluoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni\nculturali delle popolazioni locali.\n2. Le Riserve naturali regionali sono costituite da aree\nterrestri, fluviali, lacuali, e/ o marine, che contengono\nuna o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e\ndella fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti\nper le diversità biologiche o per la conservazione\ndelle risorse genetiche.\n3. Per quanto riguarda in particolare l' ambiente marino,\nsi distinguono le aree protette come definite ai sensi\ndel Decreto del Presidente della Repubblica n. 175 del\n1985 di attuazione del protocollo di Ginevra per le istituzioni\ndi Aree naturali protette nel Mediterraneo, e quelle\ndefinite ai sensi della legge n. 979 del 1982.\n4. Il Comitato Consultivo Regionale per le Aree naturali\nprotette di cui all' art. 3 può operare ulteriori classificazioni\nper le finalità della presente Legge ed allo scopo di\nrendere efficaci i tipi di protezione previsti dalle convenzioni\ninternazionali, in particolare della convenzione di\nRamsar e della legislazione nazionale.\n5. Ciascuna Area naturale protetta ha diritto all' uso\nesclusivo della propria denominazione.", '3': "Comitato Consultivo Regionale\nper le aree naturali protette\n1. E' istituito il Comitato Consultivo Regionale per le\nAree naturali protette mediante decreto del Presidente\ndella Giunta Regionale.\n2. Il Comitato Consultivo Regionale è così composto:\na) dal presidente della Giunta Regionale o suo delegato\nche lo presiede;\nb) dall' Assessore all' Agricoltura e Foreste, o suo delegato;\nc) dall' Assessore all' Urbanistica e Territorio o suo delegato.\nd) dall' Assessore all' Ecologia o suo delegato;\ne) da due rappresentanti indicati dalle Università Statali\ne dagli Istituti Statali della Regione;\nf) da un rappresentante dell' Orto Botanico di Napoli;\ng) da tre rappresentanto di istituzioni scientifiche dicui uno dell' Osservatorio Vesuviano, uno della Stazione\nZoologica e uno del Consiglio Nazionale delle Ricerche;\nh) da quattro rappresentanti da indicare dalle Associazioni\nAmbientalistiche Nazionali presenti sul territorio regionale\nriconosciute dal Ministero per l' Ambiente e operanti\nin Campania;\ni) da cinque rappresentanti designati dalle Amministrazioni\nProvinciali della Campania;\nl) da tre rappresentanti delle Organizzazioni Professionali\nAgricole;\nm) da un funzionario del Settore Politica del Territorio\nche svolgerà le funzioni di segrerario.\n3. Il Comitato Consultivo Regionale dura in carica\nper l' intera legislatura e fino all' insediamento del successivo.\n4. In sede di prima applicazione della presente legge\nil Comitato Consultivo Regionale è nominato entro 30\ngiorni dalla sua entrata in vigore. In caso di mancata\ndesignazione da parte dei membri, detto Comitato è convocato\ncon i membri già designati purchè essi siano in\nnumero non inferiore alla metà più uno del totale.\n5. Ai componenti il Comitato Consultivo Regionale\ncompete una indennità forfettaria di L. 100.000 per seduta\nfino ad un massimo di 5 sedute mensili.", '4': "Compiti del Comitato Consultivo Regionale\nper le Aree naturali protette\n1. Il Comitato Consultivo Regionale di cui al precedente\nart. 3:\na) esprime pareri su proposte, progetti e iniziative\ndella Giunta Regionale, degli Enti delegati e degli altri\nsoggetti previsti dallo Statuto Regionale sulle materie della\npresente legge;\nb) formula indirizzi e proposte relative alla istituzione\ne alla gestione delle Aree naturali protette;\nc) propone programmi di educazione ambientale finalizzati\nalla protezione della natura con specifico riguardo\na Parchi e Riserve;\nd) propone ricerche scientifiche ed attività sperimentali\nper una corretta gestione dell' ambiente naturale ed\numano delle Aree naturali protette;\ne) fornisce alla Giunta Regionale pareri per la predisposizione,\ngli aggiornamenti e le integrazioni del programma\nRegionale per le Aree naturali protette;\nf) esprime parere sui piani territoriali dei Parchi;\ng) collabora all' attività di vigilanza sulla gestione di\nParchi e Riserve;\nh) collabora con analoghi organismi esistenti a livello\nregionale e nazionale, anche ai fini della predisposizione\ndi un programma nazionale di interventi a tutela del patrimonio\nnaturale;\ni) verifica i risultati conseguiti in rapporto alle finalità \ndi ciascun Ente Parco, adottando criteri oggettivi di valutazione\ne ne relaziona al Consiglio Regionale.", '5': 'Individuazione delle Aree naturali protette1. Con la presente legge è approvato il programma\ndelle Aree naturali protette di cui al seguente elenco:\na) SISTEMI PARCHI E RISERVE\n1) Matese\n2) Roccamonfina e foce Garigliano\n3) Taburno - Camposauro\n4) Partenio\n5) Foce Volturno e costa di Licola\n6) Campi Flegrei\n7) Monti Lattari\n8) Monti Picentini\n9) Monti Eremita - Marzano\n10) Foce Sele e Tanagro\n11) Lago Falciano', '6': 'Istituzioni delle Aree naturali protette\n1. Per la istituzione delle Aree naturali protette si adotta\nla seguente procedura:\na) Con decreti temporanei del Presidente della Giunta\nRegionale, da emanare entro sei mesi dalla approvazione\ndella presente legge, vengono istituiti, sentito il Comitato\nConsultivo Regionale per le Aree naturali protette di cui\nal precedente art. 3, i Parchi e le Riserve Naturali con le\nseguenti indicazioni:\n1) la perimetrazione del territorio da destinare a Parco\nRiserva;\n2) la descrizione dei luoghi;\n3) la probabile zonizzazione per la predisposizione\ndel piano territoriale;\n4) le misure transitorie di salvaguardia\nb) I decreti di istituzione vengono notificati agli Enti\nTerritoriali interessati che, entro 30 giorni, possono formulare\nosservazione e proposte;\nc) la Giunta Regionale entro i successivi 60 giorni, su\nproposta del Comitato Consultivo Regionale per le Aree\nnaturali protette, e sentite la III e IV Commissione Consiliare,\nistituisce in via definitiva, con singoli provvedimenti,\ni Parchi e le Riserve Naturali, con le indicazioni di\ncui ai numeri 1, 2 e 3, della precedente lettera a) e le\nmisure di salvaguardia in attesa del Piano Territoriale e\ndel relativo Regolamento.', '7': "Gestione dei Parchi\n1. La gestione dei Parchi è affidata ad appositi Enti -\nParco con personalità giuridica di diritto pubblico istituiti\ncon decreto del Presidente della Giunta Regionale.\n2. Sono organi dell' Ente:\na) il Presidente\nb) il Consiglio Direttivo\nc) la Giunta esecutiva\nd) il Collegio dei Revisori dei Conti\ne) la Comunità del parco", '8': "Il Presidente dell' Ente Parco\n1. Il Presidente dell' Ente Parco viene nominato dallaGiunta Regionale su proposta degli Assessori alle Foreste,\nalla Urbanistica e all' Ecologia, sentito il parere delle Commissioni\nConsiliari competenti ai sensi della Legge n. 26\ndel 24 aprile 1980 e prescelto tra persone che si siano\ndistinte per i loro studi e/ o per la loro attività nel campo\ndella protezione dell' ambiente e non ricoprano cariche\nelettive e/ o amministrative negli Enti Locali, negli organi\ndi gestione di Enti Regionali nonchè cariche elettive regionali,\nparlamentari ed europee.\n2. Al Presidente spetta la legale rappresentanza dell'\nEnte.\n3. Ulteriori compiti e funzioni del Presidente sono\ndefiniti per statuto ai sensi dell' art. 24 della Legge nº\n394/ 91.", '9': "Il Consiglio Direttivo\n1. Il Consiglio Direttivo è costituito da:\na) il Presidente dell' Ente Parco;\nb) un rappresentante per ogni Comune territorialmente\ninteressato fino ad un massimo di quattro rappresentanti\ndesignati dalla Comunità del Parco;\nc) un rappresentante per ogni Comunità Montana territorialmente\ninteressata;\nd) un rappresentante per ogni provincia interessata;\ne) tre rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste\ne Naturalistiche maggiormente presenti sul territorio e\nlegalmente riconosciute dal Ministero dell' Ambiente;\nf) tre rappresentanti delle organizzazioni Professionali\nAgricole maggiormente presenti sul territorio.\n2. Il Direttore dell' Ente Parco partecipa alle riunioni\ndel Consiglio Direttivo con voto consultivo.\n3. Il Consiglio Direttivo delibera in merito a tutte le\nquestioni generali dell' Ente ed in particolare:\na) adotta, sentito il Comitato Consultivo Regionale\nper le Aree naturali protette di cui all' art. 3, il Piano per\nil Parco e predispone un piano pluriennale economico -\nsociale per le attività compatibili dell' area, di cui al successivo\nart. 18;\nb) approva il bilancio preventivo con i relativi piani e\nprogrammi e il bilancio consuntivo;\nc) elabora ed adotta lo Statuto dell' Ente e lo sottopone\nall' approvazione della Giunta Regionale che dovrà pronunciarsi\nentro i sessanta giorni successivi.\nd) L' organico del Parco sarà costituito da personale\nin servizio presso l' Amministrazione Regionale opportunamente\ndistaccato.\n5. Il Consiglio viene nominato con decreto del Presidente\ndella Giunta Regionale, dura in carica cinque anni\ned i componenti possono essere riconfermati.\n6. Gli Enti, Associazioni ed Organizzazioni che entro\ntrenta giorni dalla richiesta non avranno provveduto alla\nnomina dei propri rappresentanti, saranno considerati rinunciatari.", '10': "\nLa Giunta esecutiva\n1. La Giunta esecutiva è eletta dal Consiglio Direttivoed è formata da cinque componenti, compreso il Presidente,\nsecondo la modalità e le funzioni stabilite nello\nStatuto dell' Ente Parco e garantendo comunque la rappresentanza\ndi un componente di nomina delle Associazioni\nambientaliste e di uno di nomina delle Associazioni\nprofessionali agricole maggiormente rappresentative, tra\nquelli già presenti nel Consiglio Direttivo.\n2. Vi partecipa di diritto, con voto consultivo, il Direttore\ndell' Ente Parco.\n3. Funge da segretario un dipendente dell' Ente Parco\nindicato dal presidente dell' Ente.\n4. La Giunta Esecutiva predispone gli atti da sottoporre\nall' approvazione del Consiglio Direttivo ed adotta\niniziative atte a favorire la realizzazione dei fini istituzionali\ndell' Area naturale protetta secondo le indicazioni del\nConsiglio Direttivo e del Comitato Consultivo Regionale\nper le Aree naturali protette.", '11': "\nFinalità \n1. Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre\nmembri nominati con decreto del Presidente della Giunta\nRegionale, di cui uno su designazione del Ministero del\nTesoro, entro un anno dall' istituzione dell' Area naturale\nprotetta, individuati tra gli iscritti all' Albo dei Revisori dei\nConti.", '12': "\nComunità del Parco\n1. La Comunità del Parco è costituita dai Sindaci dei\nComuni del Parco, dei Presidenti delle Province e delle\nComunità Montane interessate, dal Presidente della Giunta\nRegionale.\n2. La Comunità è Organo consultivo e propositivo\ndell' Ente Parco. Il suo parere è obbligatorio su:\na) regolamento del Parco;\nb) piano del parco;\nc) bilancio e conto consuntivo;\nd) altre questioni a richiesta di un terzo dei componenti.\n3. La Comunità delibera, previo parere vincolante del\nConsiglio direttivo sul piano pluriennale economico, adottato\ndal Consiglio direttivo e approvato dalla Regione,\nvigila inoltre, sulla sua attuazione. La Comunità adotta un\nproprio regolamento.\n4. La Comunità elegge al suo interno un presidente ed\nun vice presidente ed è convocata almeno due volte l' anno\no quando venga richiesto dal presidente o da un terzo\ndei suoi componenti.", '13': "\nIl Direttore dell' Ente Parco\n1. Il Direttore dell' Ente Parco è scelto sulla base di\npubblico concorso per titoli ed esami tra persone in possesso\ndel diploma di laurea.\n2. Costituiscono titoli preferenziali specifici e documentati\nrequisiti attestanti qualificata attività scientifica o\nprofessionale in campo ambientalistico o di direzione tecnica\no amministrativa di enti o strutture pubbliche o privatedi medie e grandi dimensioni, con esperienza almeno\nquinquennale.\n3. La carica di Direttore dell' Ente Parco è incompatibile\ncon quella di Deputato al Parlamento europeo o nazionale,\nConsigliere regionale o provinciale, Consigliere\nComunale di Comune con oltre cinquemila abitanti. Sindaco\ne Assessore Comunale, Presidente o Assessore di\nComunità Montana.\n4. Le funzioni di Direttore sono incompatibili per soggetti\nche abbiano rapporti, anche in regime convenzionale,\ncon la Pubblica Amministrazione. I requisiti devono\nessere documentati dieci giorni prima della nomina presso\nla Presidenza della Giunta Regionale e pubblicati nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\n5. Al Direttore dell' Ente compete la gestione ed il\ncoordinamento delle attività del parco nell' ambito degli\nindirizzi stabiliti dal Consiglio.\n6. Il Direttore dell' Ente provvede alla realizzazione di\nquanto previsto dal piano del parco ed all' esecuzione delle\ndeliberazioni decise dalla Giunta esecutiva e dal Consiglio\nDirettivo.\n7. Il Direttore dell' Ente sovrintende, inoltre, alla raccolta\ndei dati, alla promozione di studi ed iniziative atte\na favorire la conoscenza dei Parchi; accerta, anche mediante\naerofotogrammetria annuale da effettuare nei periodi\ninvernali, eventuali abusi edilizi o modificazioni al\nterritorio.\n8. Il Direttore dell' Ente è responsabile della conservazione\ndel Parco, vigila sulle attività che si svolgono all' interno\ndello stesso ed ' obbligato a trasmettere alle competenti\nAutorità (giudiziarie e/ o amministrative) rapporti -\ndenunce sulle violazioni di legge o di regolamenti interessanti\ni Parchi di cui egli venga a conoscenza.\n9. Nell' esercizio delle funzioni di conservazione del\nParco e di vigilanza sulle attività che si svolgono all' interno\ndi esso, il Direttore dell' Ente può esercitare la facoltà \ndi richiedere, con motivazione scritta, il riesame delle\ndelibere non approvate dal Consiglio e quest' ultimo procede\nal riesame e decide, su parere obbligatorio del Consiglio\nConsultivo Regionale per le Aree naturali protette\ndi cui all' art. 3, entro e non oltre trenta giorni dalla richiesta.", '14': "\nConvenzioni\n1. La Giunta esecutiva può stipulare apposite convenzioni\ncon enti pubblici e privati, a norma dell' art. 23 della\nLegge 394/ 91, per promuovere iniziative scientifiche, turistiche\ned educative.\n2. Le convenzioni di cui innanzi, per essere esecutive,\ndebbono essere approvate dalla Giunta Regionale.", '15': "\nFunzioni amministrative di controllo\n1. Le funzioni amministrative regionali connesse all'\nattuazione della presente legge, nonchè le funzioni di\nvigilanza e controllo per ciascuna area protetta relativamente\nall' osservanza delle norme di legge e dei relativiregolamenti vengono espletate dal Settore Foreste, Settore\nEcologia, Settore Politica del Territorio e Settore Tutela\nBeni Paesistico - Ambientali e Culturali.\n2. In caso di inosservanza delle norme di attuazione,\ndi inerzia prolungata o grave inadempienza da parte degli\norgani di gestione degli Enti Parco, il Presidente della\nGiunta Regionale interviene con propri provvedimenti\nche prevedono la nomina di appositi commissari ad acta,\no, in caso di grave inadempienza, lo scioglimento degli\norgani amministrativi degli enti di gestione delle Aree\nnaturali protette.", '16': "\nEducazione Ambientale\n1. I Comuni e le Comunità Montane, le Amministrazioni\nProvinciali, le Associazioni ambientalistiche e protezioniste,\ngli Enti Parco, possono richiedere alla Regione\nCampania il finanziamento di attività divulgative per diffondere\nle nozioni relative alla conoscenza del patrimonio\nnaturale, alle funzioni esplicate dallo stesso, nonchè ogni\naltra iniziativa atta a far conoscere le specie oggetto di\ntutela della presente legge e la corretta fruizione del patrimonio\nnaturale.\n2. L' Ente favorirà le visite ed i rapporti con scolaresche\ndi ogni ordine e grado.", '17': "\nGestione delle Riserve Naturali\n1. Per la gestione delle Riserve naturali ricadenti sull'\nintero territorio di ciascuna provincia è istituito entro sei\nmesi dall' entrata in vigore della presente legge un unico\nEnte che ha competenza su tutte le altre aree della provincia.\nEsso avrà la stessa articolazione gestionale degli\nEnti Parco.\n2. Dell' Ente di cui innanzi faranno parte le Riserve\nregionali già istituite.", '18': "\nStrumenti di attuazione\n1. Piano territoriale del Parco:\na) il Consiglio del parco, entro sei mesi dall' insediamento\ndegli Organi dell' Ente, adotta, sentito il parere\ndella Comunità del parco, un progetto di assetto territoriale\ndel Parco, stabilisce i confini definitivi e la zonizzazione\ndel territorio secondo l' articolazione prevista dall'\nart. 22;\nb) il progetto viene depositato nella sede dell' Ente di\ngestione, nonchè nella segreteria di ogni Comune territorialmente\ninteressato al Parco per la durata di trenta giorni,\nconsecutivi durante i quali chiunque ha facoltà di\nprenderne visione; di tale deposito viene data notizia con\navvisi sulla stampa locale;\nc) entro trenta giorni successivi al deposito, chiunque\npuò presentare osservazioni;\nd) il Piano territoriale del Parco, unitamente alle osservazioni\ned alle eventuali controdeduzioni dell' Ente di\ngestione, viene inoltrato alla Giunta Regionale che, sentito\nil Comitato Consultivo Regionale di cui al precedenteart. 3 della presente legge, lo invia alle Commissioni Consiliari\nIII e IV. Le suddette Commissioni inviano il Piano\nTerritoriale con il relativo parere al Consiglio Regionale,\nper l' approvazione.\n2. Piano pluriennale economico sociale per la promozione\ndelle attività compatibili:\na) il Consiglio del Parco predispone un progetto di\nPiano economico sociale che viene approvato secondo le\nstesse modalità del Piano territoriale del parco.", '19': "\nContenuti del Piano territoriale del Parco\n1. Il Piano territoriale del parco formula il quadro\ngenerale dell' assetto territoriale dell' Area, indicando sia\ngli obiettivi generali e di settore che le priorità e precisando,\nmediante azzonamento, norme e parametri, vincoli e\ndestinazioni da osservarsi sul territorio in relazione ai\ndiversi usi e funzioni previsti.\n2. In particolare, stante l' obiettivo prioritario della\ntutela delle caratteristiche storiche, ambientali e naturali:\na) definisce le zone territoriali individuate sulla base\ndei caratteri geomorfologici ed urbanistici, ai fini della\ntutela del patrimonio paesaggistico e naturale, elencando\ni Comuni interessati;\nb) individua le aree in cui la destinazione agricola o\nboschiva deve essere mantenuta o recuperata;\nc) detta disposizioni intese alla salvaguardia dei valori\nstorici ed ambientali delle aree edificate;\nd) stabilisce le direttive dei criteri metodologici da\nosservarsi nella redazione dei Piani Urbanistici comunali\ned intercomunali per assicurare l' unità degli indirizzi e la\ncoerenza dei contenuti di tali Piani, rispetto agli obiettivi\nprioritari più sopra enunciati;\ne) indica le principali aree da destinarsi ad uso pubblico\ne per strutture ed attrezzature collegate al tempo\nlibero, sempre nel rispetto dell' obiettivo prioritario sopra\nenunciato.\n3. Il Piano territoriale del Parco, nelle sue norme di\nattuazione ne specifica le previsioni immediatamente attuative:\na) che prevalgono sulle eventuali diverse destinazioni\npreviste dai Piani Regolatori Generali o Programmi di\nfabbricazione vigenti;\nb) che consentono la salvaguardia temporanea nel territorio\ninteressato fino al loro recepimento, da parte dei\nComuni interessati, nei propri strumenti urbanistici locali\nda adottare;\nc) che vincolano immediatamente gli Enti incaricati di\nredigere o adeguare i Piani Urbanistici comunali ed intercomunali.\n4. Le previsioni del Piano territoriale del parco sono\nobbligatorie nei confronti dei Comuni, i quali sono tenuti\nad adeguarvi gli strumenti urbanistici.\n5. In ogni caso le previsioni del Piano territoriale del\nParco, in attuazione dei precedenti articoli, sono efficaci\ne vincolanti anche nei confronti dei privati e si sostituiscono\nad eventuali difformi previsioni degli strumenti vigenti.", '20': "Durata ed effetti del Piano territoriale del Parco\n1. Ai sensi dell' art. 6 della legge 17 agosto 1942, nº\n1150, i Piani territoriali dei Parchi hanno efficacia a tempo\nindeterminato.\n2. I Comuni il cui territorio sia incluso, in tutto od in\nparte, nei Piani, debbono, ai sensi dell' art. 6 della legge\n17 agosto 1942 n. 1150, uniformare i propri strumenti\nurbanistici entro i termini stabiliti nel Piano territoriale\ndel Parco.\n3. nelle more di tale procedura, restano vigenti le\nnorme vincolistiche provvisorie contenute nelle singole\nleggi istitutive.\n4. E' fatto obbligo ai Comuni che elaborano i nuovi\nstrumenti urbanistici attenersi alle direttive dei Piano territoriali\ndei parchi.", '21': "\nElementi del Piano territoriale del Parco\n1. Il PIano territoriale del Parco è costituito:\na) dalle rappresentazioni grafiche in numero adeguato\ned in scala non inferiore al rapporto 1: 25.000, per riprodurre\nl' assetto territoriale previsto dal Piano e per assicurare\nl' efficacia ed il rispetto dei suoi contenuti;\nb) dalle norme di attuazione del Piano comprendenti\ntutte le prescrizioni necessarie ad integrare le tavole grafiche\ne determinare la portata dei suoi contenuti, nonchè \nle direttive ed i criteri metodologici per i Piani comunali\ned intercomunali con la specificazione degli obiettivi da\nperseguire, delle indicazioni quantitative, delle modalità \ndi attuazione dei detti Piani, degli standards urbanistici;\nc) da una relazione illustrativa che espliciti:\n1) gli obiettivi generali e di settore assunti;\n2) i criteri programmatici e di metodo seguiti;\n3) le scelte operate;\n4) indicazioni sul programma finanziario per l' attuazione\ndel Piano.", '22': "\nArticolazione zonale\n1. In ciascun Parco regionale dev' essere prevista la\nseguente articolazione:\na) zona di riserva integrale (zona << A >>) in cui l' ambiente\nè conservato nella sua integrità : il suolo, le acque, la\nfauna e la vegetazione sono protetti e sono consentiti\nsoltanto gli interventi per la protezione dell' ambiente o la\nricostituzione di equilibri naturali pregressi da realizzare\nsotto il controllo dell' Ente Parco. Le zone a riserva integrale\ndebbono essere individuate fra quelle prive di insediamenti\npermanenti, abitativi o produttivi. E' vietata\nqualsiasi attività che possa compromettere risorse naturali.\nLe aree destinate a riserva integrale potranno essere\nacquisite alla proprietà pubblica;\nb) zona di riserva generale (zona << B >>). Ogni attività \ndeve essere rivolta al mantenimento della integrità ambientale\ndei luoghi. Sono consentite ed incentivate le attività \nagricole e silvo - pastorali tradizionali e la manutenzione\ndel patrimonio edilizio esistente, laddove non contrastinocon le finalità del Parco;\nc) zona di riserva controllata (zona << C >>). Vanno\nincentivate le attività agricole, zootecniche e silvocolturali\ntradizionali ed il mantenimento dell' integrità terriera nelle\naziende contadine. Sono agevolate, inoltre, le attività \nsocio - economiche e le realizzazioni abitative ed infrastrutturali\ncompatibili con i principi ispiratori del Parco,\nnonchè lo sviluppo delle strutture turistico - ricettive delle\nattrezzature pubbliche e dei servizi complementari al\nParco.\n2. Gli strumenti di piano esistenti e quelli in via di\nformazione dovranno prevedere:\na) la progressiva attuazione dei guasti urbanistici in\natto;\nb) la armonizzazione paesaggistica delle nuove strutture\nedilizie, alle impostazioni architettoniche esistenti;\nc) il recupero e/ o restauro del patrimonio edilizio\nappartenente al tessuto urbano di significato storico;\nd) la valorizzazione delle risorse locali con particolare\nriguardo all' artigianato ed alla commercializzazione dei\nprodotti agricoli ed alla tipicità dei prodotti.\n3. Tutte le opere pubbliche che dovranno essere realizzate\nall' interno delle zone << B >> e << C >> ivi comprese le\nsistemazioni idraulico - forestali ed i rimboschimenti dovranno\nricevere l' approvazione dell' Ente Parco.\n4. In tutto il Territorio del Parco valgono i divieti\ngenerali di cui all' art. 11 comma terzo della Legge 394/\n91. Eventuali deroghe possono essere concesse, secondo\nle prescrizioni contenute nei commi 4 e 5 dell' art. 11 della\nLegge 394/ 91, dall' Ente Parco. Divieti aggiuntivi possono\nessere contenuti nel regolamento di ciascun Parco.", '23': "\nVigilanza\n1. La vigilanza per il rispetto delle norme contenute\nnella presente legge è affidata agli agenti di Polizia Urbana\nlocale, agli agenti del Corpo Forestale dello Stato,\nalle guardie giurate ambientali della Regione Campania,\nalle guardie giurate volontarie dipendenti dalle Associazioni\nprotezionistiche, ai guardiacaccia e guardiapesca\ndelle Amministrazioni Provinciali, nonchè alle apposite\nguardie giurate nominate dall' Autorità competente su richiesta\ndegli Enti Parco ed Associazioni naturalistiche e protezionistiche\nconformemente a quanto previsto dal Testo\nUnico delle leggi di pubblica sicurezza approvato con\nRD 6 maggio 1940, n. 635, nel numero di almeno tre\nagenti per struttura incrementato di un ulteriore unità \nper ogni 1.000 ettari di superficie vincolata.", '24': "\nSanzioni relative ai Parchi\ne Riserve Naturali\n1. Per la violazione dell' Art. 22 si applicano sanzioni\namministrative da L. 500.000 a L. 5.000.000 ed il ripristino\ndello stato dei luoghi.\n2. L' entità della sanzione verrà desunta:\na) dalla gravità della violazione;b) dall' opera svolta dall' agente per la eliminazione o\nattenuazione delle conseguenze della violazione;\nc) dalla personalità e dalle sue condizioni economiche;\nd) da eventuali precedenti infrazioni ai danni del patrimonio\nnaturale.\n3. Gli agenti che accertino infrazioni procedono alla\nconfisca dei prodotti raccolti in violazione delle norme di\ncui alla presente legge.", '25': "\nOblazione e definizione amministrativa\ndelle sanzioni di cui al precedente art. 24\n1. Gli agenti che hanno accertato violazioni alla presente\nlegge, contestano immediatamente l' infrazione all'\ninteressato a mezzo di apposito verbale da trasmettere\nin copia all' Autorità da cui dipendono, ed al Direttore\ndell' Ente Parco.\n2. In caso di impossibilità di contestazione immediata,\nil Presidente dell' Ente Parco, su invito del Direttore, provvederà \nalla notifica ai sensi delle disposizioni vigenti.\n3. Il Presidente dell' Ente Parco, entro trenta giorni\ndall' avvenuta notifica, con propria ordinanza, stabilisce,\ntenuto conto delle modalità di cui al precedente articolo,\nl' entità della sanzione e ne ingiunge il pagamento al trasgressore,\nda effettuarsi mediante versamento sul conto\ncorrente postale intestato alla Tesoreria dell' Ente Parco.\n4. Avverso l' ordinanza è ammesso ricorso gerarchico\nentro trenta giorni dalla notifica al Presidente della Giunta\nRegionale che, con motivato provvedimento può accogliere\no rigettare il ricorso.\n5. Copia del ricorso va inviata anche al Presidente\ndell' Ente Parco che ha emesso l' ordinanza.\n6. Trascorsi trenta giorni senza che, il trasgressore\nabbia provveduto ad oblare la sanzione o abbia prodotto\nricorso, si procede alla riscossione forzata secondo le norme\npreviste dalle legislazione vigente.", '26': "\nProventi delle sanzioni di cui all' art. 25\n1. I fondi introitati dall' Ente Parco provenienti dal\npagamento delle sanzioni amministrative di cui alla presente\nlegge, verranno iscritti in un apposito capitolo del\nbilancio di previsione della spesa e verranno utilizzati per\nla tutela del patrimonio naturale.", '27': "\nFinanziamento\n1. La Regione finanza l' intero importo della spesa\nnecessaria alla realizzazione dei parchi e delle riserve,\nconcorre altresì alla spese per la gestione, comprese quelle\nper il personale, le attrezzature ed i servizi previsti nei\nprogrammi pluriennali di utilizzazione.\n2. Le risorse finanziarie del parco possono essere costituite,\noltre che da erogazioni o contributi a qualsiasi\ntitolo disposti da enti o da organismi pubblici e da privati,\nda diritti e canoni riguardanti l' utilizzazione dei beni mobili\ned immobili che appartengono al Parco o dei quali\nesso abbia la gestione.3. La Giunta Regionale presenta annualmente al Consiglio\nRegionale, in sede di approvazione del bilancio pluriennale,\nsulla base delle motivate richieste dei singoli\nEnti Parco, il programma di interventi finalizzati e la\nrealizzazione e gestione dei Parchi e Riserve con la relativa\nprevisione di spesa ad una relazione sullo stato di\nattuazione del programma stesso.\n4. La determinazione della spesa di ciascun esercizio\nfinanziario è effettuata in sede di approvazione del bilancio\ndi competenza.\n5. Le somme destinate all' attuazione dei programmi\ndi utilizzazione sono accreditate agli Enti Parco con provvedimento\ndel Presidente della Giunta Regionale a norma\ndell' art. 55 della legge regionale n. 20 del 27 luglio 1978\nda adottarsi entro 30 giorni dall' approvazione del bilancio\ndi competenza.", '28': "\nOneri e finanziamenti\n1. Al finanziamento degli oneri derivanti dall' applicazione\ndella presente legge, quantizzati per l' anno finanziario\n1993 in lire 20.000.000.000, si farà fronte per\n10.000.000.000 con lo stanziamento di cui al capitolo\n1352 dello stato di previsione della spesa e per\n10.000.000.000 con lo stanziamento di cui al capitolo\n1354 dello stato di previsione della spesa, di nuova istituzione,\ncon la denominazione: << Fondo per la istituzione ed\nil funzionamento dei Parchi e riserve naturali per la realizzazione\ndi Piani e Programmi per la valorizzazione e\ntutela ambientale >>, mediante prelievo dell' occorrente\nsomma ai sensi dell' art. 30 della Legge Regionale n. 20\ndel 27 luglio 1978, dal cap. 1030 dello stato di previsione\ndella Spesa per l' anno finanziario 1992, che si riduce di\npari importo.\n2. Agli oneri per gli anni successivi si provvederà con\nla legge di approvazione del bilancio annuale in base alle\ndisponibilità del bilancio medesimo.", '29': "\nDichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127, secondo comma della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino ufficiale della Regione Campania."} | null |
campania | 1,993 | 45 | null | {'1': "1. A norma dell' art. 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421, e\ncon effetto dal 1o gennaio 1994 gli importi della tassa\nautomobilistica, della soprattassa annuale di cui all' art. 8 del\ndecreto legge 8 ottobre 1976, n. 691, convertito, con\nmodificazioni, nella legge 30 novembre 1976, n. 786, e della tassa\nspeciale di cui all' articolo 2 della legge 21 luglio 1984, n. 362,\nsono determinati nella misura del 105% dell' ammontare complessivo\ndi quella applicato per l' anno 1993 per le autovetture con\ncilindrata fino a CVF 23 e nella misura del 110% per quelle\ncon cilindrata superiore.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell' art.\n127, secondo comma, della Costituzione ed entra in vigore il\ngiorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti di ooservarla e di farla\nosservare come legge della Regione Campania.\n7 dicembre 1993"} | null |
campania | 1,993 | 44 | null | {'1': "1. Le tariffe delle tasse sulle concessioni regionali approvate\ncon decreto legislativo 22 giugno 1991, n. 230, sono\naumentate, ai sensi dell' articolo 4 comma 5 della Legge n. 158\ndel 12 giugno 1990 e dell' articolo 10 comma 1 del DL 11\nluglio 1992, n. 333, convertito con modificazioni nella legge 8\nagosto 1992, n. 359, nella misura prevista dalla tariffa allegata\nalla presente legge.", '2': '1. Le nuove tariffe hanno effetto dal 1o gennaio 1994.', '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, 2o comma, della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla\nosservare come legge della Regione Campania.\n7 dicembre 1993\nAllegato : 1\nNumero d' ordine 1; n. 15 Concessione per l' apertura e l' esercizio\ndi farmacie nei comuni con popolazione:\na) fino a 5.000 abitanti Tassa di rilascio 382.500 Tassa annuale\n90.000 //\nb) da 5.001 a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 1.144.000 Tassa\nannuale 270.000 //\nc) da 10.001 a 15.000 abitanti Tassa di rilascio 2.286.500 Tassa\nannuale 540.000 //\nd) da 15.001 a 40.000 abitanti Tassa di rilascio 3.656.500 Tassa\nannuale 862.000 //\ne) da 40.001 a 100.000 abitanti Tassa di rilascio 5.482.500 Tassaannuale 1.294.000 //\nf) da 100.001 a 200.000 abitanti Tassa di rilascio 7.311.500 Tassa\nannuale 1.724.000 //\ng) da 200.001 a 500.000 abitanti Tassa di rilascio 11.422.000 Tassa\nannuale 2.688.000 //\nh) superiore a 500.000 abitanti Tassa di rilascio 18.275.000 Tassa\nannuale 4.302.000 //\n( DPR 14 gennaio 1972, n. 4, art. 1, 2o comma, lettera m)\nNota: La tassa è riferita non soltanto alle concessioni per\nl' apertura e l' esercizio di nuove farmacie, ma anche alle\nconcessioni per l' esercizio di farmacie già istituite e\nconferite ad altri titolari.\nLa concessione per l' apertura e l' esercizio di una farmacia\nè valevole, ai sensi dell' articolo 119 del TU delle leggi\nsanitarie 27 luglio 1934, n. 1265, solo per la sede indicata\nnella concessione stessa e pertanto la tassa è dovuta,\nanche nel caso in cui venga concesso il trasferimento da\nuna sede ad un' altra dello stesso Comune. La tassa non\nè dovuta nel caso di trasferimento di farmacia entro i\nlimiti della stessa sede, ai sensi del secondo comma del\ncitato articolo 109 e dell' articolo 28 del regolamento\n30 settembre 1938 n. 1706.\nLa tassa di esercizio deve essere corrisposta anche dai\ntitolari di farmacie legittime e privilegiate.\nAnalogamente la tassa annuale è dovuta per l' autorizzazione\nalla gestione provvisoria delle farmacie di cui al\npenultimo comma dell' articolo 369 del suddeetto TU\nLa tassa è ridotta alla misura di un quarto di quella dovuta\ndal titolare della farmacia principale, quando si tratti di\nfarmacia succursale istituita ai sensi dell' articolo 116 del\ncitato TU\nNon è dovuta tassa di rilascio per le concessioni provvisorie\nemesse ai sensi del primo comma dell' articolo 129 del\ncitato TU nè nel caso previsto dal secondo comma\ndell' articolo 68 del regolamento 30 settembre 1938, nº\n1706; è dovuta bensì la tassa annuale di esercizio.\nSono esenti dal pagamento delle tasse sopra indicate le\nautorizzazioni rilasciate per la gestione di farmacie interne\n- esclusa qualsiasi facoltà di vendita al pubblico - da\nparte delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza\ne delle istituzioni ospedaliere dipendenti dal Servizio\nSanitario Nazionale (Legge 23 dicembre 1978, n. 833).\nSono esenti dal pagamento delle tasse sopra indicate le\nfarmacie rurali che godono dell' indennità di residenza.\nOltre alla tassa di concessione i titolari delle farmacie\nsono tenuti al pagamento di una tassa annuale di\nispezione regionale ai sensi dell' art. 128 del TU delle\nleggi sanitarie nella seguente misura:\n- nei comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti 68.000\n- nei comuni con popolazione da 10.001 a 40.000 abitanti 110.000\n- nei comuni con popolazione da 40.001 a 100.000 abitanti 220.000\n- nei comuni con popolazione da 100.001 a 200.000 abitanti 540.000\n- nei comuni con popolazione superiore a 200.000 abitanti 756.000\nI titolari di farmacie non rurali sono tenuti, inoltre, al\npagamento di un contributo annuo, ai sensi della legge 22novembre 1954, n. 1107, nella seguente misura:\n- nei comuni con popolazione da 5.000 a 10.000 abitanti 132.000\n- nei comuni con popolazione da 10.001 a 15.000 abitanti 164.000\n- nei comuni con popolazione da 15.001 a 40.000 abitanti 324.000\n- nei comuni con popolazione da 40.001 a 100.000 abitanti 648.000\n- nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti\n1.294.000\nLe tasse ed il contributo, calcolati in base alla popolazione\nresidente al 31 dicembre del penultimo anno si riferiscono,\nquale risulta dai dati pubblicati dall' ISTAT, vanno\ncorrisposti entro il 31 gennaio di ciascun anno.\nNumero d' ordine 2; n. 22, n. (10):\nAutorizzazione all' apertura ed all' esercizio di stabilimenti di\nproduzione o di mercio di acque minerali, naturali od\nartificiali (art. 199, io comma, del testo unico delle leggi\nsanitarie e successive modificazioni). Tassa di rilascio\n3.638.000 //\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera f)\nNota: l' autorizzazione è sempre necessaria anche se\nl' acqua venga posta in vendita alla fonte o nello stabilimento\ndi produzione (art. 4 del regolamento 28 settembre\n1919, n. 1924).\nQuando trattasi di più sorgenti tra loro diverse per\ncomposizione o per modo di utilizzazione, occorrono\ndistinte autorizzazioni di produzione, o di smercio (art. 5\ndel regolamento n. 1924 del 1919, citato).\nQualunque modificazione deve essere autorizzata con\nnuovo decreto da assoggettarsi a tassa.\nNumero d' ordine 3; n. 24, n. (11):\nAutorizzazione all' impianto ed esercizio di fabbriche di\nacque gassate o di bibite analcoliche\n(art. 30 del DPR 19 maggio 1958 n. 719).\nTassa di rilascio 1.820.000 //\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettere e) ed f)\nNumero d' ordine 4; n. 25, n. (12):\nAutorizzazione all' apertura e all' esercizio di:\n(artt. 194 e 196 del TU delle leggi sanitarie ed art. 25\ndel DPR 10 giugno 1955, n. 856).\na) stabilimenti termali - balneari, di cure idropiniche,\nidroterapiche, fisiche di ogni specie.\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera a)\nTassa di rilascio 3.638.000 Tassa annuale 1.092.000 //\nn. 25:\nb) gabinetti medici ed ambulatori in genere dove si applicano\nanche saltuariamente la radioterapia e la radiumterapia.\nDPR 14 gennaio 1972, n. 4, art. 1, 2o comma, lettera e)\nTassa di rilascio 3.633.000 Tassa annuale 1.574.000 //\nNota: Sono stabilimenti termali quelli in cui si utilizzano\na scopo terapeutico acque minerali e fanghi sia naturali\nche artificiali; i suddetti stabilimenti si dicono balneari se\nin essi i bagni costituiscono la cura fondamentale.\nE' soggetta alla tassa l' autorizzazione per ogni innovazione\no modificazione agli elementi essenziali degli ambulatorie gabinetti medici e per ogni cambiamento della\npersona del concessionario o del direttore tecnico.\nVanno soggetti alla stessa tassa i reparti dei complessi\nricettivi (alberghi, pensioni, ecc.) e dei comuni stabilimenti\nbalneari in cui si effettuano cure termali\nidroterapiche, fisiche ed affini (art. 18 regolamento 28\nsettembre 1919, n. 1926).\nAi sensi dell' art. 196 del TU delle Leggi sanitarie, i titolari\nautorizzati all' esercizio dei gabinetti medici ed i possessori\ndi apparecchi di radioterapia e di radiumterapia sono\ntenuti anche al pagamento della tassa annuale di ispezione\nnella seguente misura:\n1) apparecchi di tensione uguale o superiore a 100.000 volt\nTassa annuale 324.000 //\n2) apparecchi di tensione inferiore a 100.000 volt Tassa annuale\n143.000 //\nI possessori di due o più apparecchi di ciascuna delle\ncategorie 1) e 2) sono tenuti al pagamento dell' intera tassa\ndi ispezione per il primo e della metà della tassa per\nciascuno degli altri.\nAlla tassa di ispezione sono assoggettati i possessori\ndi apparecchi radiologici usati anche a scopo diverso\nda quello terapeutico.\nSono esonerati dal pagamento delle tasse di concessione\ne di ispezione gli ambulatori del SSN, gli enti che\nabbiano scopo di beneficenza e di assistenza sociale,\nnonchè gli enti pubblici di assistenza; gli istituti scientifici\nsoltanto per gli apparecchi di radioterapia e radiumterapia\nda essi utilizzati.\nLe tasse annuali di cui sopra devono essere corrisposte\nentro il 31 gennaio dell' anno cui si riferiscono.\nNumero d' ordine 5; n. 27:\nAutorizzazione per aprire o mantenere in esercizio ambulatori,\ncase o istituti di cura medico chirurgica o di assistenza ostetrica,\ngabinetti di analisi per il pubblico a scopo di accertamento\ndiagnostico, case e pensioni per gestanti (art. 193 del testo unico\ndelle leggi sanitarie e art. 23 del DPR 10 giugno 1955,\nn. 854);\n1) per le case o istituti di cura medico chirurgica o di assistenza\nostetrica, case o pensioni per gestanti:\n- se l' istituto ha non più di 50 posti letto Tassa di rilascio\n2.098.000 Tassa annuale 1.050.000 //\n- se l' istituto ha non più di 100 posti letto Tassa di rilascio\n4.830.000 Tassa annuale 2.419.500 //\n- se l' istituto ha più di 100 posti letto Tassa di rilascio\n12.094.500 Tassa annuale 6.048.000 //\n2) per gli ambulatori e per i gabinetti di analisi per il pubblico\nDPR 14 gennaio 1972, n. 4, art. 1, lettera c)\nTassa di rilascio 405.000 Tassa annuale 202.500 //\nNota: Sono ambulatori gli istituti aventi individualità e\norganizzazione propria ed autonoma e che, quindi, non\ncostituiscono lo studio privato o personale in cui il medico\nesercita la professione.\nEssi presentano le stesse caratteristiche delle case edistituti di cura che possono essere autorizzati anche a\nfavore di chi non sia medico purchè siano diretti da\nmedici. Sono ambulatori anche quelli ammessi a case ed\nistituti di cura medico - chirurgica, allorchè vi si erogano\nprestazioni sanitarie che non comportono ricovero o\ndegenza.\nConseguentemente non sono soggetti ad autorizzazione,\ne quindi al pagamento della tassa sopra distinta, i\ngabinetti personali e privati, in cui i medici generici e\nspecializzati esercitano la loro professione.\nSono case di cura, da distinguersi perciò dalle case di\nsalute, quelle ove vengono ricoverate le persone affette da\nmalattia in atto e perciò bisognevoli di speciali cure\nmediche e chirurgiche.\nPer esercizio di ambulatorio si intende anche il trasporto\ndi malati e feriti.\nGli ambulatori veterinari sono soggetti al pagamento\ndella tassa.\nSono esenti dal pagamento della tassa le strutture del\nServizio Sanitario Nazionale (L. 833/ 19789, degli enti che\nabbiano scopo di beneficienza e di assistenza sociale,\nnonchè degli enti pubblichi di assistenza.\nLe tasse annuali devono essere corrsposte entro il 31\ngennaio dell' anno cui si riferiscono.\nNumero d' ordine 6; n. 28:\na) Licenza per la pubblicità a mezzo della stampa e in qualsiasi\naltro modo, concernente ambulatorio o case o istituti di\ncura medico - chirurgia e di assistenza ostetrica, case o\npensioni per gestanti, stabilimenti termali e altri luoghi\nove si praticano cure idropiniche, idroterapiche e fisioterapiche\nsostituito dall' art. 7 della legge 1o maggio 1941,\nn. 422, art. 25 del DPR 10 giugno 1955, n. 854, e DPR\n14 gennaio 1972, n. 4, art. 1, 2o comma, lettera f) Tassa di rilascio\n84.000 Tassa annuale 84.000 //\nb) Licenza per la pubblicità a mezzo della stampa o in\nqualsiasi altro modo, concernente i mezzi per la prevenzione\ne la cura delle malattie, cure fisiche ed affini, (artº\n201, 1o comma del testo unico citato, sostituito dall' art. 7\ndella legge 1o maggio 1941, n. 422, e DPR 24 luglio 1977,\nn. 616, art. 27, lettera a) Tassa di rilascio 166.000 Tassa\nannuale 166.000 //\nNota: La tassa annuale deve essere pagata entro il 31\ngennaio dell' anno cui si riferisce.\nSono dovute tante tasse quanti sono i testi o manifesti\npubblicitari, anche se l' autorizzazione vince concessa\ncon un unico provvedimento.\nNumero d' ordine 7; n. 30:\nAutorizzazione igienico - sanitaria per l' apertura e vidimazione\nannuale dei seguenti pubblici esercizi (art. 231 del\nTU delle leggi sanitarie modificato dalla L. 16 giugno\n1939, n. 1112:\n1) Strutture ricettive alberghiere e altre strutture ricettive\na) alberghi con 5 stelle e lusso Tassa di rilascio 1.453.000Tassa annuale 1.453.000 //\nb) alberghi con 4 stelle Tassa di rilascio 807.000 Tassa annuale\n807.000 //\nc) alberghi con 3 stelle Tassa di rilascio 336.000 Tassa annuale\n336.000 //\nd) alberghi con 2 stelle Tassa di rilascio 243.000 Tassa annuale\n243.000 //\nc) alberghi con 1 stella nei comuni con popolazione:\nsuperiore a 500.000 abitanti Tassa di rilascio 202.000 Tassa\nannuale 202.000 //\nsuperiore a 100.000 abitanti Tassa di rilascio 135.000 Tassa\nannuale 135.000 //\nsuperiore a 50.000 abitanti Tassa di rilascio 109.000 Tassa\nannuale 109.000 //\nsuperiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 68.500 Tassa annuale\n68.500 //\nnon superiore a 10.000 abitanti Tassa di rilscaio 28.000 Tassa\nannuale 28.000 //\nf) affittacamere, alberghi diurni nei comuni con polazione:\nsuperiore a 500.000 abitanti Tassa di rilascio 96.500 Tassa annuale\n96.500 //\nsuperiore a 100.000 abitanti Tassa di rilascio 72.000 Tassa annuale\n72.000 //\nsuperiore a 50.000 abitanti Tassa di rilascio 38.000 Tassa annuale\n38.000 //\nsuperiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 25.000 Tassa annuale\n25.000 //\nnon superiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 15.000 Tassa\nannuale 15.000 //\n2) Esercizi per la somministrazione di alimenti\na) esercizi per la ristorazione di lusso Tassa di rilascio\n1.453.000 Tassa annuale 1.453.000 //\nb) esercizi per la ristorazione di 1a categoria Tassa di rilascio\n807.000 Tassa annuale 807.000 //\nc) esercizi per ristorazione di 2a categoria Tassa di rilascio\n336.000 Tassa annuale 336.000 //\nd) esercizi per la ristorazione di 3a categoria Tassa di rilascio\n243.000 Tassa annuale 243.000 //\ne) esercizi per la ristorazione di 4a categoria nei comuni con\npopolazione:\nsuperiore a 500.000 abitanti Tassa di rilascio 202.000 Tassa annuale\n202.000 //\nsuperiore a 100.000 abitanti Tassa di rilascio 135.000 Tassa annuale\n135.000 //\nsuperiore a 50.000 abitanti Tassa di rilascio 109.000 Tassa annuale\n109.000 //\nsuperiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 68.500 Tassa annuale\n68.500 //\nnon superiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 28.000 Tassa\nannuale 28.000 //\n3) Esercizi per la somministrazione di bevande\nnei comuni con popolazione:\nsuperiore a 500.000 abitanti Tassa di rilascio 163.000 Tassa annuale\n163.500 //\nsuperiore a 100.000 abitanti Tassa di rilascio 123.000 Tassa annuale123.000 //\nsuperiore a 50.000 abitanti Tassa di rilascio 63.000 Tassa annuale\n63.000 //\nsuperiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 42.000 Tassa annuale\n42.000 //\nnon superiore a 10.000 abitanti Tassa di rilascio 22.500 Tassa\nannuale 22.500 //\nDPR 14 gennaio 1972, n. 4, art. 1\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27.\nNota: Per le classificazioni degli alberghi valgono le\nnorme di cui alla legge 17 maggio 1983, n. 217.\nL' autorizzazione occorre per le dipendenze staccate\ndall' esercizio principale dell' albergo, costituendo queste,\nesercizi a sè stanti.\nPer la classificazione degli esercizi per la somministrazione\ndegli alimenti e delle bevande e per il rilascio delle relative\nlicenze, valgono le norme di cui al DM 22 luglio 1977\n( Gazz. Uff. N. 246 del 9/ 9/ 1977) nonchè dell' art. 32 del\nDM 375/ 1988.\nRientrano fra gli esercizi per la somministrazione di\nalimenti i ristoranti, le trattorie, le osterie con cucina, le\npizzerie, le tavole calde ed esercizi similiari.\nRientrano fra gli esercizi per la somministrazione di\nbevande i caffè - bar, gli spacci, le mescite e gli esercizi per\nla vendita di bevande analcoliche.\nSe le sopraindicate attività (alberghiera e di\nsomministrazione di alimenti e di bevande) sono esercitate\nunitariamente nello stesso edificio, dalla stessa\npersona fisica o giuridica e sono dirette esclusivamente\nagli utenti dell' attività principale, la relativa autorizzazione\nigienico - sanitaria è soggetta alla sola tassa di rilascio\ned annuale dovuta per l' attività principale; in mancanza\ndi alcuno dei predetti requisiti le autorizzazioni igienicosanitarie\nprescritte per ciascuna delle attività esercitate\nsono soggette alle tasse di rilascio ed annuali dovute per\nle singole attività .\nallorchè le tasse di rilascio ed annuali sono dovute in\nbase alla popolazione, va fatto riferimento alla popolazione\nresidente al 31 dicembre del penultimo anno cui\nesse si riferiscono, quale risulta dai dati pubblicati\ndall' ISTAT\nLa tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\ngennaio dell' anno cui si riferisce.\nnumero d' ordine 8; n. 32:\nAutorizzazione all' apertura all' esercizio di rivendite\ndi latte (art. 22 del regio decreto 9 maggio 1929,\nn. 994) Tassa di rilascio 36.000 Tassa annuale 20.000 //\nDPR 14 gennaio 1972, n. 4 art. 1, lettera a)\nNota: Sono esonerati dall' autorizzazione i caffè bar che\ndel latte si servono soltanto per preparare anche bevande il cui\nsmercio deve intendersi debitamente autorizzato dala\nlicenza necessaria per l' apertura e gestione dell' esercizio.\nLa tassa deve essere corrisposta ento il 31 gennaio\ndell' anno cui ri riferisce.Numero d' ordine 9; n. 34:\nAutorizzazione a produrre e mettere in commercio crema,\npanna montata e analoghi, yogurt e simili, latte in polvere\ne in blocchi, latte condensato e simili (art. 46 del regio\ndecreto 9 maggio 1929, n. 994) Tassa di rilascio 324.000 Tassa\nannuale 324.000 //\nDPR 14 gennaio 1972, n. 4, art. 1, lettera a).\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera e).\nNota: Non hanno l' obbligo di munirsi dell' autorizzazione\nsopora indicate le gelaterie, pasticcerie e simili che si\nservono dei derivati del latte come ingredienti sussidiari\nnella manipolazione dei prodotti al cui smercio attendono\ned i commercianti che non producono, ma che\nattendono soltanto alla vendita al pubblico del latte in\npolvere, in blocchi già preparati e confezionati.\nSono esonerati dal pagamento della tassa le rivendite di\nlatte ed i pubblici esercizi che producono panna montata\nper la vendita diretta al pubblico.\nLa tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\ngennaio dell' anno cui si riferisce.\nNumero d' ordine 10; n. 37, n. (17):\nAutorizzazione per la produzione e confezione a scopo\ndi vendita di estratti di origine animale o vegetale o di prodotti\naffini destinati alla preparazione di brodi o condimenti\n(art. 1 della legge 6 ottobre 1950, n. 836, art. 1 DPR\n30 maggio 1953, n. 567) Tassa di rilascio 3.638.000 //\nDPR 26 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera l).\nNota: La domanda diretta ad ottenere l' autorizzazione\nsopr aindicata deve essere rivolta alla Regione, distintamente\nper ogni singolo prodotto.\nNumero d' ordine 11; n. 37 bis, n. (18):\nAutorizzazione per la produzione a scopo di vendita, per\nla preparazione per conto terzi o per la distribuzione\nper consumo, degli integratori e degli integratori medicanti\nper mangimi (art. 6, della legge 8 marzo 1968, n. 399 Tassa di\nlascio 368.000 //\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera l)\nNumero d' ordine 12; n. 39, n. (19):\nAutorizzazione per l' impianto e la gestione di stazione\ne di fecondazione equina, pubblica e privata\n(art. 1 della legge 3 febbraio 1963, n. 127).\na) se trattasi di stazione di fecondazione di cavalli di pregio\nTassa di rilascio 1.137.000 //\nb) in tutti gli altri casi Tassa di rilascio 154.000 //\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera l) e art. 75.\nNumero d' ordine 13; n. 41, n. (20):\nAutorizzazione per le attività relative alla fecondazione\nartificiale degli animali, rilasciate:\na) per l' attivazione e l' esercizio di impianti destinati alla\nsuddetta fecondazione (art. 1 della legge 25 luglio 1952;n. 1009, integrato dall' art. 40 del DPR 10 giugno 1955,\nn. 854, e art. 7 del DPR 28 gennaio 1958, n. 1256 Tassa\ndi rilscaio 380.000 //\nb) per l' attivazione e l' esercizio dei sottocentri destinati\nalla suddetta fecondazione (art. 40 del DPR 10 giugno\n1955, n. 854, e art. 8 del DPR n. 1256 succitato). Tassa\ndi rilascio 191.000 //\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera e)\nNumero d' ordine 14; n. 224, n. (122):\nProvvedimento amministrativo che abilita all' esercizio\ndi un' arte ausiliaria delle professioni sanitarie (articoli 140,\n141, 142, 383, 384 e 385 del testo unico delle leggi sanitarie).\nDPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 27, lettera i).\nTassa di rilascio 47.000\nTITOLO II\nCACCIA E PESCA\n Numero d' ordine 15; n. 51:\n Licenza di appostamento fisso di caccia Tassa di rilascio 108.000\n Tassa annuale escluso residenti Area Parco //\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11 art. 1, lettera o).\n Legge 27 dicembre 1977, n. 968, art. 16.\n Nota: Gli appostamenti fissi di caccia debbono essere\n autorizzati ogni anno prima dell' uso, previo pagamento\n della sopraindicata tassa.\n Sono appostamenti fissi di caccia quelli che presentano le\n caratteristiche previste dalle vigenti leggi in materia e\n sono ritenuti tali anche quando siano sprovvisti degli\n appositi segnali perimetrali delimitanti la zona di rispetto.\n Numero d' ordine 16; n. 52:\n Concessione di costituzione di:\n 1) azienda faunistico - venatoria, per ogni ettaro o frazione di esso\n Tassa di rilascio 6.065 Tassa annuale 6.065 escluso residenti\n Area Parco //\n 2) centro privato di produzione di selvaggina Tassa di rilascio\n 539.000 Tassa annuale 539.000 escluso residenti Area parco //\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1, lettera o).\n Legge 27 dicembre 1977, n. 968, art. 6, lettera d) e 36\n Nota: Per le aziende faunistico - venatorie per ogni 100 lire\n di tassa è dovuta una soprattassa di L. 100, che dovrà \n essere versata contestualmente alla tassa.\n Le tasse debbono essere corrisposte entro il 31 gennaio\n dell' anno cui si riferiscono.\n La concessione ed il rinnovo sono disciplinati dalla legge 27\n dicembre 1977, n. 968, e dalle leggi regionali in materia.\n Le tasse di concessione previste per le aziende faunisticovenatorie\n sono ridotte alla misura di un ottavo per i\n territori montani o per quelli classificati tali ai sensi della\n legge 25 luglio 1952 n. 991, e successive modificazioni ed\n integrazioni.\n Numero d' ordine 17;\n 1) Abilitazione all' esercizio venatorio\n a) con fucile ad un colpo, con falchi e con arco\n Tassa di rilascio 73.000 Tassa annuale 73.000 escluso residenti\n Area Parco // b) con fucile a due colpi\n Tassa di rilascio 102.000 Tassa annuale escluso residenti Area\n Parco //\n c) con fucile a più di due colpi Tassa di rilascio 129.000\n Tassa annuale 129.000 escluso residenti Area Parco //\n d) permesso per la cattura di volatili con reti a norma\n dell' art. 18 della Legge 27 dicembre 1977, n. 968 Tassa di\n rilascio 449.000 Tassa annuale 449.000 escluso residenti Area\n Parco //\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1, lettera o).\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 99.\n Nota: il versamento della tassa annuale di concessione\n regionale deve essere effettuato in occasione del pagamento\n della tassa di rilascio o di rinnovo della concessione\n governtiva per la licenza di porto d' armi per uso di caccia\n ed ha la validità di un anno dalla data di rilascio della\n concessione governativa.\n Il versamento della tassa annuale di concessione regionale\n non è dovuto qualora non si eserciti la caccia durante l' anno.\n La ricevuta del versamento deve essere allegata al tesserino\n per l' esercizio venatorio.\n Per le difformi situazioni di scadenza eventualmente\n riscontrabili fra la data di versamento della tassa regionale\n e quella governativa, la validità del versamento della tassa\n regionale è procrastinata sino alla scadenza della tassa di\n concessione governativa.\n L' abilitazione all' esercizio venatorio si consegue soltanto\n dopo aver superato l' esame previsto dalla Legge 27\n dicembre 1977, n. 968.\n Numero d' ordine 18; n. 54:\n Licenza per la pesca nelle acque interne rilasciata ai termini\n dell' art. 3 del RDL 11 aprile 1938, n. 1183, e successive\n modificazioni:\n Tipo A: licenza per la pesca con tutti gli attrezzi Tassa di rilascio\n 61.000 Tassa annuale 61.000 escluso residenti Area parco //\n Tipo B: licenza per la pesca con canna con o senza mulinello,\n con uno o più ami, tirlindana, bilancia di lato non superiore\n a m. 1,50 Tassa di rilascio 31.000 Tassa annuale 31.000\n escluso residenti Area Parco //\n Tipo C: licenza per la pesca con canna, con uno o più \n ami, e con bilancia di lato non superiore a m. 1,50 Tassa\n di rilascio 19.000 Tassa annuale 19.000 escluso residenti Area\n Parco //\n Tipo D: licenza per gli stranieri per l' esercizio della pesca\n con canna, con o senza mulinello, con uno o più ami,\n Tassa di rilascio 16.500\n Nota: Le licenze di tipo A, B e C hanno validità di 6 anni\n dalla data di rilascio; quella del tipo D ha la validità di 3\n mesi.\n Ne caso di di smarrimento o distruzione della licenza non può \n rilasciarsi un duplicato del documento, bensì una nuova\n licenza con il pagamento della realtiva tassa e sopratassa.\n Alle tasse sopraindicate è agigunta la sopratassa annuale di\n L. 23.500 per le licenze di tipo A;\n L. 13.000 per le licenze di tipo B;\n L. 6.500 per le licenze di tipo C, da ripartire fra le\n amministrazioni provinciali, le associazioni dei pescatori\n sportivi, le associazioni regionali cooperative di categorie\n giuridicamente riconosciute, secondo criteri da stabilirsi\n con provvedimenti del Consiglio Regionale.\n Il versamento della tassa e della sopratassa annuale deve\n essere effettuato per ogni anno di validità della licenza\n successivo a quello di rilascio. Qualora durante un intero anno di validità della licenza non\n si eserciti la pesca, il tributo (tassa e sopratassa) non è dovuto.\n Numero d' ordine 19; n. 55, n. (28):\n Autorizzazione per la pesca nelle acque interne con apparecchi\n a generatore autonomo di energia elettrica aventi caratteristiche\n tali da garantire la conservazione del patrimonio\n ittico (art. 1 del DL 19 marzo 1948, n. 735\n Tassa di rilascio 18.000 Tassa annuale 18.000 //\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1, lettera p).\n Nota: la tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\n gennaio dell' anno cui si riferisce\n Numero d' ordine 20; n. 174:\n Autorizzazione agli scarichi di acque di rifiuto in acque\n pubbliche, o comunque con esse collegati, rilasciata agli\n insediamenti diversi da quelli abitativi (art. 15, 2o comma,\n e art. 9, ultimo comma, della legge 10 maggio 1976, n. 319).\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 100 Tassa di rilascio\n 324.000 Tassa annuale 164.000 //\n Nota: Per insediamenti abitativi si intendono anche quelli\n adibiti allo svolgimento di attività alberghiera, turistica,\n sportiva, ricreativa, scolastica e sanitaria.\n La tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\n gennaio dell' anno cui si riferisce.\n Numero d' ordine 21; n. 178\n Autorizzazione per eseguire lavori di acquicoltura, nei\n tratti di corsi o bacini pubblici di acqua dolce, privi o\n poveri di pesce di importanza economica a norma delle\n vigenti leggi. Tassa di rilascio 132.000 //\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1, lettera p)\nTitolo III\nTurismo e industria alberghiera\n Numero d' ordine n. 22; n. 89, n. (59):\n Autorizzazione rilasciata ai sensi dell' art. 2 della Legge\n 21 marzo 1958, n. 326, per l' apertura e l' esercizio di uno\n dei seguenti complessi ricettivi complementari a carattere\n turistico sociale:\n a) alberghi per la gioventù tassa di rilascio 68.000\n tassa annuale 68.000 //\n b) campeggi:\n- con quattro stelle tassa di rilascio 540.000\n tassa annuale 540.000 //\n- con tre stelle tassa di rilascio 324.000 tassa\n annuale 324.000 //\n- con due stelle nei comuni con popolazione:\n 1) superiore a 500.000 abitanti tassa di rilascio 280.000\n tassa annuale 280.000 //\n 2) superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 198.000\n tassa annuale 198.000 //\n 3) superiore a 50.000 abitanti tassa di rilascio 164.000\n tassa annuale 164.000 //\n 4) superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 90.000\n tassa annuale 90.000 //\n 5) non superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 36.000\n tassa annuale 36.000 //- con una stella nei comuni con popolazione:\n 1) superiore a 500.000 abitanti tassa di rilascio 164.000\n tassa annuale 164.000 //\n 2) superiore a 100.000 abitanti tassa di rilascio 122.000\n tassa annuale 122.000 //\n 3) superiore a 50.000 abitanti tassa di rilascio 68.000\n tassa annuale 68.000 //\n 4) superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 42.000\n tassa annuale 42.000 //\n 5) non superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 24.000\n tassa annuale 24.000 //\n c) villaggi turistici:\n- con quattro stelle tassa di rilascio 540.000\n tassa annuale 540.000 //\n- con tre stelle tassa di rilascio 324.000\n tassa annuale 324.000 //\n- con due stelle nei comuni con popolazione:\n 1) superiore a 500.000 abitanti tassa di rilascio 280.000\n tassa annuale 280.000 //\n 2) superiore a 100.000 abitanti tassa di rilascio 198.000\n annuale 198.000 //\n 3) superiore a 50.000 abitanti tassa di rilascio 164.000\n tassa annuale 164.000 //\n 4) superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 90.000\n tassa annuale 90.000 //\n 5) non superiore a 10.000 abitanti tassa di rilascio 36.000\n tassa annuale 36.000 //\n d) case per ferie tassa di rilascio 198.000 tassa annuale\n 198.000 //\n e) altri allestimenti in genere che non abbiano le\n caratteristiche volute dal RDL 18 gennaio 1937, n. 975,\n convertito nella Legge 30 dicembre 1937, n. 2651, e\n successive modificazioni tassa di rilascio 100.000\n tassa annuale 100.000 //\n f) autostelli tassa di rilascio 164.000\n tassa annuale 164.000 //\n- se funzionanti su autostrade tassa di rilascio 324.000\n tassa annuale 324.000 //\n 2) Autorizzazione rilasciata ai titolari o gestori di uno dei\n predetti complessi ricettivi complementari per la nomina\n di un proprio rappresentante (art. 6 della Legge 21 marzo\n 1958, n. 326) tassa di rilascio 36.000 tassa annuale 36.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 6, art. 1, lettera g)\n Nota: Se le autorizzazioni comprendono anche l' esercizio\n delle attività di vendita di bevande analcoliche o di\n ristorazione, sono dovute anche le tasse sulle concessioni\n regionali previste al n. 7, punti 2 e 3, della presente tariffa.\n Allorchè le tasse di rilascio ed annuali sono dovute in base\n alla popolaziobe, va fatto riferimento alla popolazione\n residente al 31 dicembre del punultimo anno cui esse di\n riferiscono, quale risulta dai dati pubblicati dall' ISTAT\n La tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\n gennaio dell' anno cui si riferisce.\n Numero d' ordine 23; n. 95, n. (64a):\n Licenza per aprire e condurre agenzie di viaggio nei\n comuni con popolazione:\n a) fino a 10.000 abitanti tassa di rilascio 198.000\n tassa annuale 100.000 //\n b) da 10.001 a 20.000 abitanti tassa di rilascio 388.000\n tassa annuale 198.000 //\n c) da 20.001 a 50.000 abitanti tassa di rilascio 778.000\n tassa annuale 388.000 //\n d) da 50.001 a 100.000 abitanti tassa di rilascio 1.164.000 tassa annuale 584.000 //\n e) da 100.001 a 500.000 abitanti tassa di rilascio 1.936.000\n tassa annuale 970.000 //\n f) superiore a 500.000 abitanti tassa di rilascio 3.226.000\n tassa annuale 1.614.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 6, art. 1, comma 2. lettera f)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, artt. 56 e 58, n. 2 Lº\n17- 5- 1983, n. 217, art. 9\n Nota: Il rilascio delle autorizzazioni a persone fisiche e\n giuridiche straniere è subordinato al nulla - osta dello\n Stato, sentita la Regione.\n Non hanno bisogno dell' autorizzazione e quindi non\n sono nemmeno tenute al pagamento della tassa le\n aziende che si occupano esclusivamente della vendita di\n biglietti delle ferrovie dello Stato.\n Oltre al pagamento della tassa di apertura, i titolari delle\n agenzie sono tenuti a presentare la cauzione di cui all' art. 14\n del RDL 23- 11- 1936, n. 2523, e dell' art. 9 della\n L. 217/ 83 nella misura fissata con legge regionale in relazione\n al tipo di attività per cui viene rilasciata l' autorizzazione.\n L' autorizzazione è valida anche per le succursali o filiali\n situate nella stessa o in altre località della regione.\n In tal caso gli interessati dovranno corrispondere la tassa\n regionale nella misura di cui alla lettera f).\n Le succursali o le filiali, anche con gestione non autonoma,\n delle agenzie aventi la sede principale in altra regione\n sono tenute a munirsi di distinta di licenza da rilasciarsi\n dalla regione, con conseguente pagamento della relativa\n tassa. In caso di due o più succursali e filiali si applicano\n le disposizioni di cui al comma precedente.\n L' autorizzazione regionale è subordinata al nulla osta\n della competente autorità di pubblica sicurezza, per\n quanto attiene all' accertamento del possesso dei requisiti\n di cui agli articoli 11 e 12 del testo unico approvato con\n regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive\n modificazioni (art. 9, comma 5, L. 217/ 83).\n La tassa di rilascio è dovuta per ogni variazione che comporti\n modifica alla titolarità dell' autorizzazione originaria.\n Le tasse di rilascio ed annuali sono dovute in base alla\n popolazione residente al 31 dicembre del penultimo anno\n cui si riferiscono, quale risulta dai dati pubblicati da ISTAT\n La tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\n gennaio dell' anno cui si riferisce.\nTitolo IV\nFiere e mercati\n Numero d' ordine 24; n. 119:\n Deliberazione relativa a fiere e mercati, giusta la legge\n 17 maggio 1966, n. 2933, nonchè l' art. 53, n. 11, del TU\n delle Leggi comunali e provinciali approvato con RD\n 3 marzo 1934, n. 383, e successive modifiche:\n a) per istituzione di fiere e mercati tassa di rilascio 110.000 //\n b) per cambiamento in modo permanente di fiere e mercati\n tassa di rilascio 56.000 //\n DPR 15 gennaio 1972 n. 7, art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, artt. 50 e 51\n Nota: la tassa è dovuta per ciascuna fiera e mercato cui\n si riferisce il cambiamento in modo permanente.Titolo V\nAgricoltura\n Numero d' ordine 25; n. 121:\n Licenza per l' esercizio della trebbiatura a macchina azionata\n a motore (art. 5 del DLgsLgt 3 luglio 1944, n. 152)\n- per ogni trebbiatrice o sgranatrice di qualunque tipo\n e qualunque sia la lunghezza del battitore tassa di rilascio\n 18.000 //\n DPR 15 gennaio 1972, n. 11, art. lettera c)\n DPR 161/ 1977, artt. 66 e segg.\n Nota: La licenza di trebbiatura ha valore soltanto per la\n macchina o le macchine trebbiatrici, per la specie di\n piante e per l' annata agraria.\n La licenza scade il 31 dicembre di ogni anno. Il rinnovo\n può essere richiesto entro il 30 aprile di ciascun anno.\n La sopraindicata tassa deve essere versata dagli aspiranti\n alla licenza per l' esercizio della trebbiatura a macchina\n all' atto in cui viene inoltrata la domanda per ottenere la\n licenza stessa o il visto di autorizzazione.\n Fra le macchine trebbiatrici debbono comprendersi sia\n le trebbiatrici propriamente dette, in uso per qualsiasi\n specie di pianta, sia per le altre macchine, quali sgranatoi\n che compiono le operazioni di separazione delle granelle\n dal resto delle parti di pianta da cui sono portate.\n SOno esentate dalla sopraindicata tassa le licenze rilasciate\n per le trebbiatrici di società cooperative e dei centri\n macchine degli enti di riforma fondiaria.\n Numero d' ordine 26 n. 130, n. (86):\n Autorizzazione per impiantare vivai di piante, stabilimenti\n orticoli e stabilimenti per la preparazione e\n selezione dei semi od esercitare il commercio di piante,\n parti di piante e semi (art. 1 della Legge 18 giugno 1931,\n n. 987, e art. 11 del RD 12 ottobre 1933, n. 1700)\n tassa di rilascio 144.000 //\n DPR 15- 1- 1972, n. 11, art. 1 lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 66, comma 1\n Numero d' ordine 27;\n Abilitazione alla ricerca ed alla raccolta di tartufi tassa\n di rilascio 360.000 tassa annuale 180.000 //\n (L. 16- 12- 1985, n. 752 art. 17)\n Nota: Il versamento della tassa di rilascio e di rinnovo ha\n validità annuale. La ricevuta del versamento deve essere\n conservata unitamente al tesserino di idoneità . Sono\n esentati dal pagamento della tassa di concessione i raccoglitori\n di tartufi sui fondi di loro proprietà o comunque da\n essi condotti, ed i raccoglitori che, consorziati, ai sensi\n dell' art. 4 della L. 752/ 85, esercitano la raccolta sui fondi di\n altri appartenenti al medesimo consorzio.\nTitolo VI\nAcque minerali e termali - Cave torbiere\n Numero d' ordine 28; n. 163, n. (99/ 1): Premesso per la ricerca di sorgenti di acque minerali e\n termali (art. 4 e 5 del regio decreto 20 luglio 1927, n. 1443\n modifiche di cui al decreto del Presidente della Repubblica\n 28 giugno 1955, n. 620, articoli 1 e 2 tassa di rilascio\n 324.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 2, art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 61\n Nota: Oltre alla tassa di concessione è dovuto il diritto\n proporzionale annuo previsto dalla vigente normativa\n in materia\n Numero d' ordine 29; n. 165, n. (101):\n Autorizzazione a trasferire il permesso di ricerca di sorgenti\n di acque minerali e termali, di cui sopra (art. 8 del RD\n 29 luglio 1927, n. 1443) tassa di rilascio 1.614.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 2 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 61\n NUmero d' ordine 30; n. 167; n. (103):\n Decreto che autorizza il trasferimento per atto tra vivi della\n concessione per la coltivazione di giacimenti di acque minerali\n e termali (art. 27 del regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443)\n tassa di rilascio 1.614.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 2 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 61\n Numero d' ordine 31; n. 168, n. (104):\n Autorizzazione per l' inscrizione di ipoteche sui giacimenti\n di acque minerali e termali e loro pertinenze (art. 22, comma\n 2, regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443) e sulle cave\n e torbiere e loro pertinenze (art. 45, comma 2 regio decreto\n 29 luglio 1927, n. 1443, sostituiti dall' art. 17 del decreto del\n Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 620) tassa\n di rilascio 164.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 2 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 61\n Numero d' ordine 32; n. 169:\n Concessione per la coltivazione di giacimenti di acque\n minerali e termali di cui agli artt. 14 e seguenti del regio\n decreto 29 luglio 1927, n. 1443, e art. 5 del decreto del\n Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 620 tassa di\n rilascio 3.226.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 2 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 61\n Nota: Oltre alla tassa di concessione è dovuto il diritto\n proporzionale annuo previsto dalla vigente normativa in materia\n Numero d' ordine 33; n. 170:\n Concessione per la coltivazione di cave e torbiere data\n dalla regione a favore di terzi, quando il proprietario non\n la intraprenda in proprio o non dia alla coltivazione\n medesima sufficiente sviluppo (art. 45, comma 2, del\n regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443, sostituito dal decreto\n del Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 620, art. 7)\n Tassa di rilascio 648.000 //\n Nota: Oltre alla tassa di concessione è dovuto il diritto\n proporzionale annuo previsto dalla vigente normativa in\n materia\nTitolo VIITrasporti, Navigazione e Porti lacuali\n Numero d' ordine 34; n. 152:\n Autorizzazione per introdursi nei fondi altrui allo scopo\n dello studio preliminare di un progetto di impianti di via\n funicolare aree privata - di interesse regionale - (art. 30\n del decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno\n 1955, n. 771) tassa di rilascio 68.000 //\n Numero d' ordine 35; n. 153:\n Concessione delle costruzione e dell' esercizio di vie funicolari\n aeree (funivie) - di interesse regionale - in servizio\n pubblico, per trasporto di persone e di cose (art. 20 del decreto\n del Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 771)\n a) se adibite al trasporto di cose tassa di rilascio 164.000\n tassa annuale 42.000\n b) se adibite al trasporto di persone:\n- con cabina di portata fino a 30 persone tassa di rilascio 648.000\n tassa annuale 162.000\n con cabina di portata oltre 30 persone tassa di rilascio 970.000\n tassa annuale 243.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84\n Nota: Le funivie adibite al trasporto promiscuo di persone\n (non oltre 15) e di cose, concesse esclusivamente per i\n servizi forestali ed agricoli, sono soggette alla sola tassa di\n cui alla lettera a).\n I titolari delle concessioni sono inoltre tenuti, ai sensi della\n legge 23 giugno 1927, n. 1110, al pagamento del contributo\n di sorveglianza nella seguente misura complessiva:\n 1) funivie bifuni (fino a m. 750):\n a) per costruzione 1.694.000 //\n b) per l' esercizio 845.000 //\n 2) funivie bifuni (oltre m. 750);\n a) per costruzione 2.257.000/ Km\n b) per l' esercizio 1.129.000/ Km\n 3) Funivie monofuni escluse le seggiovie (oltre m. 750):\n a) per costruzione 1.694.000\n b) per l' esercizio 845.000\n 4) Funivie monofuni escluse le seggiovie (oltre m. 750):\n a) per costruzione 2.257.000/ Km\n b) per l' esercizio 1.129.000/ Km\n La tassa annuale e il contributo di sorveglianza debbono\n essere corrisposti contestualmente entro il 31 gennaio\n dell' anno cui si riferiscono per mantenere in vigore la\n concessione.\n Numero d' ordine 36; n. 154:\n Licenza d' impianto di funicolari aree e teleferiche - di\n interesse regionale - destinate al trasporto di prodotti\n agrari, minerali e forestali e di qualsiasi altra industria\n (articoli 4 e 7, Io comma, del regio decreto 25 agosto 1908,\n n. 829, sostituiti dagli articoli 33 e 35 del decreto del\n Presidente della Repubblica 28 giugno 1955 n. 771)\n a) se rilasciata dal presidente della giunta provinciale\n tassa di rilascio 198.000 //\n b) se rilasciata dal sindaco tassa di rilascio 100.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84\n Numero d' ordine 37; n. 155:\n Licenza d' esercizio di funicolari aree e teleferiche\n- di interesse regionale-, rilasciata nel caso contemplato dal 3o comma dell' art. 14 del regio decreto 25 agosto 1908,\n n. 829, sostituito dall' art. 38 del decreto del Presidente\n della Repubblica 28 giugno 1955, n. 771 e cioè quando\n la funicolare interessi corsi d' acqua, strade, ferrovie ed\n altre opere pubbliche:\n a) se rilasciata dal presidente della giunta provinciale tassa di\n rilascio 198.000 tassa annuale 99.000 //\n b) se rilasciata dal sindaco tassa di rilascio 132.000 tassa\n annuale 66.000 //\n DPR 24 gennaio 1972, n. 5, art. 1 lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84\n Nota: La tassa è dovuta indipendentemente da quella per la\n licenza di impianti della teleferica o della funicolare aerea.\n La tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\n gennaio dell' anno cui si riferisce.\n Numero d' ordine 38; n. 156:\n Concessione di filovie - di interesse regionale - (art. 19\n del decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno\n 1955, n. 771):\n a) se emanata dal Presidente della Giunta regionale:\n 1) già di pertinenza del Ministro dei Trasporti tassa di\n rilascio 808.000 tassa annuale 202.000 //\n 2) già di pertinenza della Direzione Compartimentale o\n ufficio distaccato della Motorizzazione civile e dei trasporti\n in concessione tassa di rilascio 486.000 tassa annuale 122.000\n b) se emessa dal sindaco tassa di rilascio 324.000 tassa annuale\n 82.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5 art. 1 lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84\n Nota: I titolari delle concenssioni sono inoltre tenuti ai\n sensi della legge 28 settembre 1939, n. 1822, al pagamento\n del contributi di sorveglianza nella seguente misura\n complessiva:\n a) per la costruzione L. 56.000 per Km\n b) per l' esercizio L. 28.000 per Km\n La tassa annuale ed il contributi di sorveglianza devono\n essere corrisposti contestualmente entro il 31gennaio\n dell' anno cui si riferiscono.\n Numero d' ordine 39; n. 157:\n Concessione per l' impianto e l' esercizio pubblico di\n slittovie, sciovie e altri mezzi di trasporto terrestri a fune\n senza rotaia - di interesse regionale - (art. 26 del decreto\n del Presidente della Repubblica 28 giugno 1955. n. 771):\n a) se emessa dal Presidente della Giunta regionale tassa di\n rilascio 324.000 tassa annuale 82.000 //\n b) se emessa del Presidente della Giunta provinciale tassa\n di rilascio 198.000 tassa annuale 50.000 //\n c) se emessa dal sindaco tassa di rilascio 100.000 tassa\n annuale 26.000 //\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5 art. 1, lettera a)\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84\n Nota: Quando l' impianto abbia caratteri di stabilità perciò \n che si riferisce alle parti meccaniche, ai fabbricati e alla\n linea, la concessione ha la durata massima di anni dieci,\n salvo rinnovo.\n Negli altri casi la concession eha la durata di una stagione\n salvo rinnovo di stagione in stagione.\n I titolari delle concessioni sono tenuti, ai sensi del\n RDL 7 settembre 1938, n. 1696, al pagamento del contributo\n di sorveglianza nella seguente misura complessiva:\n a) seggiovie, slittovie, sciovie e simili\n 1) per la costruzione, per ciascun impianto 566.000 2) per l' esercizio, per ciascun impianti 283.000\n 1) Per la costruzione; per ciascun impianto 453.000\n 2) per l' esercizio per ciascun impianti 228.000\n La Tassa annuale ed il contributo di sorveglianza devono\n essere corrisposti contestualmente entro il 31 gennaio\n delll' anno cui si riferiscono.\n Numero d' ordine 40; n. 184, n. (110):\n Concessione per servizi pubblici - di interesse regionale -\ndi autotrasporto di merci, rilasciata ai sensi dell' art. 7 della\n legge 20 giugno 1935, n. 1349, sostituito dall' art. 60 del\n decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1955,\n n. 771, nonchè dall' art. 14 della legge 18 marzo 1968, nº\n413: Per ogni veicolo comprese le appendici, e per ogni\n rimorchio di qualsiasi tipo, cui si riferisce la concessione:\n a) portata sino a 35 ql. tassa di rilascio 100.000 tassa\n annuale 50.000\n b) portata oltre 35 ql tassa di rilascio 132.000 tassa annuale\n 66.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5 art. 1, lettera b)\n DPR 24 luglio 1977 n. 616, art. 84\n Nota: nel caso di passaggio di proprietà di un autoveicolo\n per il quale sia stata data la concessione per trasporto di\n merci, il nuovo proprietario per poter effettuare il trasporto\n di merci con detto autoveicolo deve richiedere ed\n ottenere altra apposita concessione con il relativo pagamento\n della tassa.\n La sopraindicata tassa è anche dovuta per i noleggio di\n automobili per trasporto di merci senza conducente.\n La tassa annuale deve essere corrisposta entro il 31\n gennaio dell' anno cui si riferisce.\n Numero d' ordine 41 n. 185, n. (111):\n Concessione tanto provvisoria che definitiva, di servizi\n pubblici automobilistici - di interesse regionale - per viaggiatori,\n bagagli e pacchi agricoli (autolinee) di qualunque\n natura e durata che si effettuino ad itinerario fisso, anche\n se abbiano carattere saltuario (articoli 1 e 2 della legge 28\n settembre 1939, n. 1822, e articoli 45 e 46 del decreto del\n Presidente della Repubblica 28 giugno 1955, n. 771);\n 1) autoservizi con frequenza giornaliera tassa di rilascio 760.000\n tassa annuale 380.000 (1)\n 2) autoservizi con frequenza non superiore a quattro\n giorni la settimana tassa di rilascio 458.000 tassa annuale\n 229.000 (1)\n 3) autoservizi con frequenza non superiore a due giorni\n per settimana tassa di rilascio 155.000 tassa annuale\n 77.5000 (1)\n 4) concessioni di servizio automobilistici di grand turismo\n a) autoservizi con frequenza giornaliera tassa di rilascio 458.000\n tassa annuale 299.000 (1) b) autoservizi con frequenza non\n superiore a quattro giorni per settimana tassa di rilascio 278.000\n tassa annuale 139.000 (1)\n c) autoservizi con frequenza non superiore a due giorni\n per settimana tassa di rilascio 94.000 tassa annuale\n 47.000 (1)\n 5) autoservizi a carattere esclusivamente operario e per\n studenti e per ciascun anno di durata della concessione tassa\n di rilascio 19.000\n 6) autoservizi concessi per brevi periodi di tempo, in occasione\n di particolari contigenze:\n per il primo giorno di validità tassa di rilascio 24.000\n per ogni giorno ulteriori di validità tassa di rilascio 10.000\n (1) La tassa annuale è dovuta soltanto per le concessi aventi durata superiore ad un anno.\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5, art. 1, 2o comma, lettera b).\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84.\n Nota: Per le concessioni, tanto provvisorie che definitive,\n autorizzanti l' esercizio di autolinee per periodi non superiori\n al semestre, la misura della tassa è ridotta a metà .\n Sono considerati autoservizi di gran turismo quelli che\n presentano le caratteristiche dell' art. 12 della legge 28\n settembre 1939, n. 1822.\n I concessionari sono, inoltre, tenuti ai sensi della legge\n 28 settembre 1939, n. 1822, al pagamento del contributo di\n sorveglianza nella seguente misura complessiva:\n 1) se di competenza regionale, per ogni giorno di effettivo\n servizio:\n a) dal 1 al 20 Km 270\n b) dal 20,01 a 40 Km 800\n c) da 40,01 a 60 Km. 1600\n d) da 60,01 a 80 Km 2700\n e) oltre 80 Km 4000\n 2) se di competenza comunale per ogni giorni di effettico\n servizio 500\n La Tassa annuale ed il contributo di sorveglianza devono\n essere corrisposti contestualmente entro il 31 gennaio\n dell' anno cui si riferiscono.\n Numero d' ordine 42; n. 186:\n Concessione per l' esercizio di servizi pubblici di linee di\n navigazione interna per trasporto di persone o di cose ai\n sensi dell' art. 225, 1o comma del codice della navigazione\n tassa di rilascio 198.000 tassa annuale 99.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5, art. 4\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 97.\n Nota: I concessionari sono inoltre tenuti, ai sensi del\n decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1949,\n n. 631, al pagamento del contributo di sorveglianza nella\n misura complessiva di L. 85.000 per Km.\n La tassa annuale ed il contributi di sorveglianza devono\n essere corrisposti contestualmente entro il 31 gennaio\n dell' anno cui si riferiscono.\n Numero d' ordine 43; n. 187:\n Concessione per l' esercizio di servizi pubblici di navigazione\n interna di rimorchio o di traino con mezzi meccanici,\n ai sensi dell' art. 225, secondo comma, del Codice\n della navigazione tassa di rilascio 132.000 tassa annuale 66.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5, art. 4\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 97.\n Nota. I concessionari sono inoltre tenuti, ai sensi del\n decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1949,\n n. 631, al pagamento del contributi di sorveglianza nella\n misura complessiva di L. 85.000 per Km.\n La tassa annuale ed il contributo di sorveglianza devono\n essere corrisposti contestualmente entro il 31 gennaio\n dell' anno cui si riferiscono.\n Numero d' ordine 44; n. 188:\n Autorizzazione per l' esercizio di servizi di navigazione\n interna di trasporto, di rimorchio o di traino, non compresi\n nei numeri precedenti ai sensi dell' art. 226 del Codice\n della navigazione tassa di rilascio 66.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5, articoli 4 e 5.\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 97.\n Numero d' ordine 45; n. 189: Autorizzazione al trasporto ed al rimorchio con navi o galleggianti,\n mediante annotazione apposta dall' ufficio di iscrizione\n sulla licenza di navigazione ai sensi dell' art. 227 del\n Codice della navigazione tassa di rilascio 132.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5, art. 4;\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 97\n Numero d' ordine 46; n. 197:\n Permesso rilasciato per trasporto, ai sensi dell' art. 34 del\n testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche approvato\n con decreto del Presidente della Repubblica 5 febbraio\n 1953, n. 39, per efettuare corse per trasporto\n viaggiatori fuori linea con autobus adibiti ai servizi pubblici\nal regolamento concessi od autorizzati aventi interesse\n regionale:\n per primo giorno di permesso tassa di rilascio 56.000\n per ogni giorno di ulteriori validità tassa di rilascio 36.000\n DPR 14 gennaio 1972, n. 5, art. 1, lettera b) ed art. 3,\n lettera c).\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 84.\n Nota: Il permesso non può avere una durata superiore ai\n 5 giorni.\nTitolo VIII\nArti e mestiori\n Numero d' ordine 47; n. 204, n. (117):\n Iscrizione in albi, ruoli ed elenchi per l' esercizio di arti e\n mestieri tassa di rilascio 55.500\n DPR 24 luglio 1977, n. 616, art. 63, lettera c)."} | null |
campania | 1,993 | 21 | null | {'1': "(Soggetti di controllo)\n1. Le funzioni di controllo sugli atti delle Province,\ndei Comuni e degli Enti locali, aventi sede in Campania,\nsono esercitate in conformità dell' art. 130 della Costituzione,\ndella Legge 8 giugno 1990, n. 142, e della presente\nLegge, a mezzo di un Organo della Regione costituito nei\nmodi stabiliti dalle leggi della Repubblica.\n2. Al medesimo Organo sono attribuite le funzioni di\ncontrollo sugli atti di altri Enti a tal fine stabiliti con legge\ndella Repubblica ovvero con legge regionale nell' ambito\ndelle materie di competenza della Regione.", '2': "(Organi di controllo)\n1. Al fine di consentire l' esercizio delle relative funzioni\nin forma decentrata, oltre al Consiglio Regionale\ndi Controllo con sede in Napoli, sono istituite Sezioni provinciali\ndecentrate con sede nei capoluoghi delle Province\ndi Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno.\n2. Il Comitato Regionale e le Sezioni provinciali esercitano\nle rispettive funzioni in modo autonomo.", '3': "(Competenza e composizione\ndel Comitato Regionale di Controllo)\n1. Il Comitato Regionale di Controllo, costituito in\nconformità a quanto previsto dall' art. 42 della Legge\n8- 6- 1990, n. 142, esercita l' attività di controllo sugli atti\nindicati nel capo XII della stessa legge:\na) della Città Metropolitana di Napoli;\nb) dei Consorzi a partecipazione provinciale. Ove delConsorzio facciano parte Province appartenenti a Regioni\ndiverse, il Comitato esercita il controllo solo se\nla sede dell' Amministrazione del Consorzio è in Campania.\n2. Le designazioni di cui ai numeri 1) e 2) del comma\n1 lett. a) dell' art. 42 della Legge 8- 6- 1990 n. 142, sono\neffettuate da tutti gli ordini e collegi professionali aventi\nsede nel territorio regionale.\n3. Le designazioni delle terne di cui al comma precedente\ndovranno avvenire entro trenta giorni dalla richiesta\ndel presidente della Giunta Regionale.", '4': "(Competenza e composizione delle Sezioni di Controllo)\n1. Le Sezioni provinciali del Comitato di Controllo costituite\nin conformità a quanto previsto dall' art. 42 della\nLegge 8- 6- 1990 n. 142, esercitano la loro attività di controllo\nsugli atti indicati nel capo XII della stessa legge:\na) dei Comuni;\nb) delle Unioni e dei Consorzi fra Comuni. Ove del\nConsorzio facciano parte Comuni appartenenti a Province\ndiverse, il controllo è esercitato dalla Sezione nella\ncui circoscrizione ha sede l' Amministrazione del Consorzio;\nc) delle Comunità Montane tra Comuni di una stessa\nprovincia. Ove la Comunità Montana comprenda Comuni\nappartenenti a più Province, il controllo è esercitato\ndalla Sezione istituita per la provincia nella cui circoscrizione\nha sede l' Amministrazione delle Comunità \nMontana;\nd) delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza.\nOve l' istituzione pubblica di assistenza e beneficenza\nsvolga la propria attività in due o più Comuni appartenenti\na province o Regioni diverse, il controllo è \nesercitato dalla Sezione istituita per la Provincia nella\ncui circoscrizione ha sede l' Amministrazione dell' istituzione\npubblica di assistenza e beneficenza;\ne) delle Aziende e dei Consorzi di Aziende in materia\ndi assunzione diretta di pubblici servizi da parte dei Comuni.\nOve del Consorzio facciano parte Aziende di Comuni\nappartenenti a Province diverse, il Controllo è esercitato\ndalla Sezione nella cui circoscrizione ha sede l' Amministrazione\ndel Consorzio.\n2. Le singole Sezioni hanno competenza limitatamente\nalla circoscrizione della provincia presso il cui capoluogo\nhanno sede.\n3. Le designazioni di cui ai numeri 1) e 2) del comma\n1 lettera a) dell' art. 42 della Legge 8- 6- 1990 n. 142, sono\neffettuate da tutti gli ordini e collegi professionali esistenti\nsul territorio di competenza di ciascuna Sezione.", '5': "(Elezione e nomina dei componenti i Comitati\ne le Sezioni di Controllo)\n1. Gli esperti di cui all' art. 42 della Legge 8- 6- 1990,\nn. 142 vengono eletti con la maggioranza qualificata dei\n3/ 5 dei consiglieri regionali.\n2. I componenti il Comitato Regionale di Controllo\ne le Sezioni decentrate sono nominati con decreto del Presidentedella Giunta Regionale.", '6': "(Inizio e durata in carica degli Organi di Controllo)\n1. La data di inizio dell' attività del Comitato Regionale\ndi Controllo e delle sue Sezioni è fissata dal presidente\ndella Giunta Regionale nel provvedimento di nomina\ndi detti organi non oltre il 15o giorno della sua costituzione.\n2. Il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni\nsono rinnovati integralmente a seguito di nuove elezioni\ndel Consiglio Regionale, nonchè quando si dimetta contemporaneamente\nla maggioranza dei rispettivi componenti.", '7': "(Incompatibilità ed ineleggibilità )\n1. Sono cause di incompatibilità o ineleggibilità a\ncomponente del Comitato Regionale di Controllo e delle\nSezioni decentrate quelle previste dall' art. 43 della Legge\n8- 6- 1990, n. 142.\n2. I componenti ed i dipendenti del Comitato e delle\nSezioni di Controllo non possono svolgere incarichi, anche\noccasionali, per conto degli Enti assoggettati al controllo\ndegli organi suddetti nè far parte di Commissioni\ngiudicatrici di concorsi istituite presso gli Enti medesimi\nfatte salve le eccezioni previste da leggi speciali\n3. Ai componenti del Comitato Regionale di Controllo\nsi applicano le disposizioni di cui agli artt. 2 e 4 della\nLegge 27- 12- 1985, n. 816 e dell' art. 1 della Legge 18- 1- 1992,\nn. 16.", '8': '(Elezione del Presidente e del Vice Presidente\ndel Comitato Regionale di Controllo\ne delle Sezioni di Controllo)\n1. Il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni,\ncome primo atto, eleggono a scrutinio segreto, con\ndistinta votazione e a maggioranza assoluta dei componenti,\nil Presidente ed un Vice Presidente tra i Componenti\neffettivi eletti dal Consiglio Regionale.\n2. Qualora dopo due votazioni nessun membro abbia\nottenuto la maggioranza assoluta dei voti è eletto Presidente\ne Vice Presidente chi ha riportato il maggior numero\ndei voti.\n3. A parità di voti risulta eletto il più anziano di età .\n4. Fino a quando non è eletto il Presidente, la Presidenza\nè assunta dal membro effettivo che ha riportato\nin occasione delle sue elezioni il maggior numero di voti.\n5. In caso di parità , presiede il più anziano di età tra\ni membri elettivi.', '9': "(Decadenza dei componenti ed incompatibilità )\n1. Il componente del Comitato Regionale di Controllo\no di una sua Sezione, che non interviene senza giustificato\nmotivo, a tre sedute consecutive del rispettivo consesso,\ndecade dall' ufficio.\n2. Le cause sopravvenute di ineleggibilità o incompatibilità ,\npreviste da legge della Repubblica, importano\negualmente decadenza.3. La causa di decadenza è contestata entro dieci giorni\ndal presidente del Comitato Regionale o della Sezione\nall' interessato, il quale ha facoltà di controdedurre\nnei dieci giorni successivi.\n4. La decadenza è pronunziata dal Presidente della\nGiunta Regionale, su proposta motivata dal Presidente\ndel Comitato Regionale o della Sezione e su conforme\ndeliberazione del Consiglio Regionale.\n5. La dichiarazione di decadenza dei membri, previsti\ndal comma 1 - lett. a) numeri 1 e 2 lett. b) dell' artº\n42 della Legge 8- 6- 1990 n. 142 è comunicata dal Presidente\ndella Giunta Regionale, per le sostituzioni di rispettiva\ncompetenza, ai componenti ordini professionali o al Commissario\ndi Governo.\n6. Qualora il componente incorra in ipotesi di inconpatibilità ,\nil Presidente del Comitato Regionale o della\nSezione gli chiede di optare entro il perentorio termine\ndi dieci giorni, trascorsi inutilmente i quali, si provvede\nin conformità a quanto stabilito nel quarto e quinto comma\ndel presente articolo.\n7. Qualora l' ipotesi di decadenza di cui al primo comma\ne di incompatibilità di cui al sesto comma riguardi\nla persona del Presidente del Comitato Regionale o della\nSezione, la contestazione o la richiesta di opzione viene\neffettuata dal Presidente della Giunta Regionale.", '10': "\n(Dimissioni dei componenti)\n1. Le dimissioni dei componenti, anche non elettivi,\ndel Comitato Regionale di Controllo e delle sue Sezioni\nsono presentate al Presidente del Collegio di appartenenza,\nche le trasmette immediatamente al Presidente della\nGiunta Regionale che, a sua volta, ne promuove la presa\nd' atto dell' organo competente alla nomina o designazione.", '11': "\n(Reintegrazione dell' organo di controllo)\n1. Quando, per qualunque motivo, uno dei componenti\ndel Comitato di Controllo o delle sue Sezioni\nabbia cessato di farne parte, si provvede a sostituirlo\nnei modi seguiti per la nomina entro il termine di quarantacinque\ngiorni.\n2. Chi subentra resta in carica fino alla scadenza del\nmandato del sostituito.", '12': "\n(Scioglimento)\n1. Il Comitato Regionale di Controllo e le Sezioni sono\nsciolti in caso di contestuali dimissioni della maggioranza\ndei componenti effettivi e supplenti o per altra accertata\ncausa che ne renda impossibile il funzionamento.\n2. Possono essere sciolti anche quando, nell' esercizio\ndelle loro funzioni, reiteratamente adottino provvedimenti\nin contrasto con leggi vigenti o incorrano in\nomissioni di atti dovuti.\n3. Le cause che possono determinare lo scioglimento\ndel Comitato Regionale o delle Sezioni devono essere contestate\ndal Presidente della Giunta regionale, previa deliberazionedella Giunta stessa o su proposta dell' Ufficio\ndi Presidenza del Consiglio Regionale, all' Organo di\ncontrollo, che può presentare controdeduzioni entro 15\ngiorni dalla ricezione della contestazione.\n4. Lo scioglimento è disposto con decreto del Presidente\ndella Giunta regionale su conforme deliberazione\ndel Consiglio Regionale che approva a maggioranza.\n5. In caso di scioglimento di una Sezione, la funzione\ndi controllo è esercitata dal Comitato Regionale di Controllo\nfino all' insediamento del nuovo Organo; se lo scioglimento\nriguarda il Comitato Regionale, le relative funzioni\nsono esercitate, per gli Enti a carattere regionale,\ndalla Sezione Provinciale avente sede nel Capoluogo della\nRegione e, per gli altri Enti, dalla Sezione Provinciale\nnel cui ambito l' Ente stesso ha sede legale.", '13': "\n(Segretario)\n1. Il Segretario del Comitato regionale di controllo\ne quelli delle Sezioni decentrate, sono nominati con decreto\ndel Presidente della Giunta Regionale con le modalità \ne le procedure di cui all' art. 5 della legge Regionale\n4 luglio 1991, n. 11.\n2. Il Segretario assiste alla sedute del Collegio, redige\ne sottoscrive unitamente al Presidente il processo verbale,\ne, anche con il relatore, le decisioni dell' organo; cura\nl' invio degli avvisi di convocazione e la ricezione degli\natti degli Enti Locali nonchè la comunicazione agli\nEnti medesimi delle decisioni del Comitato e le altre incombenze\ndi legge. Il processo verbale della seduta deve\nessere depositato in Segreteria entro tre giorni, dalla data\ndi svolgimento della stessa.\n3. In caso di assenza o impedimento del Segretario,\nnelle more della procedura per la sua sostituzione, ai sensi\ndell' ultimo comma dell' art. 5 della legge Regionale\n4 luglio 1991, n. 11; il Presidente del Comitato Regionale\ne Sezione decentrata, chiama a svolgere le funzioni di\nassistenza alle sedute del collegio, un funzionario della\nprima qualifica dirigenziale.\n4. Il Segretario, infine, dirige l' attività del Settore alla\nstregua delle direttive del Comitato Regionale e delle\nsue Sezioni.", '14': "\n(Calendario delle adunanze)\n1. Il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni\nstabiliscono il calendario delle proprie adunanze e si riuniscono\ndi norma almeno una volta la settimana in giorni\ned ora prestabiliti nella sede assegnata dalla Regione.\nDetto calendario viene pubblicato nel Bollettino Ufficiale\ndegli atti della Regione.\n2. Il Comitato Regionale e le sue Sezioni possono essere\nconvocati anche in giorni diversi da quelli prestabiliti,\nogni qualvolta il Presidente ne ravvisi la necessità ,\nmediante avviso anche telegrafico ai componenti almeno\nventiquattro ore prima dell' adunanza.\n3. L' ordine del giorno degli argomenti da trattare nelleadunanze previste nel calendario viene depositato in\nSegreteria almeno tre giorni prima di quello fissato per\nl' adunanza.\n4. Per le convocazioni di urgenza, gli argomenti relativi\ndevono essere portati a conoscenza dei componenti\ncon lo stesso mezzo usato per la convocazione della seduta\nstraordinaria.\n5. Il Comitato Regionale e le sue Sezioni non terranno\nadunanze dal 10 al 30 agosto e dal 15 dicembre al 10\ngennaio dell' anno successivo, salvo motivi di convocazione\nurgenti che avverranno secondo le modalità di cui\nai precedenti commi.", '15': "\n(Diritto alla visione degli atti)\n1. I componenti del Comitato Regionale di Controllo\ne delle sue Sezioni hanno diritto a prendere visione degli\natti da esaminare almeno tre giorni prima dell' adunanza.", '16': "\n(Adunanza del Comitato Regionale di Controllo\ne delle sue Sezioni)\n1. Le adunanze del Comitato Regionale di Controllo\ne delle sue Sezioni non sono pubbliche.\n2. Per la validità delle deliberazioni, si richiede l' intervento\ndi almeno tre componenti.\n3. Le decisioni sono adottate a maggioranza ed a voto\npalese. In caso di parità di voti validamente espressi,\nescluse quindi eventuali astensioni, prevale il voto del\nPresidente.\nEsse sono sottoscritte dal presidente, dal relatore e\ndal Segretario.\n4. Alle adunanze del Comitato Regionale di Controllo\ne delle sue Sezioni partecipano anche i componenti\nsupplenti che possono relazionare, ma senza diritto di\nvoto salvo in caso in cui sostituiscono i membri effettivi.\nNella sostituzione dei componenti effettivi eletti dal Consiglio\nRegionale viene osservato il criterio della alternanza.\n5. All' inizio dell' adunanza viene eletto ed approvato\nil processo verbale dell' adunanza precedente.", '17': "\n(Funzioni del Presidente e del Vice Presidente)\n1. Il Presidente rappresenta il Comitato Regionale o\nla Sezione che convoca e presiede, distribuisce il lavoro\ntra i componenti e regola l' attività collegiale.\n2. Il Presidente sovrintende, inoltre, agli Uffici, regolandone\nl' attività .\n3. Il Presidente del Comitato Regionale, d' intesa con\ni Presidenti delle Sezioni decentrate, convoca periodiche\nconferenze dei componenti effettivi e supplenti di tutti\ngli organi di Controllo al fine di coordinare la loro attività \nistituzionale sulla base degli indirizzi fissati dal Consiglio\nRegionale e nel rispetto della piena autonomia degli\nEnti Locali.\n4. Il Vice Presidente sostituisce il Presidente in caso\ndi sua assenza od impedimento.", '18': '(Udienza ad amministratori locali)\n1. Il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni\nhanno facoltà di convocare i rappresentanti delle Amministrazioni\ninteressate, al fine di ottenere chiarimenti\nsu atti sottoposti al loro esame.\n2. I predetti consessi sentono altresì i rappresentanti\ndelle Amministrazioni interessate, nonchè i Consiglieri\nregionali, qualora ne facciano richiesta, per gli stessi motivi.\nI suddetti rappresentanti hanno facoltà di chiedere\nche vengano inserite a verbale le loro osservazioni.', '19': "\n(Attività di controllo)\n1. Il Comitato regionale di Controllo e le sue Sezioni\nesercitano le rispettive funzioni in modo autonomo, nell'\nambito degli indirizzi emanati dai competenti Organi\ndella Regione.\n2. Il Consiglio Regionale esprime gli indirizzi per l' esercizio\ndel controllo. A tal fine l' Assessore preposto agli\nEnti locali, d' intesa con la Commissione consiliare competente:\na) - promuove e convoca semestralmente riunioni plenarie di\ntutti i componenti il Consiglio Regionale e le Sezioni\ndecentrate;\nb) - promuove e convoca riunioni semestrali dei presidenti\ndel Comitato Regionale di Controllo e delle Sezioni\ndecentrate.", '20': "\n(Controllo di legittimità )\n1. Il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni\nesercitano, secondo le rispettive competenze, il controllo\ndi legittimità , relativamente agli Enti indicati nell' artº\n1 della presente legge, sugli atti e nei termini di cui all'\nart. 45 della Legge 8- 6- 1990, n. 142 e con le modalità previste\ndal successivo art. 46 della medesima legge.", '21': "\n(Controllo sostitutivo)\n1. Qualora l' Ente soggetto a controllo ometta o ritardi\nun atto obbligatorio, l' Organo di controllo diffida l' Ente\na compierlo entro il termine minimo di trenta giorni,\nsalvo che la legge non ne preveda uno diverso e salvo deroga\nmotivata per i casi di urgenza, scaduto il quale nomina\nun Commissario per l' adozione dell' atto e fissa il\ntermine entro il quale il Commissario deve provvedere.\n2. Il Commissario deve essere scelto tra i funzionari\ndella Regione.\n3. Al termine del mandato, al predetto Commissario\nè corrisposto un compenso con onere a carico del bilancio\ndell' Ente, inadempiente, di L. 100.000= a seduta per\nun numero massimo di otto sedute, oltre l' indennità \ndi missione, ove prevista.", '22': "\n(Invio degli atti soggetti a controllo)\n1. Gli atti soggetti a controllo devono essere trasmessi\nalla Segreteria del Collegio competente entro dieci giorni\ndalla loro adozione, a pena di decadenza, ed in duplice\ncopia, unitamente ad un elenco descrittivo, anche induplice esemplare, degli atti trasmessi.\n2. La Segreteria del Collegio provvederà ad apporre\nsulle due copie dell' elenco il timbro - data, restituendone\nuno all' Ente interessato, a titolo di ricezione degli\nstessi.\n3. Agli effetti dei termini previsti dall' art. 46 della Legge\n8 giugno 1990, n. 142, la decorrenza viene desunta dal\ntimbro sopra apposto.", '23': "\n(Relazione annuale)\n1. Il Comitato Regionale di Controllo e le sue Sezioni\ntrasmettono, entro il 31 gennaio di ogni anno, la relazione\nsull' attività svolta, al Consiglio Regionale ed alla Giunta\nregionale, tramite i rispettivi Presidenti. Nella relazione\ndevono essere indicati:\na) il numero delle sedute del Collegio;\nb) - il numero degli atti ricevuti suddivisi per categoria\ndi Enti controllati;\nc) - il numero degli atti soggetti a controllo non esaminati\ndal Collegio e divenuti esecutivi per decorrenza dei\ntermini di legge;\nd) - il numero dei provvedimenti di annullamento degli\natti con l' indicazione sintetica dei motivi;\ne) - il numero degli atti rinviati con richiesta di riesame\ne la indicazione di quanti siano stati integralmente\nriadottati;\nf) - il numero degli atti per i quali siano stati richiesti\nchiarimenti o elementi integrativi di giudizio;\ng) - il numero delle udienze effettuate con gli amministratori;\nh) - una valutazione sull' adeguatezza della sede, sulle\nattrezzature tecniche, sulla dotazione di personale e\nsulle eventuali prestazioni straordinarie effettuate\ndai dipendenti;\ni) - altri dati o elementi eventualmente richiesti dal Consiglio\nRegionale o dalla Giunta regionale.\n2. Le eventuali osservazioni della Giunta regionale\nsulle relazioni dell' organo di controllo devono essere trasmesse\ndirettamente al Consiglio Regionale.\n3. La Giunta Regionale e le Commissioni consiliari,\nnell' esercizio delle rispettive competenze in materia di\nprogrammazione, tengono conto dei dati e degli elementi\ninformativi in possesso degli organi di controllo per\nquanto riguarda i programmi operativi e di investimento\ndegli Enti locali, nonchè la gestione da parte degli stessi\ndei finanziamenti erogati dalla regione o, comunque,\nper suo tramite.", '24': '\n(Definitività dei provvedimenti di controllo)\n1. I provvedimenti degli Organi di Controllo, di cui\nalla presente legge, sono definitivi.', '25': "\n(Rappresentanza in giudizio)\n1. La rappresentanza in giudizio nei procedimenti giurisdizionali\naventi per oggetto le decisioni dell' Organo\ndi Controllo compete al Presidente della Giunta Regionale.2. Il Presidente dell' organo di Controllo trasmette all'\nAvvocatura regionale, l' atto introduttivo del giudizio\neventualmente ad esso notificato, in orginale, nonchè \ngli atti relativi a procedimenti impugnati unitamente ad\nuna dettagliata relazione con l' indicazione di eventuali\nelementi utili alla difesa della Regione, entro il termine\ndi otto giorni dalla notifica del ricorso o dalla richiesta\ndell' Avvocatura regionale. Quest' ultimo termine è ridotto\nalla metà nei casi in cui i ricorsi siano accompagnati da\nistanze cautelari.", '26': "\n(Copia e visione degli atti)\n1. Chiunque abbia interesse, può richiedere, a proprie\nspese, alla Segreteria del Collegio il rilascio di copia\ndei provvedimenti emessi dal Collegio stesso e, qualora\nne sia direttamente interessato, anche dei relativi\natti preparatori e del verbale delle adunanze.\n2. Il rilascio della copia deve avvenire entro cinque\ngiorni dalla presentazione della richiesta.\n3. I Consiglieri regionali hanno diritto ad ottenere notizie\ned informazioni utili all' espletamento del proprio\nmandato, nonchè il rilascio della copia degli atti in esenzione\ndi spese, in attuazione alla Legge 7 agosto 1990,\nn. 241.", '27': '\n(Massimario)\n1. Viene istituito presso il Comitato Regionale di Controllo\nil massimario delle decisioni del Comitato regionale\ne delle Sezioni decentrate.\n2. A tal fine le Sezioni decentrate trasmettono al Comitato\nRegionale, entro quindici giorni dalla loro adozione,\nle decisioni adottate.\n3. Le decisioni del Comitato Regionale e quelle delle\nSezioni decentrate, opportunamente elaborate, sono pubblicate\nmensilmente tramite la Giunta Regionale.\n4. Non costituiscono materia di massimario le decisioni\ninterlocutorie ed il visto senza il rilievo.', '28': "\n(Modalità di carica - Gettoni di presenza)\n1. Al Presidente del Comitato regionale ed a quelli delle\nSezioni decentrate è corrisposto un assegno mensile\ncorrispondente al 25% della indennità spettante ai consiglieri\nregionali, di cui alla lettera a) dell' art. 1 della Legge\nRegionale 5 agosto 1972, n. 5 e successive modificazioni.\n2. A tutti gli altri componenti è corrisposto un gettone\ndi presenza, per ciascuna seduta, pari a L. 150.000 lorde,\nper due sedute settimanali.\n3. Al vice Presidente, per la sostituzione del Presidente\nper periodi superiori al mese, è corrisposta l' indennità \ndi cui al primo comma, con esclusione del gettone di\npresenza.\n4. Circa il rimborso delle spese di viaggio resta confermata\nla normativa di cui all' art. 3 della legge regionale\n1 febbraio 1980, n. 8.", '29': "(Economato)\n1. Le funzioni economali saranno esercitate presso\nil Comitato e le sue Sezioni da un funzionario da nominarsi\ncon le modalità e procedure di cui alla Legge Regionale\n4 luglio 1991, n. 11.\n2. Il predetto funzionario provvede alla manutenzione\nordinaria dei locali e cancelleria, previa autorizzazione\ndel presidente dell' organo al quale appartiene. Provvede\ninoltre alla liquidazione delle indennità e delle spese\ndi viaggio ai componenti del Comitato e delle sue Sezioni\nsulla base delle certificazioni del Segretario del Comitato\ne con l' obbligo della rendicontazione semestrale.\n3. La Giunta Regionale all' inizio di ciascun esercizio\nfinanziario impegna, con apposita deliberazione, l' intero\nstanziamento di spesa iscritto nel bilancio di previsione\nper la corresponsione delle indennità di cui al precedente\narticolo 28 e procede all' accreditamento dei fondi\na favore dei singoli economi.", '30': "\n(Competenza finanziaria)\n1. All' onere derivante dell' attuazione della presente\nlegge, si fa fronte, in termini di competenza e di cassa,\ncon il competente capitolo dello stato di previsione della\nSpesa per l' anno finanziario 1993.\n2. Agli oneri per gli anni successivi, si farà fronte con\ni corrispondenti stanziamenti di bilancio, la cui entità \nsarà determinata con le leggi di bilancio, utilizzando quota\nparte delle risorse assegnate alla Regione ai sensi dell'\nart. 8 della legge 16 maggio 1970, n. 281.", '31': '\n(Incompatibilità - Ineleggibilità - Revoca)\n1. Alle nomine di cui alla presente legge si applicano\nle norme di incompatibilità , ineleggibilità e di revoca previste\ndalla legge regionale 24 aprile 1980, n. 26, e successive\nmodificazioni.', '32': "\n(Disposizioni finali)\n1. Sono abrogate le precedenti leggi regionali:\n1. Sono abrogate le precedenti leggi regionali:\n- 24 marzo 1972, n. 4;\n1. Sono abrogate le precedenti leggi regionali:\nOMISSIS\n- 5 agosto 1972, n. 7;\n1. Sono abrogate le precedenti leggi regionali:\nOMISSIS\n- 13 agosto 1986, n. 23;\n1. Sono abrogate le precedenti leggi regionali:\nOMISSIS\n- 18 agosto 1986, n. 26.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e difarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 14 giugno 1993"} | null |
campania | 1,993 | 20 | null | {'1': "1. E' approvato in L. 17.259.757.485.301 lo stato di previsione\ndi competenza dell' Entrata della Regione per l' anno\nfinanziario 1993 come da tabella << A >> annessa alla presente\nLegge.\n2. E' autorizzato l' accertamento dei tributi delle entrate\nper l' anno finanziario 1993.\n3. E' approvato in L. 17.264.252.485.301 - ivi compresa\nla somma di L. 4.495.000.000 iscritta al capitolo 7012,\nai sensi dell' articolo 38 della Legge Regionale 20/ 78 - lo\nstato di previsione di competenza della Spesa della Regione\nper l' anno finanziario 1993, come da tabella << B >>\nannessa alla presente legge,\n4. E' autorizzata l' assunzione di impegni di spesa entro\ni limiti degli stanziamenti dello stato di previsione\ndi cui al comma precedente.\n5. Sono altresì approvati: il quadro generale riassuntivo\ndi cui al 1o comma dell' articolo 24 della Legge Regionale\n27 luglio 1978, n. 20, i prospetti e gli elenchi indicati\nal 2o comma del richiamato articolo 24 della Legge\nRegionale 27 luglio 1978, n. 20, allegati alla presente\nlegge.", '2': "1. E' approvato in L. 20.631.632.831.995 lo stato di previsione\ndi Cassa dell' Entrata della regione per l' anno finanziario\n1993 come da tabella << A >> annessa alla presente\nLegge.\n2. Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, la riscossione\ned il versamento nella Cassa della Regione delle\nimposte delle tasse e di ogni altra entrata spettante\nnell' anno finanziario 1993.3. E' approvato in L. 20.631.632.831.995 lo stato di previsione\ndi Cassa della Spesa della Regione per l' anno finanziario\n1993 come da tabella << B >> annessa alla presente\nlegge.\n4. E' autorizzato il pagamento delle spese della regione\nper l' anno finanziario 1993 entro i limiti degli stanziamenti\ndello stato di previsione di cui al comma precedente.\n5. E' autorizzata l' iscrizione nel bilancio di Cassa di\nun fondo di riserva di L. 433.730.303.095 da utilizzare secondo\nle modalità prescritte dall' articolo 28 della legge\nregionale 27 luglio 1978, n. 20.\n6. E' approvato in L. 7.246.951.513.802 l' ammontare\npresunto dei residui attivi per l' anno finanziario 1993.\n7. E' approvato in L. 4.475.845.151.665 l' ammontare\npresunto dei residui passivi per l' anno finanziario 1993.", '3': "1. E' approvato in L. 39.657.116.441.133 il quadro di\nprevisione dell' Entrata del bilancio pluriennale\n1993- 1995 come da quadro B) annesso alla presente legge.\n3. E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio\npluriennale 1993- 1995 come da quadro C) annesso\nalla presente legge.", '4': "1. Il termine indicato al primo comma dell' articolo\n80 della legge regionale 2 agosto 1982, n. 42 è prorogato\nal 31 dicembre 1993.\n2. I fondi assegnati alla Regione ai sensi dell' articolo\n6 della legge 8 novembre 1986, n. 752 e successive proroghe,\nsono utilizzati per le finalità specificate nei singoli\nprovvedimenti amministrativi di assegnazione, con\nle modalità e le procedure di cui alla legge regionale 28\nfebbraio 1987, n. 13.", '5': "1. E' autorizzata l' iscrizione nello stato di previsione\ndella Entrata 1993 della somma di Lº\n200.000.000.000 quale quota parte dell' avanzo di amministrazione\nderivante da residui colpiti da perenzione\namministrativa.", '6': "1. Lo stanziamento del capitolo 4808 dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1993 per gli interventi\nintegrativi da destinare agli EDISU, nelle more\ndella loro istituzione, è attribuito alle singole Opere\nUniversitarie, secondo gli importi rivenienti dalle rispettive\nUniversità o Istituti di istruzione universitaria risultanti\nal Settore Finanze e Tributi.", '7': "1. In attuazione del primo comma dell' articolo 28 della\nlegge regionale 11 aprile 1985, n. 23 la Regione concede\ncontributi una tantum in concorso sul pagamento\ndegli interessi preammortamento e di ammortamento\nsui mutui agrari di durata fino a 14 anni da concedere\na tasso agevolato ai Consorzi di Bonifica per il ripiano\ndi situazioni debitorie accertate al 30 ottobre 1984\ne non estinte alla data di presentazione della domanda,nonchè per il ripartimento dei mutui stipulati successivamente\na tale termine, semprechè gli stessi siano stati\ncontratti per la estinzione di situazioni debitorie accertate\nalla predetta data del 30 ottobre 1984.\n2. Il tasso agevolato è commisurato ad un terzo del\ntasso di riferimento fissato per le operazioni di credito\nagrario di miglioramento vigente al momento della stipula\ndel mutuo.", '8': "1. Per le finalità della Legge Regionale 23 gennaio\n1984, n. 4 è autorizzata la spesa di L. 12.000.000.000 iscritta\nal capitolo 2352 dello stato di previsione della spesa\nper l' esercizio finanziario 1993.", '9': "1. Sono conservati nel conto dei residui di stanziamento\ndell' esercizio finanziario 1993 gli importi di Lº\n5.000.000.000, e di L. 2.000.0900.000 appostati nello stato\ndi previsione della spesa del bilancio per l' anno finanziario\n1992, approvato con legge regionale n. 3 del 16- 6- 92,\nrispettivamente ai capitoli 700 e 704.", '10': "\n1. E' autorizzata la spesa iscritta ai seguenti capitoli:\n252, 1144, 1200, 1202, 1204, 1248, 1250, 2142, 4052, 4058,\n4060, 4132, 4134, 4136, 4406, 5108, 5108, 5134, 5300, 5302, 7618,\n7806, 7820, 8102.", '11': "\n1. La disposizione contenuta nell' articolo 9 della legge\nregionale 16 giugno 1992, n. 3, va intesa nel senso che\nla Regione concorre nella spesa di ammortamento dei\nmutui, con una rata annua costante al tasso del\n5% per interessi e quota capitale.", '12': "\n1. La Giunta Regionale è autorizzata a stipulare con\nistituti di credito autorizzati il mutuo decennale di cui\nal capitolo 5004 della entrata con tasso variabile non superiore\na quello fissato semestralmente dal Ministero del\nTesoro per i mutui degli Enti Locali, con applicazione\ndel Decreto del Ministero del Tesoro 25 marzo 1991.\n2. La Giunta Regionale nei limiti della quota che cede\na carico del Bilancio della Regione Campania ai sensi\ndell' art. 20, comma I della legge 11 marzo 1988, n. 67,\nè autorizzata a stipulare con la Cassa Depositi e Prestiti\ni mutui quindicennali secondo le condizioni, le modalità \ne le procedure praticate dalla stessa Cassa Depositi\ne Prestiti.", '13': "\n1. Lo stanziamento del capitolo 126 dello Stato di\nprevisione della Spesa è finalizzato al pagamento dei\nresidui passivi colpiti da perenzione amministrativa e\nreclamati dai creditori con la procedura di cui all' articolo\n72, ultimo comma della legge regionale 27 luglio\n1978, n. 20.", '14': '\n1. La erogazione dei contributi agli enti indicati nei\ncapitoli di Spesa n. 808, 860, 5110, 5112, 5116, 5118, 5130,5134, 5136, 5138, 5140, 5144, 7622, 7624, è disposta a presentazione\ndei rendiconti dei finanziamenti assegnati ne.\ngli esercizi finanziari precedenti.', '15': '\n1. Le somme reiscritte ai capitoli di spesa 7012, 7058,\n7160, 7196, 7198, 7200 e 7204 sono utilizzate per il parziale\nripiano della spesa sanitaria riferita agli anni di assegnazione\ndelle rispettive risorse finanziarie.', '16': "\n1. E' autorizzata per l' anno 1993 la spesa di Lº\n2.000.000.000 iscritta al capitolo 7830 dello stato di previsione\ndella spesa per interventi socio - assistenziali a favore\ndi soggetti che hanno subito trapianti di organo.\n2. Con deliberazione di Giunta Regionale su conforme\nparere della Commissione Consiliare sono stabiliti\ni criteri per la erogazione degli interventi.", '17': "\n1. E' autorizzato per l' esercizio finanziario 1993 l' utilizzo\ndi quota parte dello stanziamento inscritto ai Capp.\n30, 50, 58, 60, 78 per pagamenti non effettuati entro il\n31 dicembre 1992.", '18': "\n1. Fino all' approvazione del Piano Regionale Trasporti,\ni contributo di esercizio sono da erogarsi per effetto\ndella legge 151/ 81 nei limiti dei trasferimenti del Fondo\nNazionale dei trasporti confluito nel Fondo Comune ex\nart. 8 della legge 281 del 16 maggio 1970.\n2. Il deficit aziendale residuale cade a carico dell' Ente\nproprietario.\n3. E' fatto divieto di concedere nuove percorrenze di\nautoservizi di linea che comportino aumenti di contribuzione\nregionale, fatti salvi i casi di riconoscimento di\neffettive situazioni conseguenti a piani di recupero che\ncomunque non implichino aumento di personale dipendente\ne non comportino maggiori oneri a carico del bilancio\nregionale.\n4. Le percorenze effettive, che comunque non possono\nsuperare quelle concesse, devono essere certificate\na consuntivo annuale con dichiarazione sostitutiva\ndi atto di notorietà del legale rappresentante dell'\nazienda.\nnon sono ammesse a contribuzione regionale le percorrenze\nsvolte con le corse << bis >>.\n5. Sono revocate, senza procedere all' intimazione di\nalcuna diffida formale, le percorrenze che risultano non\nesercitate in sede di accertamento effettuati da parte dei\ncompetenti Settori regionali.\n6. Sono revocate, senza formale atto di diffida, le concessioni\ndi quelle aziende a carico delle quali si riscontrasse\nil mancato rispetto dei diritti dei lavoratori.", '19': "\n1. Gli indirizzi, i criteri prioritari e selettivi per la redazione\ndel piano di interventi, di cui all' art. 3 della LR\n4 maggio 1987, n. 28, per l' anno 1992 sono quelle approvati\ndal Consiglio Regionale con deliberazione n. 147/ 17dell' 11 dicembre 1992.", '20': "\n1. Al punto 4) dell' art. 18 della Legge Regionale 10 febbraio\n1993, n. 10 le parole << di assestamento al bilancio\n1992 >> sono sostituite dalle parole << di bilancio 1993 >>.", '21': "\n1. La presente Legge è dichiarata urgente ai sensi e\nper gli effetti del 2o comma dell' articolo 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 7 giugno 1993\nAllegato : 1\nAVANZO DI AMMINISTRAZIONE\nA2 AVANZO DI AMMINISTRAZIONE al 31- 12- 91 4.339.060.343.562\nA3 AVANZO DI AMMINISTRAZIONE al 31- 12- 92 200.000.000.000\nA4 AVANZO AMMINISTRAZIONE LR 12/ 91 7.923.266.000\nTOTALE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE 4.546.983.609.562\nTITOLO 1 ENTRATE DA TRIBUTI PROPRI DELLA REGIONE\n30.709.786.917.339\nTITOLO 2 ENTRATE DERIVANTI DA CONTRIBUTI ED ASSEGNAZIONI STATALI\n2.076.263.356.417\nTITOLO 3 ENTRATE DERIVANTI DA RENDITE PATRIMONIALI\n691.733.309.910\nTITOLO 4 ENTRATE DERIVANTI DA ALIENAZIONI BENI PATRIMONIALI\n30.000.000\nTITOLO 5 ENTRATE DA MUTUI, PRESTITI ED ALTRE OPERAZIONI CREDITO\n1.143.379.247.905\nTITOLO 6 ENTRATE PER CONTABILITA' SPECIALI\n488.940.000.000\nTOTALE COMPLESSIVO ENTRATE 39.657.116.441.133\nREGIONE CAMPANIA - BILANCIO PLURIENNALE 1993- 1995 - QUADRO\nDRO DI PREVISIONE SPESA\nTITOLO 1 SPESE CORRENTI 32.549.757.466.203\nTITOLO 2 SPESE D' INVESTIMENTO 6.613.764.681.215\nTITOLO 3 SPESE PER RIMBORSO DI MUTUI E PRESTITI 9.549.293.715\nTITOLO 4 SPESE PER PARTITE DI GIRO 488.540.000.000\nTOTALE COMPLESSIVO SPESE 39.661.611.441.133\nCapitolo 7012: somma introitata e non attribuita nell' esercizio\ndi competenza, ai sensi dell' articolo 38 LR 20/ 78 per lire\n4.495.000.000"} | null |
campania | 1,993 | 7 | null | {'1': "1. In attesa del riordinamento dell' Ente Regionale\ndei Trasporti in Campania( ERT) diretto a rendere i\ncompiti e l' organizzazione meglio aderente ad una più \nintensa funzione di programmazione del Consiglio e della\nGiunta regionale, tutti i poteri spettanti al Presidente,\nal Consiglio di Amministrazione ed al Comitato Esecutivo\ndell' Ente, ai sensi della legge regionale 26 maggio\n1975, n. 41 sono esercitati per un periodo di mesi quattro\ndecorrenti dalla data di entrata in vigore della presente\nlegge, ad un Commissario Straordinario scelto tra\ni funzionari regionali, nominato dal Presidente della\nGiunta regionale con proprio decreto adottato su conforme\ndeliberazione della Giunta.", '2': "(Dichiarazione d' urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della\nRegione Campania.\nNapoli, 8 febbraio 1993"} | null |
campania | 1,993 | 6 | null | {'1': "1. In attesa del riordinamento dell' Ente Regionale\nper lo Sviluppo e la Valorizzazione dell' Artigianato\n( ERSVA), diretto a rendere i compiti e l' organizzazione\nmeglio aderente ad una più intensa funzione di programmazione\ndel Consiglio e della Giunta regionale, tutti\ni poteri spettanti al Presidente, al Consiglio di Amministrazione\ned al Comitato Esecutivo ai sensi delle leggi\nregionali 9 agosto 1974, n. 39 e 3 gennaio 1985, n. 1 sono\nesercitati per un periodo di mesi quattro decorrenti dalla\ndata di entrata in vigore della presente legge, da un\nCommissario Straordinario scelto tra i funzionari regionali,\nnominato dal Presidente della Giunta regionale con\nproprio decreto adottato su conforme deliberazione della\nGiunta", '2': "(Dichiarazione d' urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della\nRegione Campania.\nNapoli, 8 febbraio 1993"} | null |
campania | 1,993 | 15 | null | {'1': "Ai sensi dell' articolo 33 della legge regionale 27 luglio\n1978, n. 20, la Giunta regionale è autorizzata ad\nesercitare provvisoriamente fino a quando non sarà approvato\nper legge il bilancio della Regione per l' anno\nfinanziario 1993, e comunque non oltre il 30 aprile 1993\nil bilancio 1992, secondo gli stati di previsione e con\nle modalità di cui alla legge regionale 22 gennaio 1993,\nn. 2.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127, secondo comma, della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione, con effetto\ndal 1o marzo 1993.\nNapoli, 26 marzo 1993"} | null |
campania | 1,993 | 14 | null | {'1': "1. Agli oneri derivanti dall' attuazione dell' intervento\nprevisto dall' articolo 17 della Legge Regionale 30 dicembre\n1992, n. 15, si fa fronte con lo stanziamento di\ncui al Capitolo 7210 dello stato di previsione della spesa\nper l' esercizio finanziario 1993 che viene istituito con la\npresente legge con la seguente denominazione:\n<< Borse di studio per le scuole di specializzazione della\nFacoltà di Medicina e Chirurgia dell' Ateneo Federico II >>,\npreviamente dotato della somma di L. 5 miliardi mediante\nutilizzo, ai sensi dell' art. 30 della Legge Regionale 27\nluglio 1978, n. 20, dello stanziamento di cui al Cap. 1030\ndello stato di previsione della spesa per l' anno 1992, già \nprevisto dall' articolo 17 della legge regionale 30 dicembre\n1992, n. 15 che si riduce di pari importo.\n2. L' Università , nel rispetto della propria autonomia,\nassegna le borse di studio alle diverse specializzazioni\nin relazione alle necessità che il mercato di lavoro medesimo\nrichiede e sulla base delle esigenze sanitarie della\nRegione.\n3. L' Università è tenuta a presentare, a consuntivo,\napposito rendiconto sull' utilizzo dei predetti fondi.\n4. La Giunta Regionale eroga alla Facoltà di Medicina\ne Chirurgia dell' Ateneo Federico II di Napoli il succitato\nfinanziamento entro 30 giorni dalla data di approvazione\ndel bilancio di previsione dell' esercizio finanziario\n1993.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 26 marzo 1993"} | null |
campania | 1,993 | 36 | null | {'1': "Finalità \n1. La presente legge regionale disciplina la tutela degli\nanimali d' affezione, promuove la protezione degli animali,\nistituisce l' anagrafe canina.\n2. Agli effetti della presente legge si considerano animali\nd' affezione: cani, gatti e gli altri animali domestici.\n3. Altresì , la presente legge:\na) promuove l' educazione alla convivenza con gli animali\ned un uso degli stessi rispettoso delle leggi naturali,\nbiologiche, fisiche e psichiche di cui sono portatori, al fine\ndi realizzare sul territorio regionale un rapporto equilibrato\ntra le persone umane, gli animali e l' ambiente;\nb) disciplina il trasporto, la detenzione, la sterilizzazione,\nla prevenzione delle malattie proprie della specie e di quelle\ntrasmissibili alla specie umana e alle altre specie animali.\n4. All' attuazione della presente legge provvedono, nei\nrispettivi ambiti di competenza, la Regione, i Comuni e le\nUUSSLL con la collaborazione degli enti e delle\nassociazioni protezionistiche, zoofile e animalistiche.", '2': "Trattamento degli animali d' affezione\n1. E' vietato a chiunque sopprimere, seviziare e\nmaltrattare cani, gatti e gli altri animali d' affezione.\n2. La soppressione degli animali di cui al primo comma\npuò avvenire soltanto nei casi, con le modalità e dai soggetti\nprevisti dai comma 6 e 9 dell' articolo 2 della legge 14 agosto\n1991, n. 281.\n3. In ogni caso i medici veterinari che hanno effettuato\nla soppressione dell' animale ai sensi del comma precedente\nsono tenuti a certificare alla USL di appartenenza per\nterritorio i motivi diagnostici dell' abbattimento.4. E' vietato a chiunque abbandonare gli animali di cui\nè proprietario o detentori o comunque ospitati nella propria\nabitazione.\n5. E' vietato a chiunque cedere o vendere animali di\ncui al primo comma per la vivisezione o qualunque altro\naltro tipo di sperimentazione.\n6. Sono vietati spettacolo, gare, competizioni sportive,\nrappresentazioni di ogni genere, pubbliche e private che\nconsentano maltrattamenti e sevizie agli animali.\n7. Tra gli altri, sono considerati maltrattamenti fisici la\nviolenza di ogni tipo, occasionale o abitudinaria, fame, sete,\nsomministrazione di droghe, incrudelimenti nel campo del\nlavoro con fruste, pesi, finimenti, eccesso di fatica, impiego\nantifisiologico, sono considerati maltrattamenti genetici le\nselezioni genetiche e gli interventi su cromosomi per ottenere\nprestazioni o produzioni animali; sono considerati\nmaltrattamenti meccanici la costrizione in condizioni di\nallevamento che ne impediscono la deambulazione e lo sviluppo\ndelle ordinarie attività fisiche e l' alimentazione forzata.", '3': "Anagrafe canina\n1. E' istituita in ogni USL del territorio regionale\nl' anagrafe canina alla quale il proprietario o il detentore a\nqualsiasi titolo residente nella Regione Campania o ivi\ndimorante per in periodo di tempo superiore a 90 gg, deve\niscrivere il cane.\n2. L' iscrizione deve avvenire entro il termine di tre mesi\ndalla nascita o dall' acquisizione del possesso.\n3. Viene istituito presso l' anagrafe canina di ogni USL\nun apposti registro su cui vengono registrate generalità \ned indirizzo del proprietario o del detentore, codice\nassegnato all' animale e agli interventi di profilassi e di\npolizia veterinaria eseguiti sul cane.\n4. La USL rilascia al proprietario o al detentore del cane\nun documento che registra dati di cui al comma\nprecedente.\n5. Il cane iscritto all' anagrafe è contrassegnato da un\ntatuaggio indolore da apporre sulla parte interna della\ncoscia e dell' orecchio destro, a discrezione del veterinario\na seconda della razza di appartenenza del cane, recante un\nnumero progressivo e la sigla della USL.\n6. L' operazione di tatuaggio va fatta tra il sesto e l' ottavo\nmese di vita dell' animale.\n7. Il tatuaggio è eseguito a cura dei servizi veterinari\ndella USL o da veterinari liberi professionisti convenzionati\ncon le UUSSLL.\n8. Il proprietario o il detentore del cane è tenuto a\nsegnalare entro 15 giorni all' anagrafe canina la variazione\ndella propria residenza, il trasferimento della proprietà , lo\nsmarrimento o il decesso del cane.\n9. Nel caso di variazione della residenza del proprietario\no del detentore o di trasferimento della proprietà , il cane\ndeve essere reiscritto presso l' anagrafe della USL\ncompetente per territorio con il tatuaggio ad esso già \nattribuito.10. I dati concernenti i cani iscritti all' anagrafe devono\nessere comunicati a coloro che ne facciano richiesta.", '4': "Altri compiti della UUSSLL.\n1. Oltre alle normali funzioni di competenza e alla cura\ndell' anagrafe canina l' unità veterinari di ogni USL svolge,\nin attuazione della presente legge, i seguenti compiti:\n- predispone ed effettua vaccinazioni e controlli\nsanitari;\n- predispone ed effettua, con il consenso del\nproprietario o del detentore, interventi atti al controllo delle\nnascite delle popolazioni canine e feline, con mezzi chimici\ne chirurgici;\n- predispone ed effettua interventi finalizzati alla\nprofilassi delle malattie infettive e diffusive degli animali.\n2. Gli interventi di cui al comma precedente sono\neffettuati a titolo gratuito.", '5': "Rifugi municipalizzati per cani e ricoveri\n1. I canili municipali assumono la denominazione di\nrifugi municipali per cani.\n2. La Regione, d' intesa con province e comuni,\npromuove la costruzione di rifugi municipali per cani e la\nriqualificazione di quelli già esistenti.\n3. Presso ogni rifugio municipale per cani dovrà essere\noperante una unità veterinaria dipendente della USL\ncompetente per territorio preposta ad eventuali interventi\nsanitari su cani ospitati.\n4. I comuni concedono in comodato appositi terreni e\nstrutture destinati al ricovero permanente degli animali,\nagli enti ed alle associazioni protezionistiche, zoofile e\nanimalistiche iscritte all' albo regionale che ne facciano\nrichiesta.\n5. Agli animali ospitati nei rifugi municipali per cani e\nnei ricoveri privati sono assicurate condizioni di vita\nadeguate alla loro specie e non mortificanti.", '6': 'Guardia veterinaria\n1. Ogni rifugio municipale è dotato di un servizio\npermanente di guardia veterinaria, preposta ad interventi\nurgenti di vaccinazione, soppressione eutanasica o interventi\nchirurgici.', '7': "Controllo del randagismo\n1. I cani vaganti regolarmente tatuati, ritrovati ed\nospitati nei rifugi municipali per cani o nei ricoveri privati\ndevono essere restituiti al proprietario o al detentore che\nne abbia denunciato la scomparsa.\n2. I cani vaganti non tatuati che sono ritrovati dal\nservizio veterinario della USL competente per territorio\nsono ospitati negli appositi rifugi municipali per cani.\n3. I cani reclamati sono restituiti al proprietario o al\ndetentore che provvede a regolarizzare la posizione degli\nstessi secondo la presente legge.\n4. I cani non reclamati entro 15 gg possono essereceduti gratuitamente a privati che diano garanzia di buon\ntrattamento, ad enti o associazioni protezionistiche, zoofila\ne animaliste, previo trattamento profilattico contro la\nrabbia, l' ecchinococcosi ed altre malattie trasmissibili.\n5. I veterinari che nell' esercizio della loro attività \nprofessionale accertano che un cane è sprovvisto del\ntatuaggio devono darne comunicazione alla unità \nveterinaria della USL competente per territorio.", '8': "Protezione dei gatti in libertà \n1. I gatti che vivono in libertà sono tutelati dalla\nRegione.\n2. I gatti liberi devono essere sterilizzati in modo\nindolore dalla unità veterinaria della USL competente per\nterritorio e riammessi nel loro gruppo.\n3. Enti e associazioni iscritte all' albo regionale possono\navere in gestione le colonie feline che vivono in libertà \ncurandone la salute e le condizioni di sopravvivenza.", '9': 'Trasporto degli animali\n1. Il trasporto e la custodia degli animali, da chiunque\nsiano effettuati o per qualunque motivo, devono avvenire\nsenza sofferenza per gli stessi e in modo adeguato alla loro\nspecie.\n2. Sono considerate forme di sofferenza anche la\nprivazione di cibo e di acqua, la reclusione in ambienti\ntroppo ristretti, la scarsa ventilazione, la esposizione alle\nintemperie, la costrizione in ambienti non igienici.\n3. I mezzi di trasporto e gli imballaggi devono essere\ntali da consentire la ispezione e la cura degli animali\ntrasportati.\n4. Ad ogni trasporto di animali si applicano le disposizioni\ndi cui al Decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno\n1982, n. 624 emanato in attuazione della direttiva CEE\nn. 77/ 489 in materia di protezione degli animali.', '10': "\nEducazione e formazione\n1. La Regione promuove in collaborazione con le\nprovince, i comuni, le categorie e gli enti e le associazioni\ninteressate iniziative di informazione e di educazione al\nrispetto e alla protezione degli animali.\n2. Tali iniziative sono rivolte ai proprietari e ai detentori\ndi animali, ai giovani in età scolare e all' opinione pubblica\nin genere.\n3. La Regione diffonde, attraverso i mezzi di comunicazione\ndi massa, le nuove norme sancite dalla presente legge.\n4. La Regione istituisce o autorizza l' istituzione di corsi\ndi formazione professionale per personale ausiliario da\nutilizzare presso strutture veterinarie private.\n5. La Regione altresì istituisce, entro sei mesi dalla data\ndi entrata in vigore della presente legge, in collaborazione\ncon province, associazioni ed ordini professionali dei medici\nveterinari, nell' ambito del piano annuale di formazione\nprofessionale, corsi di formazione ed aggiornamento per\nguardie zoofile in materia di protezione degli animali, diriqualificazione del personale dei servizi veterinari delle\nunità sanitarie locali.", '11': "\nGuardie zoofile\n1. Per la vigilanza e l' osservazione delle disposizioni della\npresente legge possono essere utilizzate anche guardie\nzoofile volontari dei comuni in conformità all' articolo 5\ndel Decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1979.\n2. Le guardie zoofile sono nominate altresì dal\nPresidente della Giunta regionale su proposta degli enti e\ndelle associazioni protezionistiche zoofile e animaliste\niscritte all' albo regionale.\n3. Per lo svolgimento di tale attività gli enti e le\nassociazioni possono avvalersi anche di giovani iscritti nelle\nliste di leva a cui è stata riconosciuta la facoltà all' obiezione\ndi coscienza a servizio militare, ai sensi e per gli effetti\ndella legge 15/ 12/ 1972, n. 772 e successive modificazioni.\n4. Il servizio sostitutivo civile nell' attività zoofila dovrà \navvenire previa convenzione tra il Ministero per la Difesa e\ngli enti o associazioni indicati, secondo le norme del Decreto\ndel Presidente della Repubblica 28 novembre 1977. n. 1139.", '12': "\nIstituzione albo regionale delle associazioni\nper la protezione degli animali\n1. E' istituito presso la Presidenza della Giunta regionale\nl' albo delle associazioni per la protezione degli animali, cui\nhanno diritto di essere iscritte le associazioni per la\nprotezione degli animali costituite per atto pubblico\noperanti in Campania, che ne facciano richiesta.\n2. Ai fini dell' iscrizione all' albo le associazioni che\nfaranno richiesta dovranno presentare domanda scritta al\nPresidente della Giunta regionale corredata da copia\ndell' atto costitutivo e dello statuto da cui risultino le finalità \nprotezionistiche e l' assenza di scopo di lucro.\n3. La Regione può erogare alle associazioni iscritte\nall' albo regionale contributi annuali per progetti specifici\ndi tutela e protezione degli animali.\nCiascuna associazione dovrà presentare rendiconto\nsemestrale sullo stato di attuazione dei singoli progetti.", '13': "\nSanzioni amministrative\n1. Chiunque abbandoni cani, gatti, o qualsiasi altro\nanimale custodito nella propria abitazione è punito con la\nsanzione amministrativa del pagamento di una somma di\nlire duemilionicinquecentomila a lire cinquemilioni.\n2. Chiunque omette di iscrivere il proprio cane\nall' anagrafe è punito con la sanzione amministrativa del\npagamento di una somma di lire trecentomila.\n3. Chiunque avendo iscritto il cane all' anagrafe, omette\ndi sottoporlo al tatuaggio è punito con la sanzione\namministrativa del pagamento di una somma di lire\nduecentocinquantamila.\n4. Chiunque fa commercio di animali d' affezione a fine\ndi vivisezione o qualunque altro tipo di sperimentazione è \npunito con la sanzione amministrativa del pagamento diuna somma di lire settemilionicinquecentomila a lire\nquindicimilioni.\n5. Il medico veterinario che omette la certificazione\ndell' avvenuta soppressione dell' animale ai sensi del comma\n3 dell' art. 2, è punito con l' ammenda da L. 500.000 a\nL. 1.000.000.\n6. Gli importi delle sanzioni di cui al precedente comma\nsono riscossi dalle Unità Sanitarie Locali competenti per\nterritorio ed acquisiti i relativi bilanci con destinazione\nalle finalità della presente legge.", '14': "\nNorme transitorie\n1. In sede di prima applicazione i proprietari o detentori\ndi cani devono provvedere all' iscrizione dei propri cani\nall' anagrafe canina entro sei mesi dalla data di entrata in\nvigore della presente legge.", '15': '\nFinanziamenti\n1. All\' onere di lire 200 milioni derivanti dall\' attuazione\ndella presente legge per l\' anno finanziario 1993 si fa fronte\ncon lo stanziamento, in termini di competenza e di cassa,\ndi cui al Capitolo 7632, di nuova istituzione, dello stato di\nprevisione dalla spesa, con la denominazione " Tutela degli\nanimali di affezione e istituzione anagrafe canina", mediante\nprelievo dell\' occorrente somma dal Capitolo 1030 dello stato\ndi previsione della spesa che si riduce di pari importo.\n2. Agli oneri per gli anni successivi si provvederà con\nla legge di bilancio.', '16': '\nAbrogazione\n1. La legge regionale 27 aprile 1990, n. 23 è abrogata.', '17': '\nNorme di rinvio\n1. Per tutto quanto non previsto dalla presente legge, si\napplica la normativa statale vigente in materia.', '18': "\nDichiarazione d' urgenza\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell' art.\n127, secondo comma, della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 2 novembre 1993"} | null |
campania | 1,993 | 37 | null | {'1': "1. Il totale generale delle entrate dell' Ente Regionale di\nSviluppo Agricolo in Campania( ERSAC) per l' esercizio\nfinanziario 1993 è approvato in L. 71.677.000.000, in\ntermini di competenza ed in L. 114.399.623.895 in termini\ndi Cassa.\n2. Sono autorizzati l' accreditamento e la riscossione delle\nentrate risultanti dallo stato di previsione delle entrate per\nl' esercizio 1993 nel testo rettificato ed allegato alla presente\nlegge.", '2': "1. Il totale generale delle spese dell' Ente Regionale di\nSviluppo Agricolo in Campania( ERSAC) per l' esercizio\nfinanziario 1993 è approvato in L. 71.677.000.000, in termini\ndi competenza ed in L. 104.021.252.663; in termini di Cassa.\n2. E' autorizzata l' assunzione degli impegni di spesa\nentro il limite degli stanziamenti di competenza risultanti\ndallo stato di previsione della spesa per l' esercizio 1993\nnel testo rettificato ed allegato alla presente legge.", '3': "1. La presente legge regionale è dichiarata urgente, ai sensi\ne per gli efetti dell' art. 127 - secondo comma - della\nCostituzione e dall' art. 45 dello Statuto regionale ed entra in\nvigore il giorno successivo alla data della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 3 novembre 1993", '4': 'ERSAC\nEnte Regionale di Sviluppo Agricolo in Campania\n(Legge regionale 20 febbraio 1978 n. 8)\nBilancio di previsione\nesercizio\nRielaborazione\n1993'} | null |
campania | 1,993 | 41 | null | {'1': "1. La Regione Campania intende perseguire la finalità \ndi ridefinire l' assetto degli Enti Turistici Periferici in\nconseguenza degli effetti del referendum popolare che ha\nabrogato il Ministero del Turismo, Sport e Spettacolo e\ndeterminato l' ulteriore trasferimento di funzioni in materia\ndi turismo alle Regioni, giusta DL 4 agosto 1993, nº\n273.", '2': "1. In attesa dell' adozione di un disegno di legge di\nmodifica ed integrazione delle leggi regionali 25 agosto\n1987, nn. 37 e 38, concernenti rispettivamente la\nriorganizzazione delle strutture turistiche pubbliche e\nla delega di funzioni amministrative regionali, sono\nprorogate per mesi se le funzioni dei commissari liquidatori.\n2. L' assetto, i compiti e le funzioni delle aziende di\npromozione turistica istituite con la richiamata legge regionale\n25 agosto 1987, n. 37, saranno rideterminate in armonia\ncon le disposizioni in materia di turismo stabilite dalla\nLegge dell' 8 giugno 1990, n. 142, interessanti Comuni, Comunità \nMontane ed Amministrazioni provinciali nonchè \nsulla base delle ulteriori funzioni trasferite alle regioni per\neffetto della soppressione del Ministero del Turismo, Sport\ne Spettacolo.", '3': "1. I commissari liquidatori dei disciolti Enti Provinciali\nper il Turismo ed Aziende di Cura e Soggiorno e Turismo,\nnominati ai sensi dell' art. 27 della LR 25 agosto 1987, nº\n37, previa verifica della incompatibilità come da leggi regionali\ndel 4 luglio 1991, n. 11 e del 2 febbraio 1993, n. 4,\nsvolgeranno nelle more anche le funzioni di commissaristraordinari ai fini di consentire continuità nell' adempimento\ndelle funzioni già demandate a tali Enti dalle leggi dello\nStato e dalle leggi regionali in materia.\n2. Le dotazioni organiche nonchè il contingente del\npersonale determinato per singolo livello funzionale di\ninquadramento, degli Enti ed Aziende di cui al comma precedente,\nsono quelli risultanti dagli atti formali esecutivi\nalla data di messa in liquidazione degli Enti stessi.\n3. Sono fatti comunque salvi gli atti adottati in esecuzione\ndelle leggi regionali del 23 maggio 1984, n. 27, del\n16 novembre 1989, n. 23 e del 4 luglio 1991, n. 12.\n4. Le indennità di funzione del personale dirigente,\ncome determinate da atti formali esecutivi, resta consolidata\nalla data di messa in liquidazione degli Enti ed in ogni\ncaso non può essere superiore al coefficiente 0,8 per il\npersonale dirigente di II qualifica.", '4': "1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127, 2o comma, della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della regione Campania.\n7 dicembre 1993"} | null |
campania | 1,993 | 40 | null | {'1': 'All\' articolo 11 della legge regionale 14 giugno 1993 nº\n21, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente comma 1 bis:\n" Qualora il Consiglio Regionale non provveda alla sostituzione\nalmeno tre giorni prima del termine di cui al primo\ncomma, la relativa competenza è trasferita al Presidente\ndel Consiglio Regionale, il quale, su parere dell\' Ufficio\ndi Presidenza, se espresso, deve comunque provvedere entro\ntale termine".\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\n7 dicembre 1993'} | null |
campania | 1,993 | 31 | null | {'1': "1. In attesa che, con successivo atto legislativo, il\nConsiglio Regionale della Campania provvede al riordino\nstrutturale dell' Ente Regionale Trasporti in Campania\n( ERT) ovvero al suo scioglimento, i poteri conferiti\nal Commissario straordinario con la Legge Regionale 8\nfebbraio 1993, n. 7, sono prorogati fino all' insediamento\ndei nuovi organismi previsti dall' eventuale legge di\nriorganizzazione ovvero all' insediamento del Commissario\nliquidatore e comunque non oltre il 31 dicembre 1993.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente, a norma\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione e dell'\nart. 45 ultimo comma dello Statuto ed entra in vigore lo\nstesso giorno dalla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania."} | null |
campania | 1,993 | 30 | null | {'1': "1. In attesa che, con successivo atto legislativo, il\nConsiglio Regionale della Campania provveda al riordino\nstrutturale dell' Ente Regionale di Sviluppo e la Valorizzazione\ndell' Argianato( ERSVA) ovvero al suo scioglimento,\ni poteri conferiti al Commissario straordinario con\nla Legge Regionale 8 febbraio 1993, n. 6, sono prorogati\nfino all' insediamento dei nuovi organismi previsti dall' eventuale\nlegge di riorganizzazione ovvero all' insediamento\ndel Commissario liquidatore e comunque non oltre il\n31 dicembre 1993.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente, a norma\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione e dell'\nart. 45 ultimo comma dello Statuto ed entra in vigore lo\nstesso giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania."} | null |
campania | 1,993 | 46 | null | {'1': "1. Nello Stato di previsione di competenza dell' Entrata per\nl' anno finanziario 1993 sono introdotte le variazione riportate\nnell' annessa Tabella A).\n2. Tali variazioni determinano un decrementi delle Entrate\ndi complessive L. 185.634.462.305.", '2': "1. Nello stato di previsione di competenza della Spesa per\nl' anno finanziario 1993 sono introdotte le variazioni riportate\nnell' annessa tabella B).\n2. Tali variazioni comportano nelle dotazioni di Spesa\nconsiderate un decremento parimenti di L. 185.634.462.305.", '3': "1. Nello stato di previsione di Cassa dell' Entrata per l' anno\nfinanziario 1993 sono introdotte le variazioni riportate nell'\nannessa tabella A).", '4': "1. Nello stato di previsione di Cassa della Spesa per l' anno\nfinanziario 1993 sono introdotte le variazioni riportate nell'\nannessa tabella B).", '5': '1. La consistenza dei residui attivi al 1o gennaio 1993\nregistra un aumento di L. 823.776.232.365.', '6': '1. La consistenza dei residui passivi al 1o gennaio 1993\nregistra un aumento di L. 640.884.510.072.', '7': "1. L' ammontare dell' avanzo di amministrazione di cui\nall' elenco n. 1 allegato alla tabella A dello Stato di previsione\ndella Entrata del Bilancio per l' anno finanziario 1993 registraun aumento di L. 67.100.404.115.", '8': "1. E' autorizzato per l' esercizio finanziario 1993 l' utilizzo\ndi quota parte dello stanziamento iscritto ai Capp. 108 - 250\n808 - 2306 - 2308 - 3000 - 3214 - 3552 - 4400 - 4408 - 4112.", '9': "1. Al fine di sostenere l' occupazione della industria regionale\ndella Campania, e di sviluppare il sistema dei trasporti\npubblici, la Regione interviene con la somma di 19 miliardi di\nlire, da destinare alla integrazione fino al 100% + IVA del costo\ndel materiale rotabile, della costruzione e\ndell' ammodernamento di infrastrutture, impianti fissi, tecnologie\ndi controllo, officine - deposito e di sedi e\ndell' ammodernamento degli impianti a fune ammessi a\ncontribuzione ai sensi dell' articolo 11 della legge 151/ 81.\n2. Ai fini degli interventi di cui al comma precedente la\nGR adotterà in favore delle aziende pubbliche di trasporto di\nproprietà di enti locali apposito piano di riparto che potrà \nprevedere anche acquisto di ulteriori autobus di produzione\nnazionale oltre quelli già inseriti nei piani formulati ai sensi\ndell' articolo 11 della legge 151/ 81.\n3. La Regione interviene altresì con la somma di lire\n6 miliardi per la realizzazione di un piano di recupero mediante\nmanutenzione straordinaria dell' esistente parco di materiale\nrotabile delle aziende pubbliche di trasporto di proprietà \ndi enti locali (da affidare almeno per il 75% ad aziende\nindustriali a partecipazione pubblica).\n4. Il piano di recupero di cui al comma precedente sarà \nformulato dalla GR su richiesta delle aziende di trasporto.", '10': "\n1. Per l' esercizio finanziario 1993 la Giunta Regionale è \nautorizzata a concedere un finanziamento di L. 2.000.000.000,\nstanziati sul cap. 3142 al Consorzio di Bonifica dell' Agro -\nSarnese Nocerino per l' attuazione di un piano di\nrazionalizzazione della gestione finanziaria del Consorzio\nmedesimo.", '11': "\n1. Gli impegni di spesa relativi agli interventi regionali nel\ncampo dei servizi di sviluppo agricolo, regolamentati dalle\nLeggi Regionali 7/ 85 e 27/ 89 e dagli articoli 46, 47 e 58 della\nLR 42/ 82, possono essere assunti anche in deroga ai limiti\nposti dall' articolo 32, 2o e 3o comma, della Legge regionale\n27- 7- 78, n. 20.", '12': "\n1. La Giunta Regionale è autorizzata a corrispondere alle\nAssociazioni Provinciali degli Allevatori il saldo del contributo,\npari all' 80% delle spese sostenute e rendicontate loro\nspettante per la tenuta dei libri genealogici e la gestione dei\ncontrolli funzionali effettuati negli anni 1989, 1990, 1991 e\n1992.\n2. I contributi a saldo di cui al comma precedente sono da\nconsiderare anticipazioni di quelli nazioni, restando a carico\ndella Regione la eventuale differenza fra i contributi concessi\ne quelli riconosciuti dall' Autorità nazionale.", '13': "1. Per garantire la continuità degli interventi assistenziali\nintegrativi e favore dei nefropatici con insuffficienza renale e\ndegli uremici cronici, le disposizioni di cui all' articolo 21 della\nLegge regionale 16 giugno 1992 mantengono la loro efficacia\nanche per l' esercizio finanziario 1993.", '14': "\n1. A valere sullo stanziamento del capitolo 7074 del Bilancio\ndi Previsione per l' esercizio 1993, è autorizzata la spesa di\nL. 6.640.900.000 a favore delle UUSSLL quale integrazione\ndelle spese correnti per l' anno 1991, ai sensi dell' articolo 69,\nlettera b) della legge 23 dicembre 1978, n. 833.", '15': "\n1. E' autorizzata per il triennio 1993- 1995 la spesa complessiva\ndi lire 26.563.600.000, da versare alle UUSSLL ai sensi\ndell' articolo 69, lettera b) della legge 23 dicembre 1978, n. 833\nad integrazione delle spese di investimento relativi al periodo\n1983- 1990.\n2. La suddetta spesa complessiva è suddivisa in tre annualità \ndi L. 8.854.533.000, ciascuna, la prima delle quali grava sull'\nesercizio finanziario 1993, in termini di competenza e di\ncassa, sul capitolo 7076 dello stato di previsione della Spesa.\n3. Per gli anni successivi la spesa graverà sui corrispondenti\ncapitolo di bilancio, la cui copertura è prevista nel bilancio\npluriennale 93- 95 - Parte 2o, Area 4, Progetto 1o, Spesa di\nsviluppo - Spesa d' investimento, con contestuale prelievo dei\nfondi dalla Parte I, Servizi Generali Fondi di riserva e globali\n- sez. 14 Fondi di riserva e Sez. 15 Fondi globali.", '16': "\n1. La Giunta regionale per le ulteriori occorrenze finanziarie\ndel servizio sanitario regionale per l' anno 1991, così \ncome definite e determinate dall' articolo 1 del DL 18 gennaio\n1993, n. 9, convertito in legge 18 marzo 1993, n. 67, è autorizzata\nstipulare con gli Istituti di Credito autorizzati il mutuo\nprevisto dall' articolo 2, lettera a) del medesimo DL: 18 gennaio\n1993, n. 9 convertito nella legge 18 marzo 1993, n. 67.\n2. La durata del mutuo di cui al comma precedente è di\nanni 15.\n3. Il tasso da applicare può essere fisso o variabile e le\ncondizioni e le modalità relative sono quelle stabilite con il\nDecreto del Ministero del Tesoro 3 marzo 1993( GU serie\nspeciale n. 55 dell' 8 marzo 1993).", '17': "\n1. Lo stanziamento di cui al capitolo 2452 dello stato di\nprevisione della spesa è destinato:\na) quanto a L. 50 miliardi, alla concessione di contributi in\nconto capitale di cui agli artt. 19 - 20 - 21 e 22 della Legge\n5- 10- 91 n. 317 e dell' art. 4 della Legge Regionale 4- 5- 87 nº\n28; b) quanto a L. 50 miliardi, alla concessione di incentivi di\ncui alla legge Regionale 31- 8- 93, n. 28\nc) quanto a L. 35 miliardi, alla concessione di contributi in\nconto capitale per iniziative di cui ai comma 4 e 5 dell' art. 6\ndella Legge Regionale 28- 8- 84, n. 40.", '18': '\n1. La quota di spesa pubblica per l\' attuazione degli interventi\ndi cui al comma 2 dell\' art. 6 della Legge Regionale10-2-93, n. 10, pari al 50% della spesa ritenuta ammissibile, è \nassicurata con risorse finanziarie della Regione e della Comunità \nEconomica Europea nel quadro del Programma Operativo\nPlurifondo.\n2. Nello stato di previsione della spesa 1993 è istituito il\ncapitolo 1636 con la seguente denominazione " Concorso\nregionale nella quota di spesa pubblica per la realizzazione di\nimpianti di smaltimento dei rifiuti previsti nel piano di cui alla\nLegge Regionale 10- 2- 1993, n. 10" e con la dotazione finanziaria\nin termini di competenza e di cassa, di L. 155 miliardi con\nprelevamento dal capitolo 2460 del medesimo stato di previsione\ndella spesa che si riduce di pari importo.\n3. Gli oneri finanziari per gli anni successivi saranno\ndeterminati con le leggi di bilancio utilizzando quota parte\ndelle risorse finanziarie regionali a destinazione libera.', '19': "\n1. E' autorizzata la spesa di L. 1.500.000.000 per l' avvio di\nuna campagna regionale di screening dei tumuri maligni della\ncervice uterina e della mammella nei soggetti a rischio e\nsecondo protocolli deliberati dalla Giunta regionale, sentita\nla competente commissione, quale quota parte dello\nstanziamento complessivo al Capitolo 7166 dello stato di\nprevisione della spesa.", '20': "\n1. Per l' esercizio finanziario 1993 il termine entro il quale\nle Unità Sanitarie locali possono apportare variazioni ai\nrispettivi bilanci di previsione è fissato al 15 dicembre.", '21': "\n1. Il termine del 31 ottobre stabilito dalla Legge regionale\ndel 22 marzo 1991 n. 4 è fissato per l' anno corrente al 30\nnovembre.", '22': '\n1. Le variazioni introdotte nelle tabella " A" e " B" del\nBilancio di previsione per l\' anno \' 93 portano\nconseguentemente variazioni al Bilancio pluriennale 1993-\n1995.', '23': "\n1. Le disposizioni di cui all' articolo 20 della Legge Regionale\n16- 6- 92 n. 3 hanno efficacia fino al 31- 12- 1993.", '24': "\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli\neffetti del secondo comma dell' art. 127 della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.", '25': '\n1. La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.', '26': "\n1. E' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla\nosservare come legge della Regione Campania.\n27 dicembre 1993", '27': "\nVariazione\nal bilancio di previsione\ndella Regione Campaniaper l' anno finanziario 1993\ned\nal bilancio pluriennale 1993- 1995\n- primo provvedimento -"} | null |
campania | 1,993 | 47 | null | {'1': "L' art. 16, ultimo comma, della Legge Regionale 28 febbraio\n1987, n. 11, è modificato come segue:\nIl Commissario straordinario esercita tutte le funzioni\nproprie della Commissione provinciale dell' Artigianato per la\ndurata stabilita nel decreto di nomina che in ogni caso non\npotrà superare i 24 mesi.\nEntro lo stesso termine la Commissione dovrà essere\nricostituita.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli\neffetti del secondo comma dell' art. 1127 della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\n2. La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nufficiale della Regione Campania.\n3. E' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla\nosservare come legge della Regione Campania.\n27 dicembre 1993"} | null |
campania | 1,993 | 26 | null | {'1': "1. La regione Campania, promuove ed incentiva la istituzione\ned il finanziamento del Servizio Informazioni,\nda parte dei Comuni singoli e/ o associati e delle Province,\nal fine dello sviluppo dell' informazione come prevenzione\nprimaria, nel quadro del superamento degli ostacoli di ordine\nculturale, sociale ed economico che impediscono la\npiena maturazione, l' interazione e la partecipazione dei\ngiovani.\n2. E' istituito presso il settore per le Politiche Giovanili\ndella Regione Campania, un sistema informativo con annessa\nBanca Dati, al fine della piena attuazione della Legge\nRegionale 14/ 89.", '2': '1. Per accedere al contributo regionale, i Comuni singoli\ne/ o associati e le Province, devono far pervenire alla Giunta\nRegionale - Assessorato per le Politiche Giovanili - il progetto\ndei servizi offerti, corredato dal relativo piano finanziario\nentro il 30 settembre di ogni anno.', '3': "1. La Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore alle\nPolitiche Giovanili, provvederà a predisporre il piano di\nriparto da sottoporre all' approvazione del Consiglio regionale,\nentro il mese di gennaio di ogni anno.", '4': '1. All\' onere derivante dall\' attuazione della presente legge\nsi fa fronte per l\' anno finanziario 1993 con lo stanziamento\nal cap. 5154, di nuova istituzione, con la denominazione:\n" Politiche Giovanili: promozione Servizio Informagiovani",\nmediante prelievo, della somma L. 200 milioni\ndal cap. 1030 dello stato di previsione della spesa per\nl\' anno finanziario 1993 che si riduce di pari importo.2. Agli oneri per gli anni successivi si farà fronte con gli\nappositi stanziamenti di bilancio.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 12 agosto 1993'} | null |
campania | 1,993 | 27 | null | {'1': "1. La Regione Campania al fine di tutelare i valori naturalistici,\npaesaggistici ed ambientali delle zone costiere\nsostiene ed incrementa la coltura e la produzione del limone\nnell' isola di Procida e nei Comuni della penisola Amalfitana -\nSorrentina", '2': "1. Per il conseguimento delle finalità di cui all' art. 1, la\nRegione concede contributi relativi ai seguenti interventi:\na) acquisto di pianti di varietà tipiche dei territori delimitati\nai fini dell' applicazione della seguente legge;\nb) costruzione e ripristino dei muri di contenimento in\npietra dei terrazzamenti con tecniche e materiale tradizionale;\nc) costruzione e miglioramento della viabilità rurale e\ndi impianti di trasporto a fune e/ o su monorotaia;\nd) costruzione e rifacimento dei pergolati con pagliarelle\ndi strutture in legno per la protezione dei limoneti;\ne) costruzione e miglioramento degli impianti di irrigazione;\nf) costruzione e riattamento dei depositi agricoli al servizio\ndel fondo, compatibilmente col dettato della legge nº\n431/ 85.", '3': "1. I contributi, in conto capitale, sono concessi ai coltivatori\nregolarmente iscritti nell' elenco di cui al successivo\nart. 5, dei fondi ricadenti nelle aree di cui all' art. 1, nonchè \nalle cooperative ed alle Associazioni costituite esclusivamente\ntra i predetti soggetti nella seguente misura\n70% delle spese occorrenti per gli interventi di cui alle lettere\nb), d), ed f); - fino al 50% delle spese occorrenti per gli\ninterventi di cui alle lettere a), c), ed e).\n2. I contributi di cui al comma precedente possono essereconcessi nella misura ridotta del 50%, altresì ai proprietari\ncoltivatori in proprio che non risultano iscritti nell'\nelenco di cui al successivo articolo 5.\n3. I contributi di cui ai commi precedenti non sono\ncumulabili con altre provvidenze previste da leggi statali,\nregionali e/ o comunitarie.", '4': "1. Gli interventi di cui all' art. 2 possono essere assentiti\nsolo se conformi alla vigente normativa urbanistica, nonchè \nad ogni altra norma statale o regionale in materia di\ntutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali.", '5': "1. Entro sei mesi dall' entrata in vigore della presente\nlegge le Comunità Montane o le Amministrazioni Provinciali\ncompetenti per i territori di cui all' art. 1, istituiranno\nil catasto dei terreni destinati esclusivamente alla coltivazione\ndei limoni nonchè l' elenco dei coltivatori agricoli,\nregolarmente iscritti al Servizio Contributi Agricoli Unificato\n( SCAU) dediti a tale tipo di coltura.", '6': "1. Le domande intese ad ottenere i contributi devono\nessere presentate dai coltivatori iscritti nell' elenco di cui\nall' art. 5 alle Comunità Montane o alle Amministrazioni\nProvinciali competenti e devono contenere:\na) tipo o i tipi di intervento;\nb) la ubicazione e la descrizione particellare dei terreni;\nc) il costo previsto corredato dal relativo computo metrico\ne da una dettagliata relazione di spesa redatta da un\ntecnico abilitato;\nd) il periodo presunto di realizzazione;\ne) le autorizzazioni e/ o concessioni rilasciate dai Comuni\ne/ o da gli altri organi competenti.\n2. Le Comunità Montane o le Amministrazioni Provinciali\nprovvedono all' istruttoria delle domande e trasmettono,\nentro il 30 giugno di ogni anno, alla Giunta regionale\nl' elenco delle iniziative ammesse ai contributi rispettando\nl' ordine cronologico delle richieste.", '7': "1. La Giunta regionale, sulla base delle richieste trasmesse\ndalle Comunità Montane o dalle Amministrazioni Provinciali,\naccertata l' ammissibilità degli interventi finanziabili,\nripartisce, in modo proporzionale, i fondi disponibili tra gli\nEnti stessi.", '8': "1. Le Comunità Montane o le Amministrazioni Provinciali\nerogano i contributi ai coltivatori ammessi al finanziamento\nentro sessanta giorni dalla data di notifica della\ndeliberazione con la quale la Giunta Regionale ha ripartito\ni fondi ai sensi dell' art. 7.\n2. Il provvedimento di concessione stabilisce il termine\nentro il quale l' intervento deve essere realizzato che, comunque,\nnon può essere superiore ad un anno.\n3. In caso della non conforme realizzazione dell' intervento\ncosì come ammesso al contributo nel termine di cui\nal comma precedente, la Comunità Montane o l' AmministrazioneProvinciale, accertata l' inadempienza, è tenuta a\nrevocare il contributo ed a provvedere al suo recupero anche\nmediante esecuzione forzata, in danno del coltivatore\nassegnatario, ai sensi del TU delle norme per la riscossione\ndelle entrate patrimoniali approvate con RD 14- 4- 1910\nn. 639.", '9': '1. I terreni interessati agli interventi di cui agli articoli\nprecedenti non possono modificare destinazioni per almeno\ndieci anni dalla concessione dei contributi.', '10': "\n1. I coltivatori, le Associazioni e le cooperative di cui al\nprecedente art. 3 al fine di migliorare e garantire la qualità \ndel prodotto, si avvalgono dei competenti Centri Zonali per\nl' informazione e la Consulenza in Agricoltura di cui alla\nLR 3 gennaio 1985, n. 7.", '11': '\n1. Per le finalità della presente legge è prevista per l\' anno\nfinanziario 1993 la spesa di lire 300.000.000 con iscrizione\nal Cap. 3330 dello Stato di previsione della spesa, di\nnuova istituzione, con la denominazione: " Interventi diretti\nalla salvaguardia, al sostegno e incremento della coltura\ndei limoni", mediante prelievo della occorrente somma dal\nCapitolo 1040 dello stato di previsione della spesa per l\' anno\nfinanziario 1993, che si riduce di pari importo.\n2. Agli oneri per gli anni successivi si farà fronte con gli\nstanziamenti di bilancio.', '12': "\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell' articolo\n127 - II comma - della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bolletno\nUfficiale della regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 12 agosto 1993"} | null |
campania | 1,993 | 1 | null | {'1': "1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\nd' impiego per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire)\nCapitolo Bilancio 1987:\n45 - Spese per il personale\nproveniente dall' Enaoli -\nOnpi e Anmil( DPR\n24 luglio 1977, n. 616 - legge\nregionale 23 maggio 1986, n. 14)\nCapitolo di esercizio di provenienza:\n45/ 66 L. 101.449.076\nCapitolo Bilancio 1987:\n1499 - Residui passivi perenti\nagli effetti amministrativi reclamati\ndai creditori - spese in\nc/ capitale - spese obbligatorie\n(art. 72, legge regionale 27 luglio\n1978, n. 20)\nCapitolo ed esercizio di provenienza:\n1499/ 86 L. 26.997", '2': "1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\n1 - Spese per le indennità di carica e di\nmissione spettanti ai componenti delConsiglio regionale (leggi regionali 5\nagosto 1972, n. 5 e 15 luglio 1974, nº\n54 - Spesa obbligatoria) - maggiore impegno\nper l' attuazione della LR\n26- 5- 87 n. 34\nL. 957.543.177\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\nOMISSIS\n49 - Competenze spettanti al personale del\nruolo speciale ad esaurimento della\nformazione professionale (legge regionale\n9 luglio 1984, n. 32 - Spesa obbligatoria)\nL. 2.100.485.814\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\nOMISSIS\n50 - Spesa per il personale dei sistemi acquedottistici\nex Casmez trasferiti alla\nRegione ai sensi dell' art. 6 della legge\n183/ 1976 - (spesa obbligatoria)\nL. 316.734.917\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\nOMISSIS\n200 - Versamento alla Cassa Depositi e Prestiti\ne altri Istituti di Credito delle annualità \ndi contributi costanti concessi\nnegli esercizi precedenti (maggiore\nimpegno per il pagamento delle annualità \nscadenza 1987\nL. 1- 016.464.216\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\nOMISSIS\n2021 - Versamento ritenute per conto terzi\ne partite di giro (maggiori impegni correlati\nai maggiori accertamenti del\ncorrelato capitolo n. 381 della entrata).\nL. 1.045.846.661\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenzed' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\nOMISSIS\n2027 - Ordinativi di pagamento a favore di\nbollettini di c/ c postale e di assegni circolari\nnon recapitati (partite di giro -\nmaggiori impegni correlati ai maggiori\naccertamenti del correlato capitolo nº\n385 dell' entrata)\nL. 26.090.467\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20 le eccedenze\nd' impegno di spesa sui seguenti capitolo del conto della competenza\ne per gli importi rispettivamente indicati (in lire)\nOMISSIS\n2029 - Pagamento di indennità di fine rapporto\ndi lavoro a tempo indeterminato\nspettante agli operai idraulico -\nforestali impiegati in lavori condotti\nin amministrazione diretta degli Ispettorati\nRipartimentali delle Foreste e\ndegli Enti delegati ai sensi della legge\n4 maggio 1979, n. 27 e della legge 29\nmaggio 1982, n. 297 (partite di giro -\nmaggiori impegni correlati ai maggiori\naccertamenti del correlato capitolo nº\n389 dell' entrata)\nL. 207.039.780", '3': "1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze di\npagamenti, rispetto agli stanziamenti di cassa, sui seguenti\ncapitoli e per gli importi a fianco di ciascuno indicati\n(in lire)\nCapitolo Importo Capitolo Importo\n1 397.315.105 1303 34.000.000\n49 3.284.743.250 1305 1.039.814.320\n50 2.820.051.080 1414 50.000.000\n93 330.900.000 1524 8.549.068\n145 3.171.600 1599 100.000\n222 15.000.000 1700 2.000.000\n223 100.000.000 1800 517.398.000\n226 184.000.000 1807 400.000.000\n230 2.976.000 1823 12.000.000\n231 1.792.000 1835 5.717.498.900\n243 46.086.000 1837 708.500.000\n314 2.344.000.000 1857 15.350.250\n320 1.959.000.000 1858 27.295.745\n323 8.095.000.000 1909 2.000.000\n402 1.095.478.375 1911 17.378.334.850\n403 22.057 1920 164.149\n530 8.735.740.488 2021 988.932.313\n736 162.000.000\n751 2.312.8001013 23.274.235", '4': "1. E' approvato il conto consuntivo finanziario della\nRegione Campania per l' esercizio 1987 ed il relativo avanzo\ncon le risultanze di cui ai successivi articoli.", '5': "1. Le entrate derivanti da tributi propri della Regione,\nda contributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite\npatrimoniali, da utili di Enti o Aziende Regionali, da alienazione\ndi beni patrimoniali, da trasferimenti di capitali\ne rimborso di crediti, per contabilità speciali, accertate\nnell' esercizio finanziario 1987, per la competenza\ndell' esercizio stesso, sono stabilite, quali risultano dal\nconto consuntivo in lire 7.847,733,283,651.\n2. I residui determinati alla chiusura dell' esercizio\n1986 in lire 1.882.120.021.922, risultano stabiliti -\nper effetto di maggiori e minori entrate verificatesi nel\ncorso della gestione 1987 - in L. 1.886.731.651.358.\n3. I residui attivi al 31 dicembre 1987 ammontano\ncompletamente a lire 2.525.944.710.946, così risultanti:\nAccertamenti\nsomme riscosse L. 6.879.631.876.663 somme rimaste da riscuotere\nL. 968.101.406.988 Totale L. 7.847.733.283.651\nResidui attivi dell' esercizio 1986\nSomme riscosse L. 328.888.347.400 somme rimaste da riscuotere\nL. 1.557.843.303.958 Totale L. 1.886.731.651.358\nRESIDUI ATTIVI AL 31- 12- 87 L. 2.525.944.710.946", '6': "1. Le spese correnti, per investimento, per oneri non\nripartibili e per contabilità speciali, impegnate nell' esercizio\nfinanziario 1987, per la competenza dell' esercizio\nstesso, sono stabilite quali risultano dal conto consuntivo\ndi Lire 7.584.339.970.906.\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell' esercizio\n1986 in lire 1.777.275.058.573 risultano stabiliti\n- per effetto di economie, perenzioni e maggiori spese\nverificatesi nel corso della gestione 1987 - in lire\n1.330.963.098.887.\n3. I residui passivi al 31 dicembre 1987 ammontano\ncomplessivamente a lire 1.894.868.574.395, così risultanti:\nImpegni\nSomme pagate L. 6.183.786.551.684 somme rimaste da pagare\nL. 1.1.400.553.419.222 Totale L. 7.584.339.970.906\nResidui passivi dell' esercizio 1986\nSomme pagate L. 836.647.943.714 somme rimaste da pagare\nL. 494.315.155.173 Totale L. 1.330.963.098.887\nRESIDUI PASSIVI AL 31- 12- 1987 L. 1. 894.868.574.395", '7': "1. L' avanzo della gestione di competenza dell' esercizio\nfinanziario 1987 è stabilito in lire 263.393.312.745 come\nrisulta dai seguenti dati:\n- Entrate complessivamente accertate\nL. 7.847.733.283.651\n- Spese complessivamente impegnate\nL. 7.584.339.970.906Avanzo della gestione di competenza\nL. 263.393.312.745", '8': "1. Il fondo di cassa alla chiusura dell' esercizio finanziario\n1987 di lire 1.706.276.272.597 risulta stabilito come\nsegue:\nFondo di cassa alla chiusura dell' esercizio 1986\nL. 1.518.190.543.932\nRiscossioni dell' esercizio 1987\n- in conto competenza (art. 5)\nL. 6.879.631.876.663\n- in conto residui (art. 5)\nL. 328.888.347.400\nTotale L. 7.208.520.224.063\nSommano L. 8.726.710.767.995\nPagamenti dell' esercizio 1987\n- in conto competenza (art. 6)\nL. 6.183.786.551.684\n- in conto residui (art. 6)\nL. 863.647.943.714\nTotale L. 7.020.434.495.398\nFondo di cassa alla chiusura dell' esercizio 1987\nL. 1.706.276.272.597", '9': "1. L' avanzo finanziario alla fine dell' esercizio 1987\ndi L. 2.337.352.409.148 risulta stabilito come segue:\nAvanzo della gestione di competenza (art. 7)\nL. 263.393.312.745\nAvanzo dell' esercizio 1986\nL. 1.623.035.507.281+\nDiminuzione dei residui passivi lasciati dall' esercizio 1986:\nAccertati\nAl 1o gennaio 1987 (art. 6)\nL. 1.777.275.058.573\nAl 31 dicembre 1987 (art. 6)\nL. 1.330.963.098.887 Differenza L. 446.311.959.686+\nAumento nei residui attivi lasciati dall' esercizio 1986:\nAccertati\nAl 1o gennaio 1987 (art. 5)\nL. 1.882.120.021.922\nAl 31 dicembre 1987 (art. 5)\nL. 1.886.731.651.358 Differenza L. 4.611.629.436=\nAvanzo finanziario effettivo dell' esercizio\nL. 2.073.959.096.403\nAvanzo finanziario al 31- 12- 1987 L. 2.337.352.409.148\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 18 gennaio 1993"} | null |
campania | 1,993 | 18 | null | {'1': "Finalità \n1. La presente legge promuove la valorizzazione delle\nlavorazioni artigiane artistiche tradizionali di cui alla lettera\nc) del primo comma dell' art. 4 della Legge 8 agosto 1985,\nn. 443, concorrendo all' attuazione di progetti finalizzati\nal ripristino, alla conservazione, alla tutela e alla\nqualificazione delle tipologie merceologiche ed organizzative\nproprie delle suddette attività aziendali, nonchè \nalla realizzazione di interventi per la commercializzazione\ne la promozione dei prodotti e dei servizi artigiani sul\nmercato.\n2. Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale,\nstabilisce, sulla base di un piano triennale, da\npresentarsi entro il 30 aprile del triennio interessato, le\narti ed i mestieri che possono beneficiare dei contributi\noggetto della presente legge, individuati negli elenchi di\ncui al DPR del 23 ottobre 1956, n. 1202 e successive modificazioni.\n3. Saranno, al riguardo, privilegiate le arti ed i mestieri\nche richiamano le tradizioni artistiche e storiche\ndella Regione Campania.", '2': "Destinatari\n1. Possono usufruire dei benefici previsti dalla presente\nlegge:\na) le imprese artigiane singole che attuino progetti\ndi particolare rilevanza, nell' ambito delle finalità di cui\nall' art. 1;\nb) i consorzi e le società consortili, anche in forma\ndi cooperative, tra le imprese artigiane che esercitano\nle attività di cui all' art. 1;\nc) i consorzi e le società consortili, anche in formadi cooperativa, cui partecipano, oltre che imprese artigiane\nanche imprese industriali di minor dimensioni così \ncome definiti dal Comitato Interministeriale per il coordinamento\ndella politica industriale( CIPI) ai sensi dell'\nart. 2 della Legge 12 agosto 1977, n. 674 nei limiti di\ncui al terzo comma dell' art. 3 e sempre che la loro attività \nrientri tra quelle indicate nell' art. 1;\nd) limitatamente a quanto previsto dal punto f) del\nsuccessivo art. 4, le Associazioni fra imprese artigiane\nlegalmente costituite che non hanno scopo di lucro ma\nesclusivamente quello di promuovere e sviluppare un\nparticolare settore tra quelli previsti dal comma secondo\ndel precedente art. 1.", '3': "Requisiti\n1. Per essere ammessi ai benefici della presente legge\ni soggetti di cui al precedente art. 2 devono rispondere\nai requisiti indicati nei commi successivi.\n2. I consorzi e le società consortili anche in forma di\ncooperative, costituiti da imprese artigiane di cui alla\nlettera b) del primo comma dell' art. 2, devono:\na) essere costituiti, a norma della vigente legislazione,\nda almeno cinque imprese artigiane;\nb) essere iscritti nella separata sezione dell' Albo di\ncui al primo comma dell' art. 6 della Legge 8 agosto 1985,\nn. 443;\nc) prevedere nel proprio statuto:\n1) la parità di voto fra i soci;\n2) la sottoscrizione da parte di ciascun socio, di una\nquota non superiore al venti per cento del capitale\nsociale;\n3) la possibilità , per tutte le imprese associate, di beneficiare\ndei servizi associativi e di partecipare agli organismi\nsociali indipendentemente dalla quota di capitale\nsociale sottoscritta.\n3. I consorzi e le società consortili, anche in forma\ndi cooperativa, cui partecipano, oltre che imprese artigiane\nanche imprese industriali di minori dimensioni,\nai sensi della lett. c) del primo comma dell' art. 2, devono\npossedere i seguenti requisiti:\na) le imprese associate devono essere almeno cinque;\nb) le imprese artigiane associate devono essere iscritte\nall' Alvo di cui all' art. 5 della Legge 8 agosto 1985\nn. 443; le imprese industriali di minori dimensioni devono\navere la sede (compresa quella legale) nel territorio della\nCampania;\nc) devono sussistere i requisiti statutari di cui alla lettº\nc) del secondo comma;\nd) le imprese industriali di minori dimensioni non devono\nsuperare un terzo delle imprese associate;\ne) le imprese artigiane devono detenere la maggioranza\nnegli organi deliberanti.", '4': "Spese ammesse a contributo\n1. In attuazione delle finalità della presente legge sonoammesse al contributo regionale le seguenti spese:\na) spese relative alle inziiative volte alla valorizzazione\ndei mestieri, attuate da singole imprese o da forme\nassociative;\nb) spese per l' esecuzione di ricerche, studi preparatori\ne progetti di fattibilità , da realizzarsi anche in convenzione\ncon istituti o centri specializzati, finalizzati alla\nrealizzazione degli interventi di cui alla successiva\nlett. c);\nc) spese per investimenti connessi alla costituzione,\nnell' ambito delle forme associative delle imprese, di servizi\ntecnici che provvedono:\n1) alla sezione e al controllo delle materie prime e\ndei semilavorati;\n2) alla progettazione applicativa a livello tecnologico\ned organizzativo;\n3) al controllo di qualità della produzione;\n4) alla diagnostica per il restauro;\n5) alla ricerca stilistica;\nd) spese per investimenti connessi alla realizzazione\ndi strutture per la commercializzazione di prodotti, spese\nper iniziative promozionali collegate a spese per attività \ndi valorizzazione dei mestieri;\ne) spese per iniziative di promozione, valorizzazione\ne commercializzazione delle produzioni del settore, da\nrealizzarsi attraverso pubblicazioni, campagne pubblicitarie,\npartecipazioni a fieri specializzate o con l' organizzazione\ndi mostre ed esposizioni in Italia e all' estero,\nnell' osservanza di quanto previsto nel secondo comma\ndell' art. 4 del DPR 24 luglio 1977, n. 616;\nf) spese per la progettazione organizzazione registrazione\ndi marchi di qualità e la loro promozione.", '5': "Concessione dei contributi\n1. Per la realizzazione dei progetti di cui all' art. 1 le\nsingole imprese e le forme associative artigiane possono\nbeneficiare dei seguenti contributi:\na) contributo una tantum, nella misura massima del\n60% della spesa ammessa, per la realizzazione delle iniziative\ndi cui alla lettera b) dell' art. 4. La spesa ammissibile\nnon può superare il massimale di ottanta milioni;\nb) il contributo in conto capitale, per un periodo massimo\ndi tre anni, in misura non superiore al 40% della\nspesa ammessa annualmente per la realizzazione delle\niniziative di cui alla lettera a) e alla lettera c) dell' artº\n4. La spesa ammissibile non può superare il massimale\ndi duecento milioni;\nd) contributo per la realizzazione delle iniziative di\ncui alla lett. e) dell' art. 4 in misura non superiore al 60%\ndella spesa ammessa, la spesa ammissibile non può superare\nil massimale di cento milioni;\ne) contributo per la realizzazione delle iniziative di\ncui alla lett. f) dell' art. 4, in misura non superiore al 60%\ndella spesa ammessa. La spesa ammissibile non può superare\nil massimale di trecento milioni.", '6': "Procedure\n1. Le domande per la concessione dei contributi previsti\ndalla presente legge sono presentate dai soggetti destinatari\nall' Assessorato regionale per l' Industria, Artigianato\ne il Commercio, entro il 30 settembre di ogni anno,\ncorredata dalla documentazione idonea a comprovare\nla sussistenza dei requisiti prescritti.\n2. In ogni caso devono essere allegati alla domanda:\na) un progetto indicante le azioni da svolgere, le finalità \ne gli obiettivi, l' organizzazione, la gestione, i tempi\ne le modalità di realizzazione nonchè gli effetti economici\ned occupazionali dell' iniziativa;\nb) una relazione tecnica illustrativa del progetto;\nc) il preventivo dei costi;\nd) l' elenco dei soggetti comunque interessati all' iniziativa.\n3. La Giunta Regionale, su proposta dell' Assessorato\nall' Artigianato, entro il 30 dicembre di ogni anno, individua\ni progetti ammissibili a contributi e delibera sugli\nstessi nell' ambito delle seguenti priorità :\na) promozione dell' immagine dell' artigianato artistico,\nanche come elemento qualificante dello sviluppo turistico;\nb) utilizzo di scuole di mestiere, di botteghe scuola,\ndi stages di laboratorio scuola lavoro;\nc) incremento e mantenimento dell' occupazione.\n4. I progetti ed il piano di riparto approvati dalla\nGiunta regionale vanno inviati alla Commissione Consiliare\ncompetente per il parere che dovrà essere pronunciato\nentro trenta giorni dalla data di ricezione, trascorsi\ni quali, s' intende acquisito come favorevole.", '7': 'Divieto di cumulo\n1. I soggetti, di cui al precedente art. 2, possono accedere\nai contributi in conto capitale della presente legge\nse ed in quanto non usufruiscono già , per la medesime\niniziative, di altri contributi in conto capitale previsti\ndalla legislazione regionale, statale o comunitaria.\n2. I suddetti destinatari decadono dai benefici concessi\nai sensi della presente legge qualora ottengano, per\nle medesime iniziative previste dai progetti approvati,\naltri contributi in conto capitale od agevolazioni in conto\ninteressi sulla parte di spesa già finanziata dalla Regione\no da altri Enti Pubblici.', '8': "Norma transitoria\n1. Nella prima applicazione, in assenza del Piano\ntriennale di cui all' art. 1, sono ammessi a beneficiare dei\ncontributi i progetti presentati entro sessanta giorni dalla\npromulgazione della presente legge.\n2. La Giunta regionale, su proposta dell' Assessorato\nRegionale competente, entro i successivi trenta giorni\nprovvederà ad individuare i progetti ammissibili a contributo\ned a deliberare secondo le priorità e le procedure\npreviste dall' art. 6.", '9': "orma finanziaria\n1. Agli oneri derivanti dall' attuazione della presente\nlegge, stabiliti in lire trecento milioni per il 1993, si farà \nfronte con lo stanziamento di cui al cap. 4168, di nuova\nistituzione, con la seguente denominazione: << Contributi\nper la valorizzazione delle lavorazioni artigiane artistiche\ntradizionali >>, mediante prelievo dell' occorrente somma,\nai sensi dell' art. 30 della Legge Regionale 27 luglio\n1978, n. 20, dal cap. 1040 dello stato di previsione della\nspesa per l' anno finanziario 1992 che si riduce di pari\nimporto.\n2. Agli oneri per gli anni successivi si farà fronte con\ngli appositi stanziamenti di bilancio utilizzando quota\nparte delle risorse di cui all' art. 9 della Legge 16 maggio 1970,\nn. 281.", '10': "\nDichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 5 aprile 1993"} | null |
campania | 1,993 | 19 | null | {'1': "Oggetto\n1. La presente legge regionale definisce le procedure\nper l' adozione e l' approvazione dei Piani paesistici, redatti\nai sensi dell' articolo 1/ bis della Legge 431/ 85 nonchè \nle misure di salvaguardia.\n2. I Piani paesistici, di cui al precedente comma, interessano\nl' elenco delle zone delimitate dai DDMM\n28 marzo 1985 (Gazzetta Ufficiale n. 98 del 28 aprile 1985).\n3. Ciascun Piano paesistico, di cui ai comma precedenti\ne a cui è allegata la Cartografia prevista dalla delibera\ndi Giunta regionale 29 dicembre 1989, n. 7630 è approvato\ncon Legge Regionale.\n4. Eventuali, successive varianti a ciascun Piano, dovute\na nuove circostanze conoscitive e/ o a nuovi eventi\nnaturali che determinino incongruenze tra lo stato reale\ndel territorio e l' apparato conoscitivo dei Piani, vengono\napprovate con Legge Regionale e secondo le procedure\ndella presente Legge.", '2': "Procedure\n1. La Giunta regionale delibera i disegni di legge di\napprovazione dei Piani paesistici allegati e li trasmette\nal Consiglio.\n2. Le Commissioni Consiliari competenti, entro quindici\ngiorni dalla ricezione dei disegni di legge li esaminano\ndotandoli contestualmente dei criteri di valutazione.\n3. Nel corso dell' Istruttoria le Commissioni indicono\nconsultazioni con le Province, con gli Enti Pubblici\nnonchè con le Associazioni autonomistiche Regionali\n( ANCI e Lega delle Autonomie).\n4. Trascorsi di quindici giorni i Piani sono adottati dalConsiglio regionale e depositati presso la Segreteria Generale\ndella Presidenza per quindici giorni consecutivi\ne chiunque può prenderne visione.\n5. Entro quindici giorni dalla pubblicazione possono\npresentare osservazioni le Province, i Comuni interessati,\ni Sindacati, gli Enti Pubblici, le Associazioni culturali,\nambientalistiche, di categoria.\n6. All' istruttoria delle osservazioni provvedono i coordinatori\ndelle aree generali avvocatura e gestione del territorio,\ncollaborati dai dirigenti del settore politica del\nterritorio e beni culturali, nonchè di quelli del settore\nambiente. Entro trenta giorni i risultati dell' istruttoria\nvengono trasmessi alle Commissioni competenti, per la\nrelazione definitiva al Consiglio. Le Commissioni, si avvalgono\nper l' esame, del Comitato Tecnico Scientifico,\ngià istituito con Decreto della Presidenza Regionale il\n14 dicembre 1991, n. 13030.\n7. Entro quindici giorni dall' invio dei risultati dell'\nistruttoria le Commissioni definiscono la relazione sul disegno\ndi legge con allegato Piano paesistico per l' approvazione\nda parte del Consiglio regionale.", '3': "Cartografia\n1. Entro novanta giorni dall' entrata in vigore della\npresente legge, l' Ufficio di Piano acquisisce tutta la cartografia\nelaborata da Società e Studi pubblici e privati\nsu commissione della Regione.\n2. L' aggiornamento della cartografia è affidato allo\nstesso Ufficio di Piano, su richiesta di altri Assessorato.\n3. Entro novanta giorni dall' entrata in vigore della\npresente legge, la Giunta regionale presenta apposito regolamento\nper l' aggiornamento e l' utilizzazione anche da\nparte di Enti Pubblici e privati della cartografia regionale.\nIl regolamento viene approvato dal Consiglio Regionale\nnei successivi trenta giorni.", '4': "Norma transitoria\n1. I Piani paesistici redatti ai sensi della convenzione\nn. 3489 del 21 settembre 1991 e già deliberati dalla\nGiunta regionale sono soggetti alle norme della presente\nlegge.\n2. La Giunta Regionale entro centoventi giorni dall'\nentrata in vigore della presente legge approvato apposito\ndisegno di legge che definisce criteri, finalità e procedure\nattuative dei Piani Territoriali di coordinamento\npaesistico.", '5': "Dichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del\nsecondo comma dell' art. 127 della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.Napoli, 22 aprile 1993."} | null |
campania | 1,993 | 12 | null | {'1': "1. Il primo comma dell' art. 1 della Legge Regionale\n27 aprile 1990, n. 22 è così modificato:\n<< I dipendenti della Giunta Regionale della Campania,\nnonchè quelli di ruolo all' art. 1 della Legge Regionale\n23 marzo 1987, n. 18, che, alla data di approvazione\ndella Legge Regionale 27 aprile 1990, n. 22, prestavano\nservizio in posizione di comando o di distacco presso il\nConsiglio Regionale ed hanno esercitato il diritto di opzione\nper l' inquadramento nei ruoli del Consiglio Regionale,\nnel termine di centoventi giorni dalla data di pubblicazione\ndella stessa legge Regionale 27 aprile 1990,\nn. 22, hanno diritto all' inquadramento a decorrere dalla\ndata di entrata in vigore della medesima legge.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e\nper gli effetti del secondo comma dell' articolo 127 della\nCostituzione ed entra in vigore il giorno successivo a\nquello di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nNapoli, 16 marzo 1993"} | null |
campania | 1,993 | 13 | null | {'1': "Nozione\n1. Le aziende ricettive all' aria aperta sono esercizi\npubblici a gestione unitaria costituiti da complessi organizzati\nin forma di campeggi e di villaggi turistici,\ninseriti nei piani regolatori dei Comuni, attrezzati per\nfornire, ai sensi della Legge 17 maggio 1983, n. 217,\nospitalità in spazi dotati di unità abitative proprie stabili\no mobili o comunque atti a ricevere turisti forniti\ndi mezzi di pernottamento e soggiorno autonomi e trasportabili.\nLe aree destinate a campeggio ed a villaggio\ndevono essere inserite nei piani regolatori dei\nComuni.", '2': "Campeggi\n1. I campeggi sono esercizi ricettivi aperti al pubblico\na gestione unitaria, attrezzati in aree recintate per\nla sosta in apposite piazzole e per il soggiorno di turisti\nprovvisti, di norma, di unità abitative quali tende ed altri\nmezzi autonomi di pernottamento.\n2. I campeggi possono essere dotati di piazzole con\nunità abitative proprie con tende o altri allestimenti stabili\no mobili dell' azienda destinati al soggiorno di turisti\nnon provvisti di mezzi propri, in misura non superiore\nal 30 per cento del numero complessivo delle piazzole\nautorizzate.", '3': "Villaggi turistici\n1. I villaggi turistici sono esercizi ricettivi aperti al\npubblico a gestione unitaria, attrezzati su aree recintate\nper la sosta ed il soggiorno in unità abitative proprie,\nstabili o mobile, in apposite piazzole destinati ad ospitareturisti sprovvisti, di norma, di mezzi autonomi di pernottamento.\nOgni unità abitativa propria non può avere\nuna superficie abitabile, compresi gli eventuali servizi,\ninferiore a mq. 15 e superfice a mq. 40.\n2. I villaggi turistici possono essere dotati di piazzole\nlibere da allestimenti da destinare a turisti provvisti\ndi mezzi di soggiorno autonomi e trasportabili, in misura\nnon superiore al 20 per cento del numero complessivo\ndelle piazzole autorizzate.\n3. Le piazzole dotate di allestimenti stabili non possono\nsuperare il 60 per cento delle piazzole complessivamente\nautorizzate.\n4. Assumono la denominazione << alberghieri >> i complessi\nturistici ricettivi all' aria aperta che hanno le stesse\ncaratteristiche di cui alla tabella << C >> caratterizzati dalla\ncentralizzazione dei servizi in funzione di più stabili\ninseriti in un' area attrezzata per il soggiorno e lo svago\ndella clientela.", '4': "Requisiti comuni\n1. I complessi ricettivi all' aria aperta:\na) devono essere completamente recitanti;\nb) devono essere articolati in piazzole, libere o allestite,\nper la sosta ed il soggiorno dei turisti ed in altre\naree destinate ai servizi;\nc) possono essere dotati di ristorante, bar, spaccio,\nbazar ed altri servizi accessori, nonchè di impianti ed\nattrezzature sportive e ricreative riservate ai soli ospiti;\nd) devono essere dotati di parcheggi per un numero\ndi posti auto almeno pari a quello delle piazzole, fatte\nsalve le eventuali specifiche norme comunali;\ne) il rapporto fra superficie coperta e persone ospitabili\nper ogni allestimento stabile non deve essere inferiore\na mq. 3.75.\nNel caso sia previsto il posto auto nell' ambito della\npiazzola la dimensione di questa deve essere incrementata\ndi mq. 10. La superficie destinata a posto auto delle\npiazzole può essere portata in diminuzione di quella\ncomplessivamente destinata a parcheggi.\n2. Le piazzole non possono avere una superficie inferiore\na mq. 60. In zone di particolare pregio ambientale\no di particolari caratteristiche geomorfologiche del terreno,\nche ne impediscono o limitano i movimenti di terra\no altri interventi di adeguamento dei luoghi, possono\nessere consentite piazzole di misura inferiore, perchè il\nrapporto tra la superficie complessiva del campeggio al\nnetto delle aree di uso comune e pubblico ed il numero\ndelle piazzole non sia inferiore a mq. 50 per piazzola. A\npartire dall' entrata in vigore della presente legge gli allestimenti\ndi cui all' art. 2 devono avere un' area di insediamento\nnon inferiore a mq. 10.000.", '5': "Procedure per l' identificazione di aree destinate\na complessi ricettivi all' aria aperta\n1. I complessi ricettivi sono consentiti unicamentenelle aree a tal fine destinate dagli strumenti urbanistici\nvigenti.\n2. La individuazione delle aree destinate alle Aziende\nricettive all' aria aperta dovrà essere, comunque, effettuato\nin modo che esse siano ubicate in località salubri\ne risultino a conveniente distanza da opifici, ospedali,\ncase di cura, caserme, aeroporti, cimiteri, da valutarsi\nin sede di istruttoria della domanda di autorizzazione.\n3. La concessione edilizia per la realizzazione di complessi\nricettivi all' aria aperta è subordinata alla approvazione\ndei piani di lottizzazione convenzionata di cui\nalla legge Regionale 14/ 82. L' allestimento dei complessi\nricettivi di cui alla presente legge è subordinata al rilascio\ndella concessione ed al pagamento degli oneri di\nurbanizzazione primaria e secondaria e dei costi di costruzione,", '6': "Vincoli di destinazione\n1. Ai fini della conservazione e della tutela del patrimonio\nricettivo, in quanto rispondente alle finalità di\npubblico interesse e della utilità sociale, le aree destinate\nagli insediamenti turistici individuate nello strumento\nurbanistico sono a tal fine vincolate per un decennio\nai sensi della Legge 17 maggio 1983, n. 217.\n2. Sono altresì sottoposti a vincolo decennale di destinazione\ni complessi ricettivi di cui alla presente legge,\nai quali vengono altresì estesi i benefici, provvidenze\ned agevolazioni previste dalla normativa vigente per\nle aziende alberghiere.\n3. Il vincolo di destinazione gravante sui complessi\ne sulle aree di cui al primo comma del presente articolo\npuò essere rimosso su richiesta del proprietario previa\nrestituzione di eventuali contributi pubblici ricevuti sia\nin conto capitale che in conto interessi.\n4. Sulla istanza di rimozione del vincolo si pronunzia\nil Consiglio Comunale che ne informa l' Ente delegato\nal quale è riconosciuta la potestà di opporsi alla rimozione\nentro e non oltre un mese dalla data di ricezione\ndella istanza.\n5. Le aree di cui al primo comma del presente articolo\nrelative a complessi per i quali è stata richiesta ed ottenuta\nla rimozione del vincolo, possono essere adibite\nsolo ad uso agricolo fino alla scadenza di dieci anni di\ncui al primo comma del presente articolo.\n6. Nel caso di rimozione del vincolo saranno rimosse\ne/ o abbattute, a spese del proprietario, anche tutte le\nstrutture gravanti sull' area.", '7': "Autorizzazione all' esercizio\n1. L' esercizio di aziende ricettive all' aria aperta è soggetto\nad autorizzazione del Comune o dei Comuni competenti\nper territorio, ai sensi dell' art. 60 del DPR 24\nluglio 1977, n. 616\n2. La domanda di autorizzazione è indirizzata in carta\nlegale al Sindaco che provvede ad acquisire il parere\ndella Regione ai sensi del successivo comma 7. Ove il predettoparere non venga espresso entro trenta giorni dalla\ndata di ricezione della richiesta esso si intende favorevole.\n3. La domanda di autorizzazione all' esercizio deve indicare:\na) le generalità del titolare e, ove persona diversa, del\ngestore;\nb) titolo legale di disponibilità del complesso ricettivo;\nc) la denominazione prescelta che non potrà essere\nuguale ad altra già esistente nel territorio comunale;\nd) la categoria di classificazione da conseguire;\nd) il periodo o i periodi di apertura prescelti.\n4. Alla domanda devono essere allegati:\na) la concessione edilizia, completa degli annessi elaborati,\nanche in copia autentica;\nb) ove manchi tra gli atti di cui al punto a) una planimetria\nin scala non inferiore a 1: 100 con l' individuazione\ndelle piazzole e la relativa numerazione degli allestimenti\ne degli impianti fissi;\nc) l' elencazione dei requisiti atti al conseguimento della\nclassificazione, di cui all' art. 15 della presente legge;\nd) l' identificazione delle tariffe delle prestazioni e quelle\nper l' uso degli impianti e servizi comuni;\ne) il regolamento organizzativo del complesso ricettivo.\n5. L' autorizzazione è rilasciata a condizione che:\na) sia dimostrata l' immediata disponibilità dell' area\ndi insediamento del complesso ricettivo;\nb) il regolamento organizzativo sia adeguato alle caratteristiche\ndel complesso ricettivo e dei luoghi:\nc) siano soddisfatti gli obblighi del titolare previsti\nal terzo comma dell' art. 9;\nd) sia stata effettuata la classificazione dell' esercizio\nai sensi dell' articolo 15;\ne) sia accertata la rispondenza dell' insediamento alle\nnormative in materia di igiene, sicurezza e quanto altro\ninerente il complesso ricettivo sancito dalle leggi\nvigenti;\nf) sia stata pagata la tassa di concessione regionale.\n6. Il provvedimento di autorizzazione all' esercizio può \ncomprendere anche attività di vendita di bevande analcoliche,\ndi generi alimentari e di bazar, di ristorazione\ned altre attività consentite dalle leggi vigenti limitatamente\nalle persone ospitate nel complesso ricettivo.\n7. La Giunta Regionale della Campania, Servizio Turismo,\nesprime il proprio parere sulla domanda di autorizzazione\ntenendo conto, tra l' altro:\na) degli impianti esistenti;\nb) delle eventuali direttive regionali in materia,\nc) del movimento turistico e delle esigenze turistico -\nricettive della zona interessata;\nd) delle caratteristiche proprie del complesso ricettivo.\n8. Il Comune provvede in merito alla domanda nel termine\nmassino di novanta giorni dal ricevimento del parere\ndi cui al comma precedente. Trascorso tale termine\nla domanda si intende respinta.\n9. Nei tre giorni successivi al rilascio dell' autorizzazione\nil Comune ne dà comunicazione alla regione, all'Azienda di promozione turistica o alla Provincia, nonchè \nalle competenti autorità di pubblica sicurezza.", '8': "Contenuto dell' autorizzazione all' esercizio e rinnovo\n1. L' autorizzazione all' esercizio ha validità annuale\no stagionale ed è soggetta a rinnovo. In essa sono indicati,\noltre agli elementi identificativi e di classificazione:\na) i termini di validità ;\nb) i periodi di apertura;\nc) il numero delle piazzole, libere o allestite;\nd) la ricettività massima consentita;\ne) l' eventuale rappresentante;\nf) le attività commerciali e di ristorazione eventualmente\npreviste.\n2. La ricettività massima consentita, da indicare nella\nautorizzazione, è determinata moltiplicando il numero\ndelle piazzole previste, libere o allestite, per un numero\ndi utenti non superiori a quattro.\n3. Il rinnovo dell' autorizzazione avviene mediante vidimazione\nsull' atto originale, previo pagamento della tassa\ndi concessione all' uopo dovuta e comunicazione delle\neventuali variazioni di uno o più degli elementi e requisiti\nindicati nella domanda originaria di cui all' art. 7.\n4. Il cambio di titolarità o di gestione, la sospensione\no la cessazione dell' attività devono essere comunicati entro\ngli otto giorni successivi al Comune ed alla Giunta\nRegionale della Campania - Servizio Turismo - con l' indicazione,\nove del caso, del nuovo titolare o del nuovo\ngestore dotati dei requisiti soggettivi previsti.", '9': "Responsabilità della gestione e obblighi del titolare\n1. L' esercizio del complesso ricettivo all' aperto è svolto\ndal titolare dell' azienda, ovvero da un gestore che opera\nin nome e per conto del titolare. In ogni caso il titolare,\nqualora sia persona diversa dal gestore, risponde solidamente\ncon questo del pagamento delle sanzioni amministrative\npreviste dalla presente legge.\n2. I titolari dei complessi ricettivi all' aria aperta sono\ntenuti a dotarsi di assicurazione per rischi di responsabilità \ncivili nei confronti dei clienti.\n3. Oltre alle notifiche dei clienti ospitati, da darsi secondo\nle prescrizioni vigenti in materia di pubblica sicurezza,\nè fatto obbligo ai gestori dei complessi ricettivi\nall' aria aperta di compilare i modelli di rilevazione\nISTAT e di dare ogni comunicazione richiesta dalla Regione\ne dagli Enti competenti sul movimento turistico.\n4. E' fatto obbligo al gestore di esporre in modo ben\nvisibile all' esterno ed all' interno del complesso ricettivo\ni seguenti elementi, nell' ordine:\na) la denominazione del campeggio o villaggio turistico;\nb) il simbolo della classificazione ottenuta;\nc la capacità ricettiva massima in persone/ giorno;\nd) il tariffario di cui al successivo articolo 11;\ne) i periodi di apertura e di chiusura.\n5. I titolari o i gestori delle aziende turistiche di cuialla presente legge sono tenuti ad iscriversi nella sezione\nspeciale del registro istituito con Legge 11 giugno\n1971, n. 426, ai sensi dell' art. 5 della Legge 17 maggio\n1983, n. 217.\n6. I titolari delle aziende turistiche di cui alla presente\nlegge possono dare in gestione le attività commerciali\nall' interno della propria azienda.", '10': "\nPeriodi di apertura\n1. I periodi di apertura dei complessi ricettivi all' aria\naperta possono essere: annuale o stagionale.\n2. I complessi ricettivi con autorizzazione annuale\npossono rimanere chiusi per un periodo non superiore\na tre mesi, a scelta del gestore. La chiusura deve comunque\nessere opportunamente segnalata alle autorità competenti,\npreviste dalla presente legge, ed indicata nelle\ninsegne del complesso ricettivo e nelle guide specializzate,\nLa sospensione dell' esercizio per un periodo superiore\na tre mesi e, in ogni caso, non oltre i sei mesi è soggetta\na preventiva autorizzazione comunale con relativa\ncomunicazione agli enti competenti. Trascorso tale\nperiodo senza che si sia ripresa l' attività del complesso\nricettivo, l' autorizzazione si intende decaduta.\n3. L' autorizzazione all' esercizio stagionale non può \nessere rilasciata per un periodo inferiore a quattro mesi,\ncomprendenti in ogni caso:\na) per i complessi invernali, i giorni dal 25 dicembre\nal 28 febbraio.\n4. Il Comune può utilizzare, su richiesta delle aziende\ninteressate e per motivate esigenze locali, l' ampliamento\ndel periodo di apertura di cui al 3o comma, nel\nlimite di 1/ 3.", '11': "\nTariffe\n1. Alle strutture ricettive all' aria aperta è applicato\nil regime dei prezzi liberalizzati ai sensi della Legge 25\nagosto 1991, n. 284 e relativo Decreto del Ministero del\nTurismo e Spettacolo del 16 ottobre 1991.", '12': "\nVigilanza\n1. La vigilanza ed il controllo sull' osservanza delle\nnorme della presente legge sono esercitati dai Comuni.", '13': "\nSospensione e revoca dell' autorizzazione\n1. Il Comune può disporre la sospensione o la revoca\ndella autorizzazione qualora nel complesso ricettivo vengano\nriscontrate irregolarità di ordine tecnico ed amministrativo\ntali da compromettere la funzionalità ai fini\nturistici.\n2. Il relativo provvedimento motivato è comunicato\nalla Regione nei termini indicati al comma 9 dell' art. 7.", '14': "\nAltre strutture ricettive all' aria aperta\n1. Le associazioni od organismi senza scopo di lucro\no finalità ricreative, culturali, sociali, religiosepossono organizzare, previa autorizzazione comunale,\ncomplessi ricettivi all' aria aperta riservati ad ospitare\nesclusivamente i propri associati. Tali complessi,\ncostituiti da strutture totalmente rimovibili, devono in\nogni caso presentare i requisiti di superficie delle piazzole\ne di installazioni igienico - sanitarie di uso comune\npreviste come obbligatorie per i campeggi classificati\ncon una stella; devono assicurare la salvaguardia dell'\nambiente, l' igiene e l' incolumità delle persone; devono\navere un responsabile espressamente indicato dall'\nassociazione o dall' organismo interessato, il quale, ancorchè \nnon iscritto al registro di cui alla Legge 11 giugno\n1971, n. 426, assume gli stessi obblighi previsti per\nil gestore dalla presente legge. L' autorizzazione è rilasciata\nper un periodo non superiore a 30 giorni, eccezionalmente\nprorogabile, a domanda, una sola volta e\nper un pari periodo.\n2. Non sono soggetti all' autorizzazione di cui all' art. 7:\na) gli enti locali che destinano non più di dieci piazzole\nattrezzate per ricettività gratuita a turisti forniti di\nmezzi autonomi di soggiorno per soste non superiore a\nsette pernottamenti;\nb) le associazioni agrituristiche che, nell' ambito di itinerari\nagrituristici, allestiscono piazzole attrezzate per\nricettività gratuita a turisti forniti di mezzi autonomi di\nsoggiorno per soste non superiori a sette pernottamenti\ne con limite massino di dieci piazzole,\n3. Ogni altra forma di sosta di turisti dotati di autonomi\nmezzi mobili di soggiorno è disciplinata dai regolamenti\ncomunali.", '15': "\nClassificazione\n1. I campeggi sono contrassegnati con 4, 3, 2 ed 1 stella,\nin rapporto al servizio offerto, alla loro ubicazione\ne alla presenza di attrezzature ricreative, culturali e sportive.\nLa classificazione è effettuata sulla base dei criteri\ne dei requisiti obbligatori e fungibili elencati nelle tabelle\nA e B allegate alla presente legge.\n2. I villaggi turistici sono contrassegnati con 4, 3 e\n2 stelle, in rapporto al servizio offerto, all' ubicazione ed\nalla presenza di attrezzature ricreative, culturali e sportive.\nLa classificazione è effettuata sulla base dei criteri\ne dei requisiti obbligatori e fungibili elencati nelle tabelle\nA e C allegate alla presente legge.\n3. Vengono contrassegnate con una stella le mini aree\ndi sosta che hanno un minimo di dieci ed un massino\ndi 30 piazzole e svolgono la propria attività , integrata anche\ncon attività extraturistiche, a supporto del turismo\ncampeggistico itinerante rurale ed escursionistico.\n4. I campeggi e i villaggi turistici assumono la denominazione\naggiuntiva << A >> (annuale) quando sono aperti\nper la doppia stagione estivo - invernale e sono autorizzati\nad esercitare la propria attività per l' intero corso\ndell' anno.\n5. La classificazione ha validità per un quinquenniocon decorrenza dal 1o gennaio. Per le nuove ricettive all'\naria aperta attivate durante il quinquennio e per le\naziende soggette a riclassificazione, la classificazione ha\nvalidità per la frazione residua del quinquennio in corso.\n6. Le operazioni di classifica delle aziende ricettive\nall' aria aperta devono essere espletate nel semestre precedente\nl' anno d' inizio del quinquennio di validità della\nclassificazione stessa.\n7. Non si procede a revisione di classifica nell' ultimo\nanno del quinquennio.\n8. Per le aziende ricettive all' aria aperta in attività \nla classificazione viene assegnata sulla base dello stato\ndi fatto dell' immobile o del terreno interessato e degli\nelementi denunciati.\n9. Per le nuove aziende ricettive all' aria aperta la classifica\nviene assegnata in via provvisoria sulla base del\nprogetto edilizio autorizzato e degli elementi denunciati,\ned assegnato in via definitiva a seguito di accertamento\nda parte del Comune.\n10. Qualora durante il quinquennio intervengono notevoli\nmutamenti nelle condizioni che hanno dato luogo\nalla classificazione dell' azienda ricettiva all' aria aperta\no qualora non sussistano più i requisiti necessari per il\nmantenimento dell' azienda ricettiva stessa al livello di\nclassificazione cui è stata assegnata, si provvede, di ufficio,\no a domanda, alla revisione della classifica dell' azienda\nricettiva, in corrispondenza alle mutate condizioni\ned ai requisiti effettivamente posseduti.\n11. In presenza di sopravvenute carenze dei requisiti\nper il mantenimento del livello di classifica assegnata\nil titolare della licenza di esercizio è tenuto a farne\ndenuncia al Comune nel cui territorio è sita l' azienda ricettiva\nper l' adozione del provvedimento di classifica.\n12. Ai Comuni sono attribuite le funzioni amministrative\ndi classificazione delle aziende ricettive all' aria aperta\nai sensi dell' art. 60 del DPR 24 luglio 1977, n. 616,\ne dell' art. 19, primo comma, lettera a) della LR n. 54\ndel 29 maggio 1980. I Comuni provvederanno alla classificazione\ndelle aziende ricettive all' aria aperta tenendo\npresenti i requisiti indicati nella presente legge.\n13. Ogni provvedimento di classificazione viene adottato\ndal Comune competente per territorio con deliberazione\ndella Giunta Comunale entro 60 giorni dalla presentazione\ndella denuncia dei requisiti dell' azienda.\n14. Entro lo stesso termine il Comune può richiedere\nagli interessati ulteriori elementi conoscitivi e valutativi\ned eventualmente accertare d' ufficio i dati indispensabili\nper l' attribuzione di classifica.\n15. Il provvedimento di classifica viene trasmesso alla\nprovincia competente per territorio per l' approvazione.\n16. Il provvedimento di classifica è comunicato agli\ninteressi mediante lettera raccomandata con avviso di\nricevimento e pubblicata nel Foglio Annunzi Legali della\nProvincia.\n17. Effettuate le pubblicazioni degli elenchi e scadutii termini utili per i ricorsi, la Provincia trasmette alla\nRegione gli elenchi delle aziende ricettive classificate e,\nseparatamente, quelle delle aziende ricettive per le quali\nsiano stati presentati i ricorsi.\n18. La Giunta Regionale provvede alla pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della regione degli elenchi,\ndivisi per provincia, contenenti le classificazioni divenute\ndefinitive.\n19. La Regione provvede, altresì , all' invio degli elenchi\ndelle aziende ricettive classificate all' Ente Nazionale\nper il Turismo.\n20. Il titolare di una azienda ricettiva all' aria aperta,\nil quale realizza opere di miglioramento delle strutture,\ndegli impianti o dei servizi, tali che l' azienda ricettiva\npossa ottenere una migliore classificazione, ne dà comunicazione\nal Comune competente per la classificazione,\ncorredandola di una dettaglia descrizione dei lavori\neseguiti.", '16': "\nSanzioni\n1. L' inosservanza delle disposizioni in materia di\nclassificazione, compresa la pubblicazione, con qualsiasi\nmezzo, di attrezzature non conformi a quelle esistenti,\ndi una classificazione o di una denominazione diversa\ndal complesso ricettivo come approvato in sede di autorizzazione\nall' esercizio, è punita con la sanzione amministrativa\ndi una somma da uno a tre milioni di lire. In\ncaso di reiterata violazione il Sindaco dispone la revoca\ndell' autorizzazione.\n2. Al titolare dell' Azienda ricettiva, che non abbia\nottemperato all' obbligo della denuncia di cui al comma\n10 dell' art. 15 della presente legge, viene revocata\nl' autorizzazione all' esercizio. L' autorizzazione può nuovamente\nessere concessa previa classificazione dell' azienda\nricettiva allorchè siano stati adempiuti gli obblighi\nrelativi.\n3. L' allestimento o l' esercizio a scopo di lucro di un\ncomplesso ricettivo all' aria aperta senza relativa autorizzazione\ncomporta una sanzione pecuniaria, a carico\ndel gestore o di chi comunque risulta responsabile della\ngestione, da tre milioni a dieci milioni di lire e la immediata\nchiusura del complesso.\n4. Ai titolari delle autorizzazioni, che non forniscano\nle informazioni di cui all' art. 11 della presente legge o\nnon consentano gli accertamenti occorrenti ai fini della\nclassificazione, si applica la sanzione amministrativa da\nlire 200 mila a lire 600 mila; in caso di rinnovato invito\ne di persistenza nel rifiuto, il Comune sospende le procedure\nrelative alla classificazione e dispone la sospensione\ndell' autorizzazione fino a quando l' interessato non\nabbia ottemperato.\n5. Il titolare dell' autorizzazione che non ottemperi agli\nobblighi previsti dalla Legge 25 agosto 1991, n. 284 e relativo\nDecreto del Ministero del Turismo e Spettacolo\ndel 16 ottobre 1991, di cui al precedente art. 11, è soggettoalla sanzione amministrativa da lire 500 mila a lire\nun milione.\n6. Il titolare dell' autorizzazione che non stipuli contratto\ndi assicurazione per rischi da responsabilità civili\nnei confronti dei clienti è soggetto alla sanzione amministrativa\nda lire un milione a lire tre milioni.\n7. Al titolare dell' autorizzazione che non esponga al\npubblico le tariffe e i prezzi denunciati si applica la sanzione\namministrativa da lire 500 mila a lire un milione.\nIl titolare di autorizzazione, che applichi tariffe a prezzi\nsuperiori a quelli regolarmente denunciati, è soggetto alla\nsanzione amministrativa da lire un milione a lire tre\nmilioni; in questo caso, se recidivo, può farsi luogo alla\nrevoca dell' autorizzazione.\n8. Il titolare dell' autorizzazione che consenta il soggiorno\nad un numero di turisti superiore a quello previsto\ndalla capacità ricettiva degli impianti è soggetto alla\nsanzione amministrativa da lire 500 mila a lire due\nmilioni; nel caso di recidiva può essere disposta la revoca\ndella concessione.\n9. Chiunque eserciti campeggio mobile organizzato\nsenza l' autorizzazione di cui all' art. 7, comma 1, è soggetto\nalla sanzione amministrativa da lire 500 mila a lire\nun milione.\n10. Le somme dovute ai sensi del presente articolo\nsono riscosse dalle competenti amministrazioni comunali\nche le incamerano quale provvista di mezzi finanziari\nper far fronte alle attribuzioni ad esse conferite con\nla presente legge.", '17': "\nNorme transitorie\n1. La presente legge si applica anche ai complessi ricettivi\nall' aria aperta già in attività e regolarmente autorizzati.\n2. Il Comune provvede alle eventuali modifiche dell'\nautorizzazione in atto in relazione alle norme di cui alla\npresente legge in occasione del primo rinnova della\nstessa.\n3. Nei complessi ricettivi che non possiedano i requisiti\nprevisti dalla presente legge, stante la finalità di pubblico\ninteresse e di utilità sociale, dovranno essere attuati\ni necessari adeguamenti anche gradualmente, entro\ntre anni dall' entrata in vigore della stessa legge, previo\nrilascio della relativa autorizzazione da parte del Comune,\nanche in deroga alle normative urbanistiche, limitatamente\nai dovuti adeguamenti previsti dalla presente\nlegge.\n4. Entro 60 giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge le aziende turistiche all' aria aperta devono in\nogni caso comunicare ai Comuni competenti gli elementi\ne la documentazione richiesta ai fini della classificazione.", '18': "\nAdeguamento urbanistico\n1. Nel caso in cui insediamenti ricettivi, già autorizzati\ne funzionanti ai sensi della precedente Legge nº\n326 del 28 marzo 1958, insistono su un' area dello strumentourbanistico destinato ad uso diverso dalla ricettività \nproduttiva turistica, i Comuni, entro 365 giorni\ndalla entrata in vigore della presente legge, adottano\nuna variante allo strumento urbanistico vigente, per destinare\nnel rispetto degli indirizzi di cui alla LR 14/ 82,\nle aree già in uso di detti insediamenti a zone di produttività \nturistica per complessi ricettivi all' aria aperta,\npurchè :\na) non si tratti di insediamenti realizzati o ampliati\ndopo l' opposizione del vincolo di cui alla Legge 431/ 85\ncon efficacia sulle aree in questione;\nb) non si tratti di insediamenti in contrasto con le destinazioni\ne le normative dei piani paesistici o urbanistico -\nterritoriali di cui alla Legge 43/ 85;\nc) i proprietari si impegnino, con atto unilaterale di\nobbligo, ad adeguare l' impianto alle prescrizioni della\npresente legge entro 24 mesi dell' approvazione della variante,\npena la revoca dell' autorizzazione e l' automatica\nconversione della destinazione urbanistica dell' area\ninteressata al regime di zona agricola secondo gli indirizzi\ndella LR 14/ 82.\n2. In sede di formazione di detta variante, oltre che\nalle aree già in uso ed autorizzate nella licenza di esercizio\ndei complessi già funzionanti, la destinazione a\nricettività turistica all' aria aperta può essere estesa ad\naree ad esse adiacenti, non ricadenti nelle situazioni\ndi cui alle lettere a) e b) del precedente comma, nella\nmisura massima del 20% della superficie attuale dei\ncomplessi adiacenti in funzione, unicamente allo scopo\ndi consentire l' adeguamento dei complessi ai requisiti\nminimi previsti dalla classificazione di cui alla presente\nlegge, con la esclusione tassativa di nuovi posti\nequipaggio o allestimenti stabili, e con il mantenimento\ndei posti equipaggio e delle unità abitative già in\nesercizio al fine di non sopprimere la capacità produttiva\ndell' azienda già autorizzata e funzionante.", '19': "\nAbrogazione\n1. Con l' entrata in vigore della presente legge sono\nabrogati gli artt. 3, 5, 6 e 13, nonchè i riferimenti alle\naziende ricettive all' aria aperta, contenuti negli artt. 1,\n4, 7, 9, 10, 22, 23, 24 e relativi allegati della LR 15 marzo\n1984, n. 15.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della regione Campania\nNapoli, 26 marzo 1993"} | null |
campania | 2,000 | 15 | null | {'1': 'Finalità e limiti d’applicazione\n1. La presente legge, ispirata dall’obbiettivo di limitare \nl’utilizzazione edilizia del territorio attraverso la \nrazionalizzazione dei volumi esistenti, mira a promuovere il recupero \nabitativo di sottotetti, esistenti alla data della sua entrata in \nvigore.\n2. Il Consiglio Comunale può disporre l’esclusione di parti del \nterritorio comunale dall’applicazione della presente legge.', '2': 'Nozione di sottotetto\n1. Si definisce sottotetto il volume sovrastante l’ultimo piano \ndell’edificio, o di sue parti, compreso nella sagoma di copertura.', '3': 'Condizioni per il recupero\n..\n1. Il recupero abitativo dei sottotetti esistenti, alla data del 17 \nottobre 2000, è ammesso qualora concorrano le seguenti condizioni:\na) l’edificio in cui è situato il sottotetto deve essere destinato, o \nè da destinarsi, in tutto o in parte alla residenza;\nb) l’edificio in cui è ubicato il sottotetto deve essere stato \nrealizzato legittimamente ovvero, ancorché realizzato abusivamente, \ndeve essere stato preventivamente sanato ai sensi della Legge 28 febbraio 1985 n.47;\nc) l’altezza media interna, calcolata dividendo il volume interno \nlordo per la superficie interna lorda, non può essere inferiore a \nmetri 2,40. Negli edifici siti al di sopra dei 600 metri sul livello \ndel mare è ammessa una riduzione dell’altezza media sino a metri 2,20. \nIn caso di soffitto non orizzontale, fermo restando le predette \naltezze medie, l’altezza della parete minima non può essere inferiore \na metri 1,40. Gli eventuali spazi di altezza inferiore al minimo, da \nnon computarsi ai fini del calcolo dell’altezza media interna , \ndevono essere chiusi mediante opere murarie o arredi fissi e ne può \nessere consentito l’uso come spazio di servizio destinato a guardaroba \ned a ripostiglio. In corrispondenza delle fonti di luce diretta la \nchiusura di tali spazi non è prescrittiva. Per i locali con soffitti a \nvolta, l’altezza media è calcolata come media aritmetica tra l’altezza \ndell’imposta e quella del colmo della volta stessa, misurata dal \npavimento al loro intradosso con una tolleranza fino al 5 per cento.\n2. Ai fini del raggiungimento dell’altezza media, di cui alla \nlettera c) del comma 1, è consentito l’abbassamento dell’ultimo solaio \ne la conseguente modifica della quota d’imposta dello stesso, a \ncondizione che non si incida negativamente sulla statica e sul \nprospetto dell’edificio, nonché sui requisiti minimi di abitabilità \ndei locali sottostanti, di cui al decreto del Ministro Sanità datato 5 \nluglio 1975, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.190 del 18 luglio \n1975.', '4': 'Modalità d’intervento\n1. Il recupero del sottotetto non deve comportare la modifica \ndell’altezza di colmo e di gronda né l’inclinazione delle falde.\n2. Al fine di assicurare l’osservanza dei requisiti di fruibilità e \naeroilluminazione naturale dei locali il recupero abitativo dei \nsottotetti può avvenire anche mediante l’apertura di porte, finestre, \nlucernari e abbaini purchè siano rispettati i caratteri formali e \nstrutturali dell’edificio.', '5': 'Ristrutturazioni e contributi\n1. Gli interventi diretti al recupero abitativo dei sottotetti sono \nclassificati come ristrutturazione edilizia ai sensi della lettera d) \ndel comma 1 dell’articolo 31, della legge 5 agosto 1978 n.457.\n2. Gli interventi, di cui al comma 1, sono soggetti a concessione \nedilizia e comportano la corresponsione di un contributo commisurato \nagli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria ed al costo di \ncostruzione, di cui agli articoli 5 e 6 della legge 28 gennaio 1977 \nn.10, calcolati sulla volumetria resa abitativa secondo le tabelle \napprovate e vigenti in ciascun comune per le opere di nuova \ncostruzione.', '6': 'Deroga a normative\n1. Ferme restando le condizioni di cui al precedente articolo 4, il \nrecupero abitativo dei sottotetti, esistenti alla data del 17 ottobre \n2000, può essere realizzato anche in deroga alle prescrizioni delle \nleggi regionali 20 marzo 1982 n.14, 20 marzo 1982 n.17 e 27 giugno \n1987 n.35, dei piani territoriali urbanistici e paesistici, dei provvedimenti regionali in materia di parchi, con esclusione della \nzona A di cui all’articolo 22 della legge regionale 1 settembre 1993 \nn.33, nonché degli strumenti urbanistici comunali vigenti o in itinere \ne dei Regolamenti Edilizi vigenti.', '7': 'Dichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell’articolo 127, \nsecondo comma, della Costituzione ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\n2. E’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla \nosservare come legge della Regione Campania.'} | null |
campania | 2,000 | 14 | null | {'1': "Finalità\n1. La Regione Campania promuove e incentiva la istituzione ed il \nfunzionamento dei Servizi Informagiovani, ai fini dello sviluppo \ndell'informazione, quale necessario strumento per favorire \nl'interazione e la partecipazione dei giovani e come prevenzione \nprimaria, nel quadro del superamento degli ostacoli di ordine \nculturale, sociale ed economico, che impediscono la piena maturazione.\n2. La istituzione ed il funzionamento dei Servizi Informagiovani, di \ncui al comma 1, è affidata a Comuni, singoli o associati, e Province, \nsecondo modalità precisate nei successivi articoli e nell'ambito della \nprogrammazione regionale.\n3. Al fine della piena attuazione della Legge regionale 5 agosto 1989, \nn.14 e, per la programmazione degli interventi, è avviato presso la \nGiunta regionale - Area Generale di Coordinamento Istruzione \nEducazione Permanente e Promozione Culturale, Biblioteche e Musei, \nPolitiche Giovanili e del Forum Regionale della Gioventù, Osservatorio \ndel Mercato del Lavoro, Emigrazione e Immigrazione, Formazione \nProfessionale, Orientamento Ricerca Sperimentazione e Consulenza sulla \nFormazione Professionale - Settore Politiche Giovanili e del Forum \nRegionale della Gioventù un sistema informativo con annessa banca \ndati, che privilegia la raccolta e la gestione delle informazioni \nrelative alle condizioni e ai bisogni della popolazione giovanile \ndella Regione.", '2': 'Obiettivi1. La Regione Campania, per il raggiungimento delle finalità di cui \nall\'articolo 1, si propone la costruzione di una rete di strutture, di \ndiversa tipologia, dei Servizi Informagiovani, raccordate tra di loro \ne distribuite sul territorio secondo criteri e competenze precisati \ncon gli articoli successivi, denominata "Sistema Informativo Regionale \nGiovanile" e richiamata nei successivi articoli della presente Legge \ncon la sigla S.I.R.G. .\n2. In tale direzione la Regione Campania favorisce interventi \nfinalizzati a:\na) il reperimento e la raccolta dei dati e delle informazioni, a \nvalenza regionale, nazionale ed europea sui principali campi di azione \ndella vita giovanile, mediante acquisizione e strutturazione, anche in \ncollegamento, di apposite banche dati;\nb) la trasmissione, diffusione e pubblicizzazione su supporti idonei \ndei dati e delle informazioni raccolti e diretti ai giovani della \nRegione;\nc) l\'aggiornamento in servizio e la formazione continua degli \noperatori delle strutture Informagiovani;\nd) il collegamento e la cooperazione tra le strutture Informagiovani \noperanti sul territorio regionale;\ne) il raccordo tra la rete territoriale dei servizi Informagiovani ed \nEnti e Organismi operanti sul territorio regionale, che a vario titolo \nsi rapportano alle politiche giovanili, anche a mezzo di servizi \ninformativi;\nf) il collegamento con omologhi Organismi regionali, nazionali ed \neuropei.', '3': 'Ambito di Attività dei Servizi Informagiovani\n1. I servizi Informagiovani svolgono la propria attività in materia di \nricerca, trattamento, diffusione delle informazioni, comunicazione, \nconsulenza e orientamento, gestione degli interventi e delle relazioni \nnei seguenti campi di interesse:\na) istruzione, formazione professionale, studi universitari;\nb) educazione permanente;\nc) cultura;\nd) occupazione, sbocchi occupazionali, mobilità;\ne) salute;\nf) vita sociale;\ng) tempo libero, vacanze e sport.', '4': "Tipologie delle Strutture Informagiovani\n1. Per la costruzione del S.I.R.G., di cui al comma 1 dell'articolo 2, \nla rete territoriale delle strutture Informagiovani, all'interno di\naree sub-regionali individuate nei territori delle Province e, \nallorchè costituita ai sensi e per gli effetti della legge 8 giugno \n1990, n.142, della Città Metropolitana di Napoli, si articola nelle \ntipologie seguenti:\na) Agenzia servizi Informagiovani, quale struttura unica al servizio \ndelle altre strutture Informagiovani del territorio sub-regionale, \nfinalizzata alla predisposizione di servizi di progettazione archivi, \ntrattamento dei documenti, acquisizione dei data-base, individuazione \ndi criteri metodologici per il reperimento e la raccolta di fonti, di \ndati e di informazioni, marketing di acquisizione e di diffusione; l'Agenzia realizza sistematici collegamenti fra le strutture \ndell'area, ai fini dell'adeguamento degli interventi delle stesse agli \nstandards, individuati in rapporto ai bisogni informativi dei giovani \ndel singolo territorio. Valuta eventuali richieste di collegamento in \nrete da parte di altre strutture informative per giovani, gestite da \nOrganismi pubblici o del privato sociale e che presentino standards \norganizzativi e di trattamento delle informazioni compatibili con \nquelli del S.I.R.G., definendone modalità e procedure;\nb) Centro Informagiovani, con compiti di gestione dell'informazione, \nindividuazione dei bisogni informativi, sviluppo dell'attività di \ncomunicazione e di gestione delle relazioni, consulenza, attività di \nricerca e documentazione nello specifico territorio, collegamento e \ncollaborazione con Enti, Organismi e Servizi anche del privato sociale \ndel territorio, interessati alla condizione giovanile;\nc) Punto Informagiovani, con compiti di diffusione delle informazioni, \nindividuazione dei bisogni informativi, attività di comunicazione e di \ngestione delle relazioni, consulenza.\n2. I rapporti tra le predette strutture e tra queste ed altri Enti ed \nOrganismi sono regolamentati con appositi atti in un'ottica di \ncoordinamento di rete e di integrazione dei servizi.", '5': "Istituzione e Gestione delle Strutture\n1. La competenza della istituzione e gestione delle diverse strutture \ndei Servizi Informagiovani è attribuita secondo le norme del presente \narticolo.\n2. L'Agenzia servizi Informagiovani è istituita e gestita da ciascuna \nAmministrazione Provinciale. La Città Metropolitana di Napoli, \nallorchè costituita, istituisce e gestisce l'Agenzia servizi \nInformagiovani per il territorio di propria competenza.\n3. Il Centro Informagiovani è istituito e gestito dai Comuni, singoli \no associati, e rivolge la propria attività ai giovani dell'intero \nterritorio coincidente con quello del Distretto scolastico di \nappartenenza. A tal fine, i Comuni afferenti allo stesso territorio \nstipulano gli appositi atti previsti dalla Legge 8 giugno 1990, n.142 \n-. Sede del Centro Informagiovani è il Comune sede del Distretto \nscolastico o, in subordine, il Comune che provvede ai locali ed al \npersonale.\n4. Il comune di Napoli, nel cui territorio afferiscono più Distretti \nscolastici, definisce il numero e la dislocazione territoriale dei \nCentri Informagiovani anche con criteri di accorpamento di due o più \naree distrettuali, in relazione ai bisogni informativi della \npopolazione giovanile.\n5. E' consentita l'istituzione di più Centri Informagiovani \nall'interno del medesimo territorio distrettuale, allorchè esso \ninsista su più Province, in modo da consentirne il collegamento con \nl'Agenzia servizi Informagiovani delle Amministrazioni Provinciali \nterritorialmente competenti.\n6. Il Punto Informagiovani è istituito e gestito dal singolo Comune. \nOgni Comune definirà il numero e la dislocazione dei Punti \nInformagiovani, da istituire anche a livello di quartiere o di \nfrazione, secondo i bisogni informativi della popolazione giovanile. \nPiù Comuni possono associarsi per l'utilizzazione di un medesimo Punto \nInformagiovani.\n7. Le strutture di cui ai commi 1 e seguenti si avvalgono di locali facilmente accessibili, idonei all'espletamento delle relative \ncompetenze.\n8. Gli orari settimanali di apertura al pubblico devono essere di \nalmeno venti ore per l'Agenzia servizi Informagiovani, quindici ore \nper il Centro Informagiovani e otto ore per il Punto Informagiovani.\n9. L'istituzione delle strutture previste dalla presente Legge avviene \nattraverso apposito atto deliberativo, nel quale vanno precisati le \ncaratteristiche:\na) strutturali: obiettivi, contenuti, competenze;\nb) infrastrutturali: personale, locali, attrezzature, orari.", '6': "Coordinamento Regionale della Rete Territoriale\n1. Ai fini della determinazione integrata degli indirizzi \nprogrammatici e di verifica generale dell'andamento dei servizi \nInformagiovani è costituito, presso la Giunta regionale - Area \nIstruzione Educazione Permanente e Promozione Culturale, Biblioteche e \nMusei, Politiche Giovanili e del Forum regionale della Gioventù, \nOsservatorio del Mercato del Lavoro Emigrazione e Immigrazione, \nFormazione Professionale, Orientamento Ricerca Sperimentazione e \nConsulenza sulla Formazione Professionale - Settore Politiche \nGiovanili il Comitato regionale di Coordinamento dei servizi \nInformagiovani, composto da:\na) Assessore Regionale al ramo, con funzioni di Presidente;\nb) Assessori delle Province in materia di politiche giovanili;\nc) nelle more della costituzione della Città Metropolitana di Napoli, \nil Comitato viene integrato dall'Assessore alle Politiche Giovanili \ndel Comune di Napoli;\nd) il rappresentante regionale dell'A.N.C.I. .\n2. Le funzioni di segreteria del Comitato sono svolte da un \nFunzionario del Settore regionale Politiche Giovanili, designato \ndall'Assessore regionale al ramo.\n3. L'Assessore regionale al ramo, al fine della promozione dell'attiva \npartecipazione degli operatori per lo sviluppo qualificato dei \nservizi, convoca la Conferenza regionale dei servizi Informagiovani.\n4. Il Settore regionale delle Politiche Giovanili, anche a garanzia di \nsupporto tecnico al Comitato di cui al comma 1, assicura il \ncollegamento con le strutture del S.I.R.G. e, particolarmente, tra le \nAgenzie servizi Informagiovani, al fine dello sviluppo regolato dei \nprocessi di interazione, nell'ottica dell'ottimizzazione degli \ninterventi e del loro adeguamento agli indirizzi programmatici \nregionali.\n5. Lo stesso Settore si collega con omologhi Organismi regionali, \nnazionali ed europei, al fine del confronto delle esperienze e per un \ncostante aggiornamento degli indirizzi organizzativi e programmatici \ndei servizi Informagiovani.\n6. Il Settore regionale delle Politiche Giovanili, per la raccolta e \nla gestione delle informazioni ed il collegamento in rete con omologhe \nstrutture regionali, nazionali ed internazionali, si avvale del \nproprio sistema informativo con annessa banca dati.", '7': "Personale\n1. Il personale degli Enti Locali, poi denominati EE.LL., addetto ai \nservizi Informagiovani deve essere in possesso dei seguenti requisiti:a) attitudine alla comprensione delle problematiche che investono la \ncondizione giovanile;\nb) predisposizione alle relazioni, interpersonali e di gruppo, con il \npubblico giovanile;\nc) possesso del titolo di studio almeno di scuola secondaria di 2° \ngrado;\nd) possesso di qualifica conseguita attraverso corso di qualificazione \no riqualificazione, gestito o riconosciuto dalla Regione.\n2. La direzione delle Agenzie servizi Informagiovani e dei Centri \nInformagiovani è affidata a personale in possesso, oltre che dei \nrequisiti precedenti, di diploma di laurea e di idonee esperienze \nprofessionali.\n3. La formazione continua e l'aggiornamento in servizio sono \nassicurati dagli EE.LL., gestori delle strutture Informagiovani \ntramite autorizzazione a partecipare a stages, seminari, convegni, \nmoduli di formazione organizzati in proprio o da terzi.\n4. Le Amministrazioni Provinciali e la Città Metropolitana di Napoli, \nallorchè istituita, curano, su base territoriale, l'organizzazione di \nmoduli ricorrenti in rispondenza ai nuovi bisogni di aggiornamento.\n5. La Regione realizza corsi per il conseguimento di qualifiche, o di \nriqualificazione, del personale dei servizi Informagiovani.\n6. L'attività di qualificazione o riqualificazione del personale dei \nservizi Informagiovani deve essere comunque riferita ai contenuti \nprofessionali delle strutture, di cui all'articolo 4.\n7. Fino all'espletamento dell'attività corsuale di cui ai commi 4 e 5, \ngli EE.LL. si avvalgono per i servizi Informagiovani di personale \ncomunque in possesso degli altri requisiti di cui al comma 1.", '8': "Modalità di Accesso e Criteri per l'Erogazione dei Contributi\n1. Per accedere al contributo regionale i Comuni, singoli o associati, \ne le Province devono far pervenire, al Settore Politiche Giovanili \ndella Giunta regionale, il progetto dell'intervento informativo \nofferto, con annesso piano finanziario, unitamente all'atto \ndeliberativo di approvazione, entro, e non oltre, il primo marzo di \nciascun anno.\n2. Al fine dell'accesso al contributo regionale dei progetti \npresentati dagli EE.LL. si assumono i seguenti criteri:\na) la dimensione demografica e il quadro socio-economico dell'area \nterritoriale di intervento delle differenti strutture Informagiovani, \ndi cui all'articolo 4;\nb) il livello di complessità delle differenti strutture riferito ai \ncompiti e ai servizi previsti dalla presente legge;\nc) la partecipazione associativa degli EE.LL. per la predisposizione e \nconduzione del progetto;\nd) il riequilibrio territoriale delle strutture Informagiovani in base \na criteri oggettivi del rapporto fra l'utenza potenziale e le \nstrutture, con particolare riferimento ai bacini di utenza, che ne \nsono carenti.\n3. Il progetto, di cui al comma 1, finalizzato all'efficacia e allo \nsviluppo delle iniziative, deve indicare l'articolazione di:\na) obiettivi, congruenti con quelli definiti dall'articolo 2 e \ndistinti per le varie tipologie di cui all'articolo 4;\nb) attività e compiti da realizzare, rientranti nei campi di interesse \ndi cui all'articolo 3;c) tempi e fasi di realizzazione previsti, che, nel caso di durata \npluriennale, devono prevedere la scansione per fasi secondo programmi \nannuali;\nd) luoghi e attrezzature da utilizzare;\ne) operatori impiegati.\n4. Il progetto, deve contenere la relazione sul progetto dell'anno \nprecedente e, nel caso di collaborazione organica, finalizzata alla \ngestione dei progetti stessi, con altri Enti, Istituzioni, Organismi \npubblici e privati, i relativi atti.\n5. Il piano finanziario deve essere formulato in maniera articolata \ncon indicazione analitica delle singole voci di spese.\n6. Dalla delibera di approvazione del progetto deve rilevarsi l'entità \ndel finanziamento dell'Ente Locale da prevedersi, al minimo in misura \nnon inferiore al 50% del costo del progetto medesimo.\n7. Il contributo regionale non può essere utilizzato per il fitto dei \nlocali e/o per le spese del personale di cui al comma 9 dell'articolo \n5.", '9': 'Utilizzazione dei Fondi Regionali\n1. La Giunta regionale, entro il 30 giugno di ogni anno, con atto \ndeliberativo, su proposta dell\'Assessore al ramo, eroga i contributi \nai progetti predisposti dagli EE.LL., singoli o associati, con i fondi \nassegnati al Capitolo numero 5154 "Promozione ed Incentivazione dei \nservizi Informagiovani".\n2. La definizione del contributo è predeterminata, sulla base dei \ncriteri di cui al comma 2 dell\'articolo 8, da atto deliberativo di \nGiunta regionale, che specifica i suddetti criteri per la \nparametrazione dei contributi, tenendo presente, altresì, lo stato di \nsviluppo della rete delle strutture Informagiovani.\n3. I contributi sono vincolati alla realizzazione delle iniziative, \nper le quali sono concessi e non possono essere utilizzati per altre \nfinalità.\n4. Le spese per le attività di cui all\'articolo 6 vengono approvate, \nsu proposta dell\'Assessore al ramo, con atto deliberativo della Giunta \nregionale, utilizzando i fondi assegnati al Capitolo numero 5156 \n"Coordinamento regionale della Rete Territoriale delle Strutture \nInformagiovani".', '10': '\nFinanziamento\n1. All\'onere derivante dall\'applicazione della presente legge per \nl\'anno finanziario 2000, quantizzato in lire 1,5 miliardi, si provvede \ncon:\na) per gli oneri di cui all\'articolo 9 lo stanziamento di lire 1200 \nmilioni, in termini di competenza e di cassa, di cui al capitolo 5154, \ndenominato "Promozione e incentivazione dei servizi Informagiovani -\ncontributo agli EE.LL." mediante prelievo della occorrente somma, ai \nsensi dell\'articolo 30 della Legge regionale 27 luglio 1978, n.20, dal \ncapitolo 1040 dello stato di previsione della spesa per l\'esercizio \nfinanziario 1999, che si riduce di pari importo;\nb) per gli oneri previsti dall\'articolo 6 lo stanziamento di lire 300 \nmilioni, in termini di competenza e di cassa, di cui al capitolo 5156, \ndi nuova istituzione, con la denominazione "Coordinamento regionale \ndella rete territoriale delle strutture Informagiovani", mediante prelievo della occorrente somma ai sensi dell\'articolo 30 della Legge \nregionale n.20/1978, dal capitolo 1040 dello stato di previsione della \nspesa per l\'esercizio finanziario 1999, che si riduce di pari importo.\n2. Agli oneri per gli anni successivi si provvede con la legge di \nbilancio.', '11': "\nNorma transitoria\n1. Le date del primo marzo e del trenta giugno, previste \nrispettivamente all'articolo 8, comma 1 e all'articolo 9, comma 1, \ndecorrono a partire dall'anno successivo a quello dell'entrata in \nvigore della presente legge. Per l'anno della sua approvazione la data \ndi scadenza per la presentazione dei progetti è fissata al novantesimo \ngiorno dall'entrata in vigore della presente legge.\n2. Gli EE.LL. che, all'entrata in vigore della presente legge \nregionale, hanno già istituito i servizi Informagiovani, li adeguano \nentro tre anni alle tipologie delle strutture, di cui all'articolo 4.", '12': '\nAbrogazioni\n1. La presente legge abroga la Legge regionale 12 agosto 1993, n.26 \n"Promozione ed incentivazione del servizio Informagiovani" e \nsuccessive modificazioni.', '13': "\nDichiarazione di urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 127, \nsecondo comma, della Costituzione ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania."} | null |
campania | 2,000 | 7 | null | {'1': 'Modalità di erogazione degli interventi finanziari dello Stato.\n1. La Giunta Regionale eroga alle Aziende di trasporto pubblico aventi \ntitolo il contributo decennale dello Stato di cui al comma 2 e al \ncomma 4 dell’articolo 1 del decreto legge 1°aprile 1995, n. 98, \ncoordinato con la legge di conversione 30 maggio 1995, n.204, in quote \nproporzionali ai rispettivi disavanzi di esercizio 1987-1993, \nosservando le prescrizioni di cui ai commi 8, 9 e 10 dello stesso \narticolo della medesima legge.\n2. Le Aziende pubbliche di trasporto conguagliano, ai sensi del comma \n14 dell’articolo 1 del D.L. n.98/95 coordinato con la legge di \nconversione n.204/95, il contributo ad esse assegnato con le Province \ned i Comuni che, nella qualità di proprietari o concedenti, hanno già \ndato copertura, anche parziale, ai disavanzi.\n3. Le Province ed i Comuni proprietari e concedenti delle Aziende \nPubbliche di trasporto che, ai sensi dell’art.2 del testo del decreto \nlegge 31 ottobre 1990, n.310, coordinato con la legge di conversione \n22 dicembre 1990, n.403, nonché del testo del decreto legge 19 \ndicembre 1992, n.485, coordinato con la legge di conversione 17 \nfebbraio 1993, n.32, hanno contratto o intendono contrarre mutui per \nil ripiano dei residui disavanzi di esercizio 1987-1993, possono \nchiedere alla Giunta Regionale di utilizzare i contributi assegnati \nalle Aziende, ai sensi del comma 1, per il pagamento delle annualità \ndi ammortamento.', '2': 'Interventi finanziari regionali a favore delle Aziende private \nconcessionarie di autolinee di competenza regionale o comunale e delle \nGestioni Commissariali Governative concessionarie di autolinee di \ncompetenza regionale.1. La Giunta Regionale assume, ai sensi dell’articolo 2-bis del testo \ndel D.L. n.310/90 coordinato con la legge n.403/90, nonché del testo \ndel D.L. n.485/92 coordinato con la legge n.32/93, a carico del \nbilancio regionale, un mutuo decennale di importo complessivo di lire \n181 miliardi, da destinare ad interventi finanziari in favore delle \nAziende private concessionarie di autolinee di competenza regionale o \ncomunale e delle Gestioni Commissariali Governative , per il parziale \nriassorbimento dei residui disavanzi di esercizio 1987/1993, come \nrideterminati in conformità al comma 5 dell’art. 1 del testo del D.L. \nn.98/95, coordinato con la legge n.204/95. Il contributo, di cui al \ncomma 2 del D. L. del 1° aprile 1995, n.98, convertito in legge 30 \nmaggio 1995, n.204, così come dettato dal comma 8 del succitato \nDecreto Legge, è sospeso qualora entro il 31 dicembre 1997 gli Enti \nproprietari non hanno provveduto alla copertura dei disavanzi \nrisultanti dai piani di riassorbimento approvati. \n2. Per la fruizione dei benefici di cui al comma 1, le Aziende private \ndi trasporto e le Gestioni Governative e Regionali interessate \ninoltrano apposita istanza di richiesta in carta legale, a mezzo \nraccomandata, al Presidente della Giunta Regionale entro il termine \nperentorio di trenta giorni, decorrenti dalla data di entrata in \nvigore della presente legge, con l’obbligo di corredare l’istanza \nstessa per ciascun anno dal 1987 al 1993 di apposita dichiarazione \nattestante il disavanzo maturato ed i contributi regionali percepiti.\n3. Gli interventi finanziari di cui al comma 1 sono attuati come \nsegue:\na) per le Aziende private di trasporto e le Gestioni Commissariali \nGovernative e Regionali di cui al comma 1, limitatamente alla quota \npari al 40% del totale dei disavanzi 1987-1993, come rideterminati in \nconformità al comma 5dell’art.1 del testo del D.L. n.98/95, coordinato \ncon la legge di conversione n. 204/95;\nb) per le Aziende private di trasporto escluse dalla contribuzione \ndello Stato ed in esercizio al 31 dicembre 1993, le quali certificano \ndisavanzi dagli anni 1987 al 1993, per una quota pari \nall’ammontare del totale dei disavanzi \nriferiti all’accantonamento per il T.F.R., rideterminato con le \nmodalità di cui al comma 5 del testo del D.L. n.98/95 \ncoordinato con la legge di conversione n.204/95;\nc) per le Aziende private concessionarie di autolinee regionali per \nil trasporto delle maestranze negli opifici industriali in \napplicazione delle LL.RR. 25 gennaio 1983, n.16, e 15 marzo 1984, \nn.13, escluse dalla contribuzione dello Stato ai sensi dei \ncommi 9 e 10 dell’articolo 1 del testo del D.L. n. 98/95, \ncoordinato con la legge di conversione n.204/95, per una quota \npari al 70% del totale dei disavanzi di esercizio dagli anni \n1987-1993, rideterminati con le modalità di cui al comma 5 \ndell’articolo 1 del testo del D.L. n.98/95, coordinato con la legge di \nconversione n.204/95.\n4. Per le Gestioni Commissariali Regionali è prevista la copertura del \ndisavanzo di lire 20 miliardi relativo agli anni 1987-1993, previa \ncertificazione dei Bilanci relativi agli stessi anni da parte dei \ncompetenti uffici regionali.\n5. Uno o più soggetti iscritti nel registro di cui all’articolo 1 del \nD.L. 27 gennaio 1992 n. 88, nominati dalla Giunta Regionale su proposta dell ’Assessore ai Trasporti, esprimono un giudizio \nprofessionale sull’attendibilità dei dati risultanti dai bilanci delle \nAziende private di trasporto per gli esercizi 1987-1993.\n6. Gli onorari, vistati dai rispettivi ordini professionali, sono a \ncarico del Bilancio Regionale.', '3': 'Recuperi\n1. In sede di liquidazione degli interventi finanziari alle Aziende di \ncui alla lettera b) del comma 3 dell’articolo 2, la Giunta Regionale \nrecupera le quote di trattamento di fine rapporto, poi denominate \n“quote T.F.R.”, del personale in attività di servizio trasferito, \nancorché coattivamente, ad altre Aziende di trasporto pubblico.\n2. Le quote di cui al comma 1 vengono erogate direttamente alle \nAziende subentrate, previa esibizione della certificazione sull’entità \ndelle quote T.F.R. maturate dal personale per il periodo antecedente \nal trasferimento.\n3. La Giunta Regionale utilizza le quote di contributo non erogate, di \ncui agli articoli 1 e 2 , per l’attuazione di programmi di sviluppo \ndel trasporto pubblico locale ed il soddisfacimento di Accordi di \nProgramma e di Servizio tra la Regione, le Aziende Pubbliche di \ntrasporto e gli Enti Locali proprietari.', '4': 'Tariffa\n1. Per i biglietti di corsa semplice si applica la tariffa \nchilometrica n.1 cl. 2°, ivi compresa la tariffa minima tassabile, \nvigente per le Ferrovie dello Stato S.p.A.-.\n2. Gli adeguamenti disposti per le Ferrovie dello Stato S.p.A. si \napplicano anche alla tariffa chilometrica di cui al comma 1.\n3. Per le autolinee di Grande Turismo e di interesse regionale si \napplica la tariffa chilometrica n.1, cl.1°, vigente per le Ferrovie \ndello Stato S.p.A.-.\n4. Il prezzo degli abbonamenti è calcolato moltiplicando il prezzo di \ncorsa semplice per ventisei corse per gli abbonamenti quindicinali, e \nper cinquanta corse per gli abbonamenti mensili, applicando agli \nimporti così ottenuti lo sconto del 40%.\n5. Per gli abbonamenti di cui al comma 4 il numero delle corse \ngiornaliere è illimitato; il prezzo degli abbonamenti è arrotondato \nalle 100 lire superiori.\n6. La Giunta Regionale può autorizzare, nell’ambito della relativa \nprogrammazione, sistemi di tariffe omogenee per esigenze di \ncoordinamento e di integrazione tra servizi urbani, suburbani ed \ninterurbani, ferroviari e funicolari, questi ultimi non a carattere \nturistico.', '5': 'Miglioramento rapporto ricavi/costo\n1. Per il miglioramento del rapporto tra ricavi e costi, la Giunta \nRegionale, nell’ambito della relativa programmazione, può autorizzare \nper singole linee suburbane ed interurbane, per tratte urbane di linee \nsuburbane ed interurbane e per singole tipologie di titoli di viaggio, adeguamenti tariffari rispetto al sistema tariffario minimo.\n2. E’ fatto divieto alle Aziende di trasporto pubblico di applicare \nconcessioni di viaggio gratuite o ridotte rispetto alla tariffa \nordinaria che non siano espressamente previste dalla presente legge o \nda leggi della Regione Campania o dello Stato.\n3. Le Province ed i Comuni, che intendono concedere a particolari \ncategorie di cittadini titoli di viaggio gratuiti o ridotti, debbono \ncorrispondere alle Aziende di trasporto pubblico le differenze \ntariffarie.', '6': 'Bagagli\n1. Il viaggiatore può portare con sè gratuitamente un solo bagaglio di \ndimensioni non eccedenti cm.50 x 30 x 25.\n2. Per ogni ulteriore bagaglio e per quelli che eccedono le dimensioni \ndi cui al comma 1, il viaggiatore è tenuto a munirsi del biglietto, il \ncui prezzo deve corrispondere a quello del biglietto di corsa semplice \nprevisto per la stessa distanza chilometrica.', '7': 'Vigilanza, accertamenti, visite e prove\n1. Agli accertamenti previsti all’articolo 16 della Legge regionale 26 \nmaggio 1975, n.40, provvede il personale della Giunta Regionale, in \nservizio presso il Settore autolinee e vie di comunicazioni ed il \nSettore Fondo Nazionale Trasporti, munito di apposito distintivo ai \nsensi dell’ottavo comma dell’articolo 2 della Legge regionale 10 \ngennaio 1983, n.13, e di tessera di servizio rilasciata dall’Assessore \nregionale che ha la sovrintendenza dell’Area. La tessera di servizio \nha validità annuale e può essere revocata anche prima della scadenza.\n2. Per lo svolgimento dei compiti di vigilanza e di accertamento delle \ninfrazioni di cui all’articolo 15 della Legge regionale 26 maggio \n1975, n.40, e della Legge regionale 10 gennaio 1983, n.13, il processo \nverbale di accertamento delle violazioni viene redatto con le modalità \ne condizioni previste dalla legge regionale 10 gennaio 1983, n.30.\n3. Il personale della Giunta Regionale, in servizio presso il Settore \nautolinee e vie di comunicazioni ed il Settore Fondo Nazionale \nTrasporti, effettua e partecipa, anche di concerto con i \nrappresentanti del Ministero dei Trasporti — Direzione Generale \nM.C.T.C.- e dei suoi Uffici periferici e di altri Enti pubblici, agli \naccertamenti e alle visite e prove funzionali, ai sensi del D.P.R. \nn.753 dell’11 luglio 1980, per la concessione, costruzione ed \nesercizio dei servizi pubblici di trasporto di interesse regionale \nesercitati su gomma, ad impianti fissi ed a fune.\n4. Gli oneri conseguenti all’impegno del personale in questione sono a \ncarico delle Aziende e/o Gestioni, Enti ed Aziende concessionarie di \nservizi di trasporto pubblico.\n5. La Giunta Regionale provvede a stabilire le modalità per \nl’acquisizione al bilancio delle competenze di cui al comma 4 e le \nmodalità di pagamento al personale impegnato per il lavoro svolto \nfuori dal normale orario d’ufficio.', '8': 'Copertura finanziaria regionale per il ripristino dei residui \ndisavanzi1. All’onere derivante dall’applicazione dell’articolo 2 pari a lire \n181 miliardi si fa fronte con l’assunzione di un mutuo decennale di \ncorrispondente ammontare con la Cassa Depositi e Prestiti, poi \ndenominata Cassa DD.PP., da estinguere con rate semestrali posticipate \na decorrere dall’1 gennaio del secondo anno successivo a quello della \nformale concessione del mutuo stesso, ai sensi del settimo comma \ndell’articolo 5 D.L. 27 ottobre 1995, n.444, coordinato con la legge \ndi conversione 5 dicembre 1995, n.539.\n2. L’importo della prima semestralità è comprensivo degli oneri degli \ninteressi di preammortamento.\n3. Le rate di ammortamento di cui al comma 1 trovano capienza nella \ndisponibilità delle risorse a libera destinazione, di cui alla legge \n16 maggio 1970, n.281, con imputazione della quota interessi e di \nquella capitale agli appositi capitoli rispettivamente del titolo I e \ndel titolo III dello stato di previsione della Spesa del Bilancio \ndell’esercizio finanziario 1999 e correlati stanziamenti per i \nsuccessivi esercizi.\n4. Qualora il mutuo di cui al comma 1 non venga concesso dalla Cassa \nDD.PP., la Giunta Regionale è autorizzata a contrarre mutui con \nIstituti di Credito allo scopo abilitati.\n5. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, \nla Giunta regionale indice bando di gara per la contrazione dei mutui.', '9': 'Abrogazioni\n1. La Legge regionale 26 gennaio 1987, n.9 avente ad oggetto: \n“Disciplina e coordinamento tariffario dei servizi di trasporto di \ncompetenza regionale” è abrogata.\n2. Il quinto comma dell’articolo 13 della legge regionale 26 maggio \n1975, n.40 è abrogato.\n3. Sono abrogati il comma quinto ed il comma sesto dell’articolo 4 \ndella Legge regionale 25 gennaio 1983, n.16, gli articoli 2,6,7,8 e 10 \ndella Legge regionale 15 maggio 1984, n.13, il primo comma \ndell’articolo 18 della Legge regionale 22 giugno 1993, n.20, \nl’articolo 15 della Legge regionale 6 marzo 1995, n.5, il secondo \ncomma dell’articolo 11 della Legge regionale 29 aprile 1996, n.9.', '10': '\nDichiarazione d’urgenza\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi del secondo comma \ndell’articolo 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nLosco'} | null |
campania | 2,000 | 6 | null | {'1': 'I soggetti di cui all’articolo 1 della Legge regionale 3 aprile \n1987 n. 23, che hanno subito danni a seguito delle mareggiate \nverificatesi nei giorni 28 e 29 dicembre 1999, possono accedere ai \ncontributi previsti dall’articolo 1, comma 3 e 4 , e dall’articolo 3 \ndella medesima legge per opere murarie, attrezzature mobili ed arredi.', '2': 'I benefici sono altresì estesi ai soggetti individuati dalla \nlegge 5 febbraio 1992, n. 72, così come regolato dall’articolo 3 della \npresente legge, nonché i soggetti pubblici e privati che hanno subito \ndanni agli approdi turistici.', '3': '1. Le istanze di richieste di contributo vanno inviate ai Settori \nregionali di competenza entro trenta giorni dalla pubblicazione della \npresente legge.\n2. I soggetti beneficiari individuati dalla Legge 5 febbraio 1992, n. \n72, di cui all’articolo 2 della presente legge, hanno l’obbligo di \ndichiarare, nell’istanza prevista dal precedente comma, che non \nintendono accedere ai benefici del “Fondo di solidarietà nazionale \ndella pesca”, di cui alla citata Legge n. 72/1992.\n3. Le procedure relative alle istanze, nonché quelle relative ai \nprovvedimenti di concessione di contributi, restano fissate dalla \nLegge regionale 3 aprile 1987, n. 23.', '4': '1. All’onere derivante dall’applicazione degli articoli 1 e 2 della \npresente legge per l’anno finanziario 2000, quantificati in lire venti \nmiliardi, si provvede con lo stanziamento, di medesimo importo, in termine di competenza e di cassa, di cui al capitolo 4542, di nuova \nistituzione, con la denominazione "Interventi a seguito della \nmareggiata del 28 e 29 dicembre 1999”, mediante prelievo della \noccorrente somma, ai sensi dell’articolo 30 della Legge regionale 27 \nluglio 1978, n.20, pari a lire dieci miliardi per ognuno dei capitoli \n1030 e 1040 dello stato di previsione della spesa per l\'esercizio \nfinanziario 1999, che si riducono di pari importo.\n2. Ai beneficiari dio cui all’articolo 2 della presente legge è \nriservata una quota massima del quindici per cento della dotazione \nfinanziaria complessiva, di cui al precedente comma.', '5': 'La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti del secondo comma dell’articolo 127 della Costituzione ed \nentra in vigore dal giorno successivo a quello della sua \npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.\nE’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla \nosservare come legge della Regione Campania.\n23/2/2000 \nLosco'} | null |
campania | 2,000 | 12 | null | {'1': "(Finalità della legge)\n1. La Regione Campania, riconosce nella pace un diritto fondamentale \ndei popoli e di ogni individuo, in coerenza con le norme, le \ndichiarazioni internazionali ed i principi costituzionali che \nsanciscono il ripudio della guerra come strumento di offesa alla \nlibertà degli altri popoli e mezzo di risoluzione delle controversie \ninternazionali.\n2. In attuazione a tali principi, la regione interviene al fine di \nfavorire il radicamento nella comunità campana di una cultura \ndell'educazione alla pace e dei suoi presupposti fondamentali quali i \ndiritti umani, le libertà democratiche, la solidarietà umana, la non \nviolenza, fondati sulla comprensione ed il rispetto reciproci.\n3. La Regione, per il conseguimento delle finalità indicate nei \nprecedenti comma, assume iniziative dirette e favorisce interventi di \nenti, istituzioni culturali, organismi associativi e cooperativi, \nnonchè delle Organizzazioni non governative, presenti sul territorio \nregionale.", '2': "(Iniziative culturali)\n1. Per la conoscenza, l'approfondimento e la sensibilizzazione sui \ntemi oggetto della presente legge, la regione eroga contributi per \nindagini e ricerche, nonché per incontri, manifestazioni, convegni e seminari di informazione, formazione e studio con la partecipazione di \nstudiosi ed esperti, a livello nazionale ed internazionale promossi da \nenti, istituzioni culturali, organismi associativi e cooperativi ed \norganizzazioni non governative legalmente riconosciute che svolgano \nattività di educazione alla pace e ai diritti umani.\n2. Entro il 30 maggio di ogni anno, la Giunta regionale, visto il \npiano annuale degli interventi formulato, sulla scorta delle istanze \npervenute, dal Comitato di cui all'articolo 5, eroga contributi con \natto deliberativo nei limiti dello stanziamento del corrispondente \ncapitolo di bilancio.\n3. Per la promozione e la diffusione, in particolare nelle scuole ed \nistituti di ogni ordine e grado e nelle facoltà universitarie, dei \nrisultati delle ricerche e dei materiali didattici prodotti, la Giunta \nregionale ha cura di raccogliere ogni utile prodotto, nonché \nacquisirne di nuovi anche mediante convenzioni da stipularsi con \ncentri di studio e ricerche nazionali ed internazionali. Tale archivio \nper la raccolta della documentazione dati sulla pace e sui diritti \numani si avvale della consulenza del Comitato di cui al successivo \ncapitolo 5, ed ha lo scopo di fornire alle istituzioni e ai cittadini \nogni documentazione ed informazione utile al perseguimento delle \nfinalità previste dall'articolo 1.", '3': "(Giornata per la Pace e per i Diritti Umani)\n1. Il 10 dicembre di ogni anno, data in cui ricorre l'anniversario \ndell'approvazione, da parte dell'assemblea Generale delle Nazioni \nUnite, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è individuata \ncome giornata per la Pace e per i Diritti Umani nella regione \nCampania.\n2. In relazione alla promozione ed alla salvaguardia della Pace ed al \nriconoscimento dei Diritti Umani, ai fini di ricordare il significato \ndella data di cui al comma precedente, la Giunta Regionale, su \nproposta del Comitato di cui all'articolo 5, determina le iniziative \nda adottare per le celebrazioni della data stessa.", '4': '(Premio per la Pace e per i diritti umani)\n1. La Regione istituisce un premio annuale per la pace e per i Diritti \nUmani, da assegnare a persone, enti, organismi associativi e \ncooperativi, comitati e organizzazioni, che abbiano realizzato \niniziative sui temi di cui alla presente legge.\n2. Il premio denominato "Campania per la pace e per i Diritti \numani" viene conferito, entro il 31 dicembre di ogni anno, dal \nPresidente del Consiglio regionale su proposta del Comitato di cui al \nsuccessivo articolo 5.', '5': "(Istituzione del Comitato permanente per la Pace e per i Diritti \nUmani)\n1. Per realizzare il necessario collegamento programmatorio ed \noperativo tra la Regione e gli organismi che perseguono le finalità \nindicate all'articolo 1, nonché per formulare il programma annuale di interventi è istituito il Comitato permanente per la Pace e per i \nDiritti Umani.\n2. Il Comitato è composto:\na) dal presidente della Giunta regionale, o da assessore da questi \ndelegato, che la presiede;\nb) da due membri del Consiglio regionale da questo designati;\nc) da sei rappresentanti degli organismi compresi nel Registro di cui \nall'articolo 6, fra quelli indicati dagli organismi stesi.\n3. Il Comitato redigerà apposito regolamento interno che indicherà le \nmodalità della sua composizione oltre che a regolarne ogni attività\n4. Il Comitato, per lo svolgimento dei propri compiti, si avvale delle \nattrezzature, dei locali, nonché del personale messi a disposizione \ndella Giunta regionale.\n5. Il Comitato dura in carica fino alla scadenza del Consiglio \nregionale e le sue funzioni sono prorogate fino all'insediamento del \nnuovo Comitato.\n6. Il Comitato permanente per la Pace e per i Diritti Umani è nominato \ncon decreto del Presidente della Giunta regionale.\n7. In sede di prima applicazione, entro quindici giorni dalla data di \npubblicazione della presente legge, alla designazione dei \nrappresentanti di cui alla lettera c) comma 2, provvede il comitato \npromotore dell'iniziativa popolare di presentazione del presente testo \nlegislativo al Consiglio regionale; alla designazione dei consiglieri \ndi cui alla lettera b) provvede il Presidente del Consiglio regionale.", '6': "(Registro regionale degli organismi operanti per la Pace e per i \nDiritti Umani)\n1. E' istituito, presso la Presidenza della Giunta regionale, il \nRegistro regionale degli organismi operanti sul territorio regionale \nnel campo della pace e dei diritti umani, comprendenti quelli che \nprevedono, nell'atto costitutivo, fra gli scopi sociali, in forma \nesclusiva o prevalente, iniziative culturali di educazione alla pace \ned assistenziali nel campo dei diritti umani, della cooperazione, \ndella difesa non violenta e della solidarietà.\n2. Gli organismi di cui al comma 1 devono possedere inoltre i seguenti \nrequisiti.\na) assenza di fini di lucro;\nb) prevedere nello statuto, tra gli scopi sociali, in forma espressa e \ncon carattere prevalente e/o esclusivo iniziative a favorire la \nrealizzazione della pace, dei diritti umani, della difesa popolare non \nviolenta e del disarmo;\nc) prevedere un ordinamento interno a base democratica;\nd) essere costituite legalmente da almeno un anno alla data di \nrichiesta di iscrizione al presente Registro.\n3. L'iscrizione al registro viene disposta con decreto del Presidente \ndella Giunta regionale.", '7': '(Finanziamenti)\n1. All’onere derivante dall’applicazione della presente legge si \nprovvederà con legge di bilancio del corrente esercizio finanziario.', '8': "Dichiarazione d'urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 45 \ndello Statuto, ed entra in vigore il giorno successivo alla sua \npubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Campania."} | null |
campania | 2,000 | 13 | null | {'1': 'I Comuni, al fine di individuare l’entità del fenomeno delle \ndetenzioni senza titoli di alloggi o cespiti del patrimonio di \nedilizia residenziale pubblica, così come definito dall’art.2 della \nLegge regionale 2 luglio 1997, n.18 e quindi agevolare le operazioni \ndi rilevamento collegate all’anagrafe dell’utenza, così come stabilito \ndalla delibera di Giunta Regionale n.3126 del 2 giugno 1999 in \nattuazione dell’art. 22 della richiamata Legge regionale 18/97, \nprocedono alla pubblicazione di speciali bandi-censimento, nei quali \nva previsto che, entro termini perentori, tutti i detentori senza \ntitolo dovranno autodenunciare la loro posizione in uno con la \ndocumentazione richiesta, per giustificare la propria posizione e i \nrequisiti richiesti.\nPer tutti gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, ivi compresi \nquelli realizzati ai sensi del titolo VIII della Legge n.219/81 che \nalla data del 31 dicembre 1998 risultassero occupati in mancanza \ndell’ordinanza del Sindaco, di cui all’art.11 della Legge regionale \n18/97, o di cui al provvedimento sindacale di requisizione o \nconcessione in uso, i cui occupanti non hanno potuto beneficiare delle \ndisposizioni di cui all’art. 33 della Legge regionale n.18/97, gli \nEnti gestori provvedono alla regolarizzazione dei rapporti locativi.\nPer tutti coloro, invece, che risultano occupanti di strutture del \nPatrimonio Pubblico, realizzate ai sensi del titolo VIII della Legge \nn.219/81, diversi dagli alloggi utilizzati ad uso abitativo alla data \ndel 31 dicembre 98 e che, pertanto, non sono regolarizzabili, sono anch ’essi da considerarsi aventi diritto all ’assegnazione di un \nalloggio di E.R.P.\nI Comuni interessati da tali emergenze dovranno provvedere con gli \nstrumenti ed i piani occorrenti al fine di garantire tale diritto, in \nosservanza del successivo articolo.', '2': "La regolarizzazione non può avvenire per coloro che si trovano nelle \nseguenti condizioni:\na)soggetti nei cui confronti è stato emesso provvedimento di decadenza \no di \nannullamento dell’assegnazione, ai sensi degli artt.19 e 20 della \nLegge \nregionale n.18/97 ed ai sensi dell'articolo 6 della Legge regionale \n14 agosto \n1997, n.19;\nb)soggetti che siano locatari di alloggi di Enti previdenziali o di \nproprietà \npubblica;\nc)soggetti che siano stati assegnatari di alloggi di E.R.P. o \nbeneficiari di \ncontributi pubblici per acquisto, costruzione o ristrutturazione \ndella prima casa \ne benefici equipollenti;\nd)soggetti o coniuge che hanno subìto condanne penali per reati \nassociativi.", '3': "Ogni assegnatario è custode dell’alloggio assegnatogli, lo stesso \ndovrà garantirne la conservazione del buono stato locativo e risponde \ndi tutte le violazioni connesse all'obbligo di custodia.\nI titolari di assegnazione di alloggi di E.R.P. sono tenuti a \ncomunicare all’Ente gestore, nel termine perentorio di 30 giorni dal \nverificarsi dell’evento, l’eventuale abbandono dell’alloggio.\nL’inosservanza di quanto previsto dal precedente comma comporta il \npagamento degli eventuali danni arrecati all’Ente gestore, così come \ndallo stesso accertati, ivi compreso il costo della necessaria \nristrutturazione dell’alloggio da riassegnare.\nRestano ferme le disposizioni di cui al comma 4 dell’articolo 30 della \nmenzionata Legge regionale n.18/97.\nLa regolarizzazione avviene su istanza dell’interessato da presentarsi \nentro il termine perentorio di 180 giorni dalla pubblicazione sul \nBollettino Ufficiale della Regione Campania della presente legge.\nA carico degli assegnatari o eredi che hanno ceduto illegalmente \nl’alloggio assegnato, l’Ente Gestore applicherà una sanzione \namministrativa nella misura di un minimo di lire 5 milioni ad un \nmassimo di lire 10 milioni, oltre al costo necessario per lo sgombero \ned il ripristino dello stato dei luoghi.\nSarà cura degli Enti Gestori promuovere la necessaria mobilità, al \nfine della regolarizzazione del rapporto locativo per quei soggetti \nche occupano alloggi sovra/sotto dimensionati alla composizione del \nproprio nucleo familiare.\nPer quei nuclei familiari non regolarizzabili ai sensi della presente \nlegge saranno applicate le norme previste dall’articolo 33 della Legge \nregionale n.18/97.\nRestano in vigore, inoltre, anche tutte le norme previste dalla citata \nLegge regionale n.18/97, relative alla regolarità dei pagamenti delle indennità dovute.", '4': 'Gli assegnatari di alloggi E.R.P. che, nel termine perentorio di \ntrenta giorni dal verificarsi dall’evento, non denunciano all’Ente \nGestore l’eventuale abbandono dell’alloggio, sono considerati \nresponsabili di tutti i danni arrecati all’Ente.\nGli stessi, in assenza di tale preciso obbligo di denuncia, vanno \nconsiderati cedenti illegali del cespite e sottoposti alle sanzioni di \ncui al precedente articolo 3.', '5': 'L’Ente Gestore, entro i successivi 30 giorni alla denuncia di cui al \nprecedente articolo, ottempera agli obblighi di cui al comma 3 \ndell’articolo 30 della richiamata Legge regionale n.18/97 .\nL\'articolo 11 della Legge regionale 2 luglio 1997, n.18, è integrato \ndal seguente comma: "Ove non sia possibile l\'assegnazione di alloggi \nper mancanza del rispetto dello standard abitativo si applica il \nsecondo comma dell\'articolo 11 del D.P.R. 30 dicembre 1972, n.1035".', '6': 'L\'articolo 14 della Legge regionale 2 luglio 1997, n.18, è integrato \ndal seguente comma, "Nella domanda e/o nell\'assegnazione subentrano i \ncomponenti di nuclei familiari, i cui titolari abbiano trasferito la \npropria residenza altrove o che abbiano di fatto abbandonato la \nconduzione dell\'alloggio assegnato".', '7': 'Per tutto quanto non previsto dalla presente legge, valgono le norme \ngià previste dalle Leggi regionali in vigore.', '8': 'La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti del \ncomma 2 dell’art.127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel B.U.R.C..'} | null |
campania | 2,000 | 18 | null | {'1': '1. Per garantire la continuità degli interventi assistenziali \nintegrativi a favore dei nefropatici con insufficienza renale e \ndegli uremici cronici, nonché dei soggetti che hanno subito \ntrapianti d’organo, le disposizioni di cui agli articoli 21e 22 della \nlegge regionale 16 giugno 1992, n. 3, mantengono la loro \nefficacia per l’esercizio finanziario 2000. \n2. E’ fatto obbligo alle strutture private, che operano in regime \ndi convenzione diretta o indiretta nel settore emodialitico, di \nacquistare farmaci, materiali e presidi farmaceutici presso le \nfarmacie ospedaliere pubbliche.', '2': '1. E’ autorizzata per l’anno 2000 la spesa di lire 4 miliardi \niscritta al capitolo 7008 dello stato di previsione della Spesa per \ninterventi socio-assistenziali a favore di soggetti trapiantandi e \ntrapiantati d’organo e di innesto di tessuto (midollo osseo, cornea). \n2. Alla erogazione del contributo si provvede sulla base di criteri \ndefiniti dalla delibera di Giunta regionale 2157 del 5 aprile 1995. \n3. L’assegnazione del fondo, per ciascuna A.S.L., sarà ripartito con \nsuccessiva delibera di Giunta regionale.', '3': '1. Per la gestione e manutenzione del sistema regionale di \nmonitoraggio per l’inquinamento atmosferico, trasferita all’A.R.P.A.C. \ncon delibera di Giunta Regionale n. 3486 del 14 giugno 2000, è \nautorizzata la spesa complessiva di lire 1.miliardo 298 milioni \nche gravano sul capitolo di spesa 1650 del Bilancio 2000.', '4': '. Il 50 percento dello stanziamento del capitolo 5104 della \nSpesa è destinato al finanziamento di attività di promozione \nculturale di carattere e di interesse sopra comunale ai sensi \ndella Legge Regionale 3 gennaio 1983, n. 4, articolo 1, comma 1, \nlettera B).', '5': '1. Ai sensi e per gli effetti delle Leggi Regionali 31 agosto \n1993, n. 28, e 2 settembre 1996, n. 23, recanti: “Interventi a \nsostegno di nuove iniziative imprenditoriali e produttive in favore \ndell’occupazione “ , i Settori di intervento per l’anno 2000 sono \nindividuati nei seguenti:\na) Artigianato\nb) Servizi alle imprese\nc) Commercio\nd) Trasporti\ne) Turismo\nf) Informatica\ng) Agriturismo\nh) Pesca e mitilicoltura\ni) Piccola industria\nl) Agricoltura\nm) Zootecnia.\n2. I massimali di contribuzione previsti dalla L.R. 28/93 e \nsuccessive modifiche ed integrazioni sono uniformati alla \nnormativa comunitaria in vigore. Sarà cura del Nucleo di Valutazione \napplicare tali massimali in sede di approvazione dei progetti.', '6': '1. Per la redazione del piano degli interventi per il 2000, ai sensi \ndell’articolo 3 della Legge Regionale 4 maggio 1987, n. 28, gli \nindirizzi, i criteri prioritari e selettivi sono gli stessi di quelli \nindicati nell’articolo 8 della Legge Regionale 16 giugno 1998, n. 9.', '7': '1. I termini per l’approvazione dei programmi e dei piani di riparto \nrelativi all’esercizio finanziario 1999, di cui alle Leggi \nRegionali: 18 ottobre 1989 n. 21, articolo 17 punti 1, 2 e 3; 6 \nmaggio 1985 n. 50, 6 maggio 1985 n. 49, 12 agosto 1993 n. 26, 7 \nluglio 1984 n. 30 articolo 3 lettera A), sono prorogati al 31 \ndicembre 2000.', '8': '1. Per garantire la continuità degli interventi assistenziali \nintegrativi a favore dei disabili psichici, le disposizioni previste \ndall’articolo 5 della Legge Regionale 3 giugno 1997, n. 15 mantengono \nla loro efficacia anche per l’esercizio finanziario 2000.\n2. Le Aziende Sanitarie di residenza degli utenti, di cui alla Legge \nRegionale 25 novembre 1994 n. 39, provvedono a liquidare \ngli importi dovuti alle strutture specifiche per la riabilitazione.', '9': '1. I termini per l’utilizzazione dei contributi regionali in conto \ninteressi concessi, ai sensi dell’articolo 10 della Legge Regionale 31 \nottobre 1978, n. 51 , agli Enti Locali con i piani di riparto per gli \nanni 1996 e 1997, per la realizzazione di opere pubbliche e di \npubblico interesse di cui all’art. 5 della citata Legge , sono \nprorogati di dodici mesi, con decorrenza dalla data di pubblicazione \ndella presente legge.', '10': '1. I termini per la utilizzazione dei contributi in conto interesse, \nconcessi agli Enti Locali con i riparti di contributi dall’anno 1986 \nall’anno 1991, per lavori di impiantistica sportiva di cui alla Legge \nRegionale 12 dicembre 1979, n. 42 sono prorogati di centocinquanta \ngiorni dalla data di pubblicazione della presente legge nel \nBollettino Ufficiale della Regione, trascorsi i quali vengono \nconsiderati revocati di diritto.', '11': '\n1. I termini indicati all’articolo 15 della Legge Regionale 27 \ndicembre 1995, n 25 sono prorogati al 31 dicembre 2000.', '12': '\nAll’articolo 14, 1° comma della Legge Regionale 31 dicembre 1994, n. \n41, è aggiunto il secondo comma:\n"Per progetti il cui finanziamento non supera l’importo di £ 100 \nmilioni, l’erogazione di cui al punto a) è elevata nella misura \npercentuale del novanta per cento, dietro presentazione da parte \ndegli Enti beneficiari di polizza fideiussoria di pari importo. Il \ndieci per cento residuo è liquidato all’atto dell’approvazione del \nrendiconto finale".', '13': '\nNegli articoli della Legge Regionale 27 luglio 1978 n. 20 la parola “\nServizio “, viene sostituita da “ Settore” e le parola “\nCoordinatore di Servizio “ da “ Coordinatore di Area”.', '14': '\nAl comma 1 dell\'articolo 55 della Legge Regionale 27 luglio 1978, n. \n20, il periodo " con Decreto del Presidente della Giunta Regionale o \ndi Assessore a ciò delegato, ovvero su delega della Giunta stessa \nconferita con provvedimento generale, da funzionari degli uffici \ndipendenti " è sostituito da " con Decreto del Coordinatore dell\'Area \ncompetente per materia".', '15': '\n1. Il termine del 30 giugno fissato dal comma 1 dell’articolo 30 \ndella Legge Regionale 27 luglio 1978, n. 20 è prorogato al 31 \ndicembre 2000.', '16': '\nAlla Legge Regionale del 31 dicembre 94 n. 43 concernente: \n"Funzionamento dei servizi del provveditorato, delle casse economali e \ndel patrimonio" sono apportate le seguenti modifiche:\n1) Al comma 1 dell’art. 8 vengono eliminate le lettere a) e b); \nalla lettera d) punto 1, dell\'articolo 8, viene \neliminata la \nparola trimestrale;\n2) L’articolo 9 viene così modificato:\n“Agli acquisti gestiti dal Provveditorato si provvede mediante \nappalto da aggiudicarsi attraverso procedure ristrette o \nnegoziate nell’ambito dei vincoli delle vigenti direttive nazionali e \ncomunitarie”.\n3) L’articolo 10 è abrogato.\n4) Al comma 2 dell’articolo 11 “lire 500.mila” viene sostituito con \n“lire 3 milioni”\n5) Il comma 1 dell’articolo 16 viene così modificato:\nLe spese gestite dal Provveditorato regionale sono liquidate a \nnorma dell’articolo 59 della Legge Regionale 27 luglio 1978 n. 20, \ncome modificato dal comma 3 dell’articolo 10 della Legge Regionale, 5 \nagosto 1999, n. 5, sostituendo le parole “con atto del dirigente del Settore competente ”con le parole “con atto del \nCoordinatore dell’Area competente o del dirigente a ciò delegato”.\nLe lettere a) e b) sono eliminate.\n6) Il comma 1 dell’articolo 18 è così modificato:\n“Il pagamento avviene attraverso l’emissione di buoni di pagamento a \nfirma del Provveditore Economo e del Coordinatore dell’Area o del \ndirigente a ciò delegato”.', '17': '\n1. Il comma 3 dell’articolo 4 della Legge Regionale 14 agosto 1996, \nn. 19 è sostituito dal seguente: " le disponibilità residuali, \ndi cui al comma 1, nonché i ribassi d’asta, sono utilizzati \ndagli Enti a decorrere dalla data di pubblicazione della presente \nlegge ".', '18': '\n1. Il comma 1 dell’articolo 29 della Legge Regionale 16 giugno \n1998, n. 9 è sostituito dal seguente:" gli Enti locali, che hanno \ncontratto mutui con le procedure della Legge Regionale 31 \nottobre 1978, n. 51 con il concorso finanziario della Regione e non \nattivati alla data di entrata in vigore della presente Legge, possono \nchiedere la devoluzione degli stessi per altre opere ".', '19': '\n1. Al comma 1 dell’articolo 8 della Legge Regionale 5 agosto 1999, n. \n5, dopo la parola "Aree", vengono eliminate le parole " sentito \nl’Assessore al personale ".\n2. Al comma 5 dell’articolo 8 della legge regionale 5 agosto 1999, n. \n5 la parola "consultivi" è sostituita dalle seguenti " comunque \ndenominati ".', '20': '\n1. L’onere derivante dall’applicazione dell’ articolo 17 del \nContratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il quadriennio \n1998-2001, relativo all’Area della dirigenza, stipulato in data \n23 dicembre 1999, trova copertura finanziaria nell’ambito dello \nstanziamento dei pertinenti capitoli 82 e 4 del bilancio di \nprevisione 2000 e successivi, stanziamento che all’uopo viene \nutilizzato anche per l’applicazione dell’istituto della \nrisoluzione consensuale del rapporto di lavoro con i vincoli e \nmodalità di cui al precitato articolo 17.', '21': '\n1. Gli Assessori regionali, non Consiglieri regionali, devono \npossedere i requisiti per essere candidati al Consiglio regionale di \ncui alla Legge 23 aprile 1981, n. 154.\n2. Agli Assessori regionali di cui al comma 1 è corrisposta, \ndalla data di nomina e per tutto il periodo in cui fanno parte della \nGiunta regionale, una indennità pari a quella spettante ai Consiglieri \nregionali di cui alla lettera a) comma 2, articolo 1 della Legge \nRegionale 5 giugno 1996 n. 13 e successive modifiche ed integrazioni, \nnonché una diaria mensile di cui all\'articolo 7 sempre della Legge \nRegionale n. 13/96, cosi come modificata dall\'articolo 24 della Legge \nRegionale 5 agosto 1999, n. 4, più l\'indennità di funzione di cui \nall\'articolo 5, comma 1 , lettera b) della Legge Regionale 13/96 e \nsuccessive modifiche ed integrazioni.\n3. Agli stessi compete il trattamento di missione, di cui \nall\'articolo 6 della Legge regionale 5 giugno 1996 n. 13 e \nsuccessive modifiche ed integrazioni, nonché la normativa \ndettata dagli articoli 19 e 26 della citata Legge 13/96 e successive modifiche ed integrazioni per il periodo del mandato.\n4. Fanno carico alla Regione i trattamenti previdenziali in capo \nalle Amministrazione di provenienza degli Assessori dipendenti \npubblici o privati.\n5. All\'onere di cui alle presenti norme pari, per l\'esercizio \nfinanziario in corso, a lire 2 miliardi si farà fronte con lo \nstanziamento, in termine di competenza e di cassa di cui al capitolo \n16, di nuova istituzione, denominato: "Indennità di funzione ai \ncomponenti della Giunta regionale" del corrente Bilancio.\n6. Allo stanziamento per gli anni successivi si provvederà con la \nLegge di Bilancio.', '22': '\n(Rinviato dal Consiglio dei Ministri a nuovo esame del \nConsiglio regionale della Campania)', '23': '\n1. Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno 2000 \nè istituito il capitolo 18 con la seguente denominazione : \n“Trattamento indennitario da corrispondere, ai sensi dell’art.7 della \nLegge 7 giugno 2000, n. 150, al portavoce del Presidente della \nRegione Campania”\n2. L’onere conseguente è determinato per l’anno 2000 in lire115 \nmilioni. Per gli anni successivi si provvederà con la legge di \nbilancio.', '24': '\n1. Gli stanziamenti dei capitoli di spesa per le materie delegate \nai sensi della Legge 15 marzo 1997, n°59, del Decreto Legislativo 31 \nmarzo1998 n°112 e del Decreto Legislativo 30 marzo1999 n°96, sono \nfinalizzati alle assegnazioni delle funzioni trasferite dalla Regione \nagli Enti Locali.', '25': '\n1. E’ autorizzata l’alienazione dei beni del patrimonio regionale \nindicati nella tabella allegata alla presente legge. \n2. L’alienazione avverrà con le procedure di cui alla Legge \nRegionale 3 novembre.1993 n. 38, integrata e modificata con le \ndisposizioni contenute negli artt. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9. Il \ncomma 1 dell’articolo 13 della Legge Regionale 38/93 si intende così \nmodificato: “nel caso di alienazione di un bene immobiliare di \nnotevole interesse paesistico, storico e culturale, il diritto di \nprelazione può essere esercitato prioritariamente dal Comune e in \nsubordine dalla Provincia o da entrambi gli Enti nel cui territorio \nricade il bene.\n3. I beni di cui alla tabella allegata possono essere venduti con \nriconoscimento del diritto di prelazione: \na) a coloro che, in virtù di idoneo titolo, li occupano \nalla data del 30 giugno 2000, fermo restando quanto previsto dal comma \n1 dell’articolo 13 della L.R. 38/93;\nb) a coloro che, conseguito il possesso in modo pacifico e \npubblico, li occupavano alla data del 31 dicembre 1999. \n4. Il prezzo di vendita è stabilito dall’Ufficio Tecnico Erariale \ncompetente per territorio.\n5. La Giunta Regionale potrà stipulare per l’Ufficio Tecnico \nErariale apposita convenzione per la determinazione della \nstima stessa.\n6. Nel caso in cui l’Ufficio Tecnico Erariale non esprima il proprio \nparere la determinazione sarà affidata a professionista avente i dovuti requisiti professionali sorteggiato tra gli \niscritti all’apposito Albo collaudatori della Regione Campania, \nassicurando comunque un criterio di rotazione.\n7. L’offerta di vendita è resa nota mediante pubblici avvisi e \npubblicazione sul B.U.R.C., con l’indicazione del prezzo richiesto.\n8. La vendita è disposta a seguito dell’accettazione, da parte dei \nsoggetti legittimati, dell’offerta di cui al precedente comma, da \nesercitarsi entro quattro mesi dalla sua pubblicazione e mediante \nversamento alla Tesoreria Regionale di una somma pari al trenta per \ncento del prezzo a titolo di anticipazione.\n9. La mancata comunicazione dell’accettazione, il mancato od \ninsufficiente versamento della anticipazione nel termine, ovvero \nl’accertata insussistenza delle condizioni richieste per beneficiare \ndell’ offerta comporta la decadenza della medesima.\n10. Il contratto è stipulato entro sei mesi dal versamento \ndell’anticipazione.\n11.Qualora, per fatto dell’interessato la stipulazione non avvenga \nnel termine di cui al precedente comma, l’atto con cui si dispone \nl’alienazione è revocato e l’anticipazione versata viene restituita \nsolo del dieci percento.\n12. Nel caso in cui l’acquirente abbia presentato richiesta di mutuo, \nil termine per la stipulazione del contratto può essere differito \nfino all’erogazione del mutuo medesimo e comunque non oltre un anno \ndal versamento dell’anticipazione. Trascorso tale ultimo termine senza \nche si sia stipulato il contratto, si procede ai sensi del comma \nprecedente.\n13. In ogni caso, sino alla stipulazione del contratto di vendita, è \ndovuta la corresponsione del canone locativo.\n14 .Il possesso dei requisiti previsti alle lettere a) e b) del \nprecedente comma 3 può essere documentato mediante dichiarazioni \nsostitutive di certificazione ovvero di atto notorio in conformità \nalle prescrizione della Legge 4 gennaio 1968, n. 15.\n15. L’Amministrazione può richiedere chiarimenti ed integrazioni delle \ndichiarazioni presentate nonché procedere, in qualsiasi momento, ad \naccertamenti di ufficio circa i requisiti documentati tramite le \ndichiarazioni medesime.\n16. L’acquirente dovrà dimostrare l’assenza delle cause ostative di \ncui alla Legge 31 maggio 1965, n. 575 e successive modifiche ed \nintegrazioni.\n17. In caso di dichiarazioni false, l’Amministrazione, salvi gli \nadempimenti previsti ai sensi della legge penale, provvede alla revoca \ndegli atti eventualmente già adottati in favore dei soggetti \ndichiaranti senza la restituzione delle somme anticipate.\n18. I beni immobili per i quali non sussistono le condizioni per \nl’alienazione a favore degli occupanti o che siano rimasti invenduti \nsuccessivamente all’esperimento della procedura di cui ai precedenti \ncommi 4, 5 e 6 del presente articolo, sono alienati con le modalità di \ncui alla Legge Regionale 3 novembre 1993, n. 38.\n19. La stima determinata ai sensi dei commi 4, 5 e 6 del presente \narticolo, costituisce il prezzo a base d’asta.\n20. La tabella allegata alla presente legge potrà successivamente \nessere integrata, su proposta della Giunta Regionale con deliberazione \ndel Consiglio Regionale ai sensi dell’art. 9 della Legge Regionale 3 \nnovembre 1993, n. 38.21. La Giunta Regionale è autorizzata, ove necessario, ad esprimere \nper i beni di cui all’allegata tabella il consenso di cui all’art. \n32, 3° comma, della legge 28 febbraio 1985, n. 47, e successive \nmodifiche ed integrazioni.', '26': "\n1. La Giunta Regionale è autorizzata, ai sensi del Decreto legge 28 \ndicembre 1998 n. 450, articolo 4, comma 2, concernente “Disposizioni \nper assicurare interventi urgenti di attuazione del piano \nsanitario nazionale 1998 — 2000” e convertito in Legge 26 febbraio \n1999 n. 39, a contrarre con Istituti di credito un mutuo di mille \nmiliardi (1000.000.000.000) o attraverso il ricorso al mercato \nfinanziario sulla base dell’economicità delle scelte, con onere a \ncarico del bilancio regionale, per assicurare la copertura dei \ndisavanzi di parte corrente del Servizio Sanitario Nazionale degli \nesercizi 1995 — 1999. \n2. La Giunta Regionale è autorizzata a richiedere una manifestazione \ndi interesse alle principali Istituzioni Finanziarie Nazionali ed \nInternazionali con l'obiettivo di ottenere proposte differenziate per \nmodalità di ammortamento ( lineare o bullet, con eventuale reimpiego \ndelle quote in ammortamento) ed un ampliamento significativo della \nbase di investitori Istituzionali, soprattutto per aree geografiche, \nche possono garantire quella visibilità indispensabile ad \naccrescere il godimento sul titolo e, quindi, contenere l'onere per \ninteressi a carico dell'Amministrazione Regionale. \n3. La Giunta Regionale procederà al riparto degli interventi di cui \nal precedente comma 1, privilegiando il criterio della quota \ncapitaria.", '27': "\n1. La Regione può ammettere a contribuzione e fino ad esaurimento \ndello stanziamento previsto dal capitolo 5316 del Bilancio di \nPrevisione 2000 della Regione Campania ulteriori interventi ai sensi \ndell’art.2 della Legge regionale del 7 agosto 1998 n. 11 con \nl’utilizzo della graduatoria di merito pubblicata sul Bollettino \nUfficiale della Regione Campania n. 57/99\n2. Gli interventi devono essere ultimati entro centoottanta \ngiorni dall'autorizzazione dell'inizio dei lavori.", '28': '\n1. L’articolo 4 ultimo comma della Legge Regionale 24 agosto 1984, n. \n40 è così sostituito:\n“ Il tasso di interesse è determinato nella misura del 50 per cento \ndel tasso di riferimento vigente al momento della stipula dell’atto di \nquietanza e saldo. Gli operatori turistici che abbiano in corso di \nistruttoria pratiche di finanziamento sui mutui, possono optare per \ndetto regime di agevolazioni presentando, entro il termine di sessanta \ngiorni dall’entrata in vigore della presente legge, a pena di \ndecadenza, apposita istanza di opzione accompagnata da \nespressa adesione dell’Istituto di Credito mutuante”.', '29': '\n1. Al fine di accertare le situazioni debitorie delle ex UU.SS.LL., è \nistituito presso l’Assessorato alla Sanità una struttura di supporto \ncentrale delle gestioni liquidatorie.\n2. Tale struttura ha compiti di accertamento, verifica e sistemazione \ndelle posizioni debitorie al fine di pianificare le risorse \nfinanziarie occorrenti per la definitiva sistemazione dei debiti pregressi. Tale compito è da esaurirsi entro un anno.\n3. La struttura è coordinata e retta da un Commissario Straordinario \ndi liquidazione, al quale compete la funzione di coordinamento delle \nattività dei Commissari liquidatori, di cui all’articolo 6 della Legge \n23 dicembre 1994, n. 724.\n4. Il funzionamento e la composizione di detta struttura di supporto \ncentrale delle gestioni liquidatorie sarà disciplinato con \nsuccessivo atto deliberativo della Giunta Regionale, sentite le \ncompetenti Commissioni regionali Sanità e Bilancio.\n5. Il compenso fissato per il predetto Commissario Straordinario non \ndeve essere superiore a quello spettante ai Direttori Generali \ndelle AA.SS.LL..\n6. L’onere della spesa del compenso e delle attività di supporto deve \ngravare sul capitolo 7050 del Bilancio 2000.\n7. I Direttori Generali delle AA.SS.LL. sono obbligati a fornire ogni \nutile dato richiesto affinchè, in un periodo massimo di un anno si \npossa esattamente definire la consistenza dei debiti pregressi. Ove \nesistessero omissioni di tali Direttori, la Giunta dovrà procedere \nalla revoca degli stessi. \nArticolo rinviato dal Consiglio dei Ministri a nuovo esame del \nConsiglio regionale della Campania', '30': '\n1. All\'undicesimo capoverso dell\'allegato H della Legge Regionale 26 \nfebbraio 1998,n. 2, dopo le parole " Ospedale di Vallo della Lucania" \naggiungere: " Centro Emofilia e Trombosi della Divisione di \nEmatologia dell\'Ospedale San. Giovanni Bosco di Napoli".\n2. A modifica dell\'allegato C della Legge Regionale 3 novembre \n1974, n. 32, e successive modifiche ed integrazioni, \nil Comune di Casamarciano (NA) è trasferito dal Distretto n. 74 al \nDistretto n. 73 della A.S.L. Napoli 4.', '31': '\n1. In caso di mancata adozione da parte degli Enti Locali degli atti \nobbligatori da compiersi nell’esercizio delle funzioni \namministrative trasferite a norma del Decreto Legislativo 345/98 e \ndel Decreto Legislativo 96/99, la Giunta Regionale, previa fissazione, \ndi un termine per adempiere, di 30 giorni, provvede in via \nsostitutiva.', '32': '\n1. La Giunta Regionale su proposta dell’Assessore ai Trasporti può \npromuovere iniziative per l’informazione su i sistemi di trasporto in \nCampania, nei limiti dello stanziamento di bilancio.', '33': '\n1. Al comma 3 dell’articolo 9 della Legge Regionale 18 marzo 2000 n. \n7 vengono eliminate le abrogazioni dei commi 5 e 6 dell’articolo \n4 della Legge Regionale 25 gennaio 1983 n. 16, e degli articoli 2, 6, \n7, 8 e 10 della Legge Regionale 15maggio1984 n. 13, e pertanto viene \nripristinata la validità degli stessi.', '34': '\nL’articolo 6 della legge regionale 1 settembre 1993 n. 33, è così \nsostituito:\n1. La Giunta Regionale, sentita la III e la IV Commissione del \nConsiglio Regionale, istituisce i Parchi e le Riserve naturali \nconformemente al documento di indirizzo relativo all’analisi \nterritoriale da destinare a protezione, alla perimetrazione \nprovvisoria, all ’individuazione degli obiettivi da perseguire, alla valutazione degli effetti dell ’istituzione dell ’area protetta sul \nterritorio.\n2. Il documento di indirizzo, di cui al comma precedente, viene \nredatto attraverso conferenze alle quali partecipano le Province, \nle Comunità Montane e i Comuni interessati all’istituzione dell’area \nprotetta.', '35': '\n1. L’articolo 3 della Legge Regionale 5 aprile 2000 n. 9 è così \nintegrato: dopo la parola "Bellini" aggiungere "e 500 milioni al \nTeatro Agusteo di Napoli, mediante prelievo dal capitolo 1000 dello \nstato di previsione della Spesa del 2000, che si riduce di pari \nimporto".', '36': '\n1. Per il triennio 2000-2002, al fine di assicurare il tempestivo \nutilizzo delle risorse comunitarie e nazionali destinate al \nfinanziamento delle iniziative e degli interventi diretti a \nfavorire lo sviluppo sociale ed economico della Regione e, in \nparticolare, ad assicurare concrete e durature offerte occupazionali e \ndi lavoro, la Giunta Regionale è autorizzata, sin dall’esercizio \nfinanziario 2000 ad assumere impegni complessivi di spesa in ordine \nalle provviste finanziarie assicurate dal P.O.R. Campania per il \npredetto arco temporale 2000-2002.\n2. A fronte del mancato avviamento delle iniziative e degli \ninterventi per i quali sia stata assicurata la pertinente copertura \nfinanziaria, la Giunta Regionale è altresì autorizzata ad adottare \nprovvedimenti di definanziamento.\n3. Tali impegni potranno essere assunti dopo la individuazione dei \nprogetti da realizzare e finanziare.', '37': '\nAlla Legge Regionale del 13 agosto1998 n. 16 sull’assetto dei Consorzi \nper le Aree di Sviluppo Industriale (A.S.I.), sono apportate le \nseguenti modifiche:\n1. All’articolo 1 è aggiunto il seguente comma: \n"Possono partecipare ai Consorzi A.S.I. anche le Associazioni di \nimprenditori interessate alle problematiche dello sviluppo e dei \nservizi nonché Istituti bancari e finanziari operanti sul territorio".\n2. La lettera a) del comma 2 dell’articolo 3 è soppressa e sostituita \ndalla seguente: a) Il Consiglio Generale è composto da un numero di \nmembri definito dallo Statuto.', '38': "\n1. I finanziamenti non utilizzati per le tipologie edilizie previste \ndal secondo Stralcio del Programma Quadriennale 92-95 approvato con \ndelibera di Giunta Regionale n. 5083 del 26 giugno 1996 di cui \nall'allegato n. 1 e 2, del prospetto 7 (punto 2-5-4d della delibera \nCIPE del 16 marzo 1994) ed il prospetto 6, limitatamente alle \ncooperative edilizie (punti 2-5-3 delibera CIPE del 16 marzo 1994) \nvengono utilizzati per coprire il fabbisogno fino ad esaurimento dei \nsoggetti ammessi definitivamente dalla graduatoria approvata con \ndelibera di Giunta Regionale n. 6227 del 19 ottobre 1999, pubblicata \nsul B.U.R.C. n. 75 del 21 novembre 1999, per la concessione dei \ncontributi per la costruzione di alloggi in locazione, ai sensi \ndell'articolo 9 della Legge 493/93, anche in deroga alle percentuali \npreviste dalla delibera di Consiglio Regionale n. 3/2 dell'11 gennaio \n1995. In attuazione della delibera di Consiglio Regionale n. \n97/6 del 25 giugno 1992 e n. 166/2 del 29 dicembre 1992 -7° biennio Leggi nn. 457/78 e 67/88 e successive deliberazioni di Giunta \nRegionale nn. 10535 e 10536 del 31 dicembre 1996, in ottemperanza \nall'articolo 3 della Legge 179/92, è consentita la delocalizzazione \nin ambito regionale dei programmi non ancora iniziati, purchè sia \ngarantita l'immediata cantierabilità, come da delibera n. 162\\2\\92 del \nConsiglio Regionale.", '39': '\n(Rinviato dal Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 2000 a nuovo \nesame del Consiglio regionale della Campania)', '40': "\n1. E' istituito il fondo dell'assistenza alle attività Istituzionali \ndei titolari del diritto di iniziativa legislativa.\n2. Il relativo onere cederà a carico del bilancio del Consiglio \nRegionale su apposita voce del Capitolo 5 mediante uno stanziamento \ncomplessivo annuo di lire 3 miliardi e 600 milioni. Per l'anno in \ncorso lo stanziamento è determinato in lire 900 milioni mediante \nprelievo dell'occorrente somma dal capitolo 4 del bilancio del \nConsiglio regionale.\n3. Il fondo potrà essere utilizzato per la stipula di contratti \nprivatistici a termine, per collaborazione, per fornitura di servizi \nspecifici occorrenti e per l'assistenza ai Consiglieri non previsti \ntra quelli di cui alla Legge Regionale 5 agosto 1972 n. 6, e \nsuccessive modifiche ed integrazioni.\n4. L'accesso a detto fondo perviene, su richiesta del Presidente del \nGruppo o forza politica, all'Ufficio di Presidenza che provvede \nentro il termine di quindici giorni dalla richiesta. Entro un \nperiodo massimo di trenta giorni, l'Ufficio di Presidenza, su proposta \ndei Presidenti di Gruppo e delle Forze Politiche fissa le modalità \nattuative.\n5. La ripartizione del fondo avviene sulla base del numero dei \nConsiglieri iscritti a ciascun Gruppo o forza politica.", '41': '\n1. Le norme contenute nelle leggi regionali di “disposizioni di \nfinanza regionale” hanno validità dall’inizio dell’esercizio \nfinanziario di riferimento.\n2. Le norme di cui al primo comma si applicano anche alle Leggi \nRegionali n. 9/98 e n. 5/99.', '42': '\n1. Fino alla data di approvazione del Piano Regionale delle attività \nestrattive di cui all’art.2, della Legge Regionale 13 dicembre 1985, \nn. 54, come risulta modificato dall’articolo 1 della legge regionale \n13 aprile 1995,n. 17c, comunque, entro il 31 dicembre 2001', '43': '\n1. Per lo svolgimento dell’attività amministrativa connessa alla \ndelega ai “Rapporti con i Paesi del Mediterraneo”, attribuita con \nDecreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania n. 7746 \ndel 12 settembre 2000 all’Assessore al Bilancio, Ragioneria, \nFinanze e Tributi, Demanio e Patrimonio, è istituito il Cap. 509 nello \nstato di previsione della spesa del bilancio 2000 con lo stanziamento \ndi lire 20 milioni. Per gli anni successivi si provvederà \ncon la legge di approvazione del bilancio.', '44': "\n1. E’ concessa una sovvenzione annuale, per la realizzazione delle \nfinalità istituzionali all’Istituto Educativo Femminile “Mondragone”\ndi Piazzetta Mondragone, n. 18 Napoli, di £. 500 milioni.2. E' concessa una sovvenzione annuale, per la realizzazione delle \nfinalità istituzionali, al Consorzio Osservatorio dell'Appennino \nMeridionale, con sede nell'Università degli Studi di Salerno in \nFisciano, di Lire 300milioni.\n3. Agli oneri derivanti si fa fronte con la appostazione di pari \nimporto al Cap. 5168, di nuova istituzione dello stato di previsione \ndella spesa del Bilancio regionale, in termini di competenza e cassa, \nmediante prelievo della occorrente somma, ai sensi dell’art.30 della \nLegge Regionale 27 luglio 1978, n. 20, dallo stanziamento della spesa \ndi cui al Capitolo 1030 dello stato di previsione della spesa per \nl’anno finanziario 1999 che si riduce di pari importo.", '45': '\nLa Legge Regionale 13 agosto 1998 n. 14 è così integrata e modificata:\nArticolo 15 bis\nFondo Regionale per l\'occupazione dei disabili\n1. Ai sensi della Legge Regionale 13 agosto 1998 n. 14, è istituito il \nfondo regionale per l\'occupazione dei disabili, di seguito, denominato \n"Fondo".\n2. Il Fondo è costituito dai finanziamenti dello Stato e dalle entrate \nconseguenti all\'applicazione della Legge n. 68/99 \narticolo 14, comma 3, irrogazione di sanzioni e riscossione di \ncontributi.\n3. Il Fondo è finalizzato al sostegno delle iniziative di inserimento \ndei disabili nel mondo del lavoro, con particolare riferimento alle \nconvenzioni ed alle iniziative intraprese dalle Cooperative sociali di \ncui agli articoli 11 e 12 della citata Legge.\n4. La Giunta Regionale stabilisce le modalità di gestione del Fondo e, \nvalutate le proposte del Comitato, approva il programma di \nripartizione delle risorse e verifica i risultati dell\'attività.\nArticolo 15 ter\nComitato Regionale per la gestione del Fondo\n1. E\' istituito il Comitato regionale per la gestione del Fondo che \npropone alla Giunta Regionale la destinazione delle risorse che \ncostituiscono il Fondo e le modalità di monitoraggio e di \nverifica dei risultati.\n2. Il Comitato regionale per il Fondo è costituito da:\na - Assessore Regionale al Lavoro, o suo delegato, con funzioni di \nPresidente;\nb - Un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei \nlavoratori, comparativamente più rappresentative a livello \nregionale;\nc - Un rappresentante delle organizzazioni sindacali dei datori di \nlavoro, comparativamente più rappresentative a livello \nregionale;\nd - Un rappresentante delle associazioni dei disabili, \ncomparativamente più rappresentative a livello \nregionale.\n3. Alle sedute del Comitato partecipano, a titolo consultivo, il \nDirigente del Settore Osservatorio del Mercato del Lavoro e \ndella Occupazione - Emigrazione - Immigrazione o suo delegato, il \nDirettore dell\'Agenzia regionale del Lavoro o suo delegato.\n4. Il Comitato regionale per il Fondo è nominato con decreto del \nPresidente della Giunta Regionale e dura in carica per l\'intera \nlegislatura.\n5. Le funzioni di assistenza amministrativa al Comitato sono esercitate dal Settore regionale per le Politiche del Lavoro.\n6. Il Comitato regionale per il Fondo disciplina, con apposito \nregolamento, le modalità del proprio funzionamento.', '46': '\n1. E\' autorizzata per l\'esercizio finanziario 2000 l\'erogazione di un \ncontributo straordinario di £. 80 milioni a favore del coniuge \nsuperstite del Sindaco del Comune di Castellabate (SA), tragicamente \nscomparso mentre coordinava le operazioni di soccorso e di \nspegnimento dell\'incendio sviluppatosi in data 20 settembre 2000 sul \nterritorio comunale. \n2. Al relativo onere si farà fronte con lo stanziamento di £.80 \nmilioni di cui al capitolo 7862, di nuova istituzione, dello stato di \nprevisione della spesa per l\'esercizio finanziario 2000, così \ndenominato: "Contributo straordinario della Regione a favore del \nconiuge superstite del Sindaco del Comune di Castellabate, \ntragicamente scomparso a seguito dell’incendio del 20 settembre \n2000”, mediante prelevamento dal capitolo 1030 dello stato di \nprevisione della spesa dell’anno finanziario 2000 che si riduce di \npari importo.', '47': '\nIl 1° comma dell’articolo 24 della Legge Regionale 5 agosto 1999, n. 5 \nè interpretato nel modo seguente:\n“Ai Consiglieri regionali, per il libero svolgimento del mandato, è \ncorrisposta una diaria mensile a titolo di rimborso spese, nella \nmisura del sessantacinque per cento dell’indennità di carica di \nConsigliere regionale, di cui all’articolo 2 della Legge regionale 5 \ngiugno 1996, n. 13”.', '48': '\nLe prescrizioni delle prestazioni sanitarie che comportano \ncompensazione tra le AA.SS.LL. devono essere tempestivamente \nnotificate all’Azienda di appartenenza per un reale controllo della \nspesa.', '49': '\n(Rinviato dal Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 2000 a nuovo \nesame del Consiglio regionale della Campania)', '50': "\n1. Le singole Commissioni Consiliari Regionali, sulla base di \ndetermina adottata dall'Ufficio di Presidenza delle stesse, in \narmonia con le norme del Regolamento di \namministrazione del Consiglio regionale vigente, possono richiedere, \nall'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale \nconsulenze su specifiche tematiche.\n2. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale provvederà ad \nadottare i consequenziali atti nel termine di 15 giorni dalla \nrichiesta.\n3. Ogni singola Commissione Consiliare regionale non potrà superare \nl'ammontare complessivo lordo di 100 milioni per ogni \nesercizio finanziario.\n4. L'onere di cui ai precedenti commi graverà sul capitolo 6 del \nBilancio del Consiglio Regionale.", '51': '\n1. E\' istituita presso il SIT del Pausiljpon di Napoli una BASCO \n(Banca di sangue di cordone ombelicale) per rendere autonome le \nnostre comunità nella produzione di emoderivati.\n2. Agli oneri derivanti dall\'applicazione della presente legge, previsti per il corrente esercizio finanziario, in lire 520 \nmilioni si fa fronte con lo stanziamento di pari entità, del Capitolo \n7296, di nuova istituzione, denominato: "Oneri gestionali della BASCO \ndella Regione Campania", mediante prelievo della occorrente somma, \nai sensi dell\'articolo 30 della Legge Regionale 27 luglio 1978,n. 20 \ndal Capitolo 1040 per l\'esercizio finanziario 1999 che si riduce di \npari importo.\n3. Per i successivi anni si provvederà con la Legge di bilancio.', '52': '\n(Rinviato dal Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 2000 a nuovo \nesame del Consiglio regionale della Campania)', '53': "\n1. E' istituito un contributo annuale a favore delle sezioni campane \ndell'AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro), \ndell'AIL (Associazione Italiana Leucemici), dell'ANT \n(Associazione Nazionale Tumori).\n2. Tale contributo è finalizzato al potenziamento delle attività di \nricerca per la lotta contro i tumori, in considerazione dell'elevato \nrilievo sociale delle attività svolte dalle associazioni indicate nel \nprecedente comma.\n3. Il contributo è concesso con decreto del Presidente della Giunta \nRegionale ed è ripartito tra le tre Associazioni in eguale misura.\n4. All'onere derivante dall'applicazione della presente legge, \nstabilito in lire 750milioni si fa fronte per l'anno 2000, mediante \nprelievo della occorrente somma, ai sensi della legge 27 luglio 1978, \nn. 20, dai capitoli 1030 e 1040 che si riducono rispettivamente di \nlire 250milioni e 500milioni. \n5. Per i successivi anni si provvederà con Legge di bilancio.", '54': '\n1. Sono esercitate dalla Regione le funzioni amministrative di \nprogrammazione e coordinamento della rete autostradale e \nstradale trasferita ai sensi del Decreto Legislativo n. 112/98 e di \ndisciplina delle relative modalità e criteri di progettazione, \ncostruzione, manutenzione e miglioramento, nonchè di \nclassificazione e declassificazione delle strade regionali e \nprovinciali, di cui al Decreto Legislativo 30 Aprile 1992, n. 285.\n2. Sono altresì esercitate dalla Regione le funzioni amministrative di \ngestione delle autostrade e delle strade regionali di cui al \nprecedente comma, individuate con delibera di Giunta regionale sulla \nbase della prevalente funzione di collegamento interregionale ed \ninterprovinciale. \n3. Le funzioni amministrative di gestione delle rimanenti strade \ntrasferite alla Regione, ai sensi del Decreto Legislativo n. 112/98, \nsono esercitate dalle Province.', '55': "\n1. Per la redazione del piano degli interventi per il 2000, ai sensi \ndell'articolo 3 della Legge Regionale 4 maggio 1987, n. 28, gli \nindirizzi, i criteri prioritari e selettivi sono gli stessi di quelli \nindicati nell'articolo 6 della Legge Regionale 5 agosto 1999, n. 5.", '56': "\n1. I benefici di cui al I° comma dell'articolo 32 della Legge \nRegionale 5 agosto 1999, n. 5, sono estesi anche agli invalidi del \nlavoro.\n2. L'onere di cui al precedente comma ricade sul capitolo 2382 del \nbilancio.", '57': '\n1. Per l\'anno 2000, si concede un contributo straordinario a favore \ndella Fondazione "A. Moscati" per la lotta contro l\'usura.\n2. Tale contributo, in attesa della relativa legge sull\'argomento, da \nrealizzare entro un periodo massimo di tre mesi, dall\'approvazione \ndella presente legge, è finalizzato, in considerazione \ndell\'elevato rilievo sociale dell\'attività svolta dall\'Ente indicato \nnel precedente comma, al rafforzamento delle attività di \nsostegno ai soggetti colpiti da questa preoccupante piaga sociale.\n3. Il contributo è concesso, con Decreto del Presidente della Giunta \nregionale, per le attività svolte nell\'ambito della Campania.\n4. All\'onere derivato dall\'applicazione della presente Legge, \nstabilito in lire 1miliardo,si fa fronte per l\'anno 2000, mediante \nprelievo della occorrente somma, ai sensi della Legge Regionale 27 \nluglio 1978,n. 20 dal capitolo 1030 che si riduce di pari importo, al \ncapitolo 5176 di nuova istituzione denominato. "Contributo a favore \ndella Fondazione -A. Moscati -".', '58': "\n1. Il termine del 31 ottobre stabilito dall'articolo 36 della Legge \nregionale 27 luglio 1978, n. 20, così come modificato dalla Legge \nregionale 22 marzo 1991, n. 4, è fissato, per il corrente anno, al \n30 novembre.", '59': '\nL\'articolo 9 della Legge Regionale 5 agosto 1999 n. 5, integrato \ndall\'articolo 1 della Legge Regionale 21 gennaio 2000 n. 2, è così \nmodificato: dopo le parole " agli eredi legittimi" eliminare " in \nlinea retta".', '60': '\n(Rinviato dal Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 2000 a nuovo \nesame del Consiglio regionale della Campania)', '61': ''} | null |
campania | 2,000 | 19 | null | {'1': '1. E’ approvato in lire 24.935.091.148.307 lo stato di previsione di \ncompetenza dell’Entrata della Regione per l’anno finanziario 2000 come \nda tabella A) annessa alla presente legge.\n2. E’ autorizzato l’accertamento dei tributi delle entrate per l’anno \nfinanziario 1999.\n3. E’ approvato in lire 24.961.621.148.307 (di cui lire 26.530.000.000 \nprovenienti dall’anno 1999) lo stato di previsione di competenza \ndella Spesa della Regione per l’anno finanziario 2000 come da tabella \nB) annessa alla presente legge.\n4. E’ autorizzata l’assunzione di impegni di spesa entro i limiti \ndegli stanziamenti dello stato di previsione di cui al comma \nprecedente.\n5. Sono altresì approvati: il quadro generale riassuntivo di cui al \nprimo comma dell’articolo 24 della legge regionale 27 luglio 1978, n. \n20, i prospetti e gli elenchi indicati nel secondo comma del \nrichiamato articolo 24 della legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, \nallegati alla presente legge.', '2': 'L’utilizzo dello stanziamento dei capitoli della Spesa finanziati con \nl’avanzo di amministrazione è subordinato alla verifica dell’esistenza \ndelle predette disponibilità sulla base delle risultanze definitive al \n31/12/1999.', '3': '1. E’ approvato il lire 35.775.344.207.875 lo stato di previsione di \ncassa dell ’Entrata della Regione per l ’anno finanziario 2000 come da tabella A) annessa alla presente legge.\n2. Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, la riscossione ed il \nversamento nella cassa della Regione delle imposte delle tasse e di \nogni altra entrata spettante nell’anno finanziario 2000.\n3. E’ approvato in lire 32.113.287.267.377 lo stato di previsione di \ncassa della Spesa della Regione per l’anno finanziario 2000 come da \ntabella B) annessa alla presente legge.\n4. E’ autorizzato il pagamento delle Spese della Regione per l’anno \nfinanziario 2000 entro i limiti degli stanziamenti dello stato di \nprevisione di cui al comma precedente.\n5. E’ autorizzata l’iscrizione nel Bilancio di cassa di un fondo di \nriserva di lire 1.500.000.000.000 da utilizzare secondo le modalità \nprescritte dall’articolo 28 della legge regionale 27 luglio 1978, n. \n20.\n6. E’ approvato in lire 13.904.822.341.620 l’ammontare presunto dei \nresidui attivi al 31 dicembre 1999.\n7. E’ approvato in lire 5.673.256.119.070 l’ammontare dei residui \npassivi al 31 dicembre 1999.', '4': '1. E’ approvato in lire 59.590.452.170.175 il quadro di previsione \ndell’Entrata di bilancio pluriennale 2000-2002 come da quadro A) \nannesso alla presente legge.\n2. E’ approvato in lire 59.616.982.170.175 (di cui lire 26.530.000.000 \nprovenienti dall’anno 1999) il quadro di previsione della Spesa del \nBilancio pluriennale 2000 - 2002 come da quadro B) annesso alla \npresente legge.\n3. E’ approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio \npluriennale 2000 - 2002 come da quadro C) annesso alla presente legge.', '5': 'E’ autorizzata l’iscrizione nello stato di previsione dell’Entrata \n2000, capitolo A3 della somma di lire 800.000.000.000 quale quota \nparte dell’avanzo di amministrazione derivante dai residui passivi \ncolpiti da perenzione amministrativa e non eliminati dal conto \npatrimoniale.', '6': '1. E’ autorizzata la iscrizione, nello stato di previsione \ndell’Entrata 2000, capitolo A4, della somma di lire 990.742.373.383 \n“Avanzo di amministrazione al 31/12/1999 per il finanziamento delle \niniziative come da elenco 3 allegato alla tabella A”. \n.', '7': '1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti \ndel secondo comma dell’art. 127 della Costituzione, ed entra in vigore \nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.'} | null |
campania | 2,000 | 1 | null | {'1': 'RIPARTIZIONE FUNZIONALE DEL TERRITORIO REGIONALE\n1. Ai sensi di quanto stabilito dalla lett. b), comma 3, dell’art. 6 \ndel Decreto Legislativo 31 Marzo 1998, n. 114, il territorio della \nCampania è suddiviso, con l’indicazione dei Comuni appartenenti, nelle \nseguenti 14 Aree funzionali sovracomunali omogenee configurabili come \nunico bacino d’utenza, in conformità all’allegato A:\na) Area 1 - Area Metropolitana di Napoli\nb) Area 2 - Area Vesuviana e Agro Nocerino Sarnese\nc) Area 3 - Area Nolano — Vesuviana\nd) Area 4 - Area Costiera Amalfitana - Sorrentina e Isole\ne) Area 5 - Area Casertana\nf) Area 6 - Area Alto Casertano\ng) Area 7 - Area Beneventana\nh) Area 8 - Area Avellinese\ni) Area 9 - Area Alta Irpinia\nl) Area 10 - Area Salernitana\nm) Area 11 - Area Piana del Sele\nn) Area 12 - Area Cilentana\no) Area 13 - Area del Vallo di Diano\np) Area 14 - Area Ariano — Grottaminarda\n2. Ai fini dell’applicazione di ogni altra disposizione contenuta \nnella presente Legge che faccia riferimento a categorie dimensionali -\neconomiche dei Comuni, si suddividono gli stessi nelle seguenti 5 \nclassi:a) Classe 1 —Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti\nb) Classe 2 — Comuni con popolazione compresa tra 30.001 e 50.000 \nabitanti\nc) Classe 3 — Comuni con popolazione compresa tra 10.001 e 30.000 \nabitanti\nd) Classe 4 - Comuni con popolazione compresa tra 3.001 e 10.000 \nabitanti\ne) Classe 5 — Comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti', '2': 'CLASSIFICAZIONE DELLE MEDIE E GRANDI STRUTTURE DI VENDITA E DEI \nCENTRI COMMERCIALI\n1. Al fine di qualsivoglia valutazione connessa al rilascio delle \nrelative autorizzazioni amministrative, le strutture commerciali di \nmedia e grande dimensione vanno classificate come segue:\na) M1 A/M - Medie strutture inferiori, per prodotti alimentari o \nmisti aventi superficie netta di vendita compresa tra 150 e 900 mq. \nnei Comuni delle classi 4 e 5 e tra 250 e 1.500 mq. nei Comuni delle \nclassi 1, 2 e 3;\nb) M1 E - Medie strutture inferiori, per prodotti extraalimentari \naventi superficie netta di vendita compresa tra 150 e 900 mq. nei \nComuni delle classi 4 e 5 e tra 250 e 1.500 mq. nei Comuni delle \nclassi 1, 2 e 3;\nc) M2 A/M — Medie strutture superiori, anche in forma di centro \ncommerciale, per prodotti alimentari o misti aventi superficie netta \ndi vendita compresa tra 900 e 1500 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e \nsuperficie compresa tra 1.500 e 2.500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 \ne 3;\nd) M2 E — Medie strutture superiori, anche in forma di centro \ncommerciale, per prodotti extraalimentari aventi superficie netta di \nvendita compresa tra 900 e 1.500 mq. nei Comuni delle classi 4 e 5 e \nsuperficie compresa tra 1.500 e 2500 mq. nei Comuni delle classi 1, 2 \ne 3;\ne) G1 A/M— Ipermercati: strutture di vendita fino a 5.000 mq. per la \nvendita di prodotti alimentari e non alimentari;\nf) G1 E — Strutture di vendita fino a 15.000 mq. per la vendita di \nsoli prodotti non alimentari;\ng) G2 CQ — Centri commerciali di quartiere o interquartiere: \nstrutture commerciali di almeno 6 esercizi commerciali in diretta \ncomunicazione tra loro, o posti all’interno di una struttura \nfunzionale unitaria articolata lungo un percorso pedonale di accesso \ncomune, fino a 4.000 mq. di vendita;\nh) G2 CI — Centri commerciali inferiori: strutture commerciali di \nalmeno 8 esercizi commerciali con le caratteristiche di cui alla \nlettera precedente, con superficie di vendita fino a 15.000 mq.;\ni) G2 CS - Centri commerciali superiori: strutture commerciali di \nalmeno 12 esercizi commerciali, con le caratteristiche di cui alla \nprecedente lettera, con superficie maggiore di 15.000 mq., fino ad un \nmassimo di 25.000 mq.\nl) G ACP — Centri commerciali costituiti da aggregazioni commerciali \npolifunzionali. Dette aggregazioni devono essere costituite da almeno \n6 esercizi appartenenti alle grandi e medie strutture ed esercizi di \nvicinato, con singole superfici di vendita fino a mq. 2.500 per i \nComuni delle classi 4 e 5 e mq. 5.000 per i Comuni delle classi 1, 2 e 3, nonché da attività produttive artigianali e di servizi. Ciò al fine \ndi realizzare la modernizzazione e il recupero delle imprese esistenti \nsecondo le finalità indicate alla lettera f) 1° comma articolo 6 del \ndecreto legislativo 114\\98. Dette strutture debbono essere poste \nall’interno di una struttura funzionale unitaria avente servizi \ncomuni, articolata lungo un percorso pedonale di accesso che consenta \nla diretta comunicazione tra i singoli esercizi.\n2. Nei centri commerciali la superficie occupata dagli esercizi di \nvicinato non deve essere inferiore al 40% della superficie \ncomplessiva netta di vendita. \n3. Le strutture commerciali di media e grande dimensione, con \nsuperficie maggiore di 1.500 mq., devono assicurare almeno un servizio \nigienico, ad uso della clientela, per ogni 1000 mq. di superficie di \nvendita, o frazione di essi superiore a 500 mq.\n4. La superficie di vendita degli esercizi commerciali che trattano \nesclusivamente merci ingombranti delle quali il venditore non è in \ngrado di effettuare la consegna immediata, come auto, mobili ed \nelettrodomestici, legnami, materiali per l’edilizia, è limitata alla \ndimensione massima degli esercizi di vicinato attribuendo la restante \nsuperficie a magazzino, deposito o superficie espositiva. Il Comune \nrilascia, per dette tipologie di esercizi, apposita autorizzazione \nnella quale è specificata la limitazione alla vendita dei prodotti \nindicati e potrà, inoltre, stabilire, negli strumenti comunali di \nintervento di cui al comma 1 dell’art. 13 della presente legge, \ncontenuti limiti di superficie dei magazzini, depositi o superficie \nespositiva connessa, anche in maniera differenziata per le diverse \nzone di intervento comunale. Richieste di ampliamento merceologico o \ndi superficie, oltre i limiti stabiliti dai Comuni, vanno considerate \ncome nuove aperture e trattate secondo le modalità connesse \nall’apertura di medie e grandi strutture di vendita.\n5. Il divieto di effettuare la vendita all’ingrosso ed al dettaglio \nnegli stessi locali, ai sensi di quanto stabilito dal comma 2 \ndell’art. 26 del decreto legislativo 114/98, non si applica per la \nvendita, in maniera esclusiva o prevalente, dei seguenti prodotti:\n- macchine, attrezzature e articoli tecnici per l’agricoltura, il \ncommercio, l’industria e l’artigianato;\n- materiale elettrico;\n- colori o vernici, carte da parati;\n- ferramenta ed utensileria;\n- articoli per impianti idraulici a gas ed igienici;\n- articoli per riscaldamento;\n- strumenti scientifici e di misura;\n- macchine per ufficio;\n- auto, moto, cicli e relativi accessori e parti di ricambio;\n- combustibili;\n- materiale per l’edilizia;\n- legnami.', '3': 'PROGRAMMAZIONE REGIONALE PER L’INSEDIAMENTO DELLE GRANDI STRUTTURE \nDI \nVENDITA1. La compatibilità territoriale delle grandi strutture di vendita è \ninoltre soggetta nel periodo di prima applicazione della presente \nLegge Regionale, ossia fino al 1 gennaio 2002, ai contingentamenti di \nsuperficie, determinati per le rispettive aree, contenuti nella \nspecifica tabella di programmazione regionale per l’insediamento di \ndette strutture, di cui all’Allegato C. \n2. Successivamente, oltre il termine di cui al comma 1 del presente \narticolo, è determinato, con cadenza biennale, dalla Giunta regionale, \nsu indicazione dell’Osservatorio Regionale, previo parere della \nCommissione Consiliare competente da rendersi entro 30 giorni, il \nnuovo contingente di superficie ammissibile per le strutture di \nvendita della grande distribuzione per ogni specifica area o ulteriore \ndiversa zonizzazione che si reputi necessaria al fine di consentire un \nequilibrato sviluppo di tutte le forme distributive, salvaguardando il \nprincipio di libero accesso al mercato, gli interessi dei consumatori, \ni livelli occupazionali garantiti da tutte le imprese della \ndistribuzione commerciale.\n3. Il 20% delle disponibilità di cui all’allegato C, come risultante \nper le singole aree sovracomunali, è riservato, per le finalità e gli \nobiettivi di cui al punto f) dell’art. 6 del decreto legislativo \n114/98, alle iniziative degli organismi consortili delle piccole e \nmedie imprese commerciali a condizione che, alla data di pubblicazione \ndel citato decreto, le imprese risultino operare in dette aree. Tali \niniziative, in quanto destinate al recupero e alla modernizzazione di \ntali imprese in strutture innovative, possono comprendere anche \nattività artigianali e di servizi. La superficie impegnata dalle \npredette piccole e medie imprese non deve, in ogni caso, risultare \ninferiore al 60% della superficie complessiva di vendita della nuova \nstruttura.\n4. Nelle aree sovracomunali di cui all’art. 1, nei limiti della \nsuperficie disponibile, di cui all’allegato C del presente articolo, e \nalle condizioni di cui all’art. 2 della presente Legge, almeno 6 \ntitolari di autorizzazioni amministrative rilasciate ai sensi \ndell’art. 24 della legge 11 giugno 1971 n. 426, per tabelle non \nalimentari, possono richiedere l’apertura di strutture di vendita \nsotto forma di centro commerciale non alimentare. L’autorizzazione, \npurchè la superficie di vendita non sia superiore alla somma delle \nsuperfici già precedentemente autorizzate, sarà concessa, previa \nConferenza dei servizi, ove ricorrano tutte le condizioni previste \ndalla presente legge.', '4': 'CARATTERISTICHE QUALITATIVE MINIME DELLE GRANDI STRUTTURE DI \nVENDITA DI TIPOLOGIA A/M\n1. Le grandi strutture di vendita al dettaglio di tipologia A/M devono \navere le seguenti caratteristiche qualitative minime:\na) Grande struttura di vendita G1 A/M — G1 E — G2 CQ:\na.1) Pubblico esercizio di somministrazione di bevande\na.2) Almeno un servizio igienico ad uso della clientela\na.3) Almeno un servizio igienico a disposizione dei portatori di handicap\na.4) Servizi di pagamento bancomat.\nb) Grande struttura di vendita G2 CI: \nb.1) Pubblico esercizio di somministrazione bevande\nb.2) Servizi di pagamento bancomat\nb.3) Attività artigianali in numero di almeno 4 (parrucchiere, \nestetista, calzolaio riparazioni, ecc..)\nb.4) Servizi igienici ad uso della clientela in numero di 1 per ogni \n1000 mq. di superficie di vendita\nb.5) Servizi igienici a disposizione dei portatori di handicap.\nc) Grande struttura di vendita G2 CS-G.ACP:\nc.1) Spazi organizzati per intrattenimento bambini sotto sorveglianza\nc.2) Pubblico esercizio di somministrazione alimenti \nc.3) Pubblico esercizio di somministrazione bevande\nc.4) Servizi di pagamento bancomat\nc.5) Attività artigianali in numero di almeno 4 (parrucchiere, \nestetista, calzolaio riparazioni, ecc..)\nc.6) Agenzia di viaggi e turismo\nc.7) Servizi igienici ad uso della clientela in numero di 1 per ogni \n1000 mq. di superficie di vendita\nc.8) Servizi igienici a disposizione dei portatori di handicap.\n2. Le licenze ed i permessi comunali connessi alle attività di cui al \ncomma 1, sono rilasciate dai Comuni anche in deroga ad eventuali \nparametri programmatori sia comunali che regionali. \n3. Ai sensi della lettera g), comma 1, dell’art. 4, del Decreto \nLegislativo 114/98, i centri commerciali costituiti da più esercizi in \nuna struttura a destinazione specifica, che usufruiscono di \ninfrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente, sono \nclassificati come un’unica media o grande struttura. Le singole \nautorizzazioni commerciali o comunicazioni di inizio di attività \ndiscendono comunque da un unico provvedimento generale rilasciato, \neventualmente, anche ad un soggetto promotore e possono essere \nscaglionate nel tempo.\n4. Non sono da considerarsi centri commerciali l’insieme di singoli \nnegozi allocati in edifici a prevalente destinazione abitativa o ad \nuffici, anche se collegati funzionalmente da percorsi pedonali comuni.\n5. Il trasferimento di sede di una struttura commerciale \nfuori dal centro commerciale di cui alle tipologie individuate \nall’art. 2 della presente legge o autorizzati ai sensi della Legge \nn. 426/71, non è mai consentito.', '5': 'CRITERI PER IL RILASCIO DELL’AUTORIZZAZIONE PER LE GRANDI \nSTRUTTURE DI VENDITA\n1. Il rilascio dell’autorizzazione per le grandi strutture di vendita, \ndi cui all’art. 9 del DL.vo 114/98, secondo i procedimenti di cui \nall’art. 14 della presente legge, è subordinato al rispetto delle \nseguenti condizioni:\na) l’osservanza delle disposizioni in materia urbanistica fissate dal \nComune e dalla Regione;b) l’osservanza dei requisiti di compatibilità territoriale \nall’insediamento previsti dalle tabelle allegate alle presenti \ndirettive relativamente ai contingenti fissati nelle zone per la \nrispettiva area sovracomunale di appartenenza;\nc) l’osservanza dell’obbligo di localizzazione lungo assi viari di \nprimaria importanza o in aree adiacenti dotate di adeguati raccordi \nstradali;\nd) l’osservanza dei requisiti minimi previsti per la tipologia della \nstruttura in esame;\ne) l’osservanza di ogni altra condizione stabilita dalla presente \nlegge;\n2. Vanno valutate alla stregua di nuove aperture:\na) la realizzazione di una nuova struttura ;\nb) l’ampliamento dimensionale di una media struttura esistente oltre \ni valori massimi di superficie previsti per le medie strutture di \nvendita, in relazione alla classe del comune in cui è localizzata ;\nc) l’ampliamento dimensionale di una grande struttura di vendita di \ncategoria inferiore che comporti il superamento dei limiti \ndimensionali minimi previsti per le strutture di categoria superiore;\nd) l’aggiunta merceologica di un intero settore, di cui all’art. 5, \ncomma 1, del D.L.vo 114/98, precedentemente non autorizzato;\ne) l’accorpamento di due o più esercizi commerciali in un’unica \nstruttura di vendita;\nf) la rilocalizzazione in un comune diverso da quello in cui era \nautorizzata la preesistente struttura;\n3. Le grandi strutture di vendita devono essere attivate per almeno i \ndue terzi della superficie autorizzata entro il termine di 18 mesi \ndalla data del rilascio. Il Comune può concedere una sola proroga fino \nad un massimo di un anno nei casi di comprovata necessità.', '6': 'PARAMETRI DI PARCHEGGIO E COMPATIBILITA’ TERRITORIALI\n1. L’adeguamento ai parametri di parcheggio è richiesto nel caso di \nrilascio di nuova autorizzazione, di ampliamento della superficie di \nvendita.\n2. L’adeguamento di cui al comma 1 non è previsto per il \ntrasferimento, per nuove aperture o per ampliamenti a seguito di \nconcentrazioni o accorpamenti che non superino il limite di soglia \ndelle strutture di tipologia M1, fatta salva diversa specifica \nindicazione comunale.\n3. Le aree di parcheggio devono essere realizzate in diretta \ncontiguità fisica e funzionale con le relative strutture commerciali. \n4. La realizzazione di accessi e uscite veicolari in rapporto alle \naree destinate a parcheggio ed alla struttura deve essere volta ad \nevitare interferenze con il traffico delle primarie vie di \ncomunicazione.\n5. Per gli utenti fisicamente impediti devono essere rimosse le \nbarriere architettoniche presenti.6. Per l’insediamento delle medie e grandi strutture di vendita devono \nessere verificate le compatibilità territoriali di cui all’allegata \ntabella D.\n7. Le strutture di media e grande distribuzione devono rispettare i \nparametri di parcheggio in rapporto alla classe demografica del \ncomune, fissati dalla tabella di cui all’allegato E.', '7': 'CRITERI DI PRIORITÀ\n1. Tra più domande concorrenti, ossia pervenute in Comune e \nregolarmente documentate entro 30 giorni dalla presentazione della \nprima di esse, riguardo al rilascio dell’autorizzazione per medie o \ngrandi strutture di vendita, ai sensi dell’art. 10, comma 2, del \nDecreto Legislativo 114/98, è data priorità di valutazione alle \ndomande accompagnate da richiesta di concentrazione e contestuale \nrinuncia, condizionata dall’accoglimento della nuova richiesta, ad una \no più medie o grandi strutture di vendita, nel rispetto delle seguenti \ncondizioni:\na) tra le strutture di vendita a cui si rinuncia, almeno una deve \nrisultare appartenente alla categoria dimensionale immediatamente \ninferiore a quella per la quale si richiede la nuova autorizzazione;\nb) la somma delle superfici di vendita delle strutture a cui si \nrinuncia deve essere almeno pari alla superficie richiesta per la \nnuova struttura, distintamente per i due settori, alimentare ed \nextraalimentare.\n2. Dette priorità possono essere fatte valere esclusivamente se:\na) la richiesta sia accompagnata da specifico impegno di reimpiego \ndel personale;\nb) trattandosi di struttura extraalimentare, la richiesta sia \ninoltrata da chi abbia partecipato a corsi di formazione, riconosciuti \ndalla Regione, o dimostri il possesso del requisito di adeguata \nqualificazione, ossia il possesso del diploma di laurea in economia e \ncommercio o equipollente o del diploma di scuola media superiore \nconseguito presso un istituto tecnico commerciale o istituto di \nragioneria o, infine, da chi abbia conseguito una adeguata pratica \ncommerciale per almeno due anni presso un esercizi commerciale al \ndettaglio o all’ingrosso in qualità di titolare, coadiutore o \ndipendente qualificato di livello non inferiore al III del Contratto \nCollettivo Nazionale di Lavoro, con mansioni attinenti alla vendita o \nall’amministrazione.\n3. Tra più domande concorrenti e vantanti titoli di priorità, così \ncome tra le altre domande prive di detto titolo, è data priorità, \nnell’ordine, in funzione dei seguenti criteri:\na) rilocalizzazione nella medesima Area sovracomunale omogenea, e, \ntra più domande, a quella che prevede una maggiore superficie da \nrilocalizzare;\nb) inserimento nella struttura di altri operatori al dettaglio locali \nche trasferiscano la propria attività;\nc) maggiore quantità di manodopera assorbita, con priorità di quella \ngià precedentemente impiegata nel commercio;d) titolarità di altre medie o grandi strutture di vendita nella \nregione Campania;\ne) impegno formalmente assunto all’adozione di un CCNL;\nf) vetrina delle produzioni tipiche locali come artigianato, \nindustria manifatturiera, prodotti agroalimentari.\n4) I Centri commerciali individuati con la sigla GACP e costituiti \nda aggregazioni formate \nper almeno l’80 per cento da aziende commerciali preesistenti sul \nmercato da almeno un anno e con sede nelle rispettive zone \nindividuate dall’allegato A di cui all’art. 1 o con esse confinanti, \ncostituite in consorzi o società aventi lo scopo d’incentivare il \ncommercio e le attività degli associati mediante la creazione di \n“Centri di aggregazione commerciale”, godono di deroga liberatoria \nrispetto ai contingenti di superficie per Aree funzionali di cui alla \ntabella riportata nell’allegato C.', '8': 'AMPLIAMENTO DELLE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA\n1. L’ampliamento delle grandi strutture di vendita è soggetto \nall’autorizzazione comunale, su conforme parere della conferenza dei \nservizi di cui all’art. 9, comma 3, del Decreto Legislativo 114/98.\n2. L’autorizzazione, di cui al comma 1, ai sensi del comma 3, art. 10, \ndel Decreto Legislativo 114/98, è concessa, fatto salvo il rispetto \ndelle norme urbanistiche, igienico-sanitarie e di sicurezza, qualora \nconcorrano tutte le seguenti condizioni:\na) l’ampliamento avvenga per concentrazione o accorpamento di \nesercizi commerciali autorizzati ai sensi dell’art. 24 della Legge \n426/71, per generi di largo e generale consumo, conteggiati per il \nvalore di 150 mq. o 250 mq. ciascuno, a seconda della classe del \nComune, o per la superficie effettiva se maggiore. Gli esercizi \naccorpati devono provenire dalla medesima area funzionale \nsovracomunale omogenea di cui al comma 1 dell’art. 1;\nb) l’ampliamento delle grandi strutture di tipo G1 non deve superare \ni limiti massimali della tipologia stessa, in relazione al comune \ndove è insediata la struttura;\nc) la domanda di ampliamento sia corredata da impegno di reimpiego \ndel personale già operante negli esercizi oggetto dell’accorpamento o \ndella concentrazione;\nd) qualora tutti o parte degli esercizi concentrati o accorpati non \nsiano autorizzati per generi di largo e generale consumo, o la domanda \nnon sia corredata da impegno di reimpiego del personale, \nl’autorizzazione all’ampliamento non costituisce atto dovuto e può \nessere concesso previa valutazione effettuata secondo apposita norma \nregolamentare comunale;\ne) è sempre dovuto l’ampliamento del 30 per cento delle strutture di \nvendita di tipologia M1 e del 20 per cento delle M2, della superficie \ndi vendita preesistente, nel rispetto degli indirizzi comunali, \npurchè, in ogni caso, non vengano superati i limiti di superficie di \nvendita minimi previsti per la tipologia G1;\nf) il rilascio dell’autorizzazione per l’ampliamento delle grandi \nstrutture della tipologia G1, ivi compresa la trasformazione in centro commerciale di cui alla classificazione G2, è soggetto a \nvalutazione da parte della conferenza dei servizi, in rapporto alla \ndisponibilità di superficie autorizzabile nell’area sovracomunale \nomogenea in cui ricade la struttura.', '9': 'AGGIUNTA DI SETTORE MERCEOLOGICO\n1. L’aggiunta di un settore merceologico non autorizzato, dei due \nprevisti dall’art.5, comma 1, del D.L.vo 114/98, in una media o grande \nstruttura di vendita esistente, è atto dovuto a condizione che non \nvenga effettuata variazione della superficie di vendita complessiva.', '10': '\nTRASFERIMENTO E RILOCALIZZAZIONE DELLE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA\n1. Il trasferimento di sede di una grande struttura di vendita, \nnell’ambito del territorio comunale, è subordinato all’autorizzazione \ndel Comune, previa valutazione da parte della Conferenza dei servizi \ndi cui all’art. 9 del D.L.vo 114/98 sugli effetti sul tessuto \ncommerciale, sulla viabilità ed altri aspetti di rilievo, a condizione \nche la nuova ubicazione prescelta risulti compatibile alle \ndisposizioni regionali e locali in materia di urbanistica; \n2. La rilocalizzazione di una grande struttura di vendita è ammessa, \nesclusivamente nell’ambito della stessa area funzionale sovracomunale \nomogenea, con la stessa procedura di cui al comma 1.', '11': '\nPROCEDURE PER IL RILASCIO DELL’AUTORIZZAZIONE PER LE GRANDI STRUTTURE \nDI VENDITA\n1. Le domande di apertura delle grandi strutture di vendita vanno \ninoltrate al Comune competente corredate dalla documentazione \nnecessaria per la valutazione, conformemente a quanto predisposto \ndalla Giunta Regionale con l’Allegato B.\n2. Copia della domanda va inviata, contestualmente alla Giunta \nRegionale, Settore sviluppo e promozione delle Attività Commerciali.\n3. Il Comune, entro 30 giorni dal ricevimento della domanda, provvede \nad integrare la documentazione allegata alla domanda, mediante la \ncompilazione della apposita modulistica fornita dalla Regione, e ad \ninviare copia dell’intera documentazione al Settore Sviluppo e \nPromozione delle Attività Commerciali della Giunta Regionale.\n4. Il Comune, d’intesa con la Regione e la Provincia, indice la \nConferenza dei servizi prevista dall’art. 9 del Decreto Legislativo \n114/98, fissandone lo svolgimento non oltre i 60 giorni decorrenti \ndall’invio alla Regione della documentazione a corredo dell’istanza\n5. Della data di indizione di detta Conferenza è resa, \ncontestualmente, notizia ai Comuni contermini ed alle organizzazioni \ndei consumatori e delle imprese più rappresentative in relazione al \nbacino di utenza dell ’insediamento interessato, affinché possano esercitare le facoltà di cui all ’art.9, comma 4, del Decreto \nLegislativo 114/98.\n6. Decorsi 120 giorni dalla data di convocazione della Conferenza dei \nservizi senza che ne sia stato comunicato l’esito, le domande si \nintendono accolte se contenenti tutte le indicazioni previste e siano \nstate debitamente corredate dall’istante di tutti gli allegati di sua \nspettanza.\n7. Il rappresentante della Regione in seno alla Conferenza dei Servizi \nè un dirigente designato di volta in volta dall’Assessore competente \nal ramo.', '12': '\nNORME TRANSITORIE\n1. I nulla osta regionali rilasciati ai sensi degli artt. 26 e 27 \ndella Legge 426/71 decadono trascorsi sei mesi dalla data di \npubblicazione della presente Legge Regionale, qualora non sia già \nstata rilasciata l’autorizzazione amministrativa e non sia trascorso \nil termine di 12 mesi per l’attivazione della struttura, anche a \npartire dall’eventuale data di configurazione del silenzio assenso, ai \nsensi del comma 2, dell’art. 3 del D.P.R. 18 aprile 1994, n. 384, \nrelativo al rilascio dell’autorizzazione amministrativa comunale.\n2. Le superfici delle grandi strutture di vendita, attivate nei tempi \ndi cui al comma 1, vanno in sottrazione dei contingenti fissati \nnell’allegato C per la relativa area di appartenenza.\n3. È sospesa la presentazione delle richieste di nuove aperture \nrelative a medie e grandi strutture di vendita per 180 giorni a \npartire dalla data di pubblicazione della presente legge regionale e, \ncomunque, fino all’approvazione dello strumento di programmazione \nprevisto dal decreto legislativo 114/98 dal Comune interessato. Sono \nfatti salvi i casi previsti dal comma 5 dell’art. 16 della presente \nlegge.\n4. Tutte le richieste di nuove aperture per grandi strutture di \nvendita, giacenti in Regione alla data di approvazione della presente \nlegge, sono da considerarsi decadute e quindi gli interessati possono \nripresentarle ex novo presso i rispettivi Comuni con le modalità \nstabilite dalla presente Legge.\n5. Tutte le richieste di ampliamento giacenti in regione, pervenute \ndalla data di approvazione del Decreto Legislativo 114/98 alla data di \napprovazione della presente Legge, in corso di istruttoria, sono \ninviate ai comuni sedi del relativo insediamento affinché siano \ncompletate e decise nell’ambito di quanto stabilito dalla presente \nLegge.\n6. I contingenti fissati dalla tabella C, allegata alla presente \nLegge, non si applicano alle grandi strutture di vendita al dettaglio \nche siano comprese in complessi oggetto di accordi di programma, già \nsottoscritti ed approvati alla data di pubblicazione del D.L.vo \n114/98.', '13': '\nDIRETTIVE AI COMUNI\n1. I Comuni, per effetto del Decreto Legislativo 114/98 devono \nadeguare gli strumenti urbanistici generali e attuativi o i \nregolamenti di polizia locale, ai criteri e agli indirizzi di \nprogrammazione stabiliti dalla presente Legge entro 180 giorni dalla \npubblicazione della stessa sul Bollettino Ufficiale della Regione e \ndevono provvedere a dotarsi dello specifico strumento di intervento \nper l’apparato distributivo, concernente gli esercizi di vicinato, le \nmedie strutture di vendita, i mercati per il commercio su aree \npubbliche, nonché le localizzazioni delle grandi strutture di vendita, \nnel rispetto delle destinazioni d’uso delle aree e degli immobili \nstabilite dallo stesso strumento, che costituisce piano di strumento \nintegrato del P.R.G., sottoposto, dopo l’approvazione in Consiglio \nComunale, al visto di conformità regionale, da rilasciarsi entro 90 \ngiorni, delle norme igienico sanitarie e di sicurezza, tenuto conto \ndelle condizioni di salvaguardia della viabilità e del dettato delle \ndirettive Regionali, perseguendo le seguenti finalità:\na) realizzare interventi integrati di programmazione dell’apparato \ndistributivo anche per singole aree del territorio, con particolare \nriferimento al centro storico, nell’ambito di progetti di \nvalorizzazione del territorio ed in rapporto alle esigenze dei \nconsumatori ed agli aspetti di viabilità, mobilità, arredo urbano, \nnonché agli specifici interventi di pedonalizzazione.\nb) promuovere la valorizzazione delle aree periferiche attraverso la \nconcentrazione delle attività commerciali mediante specifiche \nprevisioni urbanistiche, nonché specifici piani di intervento globale \ndi recupero e di rilancio di dette aree;\nc) favorire la nascita di nuove iniziative attraverso la \nriconversione delle strutture distributive meno produttive, già \nesistenti sul territorio;\nd) salvaguardare i valori artistici, culturali, storici ed ambientali \nlocali, attraverso l’eventuale divieto di vendita di determinate \nmerceologie, sempre che ciò non inibisca lo sviluppo del commercio e \ndella libera concorrenza fra varie tipologie commerciali;\ne) promuovere tutti gli interventi attuativi al fine \ndell’abbattimento delle barriere architettoniche nel rispetto della \nvigente normativa;\nf) predisporre un efficiente sistema di monitoraggio della \ndistribuzione commerciale locale in rapporto ad una proficua \ncollaborazione con l’Osservatorio Regionale;\n2. Il Consiglio Comunale, prima dell’approvazione degli strumenti di \ncui al comma 1, deve acquisire il parere obbligatorio ma non \nvincolante delle Associazioni dei consumatori e delle imprese del \ncommercio.\n3. L’autorizzazione comunale prevista dagli artt. 8 e 9 del Decreto \nLegislativo 114/98 costituisce atto contestuale al rilascio delle \nconcessioni edilizie relative agli insediamenti commerciali oggetto \ndell’autorizzazione. Pertanto, l’autorizzazione e la concessione \nedilizia vengono rilasciate in atto unico.4. L’autorizzazione, di cui al comma 3., dovrà contenere tutti gli \nelementi di natura commerciale integrati dai contenuti urbanistici \nprevisti dalle norme vigenti. \n5. I Comuni viciniori, in coordinamento con gli Enti Locali, attuano \napposite forme di consultazioni onde pervenire all’adozione di \nstrumenti d’interventi integrati omogenei, tali strumenti omogenei \nrivestono particolare importanza per i comuni appartenenti ad una \nstessa isola ed all’area funzionale sovracomunale omogenea 4.', '14': '\nCRITERI DI PROGRAMMAZIONE URBANISTICA\n1. Le strutture di Media e Grande Distribuzione possono essere \nrealizzate solo su aree ricadenti in zone urbanistiche dichiarate \nespressamente compatibili con tale collocazione: tali aree dovranno \navere adeguate infrastrutture, dimensionate in proporzione \nall’esercizio commerciale che vi si vuole localizzare. La \nlocalizzazione dovrà essere compatibile con l’assetto della viabilità \ne con i flussi di traffico; pertanto dovranno essere adeguatamente \nanalizzati la rete infrastrutturale esistente e di progetto, la sua \npotenzialità, i fenomeni di gravitazione già esistenti nell’area.\n2. All’interno delle zone omogenee di tipo A e B, secondo quanto \ndisposto dal D.M.LL.PP. 2 aprile 1968 n. 1444, è possibile prevedere \nnorme che consentano cambi di destinazione d’uso di immobili \nesistenti, al fine di collocare attività commerciali e al fine di \nfavorire l’ampliamento o il trasferimento di attività esistenti nella \nmedesima zona.\n3. All’interno delle zone omogenee di tipo A, B e C come definite dal \nD.M.LL.PP. 2 aprile 1968 n. 1444, è possibile prevedere norme che \nconsentano ampliamenti della cubatura esclusivamente per il recupero \ndi locali esistenti situati sotto il piano stradale, al fine di \ncollocare attività commerciali di piccola distribuzione o al fine di \nfavorire l’ampliamento o il trasferimento di attività esistenti nella \nmedesima zona. \n4. Il rilascio di una concessione edilizia, anche in sanatoria, è \ncontestuale al rilascio dell’autorizzazione commerciale, se prevista. \n5. Tutti gli esercizi commerciali dovranno essere attivati in locali \naventi conforme destinazione d’uso.\n6. Tutti gli insediamenti commerciali dovranno essere ubicati su aree \naventi conforme destinazione urbanistica, fatti salvi gli esercizi \ncommerciali ubicati o da ubicare in immobili per i quali sia stata \nrilasciata concessione edilizia in sanatoria ai sensi della legge n.47 \ndel 1985 o n.724 del 1994. \n7. La disponibilità di spazi pubblici e di uso pubblico, in funzione \ndelle diverse strutture di vendita, deve prevedere quantità minime di \naree sistemate a verde, nel rispetto dei relativi regolamenti \ncomunali.\n8. Lo strumento di intervento, da approvare in Consiglio Comunale, è \ncostituito al minimo, dai seguenti elaborati:\na) planimetrie in scala non inferiore a 1: 5.000 per le zone di \ncompatibilità ed il centro storico;\nb) normative di attuazione.', '15': 'STRUMENTO COMUNALE D ’INTERVENTO PER LE MEDIE STRUTTURE DI VENDITA\n1. Per le medie strutture di vendita lo strumento comunale \nd’intervento determina il numero, e la merceologia delle strutture di \nnuova realizzazione secondo la classificazione operata dalle direttive \nregionali.\n2. Disciplina, inoltre, l’apertura, l’ampliamento merceologico o di \nsuperficie, il trasferimento ed ogni altro aspetto non contemplato dal \nDecreto Legislativo 114/98 o dalle presenti direttive regionali.\n3. E’ comunque consentito il trasferimento, nonché l’ampliamento e \nl’apertura a seguito di accorpamento o concentrazione, della struttura \ndi vendita di tipo M1, in tutto il territorio comunale, fatta salva la \ncompatibilità alle specifiche norme urbanistiche vigenti.\n4. Il rilascio di autorizzazioni all’apertura, trasferimento, \nampliamento merceologico o di superficie, accorpamento di strutture di \nvendita di tipo M2 è sospeso fino all’approvazione sia dello specifico \nstrumento comunale di intervento per le medie strutture di vendita, \nche degli interventi di valorizzazione del centro storico.\n5. Tra più domande concorrenti per l’apertura di una media struttura \ndi vendita hanno priorità, ai sensi dell’art.10, comma 2, del Decreto \nLegislativo 114/98, quelle che prevedono la concentrazione di almeno \ndue preesistenti medie strutture di vendita che rispettino le seguenti \ncondizioni:\na) la richiesta sia accompagnata da specifico impegno di reimpiego \ndel personale;\nb) se trattasi di struttura non alimentare, la richiesta sia \ninoltrata da chi abbia partecipato a corsi di formazione o comunque \ndimostri il possesso del requisito di adeguata qualificazione.\n6. Il rilascio di autorizzazione all’apertura di una media struttura \ndi vendita di tipo M1 non può essere negato, nel rispetto delle norme \nurbanistiche, ai sensi dell’art. 10, comma 3, del Decreto Legislativo \n114/98, qualora la stessa sia frutto di accorpamenti o concentrazioni \ndi più esercizi autorizzati ai sensi della Legge 426/71, per generi di \nlargo e generale consumo, esistenti da almeno un triennio e che la \nsomma delle superfici cessate sia pari ad almeno il 70 per cento della \nsuperficie di vendita della nuova struttura, conteggiate per i \nrispettivi valori di 150 mq. o 250 mq. ciascuno entro i limiti \ndemografici stabiliti dal Decreto Legislativo 114/98 e che sia \ngarantita l’assunzione di nuovo personale.\n7. L’ampliamento di una media struttura di vendita, ai sensi dell’art. \n10, comma 3, del Decreto Legislativo 114/98, è concesso qualora \nconcorrano tutte le seguenti condizioni:\na) l’ampliamento avvenga per concentrazione o accorpamento di \nesercizi commerciali, di generi di largo e generale consumo, già \nautorizzati ai sensi dell’art. 24 della Legge 426/71;\nb) l’ampliamento non superi i limiti dimensionali massimi previsti \nper il tipo di media struttura M1 o M2 in relazione alla classe di \nappartenenza del Comune;c) la domanda sia accompagnata da impegno di reimpiego di personale \ngià operante negli esercizi commerciali da concentrare o accorpare.\n8. Lo strumento comunale di intervento può determinare, nel rispetto \ndei criteri di programmazione urbanistica definiti all’art. 14, le \ncondizioni di apertura di più medie strutture di vendita ubicate in \nuno stesso immobile, che utilizzino separatamente accessi, ingressi ed \naree di parcheggio.', '16': '\nINTERVENTI COMUNALI PER LA VALORIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO\n1. Per la salvaguardia e la valorizzazione del centro storico, lo \nstrumento comunale di intervento può delimitare tale area anche oltre \nl’individuazione puramente urbanistica e suddividerla in ulteriori \nfasce di intervento differenziato.\n2. Detto strumento ha il compito di preservare, rilanciare e \npotenziare la funzione tipica del commercio nel centro storico ed il \nsuo ruolo di polo primario e di aggregazione della vita sociale, \nattraverso la crescita e la diversificazione delle attività \ncommerciali.\n3. Per il conseguimento degli obiettivi esposti detto strumento può \nprevedere:\na) di sottoporre le comunicazioni di apertura degli esercizi di \nvicinato a specifiche procedure di valutazione di impatto, effettuata \ncon riferimento all’apparato distributivo già esistente, al tessuto \nurbano, alla viabilità ed al traffico nonché al programma di \nqualificazione della rete commerciale, divulgate con analitica e \nchiara elencazione degli elementi necessari affinché gli interessati \nsiano in grado di verificarne ed autocertificarne l’esito. Ai fini \ndella presente disposizione sono equiparati a nuove aperture i \ntrasferimenti da altra area funzionale omogenea;\nb) disporre la temporanea intrasferibilità delle nuove attività sorte \nnel centro storico, per periodi non superiori a tre anni dal loro \ninsediamento;\nc) stabilire contenuti limiti di superficie minima e massima per \ncategorie di esercizi la cui eccessiva presenza, nel centro storico, \nrisulti di comprovato ostacolo al ricambio della rete distributiva;\nd) individuare le aree degradate ed abbandonate, ovvero gli edifici \nnon utilizzati, al fine della previsione di specifici interventi che \nfavoriscano ed agevolino il loro riutilizzo a scopi commerciali ed il \nloro recupero alle funzioni urbane;\ne) stabilire un vincolo di destinazione delle preesistenze storiche \nper specifiche tipologie di esercizi;\nf) stabilire le caratteristiche morfologiche delle insegne e delle \nvetrine e gli elementi di arredo esterno, nonché il sistema di \nilluminazione esterna nei casi di nuova realizzazione o di modifica \ndegli elementi preesistenti;\ng) prevedere modalità di incentivazione per l’apertura di nuovi \nesercizi di vicinato, in particolari zone dello stesso centro storico, \nper quegli esercizi di tipologia analoga a quella dei preesistenti \nesercizi storici, con specifico rispetto di standard di arredo urbano; \nh) prevedere forme di specializzazione merceologica sia per il comparto alimentare che non alimentare, in relazione a specifiche \nesigenze di caratterizzazione dei luoghi anche in rapporto alle \nesigenze determinate dai flussi turistici;\ni) stabilire priorità o obblighi di contestualità di realizzazioni di \niniziative;\nj) esonerare in tutto o in parte gli esercizi dall’obbligo della \nchiusura domenicale o festiva, e/o dall’obbligo della chiusura \ninfrasettimanale;\nk) esonerare in tutto o in parte gli esercizi dall’obbligo del \nrispetto dei periodi fissati per le vendite straordinarie o di \nliquidazione;\nl) disciplinare l’eventuale apertura notturna degli esercizi .\n4) Lo strumento comunale di intervento può prevedere, ai sensi del 4° \ndell’art.10 comma del Decreto Legislativo 114\\98, per gli esercizi \ndi vicinato un limite superiore pari a 150 mq., a prescindere dalla \ndimensione demografica dei Comuni.\n5) Decorso il termine dei 180 giorni per l’approvazione dello \nstrumento di cui agli articoli da 13 a 17 senza che il Comune vi abbia \nprovveduto, fino a quando detto strumento non venga approvato:\na) nessuna valutazione di impatto può essere effettuata, ai sensi \ndell’art. 10, comma 1, lettera c) del Decreto Legislativo 114/98, \nsalvo specifica e motivata deliberazione del Consiglio Comunale.\n6) I Comuni possono disporre vincoli di carattere dimensionale, \nmerceologico o tipologico agli insediamenti delle attività commerciali \nlimitatamente alle aree o agli edifici aventi valore storico, \narcheologico, artistico ed ambientale, non ubicati nel centro storico, \nnei limiti esclusivamente necessari alle esigenze di tutela.', '17': '\nINTERVENTI INTEGRATI PER I CENTRI MINORI\n1. Ai sensi dell’art. 10, comma 1, lettera a), del Decreto Legislativo \n114/98, i Comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, nonché i \nComuni ubicati sulle isole o appartenenti alle Comunità Montane, \ndevono dotarsi di uno specifico progetto di intervento integrato di \nrivitalizzazione, anche commerciale, delle frazioni o di altre aree di \ninteresse del proprio territorio aventi popolazione inferiore a 3.000 \nabitanti e poste in posizione isolata dal capoluogo comunale.\n2. Nelle aree individuate in detto progetto possono essere previsti \nl’insediamento di centri polifunzionali di servizi.\n3. Per centri polifunzionali di servizio si intendono uno o più \nesercizi commerciali cui si associano almeno altri due servizi tra \nquelli di seguito elencati:\na) sportelli o servizi decentrati dell’amministrazione comunale\nb) ufficio postale, banca\nc) sportelli e centri turistici di informazione, enti parco, pro-loco\nd) centro di fotocopiatura, servizio fax, collegamento internet\ne) biglietterie, fermate autolinee, centri di prenotazione\nf) esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande\ng) impianti sportivi o ricreativih) strutture alberghiere\ni) rivendita di tabacchi\nj) rivendita di giornali e riviste\n4. Nei centri polifunzionali di servizi può essere disposta dal comune \nl’esenzione dei tributi locali e le relative autorizzazioni vanno \nrilasciate in deroga ad eventuali parametri di programmazione sia \ncomunali che regionali, va data comunque priorità ad operatori \nesistenti che intendono trasferire la loro attività.\n5. I centri polifunzionali sono soggetti a convenzione che preveda, \nnel caso di trasferimento senza il consenso del comune, la revoca \ndelle autorizzazioni ottenute in deroga ed il recupero degli eventuali \nincentivi concessi.\n6. In deroga a quanto stabilito i Comuni appartenenti alla classe V \npossono istituire centri polifunzionali di servizi anche nel capoluogo \ncomunale.', '18': '\nOSSERVATORIO REGIONALE SULLA RETE COMMERCIALE \n1. In conformità a quanto stabilito nell’art. 6, comma 1 lettera g) \ndel Decreto Legislativo 114/98, la Regione assicura, avvalendosi \ndella collaborazione dei Comuni e delle Camere di Commercio, \nIndustria, Artigianato e Agricoltura, un sistema coordinato di \nmonitoraggio riferito all’entità e all’efficienza della rete \ndistributiva, attraverso la costituzione di apposito Osservatorio, al \nquale partecipano anche i rappresentanti degli Enti Locali, delle \norganizzazioni dei consumatori, delle imprese di commercio e dei \nlavoratori dipendenti, coordinato da un Osservatorio nazionale \ncostituito presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e \ndell’Artigianato.\n2. Detto Osservatorio Regionale, presieduto dall’Assessore Regionale \nal Commercio o suo delegato, è costituito come di seguito indicato:\na) Il Coordinatore dell’Area Generale di Coordinamento di Sviluppo \nAttività Settore Terziario della Giunta Regionale;\nb) Il Dirigente del Settore Sviluppo e Promozione delle Attività \nCommerciali della Giunta Regionale;\nc) Il Dirigente del Servizio Programmazione Rete Commerciale della \nGiunta Regionale;\nd) Il Dirigente del Settore Urbanistica della Giunta Regionale;\ne) Il Dirigente del Settore Pianificazione e il dirigente \ndell’Ufficio Piano della Giunta Regionale;\nf) Il Dirigente del Settore Statistica della Giunta Regionale;\ng) Un membro designato dall’Unione Province della Campania;\nh) Un membro per ogni Provincia designato dall’ANCI Campania;\ni) Un membro designato dall’Unione Camere di Commercio della \nCampania;\nj) Un membro per ogni Camera di Commercio della Regione;\nk) Tre membri designati dalle Associazioni dei Consumatori;\nl) Cinque membri designati dalle Associazioni delle Aziende del \nsistema Distributivo di cui:\nn. 1 in rappresentanza della grande distribuzione,n. 1 in rappresentanza della media distribuzione,\nn. 2 in rappresentanza degli esercizi di vicinato,\nn. 1 in rappresentanza degli operatori su aree pubbliche;\nm) Tre membri designati dalle Associazioni della Cooperazione di \nConsumatori e Dettaglianti;\nn) Tre membri designati dalle Associazioni sindacali dei Lavoratori \ndipendenti del Commercio;\no) Due segretari designati dal Presidente dell’Osservatorio tra i \nFunzionari del competente Settore Sviluppo e Promozione delle Attività \nCommerciali.\n3. L’Osservatorio regionale ha il compito di monitorare l’entità e \nl’efficienza della rete di vendita al fine di verificare la reale \ncapacità della nuova disciplina in materia, introdotta dal Decreto \nLegislativo n. 114/98 orientato a favorire una maggiore \nliberalizzazione del settore, la programmazione gestita dagli enti \nlocali, il pluralismo delle diverse tipologie distributive e il \nriconoscimento al servizio commerciale di caratteristiche peculiari in \nrelazione ai diversi ambiti territoriali.\n4. L’Osservatorio regionale, nominato con decreto del Presidente della \nGiunta Regionale su proposta dell’Assessore al Commercio, sulla base \nanche delle indicazioni e degli indirizzi dell’Osservatorio nazionale, \npredispone una banca dati relativa ai dati di tipo statistico e \ndocumentario.\n5. L’Osservatorio ha sede presso gli uffici della Giunta Regionale, \nSettore Sviluppo e Promozione delle Attività Commerciali. Ai \ncomponenti esterni nonché, ai componenti di cui alla lettera o), del \nprecedente comma 2, spetta un rimborso spese forfettario nella misura \ndi £. 150.000 per ogni seduta, per un massimo di 15 sedute all’anno.\n6. Per le spese di funzionamento dell’Osservatorio, comprese quelle \nrelative alle attrezzature ed alla produzione di documentazioni, si fa \nfronte, per l’anno 1999 sul capitolo 4302 dello stato di previsione \ndella spesa di bilancio, alla cui denominazione è aggiunto “spese per \nl’osservatorio”.\n7. Agli oneri per gli anni successivi, si farà fronte con gli appositi \nstanziamenti di bilancio, la cui entità sarà determinata con le \nsuccessive leggi di bilancio, utilizzando quota parte delle risorse \nassegnate alla Regione ai sensi degli artt. 8 e 9 della Legge 281/70.', '19': '\nORARI DI VENDITA\n1. Ai sensi dell’art. 12, comma 3, del Decreto Legislativo 114/98, \nviene stabilito che tutti i Comuni costieri della Regione Campania \nhanno rilevanza turistica.\n2. Il periodo di massimo afflusso turistico è fissato dal 1 maggio al \n30 settembre. In tale periodo, ai sensi del comma 1 dell’art. 12 del \nDecreto Legislativo n. 114/98, gli esercenti determinano liberamente \ngli orari di apertura e di chiusura e possono derogare all’obbligo di \nchiusura domenicale e festiva.3. Oltre a quanto previsto dal comma 5 dell’art. 11 del Decreto \nLegislativo n. 114/98, il Comune può individuare ulteriori periodi di \nderoga per esigenze legate a fattori turistici e culturali. Per tali \nperiodi il Comune individua le specifiche aree del territorio \ninteressate direttamente dai fenomeni turistici e culturali, avendo \nparticolare riguardo alle zone del centro storico previa concertazione \ncon i rappresentanti delle organizzazioni delle imprese del commercio, \ndei lavoratori dipendenti e dei consumatori, maggiormente \nrappresentati a livello provinciale.\n4. La individuazione di ulteriori periodi, oltre al periodo turistico \nindividuato tra il 1 maggio e il 30 settembre, e delle aree oggetto di \nulteriori deroghe, è sottoposta dal Comune alla concertazione degli \norganismi di cui al precedente comma e può essere attuata previo \nriconoscimento della Giunta Regionale.\n5. Sono confermati gli elenchi e i periodi di riconoscimento \ndell’economia turistica per tutti i Comuni di cui ai precedenti atti \nin materia assunti con deliberazioni di Giunta Regionale.\n6. Per tutti i Comuni compresi nell’area funzionale sovracomunale 4 è \nriconosciuta l’economia turistica per l’intero anno.\n7. I Comuni potranno avanzare richiesta di riconoscimento \ndell’economia turistica o di città d’arte alla Giunta Regionale con le \nmodalità e nei termini fissati dalla stessa.\n8. In ogni caso va fatto salvo il diritto dell’operatore alle tredici \nore di apertura giornaliera.\n9. E’ consentita la vendita domenicale e festiva di paste alimentari \nfresche, latticini freschi e pesce fresco in tutto il territorio \nregionale per gli esercizi di tipologia esclusiva o comunque \nprevalente.', '20': '\nVENDITA DI LIQUIDAZIONE E VENDITA DI FINE STAGIONE\n1. Ai sensi dell’art. 15 del Decreto Legislativo 114/98, le vendite di \nliquidazione sono quelle effettuate dall’esercente al fine di esitare \nin breve tempo tutte le proprie merci, a seguito di cessazione \ndell’attività commerciale, cessione dell’azienda, trasferimento \ndell’azienda in altro locale, trasformazione o rinnovo per un periodo \nnon eccedente le sei settimane, elevato a tredici settimane nei casi \ndi cessione, trasferimento, cessazione o chiusura dell’azienda previa \ncomunicazione al Comune dei dati e degli elementi comprovanti tali \nfatti.\n2. L’interessato dà comunicazione al Comune dell’inizio della vendita \ndi liquidazione almeno 15 giorni prima dell’inizio, specificando i \nmotivi, la data di inizio e la durata.\n3. Dopo la conclusione delle vendite il Comune verifica la \nrealizzazione di quanto dichiarato dall ’interessato e, se trattasi di esercizio soggetto ad autorizzazione, provvede d ’ufficio alla revoca \ndell’autorizzazione amministrativa.\n4. Per vendita di fine stagione si intendono forme di vendita che \nriguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda, suscettibili \ndi notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo \nperiodo di tempo. Esse possono essere effettuate solo in due periodi \ndell’anno: dal 20 Gennaio al 13 Marzo e dal 20 Luglio al 10 Settembre.\n5. Le vendite di liquidazione e le vendite di fine stagione devono \nessere presentate al pubblico con adeguati cartelli che ne indicano la \nesatta dicitura.\n6. Le merci in vendita devono essere esposte con l’indicazione del \nprezzo praticato prima della vendita di liquidazione o di fine \nstagione e del nuovo prezzo con relativo sconto o ribasso effettuato \nespresso in percentuale.\n7. Durante il periodo delle vendite sopraindicate è possibile mettere \nin vendita solo le merci già presenti nei locali di pertinenza del \npunto vendita. E’ fatto divieto di rifornimento di ulteriori merci sia \nacquistate che in conto deposito.', '21': '\nCENTRI DI ASSISTENZA TECNICA\n1. La Regione autorizza, in attuazione del comma 1 dell’art. 23 del \nDecreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114, i Centri di Assistenza \nTecnica alle imprese commerciali costituiti, anche in forma \nconsortile, dalle associazioni di categoria maggiormente \nrappresentative del settore a livello provinciale e da altri soggetti \ninteressati e comunque senza scopo di lucro.\n2. Ai fini dell’autorizzazione regionale i Centri di Assistenza \nTecnica devono svolgere le attività di cui al comma 2 dell’art. 23 del \nDecreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114, anche a favore delle \nimprese non iscritte ad associazioni di categoria.', '22': '\nFORMAZIONE PROFESSIONALE\n1. La Giunta Regionale, entro 90 giorni dalla data di entrata in \nvigore della presente legge, e per gli anni successivi con il Piano \nannuale di Formazione Professionale, su proposta dell’Assessorato alla \nFormazione Professionale e dell’Assessorato al Commercio approverà:\na) i programmi dei corsi di formazione professionale per il commercio \nrelativo al settore alimentare;\nb) i programmi di corsi specifici di aggiornamento finalizzati ad \nelevare il livello professionale o riqualificare gli operatori in \nattività;\n2. Detti corsi professionali avranno per oggetto materie tecnico -\neconomiche attinenti il commercio, la salute e la sicurezza dei \nconsumatori, l’informazione, la conservazione, la trasformazione e la \nmanipolazione degli alimenti.', '23': '\nFINALITÀ\n1. I criteri e le direttive regionali perseguono le seguenti \nfinalità:\na) garantire una presenza del commercio su aree pubbliche rispondente \nalle esigenze dei consumatori con mercati giornalieri o periodici \ndimensionati e ubicati in modo tale da garantire al consumatore la \npossibilità di scelta in un ambito concorrenziale;\nb) assicurare che gli insediamenti del commercio su aree \npubbliche in sede fissa, o l’esercizio dell’attività in forma \nitinerante, siano integrati nel modo migliore possibile con altre \nforme distributive ed eventualmente, con altri servizi e \nattrezzature, e siano coerenti con un ordinato assetto urbano e \nrispettino le esigenze di carattere igienico-sanitario;\nc) far sì che lo svolgimento del commercio su aree pubbliche \navvenga di norma entro mercati organizzati e ubicati in sede \npropria ed attrezzata;\nd) favorire la pedonalizzazione delle aree urbane in cui si \nsvolgono i mercati al fine di evitare fenomeni di congestione del \ntraffico veicolare.', '24': '\nRILEVAZIONE DELLA SITUAZIONE DEL COMMERCIO SU AREE PUBBLICHE.\n1. I Comuni, annualmente, con l’ausilio della modulistica \npredisposta dalla Regione, devono provvedere ad effettuare:\na) la rilevazione delle autorizzazioni in essere rilasciate dal \nComune, distinte per tipo, settore merceologico e \ncaratteristiche ubicazionali;\nb) l’indicazione dei mercati, fiere e sagre esistenti nel territorio \ncomunale specificando per ciascuno la relativa periodicità, \nl’organico dei posteggi, la planimetria;\nc) la rilevazione del numero dei posteggi, distinti, là dove è \nprevisto dall’atto istitutivo, per settore alimentare ed \nextraalimentare, la superficie e le caratteristiche urbanistiche \ndell’area occupata, nonché le altre caratteristiche come impianti, \nattrezzature, etcetera.\n2. La rilevazione dovrà essere obbligatoriamente condotta \nattraverso schede conformi ai modelli predisposti dal Servizio \nProgrammazione Commerciale della Giunta Regionale, onde consentire \nalla Regione la più rapida elaborazione e rappresentazione globale \ndei dati su scala territoriale.', '25': '\nART. 25\nATTI PREDISPOSTI DAI COMUNI\n1. Gli atti predisposti dai Comuni in materia di commercio su aree \npubbliche devono prevedere:\na) norme sull’esercizio del commercio su aree pubbliche, sia a \nposto fisso che in forma itinerante nel rispetto delle presenti \ndirettive regionali;\nb) disciplina urbanistica per le aree attrezzate, con posteggi in concessione e coordinamento con gli strumenti urbanistici generali e \nparticolareggiati;\nc) indicazione delle zone nelle quali non può essere esercitato il \ncommercio su aree pubbliche in forma itinerante e di quelle sulle \nquali tale forma di commercio è soggetta a particolari \nlimitazioni;\nd) individuazione degli spazi relativi alla vendita da parte dei \nproduttori agricoli.', '26': '\nREGOLAMENTO PER IL COMMERCIO SU AREE PUBBLICHE\n1. I Comuni sono tenuti ad adottare, entro 90 giorni dall’entrata \nin vigore della presente legge, un regolamento che disciplini \nl’esercizio del commercio su aree pubbliche in conformità alle \npresenti direttive ed alle disposizioni di legge e regolamentari. Il \nregolamento deve, tra l’altro, contenere:\na) le modalità di svolgimento del commercio itinerante;\nb) le modalità di svolgimento del commercio su aree pubbliche a posto \nfisso, esplicitando, tra l’altro: \n1) la tipologia del mercato o fiera locale (mercato rionale, \nmercato periodico, fiera - mercato o sagra);\n2) gli estremi degli atti istituzionali di conferma o di nuova \nistituzione del mercato;\n3) le giornate e gli orari di svolgimento;\n4) le modalità di eventuale sospensione del mercato o fiera locale, ai \nsensi e con le modalità previste dalle presenti direttive;\n5) il richiamo della localizzazione, della configurazione e \ndell’articolazione del mercato, ossia la specifica planimetria \ndell’area con indicazione della tipologia di ogni singolo posteggio;\n6) le modalità di accesso degli operatori e la sistemazione delle \nattrezzature di vendita;\n7) descrizione della circolazione pedonale e veicolare e ubicazione \ndei parcheggi;\n8) modalità di tenuta e consultazione del ruolino di mercato, \nossia della pianta organica con indicati i dati di assegnazione di \nogni concessione, il settore merceologico, la superficie \nassegnata e la data di scadenza;\n9) modalità di assegnazione dei posteggi temporanei (ruolino di \nspunta);\n10) richiamo delle modalità di pagamento delle varie tasse e \ntributi comunali relativi allo smaltimento dei rifiuti solidi e al \ncanone per la concessione del posteggio;\n11) richiamo dei criteri per il rilascio, la sospensione, la \nscadenza e la rinuncia dell’atto di concessione del posteggio;\n12) definizione di corrette modalità di vendita e pubblicità dei \nprezzi;\n13) definizione delle sanzioni pecuniarie accessorie;\n14) composizione della eventuale commissione di mercato, le cui \nfinalità sono esclusivamente di carattere informativo, consultivo e \npropositivo tra operatori e amministrazione comunale;\n15) richiamo delle modalità di subingresso;\n16) richiamo delle norme igienico sanitarie per la vendita di \ngeneri alimentari;\n17) modalità di registrazione delle assenze;18) richiamo dei criteri per l ’assegnazione dei posteggi riservati ai \nproduttori agricoli, nonché modalità di accesso degli stessi \nproduttori;\n19) richiamo delle modalità di esercizio dell’attività sulle aree \ndemaniali marittime;\n20) le comunicazioni che i commercianti su aree pubbliche devono \neffettuare al Comune anche in relazione a quanto stabilito nelle \npresenti direttive.', '27': '\nRILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI DI TIPO A\n1. Le autorizzazioni per il commercio su aree pubbliche sono \nrilasciate per i settori merceologici previsti dalla normativa \nnazionale.\n2. Ai fini del rilascio di autorizzazioni di tipo A, ossia mediante \nl’utilizzo decennale di un posteggio e che abilita anche all’esercizio \nin forma itinerante nell’ambito del territorio regionale: i Comuni \nsede di posteggio devono far pervenire alla Regione, Settore Sviluppo \ne Promozione delle Attività Commerciali, entro il 30 luglio di ogni \nanno, il numero dei posteggi resisi disponibili nei mercati periodici, \ncompresi quelli stagionali, specificandone la periodicità, il \nnumero identificativo, la superficie ed eventualmente l’appartenenza \nal settore alimentare o extraalimentare o la specifica tipologia se \ntrattasi di mercato specialistico e se prevista nell’atto istitutivo \ndel mercato a cui si riferiscono.\n3. Entro 45 giorni la Regione rende pubblico sul BURC l’elenco dei \nposteggi disponibili, nonché il modello di bando a cui i Comuni devono \nuniformarsi. \n4. Entro 20 giorni dalla data di pubblicazione sul BURC dello \nspecifico Bando Comunale, gli operatori devono trasmettere per \nraccomandata le domande di partecipazione ai bandi ai Comuni sede \ndi posteggi. I Comuni sedi di posteggio espleteranno i bandi \nprovvedendo, in conformità ai criteri di assegnazione, alla \npubblicazione sul B.U.R.C. della relativa graduatoria contenente \nl’elenco dei nominativi degli aventi diritto e delle eventuali \nriserve degli idonei.\n5. Il Comune sede di posteggio provvederà sulla base del \nprovvedimento di assegnazione del posteggio a rilasciare la relativa \nautorizzazione, dandone notizia al Comune di residenza dell’operatore \nai fini della gestione di uno specifico archivio che consenta il \ncontrollo di tutta l’attività di ogni singolo operatore e delle \neventuali modifiche della stessa.\n6. L’operatore ha facoltà di chiedere che gli siano rilasciati tanti \nprovvedimenti autorizzatori per quanti sono i posteggi \nconcedibili. \n7. La validità e gli effetti giuridici della concessione del \nposteggio sono tassativamente subordinati alla annotazione e al \nrilascio del titolo autorizzatorio da parte del Comune competente e \nnon può essere ceduta, a nessun titolo, disgiuntamente \ndall’autorizzazione.\n8. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i \nComuni, in cui sono localizzati i posteggi, convertono d’ufficio in \nautorizzazioni di cui all’art. 28 comma 1 lett. a) del Decreto \nLegislativo 114/98 le autorizzazioni e le relative concessioni già \nrilasciate agli operatori su posteggio in base alla normativa preesistente.', '28': '\nRILASCIO AUTORIZZAZIONI DI TIPO B\n1. Al rilascio di nuove autorizzazioni per il commercio su aree \npubbliche di tipo B, ossia itineranti su tutto il territorio \nnazionale, provvede il Comune di residenza dell’operatore.\n2. Uno stesso operatore può essere in possesso di una sola \nautorizzazione di tipo B.\n3. La nuova autorizzazione di tipo B, nei casi di subingresso, viene \nrilasciata al subentrante dal Comune di residenza dello stesso.\n4. Le richieste pervenute in Regione dall’1 gennaio 1999 verranno \ninviate al Comune di residenza del richiedente o al Comune capoluogo \ndi Regione, all’uopo delegato, per i residenti al di fuori del \nterritorio regionale, per essere istruite e decise ai sensi della \npresente normativa.\n5. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i \nComuni competenti convertono d’ufficio in nuove autorizzazioni di cui \nall’art. 28, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 114/98 le \nrelative autorizzazioni già rilasciate ai sensi della normativa \npreesistente.', '29': '\nMODIFICAZIONE DEL CONTENUTO MERCEOLOGICO DELLA AUTORIZZAZIONE\n1. La modificazione dell’autorizzazione relativamente al numero o ai \nsettori merceologici è assentita, dal Comune che ha in carico la \nstessa, previa verifica del possesso dei requisiti soggettivi da \nparte dell’operatore richiedente.', '30': '\nCAMBIAMENTO DI RESIDENZA DEGLI OPERATORI SU AREE PUBBLICHE\n1. In caso di trasferimento di residenza dell’operatore, al Comune \ndi nuova residenza vanno trasmessi tutti i dati concernenti \nl’operatore connessi all’archivio di cui al comma 5 dell’art. 27 \ndella presente legge.', '31': '\nTASSE REGIONALI E COMUNALI\n1. Sono abolite tutte le tasse di rilascio e di rinnovo delle \nautorizzazioni, sia regionali che comunali.', '32': '\nNORME SULL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’\n1. L’esercizio del commercio su aree pubbliche è subordinato al \nrispetto delle condizioni e delle modalità stabilite dal Consiglio \nComunale nel rispetto dei criteri fissati dalle presenti \ndirettive.\n2. Nella propria deliberazione il Comune individua le zone aventi \nvalore archeologico, storico, artistico ed ambientale nelle quali \nl’esercizio del commercio su aree pubbliche è vietato o sottoposto a \nparticolari restrizioni ai fini della salvaguardia delle zone \npredette.\n3. Possono essere stabiliti divieti e limitazioni all’esercizio \nanche per comprovati motivi di viabilità, di carattere igienico -\nsanitario, o di pubblica sicurezza.4. E’vietato porre limitazioni e divieti per l ’esercizio \ndell’attività, disciplinata dalle presenti direttive, al fine di \ncreare zone di rispetto e tutela della posizione degli operatori \nin sede fissa.\n5. L’operatore commerciale su aree pubbliche che esercita l’attività \nin forma itinerante, deve esercitare la stessa al di fuori delle aree \ndi mercato e ad una distanza minima di 500 metri dalle stesse.\n6. Gli stessi possono sostare nelle aree appositamente predisposte nei \nmodi e nei tempi previsti dal regolamento comunale. L’autorizzazione \ndeve essere esibita ad ogni richiesta degli organi di vigilanza. \nL’operatore commerciale su aree pubbliche può farsi sostituire, \nnell’esercizio dell’attività, esclusivamente da chi sia in possesso \ndei requisiti di cui all’art. 5 del Decreto Legislativo 114/98, \nsalvo il caso di sostituzione momentanea per la quale può essere \ndelegato anche un soggetto privo dei requisiti prescritti, purché \nsocio, familiare coadiuvante o dipendente.\n7. E’ vietata qualsiasi discriminazione connessa al rilascio delle \nautorizzazioni o all’espletamento dell’attività in relazione a \nnazionalità, sesso, religione, regione, provincia o comune di \nprovenienza.', '33': '\nAUTORIZZAZIONI STAGIONALI\n1. Le autorizzazioni stagionali sono rilasciate dal Sindaco del \ncomune di residenza dell’operatore, riferite ad un periodo di \ntempo, anche frazionato, non inferiore a sessanta e non superiore a \ncentottanta giorni, che può comprendere anche periodi di anni \ndiversi, nel rispetto delle modalità stabilite dalla presente \nnormativa.', '34': '\nADEMPIMENTI PER L’INIZIO DELL’ATTIVITA’\n1. I commercianti su aree pubbliche al fine del rilascio \ndell’autorizzazione devono comprovare anche mediante \nautocertificazione, per i casi previsti dalla vigente normativa in \nmateria, ai Comuni di competenza il possesso dei requisiti \nsoggettivi previsti di cui all’art. 5 del Decreto Legislativo \n114/98.\n2. I Comuni provvedono ad annotare i dati necessari \nsull’autorizzazione.', '35': '\nDEFINIZIONE, UBICAZIONE E ORGANICO DEI MERCATI\n1. Ai fini dell’applicazione della presente legge, per mercato si \nintende la concentrazione di una pluralità di posteggi compresi \nquelli concessi a produttori diretti, ubicati su spazio pubblico \no privato appositamente attrezzato per la vendita al dettaglio \ndi merci varie e si svolge nei limiti di spazio e nel giorno \nfissato così come stabilito nella deliberazione istitutiva.\n2. I mercati sono distinti in:\na) mercati giornalieri nei quali operano esercizi delle merceologie \nalimentari e non alimentari;\nb) mercati giornalieri specializzati in particolari merceologie;\nc) mercati con periodicità non giornaliera;\nd) mercati con periodicità non giornaliera specializzati in particolari merceologie;\ne) fiere-mercato specializzate di oggetti usati, anticherie, opere \nd’arte di pittura e scultura, collezionismo, hobbismo e affini, \nfumetti, libri, stampe, fiori, piante ed affini, animali;\nf) sagre;\n3. La definizione delle aree di mercato deve tener conto:\na) delle previsioni contenute negli strumenti urbanistici vigenti, \nattesa la validità decennale del posteggio;\nb) delle norme in materia di viabilità; \nc) delle limitazioni e dei divieti posti a tutela delle aree aventi \nvalore archeologico, storico, artistico e ambientale;\nd) delle prescrizioni di carattere igienico e sanitario;\ne) di altro motivo di pubblico interesse.\n4. Per i mercati non specializzati devono essere previste due zone \ndistinte riservate rispettivamente ai venditori di generi alimentari \ned ai venditori di generi non alimentari.\n5. Il Comune provvede a dotare la zona adibita alla vendita di \ngeneri alimentari di strutture igienicamente idonee.\n6. Apposite aree di mercato devono essere riservate ai produttori \ndiretti.\n7. Il Comune dovrà esperire opportune indagini per verificare che i \nproduttori diretti vendano esclusivamente merci di propria \nproduzione.', '36': '\nISTITUZIONE DI UN MERCATO\n1. Nel rispetto dell’art. 6, comma 3 e dell’art. 28, comma 13 del \nDecreto legislativo 114\\98, la Regione definisce i criteri generali ai \nquali i Comuni devono attenersi per la determinazione delle aree e del \nnumero dei posteggi da destinare allo svolgimento dell’attività nel \ncaso di istituzione di nuovi mercati, ivi compresi quelli destinati a \nmerceologie esclusive. Nelle more dell’adozione di tali criteri, i \nComuni possono procedere secondo le disposizioni dei successivi commi \ndel presente articolo.\n2. L’istituzione di un mercato è disposta con deliberazione del \nConsiglio Comunale, previa consultazione delle organizzazioni dei \nconsumatori e delle imprese del commercio, maggiormente rappresentate \na livello regionale.\n3. Nella deliberazione debbono essere indicati:\na) l’ubicazione del mercato e la sua periodicità;\nb) l’organico dei posteggi;\nc) il numero dei posteggi riservati ai coltivatori diretti;\nd) le attrezzature pubbliche, i servizi comunali e le disposizioni \ndi cui al presente articolo.\n4. La deliberazione del Consiglio Comunale deve essere trasmessa alla \nGiunta Regionale, Settore Sviluppo e Promozione delle Attività \nCommerciali.\n5. Qualora più soggetti, purché operatori su aree pubbliche, riuniti \nin consorzio o società consortili, mettano a disposizione del Comune \nun’area mercatale, essa può essere destinata a tale attività, se compatibile con le destinazioni urbanistiche, ed i soggetti stessi \nhanno diritto alle rispettive concessioni di posteggio.', '37': '\nAMPLIAMENTO E MUTAMENTO DELLA PERIODICITA’ DEI MERCATI\n1. Per l’ampliamento ed il mutamento della periodicità, nel senso \ndi aumento di frequenza dei giorni di mercato, di mercati \nesistenti, si applicano le stesse norme previste per la istituzione \ndi nuovi mercati.', '38': '\nMODIFICAZIONE DEI MERCATI\n1. Il trasferimento di un mercato nell’ambito del territorio \ncomunale, la modifica della composizione dell’organico, la \ndiminuzione del numero dei posteggi, la diminuzione della \nperiodicità nonché la variazione del giorno in cui si effettua il \nmercato, sono deliberati dal Consiglio Comunale con le stesse \nmodalità previste per l’istituzione di nuovi mercati.\n2. La diminuzione dei posteggi, la modifica della composizione \ndell’organico e la diminuzione della periodicità possono essere \nproposte sulla base di documentata diminuzione della domanda dei \nconsumatori.\n3. La eventuale sospensione per rilevanti motivi di carattere \nigienico -sanitario deve riguardare esclusivamente il settore \nalimentare, consentendo che il settore non alimentare possa \ncontinuare l’attività secondo calendario, con preventiva informativa \nalla Commissione di mercato.\n4. La sospensione ad horas del mercato può essere disposta dal \nSindaco in caso di comprovate esigenze di ordine pubblico, \nigienico-sanitario o in caso di calamità naturali.', '39': '\nDIMENSIONI, ATTREZZATURE E PARCHEGGI.\n1. Le dimensioni globali delle aree occupate dai mercati di ogni \ntipo esclusi i parcheggi, devono essere tali da consentire \nall’operatore una adeguata esposizione delle merci oggetto \ndell’attività.\n2. Le corsie di passaggio fra le installazioni degli esercizi dei \nnuovi mercati non potranno essere inferiore a metri 2,50.\n3. I posteggi devono avere una superficie utile tale da poter essere \nutilizzati anche dagli automezzi attrezzati come punti di vendita.\n4. Tra un posteggio e l’altro dovrà essere previsto uno spazio \ndivisorio nella misura compresa tra m. 0,50 e m.1,00 e dovrà \nessere lasciato sempre libero da cose e attrezzature\n5. L’eventuale tendone a copertura del banco deve essere situato ad \nuna altezza minima dal suolo di m. 2 misurati nella parte più bassa.\n6. L’istituzione dei nuovi mercati giornalieri o periodici è \ncondizionata dalla realizzazione di adeguati impianti e servizi con \ncarattere di particolare funzionalità e stabilità per quelli \ngiornalieri, in ottemperanza a quanto disposto dalle vigenti norme \nsanitarie emanate dal competente Ministero.', '40': '\nMERCATI DOMENICALI E FESTIVI\n1. E’ consentito lo svolgimento di mercati nei giorni domenicali \ne festivi ai:\na) mercati che al momento dell’entrata in vigore del Decreto \nLegislativo 114/98 venivano già svolti in detti giorni e quindi \npossono continuare la loro attività con le modalità già \npreviste;\nb) fiere- mercato caratterizzate da una determinata specializzazione \nmerceologica, di cui alla lettera e) dell’art. 35 della presente \nlegge, istituita dai Comuni stessi.\n2. Durante lo svolgimento dei mercati di cui alle lettere a) e b) del \npresente articolo è consentito agli operatori al dettaglio, diversi \ndai commercianti su aree pubbliche, di tenere aperti gli esercizi.\n3. Sono fatte salve comunque le deroghe alla chiusura domenicale \ne festiva stabilite dalle vigenti norme statali e regionali in \nmateria di orari per gli esercizi commerciali.', '41': '\nCRITERI PER LA CONCESSIONE E LA REVOCA DEI POSTEGGI\n1. La concessione dei posteggi ha validità decennale e può essere \ntacitamente rinnovata.\n2. L’assegnazione dei posteggi disponibili deve avvenire mediante \nbando di gara.\n3. Le domande sono inviate direttamente al Sindaco del Comune sede \ndi posteggio, mediante raccomandata, con le modalità e nei termini \nstabiliti dagli avvisi pubblici.\n4. Le assegnazioni sono fatte in base a graduatoria delle domande \nsecondo i seguenti criteri di priorità:\na) richiesta di posteggio aggiuntivo da parte di soggetti già \ntitolari di autorizzazione di tipo A all’esercizio del commercio su \naree pubbliche, purché il numero complessivo dei posteggi non \nsuperi le sette unità;\nb) in subordine al precedente criterio, maggior numero di \npresenze effettive cumulate dall’operatore nel mercato oggetto del \nbando, così come risulta dalla documentazione agli atti del \nComune; \nIn ulteriore subordine progressivo: \nc) anzianità di rilascio della autorizzazione amministrativa;\nd) anzianità della iscrizione al registro delle imprese;\ne) numero familiari a carico;\nf) anzianità del richiedente;\ng) presenza nel nucleo familiare di portatore d’handicap.\n5. L’operatore che, a seguito di partecipazione a più bandi di \nconcorso, risulti assegnatario di un numero di posteggi eccedente i \nlimiti prefissati di cui alla lettera a) del comma 4 del presente \narticolo, deve effettuare specifica opzione, presentando rinuncia \ndei posteggi in eccedenza ai Comuni sede di detti posteggi, \nprima del rilascio del titolo di concessione.\n6. I Comuni sede di posteggi per i quali è stata effettuata la \nrinuncia assegneranno gli stessi agli operatori aventi titolo o \nalle eventuali riserve degli idonei secondo l ’ordine della relativa graduatoria.\n7. Le concessioni dei posteggi ai coltivatori diretti, ai mezzadri e \nai coloni, i quali intendono esercitare nelle aree appositamente \npreviste nei mercati periodici, sono effettuate dai Comuni sede \ndi mercato secondo quanto stabilito dal regolamento del mercato \nstesso.\n8. Nell’assegnazione dei posteggi in mercati di nuova istituzione \nle priorità di cui ai precedenti commi vanno applicate limitatamente \nal 50 per cento dei posteggi disponibili. Il rimanente 50 per cento va \nriservato:\na) la metà ad operatori con un numero di concessioni di posteggio \ncomplessivamente possedute minori di tre, con priorità determinata in \nmisura inversamente proporzionale al numero di posteggi posseduti \ned in subordine secondo le lettere c), d), e), f), g) del comma 4 \ndel presente articolo;\nb) la rimanente metà ad operatori completamente sprovvisti di \nconcessione di posteggio con priorità secondo i precedenti commi;\n9. Il Comune può autorizzare lo scambio di posteggi fra operatori \nnell’ambito dello stesso mercato ed esclusivamente per posteggi \nlocalizzati nello stesso settore merceologico, può altresì \nconsentire il cambio di posteggio con uno disponibile e non ancora \ncomunicato alla Regione ai fini della pubblicazione dei Bandi di \nconcorso.\n10. In caso di richieste concorrenti verrà applicato il criterio di \npriorità all’uopo previsto nel regolamento comunale di mercato.\n11. Le aree su cui si svolgono fiere, fiere-mercato o sagre \ndevono essere distinte dalle aree in cui si svolgono i mercati \nperiodici o giornalieri. Le assegnazioni dei posteggi sono \nstabilite dal Sindaco in base ai criteri stabiliti nel provvedimento \nd’istituzione.\n12. I posteggi liberi non ancora oggetto di bando e quelli non \noccupati temporaneamente dai titolari della relativa \nconcessione sono assegnati giornalmente ai soggetti legittimati ad \nesercitare il commercio su aree pubbliche che vantino il più alto \nnumero di presenze nel mercato di cui trattasi.\n13. Nelle fiere-mercato specializzate di cui alla lettera e) del \ncomma 2, art. 35, della presente legge, i Comuni, nel relativo \nprovvedimento d’istituzione, possono riservare posteggi ad \nartigiani nonché a soggetti che intendano esporre e/o vendere opere \ndi pittura, scultura, di grafica ed oggetti di antichità o di \ninteresse storico o archeologico. Possono, inoltre, partecipare a \ndette manifestazioni i soggetti che non esercitano l’attività \ncommerciale in modo professionale, ma vendono beni ai consumatori \nin modo del tutto sporadico ed occasionale.\n14. In occasione di fiere-mercato o sagre o di altre riunioni \nstraordinarie di persone, il Comune può concedere autorizzazioni \ntemporanee.\n15. La conservazione del posteggio in caso di assenza è regolata \nsecondo i limiti stabiliti dal comma 4, lett. b dell’art. 29 del \nDecreto Legislativo 114/98.\n16. Per la revoca e/o decadenza del posteggio si applica quanto \nprevisto dall’articolo 29 del Decreto Legislativo 114/98.', '42': '\nTRASMISSIONE DELLA CONCESSIONE DEI POSTEGGI1. La concessione dei posteggi è strettamente personale. Il \ntrasferimento della autorizzazione, consentito solo se avviene con la \ncessione dell’azienda in proprietà, comporta anche il passaggio \ndella concessione dei posteggi al subentrante.\n2. Il subentrante in possesso dei requisiti di cui all’art 5 del \nDecreto Legislativo 114/98 deve comunicare l’avvenuto subingresso \nentro sei mesi, pena la decadenza del diritto di esercitare \nl’attività del dante causa, salvo proroga di ulteriori 30 giorni in \ncaso di comprovata necessità.\n3. Il subentrante per causa di morte ha comunque la facoltà di \ncontinuare provvisoriamente l’attività fino alla regolarizzazione \nprescritta dal comma precedente, fermo restando il rispetto dei \ntermini di decadenza indicati da detto comma.', '43': '\nSCHEDARIO DELLE IMPRESE CHE ESERCITANO IL COMMERCIO SU AREE PUBBLICHE\n1. I Comuni sono obbligati a tenere uno schedario cartaceo o su \nsupporto magnetico dal quale risultino, per ogni autorizzazione \nin carico:\na) nome, cognome, domicilio, numero di codice fiscale e di \npartita IVA del titolare dell’autorizzazione;\nb) numero e tipologia dell’autorizzazione;\nc) numero di iscrizione nel registro delle imprese presso la Camera \ndi Commercio competente;\nd) estremi della concessione dei posteggi, nonché l’ubicazione, la \nperiodicità, il numero identificativo e la superficie;\ne) settori merceologici autorizzati.\n2. Su tale schedario dovranno essere riportati tutti gli eventi \nriguardanti l’autorizzazione ed i posteggi (subingresso, \ncambiamenti di residenza del titolare, sospensione, revoche, \ndecadenza, altre variazioni).', '44': '\nCOMUNICAZIONI ALLA REGIONE\n1. Entro il 30 luglio di ogni anno, i Comuni sono tenuti a \ntrasmettere alla Regione, Settore Sviluppo e Promozione delle \nAttività Commerciali, i dati sulle autorizzazioni rilasciate.\n2. La Regione si riserva di predisporre modelli sui quali i \nComuni dovranno riportare i dati delle rilevazioni annuali.\n3. I Comuni devono, infine, inviare al Settore sviluppo e \nPromozione delle attività Commerciali, entro il 30 novembre di ogni \nanno le notizie relative alle fiere-mercato o sagre, ai sensi \ndell’art. 7 della L.R. 4 aprile 1995 n. 11, per l’inserimento delle \nstesse nel Calendario Regionale.', '45': '\nSANZIONI\n1. Le sanzioni amministrative sono applicate dal Comune ove si è \nverificata l’infrazione, secondo quanto previsto dall’art. 29 del \nDecreto Legislativo 114/98.', '46': '\nINDIRIZZI PER LA DEFINIZIONE DEI CANONI PER LA CONCESSIONE DEL \nPOSTEGGIO\n1. I canoni minimi e massimi delle tasse di posteggio applicabili dai \nComuni in relazione alla classe di appartenenza sono fissati come \nsegue:\nCLASSE \nINTERVALLI (Lire)\nI 100 - 150 al mq per giornata\nII 80 - 130 “ “ “ “\nIII 60 - 110 “ “ “ “\nIV 40 - 90 “ “ ““\nV 20 - 70 “ “ “ “\n2. Detta tassa potrà essere applicata solo da quei comuni i \nquali abbiano dotato le aree di quelle infrastrutture e servizi \ndi \nbase essenziali, quali: asfaltatura o pavimentazione, \nallacciamenti \nelettrici, idrici e fognari, servizi e parcheggi ai sensi di \nquanto stabilito dalla presente normativa.\n3. I limiti della tassa di posteggio relativi al mq. annuo sono \nricavabili da quelli giornalieri moltiplicati: per 40 settimane e \nper \nsette giorni per gli operatori che occupano permanentemente il \nsuolo \npubblico, per il numero di giornate di mercato per gli operatori \ntitolari di posteggio nei mercati periodici.\n4. I Comuni, nell’ambito dei limiti minimi e massimi sopra \nindicati, possono graduare nel tempo il previsto incremento della \ntassa di posteggio. Inoltre il livello di detta tassa potrà \nessere differenziato nell’ambito del territorio comunale per tener \nconto delle diverse tipologie di mercato. Analoga \ndifferenziazione \npuò essere prevista a seconda della stagionalità dell’attività \ndi \nmercato e dell’esistenza o meno di consistenti flussi turistici.\n5. I canoni di cui al comma 1 sono sottoposti a revisione triennale \ndalla Giunta regionale.\n6. I Comuni possono istituire forme di abbonamento per un minimo di \n40 settimane annue, il cui importo medio per giornata di \nfrequenza non potrà comunque scendere al di sotto dell’aliquota \nminima stabilita per il Comune interessato.\n7. I Comuni possono disporre la esenzione completa o parziale \ndei \ntributi locali nell’interesse dei consumatori mediante \nl’incentivazione della presenza del commercio su aree pubbliche. \n8. L’elenco dei Comuni compresi in ciascuna delle 5 classi è quello \ndeterminato dalla deliberazione di Giunta regionale n. 6858 del 7 \nluglio 1996 pubblicata sul BURC n.58 del 16 settembre 1996.', '47': '\nATTIVITÀ PROMOZIONALI DELLA REGIONE\n1. La Regione Campania assume iniziative di promozione del comparto \ncommerciale, con particolare riguardo:\na) allo sviluppo dell’innovazione ed all’introduzione di sistemi di \ncontrollo di qualità;b) ai consorzi costituiti fra operatori commerciali al dettaglio;\nc) al commercio elettronico;\nd) alle problematiche connesse al mercato ed alla moneta unica \neuropea;\ne) alla valorizzazione delle produzioni tipiche regionali.', '48': '\nRINVIO AL REGOLAMENTO\n1. Oltre a quanto previsto dalla presente legge, il Consiglio \nregionale, su proposta della Giunta regionale, adotta norme \nregolamentari concernenti gli aspetti operativi e di disciplina delle \nattività di vendita.', '49': '\nPROVVEDIMENTI SOSTITUTIVI REGIONALI\n1. Al fine di assicurare gli adempimenti previsti dall’art. 6 del \nDecreto Legislativo 114/98, in caso di inerzia dei comuni, la Giunta \nRegionale nomina un Commissario ad acta individuato tra il proprio \npersonale dirigente.\n2. Il Commissario si sostituisce, per gli effetti di cui al comma 1, \nagli organi dell’amministrazione comunale fino all’emanazione dei \nnecessari provvedimenti.', '50': '\nDISPOSIZIONI FINALI\n1. Sono abrogate la legge regionale n.10 del 4 aprile 1995 e la \nDeliberazione di Consiglio Regionale n.141/8 del 19 dicembre \n1996.\n2. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti del secondo comma dell’art 127 della Costituzione ed entra \nin vigore dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione \nsul Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLosco'} | null |
campania | 2,000 | 4 | null | {'1': 'L’articolo 10 della legge regionale 1° febbraio 1980, n. 7, è \ncosì modificato “Le farmacie aperte al pubblico, urbane e rurali, sono \ntenute ad osservare una chiusura annuale per ferie da un minimo di 15 \ngiorni consecutivi ad un massimo di 30 giorni anche non consecutivi, \nsecondo turni stabiliti con deliberazioni del Direttore Generale della \nA.S.L., su proposta dell’ordine provinciale dei farmacisti e sentiti i \nSindaci dei Comuni interessati. Il Direttore Generale, può esonerare, \nprevia disponibilità del titolare e comunicazione all’ordine \nprovinciale dei farmacisti, dall’obbligo di chiusura le farmacie \nrurali ed urbane sede unica, su motivata richiesta dei Sindaci dei \nComuni interessati”.', '2': 'La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti \ndel 2° comma dell’articolo 127 della Costituzione ed entra in vigore \nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.'} | null |
campania | 2,000 | 5 | null | {'1': 'Ai sensi dell’articolo 33 della legge regionale 27 luglio 1978, \nn. 20, la Giunta regionale è autorizzata ad esercitare \nprovvisoriamente - fino al 30 aprile 2000 — il bilancio 2000 secondo \ngli stati di previsione di cui alla legge regionale 5 agosto 1999, n. \n4 e successive modifiche intervenute ex articolo 35, terzo e quarto \ncomma della legge regionale 27 luglio 1978, n. 20 e con le modalità \nprescritte dalla legge regionale 5 agosto 1999, n. 5.', '2': 'La presente legge è dichiarata ergente, ai sensi e per gli \neffetti del secondo comma dell’articolo 127 della Costituzione, ed \nentra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione \nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.'} | null |
campania | 2,000 | 16 | null | {'1': "Finalità della legge\n1. La Regione Campania, in attuazione del disposto di cui all'articolo \n8 della legge 17 maggio 1983, n. 217, con la presente legge intende \ngarantire la conservazione e la tutela del patrimonio ricettivo che, \nper capacità imprenditoriale o ubicazione, è in grado di rispondere \nalle esigenze del mercato turistico e, nel contempo, avviare un \nprocesso di riqualificazione dell'offerta turistica. A tal fine \nprovvede:\na) alla disciplina del vincolo di destinazione delle strutture \nricettive turistiche indicate dall'articolo 6 della legge 17 maggio \n1983, n. 217;\nb) ai casi di rimozione del vincolo alberghiero.", '2': "Vincolo di destinazione\n1. I Comuni, ai sensi dell'articolo 8 della legge 17 maggio 1983, n. \n217, provvedono a formare, ovvero ad adeguare, i propri strumenti \nurbanistici mediante l'individuazione delle aree destinate ad attività \nturistiche e ricettive, con particolare riferimento per quelle \nstrutture esistenti negli ambiti territoriali, individuati dalla Legge \nRegionale 25 agosto 1987, n. 37, ed a determinare la disciplina di \ntutela e di utilizzazione di tali aree, tenendo conto dei piani di \nsviluppo predisposti dalla Regione.\n2. Per rispondere ad esigenze di miglioramento dell'assetto territoriale e di sviluppo del settore turistico, i piani regolatori \ngenerali e loro varianti possono prevedere destinazioni diverse da \nquella originaria di aree e di strutture turistiche e ricettive.\n3. Entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, i Comuni \nprovvedono ad adeguare i propri strumenti urbanistici secondo quanto \nprevisto dal comma 1 del presente articolo. Decorso infruttuosamente \ntale termine, il Presidente della Giunta Regionale, con proprio \ndecreto, provvederà agli adempimenti omessi, nei successivi sei mesi, \na mezzo di Commissario ad acta.\n4. Il vincolo si estenderà anche a quelle parti della struttura \nalberghiera che, pur potenzialmente autonome, costituiscono parti \nintegranti ed essenziali della struttura stessa in guisa tale che \nl'eventuale diversa destinazione comprometterebbe in modo rilevante la \nstruttura rimanente, impedendone e/o limitandone l'attività esercitata \ne i relativi servizi.\n5. La disposizione di cui al comma 4 si applicherà anche ai giudizi \npendenti ed agli immobili non ancora rilasciati alla data di entrata \nin vigore della presente legge.", '3': "Vincolo provvisorio\n1. Nelle more dell'adeguamento degli strumenti urbanistici e fino \nall'approvazione delle relative varianti, tutte le strutture ricettive \ndi cui all'articolo 6 della Legge 17 maggio 1983, n. 217, per motivi \ndi pubblico interesse, in considerazione della particolare rilevanza \neconomica e della utilità sociale che tali attività rappresentano per \nla Regione Campania, sono sottoposte a vincolo di destinazione d'uso \nprovvisorio.\n2. Il vincolo di cui al precedente comma ha vigenza per tutto il \nperiodo necessario all'espletamento delle procedure di cui al comma 3 \ndell'articolo 2 della presente legge.", '4': "Vincolo permanente\n1. Dalla data di esecutività del piano regolatore, ovvero dalla data \ndi esecutività della relativa variante, le strutture ricettive \nturistiche in esso individuate sono sottoposte a vincolo.\n2. Per le strutture ricettive che, nell'ambito delle stesse aree \nvengono destinate all'attività turistica successivamente \nall'approvazione dello strumento urbanistico il vincolo ha vigenza \ndalla data di rilascio della relativa concessione edilizia.\n3. Il vincolo di destinazione d'uso, di cui ai commi 1 e 2 del \npresente articolo, vige a termine indeterminato.", '5': "Rimozione del vincolo\n1. Il vincolo di destinazione può essere rimosso su richiesta del \nproprietario, solo se viene comprovata la non convenienza \neconomica-produttiva della struttura ricettiva e previa restituzione \ndi contributi ed agevolazioni pubbliche eventualmente percepite.\n2. Per le strutture ricettive, soggette a vincolo, sia provvisorio che \npermanente, il Comune non può consentire il mutamento della \ndestinazione turistico-ricettiva in atto né adottare la variante al \npiano regolatore a tal fine eventualmente necessaria, se non previa \nautorizzazione della Giunta Regionale.3. La Giunta Regionale, sentito il parere dell'Ente Provinciale per il \nTurismo, delle Associazioni di Categoria e delle Organizzazioni \nSindacali di settore, può autorizzare il mutamento della destinazione \ndella struttura ricettiva, compatibilmente con gli atti della \nprogrammazione regionale.", '6': "Sanzioni \n1. In caso di mutamento della destinazione ricettiva in violazione del \nprocedimento di cui all'articolo 5 della presente legge, salvo ogni \naltra sanzione eventualmente prevista dalla legge e fermo, in ogni \ncaso, l'obbligo di restituire contributi ed ogni altra agevolazione \neventualmente percepita adeguatamente rivalutata, il Presidente della \nGiunta Regionale, su proposta dell'Assessore al Turismo, irroga una \nsanzione amministrativa da un minimo di lire 500mila ad un massimo di \nlire 3milioni per metro quadro e, comunque, per un importo non \ninferiore a lire 200milioni.", '7': "Dichiarazione d'urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti \ndel secondo comma dell'articolo 127 della Costituzione ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Campania."} | null |
campania | 2,000 | 17 | null | {'1': "1. E' riconosciuta l'Associazione dei Consiglieri regionali della \nCampania costituita da Consiglieri cessati dal mandato.", '2': "1. L'Associazione costituita con proprio Statuto in data 29 \nnovembre 1999, persegue le seguenti finalità:\na) mantenere vivo il patrimonio di esperienze acquisite dai \nConsiglieri durante il mandato consiliare;\nb) sostenere e valorizzare l'Ente Regione e la sua funzione a sostegno \ndelle Autonomie Locali mediante attività di studio e divulgazione \nattraverso l'utilizzazione delle strutture regionali;\nc) valorizzare la funzione dell'Ente Regione anche tramite convegni, \nconferenze e pubblicazioni;\nd) offrire assistenza alle famiglie dei Consiglieri deceduti nei \nrapporti con il Consiglio regionale.", '3': "1. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio e la Giunta \nregionale trasmettono all'Associazione ed ai singoli associati le \npubblicazioni edite o distribuite dalla Regione ed il Bollettino \nUfficiale.", '4': "1. L'Associazione ha sede legale presso il Consiglio regionale e \nl'Ufficio di Presidenza garantisce il necessario supporto \norganizzativo per l'espletamento delle funzioni proprie \ndell'Associazione.", '5': "1. Gli oneri derivanti dalla presente legge, quantificati per \nl'anno 2001 in lire 15 milioni, graveranno sul capitolo 6 del Bilancio \ndel Consiglio regionale del medesimo esercizio finanziario, e per i \nsuccessivi anni saranno quantizzati dalla Legge di Bilancio."} | null |
campania | 2,000 | 3 | null | {'1': 'All’articolo 4, comma 5, della legge regionale 13 agosto 1998, \nn.14, dopo il punto f), inserire la lettera:\ng) il Dirigente del Settore Orientamento Professionale, Ricerca, \nConsulenza e Sperimentazione della formazione professionale.\nAll’articolo 5, comma3, della legge regionale 13 agosto 1998, \nn.14,dopo il punto c), inserire la lettera:\nd) il Dirigente del Settore Orientamento Professionale, Ricerca, \nConsulenza e Sperimentazione della formazione professionale.\nDopo il comma 1, dell’articolo 10 della legge regionale 13 \nagosto 1998, n. 14, inserire il seguente comma:\n“Il personale dell’Agenzia Regionale per l’impiego della \nCampania in servizio al 30 giugno 1997, trasferito alla Regione \nCampania con Decreto Legislativo del 23 dicembre 1997, n. 469, comma 1 \n— lettera a, dell’articolo 7, fino alla scadenza del contratto di \nlavoro, è assegnato all’Agenzia della Campania per il Lavoro”.\nAl comma 2, dell’articolo 10 della legge regionale 13 agosto \n1998, n.14, il termine “31/12/1999” viene sostituito con il termine \n“31/12/2001”.\nDopo il comma 2 del succitato articolo 10 aggiungere:\n“La Giunta Regionale è autorizzata ad effettuare il concorso \nriservato al personale dell’Agenzia”.', '2': 'La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell’articolo \n127 della Costituzione, ed entra in vigore il giorno successivo a \nquello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione \nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.\nE’fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 2/2/2000\nLosco'} | null |
campania | 2,000 | 2 | null | {'1': 'Le provvidenze previste dall’articolo 27 della Legge Regionale \ndel 16 giugno 1998 n. 9, così come modificato ed integrato \ndall’articolo 9 della Legge regionale 5 agosto 1999 n. 5, sono estese \nai Comuni di Cervinara e S. Martino Valle Caudina colpiti dagli eventi \ncalamitosi del 15 e 16 dicembre 1999.\nAlla provvista finanziaria prevista in lire 480 milioni per il \ncorrente esercizio finanziario si provvede con il capitolo 758 della \nspesa, di nuova istituzione, in termini di competenza e cassa, del \nbilancio 1999 con la denominazione: ”Estensione dei benefici di cui al \ncombinato disposto dell’articolo 27 della Legge Regionale del 16 \ngiugno 1998 n. 9 e dell’articolo 9 della Legge Regionale del 5 agosto \n1999 n. 5 alle vittime delle calamità naturali del 15 e 16 dicembre \n1999 in Campania”, mediante prelievo della occorrente somma dal \ncapitolo 1030 del medesimo stato di previsione del bilancio corrente \nche si riduce di pari importo.', '2': 'La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti del \nsecondo comma dell’articolo127 della Costituzione, entra in vigore il \ngiorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nE’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla \nosservare come legge della Regione Campania.\n21 gennaio 2000 \nLosco'} | null |
campania | 2,000 | 9 | null | {'1': '1. La Regione Campania, al fine di contribuire in misura concreta ad \niniziative di promozione culturale, che in via subordinata determina \nanche la promozione dell’immagine turistica, secondo quanto previsto \ndall’articolo 4 dello Statuto, favorisce l’attività del teatro \nmunicipale “Giuseppe Verdi” di Salerno e al teatro stabile di prosa \n“Bellini” di Napoli mediante l’erogazione annuale al Comune di Salerno \ne al teatro “Bellini” di Napoli di un contributo per la realizzazione \ndelle stagioni liriche, concertistiche, corali di balletto e delle \niniziative musicali in genere curate dal teatro municipale “Giuseppe \nVerdi” nonché delle stagioni teatrali di prosa del teatro “Bellini”.\n2. Annualmente il programma e la rendicontazione della stagione \nteatrale del teatro Giuseppe Verdi e del Teatro Bellini vengono \ninviati alla Regione Campania.', '2': '1. Il Teatro Municipale Giuseppe Verdi promuove, di intesa con \nl’Università degli Studi di Salerno, gli Enti locali interessati della \nprovincia di Salerno e dell’EPT di Salerno, un programma annuale di \nspettacoli e rappresentazioni allestite dal Teatro “Giuseppe Verdi”.\n2. Lo stesso Teatro, in collaborazione con gli Enti locali, organizza \nrappresentazioni diurne e festive destinate in via prevalente a \nspettatori provenienti da località della provincia di Salerno esterne \nal capoluogo, nonché a particolari cittadini, giovani e a fasce \nsvantaggiati, per le quali l’accesso ai programmi sia particolarmente \ndifficile.', '3': 'll’onere derivante dall ’applicazione della presente legge, \nstabilito in lire un miliardo per l’anno 2000 si fa fronte con lo \nstanziamento in termini di competenza e di cassa di cui al capitolo \n5165 dello stato di previsione della spesa per l’anno finanziario \n2000, di nuova istituzione con la denominazione “contributo al Teatro \nMunicipale “Giuseppe verdi “ di Salerno e al Teatro “Bellini” di \nNapoli, mediante prelievo ai sensi dell’articolo 30 della Legge 27 \nluglio 1978 n. 20 della somma occorrente dallo stanziamento, di cui al \ncapitolo 1040 dello stato di previsione della spesa del 1999, che si \nriduce di pari importo.\nAgli oneri per gli anni successivi si provvederà con la legge \ndi Bilancio.'} | null |
campania | 2,000 | 8 | null | {'1': 'Princìpi\n1. Per la Regione Campania la divulgazione e le attività nel campo dei \nServizi di Sviluppo Agricolo costituiscono attività di interesse \ngenerale e pubblico per lo sviluppo dell\'agricoltura e delle zone \nrurali.\n2. La Regione gestisce direttamente le attività di divulgazione \nagricola svolte dai divulgatori formati e impiegati ai sensi del \nRegolamento CEE n.270/79 e del Regolamento CEE n. 1760/87.\n3. A seguito delle disposizioni di cui al comma precedente sono \nsoppressi gli articoli compresi nella sezione III della Legge \nregionale 3 gennaio 1985, n.7.\n4. Alla Legge regionale 3 gennaio 1985, n.7, sono apportate le \nseguenti modifiche:\na) al secondo comma dell\'articolo 1 sopprimere il periodo " e di \nquelle autogestite dalle organizzazioni agricole";\nb) al primo comma dell\'articolo 14 sopprimere il periodo " e dagli \norganismi di cui al precedente articolo 8";\nc) all\'articolo 14 sopprimere il secondo comma " i seminari saranno \nrealizzati in collaborazione con il Consorzio Interregionale per la \nFormazione dei Divulgatori Agricoli - Abruzzo, Campania e Molise";\nd) al secondo comma dell\'articolo 16 sopprimere il periodo " e quelli \na cura degli organismi di cui all\'articolo 8 ";\ne) all\'articolo 17 sopprimere la nona linea " un rappresentante \ndesignato da ciascuna Associazione di cui ai punti a) e b) \ndell\'articolo 8 della presente legge ".', '2': "1. E' disposto l'inquadramento nei ruoli della Giunta regionale del \npersonale in costanza di servizio alla data di entrata in vigore della \npresente legge presso gli Organismi di cui all'articolo 8 della Legge \nregionale 3 gennaio 1985,n.7, previa domanda, all'Ente Regione \nCampania , entro 30 giorni e sotto pena di decadenza, dalla data di \npubblicazione della presente Legge sul Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania. \n2. Il personale, di cui al precedente comma 1, è inquadrato nella \nqualifica funzionale e retributiva equiparabile al livello funzionale \nposseduto in base al rapporto di lavoro instaurato alla data \ndell'assunzione con gli Organismi di cui all'articolo 8 della Legge \nregionale 3 gennaio 1985, n.7.\n3. Il personale, di cui al precedente comma, è assegnato alle \nstrutture centrali e periferiche dell'Area Generale di Coordinamento e \nSviluppo Attività Settore Primario preposte ai Servizi di Sviluppo \nAgricolo. \n4. Per le finalità della presente Legge, il personale inquadrato non \npuò in alcun modo essere distolto dai Servizi di Sviluppo Agricolo per \nun periodo di almeno 6 anni.", '3': "All'onere derivante dall'applicazione della presente Legge per l'anno \nfinanziario 2000, quantificato in lire 5 miliardi, si provvede con \nincremento del finanziamento di medesimo importo, in termini di \ncompetenza e di cassa, di cui capitolo 30 del bilancio di \nautorizzazione all'esercizio provvisorio 2000 mediante prelievo della \noccorrente somma :\n- per lire 2 miliardi e 400 milioni dal capitolo 3014 pari a quattro \ndodicesimi disposti dalla legge di autorizzazione all'esercizio \nprovvisorio per l'anno finanziario 2000;\n- per lire 100 milioni dal capitolo 3012 pari a quattro dodicesimi \ndisposti dalla Legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio per \nl'anno finanziario 2000;\n- per lire 2 miliardi e 500 milioni dal capitolo 1030 dello stato di \nprevisione della spesa dell'esercizio finanziario 1999, ai sensi \ndell'articolo 30 della Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20.", '4': "Norma transitoria\n1. Alle Associazioni riconosciute di cui al soppresso articolo 8, \ncomma 1 lettera a) della Legge regionale 7/85, allo scopo di \nconsentire la conclusione dei programmi di attività del 1999 e fino \nall'effettivo inquadramento del personale, così come disposto dalla \npresente Legge, viene concesso un contributo una tantum ad \nintegrazione del finanziamento regionale dei programmi di attività. In \nogni caso l'entità del contributo totale concesso, percentualmente, \nnon può superare quello medio ammesso nel triennio 1996/1998 e \ncomunque, complessivamente, non superiore a 550 milioni di lire. \nL'erogazione del contributo avverrà a fronte delle spese documentate.\n2. L'onere derivante dall'applicazione del comma 1 del presente \narticolo, quantizzato in lire 550 milioni, grava sul capitolo 3012 del \nbilancio per l'esercizio finanziario 2000 dotato della medesima entità \nfinanziaria, mediante prelievo della occorrente somma dal capitolo 1040 dello stato di previsione della spesa per l'esercizio finanziario \n1999, ai sensi dell'articolo 30 della Legge regionale 20/78, che si \nriduce di pari importo.", '5': "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti del \nsecondo comma dell'articolo 127 della Costituzione, entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nLosco"} | null |
campania | 2,000 | 11 | null | {'1': '1. Dopo il primo comma dell\'articolo 5 della Legge regionale 27 \ngiugno 1987, n.35, è inserito il seguente comma: "Sono escluse dal \ndivieto di cui al primo comma le opere necessarie per l\'adeguamento \nigienico sanitario delle strutture aziendali di cui al D.P.R. 14 \ngennaio 1997, n.54, nonché le concessioni e le autorizzazioni relative \nad adeguamenti strutturali e funzionali richiesti inderogabilmente da \nLeggi Nazionali in tema di sicurezza, antinfortunistica e prevenzione \nincendi concernenti esercizi pubblici, ed in particolare le attività \nalberghiere e commerciali comunque collegate al settore turistico, \nnonché gli impianti aziendali e le strutture collegate all\'attività \nagricola. Per detti interventi il rilascio dei provvedimenti \nconcessori o autorizzatori è effettuato nel rispetto del procedimento \nfissato dalla Legge 28 gennaio 1977, n.10 e successive modifiche \nprevia la necessaria verifica di conformità alle prescrizioni del \nPiano Urbanistico Territoriale e alle norme giuridiche vigenti nel \nterritorio comunale, attestata dal Sindaco".'} | null |
campania | 2,000 | 10 | null | {'1': "1. La Regione Campania intende favorire la ricomposizione \ndell'Orchestra Alessandro Scarlatti.\nA tal fine, interviene a sostegno della promozione di una \nAssociazione o Fondazione - denominata Nuova Orchestra Alessandro \nScarlatti, costituita mediante accorpamento delle persone giuridiche \nsorte entro i due anni immediatamente successivi allo scioglimento \ndell'Orchestra Scarlatti.", '2': '1. In relazione alle finalità previste dal precedente articolo, a \ndecorrere dall\'esercizio finanziario 2000 la Giunta regionale è \nautorizzata a concedere annualmente all\'Associazione - Fondazione un \ncontributo allo scopo di potenziare l\'organizzazione e sostenere \nadeguatamente l\'attività fino ad un massimo di cinquecento milioni.\n2. Il contributo di cui al precedente comma deve essere destinato:\na) alla promozione della formazione musicale ed artistica dei giovani \ned a \nfavorire la diffusione della cultura musicale incoraggiando lo \nstudio dei \nrelativi problemi;\nb) allo sviluppo dell\'attività editoriale di iniziativa \ndell\'Associazione -\nFondazione;\nc) alla produzione di attività concertistica da realizzarsi in tutti i \nperiodi dell\'anno, quale efficace sostegno alle attività di promozione \nturistica e del tempo libero dei Comuni della Regione Campania che \npredispongono manifestazioni artistico culturali di particolare richiamo turistico;\nd) al pagamento di oneri derivanti dall\'effettuazione di \nmanifestazioni musicali, \nartistiche e di studio.\n3. Almeno il 50% del contributo deve essere utilizzato per le attività \nspecificate alle lettere "c" e "d".', '3': "1. La Giunta regionale, sentita la Commissione Consiliare Permanente \ncompetente in materia, assegna all'Associazione - Fondazione che è \ntenuta a presentare domanda annuale corredata dal programma di \nattività e dalla previsione di spesa il contributo previsto per gli \ninterventi di cui al precedente articolo 2.", '4': "1. L'associazione - Fondazione Nuova Orchestra Scarlatti è obbligata a \npresentare alla Giunta regionale, presso il settore competente \ndell'Assessorato alla Cultura, entro il 31 marzo di ogni anno, il \nrendiconto relativo al programma di attività svolto con il contributo \nregionale ottenuto nell'anno precedente.\n2. La Giunta regionale, in caso di difforme utilizzazione del \ncontributo rispetto alle finalità di cui al precedente articolo 2, \nprovvede al recupero totale o parziale delle somme erogate.", '5': '1. Alla determinazione del contributo si provvederà con la Legge di \nBilancio.', '6': "1. La presente Legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti \ndel secondo comma dell'articolo 127 della Costituzione, ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul \nBollettino Ufficiale della Regione Campania."} | null |
campania | 1,991 | 4 | null | {'1': "Il secondo comma dell' articolo 36 della legge regionale\n27 luglio 1978, n. 20 è così modificato: << Nessuna variazione\nal bilancio salvo quella di cui all' ultimo comma\ndell' articolo 35, può essere disposta dopo il 31 ottobre\ndell' anno cui il bilancio si riferisce >>.\nLa presente legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 22 marzo 1991"} | null |
campania | 1,991 | 5 | null | {'1': "Dopo il secondo comma dell' articolo 2 della Legge Regionale\n26 giugno 1987, n. 34, inserire il seguente comma:\n<< Il pareggio della gestione tecnico - finanziaria del Fondo,\nè assicurato con contributzione annuale in attesa del\nriordino della materia sulla nase di unitari indirizzi nazionali >>.", '2': "Agli oneri derivanti dall' applicazione della presente\nlegge si provvede:\n- per l' esercizio 1991, la relativa quota, quantificata\nin lire 2.000.000.000, graverà sul Capitolo 1 dello stato\ndi previsione dell' esercizio in corso;\n- per i successivi esercizi di validità della presente\nlegge, mediante iscrizione della spesa nel corrispondente\nCapitolo di Bilancio.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127, secondo comma, della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 22 marzo 1991"} | null |
campania | 1,991 | 16 | null | {'1': "L' art. 1 della Legge Regionale 23 febbraio 1982, n. 12\nviene sostituito con il seguente:\n1) Nei programmi di edilizia convenzionata ed agevolata\nuna percentuale non superiore al 15% dei relativi\nstanziamenti in contributi è riservata alle Cooperative\nedilizie i cui soci siano in servizio, all' atto della pubblicazione\ndel bando, nelle Forze dell' Ordine nelle Forze\nArmate e nel Corpo dei Vigili del Fuoco.\n2) Si intendono per Forze dell' Ordine gli appartenenti\nal Corpo della Polizia di Stato, all' Arma dei Carabinieri,\nal Corpo della Guardia di Finanza, al Corpo delle Guardie\ndi Custodia, al Corpo Forestale dello Stato.\n3) Per Forze Armate si intendono i militari di carriera\ndipendenti dall' Esercito, dall' Aeronautica Militare e\ndella Marina Militare.", '2': "L' art. 3 della Legge Regionale 23 febbraio 1982, n. 12\nè così modificato.\nalla fine del primo comma sono aggiunte le parole << alle\nForze Armate ed ai Vigili del Fuoco >>.", '3': "Il primo comma dell' articolo 1 della Legge Regionale\n27 febbraio 1984, n. 7 è sostituito con il seguente:\n1) Le riserve dei contributi di edilizia convenzionata\ned agevolata, previste dalla Legge Regionale 23 febbraio\n1982, n. 12, sono concesse alle Cooperative edilizie costituitesolamente tra gli appartenenti alle Forze dell' Ordine,\nalle Forze Armate ed ai Vigili del Fuoco, per la realizzazione\ndi alloggi per i propri soci.", '4': "L' articolo 5 della Legge Regionale 27 febbraio 1984,\nn. 7 è sostituito dal seguente:\n1) La Commissione prevista dal primo comma del precedente\narticolo 4 è così composta:\na) da un rappresentante rispettivamente dell' Arma\ndei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale,\ndegli Agenti di Custodia, designati dai relativi\nComandi Generali, nonchè da due rappresentanti dei Sindacati\ndella Polizia di Stato più rappresentativi nella\nRegione;\nb) da un rappresentante rispettivamente dell' Esercito,\ndell' Aeronautica Militare, della Marina Militare e\ndel Corpo dei Vigili del Fuoco, designati dai rispettivi\nComandi Generali;\nc) dal dirigente del Settore Edilizia Pubblica Abitativa;\nd) da un rappresentante rispettivamente delle tre Organizzazioni\ndelle Cooperazioni più rappresentative nell'\nambito regionale.\n2) La Commissione è presieduta dall' Assessorato Regionale\nall' Edilizia Economia e POpolare e in sua assenza\no impedimento dal dirigente del Settore Edilizia Pubblica\nAbitativa.\n3) Nel caso di mancata designazione entro venti giorni\ndalla richiesta regionale, la Commissione si intende validamente\ncostituita, purchè risulti composta da almeno\ni due terzi dei componenti.\n4) Le decisioni sono prese a maggioranza dei partecipanti\nalla seduta con la presenza di almeno la metà più \nuno dei componenti la Commissione; in caso di parità \nnelle votazioni, prevale il voto del Presidente.\n5) Le funzioni di segretario della Commissione sono\nsvolte da un funzionario del Settore Edilizia Pubblica\nAbitativa.", '5': "Ai componenti e al segretario della Commissione, di\ncui al precedente articolo 4 della presente legge, viene\ncorrisposto, per ciascuna seduta, un gettone di presenza\ncosì come previsto dalla Legge Regionale 24 aprile\n1980, n. 25, modificata dalla Legge Regionale 7 aprile\n1990, n. 16.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 4 novembre 1991"} | null |
campania | 1,991 | 17 | null | {'1': "L' articolo 13 della Legge Regionale 18 ottobre 1989,\nn. 21, è così sostituito:\n1. Presso il Servizio Assistenza Speciale della Giunta\nRegionale della Campania è istituito l' Albo Regionale delle\nstrutture residenziali per gli anziani pubbliche e private\noperanti sul territorio di competenza regionale.\n2. L' Albo si articola in due sezioni delle quali una\nriservata alle strutture pubbliche e l' altra a quelle\nprivate.\n3. Nell' ambito di ciascuna sezione le strutture saranno\nclassificate per tipologia e cioè : case protette, case\nalbergo, case di riposo, comunità alloggio, centri sociali\npolivalenti.\n4. I soggetti pubblici o privati, titolari di strutture\nresidenziali per anziani, funzionanti o in corso di realizzazione,\nsono tenuti a far pervenire, per il tramite del\nComune in cui ha sede la struttura, all' Assessore Regionale\nai Servizi Sociali apposita istanza intesa ad ottenere\nl' iscrizione all' Albo.\n5. Per documentare il possesso dei requisiti previsti\ndalle norme vigenti in materia, i soggetti interessati\ndevono allegare all' istanza gli atti appresso specificati,\nin originale o copia autentica:\n1) la legale rappresentanza - statuto e/ o atto costitutivo\n- e/ o documentazione equipollente;\n2) certificazione antimafia prevista dalle vigenti\nleggi;\n3) progetto esecutivo;\n4) concessione edilizia e/ o concessione in sanatoria;\n5) certificato di abitabilità per la specifica destinazionedella struttura -e/ o certificazione equipollente;\n6) certificato di idoneità igienico - sanitaria e relativa\nautorizzazione sanitaria;\n7) certificato di prevenzione incendi o nulla osta\nprovvisorio;\n8) adeguamento barriere architettoniche;\n9) la corrispondenza ai seguenti parametri di funzionalità :\na) assistenza alberghiera completa;\nb) assistenza tutelare diurna e notturna con rapporto\nminimo di un addetto all' assistenza di base ogni quattro\nanziani non autosufficienti;\nc) assistenza sanitaria di base, comprensiva di prestazioni\nmediche generiche e infermieristiche, assicurata\nventiquattro ore su ventiquattro;\nd) attività di mobilizzazione;\n10) regolamento interno della struttura;\n11) tabella dietetica vistata dalla USL competente\nper territorio;\n12) situazione del personale che a qualsiasi titolo presta\nla propria opera nella struttura; relativa dichiarazione\nattestante il rispetto delle norme contrattuali in materia,\nfatta eccezione per i casi in cui trattasi di prestazioni\nvolontarie, nonchè relativa dichiarazione attestante\nl' osservanza delle norme igienico - sanitarie.\n6. Entro centoventi giorni a decorrere dalla data di\nricezione dell' istanza, completa di tutta la documentazione\ndi cui al comma precedente, il Presidente della\nGiunta Regionale della Campania, con proprio decreto,\nsu proposta dell' Assessorato ai Servizi Sociali, dispone\nl' iscrizione della struttura nella competente sezione dell'\nAlbo delle strutture residenziali per anziani.\n7. Il Presidente della Giunta Regionale della Campania,\ncon proprio decreto, su proposta dell' Assessore\nai Servizi Sociali, qualora venga a cessare anche uno soltanto\ndei requisiti che hanno permesso l' iscrizione all' Albo\ne nei casi di violazione delle norme previste dalla presente\nlegge, dispone la cancellazione dall' Albo della struttura\ninadempiente con conseguente stato di illegittimità ,\nprevia contestazione dei motivi che determinano il\nprovvedimento e l' assegnazione di un termine non superiore\na sei mesi per ripristina lo status quo ante in base\nal quale era stata concessa l' iscrizione.\n8. La Giunta Regionale è autorizzata ad emanare norme\nrelative agli standards per i Servizi previsti dalla presente\nlegge.\n9. Avverso la mancata iscrizione o la cancellazione\ndall' Albo, è data facoltà di ricorso.\n10. Le UUSSLL individuano le case protette o le\naree protette o i posti residenziali protetti considerando\nprioritariamente le strutture residenziali gestite da\nEnti Pubblici.\n11. Qualora il fabbisogno di posti residenziali non\npossa essere soddisfatto dalle strutture di cui al comma\nprecedente, le UUSSLL possono individuare strutture\ngestite da soggetti privati operanti nel proprio ambitoterritoriale e funzionanti secondo i principi richiamati\ndalla presente legge, con le quali si dovranno stipulare\nconvenzioni in conformità a schemi tipo approvati\nentro tre mesi dall' entrata in vigore della presente\nlegge, dal Consiglio Regionale su proposta della Giunta\nRegionale.\n12. In riferimento agli ambiti territoriali sprovvisti\no carenti di strutture residenziali si possono individuare,\nin via transitoria, case protette al di fuori del territorio\ndegli stessi ambiti.\n13. L' onere economico derivante dagli interventi di\ncui al precedente capoverso, rimane comunque a carico\ndella USL nel cui ambito territoriale è residente l' assistito.\n14. la Regione Campania fissa un indice per posti\nresidenziali in case protette pari al 3,5% della popolazione\nultrasessantenne residente negli ambiti territoriali\ndi ciascuna USL.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 4 novembre 1991"} | null |
campania | 1,991 | 3 | null | {'1': "A norma dell' art. 5 della legge 14 giugno 1990, n. 158\ne con effetto dal 1o gennaio 1991, l' importo della tassa\nautomobilistica regionale è determinata nella misura\ndell' 82% dell' ammontare complessivo della tassa automobilistica\nerariale applicata dallo Stato per l' anno 1990.", '2': "Le maggiori entrate derivanti dall' applicazione della\npresente legge, verranno destinate:\n1) al monitoraggio dell' inquinamento atmosferico e\nacustico;\n2) ad interventi a sostegno degli handicappati, degli\nanziani e dei tossicodipendenti;\n3) ad interventi a sostegno dello sviluppo dell' occupazione\ne delle attività produttive.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'\narticolo 127, seconda comma, della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quallo della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 18 gennaio 1991"} | null |
campania | 1,991 | 2 | null | {'1': "La Giunta Regionale è autorizzata ad esercitare provvisoriamente,\nfino a quando non sarà approvato per legge\ne, comunque, non oltre il 28 febbraio 1991. il Bilancio\nFinanziario 1991, secondo gli stati di previsione e con\nle modalità e prescrizioni previste nel relativo disegno\ndi legge all' esame del Consiglio Regionale.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'\narticolo 127, II comma, della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione, con effetto\ndal 1o gennaio 1991.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 18 gennaio 1991"} | null |
campania | 1,991 | 9 | null | {'1': "L' articolo 1, comma 1, della Legge Regionale 6 maggio\n1985, n. 37, è modificato nel modo seguente:\n<< Qualora il Consigliere regionale, già cessato dal mandato,\nrientri a far parte del Consiglio regionale, il pagamento\ndell' assegno vitalizio diretto, di cui eventualmente\ngià goda in base alla normativa vigente della previdenza\ndei Consiglieri regionali della Campania, resta sospeso\nper tutta la durata del nuovo mandato; alla cessazione di\nquest' ultimo, l' assegno diretto sarà nuovamente erogato\ntenuto conto anche dell' ultimo periodo di contribuzione.", '2': "Il 2o comma dell' articolo 9 della Legge Regionale 31\nagosto 1973, n. 16, sostituito in conformità dell' articolo\n5 della Legge Regionale 26 giugno 1987, n. 34, è modificato\nnel modo seguente:\n<< Il Consigliere regionale che, al momento della cessazione\ndel mandato, abbia compiuto il cinquantacinquesimo\nanno di età o lo compia prima del periodo occorrente\nper il quinquennio contributivo, ha facoltà di versare\nin unica soluzione le somme corrispondenti alle\nmensilità mancanti per il completamento del quinquennio,\npurchè abbia un' anzianità contributiva obbligatoria\nnon inferiore a trenta mesi >>.", '3': '<< I vitalizi diretti, già liquidati in base alla vecchia\nnormativa, vengono riliquidati a decorrere dal ripristino delgli\nstessi >>.', '4': "a presente Legge Regionale è dichiarata urgente ai\nsensi degli articoli 127 della Costituzione e 43 dello Statuto\nregionale ed entra in vigorte il giorno successivo a\nquello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\ndella Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 29 aprile 1991"} | null |
campania | 1,991 | 8 | null | {'1': "A norma dell' articolo 2 del DPR 21 dicembre 1990,\nn. 398, l' aliquota dell' addizionale regionale all' imposta\nerariale di trascrizione di cui alla legge 23 dicembre 977,\nn. 952, e successive modificazioni, dovuta sulle formalità \ndi trascrizione, iscrizione ed annotazione, eseguite nei\npubblici registri automobilistici della Regione Campania,\nè determinata nella misura dell' 80 per cento dell' ammontare\ndell' imposta erariale di trascrizione su dette formalità .", '2': "Agli adempimenti connessi alla liquidazione, riscossione\ne contabilizzazione dell' addizionale regionale, nonchè \nl' accertamento e irrogazione delle sanzioni per l' omissione\no il ritardato pagamento della stessa, si applicano\nle disposizioni contenute negli articoli 5 e 6 del\nDPR 21 dicembre 1990, n. 398.", '3': "La Regione corrisponderà all' Automobil Club d' Italia,\nper gli adempimenti ad esso affidati, i compensi nella\nmisura e con le modalità previste dall' articolo 7 del\nDPR 21 dicembre 1990, n. 398.", '4': "Le maggiori entrate derivanti dall' applicazione della\npresente legge, verranno destinate, a partire dal bilancio\ndi previsione del 1992, a finanziare strumenti di\npolitica attiva per il lavoro giovanile e per lo sviluppo\ndelle attività produttive con procedure e meccanismi che\nla Giunta Regionale è impegnata a presentare, previo\nconfronto con le OOSS, al Consiglio Regionale entro tre\nmesi dalla data di approvazione della presente legge.", '5': "La misura dell' addizionale, così come fissata dall' articolo\n1, viene applicata alle formalità eseguite successivamente\nalla data di entrata in vigore della presente\nlegge.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 3 aprile 1991"} | null |
campania | 1,991 | 11 | null | {'1': "Principi informatori\nLa Regione Campania, nell' ambito dei propri poteri\ne funzioni garantiti dalla Costituzione e dallo Statuto,\ncon la presente legge disciplina l' ordinamento amministrativo\ndella Giunta Regionale.\nLa presente legge regola il funzionamento delle strutture\norganizzative regionali anche in relazione al nuovo\nordinamento delle qualifiche funzionali e dirigenziali\ncontenute nella legge 23 marzo 1984, n. 27.\nL' ordinamento amministrativo della Giunta Regionale\nè funzionale alla realizzazione dei programmi regionali,\ncon il concorso degli Enti Locali, in armonia con\ngli obiettivi nazionali.\nNella materia relativa alle strutture organizzative, la\nRegione adotta i necessari provvedimenti legislativi ed\namministrativi previsti dalla presente legge, previo confronto\ncon le Organizzazioni Sindacali maggiormente\nrappresentative in campo nazionale, in ordine a quegli\naspetti dell' organizzazione del lavoro per i quali la vigente\nlegislazione prevede una disciplina in base ad accordi\nsindacali in attuazione dell' art. 3 della legge 29\nmarzo 1983, n. 93 ed alle norme regionali in recepimento\ndegli accordi sindacali nazionali.\nAl fine di fornire puntuale e completa informazione\nla Giunta Regionale si confronta periodicamente con le\nOOSS in ordine agli altri aspetti di rilevante interesse\nconcernenti le strutture organizzative, non comprese nel\nprecedente comma.\nL' ordinamento previsto dalla presente legge viene\nadeguato, nella struttura e nelle funzioni, alle esigenze\nconnesse con l' attuazione del decentramento ai sensi dell'\nart. 12 dello Statuto.", '2': "Strutture organizzative\nLe strutture organizzative della Giunta si articolano\nin:\nA) Settori;\nB) Servizi;\nC) Sezioni (unità operative complesse).\nTali strutture sono inserite in aree generali di coordinamento\ncomprendenti materie omogenee ed interdipendenti.\nAll' interno delle aree generali di coordinamento sono\nistituite posizioni individuali di responsabilità , di studio,\ndi ricerca, ed elaborazioni complesse, ispettive e di\ncontrollo (posizione di staff).\nGli ambiti di competenza delle strutture organizzative\nsono indicati nell' allegato A) della presente legge.\nL' articolazione delle funzioni e competenze persegue\nlo scopo di definire, anche con successivi provvedimenti,\nun modello organizzativo teso ad esaltare la partecipazione\ndelle autonomie locali nei processi di programmazione\neconomica e di pianificazione del territorio.", '3': "Aree generali di coordinamento\nIl Presidente e gli Assessori sovrintendono alle singole\naree di coordinamento ai sensi dell' art. 33 dello Statuto,\nesercitando le funzioni di impulso politico delle attività \ndelle aree e di controllo sul grado di realizzazione\ndei risultati dell' attività delle stesse.\nIn particolare il Presidente della Giunta Regionale sovrintende\nalle aree di coordinamento:\n- Gabinetto Presidente della Giunta Regionale;\n- Affari Generali della Giunta Regionale;\n- Programmazione, Piani e Programmi;\n- Avvocatura.\nLe aree generali di coordinamento sono:\n- Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale;\n- Affari Generali della Giunta Regionale;\n- Programmazione, Piani e Programmi;\n- Avvocatura;\n- Ecologia, Tutela dell' Ambiente, Disinquinamento,\nProtezione civile;\n- Ricerca Scientifica, Statistica, Sistemi Informativi\ned Informatica;\n- Affari Generali, gestione e formazione del personale,\norganizzazione e metodo;\n- Bilancio, Ragioneria, Tributi;\n- Rapporti con gli organi nazionali ed internazionali\nin materia di interesse regionale;\n- Demanio e Patrimonio;\n- Sviluppo attività settore primario;\n- Sviluppo attività settore secondario;\n- Sviluppo settore terziario;\n- Trasporti e viabilità ;\n- Lavori Pubblici, Opere Pubbliche, attuazione,\nespropriazione;\n-Gestione del Territorio, Tutela Beni Paesistici -Ambientalie Culturali;\n- Istruzione, Educazione Permanente, Promozione\nCulturali, Politiche Giovanili e del Forum Regionale della\nGioventù , Osservatorio del Mercato del Lavoro e dell'\nOccupazione, Lavoro e Vertenze, Emigrazione e Immigrazione,\nFormazione Professionale, Orientamento, Ricerca\ne Sperimentazione e consulenza nella Formazione\nProfessionale;\n- Assistenza sociale, Attività sociali, Sport e tempo\nlibero;\n- Piano Sanitario Regionale e rapporti con gli organi\nistituzionali delle Unità Sanitarie Locali;\n- Assistenza Sanitari.\nCiascuna delle aree di cui al presente articolo esercita\nle proprie attribuzioni in rapporto di stretta collaborazione\ned integrazione con le altre.\nA ciascuna area generale di coordinamento è preposto\nun coordinatore scelto in relazione a prescritta e specifica\nprofessionalità tra i dirigenti di seconda qualifica\nfunzionale dirigenziale e viene nominato con atto deliberativo\ndi Giunta Regionale.", '4': "Ufficio di Piano\nE' istituito presso la Giunta Regionale l' Ufficio di Piano.\nL' Ufficio di Piano non è incluso in alcuna area di coordinamento,\ned è posto alle dirette dipendenze del Presidente\ndella Giunta Regionale, o suo delegato.\nCon propria deliberazione la Giunta Regionale definisce\nl' organizzazione dell' Ufficio di Piano in correlazione\nai compiti di cui al comma successivo ed all' organizzazione\ndegli Uffici della Giunta Regionale prevista con\nla presente legge.\nL' Ufficio di Piano svolge le attività istruttorie\ninerenti:\na) alla formazione degli indirizzi generali per la programmazione\ne alla verifica della loro attuazione;\nb) alle proposte della Giunta comunque attinenti ai\npiani e programmi della Regione ed in particolare al Piano\ndi Assetto Territoriale ed al PIano di Sviluppo Regionale.\nLa direzione dell' Ufficio di Piano è affidata ad un funzionario\ndella seconda qualifica dirigenziale, scelto secondo\ncriteri di specifica esperienza e professionalità .\nNella prima attuazione si provvede alla nomina entro sessanta\ngiorni dell' entrata in vigore della presente legge.\nNello stesso termine si provvede nel caso di dimissioni\no cessazione dall' incarico per qualunque motivo.\nL' incarico può essere revocato con decreto motivato\ndel Presidente della Giunta Regionale adottato su deliberazione\ndella Giunta.\nIl Presidente della Giunta o suo delegato, ai fini della\nsovrintendenza operativa sull' Ufficio di Piano, si avvale\ndi un Comitato tecnico scientifico che cura l' impostazione\nmetodologica e tecnica del processo del Piano.\nIl Comitato è composto di un numero non superiore\na ventuno esperti di comprovata qualificazione tecnica,scientifica e professionale, nominato dal Presidente della\nGiunta, su deliberazione di Giunta per la durata della\nstessa.\nGli esperti di cui al comma precedente hanno diritto\nad una indennità base mensile non superiore ai 2/ 3 di\nquella spettante ai Consiglieri Regionali di cui alla lettera\na) dell' articolo 1 della Legge regionale del 5 agosto\n1975, n. 5 e successive modificazioni.", '5': "Settore\nIl settore è , nell' ambito dell' area generale di coordinamento,\nstruttura organizzativa di II grado che comprende\nfunzioni di studio, di ricerca e elaborazioni complesse dirette\nalla formulazione e realizzazione dei programmi.\nLa presente legge istituisce i settori e ne individua\nle competenze (come specificato nell' allegato A) nel rispetto\ndei criteri di:\n- omogeneità e rilevanza delle materie attribuite;\n- specificità dei compiti assegnati;\n- organicità e complessità dell' azione amministrativa\naffidata e della struttura organizzativa;\n- rispondenza alle esigenze funzionali ed operative\nposte dall' interesse pubblico perseguito.\nA ciascun Settore è preposto un Dirigente nominato\ndalla Giunta Regionale su proposta del Presidente o dell'\nAssessore in relazione alle sovrintendenze operativa\nspettante a ciascun Amministratore.\nI Dirigenti dei Settori devono appartenente alla II qualifica\nfunzionale dirigenziale di cui alla Legge regionale\n23 maggio 1984, n. 27.\nIl Dirigente del Settore è responsabile dell' espletamento\ndelle funzioni a lui attribuite, come previsto dalla\nLegge 23 maggio 1984, numero 27.\nI Dirigenti dei Settori delle aree generali devono essere\nin possesso della laurea attinente o affine alla materia\ndi competenza propria del Settore e devono essere\nscelti tenendo conto della specifica professionalità prescritta\ned acquisita.\nI Dirigenti dei Settori sono nominati a tempo indeterminato,\nsalvo quanto previsto dall' art. 14 della presente\nlegge.\nIn caso di assenza o di impedimento le funzioni vengono\nattribuite - temporaneamente - dal Presidente\no dall' Assessore al ramo, ad altro Dirigente di Settore\ndella medesima area o di area affine, con le stesse modalità \ndi cui ai precedenti commi del presente articolo.", '6': "Servizio\nIl Servizio è , nell' area generale di coordinamento,\nstruttura organizzativa di I grado che comprende funzioni\nintegrate - operative e di studio tali da consentire l' elaborazione\ne la realizzazione di piani e programmi regionali.\nLa presente legge istituisce i servizi, che non possono\nsuperare di tre volte il numero complessivo dei settori\ne delle posizioni di ricerca di cui alle allegate tabelleA, B, e C.\nLa Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore preposto\nall' Area Affari Generali, gestione e formazione del\npersonale, organizzativo e metodi, entro 180 giorni dalla\ndata di entrata in vigore della presente legge, previo\nconfronto con le OOSS maggiormente rappresentative\na livello nazionale, adotta la delibera di individuazione\ndei servizi.\nSu proposta dell' Assessore preposto all' Area Affari\nGenerali, gestione e formazione del personale, organizzazione\ne metodo e di concetto con l' Assessore al ramo,\nla Giunta Regionale può deliberare la modifica delle competenze\ndei Servizi, nel processo di adeguamento costante\nai programmi ed agli obiettivi regionali.\nA ciascun Servizio è preposto un Dirigente del ruolo\ndella Giunta Regionale, appartenente alla prima qualifica\ndirigenziale, nominato dalla Giunta Regionale su\nproposta del Presidente o dell' Assessore cui è demandata\nla sovrintendenza operativa dell' area in cui rientra il Servizio\nstesso, tenendo conto della specifica professionalità \nprescritta ed acquisita in relazione alla materia oggetto\ndi competenza dei Servizi medesimi.\nI Dirigenti dei Servizi sono nominati a tempo indeterminato,\nuna volta scelti all' interno della graduatoria\nappositamente predisposta, salvo quanto previsto dall'\nart. 14 della presente legge.\nIn caso di assenza o di impedimento le funzioni vengono\nattribuite temporaneamente dal Presidente o dall'\nAssessore al ramo ed altro Dirigente di uno dei Servizi\ndella medesima area.", '7': "Sezione\nLa Sezione, nell' ambito dell' area generale di coordinamento,\nè unità operativa organica di base.\nLa Sezione comprende una sedie di funzioni integrate\nche richiedono specializzazione professionale e responsabilità .\nIl numero delle Sezioni è stabilito entro il limite di\ndue volte e mezzo il numero dei Servizi di cui al precedente\narticolo 6.\nLa Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore preposto\nall' Area Affari Generali, gestione e formazione del\npersonale, organizzazione e metodo, entro 180 giorni dalla\ndata di entrata in vigore della presente legge, previo\nconfronto con le OOSS maggiormente rappresentative\na livello nazionale, adotta la delibera di individuazione\ndelle Sezioni.\nA ciascuna Sezione è preposto un funzionario responsabile\ndel ruolo della Giunta Regionale, appartenente all'\nVIII livello di cui alla Legge regionale 23 maggio 1984,\nn. 27, nominato dal Presidente o dall' Assessore al ramo,\nscelto all' interno della graduatoria appositamente predisposta.\nAi funzionari di cui al comma precedente compete la\nresponsabilità della realizzazione degli obiettivi fissati\nper l' unità operativa organica, cui sono preposti.\nIn caso di assenza o impedimento le funzioni vengonoattribuite, temporaneamente, ad altro funzionario dello\nstesso livello nell' ambito dell' area di coordinamento.", '8': "Posizione di studio, di ricerca, ispettive e di controllo\nPresso la Giunta Regionale sono istituite apposite posizioni\nper lo svolgimento di compiti di studio, di ricerca,\ndi elaborazione complessa, nonchè ispettivi e di controllo,\nassistenza tecnica e/ o giuridica a commissioni o\ngruppi di lavoro connessi alle competenze della Giunta\nRegionale, in relazione all' attuazione dei prorammi e\nprogetti speciali relativi ai piani regionali di sviluppo.\nLe posizioni di cui al precedente comma, da attribuire\nai dirigenti della seconda qualifica dirigenziale, sono\nindicate nell' allegata tabella << B >>.\nLe posizioni da attribuire ai dirigenti della prima qualifica\nfunzionale dirigenziale sono individuate con deliberazione\ndella Giunta Regionale.", '9': "Gruppi di lavoro\nAffinchè siano realizzati i progetti di intervento e di\nstudio di carattere straordinario, possono essere costituiti,\nin via temporanea, gruppi di lavoro a carattere interdisciplinare\nai quali viene assegnato personale a tempo\npieno.\nI gruppi di lavoro possono altresì essere costituiti perchè \nassolvano ad esigenze anche ricorrenti di integrazione\nfunzionale.\nI gruppi di lavoro sono costituiti con deliberazione\ndella Giunta Regionale.\nNel provvedimento di costituzione devono essere indicati:\na) il Presidente e/ o gli Assessori dai quali il gruppo\ndipende funzionalmente;\nb) il Dirigente di prima qualifica funzionale dirigenziale\nincaricato;\nc) i componenti del gruppo;\nd) gli obiettivi;\ne) le modalità di funzionamento.\nIl gruppo di lavoro è disciplinato dall' articolo 3 della\nLegge regionale n. 41 del 16 ottobre 1978.\nEsso ha la durata massima di mesi sei, prorogabile\neccezionalmente per un massimo di mesi sei.", '10': "\nDipartimenti\nAi fini della definizione delle politiche regionali per\nle attività produttive e l' occupazione, per il territorio e\nper i servizi sociali e per il coordinamento dei relativi\nprogetti, nonchè per obiettivi che presuppongono apporti\nche non si esauriscano all' interno delle singole aree operative\nsono costituiti appositi dipartimenti.\nI dipartimenti hanno funzione di coordinamento tra\nle aree generali e sono posti alle dirette dipendenze della\nGiunta nella sua collegialità .\nLa sovrintendenza delle strutture di coordinamento\ndipartimentali è di competenza del Presidente della Giunta\novvero di un suo delegato.A questo scopo, i dipartimenti, sulla base delle direttive\nprogrammatiche e degli indirizzi emanati dalla Giunta,\nprovvedono ad elaborare in via preventiva i criteri,\nmetodo ed indicazioni rivolte alle aree, ai fini della\npredisposizione coordinata dei seguenti atti:\na) disegni di legge di iniziativa della Giunta Regionale;\nb) programmi settoriali ed intersettoriali;\nc) progetti di attuazione dei programmi;\nd) atti di alta amministrazione;\ne) programmi di riorganizzazione delle strutture aventi\nincidenza su più aree di coordinamento.\nIn via successiva i dipartimenti verificano la rispondenza\ndegli atti suelencati ai criteri, metodi ed indicazioni\nda essi stessi formulati.\nAlle riunioni dei dipartimenti partecipano i coordinatori\ndelle aree generali interessati o per delega dirigenti\ndi settori.", '11': "\nCostituzione e composizione dei dipartimenti\nSono costituiti i seguenti dipartimenti:\n- Dipartimento del Territorio;\n- Dipartimento dell' Economia;\n- Dipartimento dei Servizi Civili e Sociali.\nFanno capo al Dipartimento del Territorio le seguenti\naree:\n- Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale;\n- Programmazione, Piani e Programmi;\n- Ricerca Scientifica, Statistica, Sistemi Informativi\ne Informatica;\n- Bilancio, Ragioneria, Tributi;\n- Trasporti e viabilità ;\n- Lavori Pubblici ed Opere Pubbliche, attuazione,\nespropriazione;\n- Gestione del territorio, Tutela Beni Paesistico - Ambientali\ne Culturali,\n- Ecologia, Tutela dell' ambiente, Disinquinamento,\nProtezione Civile.\nFanno capo al Dipartimento dell' Economia le seguenti\naree:\n- Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale;\n- Programmazione, Piani e Programmi;\n- Ricerca Scientifica, Statistica, Sistemi Informativi\ne Informatica;\n- Bilanci, Ragioneria, Tributi;\n- Rapporti con organismi nazionali ed internazionali\nin materia di interesse regionale;\n- Demanio e Patrimonio;\n- Sviluppo attività settore primario;\n- Sviluppo attività settore secondario;\n- Sviluppo attività settore terziario;\n- Lavori Pubblici ed Opere Pubbliche, attuazione,\nespropriazione.\nFanno capo al Dipartimento dei Servizi Civili e Sociali\nle seguenti aree:\n-Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale;-Affari Generali della Giunta Regionale;\n- Affari Generali, Gestione e formazione del personale,\norganizzazione e metodo;\n- Programmazione, Piani e Programmi;\n- Ricerca Scientifica, Statistica, Sistemi Informativi\ne Informatica;\n- Avvocatura;\n- Bilancio, Ragioneria e Tributi;\n- Demanio e Patrimonio;\n- Trasporti e viabilità ;\n- Ecologia, Tutela dell' ambiente, Disinquinamento,\nProtezione Civile;\n- Istruzione, Educazione Permanente, Promozione\nCulturale, Politiche Giovanili e del Forum Regionale della\nGioventù , Osservatorio del Mercato del Lavoro e dell'\nOccupazione, Lavoro e Vertenze, Emigrazione e immigrazione,\nFormazione Professionale, Orientamento Professionale,\nRicerca, Sperimentazione e consulenza della\nFormazione Professionale;\n- Assistenza sociale, Attività sociali, Sport e tempo\nlibero;\n- Piano Sanitario Regionale e rapporti con gli organi\nistituzionali delle Unità Sanitarie Locali;\n- Assistenza Sanitaria.\nOve esigenze di coordinamento interdipartimentali\nlo consigliano, le aree interessate possono essere aggregate\n- volta per volta - a dipartimento diverso da quello\ndi appartenenza.", '12': "\nFunzione di coordinamento\nIl Coordinatore predispone il piano di lavoro dell' area\ngenerale articolato per Settori, Servizi e Sezioni, in\nconformità ai programmi della Giunta Regionale, alle\nleggi inerenti la competenza dell' area ed alle attribuzioni\nistituzionali dell' area stessa.\nVerifica, altresì , lo stato di attuazione dei programmi\ndi lavoro ed adotta le opportune disposizioni. Per la\npiù funzionale organizzazione ed il migliore impiego del\npersonale assegnato, tiene incontri con le OOSS nell' osservanza\ndelle norme nazionali e regionali concernenti\nl' organizzazione del lavoro.\nIl Coordinatore dell' area, ferme restanti le attribuzioni\ne la autonomia delle qualifiche dirigenziali, è responsabile\ndell' espletamento delle funzioni a lui attribuite, nonchè \ndel buon andamento e dell' imparzialità dell' azione\ndelle strutture dell' area e delle attività a cui è preposto.\nL' incarico di Coordinatore dell' area è attribuito dalla\nGiunta Regionale su proposta del Presidente o dell' Assessore\ncon delibera di Giunta.\nNel periodo di durata dell' incarico di Coordinatore\nil medesimo continua ad esercitare contemporaneamente\nle funzioni di dirigente del Settore o posizione di staff.\nIn caso di assenza o impedimento del Coordinatore\nle funzioni vengono attribuite, temporaneamente, dal\nPresidente o dall' Assessore al ramo, ad un altro dirigenteappartenente alla seconda qualifica dirigenziale, titolare\ndi uno dei Settori dell' area.", '13': '\nAttribuzioni, compiti e responsabilità \ndei dirigenti regionali\nLe attribuzioni, i compiti e le responsabilità dei dirigenti\nregionali sono disciplinati dagli artt. 23 e 24 della\nLR 23 maggio 1984, n. 27.', '14': "\nMobilità dei dirigenti\nAlla qualifica dirigenziale si applica la più ampia mobilità \nnell' ambito della struttura regionale nel rispetto\ndegli artt. 3 e 19 della Legge n. 93 del 29 marzo 1983, degli\nartt. 9 e 10 della Legge regionale 23 maggio 1984, nº\n27 e dell' art. 6 del DPR 1 febbraio 1986, n. 13.\nForme di rotazione degli incarichi, previsti negli articoli\nprecedenti, possono essere attuate anche su domanda\ndegli interessanti, nonchè tra questi e le posizioni di studio\no di ricerca, al fine di consentire il necessario rinnovamento\ndell' azione amministrativa, fatto salvo, comunque,\nil possesso dei particolari requisiti professionali.", '15': "\nConferenza di organizzazione\nLa conferenza di organizzazione dell' area generale di\ncoordinamento è convocata dall' Assessore e costituisce\nuno strumento di permanente informazione per i dipendenti\nregionali nel complesso delle finalità politiche ed\namministrative perseguite dalla Regione, nonchè sugli\nspecifici obiettivi che, in tale quadro, sono assegnati\nall' Area.\nEssa costituisce, inoltre, la sede in cui tutti i dipendenti\ndella area sono chiamati, sulla base delle informazioni\ndi cui al precedente comma, a fornire il loro contributo\ndi indicazioni, suggerimenti e proposte, al fine\ndi rendere l' attività nell' area più adeguata alla realizzazione\ndi compiti ad essa affidati.", '16': "\nSegreterie particolari\nPer l' espletamento delle attività di collaborazione diretta\nal Presidente della Giunta, al Vice Presidente ed\nagli Assessori, sono istituite apposite segreterie particolari\ni cui organici non possono superare:\na) le dodici unità per il Presidente;\nb) le nove unità per il Vice Presidente;\nc) le sette unità per Assessore.\nI responsabili delle Segreterie sono scelti tra il personale\ndipendente della Giunta Regionale o del Consiglio\nRegionale.\nAi responsabili delle Segreterie è attribuita una indennità ,\nlimitatamente al periodo dell' espletamento dell'\nincarico, pari a quella prevista per i responsabili dei\nServizi.", '17': "\nIstituzione e competenze dei settori regionali\nSono istituiti i seguenti settori della Giunta Regionalecompresi nelle aree di cui all' art. 3 della presente legge:\nArea Generale di Coordinamento; Gabinetto Presidente\ndella Giunta Regionale.\nComprende i settori:\n- Affari Generali della Presidenza e collegamenti con\ngli Assessori;\n- Stampa, documentazione ed informazione e Bollettino\nUfficiale;\n- Rapporti e collegamenti con il Consiglio Regionale;\n- Legislativo - Osservatorio sulle pronunce giurisdizionali\nin materia legislativa;\n- Rapporti con Province, Comuni. Comunità Montane\ne Consorzi, - Delega e subdelega - CORECO;\n- Cerimoniale e relazioni esterne.\nArea Generale di Coordinamento: Affari Generali della\nGiunta Regionale.\nComprende i settori:\n- Attività di assistenza alle sedute di Giunta, Comitati\ndipartimentali;\n- Atti sottoposti a registrazione e contratti.\nArea Generale di Coordinamento: Programmazione, Piani\ne Programmi.\nComprende i settori:\n- Piani e Programmi di intervento ordinario e straordinario;\n- Pianificazione e collegamento con le aree generali\ndi coordinamento.\nArea Generale di Coordinamento: Avvocatura.\nComprende i settori:\n- Contenzioso civile e penale;\n- Contenzioso amministrativo e tributario;\n- Consulenza legale e documentazione.\nArea Generale di Coordinamento: Ecologia, Tutela dell'\nambiente, Disinquinamento, Protezione Civile.\nComprende i settori:\nEcologia:\n- Tutela dell' ambiente, Disinquinamento;\n- Programmazione interventi di Protezione Civile sul\nterritorio.\nArea Generale di Coordinamento: Ricerca Scientifica,\nStatistica, Sistemi Informativi ed Informatica.\nComprende i settori:\n- Ricerca Scientifica, Statistica, Controllo gestione\ned avanzamento progetti;\n- Analisi, progettazione e gestione sistemi informativi;\n- Centro regionale elaborazione dati.\nArea Generale di Coordinamento: Affari Generali - Gestione\ne formazione del personale - organizzazione e\nmetodo.\nComprende i settori:\n- Affari Generali del personale, rapporti con le\nOOSS, contenzioso;\n- Studio, organizzazione e metodo - Formazione del\npersonale;\n- Reclutamento del personale;\n-Stato giuridico ed inquadramento;-Trattamento economico;\n- Quiescenza e previdenza.\nArea Generale di Coordinamento: Bilancio, Ragioneria,\nTributi.\nComprende i settori:\n- Formazione del Bilancio pluriennale ed annuale;\n- Gestione delle Entrate e della Spesa di Bilancio;\n- Riscontro e vigilanza sul Servizio di Tesoreria e\nBilancio di Cassa;\n- Finanze e Tributi.\nArea Generale di Coordinamento: Rapporti con gli organi\nnazionali ed internazionali in materia di interesse regionale.\nComprende i settori:\n- Studio e Gestione progetti CEE e rapporti con i\npaesi europei ed extraeuropei;\n- Direttive CEE in materia di Programma Integrativo\nMediterraneo( PIM), Fondo Europeo di Orientamento\ne Garanzia in Agricoltura( FEOGA) e Fondo Sociale\nEuropeo( FSE).\nArea Generale di Coordinamento: Demanio e Patrimonio.\nComprende i settori:\n- Demanio e Patrimonio;\n- Provveditorato ed Economato.\nArea Generale di Coordinamento: Sviluppo attività settore\nprimario.\nComprende i settori:\n- Sperimentazione, Informazione, Ricerca e Consulenza\nin Agricoltura;\n- Interventi per la produzione agricola, Produzione\nagro - alimentare, Mercato agricolo, Consulenza Mercantile;\n- Interventi sul territorio agricolo, Bonifiche ed Irrigazioni;\n- Bilancio e credito agrario;\n- Foreste, Caccia e Pesca;\n- Foreste demaniali ed assestamento forestale.\nArea Generale di Coordinamento: Sviluppo attività settore\nsecondario.\nComprende i settori:\n- Sviluppo e promozione dell' attività industriale.\nFonti energetiche;\n- Sviluppo e promozione delle attività artigiane e della\ncooperazione;\n- Ricerca e valorizzazione di cave, torbiere, acque\nminerali e termali.\nArea Generale di Coordinamento: Sviluppo attività settore\nterziario.\nComprende i settori:\n- Sviluppo e promozione turismo;\n- Interventi nel settore alberghiero e nelle altre attività \ndi supporto turistico;\n- Sviluppo e promozione delle attività commerciali.\nArea Generale di coordinamento: Trasporti e viabilità .\nComprende i settori:\n- Autolinee e vie di comunicazioni;\n- Fondo Nazionale Trasporti;\n-Demanio Marittimo; Navigazione, Porti, Aeroporti,Opere Marittime.\nArea Generale di Coordinamento: Lavori Pubblici, Opere\nPubbliche, attuazione, espropriazione.\nComprende i settori:\n- Acque ed acquedotti;\n- Comitato Tecnico Regionale;\n- Geotecnica, geotermia, difesa del suolo;\n- Opere Pubbliche, attuazione, espropriazioni.\nArea Generale di Coordinamento: Gestione del Territorio,\nTutela Beni Paesistico - Ambientali e Culturali.\nComprende i settori:\n- Urbanistica;\n- Tutela Beni Paesistici - Ambientali e Culturali;\n- Politica del territorio;\n- Edilizia pubblica e abitativa.\nArea Generale di Coordinamento: Istruzione, Educazione\nPermanente, Promozione Culturale, Politiche Giovanili\ne del Forum Regionale della Gioventù , Osservatorio\ndel mercato del Lavoro e dell' Occupazione, Lavoro e Vertenze,\nEmigrazione e Immigrazione, Formazione Professionale,\nOrientamento Professionale, Ricerca, Sperimentazione\ne Consulenza nella Formazione Professionale.\nComprende i settori.\n- Istruzione, Educazione Permanente, Promozione\nCulturale;\n- Musei, Biblioteche;\n- Politiche Giovanili e del Forum Regionale della\nGioventù ;\n- Osservatorio del Mercato del Lavoro e dell' Occupazione,\nEmigrazione ed Immigrazione;\n- Formazione Professionale;\n- Orientamento Professionale, Ricerca, Sperimentazione\ne Consulenza nella Formazione Professionale.\nArea Generale di Coordinamento: Assistenza Sociale, attività \nsociali, Sport, tempo libero e spettacolo.\nComprende i settori:\n- Assistenza sociale, programmazione e vigilanza sui\nservizi sociali;\n- Sport, tempo libero e spettacolo.\nArea Generale di Coordinamento: Piano Sanitario Regionale\ne rapporti con gli organi istituzionali delle Unità Sanitarie\nLocali.\nComprende i settori:\n- Programmazione;\n- Aggiornamento e formazione del personale;\n- Gestione Ruolo personale Servizio Sanitario Regionale\n- Procedure Concorsuali - Rapporti con le OOSS\nArea Generale di Coordinamento: Assistenza Sanitaria.\nComprende i settori:\n- Prevenzione, Assistenza Sanitaria, Igiene Sanitaria;\n- Veterinario;\n- Interventi a favore di fasce socio - sanitarie particolarmente\n<< Deboli >>;\n- Farmaceutico;\n-Assistenza ospedaliera e sovrintendenza sui serviziregionali di emergenza.\nSettori amministrazione regionale decentrata (allegato\ntabella C).", '18': "\nOrganico\nCon successiva legge regionale, da emanarsi entro sei\nmesi dalla data di adozione dei provvedimenti di Giunta\nRegionale di cui agli articoli 5, 6, 7, 8 e 9 della presente\nlegge, si provvederà alla rideterminazione dell' organico\nregionale per livelli funzionali e alla dotazione organica\ndelle strutture.", '19': "\nRapporti con le organizzazioni sindacali\nLa Giunta, in conformità a quanto stabilito in particolare\ndal quinto comma dell' art. 1, sente le Organizzazioni\nSindacali maggiormente rappresentative a livello\nnazionale e realizza con le stesse incontri periodici in materia\ndi organizzazione del lavoro.", '20': "\nInquadramento personale\nla Giunta Regionale provvede all' inquadramento e\nall' applicazione dei livelli funzionali d cui agli accordi\nnazionali con propria deliberazione sentito il parere delle\nOrganizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative\na livello nazionale.\nIl predetto parere si intende acquisito trascorso inutilmente\nil termine di giorni 15 dalla data della relativa\nrichiesta.", '21': "\nNorme di prima attuazione\nNella fase di prima attuazione della presente legge,\ni posti disponibili nelle qualifiche funzionali dalla seconda\nall' ottava - fatte salve in ogni caso le riserve di legge\nin favore delle categorie protette - sono coperti secondo\nla legislazione vigente in materia.\nAlle procedure per la copertura dei posti di cui al precedente\ncomma può partecipare anche il personale in servizio\npresso gli uffici centrali e periferici del Settore Foreste\nappartenenti ai ruoli organici del Corpo Forestale\ndello Stato che hanno già presentato domanda di opzione\nper l' inquadramento nei ruoli organici della Giunta\nRegionale ai sensi della Legge regionale 23 marzo 1987,\nn. 18.\nLe qualifiche funzionali cui detto personale potrà concorrere\nper l' inquadramento, saranno determinate sulla\nbase dei posti vacanti nell' ambito delle strutture centrali\ne periferiche del Settore Foreste di cui al predetto\nart. 18 e del titolo di studio posseduto.", '22': '\nFlessibilità delle strutture\nIl numero dei settori afferenti la materia delle Foreste,\ndella Formazione Professionale e del Decentramento\ndeleghe può essere ridotto in funzione delle relative\nscelte programmatiche operate dagli organi istituzionali.', '23': "Incarichi nei Settori delle Foreste\nFino a quando il Governo Centrale non avrà provveduto\nal riordino delle funzioni e degli organici del Corpo\nForestale dello Stato, i Settori tecnici amministrativi\ndelle Foreste, nonchè il Settore Foreste Demaniali di\ncui all' allegata tabella C, in conformità all' art. 79 del\nDPR 616/ 77 ed all' art. 15 della Legge regionale n. 29/ 75,\npossono continuare ad essere affidati a Funzionari del\nRuolo Tecnico Superiore del Corpo Forestale dello Stato\ncon specifica competenza professionale mediante atti\nformali della Giunta Regionale.", '24': "\nCommissione verifica attuazione ordinamento\nE' istituita, a titolo temporaneo per la durata di una\nanno, una Commissione, costituita dal Presidente della\nGiunta, dal Vice Presidente, dall' Assessore al Personale,\nda tre docenti universitari esperti in materia di organizzazione\ne da sei rappresentanti delle OOSS maggiormente\nrappresentative a livello regionale, che relazionerà \nsulla completa attuazione degli istituti previsti dalla presente\nlegge.\nLa relazione sarà presentata al Consiglio Regionale\nper la valutazione dei provvedimenti legislativi che si rendessero\nnecessari per la migliore applicazione degli istituti\nstessi entro 60 giorni dal deposito della predetta relazione.", '25': "\nConsulenza di esperti\nIl Presidente della Giunta Regionale può avvalersi,\nper l' espletamento delle sue funzioni, della consulenza\ndi tre esperti, in materie giuridiche ed economiche, a\nmezzo convenzione ai sensi dell' art. 2232 del CC.\nAi predetti verrà attribuita una indennità base mensile\nnon superiore ai 2/ 3 di quella spettante ai Consiglieri\nRegionali, di cui alla lettera a) dell' articolo 1 della Legge\nregionale 5 agosto 1975, n. 5, e successive modificazioni.\nL' incarico è limitato per la durata del mandato del\nPresidente della Giunta e non costituisce titolo per l' instaurarsi\ndel rapporto di impiego.", '26': "\nNorme transitorie\nTutta la normativa di precedenti leggi regionali in materia\ndi ordinamento amministrativo, nonchè atti amministrativi\nistitutivi di strutture di organizzazione amministrativa\ndella Giunta Regionale, è abrogata.\nLa disposizione di cui al punto 3 dell' articolo 54 della\nLegge regionale 16 novembre 1989, n. 23 è abrogata.\nA ciascun Assessore possono essere assegnate funzioni\nper materia e la sovrintendenza operativa su settori\ninseriti in aree generali di coordinamento diverse da\nquelle di appartenenza.\nFino all' approvazione definitiva della graduatoria riguardante\nla selezione del personale di dirigente superiore,\nseconda qualifica dirigenziale, la Giunta nomina\ni responsabili delle aree e dei settori tra il personale dirigente\ndi prima qualifica dirigenziale che abbia svoltol' incarico di Coordinatore di Servizio di cui agli articoli\n1, 3 e 4 della Legge regionale n. 29 del 14 maggio 1975\ne successive modifiche ed integrazioni.\nGli incarichi di responsabilità sulle strutture o posizioni\ndi primo e/ o secondo grado vengono conferite esclusivamente\ncon decreto del Presidente della Giunta Regionale\nsu conforme deliberazione della Giunta su proposta\ndell' Assessore al Personale previa indicazione dell'\nAssessore competente.\nIncarichi o funzioni di qualsivoglia genere o natura,\nconferiti con procedure e provvedimenti diversi da quelli\nindicati nel comma precedente, sono improduttivi di ogni\neffetto, sia organizzativi, sia economici che di carriera.", '27': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi del Ii\ncomma dell' articolo 127 della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, lì 4 luglio 1991"} | null |
campania | 1,991 | 10 | null | {'1': "Indennità dei consiglieri regionali\nCon l' entrata in vigore della presente legge, ai Consiglieri\nRegionali della Campania, ai componenti delle\nCommissioni e degli Uffici Consiliari per il libero svolgimento\ndel mandato e per l' assolvimento dei compiti\nattribuiti dal Consiglio, è dovuto un trattamento economico\ne retributivo determinato in misura pari al 65%\n(sessantacinque per cento) del trattamento economico e\nretributivo complessivo spettante ai membri della Camera\ndei Deputati.", '2': "Organi consiliari preposti all' accertamento\nAi fini dell' attuazione della disposizione dell' articolo\nprecedente e per l' assolvimento dei compiti in materia\nattribuiti dall' ordinamento della Camera dei Deputati\nal Presidente, all' Ufficio di Presidenza ovvero alla\nConferenza dei Presidenti dei Gruppi, provvedono i corrispondenti\nOrgani del Consiglio Regionale.\nOve nell' ordinamento della Camera dei deputati, anche\ncon successive disposizioni, siano previste funzioni\nin materia da assolversi da organismi non presenti nel\nConsiglio Regionale, il Presidente, sentiti collegialmente\ni Presidenti dei Gruppi Consiliari, individua il corrispondente\norgano consiliare regionale.", '3': "Criteri di accertamento e liquidazioneAnnualmente il Presidente del Consiglio Regionale -\nsentiti collegialmente i Presidenti dei Gruppi Consiliari\n- con suo provvedimento accerta il trattamento economico\ne retributivo complessivo praticato, nell' anno solare\nprecedente, dalla Camera dei Deputati ai suoi membri,\ne ne dispone l' attribuzione provvisoria - nell' aliquota\ndi cui all' articolo 1 per l' anno solare in corso - nell'\nambito del Consiglio Regionale.\nCon il medesimo provvedimento il Presidente del Consiglio\nRegionale determina altresì i conguagli delle indeniità \ncorrisposta nell' anno solare precedente.", '4': "Indennità per i componenti della Giunta Regionale\nAi Consiglieri che siano eletti a far parte della Giunta\nRegionale compete, a partire dalla data dell' elezione\ne fino a quella di cessazione dalle funzioni, una indennità \naggiuntiva di funzione pari ad una liquota percentuale\ndella indennità complessiva di cui all' articolo precedente,\nnella misura del 25% per il Presidente della\nGiunta e del 15% per gli Assessori.\nAlla determinazione delle relative competenze, anche\na titolo di conguaglio per l' anno solare precedente, provvede\nil Presidente della Giunta Regionale.", '5': "Indennità per i componenti dell' Ufficio di Presidenza del\nConsiglio\nAi consiglieri che siano eletti a far parte dell' Ufficio\ndi Presidenza competono, a partire dalla data di elezione\ne fino a quella di cessazione dalle funzioni, una indennità \naggiuntiva mensile di funzione pari ad una aliquota\npercentuale della indennità complessiva di cui all'\narticolo 3 nella misura del 25% per il Presidente, del\n15% per i Vice Presidenti e del 10% per i Consiglieri Questori\ned i Consiglieri Segretari.", '6': "Indennità per la partecipazione alle commissioni\nAi Consiglieri che siano eletti Presidenti, Vice Presidenti\ne Consiglieri Segretari delle Commissioni Consiliari\ncompetono, a partire dalla data di elezione e fino\na quando non cessiono dalle funzioni, una indennità aggiuntiva\nmensile di funzione pari ad una aliquota percentuale\ndella indennità complessiva di cui all' art. 3 nella\nmisura del 15% per i Presidenti, del 7% per i Vice Presidenti\ne del 4% per i Consiglieri Segretari.", '7': 'Divieto di cumulare le indennità \ndi carica e di funzioni con quelle derivanti\nda particolari incarichi amministrativi\nLe indennità di carica e di funzione di cui agli articoli\n1 e 4 della presente legge non sono cumulabili con ogni\ntipo di indennità e di assegni derivanti da incarichi di\namministratore, sindaco o revisore dei conti conferiti\ndallo Stato o comunque esercitati presso Enti pubblici\no di diritto pubblico, presso società o aziende privati\nconcessionarie di pubblici servizi o comunque aventi rapportidi natura patrimoniale con lo Stato, la Regione, le\nProvince ed i Comuni della Campania, nonchè presso società \no consorzi a partecipazione statale.\nI Consiglieri Regionali che ricoprono taluni degli incarichi\nanzidetti sono tenuti a dichiarare sotto la propria\nresponsabilità , le indennità e gli assegni percepiti\nper tale ragione, affinchè il loro ammontare sia detratto\ndalle indennità di funzione e di carica richiamate dal\ncomma precedente.', '8': "Liquidazione delle competenze\nLe somme determinate dalla presente legge a titolo\ndi indennità di carica si intendono al loro delle ritenute\nfiscali.\nAlla liquidazione delle competenze previste dall' articolo\n4, per i componenti della Giunta regionale, provvede\nla Giunta medesima.\nAlla liquidazione delle altre competenze provvede\nl' Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale nel quadro\ndella gestione separata prevista dall' art. 30 dello Statuto\nRegionale e disciplinata dal Regolamento Consiliare.\nQualora taluno dei componenti della Giunta versi in\nuna delle condizioni disciplinate dall' articolo 7 della presente\nlegge, si provvede, d' intesa fra la Giunta e l' Ufficio\ndi Presidenza del Consiglio Regionale, a regolare il\ncoacervo delle indennità per applicare ad esso le disposizioni\ndi cui all' articolo anzidetto.", '9': "Copertura finanziaria\nGli oneri conseguenti all' applicazione della presente\nlegge gravano sulle spese generali di funzionamento del\nConsiglio, ad eccezione di quelle di cui all' articolo 4 che\nsono imputate sulle spese di funzionamento della Giunta.", '10': "\nAbrogazione di norme\nCon l' entrata in vigore della presente legge sono abrogate\nle norme in contrasto con la stessa.", '11': "\nDichiarazione d' urgenza\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi del secondo\ncomma dell' articolo 127 della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservrla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 4 luglio 1991"} | null |
campania | 1,991 | 15 | null | {'1': 'Assegno integrativo\nAgli hanseniani residenti nei comuni della Regione\nCampania è corrisposto, a integrazione del sussidio di\ncui alla Legge 24 gennaio 1986, n. 31, a decorrere dal primo\ngennaio 1991, un assegno giornaliero di lire undicimila.\nPer ciascuno familiare a carico è corrisposto, altresì ,\nagli hanseniani, un assegno giornaliero di lire diecimila.\nIl familiare è considerato a carico, ai fini della presente\nlegge, secondo le disposizioni di cui alla Legge 24\ngennaio 1986, n. 31.\nGli assegni sono soggetti a revisione annuale in base\nagli indici ISTAT sul costo della vita.', '2': "Corresponsione\nGli assegni integrativi di cui al precedente articolo\nsono corrisposti dalle Unità Sanitarie Locali, competenti\nper territorio, in base alla residenza anagrafica secondo\nle modalità previste dalla Legge 24 gennaio 1986, n. 31.\nAlla fine di ciascun anno l' Unità Sanitaria Locale è \ntenuta a redigere e presentare il rendiconto delle spese\nsostenute.", '3': "Accredito\nLa Giunta Regionale accredita alle Unità Sanitarie Locali\nle somme occorrenti per l' erogazione degli assegni\nsulla base dei rendiconti di cui al precedente articolo 2.", '4': "Norma finanziaria\n1) All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, stabilito in L. 260.000.000 per il 1991, si fa fronte\ncon lo stanziamento, in termini di competenza e di cassa,di cui al Capitolo 1919/ quater dello stato di previdenza\ndella Spesa per l' anno finanziario 1991, di nuova istituzione,\ndenominato << Provvidenze a favore degli hanseniani\ne dei familiari a carico >>, mediante prelievo della somma\ndi L. 260.000.000 dallo stanziamento di cui al Capitolato\n1911 dello stato di previsione medesimo che si riduce\ndi pari importo.\n2) Agli oneri per gli anni successivi si farà fronte con\ni corrispondenti stanziamenti di bilancio, la cui entità \nsarà determinata dalle leggi di bilancio, utilizzando quota\nparte delle risorse assegnate alla Regione ai sensi dell'\narticolo 8 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli. 4 novembre 1991"} | null |
campania | 1,991 | 14 | null | {'1': "Il Personale docente e non docente della formazione\nprofessionale di cui all' art. 1 della LR 9 luglio 1984, nº\n32 è inserito nel ruolo del personale della Giunta Regionale.\nIl predetto personale sarà prioritariamente impegnato\nin tutte le attività formative di competenza della Regione,\nanche in ragione delle esigenze organiche necessarie\nalla realizzazione dei Piani di Formazione.\nLa Giunta Regionale, a decorrere dall' anno formativo\n1992, con deliberazione in applicazione della LR\n3 aprile 1987, n. 22, formerà le graduatorie anche per profili\nprofessionali di utilizzo del personale da destinare\nalla predetta formazione.\nDetto personale viene inquadrato con le modalità di\ncui alla presente legge secondo i criteri di corrispondenza\ne le dotazioni organiche contenute nell' allegata Tabella\n1 con decorrenza 1o gennaio 1992.", '2': "Il trattamento giuridico ed economico spettante al\npersonale di cui al precedente articolo 1, dal 1o settembre\n1986, data di effettiva assunzione in servizio sino al\n31 dicembre 1991, è quello previsto dalla LR\n16 novembre 1989, n. 23 e successivo accordo nell' ambito della\ndotazione organica complessiva di cui alla tabella allegata\nalla LR 9 luglio 1984, n. 32 in base alla corrispondenza\ntra le qualifiche funzionali ed i relativi livelli funzionali.\nL' anzianità di servizio prestato a far data dal\n1o settembre 1986 è considerata utili a tutti gli effetti.\nE' confermata la disposizione di cui al 3o comma dell'\nart. 3 della citata LR 9 luglio 1984, n. 32.", '3': "I provvedimenti amministrativi per l' attuazione degli\ninquadramenti sono adottati dalla Giunta Regionale\nsu proposta dell' Assessore agli AAGG e Personale entro\nil 30 giugno 1992.", '4': "Gli artt. 1, 2, 3, 1o e 2o comma, 5 della LR 9- 7- 1984,\nn. 32 e la disposizione di cui alla lettera c) dell' art. 6 della\nLR 30- 7- 1977, n. 40 richiamata nell' art. 4 della LR\n9- 7- 1984, n. 32 sono abrogati.", '5': "Gli effetti giuridici ed economici dell' inquadramento\ndi cui al precedente articolo 1, decorrorono dal\n1o gennaio 1992.\nIl personale di cui alla precitata allegata tabella 1 è \ninquadrato in soprannumero rispetto ai posti previsti\nnella pianta organica alla cui rideterminazione si provvederà \ncon apposita legge regionale.\nAlla spesa relativa si farà fronte utilizzando quota\nparte delle risorse finanziarie che saranno assegnate alla\nRegione ai sensi dell' art. 8 della legge 16 maggio 1970,\nn. 281.", '6': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127, secondo comma della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata sul Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli 18 luglio 1991\nAllegato : 1\nAccanto al livello funzionale vegnono indicati la qualifica\nfunzionale - Requisiti alla data della presente legge e la\ndotazione organica\nVIII: Direttore laureato - Direttore diplomato 164;\nVII: Docente laureato - Docente diplomato Direttore non diplomato\nSegretario laureato 2038\nVI: Docente diplomato - Docente non diplomato Segretario diplomato\nSegretaruo non diplomato Collaboratore Amministrativo diplomato\nDirettore non diplomato 925\nV: Docente non diplomato - Segretario non diplomato Collaboratore\nCollaboratore amministrativo diplomato Collaboratore\namministrativo non diplomato 56\nIV: Operatore Tecnico ed Operatore Amministrativo 178\nII: Ausiliario Servizi Generali 353\nTotale 3714\nPer la specificità del personale di cui alla LR\n9 luglio 1984, n. 32, l' anzianità di servizio di 4 anni e\nsei mesi è condizione per l' inqiadramento nei livelli\nprevisti dalla presente tabella in base alle corrispondenti\ndeclaratorie dall' 1- 9- 1986."} | null |
campania | 1,991 | 7 | null | {'1': "A norma dell' articolo 9 - comma 1 - del DPR 21 dicembre\n1990, n. 398, la misura dell' addizionale regionale\nall' imposta di consumo sul gas metano usato come\ncombustibile per impieghi diversi da quelli delle imprese\nindustriali ed artigiane di cui all' articolo 10 del DL\n7 febbraio 1977, n. 15 convertito, con modificazioni, dalla\nLegge 7 aprile 1977, n. 102, è determinata in lire 50 al\nmetro cubo di gas erogato.\nE' parimenti determinata in lire 50 al metro cubo di\ngas erogato la misura dell' imposta sotitutiva dell' addizionale\ndi cui al comma precedente per le utenze esenti,\na norma delle leggi statali vigenti.", '2': "L' addizionale e l' imposta regionale sostitutiva, di cui\nal precedente articolo 1, sono dovute dai soggetti erogatori\ndel gas metano nel territorio della Regione Campania,\ni quali provvederanno a versare i relativi imposti alla\nRegione secondo le modalità previste dall' articolo 10 del\nDPR 21 dicembre 1990, n. 398.", '3': "Agli adempimenti connessi alla liquidazione, riscossione\ne contabilizzazione dei tributi indicati nell' articolo\n1, nonchè all' accertamento, irrogazione delle sanzioni\ne riscossione coattiva per l' omissione o il ritardato pagamento\ndegli stessi si applicano e disposizioni contenute\nnegli articoli 13, 14 e 16 del DPR 21 dicembre 1990,\nn. 398.", '4': "Le maggiori entrate derivanti dall' applicazione dellapresente legge, verranno destinate, a partire dal bilancio\ndi previsione del 1992, a finanziare strumenti di\npolitica attiva per il lavoro giovanile e per lo sviluppo\ndelle attività produttive con procedure e meccanismi che\nla Giunta Regionale, è impegnata a presentare, previo\nconfronto con OOSS, al Consiglio Regionale entro tre\nmesi dalla data di approvazione della presente legge.", '5': "I soggetti tenuti al pagamento dell' addizionale e dell'\nimposta sostitutiva sono obbligati a prestare la dovuta\ncauzione nei modi e nei termini previsti dall' articolo\n12 del DPR 21 dicembre 1990, n. 398.\nLa cauzione può essere prestata anche mediante polizza\nfideiussoria o garanzia bancaria.", '6': "L' azione per il recupero dell' addizionale e dell' imposta\nsostitutiva ed il diritto al rimborso dei detti tributi\nindebitamente pagati si prescrivono nei termini previsti\ndalla legislazione statale in materia.", '7': "Le misure dei tributi previste nell' articolo 1 si applicano\nsui consumi successivi alla data di entrata in vigore\ndella presente legge, a norma dell' articolo 9 del richiamato\nDPR 21 dicembre 1990, n. 398.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 3 aprile 1991."} | null |
campania | 1,991 | 6 | null | {'1': "E' approvato in L. 10.919.499.145.913 lo stato di previsione\ndi competenza dell' Entrata della Regione per l' anno\nfinanziario 1991 come da tabella << A >> annessa alla presente\nlegge.\nE' autorizzato l' accertamento dei tributi e delle entrate\nper l' anno finanziario 1991.\nE' approvato, parimenti in L. 10.919.499.145.913 lo stato\ndi previsione di competenza della Spesa della Regione\nper l' anno finanziario 1991 come da tabella << B >> annessa\nalla presente legge.\nE' autorizzata l' assunzione di impegni di spesa entro\ni limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui\nal comma precedente.\nSono altresì approvati: il quadro generale riassuntivo\ndi cui al 1o comma dell' articolo 24 della Legge regionale\n27 luglio 1978, n. 20.\nI prospetti e gli elenchi indicati nel 2o comma del richiamato\narticolo 24 della Legge regionale 27 luglio 1978,\nn. 20, allegati alla presente legge.", '2': "E' approvato in L. 12.889.426.200.632 lo stato di previsione\ndi Cassa dell' Entrata della Regione per l' anno finanziario\n1991 come da tabella << A >> annessa alla presente\nlegge.\nSono autorizzati, secondo le leggi in vigore, la riscossione\ned il versamento, nella Cassa della Regione, delle\nimposte, delle tasse e di ogni altra entrata spettante nell'\nanno finanziario 1991.\nE' approvato in L. 12.889.426.200.632 lo stato di previsione\ndi Cassa della Spesa della Regione per l' anno finanziario1991 come da tabella << B >> annessa alla presente\nlegge.\nE' autorizzato il pagamento delle spese della Regione\nper l' anno finanziario 1991 entro i limiti degli stanziamenti\ndello stato di previsione di cui al comma precedente.\nE' autorizzata l' iscrizione nel bilancio di Cassa di un\nfondo di riserva di L. 300.003.999.615 da utilizzare secondo\nle modalità prescritte dall' articolo 28 della Legge\nregionale 27 luglio 1978, n. 20.\nE' approvato in L. 4.408.405.077.635 l' ammontare presunto\ndei residui attivi per l' anno finanziario 1991.\nE' approvato in L. 2.704.443.017.841 l' ammontare presunto\ndei residui passivi per l' anno finanziario 1991.", '3': "Le autorizzazioni di Spesa per l' esercizio 1991 concernente\nleggi regionali e statali, sono disposte dalla presente\nLegge negli importi indicati in corrispondeza di\nciascun capitolo di Spesa nell' allegato stato di previsione.\nLe procedure di gestione e le modalità di erogazione\nsono quelle espressamente indicate dalle corrispondenti\nleggi sostanziali della Regione, nella osservanza della\nLegge regionale di contabilità 27 luglio 1978, n. 20, ivi\ncompreso l' obbligo della rendicontazione sui contributi\nerogati, e delle procedure previste dalla Legge regionale\n31 ottobre 1978, n. 51 e successive modificazioni nel\ncaso di interventi concernenti opere pubbliche e di pubblico\ninteresse.", '4': "E' autorizzata l' iscrizione nello stato di previsione della\nEntrata 1991 della somma di Lire 120 miliardi quale\nquota parte dell' avanzo di amministrazione derivante da\nresidui passivi colpiti da perenzione amministrativa, per\nil pagamento dei residui passivi colpiti da perenzione amministrativa\nreclamati dai creditori.", '5': "Per le finalità previste dalla Legge regionale 7 luglio\n1984, n. 29 è autorizzata per l' esercizio finanziario 1991\nla Spesa di L. 400.000.000 a carico del Capitolo 106 dello\nstato di previsione della spesa.", '6': "Per le finalità previste dalla Legge regionale 4 maggio\n1987, n. 28 è autorizzata per l' esercizio finanziario\n1991 la spesa di L. 9.601.760.000 sul Capitolo 1010, di Lº\n714.000.000 sul Capitolo 1026, di L. 1.700.000.000 sul capitolo\n1027.", '7': "Per il finanziamento del Piano annuale di cui all' articolo\n1, comma 1o, della Legge regionale n. 4 del 1984\nrelativa ai collegamenti marittimi di interesse regionale,\nè stanziato per l' anno 1991 il fondo di Lire\n15.500.000.000 a carico del Capitolo 531 dello stato di previsione\ndella spesa per il medesimo esercizio finanziario,\ndotato di pari importo.\nUna quota di Lire 1.500.000.000 è destinata al ripiano\ndella gestione 1990.Per la concessione di di contributi previsti dal Piano annuale\nindicato al 1o comma del presente articolo si applicano\nle norme previste dalla Legge regionale 23 gennaio\n1984, n. 4.", '8': "E' autorizzata per l' esercizio finanziario 1991 la spesa\ndi lire 1.900.000.000 iscritta al capitolo 1201 dello stato\ndi previsione della spesa per la concessione di contributi\nper manifestazioni per il turismo sociale e giovanile\ne per le iniziative turistiche delle organizzazioni dei lavoratori\n(Legge 4 agosto 1955, n. 702 e Legge 4 marzo\n1958, n. 174).", '9': "E' autorizzata per l' esercizio finanziario 1991 la spesa\ndi Lire 13.700.000.000 iscritta al capitolo 1203 dello\nstato di previsione della spesa per il finanziamento degli\ninterventi regionali per l' incremento in Campania delle\ncorrenti turistiche italiana e straniere, articolo 1, Legge\nregionale 29 marzo 1984, n. 24.\nE' autorizzata altresì per l' esercizio finanziario 1991\nla spesa di L. 1.090.000.000 e di L. 305.000.000 iscritta\nrispettivamente ai Capitoli 1412 e 1420 dello stato di previsione\ndella spesa per le finalità di cui alla Legge regionale\nn. 48 del 6 maggio 1985.", '10': "\nLo stanziamento del cpaitolo 1307 dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1991 per gli interventi\nintegrativi da destinare agli EDISU, nelle more\ndella loro istituzione, è attribuito alle singole Opere\nUniversitarie, secondo gli importi rivenienti dalle rispettive\nUniversità o Istituti di istruzione universitaria risultanti\nal Servizio Finanze e Tributi.", '11': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1991 la spesa\ndi Lire 500.000.000 iscritta al Capitolo 1906 dello stato\ndi previsione della spesa per le finalità di cui alla Legge\nregionale n. 24 del 28 aprile 1975.", '12': '\nLo stanziamento di cui al capitolo 302 dello stato di\nprevisione della spesa è destinato al finanziamento di un\npiano esecutivo di cui alla Legge Regionale 31 ottobre\n1978, n. 51 articolato come segue:\na) opere pubbliche di competenza degli Enti Locali\nL. 5.000.000.000\nb) opere marittime e portuali L. 1.600.000.000', '13': "\nPer le finalità previste dalle Leggi regionali 29 agosto\n1983, n. 26; 27 agosto 1984, n. 35; 1o settembre 1088,\nn. 18 e 25 agosto 1989, n. 19, è autorizzata la spesa per\nl' esercizio 1991 rispettivamente di L. 1.600.000.000 sul\nCapitolo 1416, di L. 7870.000.000 sul Capitolo 1418, di Lº\n200.000.000 sul Capitolo 1429/ bis e di L. 1.100.000.000 sul\ncapitolo1429/ ter.", '14': "\nPer le finalità previste dalla Legge regionale 26 giugno1987, n. 32 è autorizzata per l' esercizio 1991 la spesa\ndi L. 1.300.000.000 sul Capitolo 1425 dello stato di previsione\ndella spesa.", '15': '\nGli interventi finanziari previsti per ciascun esercizio\nfinanziario dalla Legge regionale 25 gennaio 1983, nº\n16 << Interventi regionali in materia di servizi di pubblico\ntrasporto locale per viaggiatori >> vanno comunque rapportati\nagli stanziamenti annuali di bilancio.', '16': "\nAl primo comma dell' articolo 80 della Legge Regionale\n2 agosto 1982, n. 42, come modificato dall' articolo\n11 della Legge Regionale 2 giugno 1989. n. 6, le parole:\n<< comunque fino al 31 dicembre 1989 >> sono sostituite dalle\nseguenti: << e comunque fino al 31 dicembre 1991 >>.", '17': "\nE' approvato in L. 26.701.568.299.127 il quadro di previsione\ndella Entrata del bilancio pluriennale 1991- 1993\ncome da quadro A) annesso alla presente legge.\nE' parimenti approvato in L. 26.701.568.299 il quadro\ndi previsione della spesa del bilancio pluriennale\n1991- 1993 come da quadro B) annesso alla presente legge.\nE' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio\npluriennale 1991- 1993 come da quadro C) annesso alla\npresente legge.", '18': '\nLe previsioni di Entrata e conseguentemente quelle\ndella spesa saranno adeguate alle effettive assegnazioni\nstatali con successivo provvedimento di variazioni al bilancio.', '19': "\nLa Giunta Regionale è autorizzata ad erogare ai Comuni\ndelle isole di Ischia e Procida un contributo straordinario\nper il trasporto dei rifiuti solidi urbani dalle isole\nsulla terraferma, utilizzando quota parte dello stanziamento\ndi cui al capitolo 371 dello stato di previsione della\nspesa per l' anno finanziario 1991.", '20': "\nLa Giunta Regionale, in sede di predisposizione del\npiano per il risparmio energetico di cui alla legge 10/ 1991,\nè autorizzata a prevedere un programma di sensibilizzazione\nsu tutto il territorio regionale, imputando la spesa\npresunta in L. 500.000.000 a quota parte degli stanziamenti\niscritti nel bilancio regionale per attività promozionali\nnei settori dell' agricoltura e dell' artigianato.", '21': "\nA valere sullo stanziamento di cui al capitolo 399 dello\nStato di previsione della Spesa per l' esercizio finanziario\n1991 è autorizzata una spesa non superiore a Lire 15\nmiliardi per la istituzione e la gestione di aree protette,\nin conformità alla normativa di cui al Regolamento CEE\n2052/ 88, istitutivo del programma plurifondi, in conformità \nalla legge quadro sulle aree protette.", '22': "\nLa Giunta Regionale, a valere sullo stanziamento di\ncui al Capitolo 1411 dello stato di previsione della Spesa,è autorizzata a conferire all' Istituto Universitario\nOrientale di Napoli l' incarico per la redazione di un progetto\ndi documentazione e servizi sulla società contemporanea.\nLa Spesa per tale progetto non può essere superiore\na 300 milioni di lire.", '23': "\nLa Giunta Regionale è autorizzata a stipulare apposita\nconvenzione con l' Istituto Universitario Orientale di\nNapoli per programmi di insegnamento della Lingua e\nCultura italiana a favore degli strniaeri extracomunitari,\nutilizzando quota parte dello stanziamento di cui al\ncapitolo 1923 dello stato di previsione della Spesa per\nl' esercizio finanziario 1991.", '24': "\nLa Giunta Regionale è autorizzata a realizzare un programma\ndi educazione, divulgazione ed informazione sull'\nambiente e per l' ambiente, con la collaborazione di associazioni\nambientalistiche riconosciute con decreto del Ministro\nper l' Ambiente, utilizzando quota parte dello stanziamento\ndi cui al Capitolo 284 dello Stato di previsione\ndella spesa.", '25': '\nUna quota parte dello stanziamento di cui al capitolo\n1422 dello stato di previsione della spesa è destinata\nad un programma di educazione alla pace e alla non violenza\nin collaborazione con associazioni ambientaliste\ne pacifiste di livello nazionale e legalmente riconosciute.', '26': "\nLa Giunta è autorizzata in conformità alla\nLegge Regionale 36/ 87 e con riferimento alle assegnazioni\ndi risorse finanziarie effettivamente diposte a favore\ndella Regione in sede di riparto delle disponibilità del\nFondo Sanitario Nazionale di parte investimento per gli\nanni 1990 e 1991 a prevedere la istituzione nell' ambito\ndelle strutture sanitarie ed ospedaliere esistenti dei seguenti\npresidi, tenuto conto delle preesistenze:\na) cinque centri di radiodiagnostica completa di TAC,\nortopantografia e mineralometria ossea computerizzata,\nmammografia (un centro per provincia);\nb) cinque centri per emodialisi (uno per ogni provincia),\nvicini a reparti di rianimazione, (otto posti letto per\nciascun centro);\nc) cinque centri antidiabetici (uno per provincia);\nd) cinque day - hospital (uno per provincia).", '27': "\nPer iniziative di educazione sanitaria miranti alla informazione\ned alla educazione sull' uso corretto e razionale\ndei farmaci la Giunta regionale è autorizzata ad utilizzare\nuna somma non superiore a L. 1.000.000.000 a valere\nsullo stanziamento iscritto al Cap. 1806 dello stato\ndi previsione della spesa per l' anno 1991.", '28': "\nNei piani esecutivi di cui alla Legge Regionale\n28- 2- 1987, n. 13 sono compresi gli interventi previsti dal\npunto 3 del comma 1o dell' articolo 3 della Legge Regionale28 agosto 1984, n. 41 utilizzando quota parte delle\nrisorse assegnate alla Regione ai sensi dell' articolo 6 della\nLegge 8 novembre 1986, n. 752.\nPer il 1991 la spesa relativa è imputata al cap. 336.", '29': "\nLa Giunta Regionale effettuerà un programma finalizzato\nalle seguenti attività :\na) informazione, divulgazione e introduzione del marchio\ndi qualità per i prodotti biologici;\nb) ricerca nel campo della lotta biologica integrata.\nLa spesa per quanto concerne l' attività di cui alla precedente\nlettera a) grava sul Cap. 852 della Spesa.\nLa spesa per quanto concerne l' attività di cui alla precedente\nlettera b) grava sul Capitolo 851 dello stato di\nprevisione della Spesa.", '30': "\nNelle aree esterne ai comprensori di bonifica integrale\nnelle quali insistono impianti di irrigazione, la competenza\nin ordine alla realizzazione degli interventi di\ncui all' art. 3 della Legge Regionale n. 23 del 1985, è attribuita\nagli Enti indicati nell' articolo 4 della Legge Regionale\nn. 42 del 1982.", '31': "\nLa presente Legge è dichiarata urgente ai sensi e per\ngli effetti del 2o comma dell' articolo 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua pubplicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservara e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 3 aprile 1991\nAllegato : 1\nAVANZO DI AMMINISTRAZIONE\nA2 Avanzo di Amm. al 31/ 12/ 90 1.576.134.577.792\nA3 Avanzo di Amm. al 31/ 12/ 90 120.000.000.000\nA4 Recupero fondi per revoca 1.607.221.000\nTot. avanzo di Amministr. 1.697.741.798.792\nTITOLO 1 Entrate da tributi propri della Regione 2.998.966.123.000\nTITOLO 2 Entrate derivanti da Contr. ed Asseg. STAT\n18.678.171.456.030\nTITOLO 3 Entrate derivanti da rendite patrimoniali\n588.180.352.650\nTITOLO 4 Entrate derivanti da alienazione Beni patº\n30.000.000.000\nTITOLO 5 Entrate da mutui, prestiti ed altre oper. c 0\nTITOLO 6 Entrate per contabilità speciali 467.090.000.000\nTOTALE COMPLESSIVO ENTRATE 24.430.179.730.472\nSPESA\nTITOLO 1 Spese correnti 20.325.931.966.328TITOLO 2 Spese d' investimento 3.829.691.446.987\nTITOLO 3 Spese per rimborso di mutui e prestiti 11.526.317.57\nTITOLO 4 Spese per partite di giro 263.030.000.000\nTOTALE COMPLESSIVO SPESE 24.430.179.730.472"} | null |
campania | 1,991 | 20 | null | {'1': "Gli ambiti di competenza delle strutture organizzative\nindicate nell' allegato << A >> della Legge Regionale 4 luglio\n1991, n. 11 sono così modificati:\nArea Generale di Coordinamento\nSviluppo attività Settore primario\nSettore - Interventi per la produzione agricola - Produzione\nagro alimentare - Mercato agricolo - Consulenza\nmercantile\nDopo la parola mercantile, eliminare i due punti e aggiungere:\n<< Agriturismo >>;\nDopo il terzo trattino (ippicoltura) aggiungere: << Agriturismo >>;\nArea Generale di Coordinamento\nSviluppo attività Settore terziario\nSettore - Sviluppo e promozione turismo\nEliminare il quinto trattino e la parola: << Agriturismo >>\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 13 novembre 1991"} | null |
campania | 1,991 | 12 | null | {'1': "Area di applicazione e durata\n1. La presente legge disciplina, ai sensi dell' art. 10 della\nLegge 29 marzo 1983 n. 93, così come risulta modificata\ndalla Legge 8 agosto 1985 n. 426, gli istituti giuridici\ned economici risultanti dall' accordo nazionale relativo\nal triennio 1o gennaio 1988 - 31 dicembre 1990, stipulato\nil 23 dicembre 1989, di cui alla deliberazione del Consiglio\ndei Ministri in data 9 marzo 1990 riguardante il\ncomparto del personale delle Regioni e degli Enti di cui\nall' art. 4 del DPR 5 marzo 1986 n. 68.\n2. Gli effetti giuridici delle norme contenute nella presente\nlegge, concernente il triennio 1o gennaio 1988 - 31\ndicembre 1990 decorrono dal 1o gennaio 1988; gli effetti\neconomici decorrono dal 1o luglio 1988, fatte salve le\ndiverse decorrenze espressamente previste nei successivi\narticoli per particolari istituti contrattuali.\n3. Le norme della presente legge si applicano ai dipendenti\ndel ruolo ordinario e dei ruoli speciali della\nGiunta e del Consiglio della Regione Campania ed al personale\ndegli Enti Pubblici non economici dipendenti dall'\nEnte Regione.", '2': "Rapporti Amministrazione - Cittadino\n1. La Regione Campania, nell' intento di perseguire\nl' ottimizzazione della erogazione dei servizi, assume come\nobiettivo fondamentale dell' azione amministrativa il\nmiglioramento delle relazioni con l' utenza, da realizzarsi\nnel modo più congruo, tempestivo ed efficace da parte\ndelle strutture operative in cui si articola l' Amministrazione.\n2. A tale scopo, la Regione Campania appronta adeguati\nstrumenti per la tutela degli interessi degli utenti,anche attraverso la istituzione di appositi uffici di pubbliche\nrelazioni, abilitati anche a ricevere eventuali reclami\ne suggerimenti degli utenti ai fini del miglioramento\ndei servizi.\n3. In tale quadro la Regione Campania predispone,\nsentite le Organizzazioni e le Confederazioni Sindacali\ndi cui all' art. 2 del decreto del Ministro per la Funzione\nPubblica 30 marzo 1989, appositi progetti - da realizzare\nnel periodo di vigenza dell' accordo ci cui all' art. 1 della\npresente legge - finalizzati in particolare ad assicurare\ncondizioni di massima trasparenza, di dialogo e di sicurezza\nnel rapporto con gli utenti, ivi compresa la riconoscibilità \ndegli addetti ai servizi mediante interventi\ndiretti ad assicurare, secondo la natura degli adempimenti\nistituzionali:\na) la semplificazione della modulistica e la riduzione\ndella documentazione a corredo delle domande di prestazione,\napplicando le norme sull' autocertificazione di\ncui alla Legge 4 gennaio 1968, n. 15 e le istruzioni contenute\nnella circolare del Ministro per la Funzione Pubblica\ndel 20 dicembre 1988, n. 26779, pubblicata nella\nGazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 1989;\nb) l' ampliamento dell' orario di ricevimento, per garantire\nl' accesso anche nelle ore pomeridiane, laddove\nse ne ravvisi la necessità , in relazione alle esigenze degli\nutenti;\nc) il collegamento fra amministrazioni e l' unificazione\ndi adempimenti che valgano ad agevolare il rapporto\ncon gli utenti, anche attraverso l' istituzione di più uffici\ndi informazione anche nelle provincie;\nd) il miglioramento della logistica relativamente ai\nlocali adibiti al ricevimento degli utenti con l' obiettivo\ndi ridurre al minimo l' attesa ed i disagi ad essa connessi,\nanche abbattendo le barriere architettoniche ed adottando\nidonee soluzioni atte a facilitare l' accesso all' informazione\ned ai pubblici servizi delle persone non autonome\nportatrici di handicaps;\ne) una formazione professionale del personale addetto\nal ricevimento degli utenti, da attuare attraverso piani\nda definire in sede di negoziazione decentrata, specificatamente\nrivolta ad assicurare completezza e trasparenza\ndelle informazioni fornite, anche con l' ausilio di\nadeguate apparecchiature elettroniche.\n4. Entro un anno dall' entrata in vigore della presente\nlegge ed, in prosieguo, con cadenza annuale, l' Amministrazione\npromuove apposite conferenze con le Organizzazioni\nSindacali e Confederazioni di cui all' art. 2 del\nDecreto del Ministro per la Funzione Pubblica 30 marzo\n1989, e con i rappresentanti delle associazioni a diffusione\nnazionale maggiormente rappresentative degli\nutenti, per esaminare l' andamento dei rapporti con la\nutenza ed in particolare i risultati ottenuti e gli impedimenti\nriscontrati nell' ottimizzazione del processo di erogazione\ndei servizi, allo scopo di consentire la promozione\ndi adeguate iniziative per la rimozione dei predettiostacoli e per il miglioramento delle relazioni con la\nutenza.", '3': "Servizi pubblici essenziali\n1. Ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica\n23 agosto 1988, numero 395, i servizi da considerare\nessenziali nel comparto del personale delle Regioni e degli\nEnti Pubblici non economici da esse dipendenti, sono\ni seguenti:\na) servizio elettorale;\nb) igiene, sanità ed attività assistenziali;\nc) attività di tutela della sicurezza pubblica.\n2. Nell' ambito dei servizi essenziali di cui al comma\n1o dovranno garantirsi, con le modalità di cui al successivo\nart. 4, la continuità delle seguenti prestazioni indispensabili\nper assicurare il rispetto dei lavori e dei diritti\ncostituzionalmente tutelati:\na) il servizio cantieri limitatamente alla custodia e sorveglianza\ndegli impianti nonchè misure di prevenzione\nper la tutela fisica dei cittadini;\nb) il servizio di pronto intervento per incidenti ed eccezionali\nsituazioni di emergenza nonchè per la reperibilità \ndelle unità necessarie;\nc) prestazioni ridotte anche con il personale in reperibilità ;\nd) la sorveglianza idraulica dei fiumi, degli altri corsi\nd' acqua dei bacini idrici;\ne) servizio acque limitatamente alla fornitura in misure\neccedenti;\nf) servizio attinente all' Istituto Incremento Ippico limitatamente\nall' intervento igienico sanitario e di vitto\nper gli animali posseduti;\ng) servizio elettorale, limitatamente alle attività indispensabili\nin preparazione del regolare svolgimento\ndelle consultazioni elettorali.\n3. Le prestazioni di cui alle lettere a), b), c), d), e), f),\ne g) sono garantite in quegli Enti ove esse sono già assicurate\nin via ordinaria nel periodo coincidente con quello\ndi effettuazione dello sciopero.", '4': "Prestazioni indispensabili e contingenti di personale\nper il funzionamento dei servizi pubblici essenziali\n1. Ai fini di cui all' art. 3 saranno individuati, per le\ndiverse qualifiche e professionalità addette ai servizi\npubblici essenziali indicati nello stesso articolo 3, appositi\ncontingenti di personale che devono essere esonerati\ndallo sciopero per garantire, senza ricorso al lavoro\nstraordinario, la continuità delle prestazioni indispensabili\ninerenti ai servizi medesimi.\n2. Entro 30 giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge, con apposito accordo decentrato - da definirsi\nprima dell' inizio di ogni altra trattativa decentrata - sono\nindividuate le professionalità e le qualifiche di personale\nche formano i contingenti e sono disciplinati i criteri\nper la determinazione dei contingenti medesimi, necessari\na garantire la continuità delle prestazioni indispensabiliper il rispetto dei valori e dei diritti costituzionalmente\ntutelati.\n3. La quantificazione dei contingenti numerici di cui\nai commi 1o e 2o è effettuata in sede di contrattazione\ndecentrata entro 15 giorni dall' accordo di cui al citato\ncomma 2o e comunque prima dell' inizio di ogni altra trattativa\ndecentrata. Nelle more della definizione degli accordi\ndi cui ai commi 2o e 3o, devono essere assicurati\ncomunque i servizi pubblici essenziali.\n4. In conformità agli accordi di cui ai commi 2o e 3o,\nl' Area generale di coordinamento del Presidente, ed il\nServizio gestione del Personale, assicureranno in occasione\ndi ciascuno sciopero essenziali di cui all' art. 3, i\nnominativi dei dipendenti in servizio presso le aree interessate\ntenuti alle prestazioni indispensabili ed esonerati\nallo sciopero stesso per garantire la continuità 0 delle\npredette prestazioni, comunicando - 5 giorni prima della\ndata di effettuazione dello sciopero - i nominativi inclusi\nnei contingenti, come sopra individuati, alle organizzazioni\nsindacali locali ed ai singoli interessati. Il lavoratore\nindividuato ha il diritto di esprimere, entro 24\nore dalla ricezione della comunicazione, la volontà di aderire\nallo sciopero chiedendo la conseguente sostituzione,\nnel caso sia possibile.\n5. Gli accordi decentrati di cui ai commi 2o e 3o hanno\nvalidità per il periodo di vigenza dell' accordo di cui\nall' art. 1 della presente legge.", '5': "Fondo per il miglioramento\ndell' efficienza dei servizi\n1. Il fondo di incentivazione di cui all' art. 8 della Legge\nRegionale 16 novembre 1989, n. 23 resta disciplinato\ndalla suddetta disposizione sino al 30 giugno 1990.\n2. Per le finalità di cui al successivo art. 6, a decorrere\ndal 1o luglio 1990, è costituito un fondo annuo denominato\n<< Fondo per il miglioramento della efficienza dei\nservizi >> che è alimentato:\na) da una somma non superiore al corrispettivo del\nnumero delle ore di lavoro straordinario effettuate nell'\nanno precedente e comunque non superiore al corrispettivo\ndi n. 70 ore annue di lavoro straordinario per\nciascun dipendente di ruolo o a tempo indeterminato,\nesclusi quelli con qualifiche dirigenziali;\nb) da una somma pari al corrispettivo di n. 25 ore annue\ndi lavoro straordinario per ciascun dipendente di\nruolo o a tempo indeterminato, esclusi quelli con qualifiche\ndirigenziali;\nc) dalla quota del monte salari annuo di cui all' artº\n8 della Legge Regionale 16 novembre 1989, n. 23, incrementato\ndi una quota pari allo 0,65% dello stesso monte\nsalari, esclusa quella relativa al personale con qualifica\ndirigenziale;\nd) dell' importo destinato nell' anno 1989 alla corresponsione\ndella indennità di turno, reperibilità , rischio,\norario notturno, festivo e notturno festivo; lo stesso importoe0 rivalutato annualmente nella misura corrispondente\nal tasso di inflazione;\ne) da eventuali somme derivanti dall' utilizzo di fondi\nprevisti da finanziamenti comunitari e nazionali per\nuna quota parte relativa agli oneri per spese generali su\nprogetti affidati per la realizzazione agli Enti stessi.\n3. Il fondo di cui al comma precedente è integrato,\nin presenza di effetti finanziari positivi conseguenti all'\nintensificazione dell' attività svolta, da una quota del\n50% delle economie di gestione individuate con criteri\noggettivi, nonchè da quelle previste dal combinato disposto\ndel comma 8o dell' art. 23 della Legge 28 febbraio\n1986, n. 41, e dell' art. 8, comma 9o, della Legge 22 dicembre\n1986, n. 910. Sono escluse dal computo delle economie\nle variazioni che si producono nella quantità di personale\ne le spese per manutenzione, acquisto e rinnovo\ndi attrezzature anche informatiche.\n4. Le somme destinate al fondo occupazione di cui all'\nart. 2 della Legge Regionale 16 novembre 1989, n. 23\ned al fondo per il miglioramento per l' efficienza dei servizi\ndi cui al presente articolo, qualora non vengano impegnato\nentro l' Esercizio Finanziario di competenza, debbono\nessere reiscritte, per pari importo allo stesso titolo,\nnel bilancio dell' Esercizio successivo in aggiunta a\nquelle previste.", '6': "Utilizzo del fondo per il miglioramento\ndell' efficienza dei servizi\n1. Il fondo di cui all' art. 5 è destinato alla erogazione\ndi compensi al personale, secondo le disposizioni del presente\narticolo per la realizzazione di piani, progetti e/ o\naltre iniziative, individuate con la contrattazione decentrata\nvolta ad ottenere il miglioramento dell' efficienza\ndei servizi istituzionali.\n2. Il fondo è finalizzato:\na) in via prioritaria, all' erogazione di compensi incentivanti\nla produttività . La misura dei compensi è determinata\nin rapporto al superamento di parametri sperimentali\ndi produttività di base ed ai diversi livelli di incremento\ndegli stessi, anche attraverso la valutazione dell'\napporto individuale, entrambi definiti con la negoziazione\ndecentrata attivando le risorse necessarie anche\nin termini di formazione e di mobilità per la realizzazione\ndi obiettivi di produzione programmati; a tal fine si\nterrà conto delle disposizioni dell' articolo 12 del decreto\ndel Presidente della Repubblica 1o febbraio 1986, n. 13.\nPer i settori di attività non regolati da parametri sperimentali\ndi produttivita, saranno definite con la negoziazione\ndecentrata di mobilità per correlare la misura\ndei compensi ai risultati conseguiti rispetto agli obiettivi\nfissati secondo le indicazioni di cui all' articolo 7 della\nLegge Regionale 9 novembre 1987, n. 32, prevedendo\nperaltro possibilità di erogazione sulla base dei parametri\nche tengano conto del livello professionale e della valutazione\ndelle singole prestazioni, escludendo possibilità di erogazione generalizzata collegata esclusivamente\nalla presenza congiunta o meno al parametro retributivo.\nLa valutazione delle prestazioni è demandata alla\ncompetenza dei responsabili delle strutture con le modalità \ndi cui al successivo art. 39;\nb) a compensare le prestazioni di lavoro straordinario\nche si rendessero necessarie per fronteggiare particolari\nsituazioni di lavoro, nel limite della spesa sostenuta\nallo stesso titolo nell' anno precedente;\nc) a remunerare particolari articolazioni dell' orario\ndi lavoro dirette ad ampliare l' apertura pomeridiana o\nle fasce orarie di fruizione dei servizi connesse alle esigenze\ndegli utenti e degli uffici;\nd) all' attribuzione di compensi per l' esercizio di compiti\nche comportano specifiche responsabilità , oneri, rischi\no disagi particolarmente rilevanti, nonchè alla reperibilità \ncollegata alla particolare natura dei servizi che\nrichiedono interventi di urgenza;\ne) a corrispondere specifici compensi una tantum ai\ndipendenti che abbiano conseguito un particolare arricchimento\nprofessionale connesso alla programmazione\nregionale a seguito del superamento di appositi corsi di\nformazione di durata non inferiore ad ottanta ore correlati\nall' evoluzione del sistema organizzativo o tecnologico\ne che siano stati conseguentemente adibiti ai compiti\npropri della specializzazione acquisita.\n3. Gli interventi previsti nei precedenti commi non\ntrovano applicazione nei confronti del personale appartenente\nalle qualifiche dirigenziali.\n4. I criteri per l' attuazione, le modalità e le priodicità \ndi erogazione dei compensi ed indennità di cui al secondo\ncomma sono definiti in sede di negoziazione decentrata.\nE' esclusa la possibilità di erogazione di più indennità \no compensi al medesimo titolo. Restano confermate\nle misure e le modalità previste dalla normativa\nvigente alla data di entrata in vigore della presente legge\nper la determinazione degli importi unitari relativi\nagli istituti finanziati con il fondo di cui al presente articolo;\npossono essere invece rideterminati i limiti individuali\nprevisti per i singoli istituti in relazione a particolari\nesigenze dei servizi, escluso il lavoro straordinario.\n5. Nell' attesa della definizione degli accorsi previsti\ndal precedente comma 4o, ove necessario continuano ad\noperare le disposizioni vigenti e le relative modalità di\nerogazione per gli istituti indicati nel presente articolo,\nutilizzando esclusivamente le risorse economiche quantificate\nsecondo la normativa preesistente e comunque\ncon la maggiorazione dello 0,65 del monte salari.", '7': "Esercizio dell' attività sindacale\n1. I dipendenti degli Enti di cui all' art. 4 del decreto\ndel Presidente della Repubblica 5 marzo 1986, n. 68, hanno\ndiritto di costituire organizzazioni sindacali, di aderirvi\ne di svolgere attività sindacale all' interno dei luoghi\ndi lavoro.2. I dirigenti sindacali per l' espletamento del loro\nmandato, hanno diritto di fruire di aspettative, di permessi\ngiornalieri e di permessi orari nei limiti e secondo\nle modalità stabilite negli articoli seguenti.\n3. Ai fini di cui al presente capo sono considerati dirigenti\nsindacali i lavoratori facenti parte degli organismi\nrappresentativi di cui all' articolo 25 della legge 29\nmarzo 1983, n. 93 e degli organi direttivi ed esecutivi delle\nconfederazioni ed organizzazioni sindacali maggiormente\nrappresentative su base nazionale. Per il loro riconoscimento\ngli organismi, le organizzazioni e le confederazioni\ndi cui sopra sono tenuti a darne regolare e\nformale comunicazione all' Amministrazione di cui gli\nstessi dipendono.", '8': "Diritto di assemblea\n1. Nell' ambito della disciplina dell' art. 11 del decreto\ndel Presidente della Repubblica del 23 agosto 1988,\nn. 395 i dipendenti regionali hanno diritto di partecipare\ndurante l' orario di lavoro ad assemblee sindacali in\nlocali concordati con l' Amministrazione o in un' altra sede\nsenza onere per l' Ente nell' unità amministrativa in\ncui prestano la loro opera, per dodici ore annue procapite\nsenza decurtazioni dalla retribuzione.", '9': "Aspettative sindacali\n1. I dipendenti delle Amministrazioni destinatarie dell'\naccordo del comparto di cui all' art. 4 del decreto del\nPresidente della Repubblica 5 marzo 1986, n. 68 che ricoprono\ncariche statutarie in seno alle proprie confederazioni\ned organizzazioni sindacali a carattere nazionale\nmaggiormente rappresentative sono collocati in aspettativa\nper motivi sindacali, a domanda da presentare tramite\nla competente confederazione od organizzazione sindacale\nnazionale, in relazione alla quota a ciascuna di\nesse assegnata.\n2. Il numero globale dei dipendenti da collocare in\naspettative è fissato in rapporto di una unità per ogni\ntremila dipendenti in attività di servizio di ruolo e con\nrapporti di impiego a tempo indeterminato. Il conteggio\nper la determinazione delle unità da collocare in aspettativa\nè effettuato globalmente per le Amministrazioni\ncomprese nel comparto. Nella prima applicazione del\npresente accordo, il numero dei dipendenti da collocare\nin aspettativa è fissato in n. 1.100 unità fino al raggiungimento\ndel rapporto di cui sopra.\n3. Il numero complessivo delle aspettative di cui al\nprecedente comma è riservato per il 90% alle organizzazioni\nsindacali maggiormente rappresentative nel comparto\ne per il restante 10% alle confederazioni sindacali\nmaggiormente rappresentative su base nazionale di cui\nal decreto del Ministro per la Funzione Pubblica 30 Marzo\n1989 PUbblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 77 sg del\n3 aprile 1989 garantendo comunque, nell' ambito di tale\nultima percentuale, una aspettativa per ogni confederazionesindacale di cui al citato decreto ministeriale 30\nmarzo 1989.\n4. Alla ripartizione tra le varie confederazioni ed organizzazioni\nsindacali, in relazione alla rappresentatività \ndelle medesime, accertata ai sensi dell' art. 8 del decreto\ndel Presidente della Repubblica del 23 agosto 1988,\nn. 395 e della circolare direttiva n. 24518/ 8.93.5 del 28\nottobre 1988 provvede, entro il primo trimestre di ogni\ntriennio, nel rispetto della disciplina di cui all' art. 9 del\nsopracitato decreto del Presidente della Repubblica, la\nPresidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento\ndella Funzione Pubblica - sentite le confederazioni ed\norganizzazioni sindacali interessate, d' intesa con l' ANCI\nper il personale dipendente dai comuni e loro consorzi\ned IPAB; con l' UPI per il personale dipendente dalle province;\ncon l' UNCEM per il personale dipendente dalle comunità \nmontane; con l' UNIONCAMERE per quanto riguarda\nil personale delle camere di commercio; con la\nConferenza dei Presidenti delle Regioni per quanto riguarda\nil personale dipendente dalle Regioni, dagli Enti\nPubblici non economici da essi dipendenti, dagli Istituti\nAutonomi per le Case Popolari e dai Consorzi per\nle aree di sviluppo industriale.\n5. Al personale degli enti è riservata una quota del\ncontingente complessivo delle aspettative proporzionale\nal numero complessivo dei dipendenti di ruolo ed a\ntempo indeterminato in attività di servizio in detti enti,\ndistinta per comuni, province e comunità montana.\nAnaloga quota proporzionale è riservata al personale in\nservizio presso le Camere di Commercio, le Regioni, gli\nIstituti Autonomi per le Case Popolari ed i Consorzi per\nle aree di sviluppo industriale.\n6. Le domande di collocamento in aspettativa sindacale\ndel personale degli Enti ed Amministrazioni del comparto\nsono presentate all' associazione o unioni o conferenza\ndi cui al comma 4o. L' Associazione o Unioni o Conferenza\nrispettivamente competenti curano gli adempimenti\nistruttori acquisendo il preventivo assenso della Presidenza\ndel Consiglio dei Ministri - Dipartimento della\nFunzione Pubblica - in ordine al rispetto dei contingenti\ndi cui al presente articolo. Il provvedimento di collocamento\nin aspettativa per motivi sindacali è emanato dalle\nAmministrazioni o Enti interessati e protrae i suoi effetti\nfino alla revoca della richiesta dell' aspettativa sindacale\nda parte della rispettiva organizzazione o confederazione\nche va comunicata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri\n- Dipartimento della Funzione Pubblica - ed all' Associazione,\nUnione o Conferenza di cui al comma 4o.\n7. Eventuali modifiche i forma compensativa alla ripartizione\ntra gli enti delle aspettative sindacali di cui al\ncomma 5o sono richieste dalla confederazione o organizzazione\nsindacale interessata alla Presidenza del Consiglio\ndei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica -\nche provvede, sentite le Associazioni, le Unioni e la Conferenza\ndi cui al comma 4o interessati anche in ordine all' individuazionedegli oneri finanziari da redistribuire.\n8. L' Associazione, le Unioni e la Conferenza di cui al\ncomma 4o provvedono alla redistribuzione tra tutti gli\nenti rappresentati degli oneri finanziari conseguenti all'\napplicazione del presente articolo.\n9. Diverse intese intervenute tra le organizzazioni sindacali\nsulla ripartizione delle aspettative sindacali, fermo\nrestando il numero complessivo delle stesse, sono comunicate\nrispettivamente all' Associazione, Unione e Conferenza\ndi cui al 4o comma ed alla Presidenza del Consiglio\ndei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica\n- per i conseguenti adempimenti.", '10': "\nDisciplina del personale in aspettativa sindacale\n1. Al personale collocato in aspettativa ai sensi del\nprecedente articolo 9, sono corrisposti, a carico dell'\nAmministrazione\nda cui dipende tutti gli assegni spettanti,\nai sensi delle vigenti disposizioni, nella qualifica e profilo\ndi appartenenza e le quote di salario accessorio fisse\ne ricorrenti relative alla professionalità ed alla produttività ,\ncon esclusione dei compensi per il lavoro\nstraordinario.\n2. I periodi di aspettative per motivi sindacali sono utili\na tutti gli effetti, salvo che ai fini del compimento del\nperiodo di prova e del diritto di congedo ordinario.\n3. Il personale collocato in aspettativa ai sensi del precedente\narticolo 9 può essere sostituito con le modalità \ned i limiti di cui all' art. 7, comma 6o e seguenti, della\nlegge 29 dicembre 1988, n. 554. Per le qualifiche superiori\nalla 7a si applicano le disposizioni di cui all' art. 52\ndella legge regionale 16 novembre 1989, n. 23 prescindendo\ndall' applicazione del posto.", '11': "\nPermessi sindacali retribuiti\n1. I dirigenti degli organismi rappresentativi di cui\nal comma 3o dell' art. 7 possono fruire, per l' espletamento\ndel loro mandato, di permessi retribuiti giornalieri\ne di permessi orari. I permessi sindacali sono a tutti gli\neffetti equiparati al servizio prestato nell' Amministrazione.\n2. I permessi giornalieri, nel limite del monte ore\ncomplessivamente spettante a ciascuna organizzazione sindacale\nsecondo i criteri fissati nel successivo articolo 12,\nmediamente non possono superare settimanalmente, per\nciascun dirigente sindacale, le 3 giornate lavorative e,\nin ogni caso, le 18 ore lavorative.\n3. I permessi sindacali sono concessi salvo inderogabili\ned eccezionali esigenze di servizio dirette ad assicurare\ni servizi minimi essenziali di cui all' art. 3.", '12': "\nMonte orario complessivo dei permessi sindacali\n1. Nell' ambito della Regione il monte orario annuo\ncomplessivamente a disposizione per i permessi di cui al\nprecedente articolo 11 è determinato in ragione di n. 3\nore per ogni dipendente in servizio al 31 dicembre di ognianno.\n2. La ripartizione del monte ore è effettuata entro il\nprimo trimestre di ciascun anno in sede di trattativa decentrata\nin modo che una parte, pari al 10% del monte\norario, sia ripartita in parti uguali fra tutti gli organismi\nrappresentativi operanti in Regione e la parte restante\nsia ripartita in proporzione al grado di rappresentatività \naccertato per ciascuna organizzazione sindacale,\nin base al numero delle deleghe per la riscossione del\ncontributo sindacale risultanti alla data del 32 dicembre\ndi ciascun anno.\n3. Le modalità per la concessione dei permessi retribuiti\nvengono definite in sede di contrattazione decentrata\ntenendo conto, in modo particolare, delle dimensioni,\ndel numero dei dipendenti, delle condizioni organizzative\ndella Regione e del suo decentramento territoriale\nin modo da consentire una congrua utilizzazione\ndei permessi presso tutte le sedi interessate.\n4. Ai dirigenti sindacali di cui al 3o comma dell' artº\n7, possono essere concessi, salvo inderogabili ed eccezionali\nesigenze di servizio dirette ad assicurare i servizi\nminimi essenziali di cui all' art. 3, ulteriori permessi\nretribuiti, esclusivamente per la partecipazione alle trattative\nsindacali di cui alla legge 29 marzo 1983, n. 93, ai\nconvegni nazionali, regionali e provinciali - territoriali\n- e dei congressi previsti dagli statuti delle rispettive\nconfederazioni ed organizzazioni sindacali. Tali permessi\nsono concessi anche ai lavoratori eletti o designati quali\ndelegati a partecipare ai congressi delle rispettive organizzazioni\nsindacali e non si computano nel contingente\ncomplessivo di cui al 1o comma.\n5. Diverse intese intervenute tra le organizzazioni sindacali\nsulla ripartizione dei permessi sindacali, fermo\nrestando il numero complessivo, saranno comunicate al\nServizio Gestione del Personale per i conseguenti adempimenti.", '13': "\nDiritto di affissione\n1. Le organizzazioni sindacali hanno diritto di affiggere,\nin appositi spazi che la Regione ha l' obbligo di predisporre\nin luogo accessibili a tutto il personale all' interno\ndell' unità amministrativa, pubblicazioni, testi e comunicati\ninerenti a materie di interesse sindacale e del\nlavoro.", '14': "\nLocali per le rappresentanze sindacali\n1. In ciascuna unità amministrativa con almeno duecento\ndipendenti è consentito, agli organismi rappresentativi,\nper l' esercizio della loro attività , l' uso continuativo\ndi idonei locali, se disponibili all' interno della struttura.\n2. Nelle unità amministrative con numero inferiore\na duecento dipendenti gli organismi rappresentativi hanno\ndiritto ad usufruire, ove ne facciano richiesta, di un\nlocale idoneo per le loro riunioni, se sia disponibile nell'\nambito della struttura.", '15': "Patronato sindacale\n1. I dipendenti in attività o in quiescenza possono farsi\nrappresentare dal sindacato o dall' Istituto di patronato\nsindacale, per l' espletamento delle procedure riguardanti\nprestazioni assistenziali e previdenziali, davanti ai competenti\norgani dell' Amministrazione.\n2. Gli istituti di patronato hanno diritto a svolgere la\nloro attività nei luoghi di lavoro anche in relazione alla\ntutela dell' igiene e della sicurezza del lavoro ed alla medicina\npreventiva, come previsto dal decreto del Capo\nProvvisorio dello Stato 29 Luglio 1947, n. 804.", '16': "\nGaranzie nelle procedure disciplinari\n1. Nei procedimenti dinanzi alla commissione di disciplina\nè garantito ai dipendenti l' esercizio del diritto\ndi difesa con l' assistenza, se richiesta dall' interessato,\ndi un legale o di un rappresentante sindacale.", '17': "\nReferendum\n1. E' consentito nelle sedi delle unità amministrative,\nlo svolgimento - fuori orario di lavoro - di referendum\nsia generali che per categoria, su materie inerenti\nall' attività sindacale indetti dalle organizzazioni sindacali\ntra i dipendenti, con diritto di partecipazione di tutto\nil personale appartenente all' unità amministrativa ed alla\ncategoria particolarmente interessata.", '18': "\nContributi sindacali\n1. I dipendenti hanno facoltà di rilasciare delega,\nesente da imposta di bollo e di registrazione, a favore\ndella propria organizzazione sindacale, per la riscossione\ndi una quota mensile dello stipendio, paga o retribuzione\nper il pagamento dei contributi sindacali nella misura\nstabilita dai competenti organi statutari.\n2. la delega ha validità dal primo giorno del mese successivo\na quello del rilascio fino al 31 dicembre di ogni\nanno e si intende tacitamente rinnovata ove non venga\nrevocata dall' interessato entro la data del 31 ottobre. La\nrevoca della delega è inoltrata, in forma scritta al competente\nUfficio ed alla organizzazione sindacale interessata.\n3. Le trattenute operate sulle retribuzioni dei dipendenti\nin base alle deleghe presentate dalle organizzazioni\nsindacali sono versate mensilmente alle stesse organizzazioni\nsecondo le modalità comunicate dalle organizzazioni\nsindacali.\n4. Gli uffici regionali sono tenuti, nei confronti dei\nterzi, alla segretezza dei nominati del personale che ha\nrilasciato delega e dei versamenti effettuati alle organizzazioni\nsindacali.", '19': "\nTutela dei dipendenti dirigenti sindacali\n1. Il trasferimento in una unità produttiva ubicata in\ndiverso comune o circoscrizione comunale, dei dirigenti\nsindacali degli organismi rappresentativi dei dipendenti\ndi cui all' art. 25 della legge 29 marzo 1983, numero 93e delle organizzazioni e confederazioni sindacali può essere\ndisposto solo previo nulla osta delle rispettive organizzazioni\ndi appartenenza.\n2. Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano\nsino alla fine dell' anno successivo alla data di\ncessazione del mandato sindacale.\n3. I dirigenti sindacali di cui all' art. 7 non sono soggetti\nalla subordinazione gerarchica stabilita dai regolamenti\nquando espletano le loro funzioni sindacali e conservano\ntutti i diritti giuridici ed economici acquisiti ed\nacquisibili per la qualifica rivestita.", '20': "\nNorma transitoria\n1. Entro il termine di 120 giorni dall' entrata in vigore\ndella presente legge verranno adottati i provvedimenti\nnecessari per l' applicazione delle norme di cui ai precedenti\narticoli.\n2. Nel medesimo termine di cui al comma 1o devono\nessere comunicati alla Presidenza del Consiglio - Dipartimento\ndella Funzione Pubblica - nonchè allà Associazione,\nalle Unioni ed alla Conferenza di cui all' art. 9, comma\nquarto, il numero delle aspettative sindacali in essere,\nin relazione a ciascuna organizzazione o confederazione\nsindacale. I predetti dati sono comunicati alle organizzazioni\ne confederazioni interessate.\n3. La ripartizione di cui all' art. 9, quarto comma e\nquinto comma è effettuata entro il 31 dicembre 1990.", '21': "\nTrattamento di missione\n1. A norma dell' art. 5 del DPR 395/ 88 ed a decorrere\ndalla data di entrata in vigore della presente legge regionale,\nper incarichi di missione e di durata superiore\na dodici ore al personale compete il rimborso della spesa\ndocumentata, mediante fattura o ricevuta fiscale, per\nil pernottamento in albergo della categoria consentita\ne per uno o due pasti giornalieri, nel limite di lire trentamila\nper il primo pasto e di complessive sessantamila\nper i due pasti. Per incarichi di durata non inferiore ad\notto ore compete il rimborso di un solo pasto.\n2. Oltre a quanto previsto dal comma 1o compete un\nimporto pari al trenta per cento delle vigenti misure delle\nindennità orarie e/ o giornaliere. Non è ammessa in\nogni caso opzione per l' indennità di trasferta in misure,\norarie o giornaliere, intere.\n3. Per incarichi di durata inferiore ad otto ore, l' indennità \ndi trasferta continua a corrispondersi secondo\nmisure e modalità in atto previste o che saranno definite\nnei singoli accordi di comparto.\n4. Nei casi di missione continuativa nella medesima\nlocalità di durata non inferiore a trenta giorni è consentito\nil rimborso della spesa per il pernottamento in residenza\nturistico - alberghiera, di categoria corrispondente\na quella ammessa per l' albergo, semprechè risulti economicamente\npiù conveniente rispetto al costo medio della\ncategoria consentita nella medesima località .5. I limiti di spesa per i pasti di cui al comma 1o, sono\nrivalutati annualmente, a decorrere dal 1o gennaio\n1990, in relazione ad aumenti interventi nel costo della\nvita in base agli indici ISTAT, con decreto del Ministro\ndel Tesoro, di concerto con il Ministro per la Funzione\nPubblica.\n6. Il personale delle diverse qualifiche, inviato in missione\nal seguito e per collaborare con dipendenti di qualifica\npiù elevata o facente parte di delegazione ufficiale\ndell' amministrazione, può essere autorizzato, con\nprovvedimento motivato, a fruire dei rimborsi e delle\nagevolazioni previste per il dipendente in missione di grado\npiù elevato.\n7. Per prestazioni rese da particolari categorie di dipendenti\nin particolarissime situazioni operative di lavoro,\nnegli accordi ci comparto potranno essere previste,\nfermi restando gli importi di cui ai commi 1o e 2o,\ncondizioni diverse per la corresponsione del trattamento\ndi missione.\n8. Al personale inviato in missione fuori della ordinaria\nsede, le amministrazioni devono anticipare, a richiesta\ndell' interessato, una somma pari al settantacinque\nper cento del trattamento complessivo spettante per\nla missione.\n9. Sono fatte salve, in quanto compatibili con il presente\ndecreto, le norme previste dalle LLRR nn. 34/ 78\ne 21/ 79.\n10. le particolari categorie di dipendenti di cui all' art.\n5, comma 7o, del decreto del Presidente della Repubblica\n23 agosto 1988, n. 395, sono individuate nel personale\ninviato in missione fuori della ordinaria sede di\nservizio:\na) attività di protezione civile nelle situazioni di prima\nurgenza;\nb) per l' opera di intervento svolto dalle squadre per\nlo spegnimento di incendi boschivi.\n11. Per il personale indicato nel comma 1o, le particolarissime\ncondizioni di cui al comma 7o, dell' articolo\n5 del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto\n1988, n. 395, sono individuate nella impossibilità della\nfruizione dei pasto per mancanza di strutture e servizi\ndi ristorazione; in tale circostanza viene corrisposto un\ncompenso forfettario giornaliero di lire ventimila nette\nin luogo dell' importo corrispondente al costo del pasto.", '22': "\nMobilità \n1. Al personale trasferito da una ad altra Amministrazione\nanche di diverso comparto a seguito delle procedure\ndi mobilità volontaria prevista dalle normative vigenti\nin materia e dal decreto del Presidente del Consiglio\ndei Ministri 5 agosto 1988, n. 325, e dalla legge 29\ndicembre 1988, n. 554, viene corrisposto, a cura dell'\nAmministrazione ricevente, cui sarà integralmente rimborsato\ndallo Stato, un compenso << una tantum >> a titolo di\nincentivazione, nelle seguenti misure:-qualifica funzionale VIII e superiori L. 3.500.000\n- qualifica funzionale VII L. 3.000.000\n- qualifica funzionale VI L. 2.500.000\n- qualifica funzionale V ed inferiori L. 2.000.000\n2. Al personale, trasferito dalle Regioni agli Enti Locali\na seguito di deleghe di funzioni ai sensi dell' art. 6\ndella legge regionale 16 novembre 1989 n. 23 è corrisposto,\na carico della Regione delegante, un compenso << una\ntantum >> di importo pari a quello indicato nel comma 1o.", '23': "\nCopertura assicurativa\n1. IN attuazione dell' art. 6 del decreto del Presidente\ndella Repubblica 23 agosto 1988 n. 395, la Regione è tenuta\na stipulare apposita polizza assicurativa in favore dei dipendenti\nautorizzati a servizi, in occasione di missioni o\nper adempimenti di servizio fuori dall' ufficio, del proprio\nmezzo di trasporto, limitatamente al tempo strettamente\nnecessario per l' esecuzione delle prestazioni di servizio.\n2. La polizza di cui al primo comma è rivolta alla copertura\ndei rischi, non compresi nell' assicurazione obbligatoria\ndi terzi, di danneggiamento al mezzo di trasporto\ndi proprietà del dipendente, nonchè di lesioni o\ndecesso del dipendente medesimo e delle persone di cui\nsia stato autorizzato il trasporto.\n3. Le polizze di assicurazione relative ai messi di trasporto\ndi proprietà della Regione sono in ogni caso integrate\ncon la copertura, nei limiti e con le modalità di cui\nai commi precedenti, dei rischi di lesioni o decesso del\ndipendente addetto alla guida e delle persone di cui sia\nstato autorizzato il trasporto.\n4. I massimali delle polizze di cui ai precedenti commi\nnon possono eccedere quelli previsti, per i corrispondenti\ndanni, dalla legge per l' assicurazione obbligatoria.\n5. Gli importi liquidati dalle società assicuratrici in\nbase alle polizze stipulate da terzi responsabili e di quelle\npreviste dai precedenti commi sono detratti dalle somme\neventualmente spettanti a titolo di equo indennizzo\nper lo stesso evento.", '24': "\nDiritto allo studio\n1. I permessi di cui all' art. 19 della LR 16- 11- 89 nº\n23, qualora le richieste superino il tre per cento delle unità \ndi servizio presso ciascuna amministrazione all' inizio\ndell' anno, sono concessi nel seguente ordine:\na) ai dipendenti che frequentano l' ultimo anno del corso\ndi studio e, se studenti universitari o post - universitari,\nabbiano superato gli esami degli anni precedenti;\nb) ai dipendenti che frequentano il penultimo anno\ndi corso e, successivamente, quelli che, nell' ordine, frequentino\ngli anni ad esso anteriori, escluso il primo, ferma\nrestando per gli studenti universitari e post\nuniversitari la condizione di cui alla precedente lettera a).\n2. Nell' ambito di ciascuna delle fattispecie di cui al\n1o comma, la precedenza è accordata, nell' ordine, ai dipendenti\nche frequentino corsi di studio della scuola mediainferiore, della scuola media superiore, universitari\ne post - universitari.\n3. A parità di condizioni, i permessi sono accordati\nai dipendenti che non abbiano mai usufruito dei permessi\nmedesimi per lo stesso corso di studi e, in caso di ulteriore\nparità , secondo l' ordine decrescente di età .\n4. Ulteriori condizioni che diano titolo a precedenza\nsono definite, ove necessario, in sede di contrattazione\ndecentrata.\n5. Per la concessione dei permessi di cui ai commi\nprecedenti, i dipendenti interessati debbono presentare,\nprima dell' inizio dei corsi, il certificato di iscrizione e,\nal termine degli stessi, il certificato di frequenza e quello\ndegli esami sostenuti.\n6. Per quanto non previsto nel presente articolo si applicano\nle disposizioni di cui all' art. 3 del decreto del Presidente\ndella Repubblica numero 395 del 23 agosto 1988.", '25': "\nTutela dei dipendenti in particolari condizioni\npsico - fisiche\n1. In attuazione dell' art. 18 del decreto del Presidente\ndella Repubblica n. 395/ 88, allo scopo di favorire la\nriabilitazione ed il recupero di dipendenti nei confronti\ndei quali sia stata attestata, da una struttura sanitaria\npubblica o da strutture associative convenzionate previste\ndalle leggi regionali vigenti, la condizione di soggetto\nad effetti di tossicodipendente, alcoolismo cronico\no grave debilitazione psico - fisica e che si impegnino\na sottoporsi ad un progetto terapeutico di recupero e di\nriabilitazione predisposto dalle strutture medesime, sono\nstabilite le seguenti misure di sostegno secondo le modalità \ndi esecuzione del progetto:\na) concessione dell' aspettativa per infermità per l' intera\ndurata del ricovero presso strutture specializzate;\nper il periodo eccedente la durata massima dell' aspettativa\ncon retribuzione intera compete la retribuzione\nridotta alla metà per l' intera durata del ricovero;\nb) concessione di permessi giornalieri orari retribuiti\nnel limite massimo di due ore per la durata del progetto;\nc) riduzione dell' orario di lavoro, con l' applicazione\ndegli istituti normativi e retributivi previsti per il rapporto\na tempo parziale limitatamente alla durata del\nprogetto;\nd) utilizzazione del dipendente in mansioni della stessa\nqualifica diverse da quelle abituali quando tale misura\nsia individuata dalla struttura sanitaria pubblica\ncome supporto della terapia in atto.\n2. I dipendenti, i cui parenti entro il secondo grado\no, in mancanza entro il terzo grado, si trovino nelle condizioni\npreviste dal comma precedente ed abbiano iniziato\nl' esecuzione del progetto di recupero e di riabilitazione.\nhanno diritto ad ottenere la concessione dell' aspettativa\nper motivi di famiglia per l' intera durata del\nprogetto medesimo.\n3. Il Servizio Gestione del Personale dispone l' accertamentodella idoneità al servizio dei dipendenti di cui\nal primo comma, qualora i dipendenti medesimi non si\nsiano volontariamente sottoposti alle previste terapie.", '26': "\nTutela dei dipendenti portatori di handicaps\n1. In attuazione dell' art. 18 del decreto del Presidente\ndella Repubblica 23- 8- 88 n. 395, allo scopo di favorire\nla riabilitazione ed il recupero di dipendenti, nei confronti\ndei quali sia stata attestata, da una struttura sanitaria\npubblica o da strutture associative convenzionate,\npreviste dalle leggi regionali vigenti, la condizione di portatori\ndi handicaps, che debbano sottoporsi ad un progetto\nterapeutico di riabilitazione predisposto dalle strutture\nmedesime, sono stabilite le seguenti misure di sostegno\nsecondo le modalità di esecuzione del progetto:\na) concessione dell' aspettativa per infermità per l' intera\ndurata del ricovero presso strutture specializzate;\nper il periodo eccedente la durata massima dell' aspettativa\ncon retribuzione intera compete la retribuzione\nridotta alla metà per l' intera durata del ricovero;\nb) concessione dei permessi giornalieri orari, retribuiti\nnel limite di due ore per la durata del\nprogetto;\nc) riduzione dell' orario di lavoro, con l' applicazione\ndegli istituti normativi e retributivi previsti per il rapporto\na tempo parziale, limitatamente alla durata del\nprogetto;\nd) utilizzazione del dipendente in mansioni della stessa\nqualifica diverse da quelle abituali quando tale misura\nsia individuata dalla struttura sanitaria pubblica come\nsupporto della terapia in atto.\n2. I dipendenti, i cui parenti entro il secondo grado\no, in mancanza entro il terzo grado, si trovino nelle condizioni\npreviste dal comma precedente ed abbiano iniziato\nl' esecuzione del progetto di riabilitazione, hanno\ndiritto ad ottenere la concessione dell' aspettativa per motivi\ndi famiglia per l' intera durata del progetto medesimo.\n3. In attuazione delle vigenti normative dovranno essere\nadottate tutte le misure idonee a favorire l' integrazione\nnell' attività lavorativa dei dipendenti portatori di\nhandicaps, anche attraverso l' abbattimento delle barriere\narchitettoniche.", '27': "\nIgiene e sicurezza sul lavoro\n1. L' art. 28 della L. R. 16 novembre 1989 n. 23 è integrato\ncon le disposizioni che seguono:\na) il libretto sanitario di cui al comma 4o del citato\nart. 28 deve essere istituito dalla Regione anche nei settori\nin cui ravvisi una maggiore incidenza di rischio\nper i dipendenti addetti a tali settori;\nb) La Regione deve prevedere visite mediche con cadenza\nquadrimestrale per gli addetti in via continuativa\nper l' intera giornata lavorativa all' uso dei videoterminali,\nquale misura di prevenzione per la salute delle dipendenti\ne dei dipendenti. In attesa che l' Amministrazioneprovveda alla effettuazione delle visite mediche, il personale\naddetto in via continuativa all' uso di videoterminali\ndeve essere adibito ad attività lavorativa di diverso\ncontenuto di 10 minuti per ogni ora di lavoro non cumulabili;\nc) alle lavoratrici nei primi tre mesi di gravidanza\nsono applicate le disposizioni della lettera b), con visite\nmediche a cadenza mensile.\nSi provvede altresì al provvisorio mutamento di attività \nqualora si riscontrino, attraverso gli accertamenti\nsanitari, temporanea inidoneità .\n2. L' Amministrazione provvede all' adozione di idonee\niniziative volte a garantire l' applicazione della regolamentazione\ncomunitaria e di tutte le norme vigenti in materia\ndi igiene e sicurezza del lavoro e degli impianti tenendo\nconto, in particolare, delle misure atte a garantire\nla salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e la\nprevenzione delle malattie professionali.\n3. Le organizzazioni e le confederazioni sindacali di\ncui al decreto del Ministro per la Funzione Pubblica del\n30- 3- 89, unitamente all' Amministrazione, verificano anche\nattraverso i propri patronati l' applicazione delle anzidette\nnorme e promuovono la ricerca, l' elaborazione\ne l' attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la salute\ne l' integrità fisica dei dipendenti.", '28': "\nPari opportunità \n1. Il Comitato per le pari opportunità , di cui all' artº\n7 della legge regionale 16 novembre 1989, n. 23, deve essere\ninsediato entro sessanta giorni dalla data di entrata\nin vigore della presente legge. La Giunta regionale assicura,\nmediante specifica disciplina, le condizioni e gli\nstrumenti idonei per il suo funzionamento.\n2. Il Comitato presieduto da un rappresentante dell'\nAmministrazione è costituito da un componente designato\nda ognuna delle organizzazioni sindacali maggiormente\nrappresentative di cui all' art. 2 del decreto del Ministro\nper la Funzione Pubblica in data 30- 3- 89, pubblicato\nsulla Gazzetta Ufficiale n. 77 serie generale del 3- 4- 89\ne da un pari numero di funzionari in rappresentanza dell'\nAmministrazione.\n3. In sede di negoziazione decentrata, anche tenendo\nconto delle proposte formulate dal comitato per le pari\nopportunità , sono concordate le misure per favorire effettive\npari opportunità nelle condizioni di lavoro e di\nsviluppo professionale, che tengano conto anche della posizione\ndelle lavoratrici in seno alla famiglia, con particolare\nriferimento a:\na) accesso e modalità di svolgimento dei corsi di formazione\nprofessionale;\nb) flessibilità degli orari di lavoro in rapporto a quelli\ndei servizi sociali;\nc) perseguimento di un effettivo equilibrio di posizioni\nfunzionali, a parità di requisiti professionali, di cui\nsi deve tener conto anche nell' attribuzione di incarichi\no funzioni più qualificate, nell' ambito delle misure rivoltea superare, per la generalità dei dipendenti, l' assegnazione\nin via permanente di mansioni estremamente parcellizzate\ne prive di ogni possibilità di evoluzione professionale.\n4. Gli effetti delle iniziative assunte a norma del precedente\ncomma formano oggetto di valutazione nella relazione\nannuale del comitato di cui all' art. 7 della LR\n16 novembre 1989, n. 23.", '29': "\nDirettive CEE\n1. Rientra nelle competenze del Comitato di cui all'\nart. 28 la promozione di iniziative volte ad attuare le\ndirettive CEE per l' affermazione sul lavoro delle pari dignità \ndelle persone, in particolare per rimuovere comportamenti\nmolesti e lesivi delle libertà personali dei singoli\ne superare quegli atteggiamenti che recano pregiudizi\nallo sviluppo di corretti rapporti.", '30': "\nTempi di procedure di applicazione\ndell' accordo nazionale\n1. I provvedimenti applicativi delle disposizioni contrattuali\nriguardanti istituti a contenuto economico e\nnormativo con carattere di automaticità devono essere\nadottati entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore\ndella presente legge.", '31': "\nTempi e procedure della contrattazione decentrata\n1. La negoziazione decentrata resta disciplinata dalle\ndisposizioni di cui al Capo IV della Legge Regionale\n16 novembre 1989 n. 23 con le integrazioni di cui ai commi\nche seguono.\n2. Gli enti e le loro associazioni provvedono a costituire\nle delegazioni di parte pubblica abilitate alla trattativa\nai vari livelli di contrattazione decentrata entro\n15 giorni dall' entrata in vigore della presente legge ed\na convocare, su richiesta, le organizzazioni sindacali per\nl' avvio del negoziato entro 15 giorni.\n3. La negoziazione decentrata deve riferirsi a tutti gli\nistituti contrattuali rimessi a tale contrattazione e deve\nconcludersi nel termine di trenta giorni dal suo inizio.\n4. All' accordo sottoscritto in sede di contrattazione\ndecentrata è data esecuzione con provvedimento adottato\ndall' Organo competente entro 30 giorni dalla sua sottoscrizione\no dalla data di scadenza del termine di 15\ngiorni stabilito per la presentazione di eventuali osservazioni\nda parte di organizzazioni sindacali dissenzienti.\n5. Gli accordi sottoscritti a livello di contrattazione\nregionale sono pubblicati entro 15 giorni dalla sottoscrizione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione per essere recepiti\ndai singoli enti entro i successivi 30 giorni dalla\npubblicazione.\n6. Tutte le materie demandate alla disciplina degli accordi\ndecentrati devono essere definite in una unica sessione\nnegoziale, fatti salvi eventuali diversi periodi di validità \nindividuati fra le parti negli accordi predetti.\n7. Gli accordi decentrati dovranno contenere appositeclausole circa i tempi, modalità e procedure di verifica\ndella loro esecuzione, prevedendo, ove necessario,\nla costituzione di appositi nuclei di valutazione.", '32': "\nProcedure di raffreddamento dei conflitti\n1. Qualora in sede di applicazione delle disposizioni\ncontenute nell' accordo recepito con la presente legge insorgano\nconflitti di generale rilevanza sulla interpretazione\ndelle citate disposizioni, può essere formulata richiesta\nscritta di confronto con lettera raccomandata rr\nda una delle organizzazioni sindacali di categoria, titolare\ndella contrattazione ai vari livelli.\n2. L' Amministrazione ha l' obbligo di convocare la parte\nrichiedente per un confronto nei tre giorni successivi\ne di formulare motivata risposta entro quindici giorni\ndall' insorgenza del conflitto dandone contestuale comunicazione\nalle altre Organizzazioni Sindacali.\n3. La richiesta deve contenere una breve descrizione\ndei fatti e degli elementi di diritto sui quali si basa. In\ncaso di persistenza del conflitto le parti possono fare ricorso\nalle delegazioni trattanti l' accordo nazionale di\ncomparto per il tramite delle rispettive componenti delle\npredette delegazioni.\n4. Le delegazioni di cui al comma precedente devono\nriunirsi, altresì , su formale richiesta di una delle parti\nche la compongono, per l' esame di problemi interpretativi\ndi interesse generale.\n5. Entro trenta giorni dalla formale richiesta di cui\nai commi terzo e quarto il Ministro per la Funzione Pubblica\nprovvede a convocare le delegazioni trattanti per\nl' esame delle questioni prospettate.\n6. Sulla base dell' orientamento espresso dalle delegazioni\ntrattanti, il Ministro per la Funzione Pubblica\nprovvede ad emanare i conseguenti indirizzi applicativi\nper tutti gli enti interessati ai sensi dell' art. 27, primo\ncomma, punto 2, della Legge 29 marzo 1983, n. 93.", '33': "\nOrdinamento professionale\n1. Al fine di assicurare la maggiore funzionalità della\nRegione e degli Enti di cui all' art. 1, le aree di attività \ndi cui all' allegato A del decreto del Presidente della Repubblica\nn. 347 del 25 giugno 1983 e del decreto del Presidente\ndella Repubblica 31 maggio 1984 n. 685, sono articolate\nin conformità a quelle indicate nell' allegato 1 del\npresente accordo.\nNelle predette aree sono collocate le figure professionali\nivi indicate necessarie all' espletamento delle attività \nproprie di ciascuna delle aree stesse confermando\ngli inquadramenti del personale nelle qualifiche funzionali\npossedute.\n2. Fatta salva la collocazione nelle qualifiche funzionali\ndelle figure o profili professionali prevista dalla vigente\nnormativa e dal presente accordo, l' elencazione delle\nfigure professionali di cui all' allegato n. 1, ha valore\nnon esaustivo.3. Qualora si individuino profili professionali non previsti\ndal precedente ordinamento, con la istituzione di\nposti in organico, nel rispetto delle declaratorie di qualifica,\nla relativa copertura avviene esclusivamente con\nle ordinarie procedure di accesso secondo la vigente normativa.\n4. In relazione alle obiettive condizioni organizzative\ndei singoli Enti ed alla loro dimensione, le aree di attività \npreviste dal presente accordo possono essere accorpate\nsulla base di criteri che devono tener conto dell'\nesigenza di salvaguardare l' omogeneità delle attività \nproprie di ciascuna di esse e di rispettare l' equiparazione\ndelle figure professionali alle singole qualifiche funzionali.\nAll' interno di ciascuna area vige il principio della\npiena mobilità fra figure professionali e profili ascritti\nalla medesima qualifica funzionale salvo che la figura\nprofessionale escluda intercambiabilità per i titoli professionali\nche specificatamente la definiscono, ai sensi\ndell' art. 18 della Legge 29 marzo 1983, n. 93. Le disposizioni\ndi cui al presente articolo costituiscono linee di indirizzo.", '34': "\nFigure professionali\n1. Le figure professionali elencate nella tabella n. 2\nallegata al presente accordo, sono ascritte alla qualifica\nfunzionale indicata nella tabella stessa a decorrere\ndal 1o ottobre 1990.\n2. I dipendenti che svolgono le funzioni proprie dei\nprofili dell' area informatica, individuati nelle tabelle 1\ne 2 nell' ambito della qualifica funzionale posseduta sono\ninquadrati nei corrispondenti profili della predetta\narea. Con successiva Legge Regionale si provvederà ad\nistituire i posti di organico per le nuove figure professionali\npreviste dal presente articolo procedendo alle\nconseguenti operazioni di riduzione e aumento dei corrispondenti\nposti, rispettivamente nella dotazione organica\ndella qualifica di provenienza ed in quella di nuovo\ninquadramento.\n3. In sede di prima applicazione i predetti posti sono\ncoperti mediante concorso interno riservato ai dipendenti\nin possesso dei requisiti prescritti.", '35': "\nLivello economico differenziato\n1. E' istituito un livello economico differenziato di\nprofessionalità per le figure professionali appartenenti alle\nqualifiche comprese fra la prima e la settima.\n2. Per le qualifiche funzionali dalla prima alla sesta\nil livello economico di cui al comma 1o è determinato\nmaggiorando il trattamento economico tabellare iniziale\ndi ogni qualifica di un importo annuo lordo pari al 40%\ndella differenza con il trattamento tabellare iniziale della\nqualifica superiore.\n3. Per la settima qualifica funzionale l' incremento di\ncui al comma 2o è di L. 1.900.000 annue lorde.\n4. Il livello economico differenziato può essere attribuito\nal personale appartenente alle qualifiche indicate\nnel comma 1o, con le procedure indicate nell' art. 36 dellapresente legge, nelle seguenti percentuali, arrotondate\nall' unità superiore, ai dipendenti della medesima\nqualifica funzionale in servizio di ruolo al 31 dicembre\ndell' anno precedente:\n1a qualifica funzionale 25%\n2a qualifica funzionale 25%\n3a qualifica funzionale 45%\n4a qualifica funzionale 60%\n5a qualifica funzionale 30%\n6a qualifica funzionale 60%\n7a qualifica funzionale 20%\n5. Il livello funzionale differenziato previsto dal comma\nprimo può essere attribuito al personale di cui\nall' articolo 43 comma 2o nonchè al personale di cui al\nprecedente art. 33 comma 1o. Tale personale non concorre\na determinare le percentuali di cui al 4o. (1)\n(1) Per << Enti indicati >> sono da intendersi gli Enti dipendenti\ndalla Regione Campania di cui al punto 3 del precedente art. 1,\ncome da precisazione del Governo con provvedimento n. 81422\nCG del 3- 7- 91.", '36': "\nProcedure per l' attribuzione del livello\neconomico differenziato\n1. I livelli economici differenziati di professionalità \nsono attribuiti mediante selezione per titoli alla quale\npartecipano i dipendenti indicati nell' art. 34 comma 1o,\nin possesso del requisito di anzianità di effettivo servizio\ndi ruolo di tre anni nella qualifica alla data del 31\ndicembre dell' anno precedente a quello della selezione.\n2. La selezione di cui al comma 1o avviene per titoli\nquali quelle culturali, professionali e di servizio da valutarsi,\nin relazione alla qualifica di riferimento, sulla\nbase di obiettivi criteri predeterminati in sede di contrattazione\ndecentrata.\n3. Nella prima selezione per l' attribuzione del livello\neconomico differenziato ai sensi del presente articolo,\nil requisito dell' anzianità di servizio indicato nel comma\n1o deve essere posseduto alla data del 1o ottobre\n1990. Il livello economico è attribuito ai dipendenti interessati\ncon decorrenza dalla predetta data ancorchè \nla selezione sia determinata successivamente.\n4. Le selezioni successive a quella prevista nel comma\n3o avvengono annualmente nei limiti della disponibilità \ndel contingente numerico individuato ai sensi dell'\nart. 34.\n5. Negli enti indicati nell' art. 2, commi 1o - Enti di\ntipo IV - e 2o, del decreto del Presidente della Repubblica\n25 giugno 1983, n. 347, il livello economico differenziato\ndi cui all' art. 35, comma 1o è attribuito, uno per\narea, al personale della settima qualifica funzionale in\nposizione apicale, in aggiunta alla percentuale di cui all'\nart. 35, comma 40.", '37': "\nOrario di servizio dei dirigenti\n1. L' orario di servizio del personale dirigente non può essere inferiore a 36 ore settimanali.\n2. Il dirigente è a disposizione dell' Amministrazione,\noltre l' orario di obbligo, per le esigenze connesse alle funzioni\naffidategli, senza diritto a compensi.", '38': "\nIndennità di funzione\n1. L' indennità di funzione connessa all' effettivo esercizio\ndella stessa, è commisurata allo stipendio iniziale\ned è corrisposta ai dirigenti di I e II qualifica dirigenziale,\ntenuto conto del coordinamento di attività ; dell' importanza\ndella direzione delle strutture o dei singoli programmi;\ndella rilevanza delle attività di studio, di consulenza\npropositiva e di ricerca, di vigilanza e di ispezione,\ne di assistenza agli organi.\n2. I coefficienti per le determinazioni delle indennità ,\ncorrelate alle strutture o posizioni di primo grado alle\nquali sono preposti dirigenti di prima qualifica dirigenziale,\nsono i seguenti:\n- per la dirigenza di servizio: coefficiente 1;\n- per la dirigenza di gruppo di lavoro:\ncoefficiente 0,8;\n- per la dirigenza di posizione di staff:\ncoefficiente 0,6.\n3. Al personale della prima qualifica dirigenziale che\nnon sia preposto a direzione di struttura o di staff è corrisposta,\na decorrere dall' 1 ottobre 1990, una indennità \npari al coefficiente 0,1.\n4. I coefficienti per le determinazioni delle indennità ,\ncorrelate alle strutture o posizioni di secondo grado\nalle quali sono preposti dirigenti di seconda qualifica dirigenziale,\nsono i seguenti:\n- per la dirigenza di area generale di coordinamento:\ncoefficiente 1;\n- per la dirigenza di settore: coefficiente 0,8;\n- per la dirigenza di posizione di staff:\ncoefficiente 0,6.\n5. Le indennità in applicazione dei coefficienti di cui\nai precedenti commi non sono cumulabili tra di loro.\n6. Le indennità di presenza e di coordinamento di cui\nal primo comma, lettera d), ed e), dell' articolo 30 della\nLR 23/ 89 sono assorbite dall' indennità di funzione disciplinata\ndal presente articolo.\n7. Il personale dirigente è escluso dalla fruizione degli\nistituti incentivanti previsti dall' articolo 6 del presente\naccordo, ivi compreso il compenso per lavoro straordinario.\n8. La nuova disciplina dell' indennità di fruizione, fatto\nsalvo quanto previsto al precedente punto 3, decorre dalla\ndata di attribuzione delle funzioni correlate alle strutture\no posizioni di prima e seconda qualifica dirigenziale\npreviste dagli ordinamenti amministrativi del Consiglio\nRegionale e della Giunta Regionale riorganizzati nell'\nosservanza della LR 23 marzo 1984, n. 27. La disposizione\ndi cui al punto 3 dell' articolo 54 della LR 16 novembre\n1989, n. 23, è abrogata dall' 1 ottobre 1990.\n9, Nelle more dell' adozione dei criteri, ai sensi dell'art. 36 -4o comma -della LR n. 27/ 84 e dell' espletamento\ndella selezione con la definizione della relativa\ngraduatoria, per l' accesso alla seconda qualifica dirigenziale,\nai dirigenti, che abbiano svolto l' incarico di coordinatore\ndi servizio di cui agli articoli 1, 3 e 4 della LR\nn. 29/ 1975 e successive modifiche ed integrazioni, chiamati\nad assolvere funzioni correlate alle strutture o posizioni\ndi secondo grado, è attribuito un compenso computato\nsulla differenza tra i trattamenti economici iniziali\ndelle due qualifiche - rispetto al trattamento previsto\nper la qualifica immediatamente inferiore -, in\nconformità di quanto stabilito dal 4o comma dell' art. 52\ndella LR n. 23/ 89.", '39': "\nResponsabilità per l' esercizio delle funzioni dirigenziali\n1. I dirigenti, fermo restando la responsabilità penale,\ncivile, amministrativo - contabile e disciplinare prevista\nper tutti i dipendenti pubblici, sono responsabili dell'\nattività svolta dagli uffici cui sono preposti e della gestione\ndelle risorse ad essi demandata.\n2. I dirigenti, fermo restando quanto previsto dalla\nnormativa vigente, sono responsabili, in particolare, dell'\nosservanza, da parte del personale assegnato, dei doveri\ndi ufficio e, in modo specifico, dell' orario di lavoro\ne degli adempimenti connessi al carico di lavoro a ciascuno\nassegnato.\n3. Il risultato negativo della gestione dei dirigenti, valutato\ncon i criteri della vigente normativa, comporta\nla rimozione dalla funzione esercitata con conseguente\nperdita della relativa indennità .", '40': "\nCompiti dei dirigenti nella gestione del fondo\nper l' efficienza dei servizi\n1. La gestione e l' attuazione degli interventi previsti\ndagli artt. 5 e 6, nell' ambito del fondo per l' efficienza dei\nservizi, ferma restando la negoziazione decentrata prevista\ndall' art. 6, è affidata alla competenza dei dirigenti\ncon decorrenza dalla data di istituzione del fondo stesso.\nA tal fine la Giunta Regionale e l' Ufficio di Presidenza\ndel Consiglio Regionale, nell' ambito delle rispettive\ncompetenze, adottano le direttive necessarie per consentire\nil concreto esercizio di detta competenza.\n2. Per assicurare la uniformità degli adempimenti di\ncui al presente articolo vengono definiti, a livello decentrato,\ni criteri generali cui deve ispirarsi l' attività dei dirigenti\nnella fase di applicazione dei singoli istituti incentivanti,\nnonchè i tempi ed i modi per la quantificazione\ndelle risorse finanziarie che possono essere destinate\nal soddisfacimento delle diverse finalità .", '41': "\nNuovi stipendi\n1. I valori stipendiali annui lordi di cui all' art. 29 della\nLegge Regionale 16 novembre 1989, n. 23, comprensivi\ndel conglobamento di L. 1.081.000, dell' indennità integrativa\nspeciale ai sensi delle vigenti disposizioni e perle qualifiche dirigenziali dell' integrazione tabellare e dell'\nindennità di cui rispettivamente all' art. 29 comma 3o\ned all' art. 30 comma 1o, lettera c) della Legge Regionale\n16 novembre 1989, n. 23, sono così stabiliti, a regime:\nqualifica I L. 6.081.000\nqualifica II L. 7.041.000\nqualifica III L. 8.181.000\nqualifica IV L. 9.181.000\nqualifica V L. 10.521.000\nqualifica VI L. 11.631.000\nqualifica VII L. 13.631.000\nqualifica VIII L. 18.071.000\nqualifica I dirigenziale L. 25.211.000\nqualifica II dirigenziale L. 33.593.000\n2. Gli aumenti stipendiali annui lordi derivanti dall'\napplicazione dei nuovi trattamenti di cui al comma precedente\nsono attribuiti con decorrenza 1o luglio 1990.\n3. Dal 1o luglio 1988 al 30 settembre 1989 competono\ni seguenti aumenti stipendiali annui lordi:\nqualifica I L. 152.000\nqualifica II L. 190.000\nqualifica III L. 265.000\nqualifica IV L. 310.000\nqualifica V L. 355.000\nqualifica VI L. 386.000\nqualifica VII L. 487.000\nqualifica VIII L. 592.000\nqualifica I dirigenziale L. 609.000\nqualifica II dirigenziale L. 820.000\nDal 1o ottobre 1989 al 30 giugno 1990 competono\ni seguenti aumenti stipendiali annui lordi:\nqualifica I L. 715.000\nqualifica II L. 894.000\nqualifica III L. 1.240.000\nqualifica IV L. 1.459.000\nqualifica V L. 1.668.000\nqualifica VI L. 1.815.000\nqualifica VII L. 2.290.000\nqualifica VIII L. 2.789.000\nqualifica I dirigenziale L. 2.867.000\nqualifica II dirigenziale L. 3.863.000\n5. Dal 1o luglio 1990 al 31 dicembre 1990 competono\ni seguenti aumenti stipendiali annui lordi:\nqualifica I L. 1.200.000\nqualifica II L. 1.500.000\nqualifica III L. 2.100.000\nqualifica IV L. 2.450.000\nqualifica V L. 2.800.000\nqualifica VI L. 3.050.000\nqualifica VII L. 3.850.000\nqualifica VIII L. 4.990.000\nqualifica I dirigenziale L. 5.130.000\nqualifica II dirigenziale L. 6.912.000\n6. Ciascuno degli aumenti di cui ai commi 3o e 4o ha\neffetto fino alla data del conseguimento di quello successivo.", '42': "\nRetribuzione individuale di anzianità \n1. A decorrere dal 1o gennaio 1989, a tutto il personale\nche abbia prestato servizio nel periodo 1o gennaio\n1987 - 31 dicembre 1988 la retribuzione individuale di\nanzianità , che si aggiunge allo stipendio, è incrementata\ndai seguenti importi annui lordi:\nqualifica I L. 198.000\nqualifica II L. 216.000\nqualifica III L. 234.000\nqualifica IV L. 267.000\nqualifica V L. 312.000\nqualifica VI L. 330.000\nqualifica VII L. 384.000\nqualifica VIII L. 518.000\nqualifica I dirigenziale L. 672.000\nqualifica II dirigenziale L. 840.000\n2. Al personale assunto in data intermedia tra il\n1o gennaio 1987 ed il 31 dicembre 1988 detto importo\nè corrisposto in proporzione ai mesi di servizio prestato.\n3. Gli importi di cui ai commi 1o e 2o riassorbono,\na far data dal 1o gennaio 1989, le anticipazioni eventualmente\ncorrisposte al medesimo titolo liquidate ai sensi\ndell' art. 33 della Legge Regionale 16 novembre 1989, nº\n23.", '43': "\nTrattamento economico accessorio\n1. L' indennità di cui all' art. 30 primo comma lettera\nb) della Legge Regionale 16 novembre 1989, n. 23 è incrementata\ndi L. 500.000 annue a decorrere dal 1o ottobre\n1990. La predetta indennità è corrisposta con le modalità \ndi cui all' art. 30 sopracitato in via alternativa per\nla direzione di strutture operative o al personale laureato\nprofessionale in posizione di staff.\n2. Al personale dell' area di vigilanza inquadrato nella\nquinta qualifica funzionale compete a decorrere dal\n1o ottobre 1990 un' integrazione tabellare pari a Lº\n900.000\n3. Per il personale dell' area di vigilanza, ivi compreso\nquello di cui al comma 2o, le indennità di cui all' artº\n3o comma 1o lettera a) della Legge Regionale 16 novembre\n1989, n. 23 sono incrementate di L. 400.000 annue\nlorde ripartite per dodici mesi a decorrere dal 1o ottobre\n1990.\n4. Al personale docente dei Centri di formazione professionale\nche svolga attività di insegnamento in aula o\nin laboratorio non inferiore ad 800 ore per anno formativo,\nai sensi del comma 5o dell' art. 48 del DPR numero\n268/ 1987 compete una indennità di L. 850.000, annue\nlorde a decorrere dall' 1 ottobre 1990.", '44': "\nEffetti dei nuovi stipendi\n1. Le nuove misure degli stipendi risultanti dall' applicazione\ndella presente legge hanno effetto sulla tredicesima\nmensilità , sul trattamento ordinario di quiescenza,normale e privilegiato, sulla indennità di buonuscita\ne di licenziamento, sull' assegno alimentare previsto\ndall' articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica\n1o gennaio 1957, n. 3, o da disposizioni analoghe\nsull' equo indennizzo, sulle ritenute previdenziali ed\nassistenziali e relativi contributi, nonchè sulla determinazione\ndegli importi dovuti per indennità integrativa\nspeciale.\n2. In ottemperanza al disposto dell' articolo 13 della\nLegge - quadro 29 marzo 1983, n. 93 i benefici economici\nrisultanti dall' applicazione della presente legge sono corrisposti\nintegralmente, alle scadenze e negli importi previsti\ndal precedente articolo 41, al personale comunque\ncessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo\ndi vigenza contrattuale.", '45': "\nIndennità di rischio\n1. Al personale adibito normalmente o in maniera prevalente\na funzioni che comportino esposizioni a rischio\nin modo discontinuo, temporaneo o a rotazione, è corrisposta\nun' indennità di rischio parziale nella misura unica\nmensile lorda di L. 50.000. L' individuazione del predetto\npersonale va effettuata da apposita commissione, composta\nda almeno tre esperti qualificati della materia, anche\nesterni all' Amministrazione, nominata dalla Giunta\nRegionale; tale Commissione, ove necessario per corrispondere\na particolari esigenze, può essere articolata territorialmente.\n2. L' indennità di rischio di cui al comma precedente\nnon è cumulabile con l' indennità di cui al decreto del Presidente\ndella Repubblica n. 146 del 5 maggio 1975 e con\naltre eventualmente previste a titolo di lavoro nocivo, rischioso\no per profilassi. I relativi oneri sono a carico del\nfondo di cui all' art. 5 della presente legge.", '46': "\nAssenze obbligatorie\n1. Alle lavoratrici madri in astensione obbligatoria\ndal lavoro ai sensi dell' art. 4 della Legge 30 dicembre\n1971 n. 1204 sono garantite, oltre al trattamento economico\nordinario, le quote di salario accessorio fisse e ricorrenti\nrelative alla professionalità ed alla produttività .", '47': "\nDisposizioni particolari\n1. Per l' accesso alla seconda qualifica dirigenziale, ai\nfini della copertura dei posti delle strutture o delle posizioni\ndi 2o grado nei limiti di cui all' art. 25, ultimo comma,\ndella Legge Regionale n. 27/ 84 e della Legge Regionale\nn. 15/ 89, restano ferme le procedure previste dall'\narticolo 36, quarto comma, della richiamata Legge Regionale\n27/ 84 se non ancora espletate.\n2. L' indennità di reperibilità di cui all' art. 34, lettera\ng) dell' accordo indicato nel comma 1o, non compete durante\nl' orario di servizio a qualsiasi titolo prestato. Detta\nindennità è frazionabile in misura non inferiore a quattro\nore ed è corrisposta in proporzione alla durata oraria,\nmaggiorata in tale caso del 1o per cento, Qualora lapronta reperibilità cada il giorno festivo spetta un riposo\ncompensativo senza riduzione del debito orario settimanale.", '48': "\nNorme risultanti dalla disciplina prevista\ndall' accordo intercompartimentale\ndi cui all' art. 12\ndella Legge 29 marzo 1983, n. 93.\n1. A decorrere dal 1o gennaio 1989 si applicano le disposizioni\ndi cui all' accordo contenuto nel decreto del\nPresidente della Repubblica 23 agosto 1988, n. 395; da\ntale data sono abrogate le norme contenute nelle Leggi\nRegionali in contrasto con il citato decreto del Presidente\ndella Repubblica 395/ 88, fermo restante la data di decorrenza\ndi cui all' articolo 21, 1o comma della presente\nlegge.", '49': '\nNorma finale di rinvio\n1. Restano confermate, ove non modificate o sostituite\ndal presente accordo, le disposizioni di cui alle Leggi Regionali\ndel 23 maggio 1984, numero 27 del 16 novembre\n1989, n. 23.', '50': "\nNorme finanziarie\nAgli oneri derivanti dall' attuazione della presente legge\nper il 1991 si fa fronte con gli stanziamenti in termini di\ncompetenza e di cassa di cui ai capitoli 4 e 30 dello stato di\nprevisione della Spesa per l' anno finanziario 1991.\nAgli oneri per gli anni successivi si farà fronte con\ngli appositi stanziamenti di bilancio la cui entità sarà \ndeterminata con le leggi di bilancio, utilizzando quota parte\ndelle risorse assegnate alla Regione ai sensi dell' art. 8\ndella Legge 16 maggio 1970, n. 281.", '51': "\nDichiarazione d' urgenza\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127, secondo comma, della Costituzione, ed entra\nin vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata sul Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla, e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania\nNapoli, 4 luglio 1991"} | null |
campania | 1,991 | 13 | null | {'1': "Norma di principio\nLa presente legge disciplina l' attuazione della selezione\nper l' accesso alla II qualifica dirigenziale di cui al\n4o comma dell' art. 36 della Legge regionale 23 maggio\n1984, n. 27.", '2': "Numeri posti a concorso\nIl numero dei posti oggetto della selezione di cui al\n4o comma dell' art. 36 della Legge regionale 23 maggio\n1984, n. 27 è fissato, anche ai fini dell' art. 39 della citata\nLegge regionale 23 maggio 1984, n. 27, dal combinato disposto\ndal penultimo ed ultimo comma dell' art. 25 della\nLegge regionale 23 maggio 1984, n. 27, nonchè dagli arttº\n2 e 7 della legge regionale 25 agosto 1989, n. 15.", '3': "Ammissione alla selezione\nAlla selezione, di cui al precedente articolo, è ammesso\na partecipare il personale di ruolo della Regione Campania\ninquadrato nella I qualifica dirigenziale in attività \ndi servizio ex art. 36 - comma terzo - della Legge regionale\n23 maggio 1984, n. 27.\nI candidati che intendono partecipare alla selezione\ndevono presentare comanda, nel termine di trenta giorni\ndalla pubblicazione della presente legge nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione, mediante lettera raccomandata AR\nindirizzata al Presidente della Giunta Regionale o del\nConsiglio Regionale seconda del ruolo di appartenenza.\nI plichi contenenti le domande di partecipazione alla\nselezione devono riportare all' esterno l' indicazione\n<< Selezione per la II qualifica dirigenziale - ruolo Giunta\nRegionale >> ovvero << Selezione per la II qualifica dirigenziale-ruolo Consiglio Regionale >> e possono essere aperti\nsolo dopo la scadenza del termine di cui al precedente\ncomma dalla Commissione di cui al successivo articolo 5.\nLa domanda dovrà essere corredata da un curriculum\nprofessionale redatto dal candidato sotto la propria\nresponsabilità e adeguatamente documentato, con l' illustrazione\ndell' attività svolta presso l' Ente di provenienza\ne presso la Regione, fino alla data di entrata in vigore\ndella presente legge.\nAlla domanda dovrà essere allegata la documentazione\nrelativa ai titoli conseguiti fino alla data di cui al precedente\ncomma. E' ammesso il riferimento ai titoli già \nin possesso dell' Amministrazione.", '4': "Ripartizione punteggio titoli\nPer la valutazione dei titoli la Commissione dispone\nglobalmente di 100 punti ripartiti nel modo seguente:\na) titoli di servizio: punti 65;\nb) titoli di studio e professionali: punti 20;\nc) curriculum: punti 10;\nd) titoli vari: punti 5.\nElementi di valutazione\nGli elementi di valutazione dei titoli per la formazione\ndella graduatoria sono i seguenti:\na) Titoli di servizio, fino ad un massimo di punti 65:\nA) servizio di ruolo nel livello direttivo (Legge regionale\n16 marzo 1974, n. 11) a decorrere dalla data del primo\ninquadramento presso la Regione punti 1 per anno\n- la frazione superiore a 15 giorni è valutata per un mese\n- fino ad un massino di punti 4,75;\nB) servizio di ruolo nell' ottavo livello (Leggi regionali\n17 marzo 1981, n. 12 e 7 luglio 1981, n. 41) punti 1\nper un anno - la frazione superiore a 15 giorni è valutata\nper 1 mese - fino ad un massimo di punti 4,25;\nC) servizio di ruolo nel 9o livello (Legge regionale 23\nmaggio 1984, n. 27 e Legge regionale 16 novembre 1989,\nn. 23) punti 2,00 per anno - la frazione superiore a 15\ngiorni è valutata per un mese - fino ad un massimo di\npunti 16,00;\nD) servizio di ruolo, nella qualifica di 1o dirigente dello\nStato e corrispondente, in base a norma di legge, di\naltre Amministrazioni, acquisita prima del conseguimento\ndello stato giuridico di dipendente regionale e del relativo\ntrasferimento non in applicazione dell' art. 68 ex\nDPR 748/ 72 Punti 2 più 3,25 per anno fino ad un massimo\ndi punti 10,00;\nF) servizio di ruolo nella qualifica di dirigente superiore\ndello Stato e corrispondente, in base a norma di\nlegge, di altre Amministrazioni, acquisita prima del conseguimento\ndello stato giuridico di dipendente regionale\ne del relativo trasferimento, non in applicazione dell'\narticolo 68 ex DPR 748/ 72, punti 4 più 5 punti per anno\nfino ad un massimo di punti 20,00.\nIl punteggio di cui alle precedenti lettere E) ed F) è \nabbattuto del 50% se la qualifica è stata conseguita inapplicazione dell' art. 68 del DPR 748/ 72.\nG) a) Esercizio funzioni di coordinamento di servizio\n(ex artt. 1, 3, 4, 15 Legge regionale 14 maggio 1975, n. 29\ne successive modifiche ed integrazioni, Legge regionale\n30 agosto 1977, n. 48, coordinamento di area e/ o di settore\ne/ o di staffa di cui alla Legge regionale 25 agosto\n1989, n. 15, dirigenti - direttori secondo i criteri di cui all'\nart. 117, 1o comma lettera a) DPR 270/ 87, direzione di\nufficio in materia di cui all' art. 2 della LR 30- 8- 77, n. 48\nriconosciuto settore dall' art. 2 della LR 25- 8- 89, n. 15,\nresponsabile struttura istituita per l' attuazione degli arttº\n4 e 5 della Legge 13- 4- 84, n. 80, funzione di coordinamento\ndi struttura istituita ai sensi del Titolo VIII della Lº\n219/ 81 attribuita dal Presidente della Giunta Regionale\ne/ o anche nella qualità di Commissario - funzionario di Governo,\ncoordinatore della struttura di cui all' art. 7, 1o\ncomma della LR 30 agosto 1977, n. 48, coordinamento\ndi attività in materia di ricostruzione colpita dagli eventi\nsismici 80/ 81, ex art. 60 Legge 219/ 81, conferito in esecuzione\ndi provvedimento di Giunta Regionale): punti 20 più \npunti 5,00 per anno o periodo non inferiore a mesi 6 e\ngiorni 1 fino ad un massimo di punti 35,00.\nG) b) Esercizio funzione di coordinamento non di servizio\n(ex art. 12, Legge regionale 14 maggio 1975, n. 29,\nart. 3 Legge regionale 16 Ottobre 1978, n. 41, art. 12 Legge\nregionale 17 marzo 1981, n. 12, responsabile amministrativo\norganico assegnato ai sensi dell' art. 2 della Legge\nregionale 5 agosto 1972, n. 6, dirigente di struttura istituita\nin attuazione dell' art. 4 del decreto del Ministro per\ngli Interventi Straordinari per il Mezzogiorno 12 giugno\n1985), punti 15 più punti 2 per anno, o periodo non inferiore\na mesi 6 e giorni 1, fino ad un massino di punti\n23,00;\nH) Dirigenza di ufficio postale, regionale o di altre\npubbliche amministrazioni (previsto da leggi statali e/ o\nregionali, dirigenza di strutture ex art. 35 Legge regionale\n9 giugno 1980, n. 57): punti 5 più 2,5 per un anno,\no per periodo non inferiore a mesi 6 e giorni 1 fino ad\nun massino complessivo di punti 10.\nIl punteggio di base di punti 20 per lettera G)\na), di punti 15 per lettera G) b) e di punti 5 per la precedente\nlettera H) è alternativo e non cumulativo.\nIn caso di contemporaneo incarico di servizio è valutato\nuna sola volta.\nIl punteggio complessivo attribuibile per lettere E),\nF), G) b) e H) è fino ad un massimo di punti 25,00.\nb) Titoli di studio e professionali, fino ad un massimo di\npunti 20,00:\nA) Titolo di studio, fino ad un massimo di punti 10,00:\n- Diploma di laurea: punti 10;\n- Diploma di istruzione di 2o grado: punti 7;\nB) accesso all' impiego, fino ad un massimo di\npunti 5,00:\n- mediante pubblico concorso in carriera direttiva:\npunti 5,00;-mediante altre modalità : punti 3,00.\nC) Abilitazione all' esercizio di professione e/ o iscrizione\nall' Ordine Professionale e/ o diploma di specializzazione\ncon esame post - universitario e/ o Corso presso\nScuola Superiore e/ o organizzato da o presso l' Università \nseguito da esami: punti 3,00;\nD) Idoneità all' insegnamento o attività di insegnamento\na livelli universitario e/ o abilitazione all' insegnamento\nnelle Scuole di istruzione secondaria conseguita\ncon esami: punti 2,00.\nc) Curriculum, fino ad un massino di punti 10,00:\nIl punteggio relativo al curriculum è assegnato in\nproporzione al livello di responsabilità ricoperto alle dipendenze\ndella Regione o svolto presso altro Ente Pubblico\nin precedenti funzioni riconducibili alle materie di\ncompetenza della Regione.\nd) Titoli vari, fino ad un massimo di punti 5,00:\nA) pubblicazioni di interesse per la Pubblica Amministrazione\ned inerenti attività di interesse regionale, fino\nad un massimo di punti 2,00;\nB) altri titoli riferiti ad attività svolta in rappresentanza\ne/ o designazione e/ o su incarico della Regione:\nfino ad un massino di punti 3,00.", '5': "Formazione delle graduatorie\nLa Commissione per la valutazione dei titoli e per la\nformazione della graduatoria dei partecipanti alla selezione\nper il ruolo della Giunta Regionale è nominata con\ndecreto del Presidente su conforme atto deliberativo ap -\nprovato dalla Giunta.\nEssa è presieduta dal Presidente della Giunta Regionale\no da un suo delegato ed è composta da 4 esperti in\nmateria giuridico - amministrativa, esterni all' Amministrazione\nregionale, dei quali uno designato dalle Organizzazioni\nSindacali più rappresentative della categoria\nentro 15 giorni dalla data della richiesta - in mancanza\ndella designazione provvede la Giunta Regionale.\nLe funzioni di segretario sono svolte da un funzionario\ndell' ottavo livello del ruolo della Giunta Regionale.\nLa Commissione per la valutazione dei titoli e per la\nformazione della graduatoria dei partecipanti alla selezione\nper il ruolo del Consiglio Regionale è nominata dal\nPresidente del Consiglio Regionale, sentito l' Ufficio di\nPresidenza del medesimo Consiglio.\nLa Commissione presieduta dal Presidente del Consiglio\nRegionale o da un suo delegato è composta da 4\nesperti in materia giuridico - amministrativa, esterni all'\nAmministrazione regionale dei quali uno designato dalle\nOrganizzazioni Sindacali più rappresentative della categoria\nentro 15 giorni dalla data della richiesta - in mancanza\ndella designazione provvede il Presidente del Consiglio\nRegionale, sentito l' Ufficio di Presidenza.\nLe funzioni di segretario sono svolte da un funzionario\ndell' ottavo livello del ruolo del Consiglio Regionale.\nLe Commissioni di cui ai precedenti commi devonocompletare i lavori e consegnare i relativi atti entro e\nnon oltre 60 giorni decorrenti dalla data di insediamento.", '6': "Approvazione ed utilizzazione delle graduatorie\nLe graduatorie sono approvate rispettivamente dalla\nGiunta Regionale e dall' Ufficio di presidenza del Consiglio\nRegionale con apposita deliberazione ai fini delle\ncoperture delle dotazioni organiche derivanti dall' applicazione\ndell' art. 25 - ultimo comma della Legge regionale\n23 maggio 1984, n. 27 e della Legge regionale 25 agosto\n1989, n. 15.\nAi fini della formulazione delle graduatorie valgono\ni titoli di precedenza ex DPR del 10 gennaio 1957, nº\n3. A parità di punteggio precede, comunque, che ha superato\nconcorso pubblico per titoli ed esami per accedere\nnella carriera direttiva.\nNel caso che alcuni posti della dotazione restino scoperti\nper pensionamenti, rinunce, decadenze e/ o dimissioni\ndei dirigenti utilmente collocati nelle graduatorie\no inizialmente non coperti, la Giunta regionale o l' Ufficio\ndi Presidenza del Consiglio Regionale procede ad altrettante\nnomine, nel limite massino del 60% (sessanta\nper cento) dei posti resisi disponibili, secondo l' ordine\ndelle graduatorie medesime, e, per il restante 40% (quaranta\nper cento), mediante concorso pubblico per titoli\ned esami, da indire contestualmente.\nLe graduatorie restano aperte, ai fini di cui innanzi,\nper un periodo di anni tre dalla pubblicazione della presente\nlegge, limitatamente ai dirigenti ai quali nelle predette\ngraduatorie siano stati attribuiti non meno di 61\n(sessantuno) punti.\nGli effetti giuridici ed economici decorrono dalla data\ndi entrata in vigore della presente legge.", '7': "Abrogazione norme\nE' abrogata ogni disposizione normativa regionale incompatibile\ncon la presente legge.", '8': "Norme finanziarie\nAgli oneri derivanti dall' applicazione della presente\nlegge si fa fronte per il 1991 con gli appositi stanziamenti\nin termini di competenza e di cassa, di cui ai capitoli 4\ne 30 dello stato di previsione della Spesa per l' anno finanziario\n1991.\nAgli oneri per gli anni successivi si farà fronte con\ni corrispondenti stanziamenti di bilancio, la cui entità \nsarà determinata con le leggi di bilancio utilizzando quota\nparte delle risorse assegnate alla Regione ai sensi dell'\nart. 8 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.", '9': "Dichiarazione d' urgenza\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi del secondo\ncomma dell' articolo 127 della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della RegioneCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata sul Bollettino\nUfficiale della regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 4 luglio 1991"} | null |
campania | 1,991 | 18 | null | {'1': "L' art. 3 della Legge Regionale 4 luglio 1991, n. 10 è \nsostituito nel modo seguente:\nCriteri di accertamento e liquidazione\n1. Periodicamente il Presidente del Consiglio Regionale,\nsentiti collegialmente i Presidenti dei Gruppi Consiliari,\ncon suo provvedimento accerta il trattamento economico\ne retributivo complessivo nell' anno in corso dalla\nCamera dei Deputati ai suoi membri e ne dispone l' attribuzione,\nnell' aliquota di cui all' art. 1, nell' ambito del\nConsiglio Regionale.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 4 novembre 1991"} | null |
campania | 1,991 | 19 | null | {'1': 'Con la presente legge la Regione Campania disciplina\nil funzionamento del Comitato Regionale per il Servizio\nRadiotelevisivo.', '2': "Il Comitato è formato da undici membri e viene eletto,\nall' inizio della legislatura regionale, dal Consiglio Regionale,\ncon voto limitato ai due terzi. Dura in carica\nquanto il Consiglio Regionale.\nI membri del Comitato che sono rieleggibili, debbono\nessere scelti fra cittadini esperti di comunicazione radiotelevisiva.", '3': 'Il Comitato elegge nel suo seno, a maggioranza assoluta\ndei componenti, il Presidente, cui si affiancano due\nVice Presidenti, eletti da ciascun membro del Comitato\nindicando un solo nome.', '4': 'Per la sua organizzazione, il Comitato si dota di un\nRegolamento interno.', '5': 'Il componenti il Comitato non possono, a pena di decadenza,\navere incarichi per conto della Società concessionaria\ndel servizio radiotelevisivo pubblico o di imprese\nradiotelevisive private, ivi comprese quelle di produzione\ne di distribuzione di programmi o di produzione\ne gestione di pubblicità .\nTale divieto opera anche in riferimento a società controllate\no collegate, direttamente o indirettamente.\nI componenti il Comitato, per tutta la durata del mandato,\nnon possono esercitare, a pena di decadenza, alcun\ntipo di attività professionale per società o imprese operanti\nnel settore radiotelevisivo, pubblico o privato.', '6': "Il Comitato è organo di consulenza della Regione in\nmateria radiotelevisiva.\nEsprime il proprio parere, collaborando alla formulazione\ndelle valutazioni della Regione sullo schema di\npiano di assegnazione della radiofrequenze, predisposto\ndal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, ai sensi\ndell' art. 3 della Legge 223/ 90.\nCollabora con la Regione all' adeguamento o all' adozione\ndel piano territoriale di coordinamento per la localizzazione\ndegli impianti di diffusione previsti dal piano\ndi assegnazione.\nEsprime il proprio parere sulla destinazione di fondi\nper la pubblicità sulle emittenti radiotelevisive private\nlocali e per le eventuali misure di sostegno della Regione\na favore dei concessionari privati ai sensi dell' artº\n9, comma 1o, della Legge n. 223/ 90.\nIl Comitato assume ogni opportuna iniziativa, a livello\nregionale, per stimolare e sviluppare la formazione e la\nricerca sui temi e i problemi della comunicazione radiotelevisiva,\nanche attraverso apposite convenzioni con l' Università .\nIl Comitato formula proposte alla concessionaria pubblica\ndel servizio radiotelevisivo in ordine a programmazioni\nregionali, che possono essere trasmesse sia in ambito\nnazionale che locale.\nIl Comitato regola l' accesso radiofonico e televisivo\nregionale, secondo le norme dell' apposita Commissione\nParlamentare.\nIl Comitato definisce i contenuti e coordina l' attuazione\ndelle collaborazioni e convenzioni che la Regione\nstipula con la Sede Regionale della concessionaria pubblica\ne con i concessionari privati locali.\nIl Comitato, nell' ambito delle proprie funzioni, svolge\nattività di indagine, studio, ricerca e consulenza, affidandone\nl' esecuzione a soggetti qualificati, sia dell' apparato\npubblico che di quello privato.", '7': "Il Comitato attua idonee forme di partecipazione con\nle associazioni delle emittenti operanti nella regione, con\nle associazioni degli utenti e con tutti quei soggetti che\nsono interessati alla comunicazione radiotelevisiva, anche\nattraverso la istituzione di conferenze regionali sull'\ninformazione e le comunicazioni di messa.", '8': "Il Comitato collabora, quando richiesto, con il Ministro\ndelle Poste e il Garante della radiodiffusione e dell'\neditoria, nell' esercizio delle funzioni ad essi assegnate\ndalla legge.\nIl Comitato intrattiene rapporti con il Consiglio consultivo\ndegli utenti e con la Commissione nazionale per\nla pari opportunità , al fine di promuovere azioni positive\nvolte ad eliminare condizioni di disparità tra i due sessi,\nnonchè per la difesa degli interessi degli utenti.", '9': "L' Ufficio di Presidenza, con apposito finanziamentoannuale da prevedere nel Bilancio del Consiglio Regionale,\nprovvede al funzionamento del Comitato, che ha sede\npresso il Consiglio Regionale.\nIl Comitato, nelle sue funzioni, viene assistito da una\napposita struttura definita nell' ambito della Legge Regionale\n25 agosto 1989, n. numero 15.", '10': "\nIl Comitato presenta annualmente all' Ufficio di Presidenza\ndel Consiglio Regionale un programma della sua\nattività unitamente alla relativa previsione di spesa ed\nal consuntivo delle spese sostenute, in autonomia, nell'\nanno precedente.", '11': "\nIl Comitato presenta annualmente al Consiglio Regionale\nuna relazione sulla situazione del sistema radiotelevisivo\nnella regione, formulando eventuali proposte di\nintervento ai vari organi regionali.\nIl Consiglio Regionale approva altresì il regolamento\ndel Comitato RAI nella prima seduta utile successiva\nall' esame da parte della commissione competente che,\nin ogni caso, dovrà avvenire entro venti giorni dalla data\ndi trasmissione del Regolamento da parte del Comitato.", '12': '\nAl Presidente del Comitato spetta una indennità di\nfunzione pari al 20% di quella percepita dai Consiglieri\nRegionali; ai due Vice Presidenti spetta una indennità \ndi funzione pari al 15% di quella percepita dai Consiglieri\nRegionali.\nAgli altri componenti del Comitato viene corrisposto,\nper ogni seduta, un gettone di presenza pari a L. 100.000\nper un massimo di cinque sedute mensili.\nAgli stessi componenti il Comitato che, per ragioni\ndel loro mandato, si recano in località diversa da quella\ndi residenza, spetta il trattamento di missione e il rimborso\ndelle spese, previsti per il Consiglieri Regionali.', '13': "\nLo stanziamento annuale a favore del Comitato, per\nl' attuazione di quanto previsto nella presente legge, è \nquantificabile in L. 500 milioni per il 1991 ed in L 1 miliardo\ne 500 milioni l' anno, per gli anni successivi.\nAl finanziamento dell' attività del Comitato si provvede\ncon stanziamento annuale, nell' ambito del Bilancio\ndel Consiglio Regionale, in relazione alle previsioni\ndi cui al 1o comma del presente articolo.\nla presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 6 novembre 1991"} | null |
campania | 1,991 | 1 | null | {'1': "Nel ruolo speciale ad esaurimento, istituito con LR\n6 febbraio 1990, n. 4 ai sensi dell' articolo 12 della Legge\n28 ottobre 1986 n. 730 e successive modifiche ed integrazioni,\nosservando le modalità e le procedure intervenute\nin materia, è inquadrato anche il personale comandato\ne/ o distaccato sino alla data di cessazione dei poteri\ncommissariali da parte del Presidente della Giunta Regionale.", '2': "Per gli effetti dell' articolo 1 della presente legge, la\ndotazione organica del ruolo speciale ad esaurimento è \nulteriormente integrata secondo l' allegata tabella A/ 1a.", '3': "Agli oneri finanziari per l' applicazione della presente\nlegge si fa fronte per l' anno 1990 con lo stanziamento\nin termini di competenza e di cassa di cui al Cap. 30 dello\nStato di previsione della spesa per l' anno 1990 che presenta\nsufficiente disponibilità .\nAgli oneri e per gli anni successivi si farà fronte con\ni corrispondenti dinanziamenti di bilancio, la cui entità \nsarà determinata con le leggi di bilancio, utilizzando quota\nparte delle risorse assegnate alla Regione ai sensi dell'\narticolo 8 della Legge 26 maggio 1970, n. 281.", '4': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127 2o comma della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel BollettinoUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 15 gennaio 1991\nAllegato : 1\nLivello I Add. pulizie posti -\nLivello II Ausiliario posti -\nLivello III Operatore posti 3\nLivello IV Esecutore posti 16\nLivello VI Istruttore posti 14\nLivello VII Istruttore dir. posti 15\nLivello VIII Funzionario posti 10\nLivello 1 qual. funz. Dirigente posti 2\nLivello 2 qual. funz. Dirigente sup. posti -\nTotale posti 60"} | null |
campania | 2,024 | 9 | null | {'1': "(Finalità e definizioni) \n1. La Regione disciplina l'attività oleoturistica al fine di valorizzare le produzioni olivicole del territorio, \nqualificare l'accoglienza nell'ambito di un'offerta turistica di tipo integrato, promuovere l'oleoturismo \nquale forma di turismo dotata di specifica identità e favorire lo sviluppo delle aziende olivicole \nconsentendo di ampliare le attività economiche in chiave turistica. \n2. Le attività oleoturistiche, nel rispetto della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Bilancio di previsione \ndello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 -Legge di \nstabilità 2020 - finanziaria) e del decreto del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e \ndel Ministro del Turismo del 26 gennaio 2022 (Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli \nstandard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività oleoturistica), sono disciplinate con la presente \nlegge. \n3. Con il termine “oleoturismo” si intendono tutte le attività turistiche orientate alla conoscenza dell’olio \nd’oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione \ndegli strumenti utili alla coltivazione dell'ulivo, la degustazione e la commercializzazione delle \nproduzioni aziendali dell'olio d'oliva, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere \ndidattico e ricreativo nell'ambito dei luoghi di coltivazione e produzione. \n4. Sono considerate attività oleoturistiche, ai fini della presente legge, le seguenti attività svolte nei \nluoghi di produzione o trasformazione: \na) le attività formative ed informative rivolte alle produzioni olivicole del territorio e alla \nconoscenza dell’olio, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche Denominazione di \nOrigine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP) nel cui areale si svolge l’ attività, \nquali, a titolo esemplificativo, le visite guidate agli oliveti di pertinenza dell’azienda, ai frantoi, le \nvisite nei luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo e alla produzione \ndell’olio, della storia e della pratica dell’attività olivicola e della conoscenza e cultura dell ’olio in \ngenere; \nb) le iniziative di carattere formativo e informativo svolte nell’ambito dei frantoi e degli oliveti, \ndalla raccolta dimostrativa delle olive all'allestimento di sale di degustazione interattive, in una \nlogica qualificata di turismo esperienziale; \nc) le attività di degustazione e connessa commercializzazione delle produzioni olivicole aziendali, \nanche in abbinamento ad alimenti, di cui all’articolo 6. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024", '2': "(Avvio delle attività di oleoturismo) \n1. Possono esercitare l'attività di oleoturismo: \na) gli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile, in forma individuale, societaria, \nconsortile o associata, nonché i produttori e i coltivatori diretti, che svolgono attività di olivicoltura \ne produzione di olio extravergine d’oliva; \nb) i consorzi per la tutela dell'olio a Denominazione di Origine Protetta della regione; \nc) i frantoi e le imprese di trasformazione e commercializzazione di prodotti olivicoli del territorio \ncampano; \nd) le organizzazioni di produttori del settore dell’olio riconosciute ai sensi del decreto ministeriale \n13 febbraio 2018, n. 617 (Nuove disposizioni nazionali in materia di riconoscimento e controllo \ndelle organizzazioni di produttori del settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola e loro \nassociazioni). \n2. L'attività oleoturistica è esercitata previa presentazione della Segnalazione di Inizio Attività (SC IA) \ndi cui all’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento \namministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) al Comune in cui intendono svolgere \nl’attività ovvero allo Sportello per le Attività Produttive e per l'edilizia abitativa (SUAP) competente \nper territorio. \n3. Il modello semplificato della SCIA per l'esercizio dell'attività oleoturistica è approvato con apposito \nprovvedimento regionale. \n4. Con cadenza mensile i Comuni trasmettono alle strutture regionali competenti copia delle SCIA \nacquisite.", '3': "(Requisiti per lo svolgimento dell’attività oleoturistica) \n1. Per lo svolgimento dell'attività oleoturistica è necessaria la presenza di personale addetto competente \ne dotato di un’adeguata formazione, con particolare riguardo alle caratteristiche del territorio, che sia \nricompreso tra il titolare dell’azienda o i familiari coadiuvanti, i soci, i dipendenti o i collaboratori \nesterni, e che sia in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: \na) diploma di scuola secondaria di secondo grado o laurea ad indirizzo agrario o, comunque, \nattinenti al settore di riferimento; \nb) aver svolto per almeno dodici mesi attività in ambito olivicolo nei cinque anni precedenti l'inizio \ndell'attività oleoturistica, comprovata da apposita autocertificazione riportante la descrizione \ndell'attività, i periodi di svolgimento e le aziende presso le quali l'attività è stata svolta; \nc) attestato di frequenza di un corso di formazione avente a oggetto l'attività oleoturistica \norganizzato dall'Amministrazione regionale, dalle associazioni di categoria, organismi di \nformazione o altro soggetto abilitato della durata minima pari a venticinque ore di formazione \nteorico-pratica.", '4': "(Formazione e promozione) \n1. L'Amministrazione regionale può organizzare autonomamente o in collaborazione con gli enti di \nformazione in possesso dell'accreditamento regionale, le associazioni di categoria agricole, i consorzi \nper la tutela dell’olio a Denominazione di origine prot etta della Regione Campania riconosciuti ai sensi \ndel decreto ministeriale 12 aprile 2000, n 61413 (Disposizioni generali relative ai requisiti di \nrappresentatività dei consorzi di tutela delle denominazioni di origine protette - DOP - e delle indicazioni \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024geografiche protette -IGP-), le associazioni oleoturistiche più rappresentative o altro soggetto abilitato, \ni corsi di formazione di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c). \n2. I corsi sono approvati dalla struttura regionale competente in materia di oleoturismo e turismo, \nsecondo le modalità determinate dalla Giunta regionale. \n3. L'Amministrazione regionale, in collaborazione con le associazioni di categoria agricole, i consorzi \nper la tutela dell’olio a Denominazione di origine protetta della Regione Campania riconosciuti ai sensi \ndel decreto ministeriale di cui al comma 1 e le associazioni oleoturistiche più rappresentative, sostiene \nlo sviluppo dell'oleoturismo attraverso attività di studio, ricerca, sperimentazione, formazione \nprofessionale e promozione.", '5': '(Standard minimi di qualità per lo svolgimento dell’attività oleoturistica) \n1. Fermi i requisiti generali, anche di carattere igienicosanitario e di sicurezza, previsti dalla normativa \nvigente, si prevedono i seguenti requisiti e standard di servizio per gli operatori che svolgono attività \noleoturistiche: \na) apertura settimanale o stagionale per un minimo di tre giorni, all’interno dei quali possono essere \nricompresi i giorni prefestivi e festivi; \nb) strumenti di prenotazione delle visite, preferibilmente informatici; \nc) cartello da affiggere all’ingresso dell’azienda che riporti i dati relativi all’accoglienza \noleoturistica, ed almeno gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate; \nd) sito o pagina web aziendale; \ne) indicazione dei parcheggi in azienda o nelle vicinanze; \nf) materiale informativo sull’azienda e sui suoi prodotti stampato in almeno due lingue compreso \nl’italiano; \ng) esposizione e distribuzione del materiale informativo sulla zona di produzione, sulle produzioni \ntipiche e locali, con particolare riferimento alle produzioni con denominazione di origine sia in \nambito oleicolo che agroalimentare, sulle attrazioni turistiche, artistiche, architettoniche e \npaesaggistiche del territorio in cui è svolta l’attività oleoturistica; \nh) ambienti dedicati e adeguatamente attrezzati per l’accoglienza e per la tipologia di attività in \nconcreto svolta dall’operatore oleoturistico; \ni) misure per facilitare l’accesso e la fruizione del percorso alle persone diversamente abili.', '6': "(Attività di degustazione e abbinamento di alimenti) \n1. L’attività di degustazione con l’abbinamento ai prodotti olivicoli deve avvenire con prodotti \nprovenienti dall’azienda o da altre aziende del territorio e preparati dall’azienda stessa, nel rispetto delle \ndiscipline e delle condizioni e dei requisiti igienico-sanitari previsti dalla normativa vigente e \nprevalentemente legati alle produzioni locali e tipiche della Regione Campania: DOP, IGP, Specialità \nTradizionale Garantita (STG), prodotti di montagna, prodotti che rientrano nei sistemi di certificazione \nregionali riconosciuti dalla Unione europea, prodotti agroalimentari tradizionali presenti nell’elenco \nnazionale pubblicato ed aggiornato annualmente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e \nforestali, della Regione Campania, nonché prodotti agroalimentari che hanno ottenuto un marchio di \nterritorialità riconosciuto a livello regionale o nazionale. \n2. Dall'attività di degustazione sono in ogni caso escluse le attività che prefigurano un servizio di \nristorazione; è esclusa pertanto la somministrazione di preparazioni gastronomiche. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024", '7': "(Elenco degli operatori dell'attività oleoturistica) \n1. È istituito congiuntamente, presso l'Assessorato regionale dell’Agricoltura e l'Assessorato regionale \nal Turismo, l'elenco regionale degli operatori delle attività oleoturistiche. \n2. I soggetti che svolgono le attività oleoturistiche sono inseriti nell'elenco a seguito della presentazione \ndella SCIA secondo le modalità di cui all’articolo 2, comma 3, della presente legge. \n3. La Giunta regionale, su proposta congiunta dell'Assessore regionale all’Agricoltura e dell'Assessore \nregionale al Turismo, con propria deliberazione approva la disciplina e le modalità per l’inserimento \ndegli operatori del settore nell'elenco di cui al comma 1.", '8': '(Osservatorio regionale sull’Oleoturismo della Regione Campania) \n1. Presso il Consiglio regionale della Campania è istituito l’Osservatorio regionale per l’Oleoturismo \ndella Campania composto: \na) dall’Assessore regionale all’Agricoltura o suo delegato; \nb) dall’Assessore regionale al Turismo o suo delegato; \nc) da tre rappresentanti designati dal Consiglio regionale, di cui uno indicato dalla Commissione \nconsiliare competente in materia di Agricoltura, uno dalla Commissione consiliare competente in \nmateria di Turismo e uno dalla Commissione competente sulle Aree Interne ove costituita; \nd) da un rappresentante di Unioncamere Campania; \ne) da un rappresentante per ciascun Consorzio di Tutela regionale riconosciuto a livello ministeriale; \nf) da un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni professionali agricole maggiormente \nrappresentative a livello regionale; \ng) da un rappresentante delle principali organizzazioni di categoria del Turismo. \n2. La partecipazione ai lavori dell’Osservatorio è a titolo gratuito e non comporta, in ogni caso, indennità \naggiuntive o rimborsi spese. \n3. L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale garantisce il necessario supporto organizzativo per \nl’espletamento delle funzioni e dei compiti dell’Osservatorio. \n4. L’Osservatorio è formalmente e pienamente attivo se nominati almeno la metà più uno dei suoi \ncomponenti. \n5. L’Osservatorio ha funzioni consultive, propositive e di monitoraggio delle politiche della Regione \nCampania per la promozione, tutela e valorizzazione degli aspetti sociali, economici e storico-culturali \nlegati alla coltura dell’olio in generale e dell’ oleoturismo in particolare, nonché funzioni di formazione, \ninformazione e comunicazione che attengono alle tematiche della presente legge.', '9': "(Vigilanza e Controllo) \n1. Fatte salve le competenze di altri soggetti indicati nella normativa statale e regionale, in particola re \nin materia di igiene, sicurezza alimentare e degli ambienti di lavoro, la vigilanza sull'osservanza della \npresente legge è esercitata dai Comuni. \n2. I Comuni trasmettono alla Regione e all’Osservatorio di cui all’articolo 8, entro il 31 maggio di ogni \nanno, una relazione sull'attività di controllo e vigilanza posta in essere nell'anno precedente. \n3. Con successivo regolamento adottato con deliberazione della Giunta regionale sono stabilite le \nmodalità di svolgimento dei controlli da effettuare da parte dei Comuni. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024", '10': "(Sanzioni) \n1. Chiunque svolge le attività di oleoturismo senza aver presentato la SCIA di cui all'articolo 2 è \nsoggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000,00 ad euro 6.000,00. Il Comune dispone \nla chiusura dell'attività svolta senza titolo abilitativo. L'attività di oleoturismo non può essere intrapresa \ndall'imprenditore responsabile dell'infrazione di cui al presente comma nei successivi dodici mesi. \n2. Chiunque svolge le attività di oleoturismo senza i requisiti e gli standard minimi di qualità di cui \nall'articolo 4, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 ad euro 3.000,00. \n3. L'operatore oleoturistico è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 250,00 ad euro \n1.500,00 per: \na) mancato rispetto delle modalità di esercizio delle attività indicate nella SCIA; \nb) mancata esposizione al pubblico della SCIA; \nc) utilizzo di prodotti non conformi a quanto stabilito dall'articolo 6. \n4. Per l'accertamento e la contestazione delle infrazioni a questa legge si applica la specifica pe r \nl'applicazione delle sanzioni amministrative di competenza regionale.", '11': "(Sospensione e cessazione dell'attività) \n1. Nel caso di accertamento di una delle violazioni indicate al comma 2 dell'articolo 10, il Comune \nsospende l'esercizio dell'attività oleoturistica per un periodo compreso tra i dieci e i trenta giorni. \n2. In caso di reiterazione di una delle violazioni di cui al comma 2 dell'articolo 10, il Comune dispone \nla cessazione dell'attività. \n3. I provvedimenti di sospensione e di cessazione sono comunicati al Prefetto per gli effetti di cui ai \ncommi 4 e 5 dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 \n(Attuazione della delega di cui all'art. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382). \n4. I provvedimenti di sospensione e cessazione sono comunicati altresì alla struttura organizzativa \nregionale competente.", '12': "(Disposizioni transitorie) \n1. Le aziende già in attività non sono tenute a presentare una nuova SCIA ai sensi dell'articolo 2 e si \nadeguano alle disposizioni della presente legge entro dodici mesi dalla data della sua entrata in vigore.", '13': '(Norma finanziaria) \n1. Per le attività di formazione e di promozione, previste dalla presente legge, per l’anno 2024, si fa \nfronte con uno stanziamento di euro 50.000,00 sulla Missione 16, Programma 1, Titolo I, mediante \nprelievo di pari importo dalla Missione 20, Programma 3, Titolo I del bilancio di previsione finanziaria \nper il triennio 2024-2026. \n \n \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024', '14': "(Norma finale) \n1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni dei commi 513 e 514 \ndell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 e del decreto del Ministro delle Politiche Agricole, \nAlimentari e Forestali e del Ministro del Turismo del 26 gennaio 2022.", '15': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 8 | null | {'1': "(Modifiche all’articolo 2 della legge regionale 20 luglio 2022, n. 11) \n1. Alla legge regionale 20 luglio 2022, n. 11 (Disposizioni in materia di organizzazione del Consiglio \nregionale), sono apportate le seguenti modificazioni: \na) il comma 4 dell’articolo 2 è sostituito dal seguente: \n“4. I regolamenti di cui al presente articolo e i successivi aggiornamenti sono adottati nel rispetto \ndei criteri generali di cui all’articolo 1 e assicurano, in ogni caso, un modello organizzativo: \na) costituito da un Segretariato generale articolato in due Direzioni generali, a propria volta \norganizzate in strutture complesse, denominate Settori, preordinate al coordinamento di più unità \noperative dirigenziali semplici, denominate Servizi; \nb) articolato in un numero massimo di strutture dirigenziali non superiore a sedici, compresa la \nSegreteria generale, presso la quale possono essere istituite unità operative semplici.” \nb) dopo il comma 4 dell’articolo 2 sono inseriti i seguenti: \n“4 bis. Nel rispetto dei principi sanciti al comma 12 -bis dell’articolo 23 della legge regionale 27 \ngennaio 2012, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012 – \n2014 della Regione Campania - legge finanziaria regionale 2012) e all’articolo 3, comma l, del \ndecreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 (Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità \namministrativa delle amministrazioni pubbliche), convertito, con modificazioni, dalla legge 21 \ngiugno 2023, n. 74, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale, con la procedura indicata \nai commi 1, 2 e 3, sono disciplinati: \na) i compiti e l’organizzazione dei seguenti uffici di diretta collaborazione del Presidente: Ufficio \ndi Gabinetto e Segreteria particolare; \nb) il portavoce del Presidente del Consiglio regionale di cui all’articolo 6 della legge regionale 6 \nfebbraio 2018, n. 1 (Norme in materia di informazione e comunicazione); \nc) i compiti e l’organizzazione degli uffici dei componenti dell’Ufficio di presidenza, dei Presidenti \ndelle Commissioni consiliari permanenti e speciali, nonché del rappresentante dell’opposizione; \nd) il trattamento economico dei responsabili di segreteria presso gli uffici di diretta collaborazione; \ne) il limite massimo del personale, nel rispetto della capacità assunzionale dell’Ente, da assegnare \nalle strutture di cui al presente comma tra dipendenti regionali, dipendenti di altre pubbliche \namministrazioni, dipendenti di cui al comma 2 dell’articolo 46 della legge regionale 26 luglio 2002, \nn. 15 (Legge finanziaria regionale per l'anno 2002), in posizione di aspettativa, fuori ruolo o \ncomando o altro analogo provvedimento secondo i rispettivi ordinamenti; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024f) l’emolumento unico omnicomprensivo di cui all’articolo 23, commi 12 -ter e 12-quater, della \nlegge regionale 1/2012. \n4 ter. Con le modalità di cui al presente articolo sono definiti altresì: \na) i compiti degli Uffici di supporto ai gruppi consiliari; \nb) il limite massimo del personale, nel rispetto della capacità assunzionale dell’Ente, da assegnare \nalle strutture di cui al presente comma tra dipendenti regionali, dipendenti di altre pubbliche \namministrazioni, dipendenti di cui al comma 2 dell’articolo 46 della legge regionale 15/2002 in \nposizione di aspettativa, fuori ruolo o comando o altro analogo provvedimento secondo i rispettivi \nordinamenti, collaboratori con contratto di diritto privato, esperti e consulenti; \nc) nei limiti disposti dall’articolo 5 della legge regionale 24 dicembre 2012, n. 38 (Disposizioni di \nadeguamento al decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174 (Disposizioni urgenti in materia di finanza e \nfunzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate \nnel maggio 2012) convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213) il trattamento \neconomico dei coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari e l’emolumento unico \nomnicomprensivo del personale. ”. \nc) dopo l’articolo 2 è inserito il seguente: \n“Art. 2 -bis. (Accesso alla qualifica dirigenziale del Consiglio regionale) \n1. L’accesso alla qualifica dirigenziale del ruolo della dirigenza del Consiglio regionale avviene \nsulla base della programmazione del fabbisogno, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, del decreto -\nlegge 9 giugno 2021, n. 80 (Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle \npubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza \n(PNRR) e per l'efficienza della giustizia). Nei concorsi indetti dal Consiglio regionale una \npercentuale non superiore al cinquanta per cento dei posti messi a concorso è riservata al personale \ndipendente del Consiglio regionale. \n2. Per l’ammissione è richiesto in ogni caso il possesso dei seguenti requisiti: \na) diploma di laurea, attinente al posto messo a concorso; \nb) cinque anni di servizio effettivo, maturato in posizioni funzionali per il cui accesso sia richiesto \nil diploma di laurea, nell’amministrazione regionale o in altre amministrazioni pubbliche ovvero \nl’aver ricoperto incarichi dirigenziali o equiparati in altre strutture, pubbliche o private, per almeno \ncinque anni, ovvero un diploma di specializzazione universitaria attinente al posto messo a concorso \no altri titoli universitari. \n3. Nelle procedure concorsuali di accesso alla qualifica dirigenziale di cui al comma 1 sono \nesonerati dalla prova preselettiva i candidati, in possesso dei requisiti richiesti dal bando, dipendenti \ndi ruolo con qualifica non dirigenziale del Consiglio regionale con almeno cinque anni di anzianità, \nnonché i dirigenti a tempo determinato della medesima amministrazione, in possesso dei requisiti \nrichiesti dal bando, assunti a seguito di procedura ad evidenza pubblica, che negli ultimi quindici \nanni abbiano maturato, anche non continuativamente, almeno cinque anni di anzianità in strutture \namministrative del Consiglio regionale diverse da quelle di diretta collaborazione politica. \n4. Ai sensi dell’articolo 28, comma l ter, del decreto legislativo 165/2001, come modificato \ndall’articolo 3, comma 3, del decreto -legge 80/2021, fatta salva la percentuale non inferiore al \ncinquanta per cento dei posti da ricoprire, destinata all’accesso dall’esterno, una quota non superiore \nal trenta per cento dei posti di qualifica dirigenziale residui disponibili sulla base delle facoltà \nassunzionali autorizzate è riservata dal Consiglio regionale al proprio personale in servizio a tempo \nindeterminato, in possesso dei titoli di studio previsti a legislazione vigente e che abbia maturato \nalmeno cinque anni di servizio nell’amministrazione regionale in posizioni funzionali per il cui \naccesso sia richiesto il diploma di laurea. Il personale di cui al presente comma è selezionato \nattraverso procedure comparative, che tengono conto della valutazione conseguita nell’attività \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024svolta, dei titoli professionali, di studio o di specializzazione ulteriori rispetto a quelli previsti per \nl’accesso alla qualifica dirigenziale, della tipologia e del numero degli incarichi rivestiti, con \nparticolare riguardo a quelli inerenti agli incarichi da conferire, e sono volte ad assicurare la \nvalutazione delle capacità, attitudini e motivazioni individuali. A tal fine, i bandi definiscono gli \nambiti di competenza da valutare e prevedono prove scritte e orali di esclusivo carattere \nesperienziale, finalizzate alla valutazione comparativa e definite secondo metodologie e standard \nriconosciuti. ”.", '2': '(Norma finanziaria) \n1. All’attuazione della presente legge si provvede senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale, \nnei limiti delle risorse già iscritte a legislazione vigente nello stato di previsione della spesa.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 3 | null | {'1': '(Rappresentanza delle persone con disabilità nell’ambito della commissione consultiva prevista \ndall’articolo 7, comma 1) \n1. Dopo la lettera l) del comma 1, dell’articolo 7 della legge regionale 4 dicembre 2023, n. 22 \n(Disposizioni in materia di interventi assistiti con gli animali), sono aggiunte le seguenti lettere: \n“m) un designato delle organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, \na seconda della specifica esigenza al progetto da valutare; \nn) un componente esperto in materia di disabilità nominato dal Presidente della commissione \nIstruzione e Cultura Ricerca Scientifica Politiche Sociali. ”.', '2': '(Norma finanziaria) \n1. All’attuazione delle disposizioni della presente legge si provvede nell’ambito delle risorse umane, \nstrumentali e finanziarie a legislazione vigente e da essa non derivano nuovi o maggiori oneri a carico \ndel bilancio regionale.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 2 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 77.174,99, derivante da provvedimenti esecutivi \npronunciati dall’autorità giudiziaria, riassuntivamente descritti nell’allegato A e nella scheda di \nrilevazione di partita debitoria unita alla deliberazio ne dell’Ufficio di Presidenza del 18 dicembre 2023, \nn. 200, è riconosciuto legittimo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto \nlegislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e \ndegli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e \n2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 \n(Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni \nin materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti \nlocali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e dal d ecreto \nlegge 30 aprile 2019, n. 34, convertito con modificazione dalla legge 28 giugno 2019, n. 58 (Misure \nurgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi – decreto crescita).', '2': '(Norma finanziaria) \n1. Al debito individuato all’articolo 1, pari all’importo complessivo di euro 77.174,99, si provvede \nmediante copertura, in termini di competenza e cassa, con le somme già disponibili di euro 70.981,75, \nsullo stanziamento della Missione 1, Programma 1, Titolo 1, macro aggregato 103, per le spese di \nrisarcimento danni e di euro 6.193,24 per il pagamento delle spese legali dovute alla soccombenza in \ngiudizio da parte dell’Ente, sullo stanziamento della Missione 1, Programma 11, Titolo 1, macro \naggregato 103 del bilancio di previsione 2023/2025 – esercizio 2023, del Consiglio regionale. \n2. Il pagamento a favore del creditore è eseguito con espressa riserva di ripetizione dell’esito \ndell’eventuale giudizio di opposizione', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 4 | null | {'1': '(Modifica dell’articolo 3 della legge regionale 30 settembre 2008, n. 12) \n1. All’articolo 3, comma 1, della legge regionale 30 settembre 2008, n. 12 (Nuovo ordinamento e \ndisciplina delle Comunità montane), il numero 17 è sostituito dal seguente: \n“17) Comunità montana Gelbison e Cervati: \nCannalonga (SA), Castelnuovo Cilento (SA), Ceraso (SA), Moio della Civitella (SA), Novi Velia (SA), \nOrria (SA), Perito (SA), Vallo della Lucania (SA);”.', '2': '(Clausola di invarianza finanziaria) \n1. All’attuazione delle disposizioni della presente legge si provvede nell’ambito delle risorse umane, \nstrumentali e finanziarie a legislazione vigente e da essa non derivano nuovi o maggiori oneri a carico \ndel bilancio regionale.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 5 | null | {'1': "(Oggetto della legge) \n1. La Regione Campania disciplina con la presente legge la salvaguardia, la valorizzazione, l'assetto e \nl’utilizzazione del territorio mediante un sistema di pianificazione territoriale e urbanistica.”.", '2': "(Obiettivi della pianificazione territoriale e urbanistica) \n1. La pianificazione territoriale e urbanistica, nel perseguire le finalità di rigenerazione territoriale e \nurbana, di sostenibilità ambientale, ecologica, urbanistica, economica e sociale, di rafforzamento della \nresilienza urbana, di contrasto al consumo di suolo e di incremento del suolo permeabile, anche ai fini \ndella prevenzione degli effetti indotti dai cambiamenti climatici, è orientata a promuovere processi di \nsviluppo sostenibile delle comunità insediate, per una migliore qualità di vita delle persone, attraverso \nle seguenti azioni prioritarie: \na) limitazione dell’espansione e della dispersione degli insediamenti attraverso processi di riuso, di \nrecupero delle aree degradate e di densificazione urbana, garantendo al contempo il soddisfacimento \ndelle dotazioni territoriali e urbane e dei servizi ecosistemici; \nb) riduzione dei fattori di rischio idrogeologico, sismico, vulcanico e di altri rischi naturali e antropici \nal fine di garantire la salvaguardia degli ecosistemi e la sicurezza degli insediamenti; \nc) tutela, salvaguardia e valorizzazione delle risorse paesaggistiche, ambientali e storico-culturali dei \nterritori, dei tessuti insediativi storici, dei suoli agricoli e delle attività produttive connesse; \nd) adeguamento delle dotazioni territoriali e urbanistiche di tipo prestazionale-qualitativo e quantitativo-\nfunzionale; \ne) promozione e incentivazione del risparmio energetico, della produzione e distribuzione di energia da \nfonti rinnovabili e dell'efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente; \nf) incremento della sicurezza dei manufatti esistenti mediante interventi di adeguamento e \nmiglioramento sismico; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024g) riconfigurazione degli spazi urbani come infrastrutture verdi; \nh) potenziamento della mobilità sostenibile; \ni) incremento dell’offerta di edilizia residenziale pubblica e sociale ai fini del riconoscimento del diritto \nall’abitazione e per favorire la coesione sociale; \nj) promozione della partecipazione attiva delle comunità locali al governo del territorio. \n2. Per i fini di cui al comma 1, la presente legge provvede a: \na) individuare le competenze dei diversi livelli istituzionali, favorendone la cooperazione secondo il \nprincipio di sussidiarietà; \nb) garantire il rispetto dei principi di trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione amm inistrativa, \nmediante la semplificazione e la razionalizzazione dei procedimenti di programmazione e \npianificazione; \nc) assicurare la concertazione dei diversi livelli istituzionali con tutte le organizzazioni e associazioni la \ncui missione è connessa alle politiche territoriali, ambientali e urbanistiche.”.", '3': "(Introduzione degli articoli 2 bis, 2 ter, 2 quater, 2 quinquies e 2 sexies nella legge regionale \n22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Dopo l’articolo 2 della legge regionale 16/2004 sono introdotti i seguenti: \n“Art. 2 bis (Definizioni) \n1. Il territorio comunale, ai fini della presente legge, è suddiviso in territorio urbanizzato e territorio \nrurale come specificato nel presente articolo. \n2. Il territorio urbanizzato è dotato di urbanizzazione primaria e secondaria, costituito da aree \ncompletamente o parzialmente edificate a destinazione residenziale, industriale e artigianale, \ncommerciale, direzionale, di servizio, turistico-ricettiva, da attrezzature pubbliche e di uso pubblico, \nverde urbano e impianti tecnologici. Sono incluse altresì le aree inedificate, interamente o parzialmente \nintercluse, ad eccezione delle aree identificate come territorio rurale di cui al comma 4. \n3. Il territorio urbanizzato è composto: \na) dalla città consolidata definita da quella parte di territorio prevalentemente edificata caratterizzata da \ncontinuità dell’assetto insediativo, morfologico -planimetrico e da una armatura infrastrutturale. La città \nconsolidata comprende anche la città storica costituita da agglomerati e nuclei urbani di valore storico, \nurbanistico, architettonico, artistico, ambientale o paesaggistico, ai quali sia attribuito carattere \nidentitario e testimoniale, incluse le aree circostanti che possano considerarsi parte integrante degli \nagglomerati stessi; \nb) dalla città di margine costituita dalle aree periurbane caratterizzate da fenomeni di diffusione urbana, \ndalla presenza di aree produttive, ancorché dismesse o sottoutilizzate, da tessuti insediativi \nmorfologicamente eterogenei o discontinui. \n4. Il territorio rurale è costituito da aree destinate ad attività agricole, forestali e pascolative, anc orché \nincolte e ruderali, comprese le aree agricole interne al perimetro del territorio urbanizzato di cui al \ncomma 2 e da aree naturali. \n5. Il territorio rurale è composto: \na) dal territorio rurale urbano intercluso caratterizzato dalle aree destinate ad attività agricole, forestali, \npascolative parzialmente o totalmente intercluse nel territorio urbanizzato di cui al comma 2; \nb) dal territorio rurale periurbano definito dalla dispersione urbana in cui sussistono gli usi produttivi \nagro-silvo-pastorali, caratterizzato da bassa densità insediativa, da condizioni di frammentazione \nparticellare, topologica e di attraversamento di grandi infrastrutture a rete, anche con la presenza di \ninsediamenti industriali e tecnologici, con fenomeni di sottoutilizzo e abbandono; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024c) dal territorio rurale aperto costituito dall'insieme delle aree destinate ad attività agricole, forestali, \npascolative, ancorché incolte e ruderali; \nd) dal territorio naturale caratterizzato da un livello di antropizzazione nullo o molto limitato, con \nprevalente presenza di habitat ed ecosistemi a media e alta naturalità anche interno al territorio \nurbanizzato. \nArt. 2 ter (Contrasto al consumo di suolo) \n1 Il consumo di suolo è definito dall'incremento del territorio interessato da interventi di edificazione, \nimpermeabilizzazione, copertura artificiale, scavo o rimozione tali da comprometterne le funzioni \necosistemiche e le potenzialità produttive agricole . Tali interventi di norma sono consentiti nell’ambito \ndel territorio urbanizzato, salvo quanto specificato nel presente articolo. \n2. Il contrasto al consumo di suolo si persegue mediante: \na) limitazione degli usi trasformativi dei suoli agricoli nell’ambito del territorio rurale di cui al comma \n5 dell’articolo 2 bis; \nb) interventi di de-impermeabilizzazione e rinaturalizzazione di suoli urbanizzati. \n3. Nell’ambito del territorio urbanizzato, di cui al comma 3 dell’articolo 2 bis, per le finalità del presente \narticolo, sono consentiti interventi di densificazione e riconfigurazione, con esclusione della città \nstorica. \n4. Nel territorio rurale, di cui al comma 5 dell’articolo 2 bis, sono consentiti nuovi interventi purché \nstrettamente funzionali alle esigenze di conduzione di una azienda agricola. Inoltre sono consentiti, in \nvia straordinaria, interventi per opere pubbliche e di pubblica utilità, solo a condizione che sia \npreliminarmente verificata l’impossibilità di riutilizzare aree già urbanizzate o impermeabilizzate con \ncopertura artificiale, o interessate da scavi di particolare estensione e comunque all'interno di un assetto \ncomplessivo tale da assicurare il minor impatto e consumo di suolo possibile e per non incrementare la \ndiffusione degli insediamenti e la frammentazione degli ecosistemi. \nArt. 2 quater (Contrasto agli effetti indotti dai cambiamenti climatici) \n1. I piani territoriali e urbanistici e i programmi d’intervento indicano espressamente, ciascuno alla \npropria scala, la strategia eco-sistemica per contrastare gli effetti indotti dai cambiamenti climatici in \nambiente urbano, mitigarne le cause e produrre effetti di adattamento. \n2. La strategia di contrasto ai cambiamenti climatici si definisce prioritariamente mediante interventi di: \na) riconfigurazione insediativa, mirata alle parti urbane caotiche e densamente edificate, con scarsi \nvalori ambientali ed aree impermeabili; \nb) adattamento energetico e qualificazione del patrimonio edilizio, anche mediante sostituzioni edilizie; \nc) infrastrutturazione verde con incremento, qualificazione e messa in rete dei servizi ecosistemici \nprodotti dalle superfici permeabili e dal patrimonio vegetale urbano, con particolare riferimento alla \ncopertura arborea; realizzazione e potenziamento dei sistemi di drenaggio sostenibile, fitodepurazione \ne accumulo delle acque, in particolare meteoriche, finalizzati al loro riuso per finalità di irrigazione, \nraffrescamento, igiene urbana e sicurezza antincendio. \n3. La strategia di contrasto agli effetti indotti dai cambiamenti climatici è dettagliata in sede di \nValutazione Ambientale Strategica (VAS), mediante l'esplicitazione di un insieme di indicatori, definiti \ndurante la fase di predisposizione dei piani e dei programmi, rispetto ai quali condurre, in fase di \nattuazione, un’attività di monitoraggio e controllo. \nArt. 2 quinquies (Strategie di messa in sicurezza dei territori dai rischi) \n1. Il Piano territoriale metropolitano e i Piani territoriali di coordinamento provinciale, sulla base delle \nscelte strategiche del Piano territoriale regionale, definiscono i diversi livelli di sostenibilità urbanistica \ne ambientale sui territori di rispettiva competenza, in funzione della tipologia e del grado di rischio \nattesi. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 20242. Le strategie di cui al comma 1 si definiscono mediante interventi di prevenzione, manutenzione \nterritoriale e adattamento, come anche di riconfigurazione insediativa e delocalizzazione di insediamenti \nsoggetti a rischio antropico, idraulico, geologico, sismico e vulcanico. \n3. Le strategie di messa in sicurezza dei territori dai rischi sono dettagliate, in sede di VAS, mediante \nl'esplicitazione di un insieme di indicatori, definiti durante la fase di predisposizione dei Piani e dei \nProgrammi, rispetto ai quali condurre, in fase di attuazione, una trasparente attività di monitoraggio e \ncontrollo. \nArt. 2 sexies (Osservatorio sul consumo di suolo, sui cambiamenti climatici e sui rischi naturali e \nartificiali) \n1. La Regione istituisce l’Osservatorio sul consumo di suolo, sui cambiamenti climatici e sui rischi \nnaturali e artificiali, che ha sede presso la struttura amministrativa regionale competente in materia di \ngoverno del territorio. \n2. All’Osservatorio sono affidati compiti di monitoraggio, elaborazione di proposte e rilevazione delle \nbuone pratiche adottate dai Comuni in attuazione della presente legge. La Giunta regionale, sulla base \ndelle attività dell’Osservatorio, definisce periodicamente misure incentivanti e regolative idonee a \ncontrastare il consumo di suolo, a favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici e prevenire i rischi \nnaturali e artificiali. \n3. La partecipazione ai lavori dell’Osservatorio è a titolo gratuito e non comporta corresponsione di \nindennità, compensi o altri emolumenti comunque denominati, né di rimborsi spese. Al funzionamento \ndell’Osservatorio si provvede con le risorse umane, str umentali e finanziarie disponibili a legislazione \nvigente.”.", '4': '(Modifiche all’articolo 3 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 3 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) L’alinea del comma 2 è sostituta dalla seguente: \n“2. La pianificazione territoriale e urbanistica disciplina con un sistema normativo, di vincoli e di \nincentivi coerenti con le finalità e le azioni prioritarie di cui all’articolo 2, tutte le attività di iniziativa \nsia pubblica sia privata che comportano una trasformazione significativa del territorio, definendo in \nparticolare:”; \nb) Il comma 3 è sostituito dal seguente: \n“3. La pianificazione, territoriale e urbanistica, si sviluppa sia secondo una dimensione spaziale di \nlivello regionale, di area vasta e locale, sia secondo una dimensione funzionale di livello strutturale \nstrategico, programmatico e regolativo.”.', '5': '(Partecipazione e pubblicità nei processi di pianificazione) \n1. Gli enti titolari di funzioni relative alla pianificazione territoriale e urbanistica, fin dall’avvio del \npercorso di redazione di un Piano o Programma, promuovono idonee forme di partecipazione attiva \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024delle comunità, attraverso il coinvolgimento delle stesse nel processo decisionale, dall’avvio della fase \npreliminare fino al monitoraggio e alla gestione dei piani e dei programmi. \n2. Il processo partecipativo è un percorso strutturato di dialogo e confronto, mediante attività di \npubblicizzazione, comunicazione e consultazione tra enti pubblici, associazioni, organizzazioni e di \ncittadini portatori di interessi collettivi finalizzato alla condivisione dei processi decisionali. \n3. I risultati dei processi partecipativi contribuiscono alla definizione dei contenuti degli strumenti di \npianificazione territoriale e urbanistica.”.', '6': '(Sostituzione dell’articolo 5 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 5 della legge regionale 16/2004 è sostituito dal seguente: \n“', '7': "(Modifiche all’articolo 6 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 6 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1, sono soppresse le parole: “entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore \ndella presente legge”; \nb) al comma 2, sono soppresse le parole: “, altresì,” e “, secondo quanto disciplinato dall'articolo \n17”.", '8': "(Modifiche all’articolo 7 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 7 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) il comma 1 è sostituito dal seguente: \n“1. L'adozione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica e delle relative variazioni \nspetta, nell'ambito di rispettiva competenza, alla Regione, alla Città metropolitana di Napoli, alle \nProvince e ai Comuni, che ne accertano la loro conformità alle norme statali e regionali in materia \ndi governo del territorio, nonché alle norme ambientali, paesaggistiche, sanitarie e edilizie e alle \nnormative e disposizioni dei piani direttamente cogenti sugli stessi.”; \nb) dopo il comma 1, è introdotto il seguente: \n“1 bis. La Regione verifica la coerenza dei piani delle Province e della Città Metropolitana di Napoli \nalle strategie, agli obiettivi e alle azioni del Piano territoriale regionale. Le Province e la Città \nMetropolitana di Napoli verificano la coerenza dei piani urbanistici comunali alle strategie, agli \nobiettivi e alle azioni del proprio strumento di pianificazione territoriale.”; \nc) al comma 2, le parole: “, racchiusi nei Sistemi territoriali di sviluppo, così come individuati dal \nPTR e dai PTCP” sono sostituite dalle seguenti: “omogenei, come definiti ai diversi livelli di \npianificazione paesaggistica e territoriale”; \nd) dopo il comma 3 sono aggiunti i seguenti: \n“3 bis. La Regione garantisce e promuove la tutela, la conservazione, la salvaguardia e la \nvalorizzazione dei paesaggi della Campania, anche attuando i principi dello sviluppo sostenibile \ncontenuti nelle disposizioni della pianificazione territoriale e urbanistica. \n3 ter. Gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, sull'intero territorio regionale, attuano \ni principi della Convenzione europea del paesaggio ratificata con legge 9 gennaio 2006, n. 14 \n(Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000) \ne si conformano al Piano paesaggistico di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice \ndei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 e \nall’articolo 3 della legge regionale 13 ottobre 2008, n. 13 (Piano territoriale regionale).”. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024", '9': '(Modifiche all’articolo 8 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 8 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1 e al comma 2, dopo la parola “Regione”, sono aggiunte le seguenti “, alla Città \nMetropolitana”; \nb) al comma 2, la parola “esclusivamente” è soppressa.', '10': '(Modifiche all’articolo 10 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Al comma 2 dell’articolo 10 della legge regionale 16/2004 il secondo periodo è soppresso.', '11': '(Modifiche all’articolo 11 della legge regionale 22 dicembre 2004, n.16) \n1. All’articolo 11 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) alla rubrica, la parola “sovraordinata” è sostituita dalla seguente: “territoriale”; \nb) al comma 1, prima delle parole “le province” sono inserite le parole: “La Città Metropolitana ,”, \nle parole “, nei casi e con le modalità previsti dalla presente legge,” sono soppresse e la parola \n“sovraordinati” è sostituita dalla seguente: “territoriali”. \nc) al comma 3, le parole “sia assicurata la omogeneità” sono sostituite dalle seguenti: “siano \nassicurate la coerenza e l’organicità”.', '12': "(Modifiche all’articolo 12 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 12 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1, le parole “dei piani urbanistici comunali - Puc – e degli atti di programmazione degli \ninterventi di cui all'articolo 25” sono sostituite dalle seguenti: “degli strumenti urbanistici” e dopo \nla parola “Regione” sono aggiunte le parole: “, Città Metropolitana”; \nb) i commi 15 e 16 sono abrogati.", '13': "(Modifiche all’articolo 13 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 13 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) il comma 1 è sostituito dal seguente: \n“1. La Regione adotta e approva il Piano Territoriale Regionale (PTR) in aderenza agli obiettivi e \nai contenuti fissati dalla programmazione statale e socio-economica regionale, anche al fine di \ngarantire la coerenza strategica degli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e \nmetropolitana e rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione \nregionale e per gli altri documenti di programmazione dei fondi strutturali.”; \nb) all’alinea del comma 2, la parola “individua” è sostituita dalle seguenti: “definisce strategie, \nobiettivi, criteri e misure per la pianificazione territoriale, urbanistica e settoriale e in particolare”; \nc) alla lettera b) del comma 2, sono soppresse le parole: “, nonché gli impianti e gli interventi \npubblici dichiarati di rilevanza regionale”; \nd) la lettera c) è sostituita dalla seguente: “gli indirizzi e i criteri per la pianificazione territoriale, \nurbanistica e la cooperazione istituzionale”; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024e) all’alinea del comma 3, dopo la parola “definisce” è aggiunta la parola: “inoltre”; \nf) alla lettera a) del comma 3, tra la parola “pianificazione” e la parola “provinciale”, sono aggiunte \nle parole: “metropolitana e”; \ng) la lettera b) del comma 3 è sostituita dalla seguente: \n“b) gli indirizzi e le strategie per la pianificazione di area vasta per una corretta dislocazione dei \nnuovi assetti insediativi in funzione di futuri scenari di sviluppo territoriale, monitorando i \nconseguenziali effetti che ne derivano anche mediante la determinazione dei livelli di sostenibilità \nurbanistica, finalizzati al perseguimento degli obiettivi di riequilibrio territoriale;”; \nh) alla lettera d) del comma 3, tra la parola “pianificazione” e la parola “provinciale” sono aggiunte \nle parole: “metropolitana e” e le parole “di minori dimensioni” sono soppresse; \ni) alla lettera f) del comma 3, le parole “trasformazione o da elevato livello di rischio” sono sostituite \ndalle seguenti: “trasformazione e da elevato livello di rischio naturale e antropico anche finalizzati \na ridurne la densità abitativa ”; \nj) la lettera g) del comma 3 è sostituita dalla seguente: \n“g) i criteri per la individuazione e la bonifica dei siti inquinati di interesse regionale; \nk) dopo il comma 3, sono aggiunti i seguenti commi: \n“3 bis. La Giunta regionale adotta il PTR e lo trasmette al Consiglio regionale per l'approvazione. \nIl PTR approvato è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \n3 ter. Le varianti e gli aggiornamenti del PTR seguono il procedimento di formazione previsto nel \nRegolamento di attuazione, di cui all'articolo 43-bis. Le variazioni tecniche degli elaborati del PTR, \nnecessarie al recepimento di sopravvenute disposizioni legislative statali immediatamente \noperative, sono approvate con delibera di Giunta regionale.”.", '14': '(Abrogazione dell’articolo 15 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 15 della legge regionale 16/2004 è abrogato.', '15': '(Abrogazione dell’articolo 16 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 16 della legge regionale 16/2004 è abrogato.', '16': '(Modifiche all’articolo 17 della legge regionale 22 dicembre 2004, n.16) \n1. Al comma 1 dell’articolo 17 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) l’alinea è sostituita dalla seguente: \n“1. Il SIT ha i seguenti compiti:”; \nb) dopo la lettera g) è aggiunta la seguente: \n“g bis) monitorare il consumo di suolo.”.', '17': "(Modifiche all’articolo 18 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 18 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1, le parole “e nel perseguimento degli obiettivi di cui all'articolo 2” sono soppresse; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024b) al comma 2, la lettera b) è sostituita dalla seguente: \n“b) concorre insieme al PTR a definire gli obiettivi di performance ecologico -ambientali fornendo \nindirizzi e limiti prestazionali, qualitativi e quantitativi, da rispettare nella redazione degli strumenti \nurbanistici comunali;” e, alla lettera e) la parola “sovracomunale” è sostituita con le parole: “di area \nvasta”; \nc) il comma 3 è sostituito dal seguente: \n“3. La pianificazione territoriale a scala provinciale si realizza mediante il Piano Territoriale di \nCoordinamento Provinciale (PTCP) con funzione di assetto strutturale - programmatico del proprio \nterritorio.”; \nd) dopo il comma 3, sono aggiunti i seguenti: \n“3 bis. Il PTCP recepisce le disposizioni della pianificazione paesaggistica, ambientale e territoriale \nregionale. \n3 ter. Il PTCP favorisce la rigenerazione territoriale e la tutela e valorizzazione dei territori \nurbanizzati e rurali di cui all’articolo 2 bis. \n3 quater. II PTCP definisce l’assetto del proprio territorio in relazione alle funzioni insediative e \nalle attività produttive, del terziario, turistiche e d'interesse di area vasta, provvedendo in particolare \na territorializzare la tensione insediativa su lla base degli indirizzi dettati dal PTR di cui all’articolo \n13.”; \ne) il comma 4 è sostituito dal seguente: \n“4. Il PTCP indica gli elementi strutturali del territorio, le infrastrutture e le attrezzature puntuali e \ndi interesse di area vasta e le aree di pericolosità e di rischio naturale e antropico.”; \nf) l’alinea del comma 5 è sostituita dalla seguente: \n“La funzione strutturale del PTCP riguarda:”; \ng) la lettera b) del comma 5 è sostituita dalla seguente: \n“b) gli indirizzi, i criteri e le indicazioni per la sostenibilità dei Piani Strutturali Urbanistici ai fini \ndel loro dimensionamento;”; \nh) dopo il comma 5 è aggiunto il seguente: \n“5 bis. Il PTCP, previa intesa con i Comuni, può rivestire il ruolo di Piano Strutturale Urbanistico \nIntercomunale.”, \ni) il comma 6 è sostituito dal seguente: \n“6. La funzione programmatica riguarda le modalità e i tempi di attuazione delle previsioni del \nPiano, la definizione degli interventi da realizzare in via prioritaria e le stime di massima delle \nrisorse economiche da impiegare per la loro realizzazione.”; \nj) dopo il comma 6, è aggiunto il seguente: \n“6 bis. Il PTCP è adottato e approvato con le procedure definite dallo Statuto provinciale nel rispetto \ndei principi fondamentali derivanti dalla legislazione statale, di copianificazione e di partecipazione, \nnel perseguimento degli obiettivi di tutela dell'ambiente, di riduzione del consumo di suolo e di \nsviluppo sostenibile.”; \nk) i commi 7, 8 e 9 sono abrogati.", '18': '(Modifiche all’articolo 18 bis della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 18 bis della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1, dopo le parole “Piano Territoriale Metropolitano” sono aggiunte le parole: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024“quale strumento di pianificazione territoriale generale di area vasta con funzione di assetto \nstrutturale, programmatico e operativo del proprio territorio”; \nb) il comma 2 è sostituito dal seguente: \n“2. Il Piano Territoriale Metropolitano (PTM), redatto in coerenza alle strategie, agli obiettivi, alle \nazioni del Ptr e agli indirizzi del Piano Strategico Metropolitano (PSM) di cui al comma 44, lettera \na) dell’articolo 1 della legge 56/2014, contiene l’ articolazione del territorio metropolitano in zone \nomogene di cui al comma 11, lettera c), dell’articolo 1 della medesima legge 56/2014.”; \nc) dopo il comma 2, sono aggiunti i seguenti: \n“2 bis. Il PTM definisce altresì: \na) il quadro strategico di indirizzo per le zone omogenee, anche al fine della riorganizzazione dei \nsistemi insediativi e urbani, provvedendo in particolare a territorializzare i nuovi assetti insediativi \nsulla base degli indirizzi dettati dal PTR di cui a ll’articolo 13; \nb) insieme al Ptr, gli obiettivi di performance ecologico-ambientali fornendo indirizzi e limiti \nprestazionali-qualitativi e quantitativi da rispettare nella redazione degli strumenti urbanistici \ncomunali; \nc) gli indirizzi, i criteri e le indicazioni per la sostenibilità dei Piani Strutturali Urbanistici Comunali \nai fini del loro dimensionamento. \n2 ter. Il PTM, previa intesa con i Comuni, per le singole zone omogenee di cui al comma 2, può \nrivestire il ruolo di Piano Strutturale Urbanistico Intercomunale. I Comuni compresi nella relativa \nzona omogenea, in conformità alle previsioni del PTM, ne dettagliano i contenuti e redigono il \nRegolamento Urbanistico Edilizio (RUE) di cui all’articolo 28. \n2 quater. Il PTM, ai fini di un efficace e razionale assetto del proprio territorio metropolitano, nel \nperseguire anche gli obiettivi di cui alla presente legge, individua altresì le attrezzature e le \ninfrastrutture d’interesse metropolitano, le aree da de stinare alle attività produttive, del terziario e \nturistiche di area vasta, le aree di crisi ambientale e sociale e le aree degradate e dismesse.”.', '19': '(Modifiche all’articolo 19 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 19 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) ai commi 1 e 2, dopo le parole “piani settoriali” sono aggiunte le seguenti: “metropolitani e”; \nb) al comma 1, dopo la parola “integrano” sono aggiunte le seguenti: “il PTM e” e la parola “sue” \nè sostituita con la parola: “loro”; \nc) al comma 2, le parole “del Ptcp, costituiscono varianti al Ptcp stesso” sono sostituite dalle \nseguenti: “del PTM e del Ptcp, ne costituiscono varianti”.', '20': '(Abrogazione dell’articolo 21 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 21 della legge regionale 16/2004 è abrogato.', '21': '(Sostituzione dell’articolo 22 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 22 della legge regionale 16/2004 è sostituito dal seguente: \n“', '22': "(Modifiche all’articolo 23 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 23 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) la rubrica è sostituita dalla seguente: “Piano strutturale urbanistico”; \nb) il comma 1 è abrogato; \nc) al comma 2 l’alinea è sostituita dalla seguente: \n“2. Il PSU, in coerenza con le disposizioni del PTR, del PTM o del Ptcp:”; \nd) la lettera a) del comma 2 è sostituita dalla seguente: \n“a) individua gli obiettivi da perseguire nel governo del territorio comunale e gli indirizzi per \nl'attuazione degli stessi, definendo i criteri e le strategie territoriali di rigenerazione urbana e \nterritoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio, contrasto del consumo di suolo, mitigazione dei \nrischi naturali e antropici, ordinato assetto degli insediamenti, anche mediante la trasformazione \ndello stato dei luoghi, ricomposizione degli ecosistemi;”; \ne) la lettera b) del comma 2 è sostituita dalla seguente: \n“b) definisce le parti del territorio urbanizzato e rurale di cui all’articolo 2 bis della presente legge, \nequiparandole alle zone territoriali omogenee di cui all’articolo 2 del decreto ministeriale \n1444/1968. In sede di elaborazione del PSU i Comuni possono classificare parte dei suddetti territori \nsecondo una loro funzione prevalente, raccordando le eventuali previsioni di interventi di \ntrasformazione con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico-ambientali, \nagro-silvo-pastorali e storico-culturali, nonché i criteri per la valutazione degli effetti a mbientali \ndegli interventi stessi;”; \nf) le lettere c) e d) del comma 2 sono abrogate; \ng) alla lettera e) del comma 2, le parole “nelle singole zone” sono sostituite dalle parole “definite in \nriferimento all’articolo 2 bis”; \nh) dopo la lettera e) del comma 2 è aggiunta la seguente: \n“e bis) definisce gli interventi necessari all’attuazione della strategia prevista all’articolo 2 ter;”; \ni) alla lettera f) del comma 2, la parola “prevalentemente” è sostituita dalla parola: “anche” e dopo \nla parola “progettazione”, sono aggiunte le parole: “, così come previsto dalla legge regionale 11 \nnovembre 2019, n. 19 (Legge per la promozione della qua lità dell'architettura)”; \nj) alla lettera h) del comma 2, sono soppresse le parole “particolarmente produttive”; \nk) alla lettera i) del comma 2, le parole “all’assetto geologico e geomorfologico” sono sostituite \ndalla eseguenti: “all'assetto geologico, geomorfologico, sismico e idrogeologico”; \nl) dopo il comma 2, sono aggiunti i seguenti: \n“2 bis. Il PSU indica le destinazioni d’uso, gli interventi ammissibili, gli indici e i parametri relativi \nalla densità insediativa, turistica, produttiva ai fini della collocazione delle dotazioni territoriali e \nurbanistiche in un’ottica di sostenibilità urbanistica, in coerenza con le finalità, gli obiettivi e le \ndisposizioni della presente legge. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 20242 ter. Il PSU, in coerenza con le disposizioni di cui al presente articolo, determina i fabbisogni \npregressi non soddisfatti in termini di dotazioni ecologiche, attrezzature di cui al decreto \nministeriale 1444/1968 e servizi di interesse collettivo, quali attività di interesse pubblico svolte in \nregime di convenzione, nonché le potenzialità insediative, attraverso processi di riuso, \nrigenerazione e densificazione all'interno del territorio urbanizzato. Nel caso in cui si renda \nnecessaria, in fase di redazione del PSU, la previsione di nuovi insediamenti residenziali che \ndeterminano nuovi consumi di suolo, in aggiunta agli incrementi abitativi determinati dagli incentivi \nvolumetrici, di cui al comma 9 septies, il Comune promuove una Conferenza di co-pianificazione \ncon la partecipazione della Regione Campania e degli enti territoriali interessati, con la finalità di \nstabilire le nuove potenzialità insediative.”; \nm) ai commi 3, 5 e 7 la parola “PUC” è sostituita dalla parola: “PSU”; \nn) al comma 3 le parole “abusivi esistenti al 31 dicembre 1993 e oggetto di sanatoria” e “ai sensi \ndella legge 28 febbraio 1985, n. 47, capi IV e V, e ai sensi della legge 23 dicembre 1994, n. 724, \narticolo 39” sono soppresse; \no) nel comma 5, dopo le parole “recupero urbanistico ed edilizio degli insediamenti” è soppressa la \nseguente: “abusivi”; \np) al comma 6, dopo le parole “gli immobili” sono aggiunte le seguenti: “privi di legittimità edilizia \ne/o urbanistica o” e sono soppresse le seguenti: “ai sensi dello stesso comma 3”; \nq) al comma 7, le parole “abusivi” sono sostituite dalle seguenti: “di cui al comma 3”; \nr) il comma 8 è abrogato; \ns) al comma 9, la parola “PUC” è sostituita da “PSU e del RUE” e sono soppresse le seguenti: “, ivi \ninclusi i piani riguardanti le aree naturali protette e i piani relativi alla prevenzione dei rischi \nderivanti da calamità naturali ed al contenimento dei c onsumi energetici”; \nt) il comma 9 bis è sostituito dal seguente: \n“9 bis. Il PSU, nel caso di previsioni che richiedono interventi complessi, è integrato da programmi \noperativi di cui agli articoli 33 bis, 33 ter e 33 quater, che possono essere adottati e approvati anc he \nnon contestualmente allo stesso PSU”; \nu) al comma 9 ter, sono soppresse le parole: “così come indicati dalla legge regionale 11 novembre \n2019, n. 19 (Legge per la promozione della qualità dell’architettura) ”; \nv) al comma 9 quater, le parole “ai commi 9 bis e” sono sostituite dalle seguenti: “all’articolo 2 e al \ncomma”; \nw) il comma 9 quinquies è sostituito dal seguente: \n“9 quinquies. I Comuni, in sede di formazione e redazione del PSU, individuano le aree nelle quali \nnon è possibile applicare gli incentivi di cui ai commi 9 ter e 9 quater. Tali incentivi restano esclusi \nper gli edifici ricompresi in zone in cui non sono soddisfatti gli standard urbanistici, nelle modalità \npreviste al comma 9 novies”; \nx) al comma 9 septies, dopo le parole “ristrutturazione edilizia” sono aggiunte le parole: “senza \ndemolizione e ricostruzione” e, alla fine del periodo, dopo il punto, è aggiunto il seguente: \n“Eventuali incrementi volumetrici già precedentemente concessi i n deroga agli strumenti urbanistici \nvigenti, concorrono a determinare il limite massimo di premialità di cui al presente comma.”; \ny) al comma 9 octies, le parole “da frana e da alluvione” sono sostituite dalle seguenti: “o esposte \na rischio sismico o vulcanico”, dopo le parole “nello strumento urbanistico comunale” sono \naggiunte le seguenti: “le aree con”, dopo le parole “edifici da delocalizzare e” le parole “le aree” \nsono sostituite con la parola: “quelle” e, nel secondo periodo, le parole “dell’indice fondiario” sono \nsoppresse; \nz) dopo il comma 9 octies, sono aggiunti i seguenti: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024“9 novies. Per gli interventi che beneficiano degli incrementi volumetrici del trentacinque per cento \nprevisti al presente articolo, devono essere garantite le dotazioni territoriali urbanistiche di cui \nall’articolo 31 e al decreto ministeriale 1444/1968 o la loro monetizzazione, qualora l’acquisizione \ndi tali aree non sia ritenuta opportuna dal Comune in relazione alla loro estensione, conformazione \no localizzazione e in comprovata mancanza di spazi adeguati e in ogni caso nei limiti previsti dal \nRUE. \n9 decies. Il PSU può prevedere, per gli immobili dismessi, interventi di sostituzione edilizia, anche \ncon demolizione e ricostruzione, a parità di volumetria esistente con mutamento di destinazioni \nd’uso. Ulteriori eventuali fabbisogni di dotazioni territo riali sono calcolati nel rispetto delle quantità \ndi standard previste dal decreto ministeriale 1444/1968. La ricostruzione della volumetria esistente \nè consentita sempre che tali destinazioni siano compatibili o complementari con le destinazioni dei \nterritori, così come individuati alla lettera b) del comma 2, in cui tali complessi ricadono. \nNell’ipotesi di cambio di destinazioni d’uso in residenziale, al fine di favorire lo sviluppo \ndell’Edilizia Residenziale Sociale (ERS), almeno il trenta per cento della volumetria lorda \ncomplessiva residenziale deve essere destinata all'ERS in vendita o locazione. Se l'intervento di \nsostituzione edilizia riguarda immobili già adibiti a complessi industriali, produttivi o commerciali \ndismessi o ad attività manifatturiere industriali, di allevamento intensivo, artigianali e di grande \ndistribuzione commerciale, le attività di produzione o di distribuzione già svolte nell'immobile \nassoggettato a sostituzione edilizia devono essere cessate e, quindi, non produrre reddito da almeno \ntre anni antecedenti alla data di presentazione dell’istanza di sostituzione edilizia.”.", '23': '(Abrogazione dell’articolo 25 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 25 della legge regionale 16/2004 è abrogato.', '24': "(Modifiche all’articolo 26 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 26 della legge regionale 16/2004 è così modificato: \na) il comma 1 è sostituito dal seguente: \n“1. La pianificazione urbanistica si attua sia mediante interventi edilizi di cui all’articolo 3 del \ndecreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni \nlegislative e regolamentari in materia edilizia), sia attraverso piani urbanistici attuativi o permesso \ndi costruire convenzionato, di cui all’articolo 28 bis del citato decreto del Presidente della \nRepubblica 380/2001. Tali interventi, conformi al PSU e al RUE, possono essere di natura pubblica \no privata. Il permesso di costruire convenzionato è utilizzato quando le esigenze di urbanizzazione \npossono essere soddisfatte con una procedura semplificata e secondo quanto specificato nel RUE”; \nb) l’alinea del comma 3 è sostituita dalla seguente: “L'approvazione dei PUA e del permesso di \ncostruire convenzionato non può comportare variante al PSU. A tal fine non costituiscono varianti \nal PSU:” ; \nc) la lettera f) del comma 3 e i commi 4 e 6 sono abrogati.", '25': '(Abrogazione dell’articolo 27 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 27 della legge regionale 16/2004 è abrogato. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024', '26': '(Sostituzione dell’articolo 28 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 28 della legge regionale 16/2004 è sostituito dal seguente: \n“', '28': "(Introduzione dell’articolo 31bis nella legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Dopo l’articolo 31 della legge regionale 16/2004 è introdotto il seguente: \n“Art. 31 bis (Attrezzature pubbliche e di interesse pubblico) \n1. Le prescrizioni del PSU hanno carattere conformativo, salve particolari e motivate eccezioni da esso \nstesso espressamente previste. \n2. Sugli immobili destinati ad attrezzature pubbliche e d'interesse pubblico, i proprietari o i soggetti \naventi diritti reali, previa convenzione con il Comune da approvarsi in Giunta comunale, possono \nrealizzare gli interventi a propria cura e spese, adeguandosi alle prescrizioni del Piano. \n3. Trascorsi cinque anni dalla data di entrata in vigore del PSU, i Comuni sono obbligati ad operare una \nricognizione dell’evoluzione demografica e provvedono al conseguente adeguamento del fabbisogno di \ndotazioni territoriali urbanistiche sia in chiave quantitativa-funzionale sia qualitativa-prestazionale. \n4. Per gli immobili destinati ad attrezzature pubbliche e d’interesse pubblico, per i quali, trascorsi cinque \nanni dalla data di entrata in vigore del PSU, non è stata attuata la destinazione prevista dal Piano, i \nproprietari, previa convenzione con il Comune da approvarsi in Giunta comunale, possono realizzare \ninterventi che li destinano ad usi di interesse pubblico anche diversi da quelli previsti dal Piano. \n5. Le previsioni del PSU, nella parte in cui incide su beni determinati e assoggettati a procedure \nespropriative o che comportano l'inedificabilità, perdono efficacia se, entro cinque anni dalla data di \napprovazione del PSU, non è stato emanato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica \nutilità. \n6. Il Comune può riconfermare, una sola volta per ulteriori cinque anni, le previsioni sui beni di cui al \ncomma 5, qualora ricorrano concrete esigenze urbanistiche e di soddisfacimento delle dotazioni \nterritoriali urbanistiche, previa corresponsione di un indennizzo. \n7. Al trascorrere dei cinque anni previsti al comma 5, in assenza di riconferma delle previsioni, si \napplicano, nelle zone interessate i limiti di edificabilità previsti dall’articolo 9 del decreto del Presidente \ndella Repubblica 380/2001. Alla scadenza dei termini di cui ai commi 5 e 6, previa deliberazione del \nConsiglio comunale, sono consentite opere pubbliche e di interesse pubblico anche di iniziativa privata. \n8. Gli immobili espropriati per l'attuazione degli strumenti di pianificazione urbanistica sono acquisiti \ndai soggetti esproprianti nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica \n8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di \nespropriazione per pubblica utilità).”. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024", '27': '(Sostituzione dell’articolo 31 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 31 della legge regionale 16/2004 è sostituito dal seguente: \n“', '31': '(Modifiche all’articolo 33 bis della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 33 bis della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) la rubrica è sostituita dalla seguente: “Programma operativo per i piani straordinari o strategici” ; \nb) al comma 1, le parole “piani programmatici di cui al comma 1 dell’articolo 9 del regolamento \nregionale 5/2011. Il piano programmatico” sono sostituite dalle seguenti: “Programmi operativi di \ncui all’articolo 33 ter. Il programma operativo”; \nc) al comma 2, le parole ricorrenti “piano programmatico” sono sostituite dalle seguenti: \n“Programma operativo” e le parole “piani programmatici” sono sostituite dalle seguenti: \n“Programmi operativi”; \nd) al comma 3, le parole “piano programmatico” sono sostituite dalle seguenti: “Programma \noperativo”.', '29': '(Modifiche all’articolo 32 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 32 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 2, le parole “Il Puc, gli atti di programmazione degli interventi e i Pua” sono sostituite \ndalle parole “Il PSU e il PO”; \nb) al comma 3, la parola “Ruec” è sostituita dalla seguente “RUE” e la parola “ Puc” è sostituita \ndalle seguenti “PSU in conformità allo schema tipo di cui all’articolo 28”.', '30': '(Modifiche all’articolo 33 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 33 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) il comma 1 è sostituito dal seguente: \n“1. Le trasformazioni previste dal PSU e dal PO possono essere realizzate mediante comparti \nedificatori, così come individuati dagli stessi PSU e PO. ”; \nb) al comma 2 e al comma 2 bis, primo e secondo periodo, le parole “dal PUC” sono sostituite con \nle parole: “dal PSU e dal PO”; \nc) i commi 4 e 6 sono abrogati.', '32': "(Introduzione degli articoli 33 ter, 33 quater e 33 quinquies nella legge regionale 22 dicembre 2004, \nn. 16) \n1. Dopo l’articolo 33 bis della legge regionale 16/2004 sono introdotti i seguenti: \n“Art. 33 ter (Programma operativo urbanistico comunale e intercomunale) \n1. Il PO, strumento con natura urbanistica, finanziaria e gestionale, per le finalità di rigenerazione urbana \ne territoriale di cui all’articolo 1, attua le azioni di riqualificazione edilizia e urbana e le nuove \nurbanizzazioni che si rendono necessarie pe r un complesso d’interventi indirizzati a obiettivi realizzabili \nnel breve periodo all’interno di quadri strategici di sviluppo sostenibile, in particolare attraverso il \nrecupero, la ristrutturazione urbanistica ed edilizia e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024strutture edilizie e delle aree pubbliche, delle dotazioni urbanistiche, nonché per sostenere progetti legati \nalle nuove reti tecnologiche, con particolare riferimento ai trasporti, alle reti verdi e blu e al consumo \nenergetico. \n2. Il PO è promosso dall’Amministrazione comunale interessata o dall’Amministrazione comunale \ncapofila nel caso di PO che investono più Comuni. Il PO può essere proposto anche da soggetti privati, \nsingoli o riuniti in consorzio, e da soggetti pubblici e privati riuniti in accordo di partenariato. \n3. Il PO può riguardare sia ambiti specifici di uno o più Comuni contermini, comprendendo anche più \naree non contigue ma connesse funzionalmente, sia l’intero territorio di un Comune o di più Comuni. \n4. Nel caso in cui il PO, pur coerente con le strategie, gli obiettivi e le azioni del Piano Strutturale \nUrbanistico, ne comporta modifiche, la sua approvazione è di competenza del Consiglio comunale. Per \ni PO conformi al PSU l’approvazione è della Giunta comunale. \n5. Il PO, per la parte di territorio comunale interessato, sostituisce gli atti di programmazione degli \ninterventi e del programma pluriennale di attuazione disciplinato dall’articolo 13 della legge 10/1977 e \nsi coordina con il bilancio pluriennale comunale e, in relazione al contenuto, può avere valore e portata \ndi piano particolareggiato e di piano o programma di settore a scala comunale, definiti da normativa \nnazionale o regionale. \n6. Il PO, per la parte di territorio comunale interessato, può prevedere gli incentivi urbanistici di cui \nall’articolo 23. \n7. Il PO ha durata quinquennale. Alla sua scadenza, se non prorogato per i successivi cinque anni, le \nprevisioni non attuate e le relative eventuali norme tecniche di attuazione decadono. \n8. L’approvazione definitiva del PO comporta dichiarazione di pubblica utilità degli interventi previsti. \nPer gli interventi che beneficiano degli incrementi volumetrici devono essere garantite le dotazioni \nterritoriali urbanistiche di cui alla presente legge e al decreto ministeriale 1444/1968 o, in alternativa, \nla loro monetizzazione qualora l’acquisizione di tali aree non sia ritenuta opportuna dal Comune in \nrelazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione e in comprovata mancanza di spazi \nadeguati e in ogni caso nei limiti previsti dal RUE. \n9. Nel caso in cui per l’attuazione del PO di cui al presente articolo si renda necessaria l’utilizzazione \ntemporanea di edifici ed aree aventi anche usi diversi, a compensazione dei relativi maggiori oneri, che \ndevono essere adeguatamente documentati ai fini della sostenibilità economico-finanziaria degli \ninterventi, è consentito un ulteriore incremento volumetrico fino al massimo del quindici per cento. \nArt. 33 quater (Interventi per la rigenerazione urbana) \n1. Al fine di promuovere il rinnovo e il riuso del tessuto edilizio esistente e agevolare la riqualificazione \ndi ambiti urbani degradati, anche segnati dalla presenza di edifici dismessi o in via di dismissione, in \nattuazione dell'articolo 5, comma 9, del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70 (Semestre Europeo - Prime \ndisposizioni urgenti per l'economia), convertito dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, sono consentiti, in \nragione della loro natura e nel rispetto della pianificazione paesaggistica vigente e delle previsioni di \ncui al decreto legislativo 42/2004, interventi di: \na) ristrutturazione edilizia di singoli edifici che comprendano anche demolizione e ricostruzione con \nmodifiche di sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche e modifiche di \ndestinazione d’uso ai sensi del comma 4 dell’artic olo 2 della legge regionale 10 agosto 2022, n. 13 \n(Disposizioni in materia di semplificazione edilizia, di rigenerazione urbana e per la riqualificazione del \npatrimonio edilizio esistente), nel perseguimento dei principi di contenimento del consumo del suolo, \ndi efficientamento energetico e adeguamento alla normativa sulla sicurezza delle costruzioni; \nb) ristrutturazione urbanistica di uno o più edifici contermini rivolti a sostituire l'esistente tessuto \nurbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con \nla modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale, nel perseguimento dei princ ipi \ndi contenimento del consumo del suolo, di efficientamento energetico e adeguamento alla normativa \nsulla sicurezza delle costruzioni; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024c) riqualificazione di ambiti urbani in tutto o in parte degradati, ove la dimensione e la complessità de gli \ninterventi di cui alle lettere a) e b) ne richieda l’inquadramento in un programma unitario ai fini del \nriassetto del tessuto urbanistico-edilizio preesistente, di dotazione delle aree per servizi ed attrezzature \ncollettive, di adeguamento della rete viaria, nonché di aree per la riqualificazione ecologica e \nambientale, da approvare anche in variante allo strumento urbanistico. \n2. Gli interventi di cui alla lettera a) del comma 1 sono realizzati mediante titolo abilitante diretto. \n3. Gli interventi di cui alla lettera b) del comma 1 sono realizzati mediante permesso di costruire \nconvenzionato o con Piano urbanistico attuativo. \n4. Gli interventi di cui alla lettera c) del comma 1 sono realizzati mediante programmi operativi di \nrigenerazione urbana, ai sensi del comma 10 e seguenti. \n5. Nelle zone omogenee A, di cui al decreto ministeriale 1444/1968, o in zone a queste assimilabili in \nbase alla normativa regionale e ai piani urbanistici comunali, nei centri e nuclei storici consolidati e in \nulteriori ambiti di particolare pregio storico e architettonico, gli interventi di demolizione e ricostruzione \nsono consentiti esclusivamente nell'ambito dei piani urbanistici di recupero e di riqualificazione \nparticolareggiati, di competenza comunale, fatte salve le previsioni degli strumenti di pianificazione \nterritoriale, paesaggistica e urbanistica vigenti e i pareri degli enti preposti alla tutela. \n6. Per gli interventi edilizi, di cui al comma 1, lettere a) e b), nel caso di edilizia residenz iale, sono \nconsentiti incrementi volumetrici fino a un massimo del venti per cento rispetto alla volumetria \nesistente, per interventi di ristrutturazione edilizia senza demolizione e ricostruzione, e del trentacinque \nper cento per interventi di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione. \n7. Per gli interventi di cui al comma 1, lettera a), finalizzati al recupero e al riutilizzo di comple ssi \nproduttivi dismessi, è consentita la ricostruzione della volumetria esistente anche con cambio di \ndestinazione d’uso, sempre che la nuova destinazione sia compatibile o complementare con le \ndestinazioni della zona in cui tali complessi ricadono. Nell’ipotesi di cambio di destinazioni d’uso in \nresidenziale, al fine di favorire lo sviluppo dell'Edilizia Residenziale Sociale (ERS), almeno il trenta per \ncento della volumetria lorda complessiva residenziale deve essere destinata all'ERS in vendita o \nlocazione. \n8. Per realizzare gli interventi che consentono un incremento volumetrico del trentacinque per cento è \nobbligatorio cedere le aree per il soddisfacimento degli standard di cui al decreto ministeriale \n1444/1968, come disciplinati dalla normativa regionale. Qualora l’acquisizione di tali aree non sia \nritenuta opportuna dal Comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione, \novvero in relazione ai programmi comunali di intervento, ovvero laddove non risulti possibile al privato \nreperire a ree libere nella zona omogenea d’intervento, il Comune dispone che, in luogo del conferimento \nanche parziale delle aree, sia corrisposta una somma corrispondente al relativo valore di mercato. \n9. I Comuni, con delibera del Consiglio comunale, individuano le aree nelle quali non è possibile \napplicare tali incentivi. Tali incentivi restano comunque esclusi per gli edifici già beneficiari di \nincrementi volumetrici in deroga agli strumenti urbanistici, ovvero privi di titolo abilitante che ne \ncomprovi la conformità alle norme urbanistiche vigenti. \n10. Il Programma operativo di rigenerazione urbana è uno strumento con natura urbanistica, finanziaria \ne gestionale che attua le finalità di cui al comma 1. Esso può comprendere anche più aree non contigue \nma connesse funzionalmente per le azioni di riqualificazione di un contesto urbanizzato caratterizzato \ndal degrado sia urbanistico che edilizio, attraverso il recupero, la ristrutturazione e la \nrifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche. \n11. Il Programma operativo di rigenerazione urbana, ferme restando le limitazioni di cui al comma 21, \npuò essere proposto, anche per le finalità del comma 9 dell’articolo 5 del decreto legge 70/2011, \nconvertito dalla legge 106/2011: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024a) da soggetti privati, singoli o riuniti in consorzio, titolari di almeno il cinquantuno per cento dei volumi \ncon destinazione residenziale, turistico/ricettiva, produttiva/direzionale, commerciale, ricadenti nel \nperimetro del programma; \nb) dall’Amministrazione comunale, anche in accordo con altre amministrazioni pubbliche titolari di \nbeni ricadenti nel perimetro del programma; \nc) da soggetti pubblici e privati riuniti in accordo di partenariato. \n12. Ai fini del computo dei volumi di cui alla lettera a) del comma 11 concorrono esclusivamente gli \nedifici per i quali il Programma operativo prevede interventi di cui alle lettere b), c), d), f) dell’articolo \n3 del decreto del Presidente della Repubblica 380/2001. \n13. Alla proposta di Programma operativo devono essere allegati: \na) il progetto urbanistico ed architettonico; \nb) le norme tecniche di attuazione; \nc) il piano di fattibilità finanziaria; \nd) la documentazione attestante la proprietà di almeno il cinquantuno per cento della volumetria dei \nbeni ricadenti nel Programma operativo nei sensi di cui al comma 11; \ne) la dichiarazione irrevocabile di assenso dei proprietari delle aree e degli edifici interessati dagli \ninterventi del programma, o in mancanza il piano particellare di esproprio di aree ed immobili; \nf) lo schema di convenzione disciplinante i rapporti tra il Comune, i soggetti attuatori e gli altri eventuali \npartecipanti al programma, i tempi e i modi di realizzazione e di verifica in fase attuativa dei singoli \ninterventi; \ng) il rapporto preliminare ai fini di verifica di assoggettabilità alla VAS, ove il PO comporti variante \nallo strumento urbanistico. \nh) lo studio di compatibilità geologica, idrogeologica, sismica e vulcanica. \n14. Entro trenta giorni dal ricevimento della proposta di PO, la Giunta comunale ne valuta l’interesse \npubblico adottando apposita delibera che non impegna l’amministrazione all’approvazione finale, ma \nrende procedibili gli atti di cui ai commi successivi. \n15. Ove la verifica di assoggettabilità escluda l’occorrenza della VAS, il RUP indice una Confere nza di \nservizi alla quale partecipano tutte le amministrazioni e gli enti interessati, svolta nel rispetto dei principi \ndi semplificazione e con le modalità stabilite dalla legge 241/1990. Ove la verifica di assoggettabilità \nrichieda la VAS, l’adozione del PO avviene ad ultimazione del procedimento di VAS. \n16. L’adozione del PO avviene con delibera di Giunta comunale che recepisce il provvedimento \nconclusivo della Conferenza dei servizi. In presenza di amministrazioni dissenzienti, ferma restando la \ncondivisione del Comune, si applicano i rimedi di cui all’a rticolo 14-quinquies della legge 241/1990. \nLa proposta di programma è pubblicata per trenta giorni sull’albo pretorio del Comune per eventuali \nosservazioni. Nei successivi trenta giorni il PO adottato, ove conforme allo strumento urbanistico, è \nsottoposto all’approvazione definitiva della Giunta comunale, che, in tale sede, controdeduce alle \neventuali osservazioni pervenute. Ove il programma comporti variante al PUC vigente, la delibera di \napprovazione definitiva, con deduzione alle osservazioni eventualmente pervenute, è di competenza del \nConsiglio comunale. L’approvazione definitiva del PO comporta dichiarazione di pubblica utilità degli \ninterventi previsti, con contestuale apposizione di vincolo preordinato all’esproprio dei beni indicati nel \npiano particellare, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 327/2001. Restano ferme le \ncompetenze di Città Metropolitana e Province nelle procedure riguardanti la verifica di coerenza d elle \nvarianti agli strumenti urbanistici comunali previste dalle normative vigenti. \n17. Per gli interventi di ristrutturazione ovvero di ricostruzione, previa demolizione, il Programma \noperativo prevede gli stessi incentivi di cui ai precedenti commi, nonché la realizzazione di oper e di \nurbanizzazione e la cessione di aree per il soddisfacimento degli standard di cui al decreto ministeriale \n1444/1968, come disciplinati dalla normativa regionale. Qualora l’acquisizione di tali aree non sia \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024ritenuta opportuna dal Comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione, \novvero in relazione ai programmi comunali di intervento, ovvero laddove non risulti possibile al privato \nreperire aree libere nella zona omogenea d’intervento, il Comune dispone che, in luogo del \nconferimento, anche parziale, delle aree, venga corrisposta una somma corrispondente al relativo valore \ndi mercato. \n18. Laddove per l’attuazione del PO si renda necessaria la costruzione, nonché l'utilizzazione \ntemporanea di edifici e aree per usi diversi da quelli previsti dal vigente strumento urbanistico, per \nadibirli ad alloggi parcheggio ad uso temporaneo, è consentito un incremento volumetrico aggiuntivo \nin misura non superiore al quindici per cento a compensazione dei relativi oneri, come documentati nel \npiano di fattibilità finanziaria di cui alla lettera c) del comma 13. \n19. Il PO, in attuazione di quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 380/2001, può \nprevedere limiti di densità edilizia, altezza e distanza dei fabbricati in deroga a que lli previsti dal decreto \nministeriale 1444/1968. \n20. I PO di rigenerazione urbana non possono riguardare immobili di cui ai casi di esclusione elencati \nnel comma 21. \n21. Gli interventi di cui al comma 1 non possono essere in ogni caso realizzati: \na) nelle aree di inedificabilità assoluta imposta con norme o piani statali e regionali; \nb) per edifici realizzati in assenza o in difformità al titolo abilitativo per i quali non sia stato rilasciat o \nidoneo titolo abilitativo in sanatoria; \nc) nelle zone omogenee A degli strumenti urbanistici vigenti, di cui al decreto ministeriale 1444/1968, \nad eccezione degli edifici realizzati, ampliati o ristrutturati, anche parzialmente, dopo il 6 agosto 1967; \nd) nelle zone omogenee E degli strumenti urbanistici vigenti, ad eccezione degli edifici non connessi \nalla conduzione dei fondi agricoli; \ne) per edifici collocati in territori di riserve naturali o di parchi nazionali o regionali, nelle zone A e B, \noltre i limiti imposti dalla legislazione vigente; \nf) per edifici definiti di valore storico, culturale ed architettonico dalla normativa vigente, oppure \noggetto di tutela dagli strumenti urbanistici o dai provvedimenti comunali e con vincolo di \ninedificabilità assoluta; \ng) per edifici collocati all’interno di aree dichiarate a pericolosità o rischio idraulico elevato o molto \nelevato, o a pericolosità geomorfologica elevata o molto elevata, o nelle zone ad alto rischio vulcanico \ne sismico; \nh) nelle Aree di Sviluppo Industriale (ASI); \ni) per edifici che hanno beneficiato, a qualsiasi titolo, di misure di incentivazione urbanistica. \n22. I Comuni perseguono la qualità progettuale degli interventi di rigenerazione urbana anche attraverso \nconcorsi di architettura e processi di co-progettazione partecipata. \nArt. 33 quinquies (Programma integrato di valorizzazione per lo sviluppo del territorio) \n1. La Regione, allo scopo di promuovere strategie per lo sviluppo del territorio, elabora Programmi \nIntegrati di Valorizzazione (PIV), anche in collaborazione con la Città metropolitana, con le province e \ncon enti locali riuniti in forma associata, favorendo processi partecipativi delle comunità locali. \n2. Il PIV è lo strumento negoziale di area vasta che, in conformità con le previsioni della pianificazione \npaesaggistica, territoriale e urbanistica e la programmazione delle risorse economiche e finanziari e, \nanche comunitarie, ne consente la territorializzazione sia in termini di dotazioni pubbliche, sia di \nattivazione di forme di partenariato pubblico-privato. Per le sue finalità il PIV, di natura processuale e \ndinamica, delinea misure di medio e lungo periodo e attiva al contempo azioni a breve termine, tali da \ndeterminare le condizioni di contesto per favorire la valorizzazione delle risorse del territorio. \n3. Il PIV è approvato mediante l’intesa di cui all’articolo 5 della legge regionale 13/2008.”. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024", '33': '(Modifiche all’articolo 36 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 36 della legge regionale 16/2004, dopo il comma 3, è aggiunto il seguente: \n“3 bis. La Regione, anche d’intesa con gli enti locali, promuove la costituzione di società di \ntrasformazione urbana di cui al comma 1 per l’attuazione di: \na) programmi operativi di cui agli articoli 33 bis, 33 ter e 33 quater; \nb) programmi integrati di valorizzazione per lo sviluppo del territorio di cui all’articolo 33 quinquies; \nc) programmi di valorizzazione del patrimonio edilizio e storico dei borghi rurali anche per dimensioni \ndi distretti territoriali.”.', '34': '(Abrogazione dell’articolo 38 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. L’articolo 38 della legge regionale 16/2004 è abrogato.', '35': '(Modifiche all’articolo 39 della legge regionale 22 dicembre 2004, n.16) \n1. All’articolo 39 della legge regionale 16/2004, sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1, le parole “la provincia” sono sostituite dalle seguenti: “la Città Metropolitana e le \nprovince” e la parola “attua” è sostituita con la seguente: “attuano”; \nb) al comma 2, le parole “la provincia non conclude” sono sostituite dalle seguenti: “la Città \nMetropolitana e le province non concludono”; \nc) al comma 3, le parole “una provincia omette” sono sostituite dalle seguenti: “la Città \nMetropolitana e una provincia omettono”.', '36': '(Modifiche all’articolo 40 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 40 della legge regionale 16/2004, sono apportate le seguenti modifiche: \na) nella rubrica, le parole “alle province e ai comuni” sono soppresse; \nb) al comma 1, le parole “La direzione generale per il Governo del territorio della Giunta regionale” \nsono sostituite con le seguenti: “La Regione”; \nc) al comma 2 bis, sono soppresse le parole: “, con suddivisione di Comuni per le seguenti fasce \ndemografiche: fino a 5.000 abitanti, fino a 15.000 abitanti, fino a 50.000 abitanti”.', '37': "(Modifiche all’articolo 43 bis della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 43 bis della legge regionale 16/2004, dopo il comma 1, sono aggiunti i seguenti: \n“1 bis. Il regolamento di attuazione della presente legge inoltre: \na) individua i contenuti degli strumenti di attuazione; \nb) definisce sia i caratteri urbanistici per l’individuazione nel PSU della articolazione del territorio, \nsecondo le definizioni di cui al comma 1 dell’articolo 2 bis, sia i criteri per l’equiparazione di detti \nterritori alle zone territoriali omogenee di cui all’articolo 2 del decreto ministeriale 1444/1968; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024c) disciplina la composizione, le modalità di nomina, la durata e il funzionamento dell’Osservatorio di \ncui all’articolo 2 sexies; \nd) disciplina in particolare gli accordi e le intese tra pubbliche amministrazioni nei procedimenti di \npianificazione e la partecipazione e pubblicità nei procedimenti di pianificazione; \ne) individua i procedimenti di formazione del PSU; \nf) determina modalità, termini, procedure e contenuti per: il rilascio da parte della Regione della ve rifica \ndi coerenza dei piani delle Province e della Città Metropolitana al Piano territoriale regionale; il rilascio \nda parte delle Province e della Città Metropolitana della verifica di coerenza dei Piani Ur banistici \nComunali al proprio strumento di pianificazione territoriale; far assumere al Piano Territoriale \nMetropolitano e ai Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale il ruolo di Piano Strutturale \nUrbanistico Intercomunale. Definisce altresì la natura del Piano Strutturale Urbanistico Intercomunale \ne la relazione con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e con il Piano Territoriale \nMetropolitano; \ng) determina contenuti, procedure e criteri per le modalità attuative della pianificazione per: la \nformazione dei piani attuativi; l’attuazione del Piano Strutturale Urbanistico attraverso sistemi \nperequativi, compensativi e incentivanti; il raccordo con la pianificazione urbanistica delle società di \ntrasformazione urbana e territoriale; \nh) determina contenuti, procedure e criteri per le modalità operative della pianificazione per: le \nConferenze di pianificazione e la fase di pubblicazione e le osservazioni dell’accordo di pianificazione; \nle Intese per le aree d’interazione porto -città; l’attuazione del PIV; il procedimento di formazione del \nProgramma operativo ur banistico e di area vasta; l’individuazione degli ambiti per la determinazione \ndei Programmi operativi; \ni) definisce gli obiettivi di qualità da perseguire con l'incentivazione urbanistica; individua gli indici e \nparametri urbanistici di riferimento per la redazione del Piano strutturale urbanistico; stabilisce i criteri \nper i limiti minimi e massimi delle rispettive densità edilizie, nelle diverse parti del territorio comunale, \nda inserire nel RUE; definisce i criteri per le dotazioni territoriali urbanistiche; individua il \nprocedimento semplificato per la variante al Piano strutturale; stabilisce i criteri per i quali è obbligatorio \nprevedere, nel Piano strutturale, l’individuazione delle aree per parchi urbani e territoriali di cui al \ncomma 5 dell’articolo 4 del decreto ministeriale 1444/1968; \nj) definisce le modalità operative per l’attività di vigilanza sull'attività urbanistico -edilizia; \nk) individua le procedure per la sostenibilità ambientale dei piani e relative alla sussidiarietà, \ncopianificazione e integrazione con il procedimento di VAS; \nl) individua le procedure semplificate per le varianti ai piani territoriali e urbanistici. \n1 ter. Al regolamento di attuazione di cui al comma 1 sono allegati lo schema di RUE e le linee guida \nin materia di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA) di cui all’articolo 26 del decreto \nlegislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle \nregioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59), ai fini dell a \npianificazione territoriale e urbanistica e della elaborazione dei piani strutturali urbanistici di cui \nall’articolo 23. \n1 quater. I Comuni dotati di PUC approvato e vigente possono adeguare i propri strumenti urbanistici \nalla presente legge solo successivamente alla data di approvazione delle modifiche al Regolamento \nregionale 5/2011. ”.", '38': "(Introduzione del Titolo II bis nella legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Dopo l’articolo 43 bis della legge regionale 16/2004 è introdotto il seguente Titolo: \n“Titolo II bis Disposizioni varie \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024Art. 43 ter (Parcheggi pertinenziali) \n1. I parcheggi realizzati ai sensi del presente articolo e nel rispetto dall’articolo 9 comma 5 della legge \n24 marzo 1989, n. 122 (Disposizioni in materia di parcheggi, programma triennale per le aree urbane \nmaggiormente popolate nonché modificazioni di alcune norme del testo unico sulla disciplina della \ncircolazione stradale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393) \ndevono essere legati da vincolo pertinenziale obbligatorio con unità immobiliari ubicate non oltre la \ndistanza stabilita nel RUE. In mancanza, i relativi atti di trasferimento della proprietà e di altri diritti \nreali sui parcheggi sono nulli. \n2. Possono avanzare richiesta di permesso di costruire o inoltrare Segnalazione Certificata di Inizio \nAttività per la realizzazione di parcheggi previsti dal comma 1 anche imprese e cooperative di \nproduzione e lavoro, legittimate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 380/2001, che, a \nmezzo di atto d’obbligo registrato, si impegnino a vendere successivamente, in regime di pertinenzialità, \ni posti auto realizzati ai proprietari delle unità immobiliari esistenti \n3. La realizzazione di parcheggi, da destinare a pertinenze di unità immobiliari e da reali zzare nel \nsottosuolo del lotto su cui insistono gli edifici, ovvero ancora nel sottosuolo o al pianterreno di essi, se \nconforme agli strumenti urbanistici vigenti è soggetta a Segnalazione Certificata d’Inizio Attività, se \ninvece difforme, pertanto in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, è soggetta a permesso di costruire \nnon oneroso. \n4. Nelle zone sottoposte a tutela, ai sensi del decreto legislativo 42/2004, e a vincolo idrogeologico, \nl’inizio delle opere è subordinato al rilascio delle prescritte autorizzazioni da parte delle amministrazioni \ne degli enti preposti alla tutela del vincolo, fermo restando il divieto assoluto di realizzazione nelle aree \ndi inedificabilità assoluta imposta con norme o piani statali e regionali. Le disposizioni del presente \narticolo non derogano a quanto previsto dagli strumenti di pianificazione paesaggistica di cui al decreto \nlegislativo 42/2004, nonché alla disciplina in materia ambientale di cui al decreto legislativo 2 aprile \n2006, n. 152 (Norme in materia ambientale). \n5. I parcheggi pertinenziali sono realizzabili anche al di sotto delle aree destinate ad attre zzature \npubbliche e d’interesse pubblico o generale. \n6. I Comuni, fatte salve le disposizioni in materia di aree per attrezzature pubbliche o di uso pubblico, \nanche su richiesta dei privati interessati, possono cedere in diritto di superficie aree del loro patrimonio \no il sottosuolo delle stesse per la realizzazione di parcheggi privati pertinenziali e, a tal fine, individuano \nnel Piano urbanistico le localizzazioni necessarie. \n7. Al fine della cessione di cui al comma 6, i Comuni pubblicano apposito bando destinato a persone \nfisiche o giuridiche proprietarie o non proprietarie di immobili, riunite anche in forma cooperativa, \nnonché ad imprese di costruzione. \n8. La costituzione del diritto di superficie è subordinata alla stipulazione di una convenzione, ai sensi \ndell’articolo 9, comma 4 della legge 122/1989. Tale convenzione deve prevedere a carico del \nconcessionario la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere esistenti sul soprassuolo, compresi \nil patrimonio arboreo e vegetativo di cui ai commi 9 e 10. \n9. Ai fini del mantenimento della qualità ambientale e paesaggistica del territorio, la realizzazione di \nparcheggi nel sottosuolo avviene in modo da garantire la conservazione, al di sopra del solaio di \ncopertura dei parcheggi, di uno spessore di terreno sufficiente ad assicurare la sopravvivenza degli a lberi \nsecolari e di alto valore botanico, agricolo o paesaggistico. L’inosservanza di tale obbligo comporta \nl’applicazione delle procedure di cui all’articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica \n380/2001. \n10. L’adeguatezza dello spessore di terreno o l’assenza di alberi secolari e di alto valore botanico, \nagricolo o paesaggistico sono preventivamente accertati con perizia giurata redatta da un professionista \nesperto in materia. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 202411. La mancata vendita in regime di pertinenzialità dei posti auto, secondo le modalità disciplinate dal \npresente articolo, costituisce, per la relativa parte dell’opera, difformità totale dal titolo edilizio e, in tale \ncaso, si applicano le sanzioni amministrative previste dal decreto del Presidente della Repubblica \n380/2001. \nArt. 43 quater (Recupero di locali tecnici e di manufatti esistenti) \n1. Al fine di perseguire gli obiettivi di rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo, è \npossibile il recupero e la rifunzionalizzazione delle volumetrie dei locali tecnici e dei manufatti esistenti \nposti all’ultimo livello di un edificio. \n2. Le volumetrie di cui al comma 1 devono essere comprese nella sagoma dell’edificio con copertura \npiana o spiovente. \n3. Il Piano Strutturale Urbanistico può disporre l’esclusione di parti del territorio comunale \ndall’applicazione del presente articolo. \n4. Il recupero dei locali esistenti di cui al comma 1 è ammesso se concorrono le seguenti condizioni: \na) l’edificio non deve essere destinato, o da destinarsi, in tutto o in parte ad attività industriale -\nproduttiva; \nb) l’edificio deve essere stato realizzato legittimamente ovvero nel rispetto della legge 47/1985, della \nlegge 724/1994 e della legge 24 novembre 2003, n. 326 (Conversione in legge, con modificazioni, del \ndecreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la \ncorrezione dell'andamento dei conti pubblici), nonché del decreto del Presidente della Repubblica \n380/2001; \nc) l'altezza media interna, calcolata dividendo il volume interno lordo per la superficie interna lorda, \nnon può essere inferiore a metri 2,10. In caso di soffitto non orizzontale, l'altezza della parete mi nima \nnon può essere inferiore a metri 1,40. Gli eventuali spazi di altezza inferiore al minimo, da non \ncomputarsi ai fini del calcolo dell'altezza media interna, sono chiusi mediante opere murarie o arredi \nfissi e ne può essere consentito l'uso come spazio di servizio destinato a guardaroba e a ripostiglio. In \ncorrispondenza delle fonti di luce diretta la chiusura di tali spazi non è prescrittiva. Per i locali con i \nsoffitti a volta l'altezza media è calcolata come media aritmetica tra l'altezza dell'imposta e quella del \ncolmo della volta stessa, misurata dal pavimento al loro intradosso con una tolleranza fino al cinque per \ncento. \n5. Il volume da recuperare di cui al comma 1 può avere una destinazione d’uso residenziale, terziaria e \nturistico- ricettiva, nonché commerciale se prevalente nell’edificio. Il recupero abitativo dei sottotetti di \ncui al comma 1 è possibile anche nei Comuni rientranti nell’ambito di applicazione della legge regionale \n10 dicembre 2003, n. 21 (Norme urbanistiche per i comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico \ndell'area vesuviana), a condizione che sia in ampliamento a unità residenziali preesistenti e non \nautonomamente utilizzabili né frazionabili. \n6. Ai fini del raggiungimento dell’altezza necessaria all’uso degli spazi ricavati in ragione degli \ninterventi di cui al presente articolo, è consentito l’abbassamento dell’ultimo solaio e la conseguente \nmodifica della quota d’imposta dello stesso, solo se piano e, in ogni caso, a condizione che non si incida \nnegativamente sulla statica e sul prospetto dell’edificio, nonché sulle caratteristiche tipologiche \ncostruttive dei locali sottostanti e sui requisiti minimi di abitabilità degli stessi di cui al decreto del \nMinistro della Sanità del 5 luglio 1975 (Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896 \nrelativamente all'altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali d'abitazione), \npubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 190 del 18 luglio 1975. \n7. Il recupero dei locali di cui al comma 1 non deve comportare la modifica dell’altezza di colmo e di \ngronda, né l’inclinazione delle eventuali falde. Nel caso di copertura piana non deve variare l’altezza \nesterna dell’edificio calcolata per ogni singolo lato dell’immobile. Non si considera aumento di altezza \nlo spessore dell’isolamento termico. L’isolamento termico deve garantire almeno un miglioramento di \nuna classe energetica per i locali sottostanti il volume da recuperare. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 20248. Al fine di assicurare l’osservanza dei requisiti di fruibilità e aero illuminazione naturale dei locali il \nrecupero di cui al comma 1 può avvenire anche mediante l’apertura di porte, finestre, lucernari e abbaini, \npurché siano rispettati i caratteri for mali e strutturali dell’edificio. \n9. Gli interventi di recupero dei locali di cui al comma 1 sono classificati come ristrutturazione edilizia \nai sensi della lettera d), comma 1, dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 380/2001. \nDetti interventi sono soggetti a Segnalazi one Certificata d’Inizio Attività in alternativa a permesso di \ncostruire e comportano la corresponsione di un contributo commisurato agli oneri di urbanizzazione \nprimaria e secondaria e al costo di costruzione, calcolati sulla volumetria recuperata secondo le tabelle \napprovate e vigenti in ciascun Comune per le opere di nuova costruzione, nonché la monetizzazione \ndegli standard. \n10. Nelle more dell’approvazione del PSU, il solo recupero abitativo dei sottotetti, quali volumi \nsovrastanti all’ultimo piano dell’edificio, o di sue parti, compreso nella sagoma di copertura, è \nconsentito solo ad eccezione di quelli ricadenti nei territori comunali esclusi ai sensi del comma 2 \ndell’articolo 1 della legge regionale 28 novembre 2000 n. 15 (Norme per il recupero abitativo di \nsottotetti esistenti). \n11. I sottotetti, ai fini del recupero abitativo di cui al comma 10, devono essere esistenti alla data indicata \ndal comma 7 dell’articolo 2 della legge regionale 13/2022. \n12. Per il recupero dei sottotetti di cui al comma 10 devono essere rispettate le seguenti condizioni, oltre \na quelle indicate al comma 4: \na) l’eventuale abbassamento dell’ultimo solaio e la conseguente modifica della quota d’imposta dello \nstesso, ai fini del raggiungimento dell’altezza media, di cui alla lettera c) del comma 4, non deve incidere \nnegativamente sulla statica e sul prospetto de ll’edificio, nonché sui requisiti minimi di abitabilità dei \nlocali sottostanti, di cui al decreto del Ministro della Sanità del 5 luglio 1975 di cui al comma 6. A tali \ninterventi non sono applicate le disposizioni per l’aumento del carico urbanistico; \nb) non si devono modificare l’altezza di colmo e di gronda, né l’inclinazione delle falde; \nc) l’apertura di porte, finestre, lucernari e abbaini, al fine di assicurare l’osservanza dei requisiti di \nfruibilità e aero illuminazione naturale dei locali interessati, deve avvenire nel rispetto dei caratteri \nformali e strutturali dell’edificio e non s ono considerate modifiche ai prospetti. \nArt. 43 quinquies (Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale) \n1. Per Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) si intende quella realizzata o finanziata in tutto o in parte \ndallo Stato o da altri Enti pubblici per la creazione di abitazioni da assegnare, a condizioni economiche \nparticolarmente favorevoli, a cittadini con redditi bassi o che si trovino in condizioni economiche \ndisagiate. Essa comprende: \na) edilizia sovvenzionata diretta alla realizzazione di alloggi con finanziamenti pubblici a totale \ncopertura del costo delle opere; \nb) edilizia agevolata diretta alla costruzione di alloggi da destinare a prima abitazione, realizzata da \nprivati con mutui a tasso agevolato o con contributi pubblici in conto capitale, a parziale copertura del \ncosto di costruzione. \n2. L’Edilizia Residenziale Sociale (ERS), ai sensi del Decreto del Ministro delle Infrastrutture 22 aprile \n2008 (Definizione di alloggio sociale ai fini dell'esenzione dall'obbligo di notifica degli aiuti di Stato, \nai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunità europea), si realizza, in conformità \nalla disciplina in materia, attraverso interventi di natura immobiliare ed urbanistica finalizzati a garantir e \nsoluzioni abitative in proprietà o in locazione a costi convenzionati, a individui e nuclei familiari il cui \nreddito non consente di accedere ai prezzi di mercato, né sia idoneo per l'accesso al comparto dell’ERP. \n3. Le convenzioni propedeutiche ai titoli abilitanti gli interventi di ERS devono garantire per gli allo ggi \nlivelli di qualità in linea con le più recenti esigenze dell’abitare sostenibile, la realizzazione delle opere \ndi urbanizzazione, determinare i canoni di locazione, i prezzi di assegnazione o vendita degli alloggi \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024sociali, secondo i valori fissati dalla Regione, a soggetti aventi i requisiti di reddito stabiliti sempre dalla \nRegione. \nArt. 43 sexies (Condhotel) \n1. Gli interventi edilizi interessanti gli esercizi alberghieri, finalizzati alla realizzazione, con \nfrazionamento dell’originaria consistenza, della quota delle unità abitative ad uso residenziale di cui al \ndecreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 gennaio 2018, n. 13 (Regolamento recante la \ndefinizione delle condizioni di esercizio dei condhotel, nonché dei criteri e delle modalità per la \nrimozione del vincolo di destinazione alberghiera in caso di interventi edilizi sugli esercizi alberghieri \nesistenti e limitatamente alla realizzazione della quota delle unità abitative a destinazione residen ziale, \nai sensi dell'articolo 31 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla \nlegge 11 novembre 2014, n. 164), non co stituiscono variante urbanistica. L’attività ricettiva svolta nelle \nstrutture extralberghiere, comunque definite dalla specifica normativa di settore, non determina la \nvariazione di destinazione d’uso alle stesse attribuita. \nArt. 43 septies (Modalità di calcolo della volumetria lorda) \n1. Per gli interventi edilizi contemplati dalla presente legge, la volumetria lorda da assentire non \ncomprende i volumi tecnici, i collegamenti verticali e orizzontali, tra cui i vani scala e ascensore; sono \nesclusi dal calcolo della volumetria lorda i volumi derivanti da interventi per l'efficientamento \nenergetico e il miglioramento statico fino al massimo del cinque per cento del volume lordo assentito.”.", '39': '(Modifiche all’articolo 44 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Al comma 4 bis dell’articolo 44 della legge regionale 16/2004, le parole “nelle zone agricole” sono \nsostituite dalle seguenti: “in tutto il territorio comunale”.', '40': '(Modifiche all’articolo 45 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Il comma 3 dell’articolo 45 della legge regionale 16/2004 è sostituito dal seguente: \n“3. Per gli strumenti di pianificazione urbanistica comunale non ancora adottati, fino all’approvazione \ndelle modifiche al Regolamento 5/2011, ai sensi dell’articolo 43 bis, si applica la disciplina previgente.”.', '41': '(Modifiche all’articolo 47 della legge regionale 22 dicembre 2004, n.16) \n1. All’articolo 47 della legge regionale 16/2004 sono apportate le seguenti modifiche: \na) il comma 1 è sostituto dal seguente: \n“1. I Piani e i Programmi di cui alla presente legge sono accompagnati dalla valutazione ambientale \ndi cui alla direttiva n. 42/2001/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 \nconcernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, e al decreto \nlegislativo 152/2006, da effettuarsi durante la fase di redazione dei Piani e dei Programmi.”; \nb) Dopo il comma 4 sono aggiunti i seguenti: \n“4 bis. Ai sensi dell’articolo 11, comma 4 del decreto legislativo 152/2006, le competenze in materia \ndi valutazione ambientale, nel rispetto della normativa statale, sono così distinte: \na) la Regione è autorità competente per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la \nValutazione d’Incidenza (VinCA) dei piani territoriali, paesaggistici e dei programmi regionali e \nloro varianti; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 2024b) la Città Metropolitana di Napoli e le province sono autorità competenti per la VAS e la VinCA \ndei Piani e Programmi di loro competenza e relative varianti; \nc) il Comune è autorità competente per la VAS e la VinCA dei piani e programmi comunali e loro \nvarianti. \n4 ter. Le funzioni in materia ambientale e quelle in materia di edilizia e urbanistica, da esercitare in \nforma prioritariamente associata, sono assegnate a strutture amministrative distinte. \n4 quater. Per i Comuni con popolazione al di sotto dei cinquemila abitanti, le funzioni in materia di \nVAS e di VinCA, comprese quelle dell’autorità competente, sono svolte in forma associata, anche \ncon Comuni aventi popolazione superiore ai cinquemila abit anti.”.', '42': '(Introduzione dell’articolo 47 bis nella legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Dopo l’articolo 47 della legge regionale 16/2004 è introdotto il seguente: \n“Art. 47 bis (Adeguamento della pianificazione) \n1. L’Amministrazione procedente adegua, rielaborandolo, modificandolo o integrandolo, il piano di sua \ncompetenza, senza che questa operazione comporti variante allo stesso piano, nei seguenti casi: \na) sopraggiunti interventi legislativi statali e regionali; \nb) approvazione di nuovi piani di settore o specialistici disciplinati da normative statali; \nc) modifiche tecniche obbligatorie; \nd) rinnovo dei vincoli espropriativi scaduti secondo le disposizioni di cui al decreto del Presidente della \nRepubblica 327/2001. \n2. Gli adeguamenti di cui al comma 1 sono approvati dalla Giunta comunale salvo diversa indicazione \ndei rispettivi Statuti comunali.”.', '43': '(Modifiche all’articolo 48 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. Alla fine del comma 1 dell’articolo 48 della legge regionale 16/2004, dopo le parole \n“all’Amministrazione provinciale competente” sono aggiunte le seguenti: “o alla Città Metropolitana”.', '44': '(Modifiche all’articolo 49 della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16) \n1. All’articolo 49 della legge regionale 16/2004, dopo il comma 4, è aggiunto il seguente: \n“4 bis. In coerenza con le previsioni dell’articolo 2, comma 3, lettera e) della legge regionale 13/2022 \nalla legge regionale 24 marzo 1995, n. 8 (Norme per la realizzazione di impianti serricoli funzionali allo \nsviluppo delle attività agricole) sono apportate le seguenti modifiche: \na) all’articolo 9, commi 1 e 2, e all’articolo 14, comma 1, le parole “denuncia di inizio attività” sono \nsostituite dalle seguenti: “Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA)”; \nb) all’articolo 14 le parole “del pagamento di una somma non inferiore a Lire cinque milioni e non \nsuperiore a Lire trenta milioni” sono sostituite dalle seguenti: “di cui all’articolo 6 bis, comma 5, del \ndecreto del Presidente della Repubblica 380/2001”.', '45': "(Conclusione dei procedimenti pianificatori in corso) \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 34 del 29 Aprile 20241. Al fine di uniformare progressivamente l'applicazione della disciplina regionale in materia di governo \ndel territorio da parte degli enti locali e assicurare la coerenza del sistema di pianificazione, in \nconsiderazione delle innovazioni introdotte con la presente legge, si applicano le seguenti disposizioni: \na) al comma 2 dell'articolo 44 della legge regionale 16/2004, sostituire le parole “30 giugno 20 24” \ncon le seguenti: “31 dicembre 2024” e le parole “31 dicembre 2024” con le seguenti: “30 giugno \n2025”; \nb) al comma 3 dell'articolo 44 della legge regionale 16/2004, sostituire le parole “31 dicembre 20 24” \ncon le seguenti: “30 giugno 2025”; \nc) al comma 4 dell'articolo 3-ter del Regolamento regionale 4 agosto 2011, n. 5 (Regolamento di \nattuazione per il governo del territorio), le parole “30 giugno 2024” sono sostituite con le seguenti: \n“31 dicembre 2024”; \nd) al comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 13/2022, le parole “31 dicembre 2024 ” sono \nsostituite con le seguenti: “30 giugno 2025”.", '46': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 1 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 196.755,84, derivante da provvedimenti esecutivi \npronunciati dall’autorità giudiziaria, riassuntivamente descritti nell’allegato A e nella scheda di \nrilevazione di partita debitoria unita alla deliberazi one dell’Ufficio di Presidenza del 18 dicembre 2023, \nn. 199, è riconosciuto legittimo, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lett. a), del decreto \nlegislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e \ndegli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e \n2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 \n(Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni \nin materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti \nlocali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e dal d ecreto \nlegge 30 aprile 2019, n. 34, convertito con modificazione dalla legge 28 giugno 2019, n. 58 (Misure \nurgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi – decreto crescita).', '2': '(Norma finanziaria) \n1. Al debito individuato all’articolo 1, pari all’importo complessivo di euro 196.755,84, si provvede \nmediante copertura, in termini di competenza e cassa, con le somme già disponibili di euro 187.594,62, \nsullo stanziamento della Missione 1, Programma 1, Titolo 1, macro aggregato 103, per le spese di \nrisarcimento danni e di euro 9.161,22 per il pagamento delle spese legali dovute alla soccombenza in \ngiudizio da parte dell’Ente, sullo stanziamento della Missione 1, Programma 11, Titolo 1, macro \naggregato 103 del bilancio di previsione 2023/2025 – esercizio 2023, del Consiglio regionale. \n2. Il pagamento a favore del creditore è eseguito con espressa riserva di ripetizione dell’esito \ndell’eventuale giudizio di opposizione', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 7 | null | {'1': "(Oggetto e finalità) \n1. La presente legge disciplina, in sinergia con i programmi di sviluppo rurale dell'Unione europea e nel \nrispetto delle disposizioni vigenti in materia, l'attività enoturistica regionale, ai sensi del decreto del \nMinistro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo del 12 marzo 2019 (Linee guida \ne indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica), \nal fine di: \na) valorizzare le aree ad alta vocazione vitivinicola della Regione Campania; \nb) valorizzare le denominazioni vitivinicole di ciascun territorio; \nc) rafforzare l'offerta turistica regionale con l'enoturismo per integrare la conoscenza della cultura \ndel vino con la cultura dei territori di produzione; \nd) favorire lo sviluppo delle aziende vitivinicole, consentendo di ampliare le proprie attività \neconomiche in chiave turistica anche in una prospettiva nazionale e internazionale.", '2': '(Attività enoturistiche) \n1. Per attività enoturistiche si intendono: \na) le attività formative ed informative, rivolte al pubblico e ai consumatori, sulle produzioni \nvitivinicole del territorio e la conoscenza del vino, con particolare riguardo alle indicazioni \ngeografiche Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP), nel \ncui areale si svolge l’attività quali, a titolo esemplificativo, le visite guidate ai vigneti di pertinenza \ndell’azienda, alle cantine, le visite nei luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione \ndella vite, della storia e della pratica dell’attività vitivinicola ed enologica in genere; \nb) le iniziative di carattere didattico, culturale e ricreativo svolte nell’ambito delle cantine e dei \nvigneti, compresa la vendemmia didattica; \nc) le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole aziendali a nche in \nabbinamento ad alimenti, secondo le disposizioni di cui all’articolo 6.', '3': "(Operatori enoturistici) \n1. Possono esercitare attività di enoturismo esclusivamente le seguenti tipologie di soggetti: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024a) gli imprenditori agricoli singoli o associati di cui all'articolo 2135 del Codice civile esercenti \nattività vitivinicola che trasformano in proprio o che fanno trasformare a terzi il proprio prodotto; \nb) le imprese esercenti attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti vitivinicoli; \nc) le enoteche regionali se riconosciute; \nd) le cantine sociali, cooperative o loro consorzi, alle quali i soci, imprenditori agricoli, conferiscono \ni prodotti provenienti dalla coltivazione dei propri vigneti per la trasformazione e \ncommercializzazione del vino. \n2. L'esercizio delle attività enoturistiche di cui all'articolo 2 non è consentito a: \na) coloro che hanno riportato nell'ultimo quinquennio, con sentenza passata in giudicato, condanna \nper uno dei delitti previsti dagli articoli 442, 444, 513, 515 e 517 del codice penale, o per uno dei \ndelitti in materia di igiene e di sanità o di frode nella preparazione degli alimenti previsti dalla \nnormativa vigente, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione; \nb) coloro che ricadono nelle condizioni previste dall'articolo 67 del decreto legislativo 6 settembre \n2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni \nin materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. \n136). \n3. È vietato l'uso delle denominazioni di enoturismo, enoturistico e simili, anche modificate, alterate, \nrettificate o associate ad altre denominazioni, come marchio individuale o commerciale, insegna o \nragione sociale di soggetti che non sono operatori enoturistici ai sensi della presente legge.", '4': "(Requisiti e standard minimi di qualità per lo svolgimento dell'attività enoturistica) \n1. Per lo svolgimento dell'attività enoturistica è richiesta la presenza di personale addetto dotato di \ncompetenza e formazione, anche sulla conoscenza delle caratteristiche del territorio, compreso tra il \ntitolare dell’azienda, i soci dell’impresa o i familiari coadiuvanti, i dipendenti dell’azienda ed i \ncollaboratori esterni in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti: \na) diploma di scuola secondaria di secondo grado o laurea ad indirizzo agrario o, comunque, \nattinenti al settore di riferimento; \nb) esperienza lavorativa almeno triennale svolta presso imprese vitivinicole. \n2. Fermo restando i requisiti generali, anche di carattere igienico-sanitario e di sicurezza, previsti dalla \nnormativa vigente, le attività enoturistiche devono presentare i seguenti requisiti e standard minimi di \nqualità: \na) l’apertura annuale o stagionale di un minimo di due giorni settimanali, all'interno dei quali \npossono essere compresi la domenica, i giorni prefestivi e festivi; \nb) il sito o la pagina web aziendale, almeno in due lingue, compreso l'italiano, contenenti gli \nstrumenti informatici di prenotazione delle visite, preferibilmente in inglese come seconda lingua; \nc) il cartello da affiggere all'ingresso dell'azienda che riporti i dati relativi all'accoglienza \nenoturistica, gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate; il cartello deve \nriportare anche il logo identificativo dell'attività enoturistica regionale; \nd) la disponibilità di materiale informativo sull'azienda e sui suoi prodotti, in formato digitale o \ncartaceo, anche con riferimento all’eventuale collaborazione tra più aziende del territorio, in almeno \ndue lingue, compreso l'italiano, preferibilmente inglese come seconda lingua; \ne) l’esposizione e la distribuzione di materiale informativo, che può essere anche in formato digitale, \nsulla zona di produzione, sulle produzioni tipiche e locali con particolare riferimento alle produzioni \ncon denominazione di origine, sia in ambito vitivinicolo e agroalimentare, sia in ambito artigianale \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024e industriale, sulle attrazioni turistiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio in \ncui è svolta l'attività enoturistica; \nf) gli ambienti dedicati e adeguatamente attrezzati per l'accoglienza e per la tipologia di a ttività in \nconcreto svolte dall'operatore enoturistico. \n3. L'attività enoturistica può essere svolta anche con il supporto di operatori specializzati nel settore \nturistico.", '5': '(Formazione professionale) \n1. La Regione promuove, autonomamente o in collaborazione con gli enti di formazione in possesso \ndell’accreditamento regionale, le associazioni di categoria agricole e le associazioni enoturistiche più \nrappresentative, i corsi di formazione di aggiornamento professionale degli operatori enoturistici o dei \nloro collaboratori, ai sensi della normativa regionale in tema di formazione professionale. \n2. L’Amministrazione regionale, in collaborazione con le associazioni di categoria agricole e le \nassociazioni enoturistiche più rappresentative, sostiene lo sviluppo dell’enoturismo attraverso attività \ndi studio, ricerca, sperimentazione, formazione professionale e promozione.', '6': "(Attività di degustazione e abbinamento di alimenti) \n1. Con apposito provvedimento la Direzione generale per le Politiche agricole della Regione Campania \nindividua e disciplina le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni vitivinicole \naziendali, anche in abbinamento ad alimenti, anche su proposta degli operatori enoturistici di cui al \ncomma 1 dell'articolo 3. \n2. L'abbinamento ai prodotti vitivinicoli aziendali finalizzato alla degustazione deve avvenire con \nprodotti agro-alimentari freddi preparati dalla stessa azienda, anche manipolati o trasformati, pronti per \nil consumo nel rispetto delle discipline, delle condizioni e dei requisiti igienico-sanitari previsti dalla \nnormativa vigente, e prevalentemente legati alle produzioni locali e tipiche della regione, anche \nprovenienti da una rete di aziende, valorizzandone la stagionalità e il legame con il territorio in cui è \nsvolta l’attività enoturistica. \n3. Dall'attività di degustazione sono in ogni caso escluse le attività e gli alimenti che prefigurano un \nservizio di ristorazione. \n4. L’azienda enoturistica può acquistare prodotti già confezionati e pronti per l’uso per venire incontro \nalle possibili esigenze di soggetti che presentano intolleranze o allergie a determinati alimenti.", '7': "(Programmazione integrata) \n1. L'attuazione e la gestione della presente legge è seguita sinergicamente dalle strutture competenti nei \nsettori dell'agricoltura, del commercio e del turismo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta \nregionale.", '8': '(SCIA) \n1. L’attività enoturistica è esercitata, previa presentazione della Segnalazione di Inizio Attività (SCIA) \ndi cui all’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento \namministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) al Comune in cui si intende svolgere \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024l’attività ovvero allo Sportello per le Attività Produttive e per l’Edilizia Abitativa (SUAP), competente \nper territorio. \n2. La SCIA deve indicare le attività che si intendono svolgere e i periodi di apertura ed è trasmessa dal \nComune alla struttura organizzativa regionale competente.', '9': "(Elenco regionale degli operatori enoturistici) \n1. Presso la struttura organizzativa regionale competente in materia di enoturismo è istituito l'elenco \nregionale degli operatori enoturistici. \n2. Nell'elenco sono iscritti i soli operatori che hanno inoltrato la SCIA di cui all'articolo 8. \n3. Le modalità di iscrizione nell'elenco di cui al comma 1 sono stabilite con apposito provvedimento \nregionale. \n4. La Direzione generale per le politiche agricole della Regione Campania, con successiva \ndeterminazione, stabilisce le modalità di promozione delle aziende inserite nell’elenco regionale degli \noperatori enoturistici attraverso supporti cartacei e digitali. \n5. L’iscrizione all’elenco abilita all’uso del logo di attività enoturistica regionale.", '10': '(Osservatorio regionale enoturismo Campania) \n1. Presso il Consiglio Regionale della Campania, con decreto del Presidente del Consiglio, è istituito \nl’Osservatorio Regionale per l’Enoturismo della Campania, composto: \na) dal Presidente della Commissione consiliare permanente competente in materia di agricoltura, o \nsuo delegato, che lo presiede; \nb) da due rappresentanti, rispettivamente uno della maggioranza consiliare e uno della minoranza \nconsiliare, designati dal Presidente della Commissione consiliare permanente competente in materia \ndi agricoltura; \nc) dall’Assessore regionale all’Agricoltura o suo delegato; \nd) dall’Assessore regionale al Turismo o suo delegato; \ne) da un rappresentante di Unioncamere Campania; \nf) da un rappresentante dei Consorzi di tutela del comparto vitivinicolo riconosciuti a livello \nministeriale; \ng) da un rappresentante delle principali organizzazioni di categoria dell’Agricoltura; \nh) da un rappresentante delle principali organizzazioni di categoria del Turismo; \ni) da un rappresentante degli ordini professionali (Enologi, Periti Agrari); \nl) da un rappresentante delle Aree interne ai sensi della Strategia nazionale per le Aree interne.', '11': "(Vigilanza e controllo) \n1. Fatte salve le competenze di altri soggetti indicati nella normativa statale e regionale, in particola re \nin materia di igiene, sicurezza alimentare e degli ambienti di lavoro, i Comuni esercitano la vigilanza \nsull'osservanza della presente legge. \n2. I Comuni sono tenuti ad effettuare, annualmente, una specifica attività di controllo. \n3. I Comuni trasmettono alla Regione, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione sull'attività di \ncontrollo e vigilanza posta in essere nell'anno precedente. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 20244. Le modalità di svolgimento dei controlli di cui ai commi 2 e 3 sono stabilite con delibera di Giunta \nregionale.", '12': "(Sanzioni amministrative pecuniarie) \n1. Chiunque faccia uso delle denominazioni di enoturismo, enoturistico e simili, anche modificate, \nalterate, rettificate o associate ad altre denominazioni, come marchio individuale o commerciale, \ninsegna o ragione sociale di soggetti che non sono operatori enoturistici ai sensi della presente legge è \nsoggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.500,00 ad euro 10.000,00. \n2. Chiunque svolge le attività di enoturismo senza aver presentato la SCIA di cui all'articolo 8 è soggetto \nalla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000,00 ad euro 6.000,00. Il Comune dispone la \nchiusura dell'attività svolta senza titolo abilitativo. L'attività di enoturismo non può essere intrapresa \ndall'imprenditore responsabile dell'infrazione di cui al presente comma nei successivi dodici mesi. \n3. Chiunque svolge le attività di enoturismo senza i requisiti e gli standard minimi di qualità previsti \ndall'articolo 4 è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 ad euro 3.000,00. \n4. L'operatore enoturistico è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 250,00 ad euro \n1.500,00 per: \na) il mancato rispetto delle modalità di esercizio dell'attività indicate nella SCIA; \nb) la mancata esposizione al pubblico della SCIA; \nc) l’utilizzo di prodotti non conforme a quanto stabilito dall'articolo 6. \n5. Per l'accertamento e la contestazione delle infrazioni alla presente legge si applicano le disposizioni \npreviste per le sanzioni amministrative di competenza regionale.", '13': "(Sospensione e cessazione dell'attività) \n1. Nel caso di accertamento di una delle violazioni indicate al comma 3 dell'articolo 12, il Comune \nsospende l'esercizio dell'attività enoturistica per un periodo compreso tra i dieci e i trenta giorni. \n2. In caso di reiterazione di una delle violazioni di cui al comma 3 dell'articolo 12, il Comune dispone \nla cessazione dell'attività. \n3. I provvedimenti di sospensione e di cessazione sono comunicati al Prefetto per gli effetti di cui ai \ncommi 4 e 5 dell’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 \n(Attuazione della delega di cui all'art. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382). \n4. I provvedimenti di sospensione e cessazione sono comunicati alla struttura organizzativa regionale \ncompetente.", '14': "(Disposizioni transitorie) \n1. Le aziende già in attività non presentano una nuova SCIA ai sensi dell'articolo 8 e si adeguano alle \ndisposizioni della presente legge entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.", '15': "(Norma finanziaria) \n1. Per le attività di promozione e divulgazione previste dalla presente legge, per l'anno 2024, si fa fronte \ncon uno stanziamento di euro 200.000,00 sulla Missione 16, Programma 1, Titolo I, mediante prelievo \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024di pari importo dalla Missione 20, Programma 3, Titolo I del bilancio di previsione finanziaria per il \ntriennio 2024 - 2026. \n2. La partecipazione ai lavori dell’Osservatorio di cui all’articolo 10 è a titolo gratuito e non prevede \nspese di trasferte e rimborsi a carico del bilancio regionale.", '16': "(Norma finale - Entrata in vigore) \n1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni dei commi 502, 503, 504 e \n505 dell'articolo 1 della legge 29 dicembre 2017, n. 205 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno \nfinanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (Legge di stabilità 2018) e del decreto \ndel Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo del 12 marzo 2019. \n2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,024 | 6 | null | {'1': "(Oggetto) \nl. La presente legge, nell’esercizio dei poteri e funzioni attribuiti alla Regione dalla Costituzione e dallo \nStatuto, disciplina, nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, in conformità ai principi del decreto \nlegislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle \namministrazioni pubbliche), l’ordinamento amministrativo degli uffici della Giunta regionale e degli \nuffici di diretta collaborazione degli organi di indirizzo politico.", '2': '(Principi generali) \nl. L’organizzazione degli uffici della Giunta regionale è improntata ai seguenti principi: \na) funzionalità e finalizzazione degli assetti organizzativi ai compiti e ai programmi di attività, \nanche attraverso la verifica e l’eventuale revisione degli stessi; \nb) flessibilità organizzativa; \nc) articolazione delle strutture per funzioni omogenee o interdipendenti rispetto al risultato; \nd) integrazione e coordinamento tra le attività delle diverse strutture; \ne) razionalizzazione della distribuzione delle competenze ai fini della eliminazione di \nsovrapposizioni e duplicazioni; \nf) valorizzazione della trasformazione digitale dei servizi, dei processi e delle attività. \n2. Nella materia relativa alle strutture organizzative, la Regione adotta i necessari provvedimenti, nel \nrispetto degli istituti di partecipazione sindacale previsti dalla normativa vigente. \n3. Il conferimento degli incarichi dirigenziali è disposto dal Presidente della Giunta regionale previa \ndeliberazione della Giunta, nel rispetto delle norme e dei principi del decreto legislativo 165/2001. \n \n \n \n \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024Titolo II \nOrganizzazione della struttura amministrativa della Giunta regionale \n \nCapo I \nDisposizioni generali', '3': '(Strutture organizzative della Giunta regionale) \nl. Le strutture organizzative della Giunta regionale si articolano in: \na) Direzioni generali; \nb) Segreteria di Giunta, Avvocatura e Uffici speciali; \nc) Settori; \nd) Unità operative dirigenziali semplici. \n2. Con deliberazione di Giunta regionale, nel rispetto dell’invarianza di spesa, possono essere costituite \nstrutture temporanee, di progetto o di missione, per la gestione di specifici progetti previsti negli atti di \nprogrammazione strategica o gestionale della Regione, ovvero di un programma di interventi, la cui \ndurata è correlata alla realizzazione del progetto o del programma. \n3. I provvedimenti di cui al comma 2 motivano espressamente in ordine alle esigenze e agli obiettivi da \nperseguire e, sulla base degli stessi, dispongono i criteri di individuazione del responsabile, \nl’articolazione e la pesatura della struttura, la durata temporale e l’eventuale assegnazione delle risorse. \n4. Possono essere altresì attribuite con deliberazione della Giunta regionale posizioni individuali di \nlivello dirigenziale per lo svolgimento, organico e continuativo, di funzioni ispettive, di elaborazione \ntecnica, studi e ricerche e per l’esercizio di s pecifiche attività professionali, nei limiti di cui \nall’Allegato 1. \n5. Al fine di assicurare l’efficace assolvimento delle attività di competenza regionale connesse al \nperseguimento degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’entrata in \nvigore della presente legge è istituita la struttura di missione PNRR, equiparata ad una struttura di primo \nlivello, con durata correlata al completamento del Piano. La Giunta regionale, entro trenta giorni dalla \ndata di entrata in vigore delle presenti disposizioni e nel rispetto del limite numerico previsto dalla \npresente legge, disciplina l’articolazione interna della struttura di missione, salvaguardando la \ncontinuità delle funzioni sino ad oggi assolte.', '4': '(Figure dirigenziali) \n1. I dirigenti della Giunta regionale appartengono ad un’unica qualifica nell’ambito del ruolo \ndirigenziale disciplinato dall’articolo 67, comma 2 dello Statuto regionale, e ad essi sono attribuiti, in \nrelazione agli incarichi affidati, differenti competenze e responsabilità. \n2. Con riferimento alle strutture organizzative i dirigenti esplicano le funzioni di: \na) Direttore generale; \nb) Responsabile di Ufficio Speciale; \nc) Dirigente di settore; \nd) Dirigente di Unità operativa dirigenziale semplice. \n3. Il dirigente preposto alla struttura organizzativa di livello più elevato è, limitatamente alla durata \ndell’incarico, sovraordinato al dirigente preposto alla struttura organizzativa di livello inferiore. \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024', '5': '(Pesatura delle strutture) \nl. Con successivo provvedimento della Giunta regionale, da adottarsi nel rispetto della normativa statale \nvigente e degli istituti di partecipazione sindacale previsti dalle vigenti disposizioni contrattuali, le \nstrutture e le posizioni dirigenziali di cui all’articolo 3 sono graduate, anche ai fini della retribuzione di \nposizione prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro per l’area della dirigenza. \n2. La pesatura delle strutture dirigenziali è verificata ed eventualmente aggiornata all’esito di modifiche \nriguardanti i compiti, la loro complessità, il grado di autonomia, nonché la distribuzione delle \nresponsabilità e l’assegnazione delle risorse alle stesse strutture. \n3. In sede di prima applicazione, al fine della pesatura delle strutture si fa riferimento all’articolo 27 del \nContratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del 23 dicembre 1999 per la dirigenza del Comparto \nRegioni Autonomie Locali, tenuto conto dei parametri connessi a: \na) collocazione nella struttura; \nb) complessità organizzativa; \nc) responsabilità gestionali interne ed esterne. \n \nCapo II \nOrganizzazione delle Direzioni Generali', '6': '(Direzioni generali) \nl. Le Direzioni generali sono strutture dirigenziali di primo livello che svolgono funzioni in aree di \nintervento omogenee e integrate corrispondenti agli ambiti e alle politiche di intervento regionale. \n2. Le Direzioni generali sono articolate in Settori e Unità dirigenziali operative semplici. \n3. Alle Direzioni generali è preposto il Direttore generale, scelto in relazione a specifica professionalità \ned esperienza adeguata al livello della struttura e alla complessità delle competenze, in conformità alle \nnorme e agli istituti previsti dal decreto legislativo 165/2001. \n4. Il Direttore generale è individuato con atto deliberativo della Giunta regionale e nominato con decreto \ndel Presidente della Giunta regionale. \n5. Il Presidente e, limitatamente alla specifica delega conferita, gli Assessori esercitano l’indirizzo \npolitico-amministrativo nei confronti delle Direzioni generali, svolgendo, nel rispetto delle disposizioni \ndi legge e dello Statuto, funzioni di impulso delle attività e di controllo sul grado di realizzazione dei \nrisultati.', '7': '(Direttore generale) \nl. Il Direttore generale dà attuazione agli indirizzi del Presidente e della Giunta regionale e svolge \nfunzioni di direzione, coordinamento e controllo nei confronti degli uffici della Direzione generale e di \norganizzazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie attribuite alla Direzione. \n2. Il Direttore generale: \na) assicura la gestione organica ed integrata dei Settori e delle Unità dirigenziali operative semplici \ndella Direzione generale; \nb) formula proposte ed esprime pareri nelle materie di competenza al Presidente della Giunta \nregionale o agli Assessori delegati; \nc) cura la pianificazione strategica, l’attuazione dei piani, dei programmi e delle direttive generali, \ndefinite dall’organo politico, e formula, nell’ambito delle materie di competenza, le proprie \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024proposte per la emanazione delle direttive generali, concorrendo ad assicurare l’unitarietà \ndell’azione amministrativa; \nd) firma, ai fini della regolarità contabile e amministrativa, le proposte di deliberazione che il \nPresidente e gli Assessori delegati intendono sottoporre alla Giunta regionale; \ne) adotta gli atti amministrativi ed esercita i poteri di spesa e quelli di acquisizione delle entra te \nrientranti nella diretta competenza della Direzione generale cui è preposto; \nf) richiede i pareri all’Avvocatura regionale, anche d’intesa con il Dirigente di settore competente \nper materia e cura la risposta ai rilievi degli organi di controllo sugli atti di competenza della \nDirezione generale, tenendone informati contestualmente il Presidente e gli Assessori competenti; \ng) cura, per le attività nella diretta competenza, e sovraintende ai rapporti con enti o soggetti esterni \nal fine di assicurare il coordinamento delle attività delle strutture di secondo livello e delle unità \noperative dirigenziali semplici nonché l’unitarietà dell’azione amministrativa; \nh) esercita il potere sostitutivo, previa diffida ad adempiere, nei confronti dei Dirigenti di settore, \nnonché dei dirigenti delle Unità dirigenziali operative semplici poste alle dirette dipendenze della \nDirezione generale; \ni) esercita i poteri disciplinari di propria competenza nei confronti del personale assegnato al suo \nufficio e dei Dirigenti di settore e delle Unità dirigenziali operative semplici poste alla diretta \ndipendenza della Direzione generale, ed attiva presso la Direzione generale risorse umane le \nprocedure disciplinari, in conformità alle disposizioni di legge e contrattuali; \nl) decide sui ricorsi gerarchici avverso i provvedimenti non definitivi dei Settori e delle Unità \ndirigenziali operative semplici poste alla diretta dipendenza della Direzione generale; \nm) per motivate e comunque temporanee esigenze, può attribuire ai Dirigenti di settore e di Unità \ndirigenziali operative semplici poste alla diretta dipendenza della Direzione generale incarichi e \nresponsabilità relativi a specifici programmi, progetti e gestioni, e definisce gli obiettivi che gli \nstessi devono perseguire; \nn) sentiti i dirigenti delle strutture interne alla Direzione, rileva il fabbisogno del personale della \nDirezione generale e assegna le risorse umane, finanziarie e strumentali alle strutture in cui queste \nsi articolano; \no) valuta i Dirigenti di settore, di Unità dirigenziali operative semplici poste alla diretta dipendenza \ndella Direzione generale e il personale assegnato ai propri uffici, secondo il sistema di valutazione \nadottato dalla Giunta regionale; \np) svolge ogni altro compito assegnato, ovvero riconducibile al proprio incarico sulla base di \ndisposizioni normative o di direttive del Presidente e della Giunta regionale.', '8': '(Settori) \n1. I Settori sono strutture dirigenziali complesse, di secondo livello, che svolgono funzioni in aree di \nintervento omogenee e integrate nell’ambito delle politiche di intervento regionale di competenza della \nDirezione generale. \n2. A ciascun Settore è preposto un Dirigente di settore, scelto in relazione a specifica professionalità ed \nesperienza adeguata al livello della struttura e alla complessità delle competenze, in confo rmità alle \nnorme e agli istituti previsti dal decreto legislativo 165/2001. \n3. Il Dirigente di settore è individuato, sentito il Direttore generale, con atto deliberativo della Giunta \nregionale ed è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale. \n4. I Settori sono articolati in almeno due Unità dirigenziali operative semplici. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024', '9': '(Dirigente di Settore) \nl. Il Dirigente di settore dirige, coordina e controlla le Unità dirigenziali operative semplici in cui si \narticola il Settore. \n2. Il Dirigente di settore: \na) coordina le attività dei dirigenti di Unità dirigenziale operativa semplice incardinate nel Settore; \nb) previa istruttoria o previa verifica dell’istruttoria svolta dalla Unità operativa dirigenziale \ncompetente, firma, ai fini della regolarità contabile e amministrativa, le proposte di deliberazione \nper la successiva sottoposizione da parte del Direttore generale al Presidente della Giunta regionale \no agli Assessori delegati; \nc) esprime pareri e rimette relazioni al Direttore generale sulle attività del Settore; \nd) adotta gli atti e i provvedimenti amministrativi ed esercita, nei limiti delle risorse assegna te, i \npoteri di spesa e quelli di acquisizione delle entrate rientranti nella competenza dei propri uffici; \ne) provvede alla gestione delle risorse umane, strumentali e finanziarie ad esso attribuite; \nf) per motivate e comunque temporanee esigenze, può attribuire ai dirigenti delle Unità dirigenziali \noperative semplici incardinate nel Settore incarichi e responsabilità relativi a specifici programmi, \nprogetti e gestioni e definisce gli obiettivi che detti dirigenti devono perseguire; \ng) può promuovere progetti che coinvolgono le competenze delle Unità dirigenziali operative \nsemplici e ne cura il coordinamento, anche per il tramite di uno dei dirigenti preposti a tali strutture; \nh) esercita il potere sostitutivo, previa diffida ad adempiere, nei confronti dei dirigenti delle Unità \ndirigenziali operative semplici incardinate nel Settore e i poteri disciplinari di propria competenza \nnei confronti del personale assegnato e dei dirigenti delle Unità dirigenziali operative semplici \nincardinate presso il Settore e attiva presso la Direzione generale risorse umane le procedure \ndisciplinari, in conformità alle disposizioni di legge e contrattuali, dandone comunicazione al \nDirettore generale responsabile della propria struttura; \ni) decide sui ricorsi gerarchici avverso i provvedimenti non definitivi dei dirigenti delle Unità \ndirigenziali operative semplici incardinate nel Settore; \nl) valuta i dirigenti delle Unità dirigenziali operative semplici e il personale assegnato ai propri \nuffici, secondo il sistema di valutazione adottato dalla Giunta regionale; \nm) svolge ogni altro compito assegnato dal Direttore generale, dal Presidente o dalla Giunta \nregionale.', '10': '(Unità operative dirigenziali semplici) \nl. Le Unità operative dirigenziali semplici sono articolazioni funzionali delle Direzioni generali, degli \nUffici speciali e dei Settori. Esse svolgono funzioni integrate relative a singole aree di intervento, \nafferenti ad uno specifico ambito di competenza della struttura di primo o di secondo livello. \n2. Le Unità operative dirigenziali semplici sono istituite con delibera di Giunta regionale in base a criteri \ndi efficienza dell’organizzazione dei processi di lavoro. La Giunta regionale può altresì deliberare la \nmodifica delle competenze delle Unità operative dirigenziali semplici, nel processo di adeguamento \ncostante ai programmi e agli obiettivi regionali. \n3. All’Unità operativa dirigenziale semplice è preposto un dirigente, individuato in relazione a \nprofessionalità ed esperienza adeguata al livello della struttura, in conformità alle norme e agli istituti \nprevisti dal decreto legislativo 165/2001, individuato, sentito il Direttore generale, con atto deliberativo \ndi Giunta regionale e nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024', '11': '(Dirigente di Unità dirigenziale operativa semplice) \nl. Il dirigente preposto all’Unità dirigenziale operativa semplice svolge le funzioni di direzione del \nproprio ufficio, cura l’attuazione dei progetti assegnati o delegati dal Dirigente di settore o dal Direttore \ngenerale, ovvero dal Presidente o dalla Giunta regionale. \n2. Il dirigente dell’Unità dirigenziale operativa semplice: \na) adotta gli atti e i provvedimenti amministrativi per l’attuazione dei procedimenti di competenza \ned esercita i relativi poteri di spesa e, ove previsto, di accertamento delle entrate; \nb) istruisce e firma, ai fini della regolarità contabile e amministrativa, le proposte di deliberazione, \nche rimette al Dirigente di settore per il seguito di competenza; \nc) esprime pareri e rimette relazioni sulle attività della unità operativa semplice; \nd) dirige, coordina e controlla l’attività del personale assegnato all’ufficio; individua i responsabili \ndei procedimenti amministrativi, esercitando nei loro confronti i poteri sostitutivi in caso di inerzia; \ne) esercita i poteri disciplinari di propria competenza, nei confronti del personale assegnato all’unità \noperativa ed informa il Dirigente di settore e il Direttore generale; \nf) valuta il personale assegnato al proprio ufficio, secondo il sistema di valutazione adottato dalla \nGiunta regionale; \ng) svolge ogni altro compito assegnato dal Dirigente di settore, dal Direttore generale, dal Presidente \no dalla Giunta regionale.', '12': '(Assenza, impedimento, vacanza di titolarità) \nl. In caso di assenza o impedimento, il Direttore generale è sostituito da un Dirigente di settore a tale \nscopo dallo stesso designato o, in mancanza, dal Dirigente di settore con maggiore anzianità di servizio \nnella qualifica dirigenziale. \n2. In caso di vacanza della titolarità della struttura ovvero di assenza o impedimento del dirigente \npreposto, fino a diversa determinazione della Giunta regionale, la funzione dirigenziale ad interim è \nsvolta dal Direttore generale per i Settori e le Unità dirigenziali operativi semplici poste alle dirette \ndipendenze della Direzione generale e dal Dirigente di settore per le Unità dirigenziali operative \nsemplici incardinate nel Settore.', '13': '(Poteri sostitutivi) \nl. In caso di inerzia, ritardo o grave inosservanza delle direttive, tali da determinare pregiudizio per \nl’interesse pubblico, la Giunta regionale esercita il potere sostitutivo nei confronti del Direttore generale, \nprevia diffida ad adempiere entro un ter mine prefissato e a seguito dell’inutile decorso del termine, \nattraverso la nomina di un commissario ad acta scelto tra i Responsabili delle strutture di primo livello. \n2. Nei confronti degli altri dirigenti, il potere sostitutivo è esercitato direttamente dal Responsabile d ella \nstruttura di primo livello o della struttura di secondo livello per le strutture dirigenziali direttamente \ndipendenti. Nei confronti dei responsabili dei procedimenti il potere sostitutivo è esercitato dal dirigente \nche ha assegnato la responsabilità del procedimento stesso. \n3. A seguito dell’esercizio del potere sostitutivo si provvede all’accertamento delle eventuali \nresponsabilità, anche al fine della valutazione della performance. \n \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024', '14': "(Istituzione delle Direzioni generali) \nl. Sono istituite le seguenti Direzioni generali: \na) Direzione generale Risorse umane. \nAmbiti di competenza: pianificazione, reclutamento, organizzazione e gestione del personale; \ntrattamento giuridico ed economico del personale; relazioni sindacali; aggiornamento e formazione \ndel personale; supporto all’OIV; performance; \nb) Direzione generale Risorse finanziarie. \nAmbiti di competenza: bilancio e programmazione economica e finanziaria, entrate e spese, fiscalità \ne sistema tributario regionale; vigilanza sui servizi di tesoreria e sulla contabilità generale di cassa; \nbilancio consolidato; Autorità di certificazione della spesa dei fondi nazionali ed europei. \nPresso la Direzione generale Risorse finanziarie opera, in posizione di autonomia funzionale, il \nNucleo di valutazione degli investimenti pubblici; \nc) Direzione generale Risorse strumentali. \nAmbiti di competenza: gestione e valorizzazione del demanio e del patrimonio regionale; \nprovveditorato ed economato; logistica e ambienti di lavoro. \nPresso la Direzione generale Risorse strumentali opera, in posizione di autonomia funzionale, \nindipendenza e terzietà, l’Ufficio Datore di lavoro; \nd) Direzione generale Tutela della salute e coordinamento del sistema sanitario regionale. \nAmbiti di competenza: sistema sanitario regionale; rapporti con il sistema sanitario nazionale; \ngoverno economico-finanziario del sistema sanitario regionale di concerto con la Direzione \ngenerale Risorse finanziarie; interventi socio-sanitari nel campo delle dipendenze patologiche, della \nsalute mentale, della riabilitazione e della non autosufficienza; attività farmaceutiche e farmaco-\nvigilanza; sistemi informativi in materia sanitaria; prevenzione e igiene sanitaria; sicurezza \nalimentare e assistenza veter inaria; programmazione dell’edilizia sanitaria; \ne) Direzione generale Politiche sociali, politiche giovanili e sport. \nAmbiti di competenza: politiche di welfare, politiche giovanili e rapporti con il terzo settore; pari \nopportunità; sport; \nf) Direzione generale Lavoro e formazione professionale. \nAmbiti di competenza: politiche attive del lavoro; programmazione, sviluppo e coordinamento della \nrete regionale dei Centri per l'impiego; servizi per il lavoro, per la formazione professionale e \nl'orientamento al lavoro; \ng) Direzione generale Politiche agricole, alimentari e forestali. \nAmbiti di competenza: agricoltura, forestazione e patrimonio agroforestale, attività faunistico-\nvenatoria e ittica; riordino fondiario; bonifica integrale; diritti collettivi e usi civici; \nh) Direzione generale Sviluppo delle attività produttive. \nAmbiti di competenza: industria, artigianato, fiere e mercati, commercio e servizi; energia; acque \nminerali e termali; cave, miniere e risorse geotermiche; internazionalizzazione del sistema \nproduttivo; \ni) Direzione generale Politiche culturali e turismo. \nAmbiti di competenza: promozione culturale, patrimonio culturale materiale e immateriale, \nspettacolo; turismo e industria alberghiera; \nl) Direzione generale Istruzione, università, ricerca e innovazione. \nAmbiti di competenza: programmazione in materia di istruzione; diritto allo studio; università e alta \nformazione; ricerca, innovazione e startup; \nm) Direzione generale Mobilità. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024Ambiti di competenza: sistema della mobilità regionale e mobilità sostenibile; trasporto pubblico \nlocale; politica tariffaria regionale; \nn) Direzione generale Governo del territorio. \nAmbiti di competenza: pianificazione territoriale e paesaggistica; urbanistica ed edilizia; politiche \nabitative ed edilizia sociale; \no) Direzione generale Difesa suolo, ecosistema e sostenibilità. \nAmbiti di competenza: politiche di contrasto al dissesto idrogeologico; difesa del suolo; sviluppo \nsostenibile, qualità dell’aria, climate change; gestione delle risorse naturali protette, tutela e \nsalvaguardia dell’habitat marino e costiero; concessioni i droelettriche; Contratti di fiume; \np) Direzione generale Protezione civile e uffici territoriali del Genio civile. \nAmbiti di competenza: protezione civile regionale e rapporti con il Servizio nazionale della \nprotezione civile; autorizzazioni sismiche e autorizzazioni relative al demanio idrico; \nq) Direzione generale Ciclo integrato delle acque. \nAmbiti di competenza: ciclo integrato delle acque; grandi reti adduttrici, interventi sulle \ninfrastrutture idriche; Piano invasi e azioni di contrasto alla siccità; reti dei reflui e depurazione; \nr) Direzione generale Ciclo integrato dei rifiuti, autorizzazioni ambientali, osservatorio e \ndocumentazione. \nAmbiti di competenza: ciclo integrato dei rifiuti; bonifica dei siti contaminati; autorizzazioni \nambientali. \n \nCapo III \nOrganizzazione degli Uffici Speciali e dell’Avvocatura regionale", '15': '(Uffici Speciali) \nl. Gli Uffici speciali sono strutture dirigenziali di primo livello, articolate in Settori e in Unità \ndirigenziali operative semplici, che svolgono funzioni in aree di intervento trasversali ai diversi ambiti \ne alle politiche di intervento regionale. \n2. All’Ufficio speciale è preposto un Dirigente responsabile, scelto dalla Giunta regionale in relazione \na specifica professionalità ed esperienza adeguata al livello della struttura e alla comple ssità delle \ncompetenze, in conformità alle norme e agli istituti previsti dal decreto legislativo 165/2001 e nominato \ncon decreto del Presidente della Giunta regionale. \n3. Agli Uffici speciali si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni della presente legge relative \nalle Direzioni generali, dalle quali essi si distinguono esclusivamente per la trasversalità delle funzioni \nsvolte e dei compiti assegnati.', '16': '(Dirigenti degli Uffici Speciali) \nl. I responsabili degli Uffici speciali, con riferimento all’Ufficio, svolgono i compiti ed esercitano le \ncompetenze previste per i Direttori generali dall’articolo 7, per quanto compatibili. \n2. I Dirigenti dei settori e delle Unità operative dirigenziali in cui si articolano gli Uffici speciali, con \nriferimento all’Ufficio, svolgono i compiti ed esercitano le competenze dei Dirigenti di settore e dei \ndirigenti di Unità operativa dirigenziale come previsto dagli articoli 9 e 11, per quanto compatibili. \n \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024', '17': "(Istituzione degli Uffici Speciali) \nl. Sono istituiti i seguenti Uffici speciali: \na) Ufficio per l’amministrazione digitale. \nAmbiti di competenza: transizione alla modalità operativa digitale; attività relative a infrastrutture \ndigitali, fonia fissa e mobile, servizi ed ecosistemi digitali, piattaforme abilitanti e sicurezza \ninformatica, intelligenza artificiale; politiche regionali di sviluppo della banda ultralarga; politiche \ndi e-government, comunità intelligenti e patrimonio pubblico informativo; ufficio statistica; \nb) Ufficio Appalti - Centrale di committenza regionale. \nAmbiti di competenza: stazione appaltante per l’acquisizione di beni, servizi e lavori da parte delle \nstrutture della Giunta regionale; Programmazione triennale dei servizi e dei lavori di competenza \nregionale; Osservatorio regionale degli appalti pubblici e prezzario regionale dei lavori pubblici; \nsulla base di apposite convenzioni, in conformità alla disciplina in materia, può svolgere funzioni \ndi centrale di committenza per il Consiglio regionale, per gli enti strumentali della Regione e per \ngli enti locali; \nc) Ufficio Opere pubbliche e interventi strategici. \nAmbiti di competenza: edilizia scolastica, edilizia sanitaria, interventi di riqualificazione urbana e \nambientale, altri interventi strategici di interesse regionale. Autorità espropriante ai sensi del decreto \ndel Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro \nalle dipendenze delle amministrazioni pubbliche); \nd) Ufficio Legalità e sicurezza integrata, sistemi territoriali, immigrazione. \nAmbiti di competenza: ufficio del responsabile della prevenzione della corruzione e della \ntrasparenza (RPCT), accesso civico; politiche per la promozione della legalità, della sicurezza e per \nl’immigrazione; beni confiscati; rapporti con il sistema delle a utonomie locali e con gli enti di diritto \nprivato. Aree interne; \ne) Ufficio Controlli. \nAmbiti di competenza: vigilanza e controllo sugli enti in house e partecipati dalla Regione \nCampania, in raccordo con le Direzioni generali competenti per materia; controlli interni; controllo \ndi gestione; \nf) Ufficio Valutazioni Ambientali. \nAmbiti di competenza: Autorità competente in materia di Valutazione di Impatto Ambientale \n(PAUR-VIA), di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e di Valutazione di Incidenza (VIncA); \ng) Autorità di Gestione Fondo sociale europeo - Autorità responsabile piano per lo sviluppo e la \ncoesione. \nAmbiti di competenza: responsabile del programma regionale del Fondo Sociale Europeo e Attività \npreviste dai regolamenti UE. Programmazione, gestione e controllo degli interventi previsti e \ncoordinamento delle attività. Gestione del Fondo per lo sviluppo e la coesione; \nh) Autorità di Gestione Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). \nAmbiti di competenza: responsabile del programma operativo regionale del FESR e attività previste \ndai Regolamenti UE. Programmazione, gestione e controllo degli interventi e coordinamento delle \nattività.", '18': "(Avvocatura regionale) \nl. L’Avvocatura regionale, posta in posizione di autonomia rispetto alle Direzioni generali e agli Uffici \nspeciali, alle quali è equiparata, rappresenta e difende la Regione innanzi alle giurisdizioni di ogni ordine \ne grado, in virtù del mandato conferito nei modi di legge e ai sensi degli articoli 47 e 51 dello Statuto \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024regionale. Svolge, inoltre, attività di consulenza in favore delle strutture amministrative della Giunta \nregionale e, nei casi previsti, anche del Consiglio regionale, nonché attività di assistenza stragiudiziale, \nanche in sede di mediazione e conciliazion e. \n2. In conformità alle previsioni della legge statale e secondo quanto previsto nelle apposite convenzioni, \nda sottoscriversi su direttiva del Presidente della Giunta regionale, può svolgere attività di patrocinio e \ndifesa degli enti regionali e delle società partecipate dalla Regione. \n3. All’Avvocatura regionale, nel rispetto della legge professionale forense, è preposto un Avvocato \ncoordinatore individuato dalla Giunta regionale, in conformità a quanto disposto dal decreto legislativo \n165/2001, tra avvocati abilitati all’esercizio innanzi alle giurisdizioni superiori e iscritti all’elenco \nspeciale annesso all’Albo degli avvocati, in relazione a specifica professionalità acquisita nell’esercizio \ndell’attività legale per la Pubblica Amministrazione e di esperienza adeguata allo specifico incarico. \n4. I Dirigenti dei settori dell’Avvocatura sono individuati, sentito l’Avvocato coordinatore, dalla Giunta \nregionale, in conformità a quanto disposto dal decreto legislativo 165/2001, tra avvocati abilitati \nall’esercizio innanzi alle \ngiurisdizioni superiori e iscritti all’elenco speciale annesso all’Albo degli avvocati, in relazione a \nspecifica professionalità acquisita nell’esercizio dell’attività legale per la Pubblica Amministrazione e \ndi esperienza adeguata allo specifico incarico. \n5. Gli avvocati dell’Avvocatura nell’esercizio delle funzioni operano in piena autonomia e \nresponsabilità, senza vincolo di subordinazione gerarchica fatte salve le funzioni di coordinamento delle \nattività assegnate ai dirigenti e fermo l’obbligo di assolvimento dei doveri d’ufficio. Agli avvocati è \ngarantito il diri tto/dovere all’aggiornamento professionale obbligatorio previsto dalla legge \nprofessionale forense. \n6. I compensi professionali di cui agli articoli 27 e 37 del CCNL sono attributi in osservanza delle \nprevisioni di apposito disciplinare, in conformità alla disciplina vigente. \n7. Per quanto non previsto dal presente articolo, all’Avvocatura si applicano, altresì, in quanto \ncompatibili, le disposizioni della presente legge relative alle Direzioni generali, fermo il rispetto delle \nnorme in materia di professione forense. \n8. Con delibera di Giunta regionale è disciplinata l’organizzazione interna e lo svolgimento dell’attività \ndell'Ufficio. \n \nCapo IV \nAutorità di Audit", '19': '(Autorità di Audit) \nl. L’Autorità di Audit, posta in posizione di autonomia funzionale, indipendenza e terzietà rispetto alle \nAutorità di gestione dei programmi operativi e alle strutture amministrative di primo livello, assicura le \nattività e le funzioni di audit sul corretto funzionamento del sistema di gestione e controllo dei \nprogrammi operativi regionali secondo quanto previsto dalla normativa europea e statale in materia. \n2. L’Autorità di Audit è struttura dirigenziale complessa, equiparata ad un Settore e articolata in Unità \noperative dirigenziali semplici. \n3. All’Autorità di Audit è preposto un Dirigente responsabile, scelto dalla Giunta regionale in relazione \na specifica professionalità ed esperienza adeguata rispetto alla funzione e al ruolo da svolgere, in \nconformità alla normativa europea e statale applicabile e alle norme e agli istituti previsti da l decreto \nlegislativo 165/2001, e nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 20244. Il Dirigente responsabile del settore autonomo e i dirigenti delle Unità operative dirigenziali in cui \nesso si articola svolgono i compiti ed esercitano le competenze dei Dirigenti di settore e dei dirigenti di \nUnità operativa dirigenziale come previsto dagli articoli 9 e 11, per quanto compatibili. \n \nCapo V \nProvvedimenti di organizzazione', '20': '(Provvedimenti di organizzazione delle strutture amministrative) \nl. La Giunta regionale definisce, con propria deliberazione, nel rispetto dei vincoli di bilancio e \ndell’invarianza di spesa, le attività e l’organizzazione in Settori e Unità operative dirigenziali semplici \ndelle strutture amministrative di cui agli articoli 14, 17, 18 e 19 e le relative modifiche, nel rispetto dei \nprincipi di cui all’articolo 2. \n2. In sede di prima applicazione, il numero e il livello delle strutture sono definiti nell’Allegato l alla \npresente legge. \n \nTitolo III \nStrutture di supporto agli organi di indirizzo politico', '21': '(Uffici di diretta collaborazione del Presidente) \n1. Per l’esercizio delle attività di indirizzo politico amministrativo e di verifica dei risultati, il Presidente \ndella Giunta regionale si avvale di strutture di diretta collaborazione, aventi esclusivi compiti di \nsupporto tecnico e di raccordo con gli uffici di amministrazione attiva. \n2. In conformità agli articoli 4, 14, comma 2, e 27 del decreto legislativo 165/2001, e dell’articolo 3, \ncomma l, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 (Disposizioni urgenti per il rafforzamento della \ncapacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche), convertito, con modificazioni, dalla legge 21 \ngiugno 2023, n. 74, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale, con decreto del Presidente \ndella Giunta regionale sono disciplinati: \na) i compiti e l’organizzazione dei seguenti Uffici di diretta collaborazione del Presidente: \nUfficio di Gabinetto del Presidente; Ufficio stampa; Ufficio legislativo; Segreteria del Presidente; \nb) l’organizzazione della Segreteria di Giunta, nel rispetto di quanto previsto all’articolo 22; \nc) il numero e il trattamento economico delle posizioni di responsabilità presso gli Uffici di diretta \ncollaborazione; \nd) il limite massimo del personale, nel rispetto delle capacità assunzionali dell’Ente, da assegnare \nalle strutture di cui al presente articolo tra dipendenti regionali, dipendenti di altre pubbliche \namministrazioni, in posizione di aspettativa, fuori ruolo, comando o altro analogo provvedimento \nsecondo i rispettivi ordinamenti, nonché il numero di soggetti esterni all’amministrazione regionale \nche possono essere assunti con contratto a tempo determinato, in conformità alla disciplina statale \nvigente in materia; \ne) l’indennità omnicomprensiva, sostitutiva di ogni emolumento aggiuntivo previsto dalla \nnormativa vigente, da corrispondere ai dipendenti assegnati agli uffici di cui al presente articolo \nfino a una specifica disciplina contrattuale, a fronte delle responsabilità, degli obblighi di reperibilità \ne di disponibilità ad orari disagevoli; \nf) il limite massimo, comunque non superiore a tre, e il trattamento economico, commisurato alla \nparticolare qualificazione professionale, di esperti e consulenti per particolari professionalità e \nspecializzazioni di cui può avvalersi il Presidente. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 20243. Per le attività di informazione e comunicazione si osservano le disposizioni di cui alla legge 7 giugno \n2000, n. 150 (Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche \namministrazioni). \n4. In sede di prima applicazione, presso gli Uffici di diretta collaborazione sono previste le strutture di \ncui all’Allegato 1.', '22': '(Segreteria di Giunta) \n1. La Segreteria di Giunta costituisce struttura di primo livello che assicura le funzioni amministrative \ndi supporto agli Uffici di diretta collaborazione del Presidente e alla Giunta regionale, nonché le \nfunzioni di assistenza alle sedute della Giunta e all’Ufficiale rogante. \n2. Alla Segreteria di Giunta è preposto il Segretario della Giunta regionale che svolge anche le fun zioni \ndi Ufficiale rogante. \n3. Il Segretario della Giunta, con riferimento all’Ufficio, svolge i compiti ed esercita le competenze \npreviste per i Direttori generali dall’articolo 7, per quanto compatibili. \n4. I Dirigenti dei settori e delle Unità operative dirigenziali in cui si articola la Segreteria di Giunta, con \nriferimento all’Ufficio, svolgono i compiti ed esercitano le competenze dei Dirigenti di settore e dei \ndirigenti di Unità operativa dirigenziale come previsto dagli articoli 9 e 11, per quanto compatibili.', '23': '(Segreterie del Vice Presidente e degli Assessori) \nl. Per l’espletamento delle attività di collaborazione diretta al Vice Presidente e agli Assessori, sono \nistituite apposite segreterie i cui organici non possono superare: \na) le nove unità per il Vice Presidente; \nb) le sette unità per Assessore. \n2. I responsabili delle segreterie sono scelti tra il personale dipendente della Giunta regionale, del \nConsiglio regionale o degli enti strumentali della Regione, tra i dipendenti pubblici di altre \namministrazioni in posizione di comando o distacco presso la Regione, per una durata temporale che \nnon può eccedere quella dell’incarico degli Assessori. \n3. Ai responsabili delle segreterie è attribuita, ai sensi dell’articolo 3, comma l, del decreto -legge \n44/2023 un’indennità omnicomprensiva, limitatamente al periodo dell’espletamento dell’incarico, \nparametrata a quella prevista per i responsabili di unità operativa dirigenziale semplice. \n \nTitolo IV \nOrganismi di garanzia', '24': "(Organismo Indipendente di Valutazione) \nl. È istituito l’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) della Giunta regionale, dotato di \nautonomia funzionale, cui compete: \na) la proposta, sulla base del sistema di misurazione e valutazione della performance vigente, di \nvalutazione annuale dei dirigenti di vertice e di attribuzione ad essi dei premi; \nb) il monitoraggio del funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza \ne integrità dei controlli interni e la presentazione alla Giunta regionale di una relazione annuale \ndettagliata sullo stato dell’arte, anche formulando propos te e raccomandazioni al vertice \namministrativo; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024c) la comunicazione tempestiva circa le criticità riscontrate ai competenti organi interni di governo \ne amministrazione, nonché alla Corte dei Conti e al Dipartimento della funzione pubblica della \nPresidenza del Consiglio dei Ministri; \nd) la validazione della relazione sulla performance assicurandone la visibilità attraverso la \npubblicazione sul sito istituzionale dell’amministrazione; \ne) il monitoraggio e la vigilanza della corretta applicazione delle linee guida, delle metodologie e \ndegli strumenti di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione \ndella legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico \ne di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni) predisposti dal Dipartimento della \nfunzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri; \nf) la promozione e l’attestazione dell’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e \nall’integrità relative alla misurazione, valutazione e trasparenza della performance; \ng) la verifica dei risultati e delle buone pratiche di promozione delle pari opportunità; \nh) il monitoraggio della correttezza dei processi di misurazione e valutazione secondo quanto \nprevisto dal decreto legislativo 150/2009, dai contratti collettivi nazionali, dai contratti integrativi, \ndai regolamenti interni all’amministrazione, nel rispett o del principio di valorizzazione del merito \ne della professionalità; \ni) l’esercizio delle attività di controllo strategico di cui all’articolo 6, comma l, del decreto \nlegislativo 30 luglio 1999, n. 286 (Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di \nmonitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle \namministrazioni pubbliche, a norma dell'articolo 11 della l. 15 marzo 1997, n. 59), con conseguente \nrelazione alla Giunta; \nl) la verifica della coerenza tra gli obiettivi della sotto-sezione anticorruzione e quelli della sotto-\nsezione performance del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) e la valutazione \ndell’adeguatezza dei relativi indicatori, di cui al combina to disposto degli articoli 44 del decreto \nlegislativo 14 marzo 2013, n. 33 (Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e \ngli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche \namministrazioni) e l, comma 8-bis, della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la \nprevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione); \nm) l’assolvimento di ogni altro obbligo o adempimento che disposizioni di legge pongano in capo \nall’OIV; \nn) il monitoraggio dell’operatività dei Sistemi di controllo in materia di performance, anticorruzione \ne trasparenza degli Enti strumentali della Regione Campania, ad eccezione degli enti e delle aziende \ndel Servizio sanitario regionale. \n2. L’OIV è composto da tre esperti, di cui uno con funzioni di Presidente, nominati con decreto del \nPresidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta medesima, per tre anni e rinnovabili \nper un solo mandato. \n3. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 14, comma 8, del decreto legislativo 150/2009, i \ncomponenti dell’OIV devono possedere elevata professionalità ed esperienza e sono nominati, nel \nrispetto dei requisiti stabiliti dalla legge, tra i soggetti is critti nell’elenco nazionale dei componenti degli \norganismi indipendenti di valutazione, di cui all’articolo 14 -bis del medesimo decreto legislativo \n150/2009, tenuto dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. \n4. Ai componenti dell’OIV di valutazione spetta il compenso deliberato dalla Giunta regionale. \n5. Nell’ambito dell’ordinamento amministrativo degli uffici della Giunta regionale sono assicurate le \nfunzioni di supporto all’OIV. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024", '25': '(Comitato dei Garanti) \nl. Nel rispetto del principio della parità di genere, con decreto del Presidente della Giunta regionale è \nnominato il Comitato dei Garanti, quale organismo di garanzia per i dirigenti dell’amministrazione \nregionale appartenenti ai ruoli della Giunta e del Consiglio regionale, con il compito di esprimere pareri \nsui provvedimenti di accertamento della responsabilità dirigenziale. \n2. Il Comitato dei Garanti è composto da: \na) un consigliere della Corte dei Conti, designato dal suo Presidente, con funzione di Presidente; \nb) un dirigente scelto tra i dirigenti appartenenti al ruolo della Giunta o del Consiglio regionale; \nc) un esperto di comprovata esperienza in materia di organizzazione amministrativa e lavoro \npubblico. \n3. Il Comitato resta in carica tre anni e l’incarico non è rinnovabile. \n4. Per quanto non disposto dal presente articolo, al Comitato si applica la disciplina di cui all’articolo \n22 del decreto legislativo 165/2001. \n5. Il parere del Comitato è reso entro il termine di quarantacinque giorni dalla richiesta. Decorso \ninutilmente tale termine, si prescinde dal parere. \n \nTitolo V \nDisposizioni transitorie finali', '26': '(Disposizioni transitorie) \nl. In sede di prima applicazione, la Giunta regionale adotta la deliberazione di cui all’articolo 20 entro \nquarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel rispetto della dotazione di \ncui all’Allegato 1. \n2. Gli incarichi dirigenziali, le denominazioni e le articolazioni delle strutture organizzative esistenti \nalla data di entrata in vigore della presente legge sono confermate fino alla definizione delle procedure \ndi conferimento della titolarità delle strutture oggetto di riorganizzazione ai sensi della presente legge.', '27': '(Disposizioni finanziarie) \nl. All’attuazione della presente legge si provvede senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale, \nnei limiti delle risorse già iscritte a legislazione vigente nello stato di previsione della spesa a cari co \ndelle missioni, dei programmi e dei titoli di riferimento.', '28': "(Abrogazioni) \nl. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono o restano abrogati: \na) la legge regionale 4 luglio 1991, n. 11 (Ordinamento amministrativo della Giunta regionale), ad \neccezione dell’articolo 25; \nb) il comma 12 dell’articolo l della legge regionale 20 luglio 2010, n. 7 (Norme per garantire \nrisparmio, trasparenza ed efficienza in Regione Campania); \nc) l’articolo 2 della legge regionale 6 agosto 2010, n. 8 (Norme per garantire l’efficienza e l’efficacia \ndell’organizzazione della Giunta regionale e delle nomine di competenza del Consiglio regionale); \nd) i commi da 92 a 98 e 184 della legge regionale 7 agosto 2014, n. 16 (Interventi di rilancio e \nsviluppo dell'economia regionale nonché di carattere ordinamentale e organizzativo - collegato alla \nlegge di stabilità regionale 2014); \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 38 del 15 Maggio 2024e) l’articolo 18 della legge regionale 7 agosto 2019, n. 16 (Norme per l'efficientamento del sistema \nambientale, per il rilancio delle attività produttive e per la semplificazione normativa e \namministrativa con modifiche e abrogazioni); \nf) l’articolo 59 e il comma l dell’articolo 65 della legge regionale 29 giugno 2021, n. 5 (Misure per \nl'efficientamento dell'azione amministrativa e l'attuazione degli obiettivi fissati dal DEFR 2021 - \n2023 - Collegato alla stabilità regionale per il 2021); \ng) i commi l e 2 dell’articolo l della legge regionale 21 ottobre 2022, n. 14 (Disposizioni in materia \ndi rafforzamento ed efficientamento della capacità amministrativa della Regione Campania).", '29': "(Entrata in vigore) \nl. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 1,975 | 13 | null | {'1': "Definizione di mercato\nSono da considerarsi mercati all' ingrosso:\na) dei prodotti agricoli - alimentari, dei prodotti\nfloricoli, delle piante ornamentali, delle\nsementi, dei prodotti degli allevamenti, delle\ncarni, dei prodotti della pesca;\nb) di altri prodotti di largo e generale consumo,\na tutti gli effetti di legge, e come tali\nsoggetti alle norme della presente legge, le aree\nattrezzate che abbiano i requisiti previsti dal\nRegolamento - tipo di cui al successivo art. 6.", '2': "Piano di sviluppo dei mercati all' ingrosso\nLa Regione Campania adotta, entro due anni\ndall' entrata in vigore della presente legge, un\npiano di sviluppo dei mercati all' ingrosso, che\nsi articolerà nelle seguenti fasi:\na) rilevazione dei mercati all' ingrosso distinti\nper specializzazione merceologica e per\ncaratterizzazione funzionale, operanti nel territorio\nregionale e nelle relative aree di influenza;\nb) individuazione delle localizzazioni di\nmassima per l' insediamento di nuovi mercati\nall' ingrosso, distintamente per tipologia funzionale\ne per specializzazione merceologica;\nc) indicazione per i diversi tipi di mercato\ndelle superfici minime e delle attrezzature minime\noccorrenti;\nd) individuazione del fabbisogno di attrezzature\ndi mercato occorrenti nella Regione per\nuna razionale ed efficiente commercializzazione\nall' ingrosso.", '3': "Istituzione e gestione dei mercati\nL' iniziativa per l' istituzione dei mercati all' ingrosso\ndei prodotti indicati all' art. 1 può essere\npresa:\na) dagli Enti pubblici e loro consorzi;\nb) da Consorzi o Società costituiti fra Enti\npubblici ed operatori economici nei settori della\nproduzione, del commercio e della lavorazione\ndei prodotti stessi, riuniti in associazioni.\nI mercati, compresi quelli già istituiti all' entrata\nin vigore della presente legge, sono gestiti\ndagli Enti di cui ai punti A) e B) del comma\nprecedente.\nL' Ente gestore del mercato stabilisce il numero\ndei punti di vendita, tenendo conto della\ncapacità degli impianti, delle attrezzature e delle\ndimensioni necessarie a garantire lo sviluppo di\nuna congrua attività commerciale.\nI proventi della gestione non possono essere\nsuperiori alle spese necessarie al funzionamento\ndel mercato e dei relativi servizi, e all' ammortamento\ne miglioramento dei relativi impianti.", '4': "Autorizzazione per l' istituzione dei\nmercati all' ingrosso\nLa istituzione, l' ampliamento e gli ammodernamenti\nche comportino l' utilizzazione di nuove\nsuperfici di mercati all' ingrosso dei prodotti di\ncui all' art. 1 della presente legge regionale sono\nsottoposti ad autorizzazione.\nL' autorizzazione è concessa dalla Giunta Regionale,\nsentita la Commissione regionale di cui\nal successivo articolo 5, nel rispetto delle norme\ndel piano regionale di sviluppo dei mercati\nall' ingrosso.\nI progetti tecnici relativi all' impianto o all' ampliamento\ndei mercati all' ingrosso sono approvati\ncon decreto del Presidente della Giunta Regionale,\nsentita la Commissione di cui all' art. 5.\nL' approvazione dei progetti equivale a dichiarazioni\ndi pubblica utilità ed indifferibilità ed\nurgenza delle opere, ai fini delle espropriazioni\nai termini della legge 22 ottobre 1971, n. 865 e\nsuccessive modificazioni ed integrazioni, e tiene\nluogo di qualunque altra approvazione ed\nautorizzazione o licenza prevista da disposizioni\nlegislative o regolamentari.\nIl Presidente della Giunta Regionale ordina la\nchiusura dei mercati all' ingrosso che operino\nsenza la prescritta autorizzazione.", '5': "Commissione Regionale\nE' costituita presso la Regione una Commissione\npresieduta dal Presidente della Giunta Regionaleo da un suo delegato composta da:\n- gli Assessori al Commercio, alla Sanità , all'\nAgricoltura e all' Urbanistica, o loro delegati;\n- n. 1 rappresentante per ciascun Comune capoluogo\ndi provincia;\n- n. 3 rappresentanti delle Camere di Commercio\nIndustria, Artigianato e Agricoltura, designati\ndall' Unione regionale delle Camere di Commercio;\n- n. 1 medico provinciale, designato dalla Giunta\nregionale;\n- n. 1 veterinario provinciale, designato dalla\nGiunta regionale;\n- n. 6 rappresentanti delle categorie agricole,\ndesignati dalle associazioni di categoria a carattere\nnazionale esistenti nella regione;\n- n. 4 rappresentanti delle categorie commerciali,\ndesignati dalle associazioni di categoria a\ncarattere nazionale esistenti nella regione;\n- n. 4 rappresentanti dell' industria di trasformazione,\ndesignati dalle associazioni di categoria\na carattere nazionale esistenti nella regione;\n- n. 6 rappresentanti dei lavoratori, designati\ndai Sindacati a carattere nazionale esistenti nella\nregione;\n- n. 2 rappresentanti della cooperazione, designati\ndalle associazioni di categoria a carattere\nnazionale esistenti nella regione;\n- n. 2 rappresentanti di Istituti di Credito, dedignati\ndalla Giunta regionale.\nLa Commissione è nominata con decreto del\nPresidente della Giunta regionale.\nLa Commissione dura in carica 5 anni e i suoi\ncomponenti possono essere confermati.\nLa Commissione, oltre ad esercitare i compiti\ndella presente legge, deve esprimere pareri\nnon vincolanti su questioni riguardanti i mercati\nall' ingrosso, che l' amministrazione regionale\no gli Enti pubblici interessati ritengono di\nsottoporre al suo esame.", '6': "Regolamento - tipo\nIl Consiglio regionale, su proposta della Giunta\nregionale, sentita la Commissione di cui all'\nart. 5, emana il regolamento - tipo, distinto per\nsettori merceologici e tipologia funzionale, al\nquale debbono uniformarsi i regolamenti di\nciascun mercato.\nIl regolamento - tipo stabilisce le norme relative:\n1) ai requisiti minimi perchè un' area attrezzata\nsia considerata mercato all' ingrosso ai sensi\ndell' art. 1 della presente legge, distintamente\nper specializzazione merceologica e per tipologia\nfunzionale;\n2) all' organizzazione dei servizi di facchinaggio\ne di sosta, nonchè alla conservazionedelle merci;\n3) alle modalità per la concessione in uso\ndei magazzini, dei posteggi e delle altre attrezzature\ne impianti di mercato;\n4) alla percentuale massima delle provvigioni\nche possono essere corrisposte ai commissionari\ned ai mandatari, nei mercati di cui all'\narticolo 1 lettera A);\n5) alla misura della cauzione da versare dai\ncommissionari e dai mandatari nei mercati di\ncui all' art. 1 lett. A);\n6) alle modalità per la rilevazione dei prezzi\ne la compilazione delle statistiche;\n7) all' igiene interna del mercato ed all' utilizzazione\ndei residui;\n8) alla vigilanza igienico - sanitaria ed al controllo\nsulla specie e categoria delle merci introdotte,\nper i mercati dei prodotti di cui all' art. 1,\nlettera A);\n9) ai compiti specifici ed ai requisiti necessari\nper la nomina dei direttori di mercato, ferma\nrestando la competenza dell' Ente gestore per\nl' assunzione;\n10) all' orario di funzionamento del mercato\nche dovrà essere unico, distintamente per\nspecializzazione merceologica e per tipologia funzionale,\nper l' intero territorio della regione;\n11) alle sanzioni disciplinari e amministrative;\n12) alle modalità di accertamento dei requisiti\ndi cui al n. 1, ai fini della presente legge;\n13) ad ogni altra materia attinente alla disciplina,\nal funzionamento e alla gestione del\nmercato con la più ampia partecipazione dei\nsoggetti interessati.", '7': "I regolamenti dei mercati all' ingrosso sono\nadottati dagli Enti che li hanno istituiti, ed approvati\ndalla Giunta regionale, sentita la Commissione\ndi cui all' art. 5.\nLe tariffe dei servizi di mercato sono approvate\ndal Comitato Provinciale Prezzi, su proposta\ndell' ente gestore, sentita la Commissione di\ncui all' art. 5.\nI regolamenti dei mercati all' ingrosso non\npossono impedire il ritiro delle merci, nè imporre\nper esso il pagamento di alcun diritto. Il\nritiro può essere vietato solo per esigenze igienico -\nsanitarie.\nNei mercati all' ingrosso non può essere imposto\no esatto da chicchesia alcun pagamento\nche non sia il corrispettivo di prestazioni effettivamente\nrese.\nI regolamenti dei mercati all' ingrosso non possono\nrecare norme che ostacolino l' afflusso, la\nconservazione, l' offerta e la riduzione del costodi distribuzione dei prodotti.\nL' esercizio del commercio all' ingrosso dei prodotti\ndi cui all' art. 1 della presente legge, fuori\ndel mercato, si svolge con il rispetto di tutte\nle norme del regolamento relativo al mercato\nall' ingrosso locale, che non attengano al funzionamento\ninterno di esso.\nSe il commercio di cui al precedente comma si\nsvolge in Comuni nei quali non esiste il relativo\nmercato all' ingrosso, l' autorità comunale\ndisciplina, entro un anno dalla entrata in vigore\ndel regolamento - tipo, tali attività commerciali,\ntenendo conto delle disposizioni contenute nel\nregolamento - tipo relativo al mercato all' ingrosso\ndei rispettivi prodotti.\nTrascorso inutilmente il tempo di cui al comma\nprecedente, al commercio all' ingrosso dei\nprodotti di cui all' articolo 1 si applicano le norme\ndel regolamento - tipo relativo al mercato all'\ningrosso dei rispettivi prodotti, che non attengono\nal funzionamento interno di esso.", '8': "Vigilanza\nLa vigilanza sui mercati all' ingrosso è svolta\ndalla Giunta regionale tramite l' Assessore al\nCommercio, in collaborazione con la Commissione\ndi cui all' art. 5 e con le autorità comunali.\nDetta vigilanza si esplica anche nelle ipotesi\ndi cui agli ultimi tre commi dell' art. 7.", '9': "Commissario regionale\nNei casi di inefficienza o irregolarità del mercato,\nla Giunta regionale, sentita la Commissione\ndi cui all' articolo 5, nomina un Commissario\nregionale perchè rimuova le irregolarità o\nridia efficienza al mercato.\nQuando risulti che il servizio non risponda\nalle esigenze del mercato, il Commissario propone\ni provvedimenti opportuni, con apposita\nrelazione che viene comunicata, per le deduzioni,\nagli Enti interessati.\nLa relazione è trasmessa alla Giunta regionale\ncon le osservazioni degli Enti interessati e della\nCommissione di cui all' art. 5.\nLa Giunta regionale prescrive i provvedimenti\nda adottare per l' adeguamento del servizio\nalle necessità e per il buon funzionamento del\nmercato.\nSe al termine stabilito dalla Giunta regionale\nnon siano adottati i provvedimenti prescritti, la\nGiunta regionale pronuncia la revoca della gestione.\nLe funzioni del Commissario non possono durare\noltre il termine perentorio di un anno.", '10': "\nCassa di mercatoNei mercati può essere istituita una cassa per\nil servizio di tesoreria e per le operazioni bancarie\ndegli operatori di mercato.\nLa gestione della cassa è affidata ad un' azienda\ndi credito abilitata per legge, mediante convenzione\napprovata dalla Giunta regionale.", '11': "\nDisciplina degli operatori nei\nmercati all' ingrosso dei\nprodotti di cui all' articolo 1 lettera A)\nI produttori singoli od associati possono vendere\nsoltanto prodotti di produzione propria o\ndei soci, e agli stessi deve essere riservato un\nadeguato numero di punti di vendita.\nI commercianti grossisti possono effettuare\nvendita anche per conto terzi, ove specificatamente\nincaricati dal proprietario della merce,\npurchè iscritti nell' albo dei commissionari.\nI commissionari con posteggio in mercato\npossono effettuare vendite per conto proprio, solo\nse iscritti nell' albo dei commercianti.\nE' vietato ai commercianti e ai commissionari\nammessi ad operare nel mercato di vendere derrate\nin loro possesso e presenti sul mercato ad\naltri commercianti all' ingrosso o commissionari\ndi mercato per la rivendita all' interno dello\nstesso: i relativi contratti sono nulli.\nI commissionari, i mandatari e gli astatari\nnon possono esercitare per conto proprio, sia\nnel mercato che fuori mercato, il commercio\ndei prodotti oggetto dell' attività del mercato\nnel quale operano, nè svolgere il commercio suddetto\nper interposta persona.\nI commissionari e mandatari debbono tenere\na disposizione della direzione del mercato tutti\ngli atti e i documenti relativi alle transazioni\neffettuate per conto dei loro committenti o\nmandanti.\nIn ogni mercato l' Ente gestore può organizzare\nun servizio per le vendite per conto terzi\ndei prodotti di cui all' art. 1 lettera A).\nDette vendite possono svolgersi sia mediante\naste pubbliche, sia per trattativa privata.", '12': "\nCommercializzazione dei prodotti\nPer la qualificazione, la calibrazione, le tolleranze,\nl' imballaggio e la presentazione dei prodotti\ndi cui all' articolo 1 lettera A), si applicano\nle norme vigenti.\nIl direttore del mercato ha la facoltà di vietare\nla vendita di quelle parti o colli di prodotti\nnon classificati secondo le norme in vigore, oppure\ndi consentirla, qualora i prodotti stessi\nvengano adeguatamente riclassificati.\nDell' esatta osservanza delle norme riguardantila qualificazione e il confezionamento dei prodotti\nposti in vendita è in ogni caso responsabile\nil detentore dei prodotti stessi.", '13': "\nFondo regionale\nAl fine di potenziare e migliorare il servizio\ndei mercati all' ingrosso dei prodotti di cui all'\nart. 1, nel quadro di attuazione del piano regionale\ndi cui all' art. 2, è istituito un fondo regionale\nper la concessione, nei limiti dello stanziamento\ndi bilancio, di contributi per:\na) la realizzazione di opere destinate a:\n- installazione, potenziamento, completamento\ndegli impianti, per la selezione, la conservazione,\nla lavorazione e la commercializzazione\ndei prodotti;\n- ampliamento dei posteggi di mercato;\n- miglioramento dei servizi igienico - sanitari;\nb) l' acquisto di attrezzature necessarie agli\nimpianti di selezione, conservazione, lavorazione\ne commercializzazione dei prodotti;\nc) l' acquisto di mezzi di trasporto di uso\ninterno.\nI contributi sono concessi nella misura massima\ndel 40% della spesa necessaria alla realizzazione\ndelle iniziative.\nI contributi sono concessi dalla Giunta Regionale,\nsentita la Commissione di cui all' art. 5.\nLe domande per le concessioni dei contributi\nsono presentate nei termini e con le modalità \nstabilite dalla Giunta Regionale, sentita la Commissione\ndi cui all' art. 5.", '14': "\nCopertura finanziaria\nPer la concessione dei contributi di cui al precedente\nart. 13 è autorizzata, nel quadriennio\n1975- 1978, la spesa complessiva di lire 2 miliardi\n200 milioni alla copertura della quale si\nprovvede:\n- per l' anno 1975 per lire 550 milioni con la\nistituzione del Titolo II - Sezione IX - Categoria\nX dello stato di previsione della spesa del\nCapitolo 2915: << Contributi nelle spese per l' istituzione,\nl' ammodernamento e la ristrutturazione\ndei mercati all' ingrosso, attraverso opere di installazione,\npotenziamento e completamento di\nimpianti ed attrezzature per la selezione, conservazione,\nlavorazione e commercializzazione\ndei prodotti, nonchè acquisto di mezzi di trasporto\ndi uso interno >> mediante riduzione di\npari importo del fondo globale di cui al successivo\ncapitolo 3352;\n- per gli anni dal 1976 al 1978 per lire 550 milioni\nper ogni anno di riferimento con i corrispondenti\nstanziamenti dello stesso stato di previsione.Le somme di cui al presente articolo, non impegnate\nnell' esercizio, possono essere utilizzate\nin quelli successivi, ai termini dell' art. 36 del\nRegio Decreto 18 novembre 1923, n. 2440 e successive\nmodificazioni.", '15': "\nAgli oneri derivanti dall' attuazione delle disposizioni\ndi cui agli artt. 2 e 5 della presente\nlegge si provvede:\n- per l' anno 1975, con il fondo di cui al Capitolo\n1216 dello stato di previsione della spesa:\n<< Interventi per la migliore organizzazione di\nmercati operanti nella Regione, compresi gli\noneri per la elaborazione di un piano di sviluppo\ne per il funzionamento della Commissione regionale\nconsultiva >>;\n- per gli anni successivi, con i corrispondenti\nstanziamenti nel medesimo stato di previsione.", '16': "\nLa disponibilità del bilancio della Regione,\ndestinata al finanziamento degli oneri derivanti\ndalla presente legge, verrà , ai sensi della Legge\n27 febbraio 1955, n. 64, utilizzata per la copertura\ndegli oneri medesimi nell' esercizio finanziario\n1974.\nAgli effetti di cui sopra, ferma restando l' attribuzione\ndella predetta disponibilità per l' esercizio\n1974, la competenza della spesa viene posta\na carico dell' esercizio 1975.", '17': "\nAmbito di applicazione della legge\nCessa di avere applicazione nel territorio della\nRegione ogni disposizione contraria o incompatibile\ncon la presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 1 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 12 | null | {'1': "Nello stato di previsione dell' Entrata per l'\nesercizio finanziario 1974 sono introdotte le variazioni\ndi cui all' annessa tabella A.\nLa somma algebrica di tali variazioni determina\nun decremento nelle entrate di complessive\nL. 21.806.462.327.", '2': "Nello stato di previsione della Spesa per l' anno\nfinanziario 1974 sono introdotte le variazioni\ndi cui alla annessa tabella B, nella quale\nsono stati iscritti i capitoli 2394/ bis e 2865/ bis\ndi nuova istituzione per assicurare la copertura\nfinanziaria di spese in precedenza previste con\nmutuo.\nLa somma algebrica di tali variazioni comporta,\nnelle varie dotazioni di spesa un decremento,\nparimenti, di lire 21.806.462.327.", '3': "La denominazione del Capitolo 45 dello stato\ndi previsione della Spesa per l' anno finanziario\n1974 è integrata dopo il sostantivo << automazione >>\ndalle parole << e la meccanizzazione >>.", '4': "La variazione in aumento del capitolo 1526\ndello stato di previsione della Spesa per l' anno\nfinanziario 1974, esposta nella tabella B, annessa\nalla legge regionale 19 dicembre 1974, n. 66,\nè di L. 370 milioni.\nConseguentemente, la dotazione dello stanziamento\nè pari a L. 890 milioni.", '5': "l riepilogo dei totali dei Titoli della Tabella\nB, allegata alla legge regionale 19 dicembre\n1974, n. 66, è sostituito dal seguente, fermo\nrimanente l' importo delle variazioni a pareggio:\nTabella B\nVARIAZIONI ALLO STATO DI PREVISIONE DELLA SPESA\nPER L' ANNO FINANZIARIO 1974, riepilogo:\nTABELLA RISTRUTTURATA\nTITOLO I\nSpese Correnti, stanziamento per il 1974 L. 54.151.042.681,\nvariazione in aumento L. 8.203.287.000, variazione\nin diminuzione L. 5.474.000.000, stanziamento\nrisultante L. 56.880.329.681.\nTITOLO II\nSpese in Conto Capitale, stanziamento per il 1974 L. 53.985.000.000,\nvariazione in aumento L. 4.030.000.000, variazione in diminuzione\nL. 1.996.000.000, stanziamento risultante L. 56.019.000.000.\nTITOLO III\nRimborso Prestiti, Anticipazioni ed altre Operazioni di Credito,\nstanziamento per il 1974 L. 100.000.000, variazione in aumento\nL. 559.901.900, variazione in diminuzione L. 20.000.000,\nstanziamento risultante L. 639.901.900.\nTITOLO IV\nContabilità Speciali, stanziamento per il 1974 L. 4.847.257.390,\nvariazione in aumento L. 1.632.250.000, variazione in diminuzione L.\n0, stanziamento risultante L. 6.479.507.390.\nI totali e le variazioni a pareggio dei Titoli\nI, II, III e IV sono i seguenti: //\nstanziamento 1974 totale L. 113.083.300.071; Variazione a\npareggio L. 6.935.438.900, totale generale L. 120.018.738.971; //\nvariazione in aumento totale L. 14.425.438.900; Variazione a\npareggio L. 0, totale generale L. 14.425.438.900; //\nvariazione in diminuzione totale L. 7.490.000.000; Variazione\na pareggio L. 6.935.438.900, totale generale L. 14.425.438.900; //\nstanziamento risultante totale L. 120.018.738.971; Variazione a\npareggio L. 0, totale generale L. 120.018.738.971.", '6': "Gli atti amministrativi per l' utilizzo dei fondi\ndi cui alla presente legge devono essere adottati\nentro 20 giorni dalla data di pubblicazione\ndella legge stessa.", '7': "La presente legge è dichiarata urgente a norma\ndel secondo comma dell' articolo 127 della\nCostituzione ed entra in vigore lo stesso giorno\ndella sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della RegioneCampania.\nNapoli, 7 marzo 1975"} | null |
campania | 1,975 | 64 | null | {'1': "E' approvato ai sensi dell' art. 4, II comma -\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3, lo\nStatuto della Comunità Montana << Penisola Sorrentina >>,\nnel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 65 | null | {'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma,\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3, lo\nStatuto della Comunità Montana << Alto Tammaro >>\nnel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 19 | null | {'1': "L' articolo 11 della Legge regionale 16 novembre\n1973, n. 20, è sostituito come appresso:\n<< L' onere derivante dall' applicazione della legge\nregionale 16 novembre 1973, n. 20, è stabilito\nin complessive Lire 5 miliardi per il periodo\ndal 1975 al 1979 in ragione di Lire 1 miliardo\nper ciascuno degli esercizi finanziari.\nAlla copertura dell' onere per l' anno 1975 si\nprovvede con lo stanziamento di cui al capitolo\n2807 dello stato di previsione della spesa per\nl' esercizio 1975.\nAgli oneri derivanti dall' applicazione della\npresente legge per gli anni successivi si farà \nfronte con i corrispondenti stanziamenti di bilancio >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 18 | null | {'1': "L' onere derivante dall' applicazione della Legge\nRegionale 26 novembre 1974, n. 65, concernente\n<< Norme per la profilassi della malattia\nemolitica del neonato >>, valutato in L. 70.000.000\n(settantamilioni) annui, graverà , a partire dal\n1975, sullo stanziamento corrispondente al Capitolo\n1509 dello stato di previsione della spesa\nper l' esercizio 1974.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 50 | null | {'1': "La Regione Campania promuove con la presente\nlegge, ai sensi e per gli effetti del DPR 11\nfebbraio 1961, n. 249 e del DM 12 giugno 1972,\ne fatte salve le competenze proprie del Ministero\ndella Sanità , l' istituzione di Centri Ospedalieri\nnell' ambito del proprio territorio, per la diagnosi\ne terapia delle sindromi emofiliche e similemofiliche.", '2': "Ciascun Centro persegue il fine fondamentale\ndi assicurare ai malati emofilici servizi idonei\ne moderni, garantendo l' assistenza sanitaria gratuita.\nIl Centro ha le seguenti finalità :\na) curare la ricerca e l' accertamento dei casi\ndi malattia e degli stati di predisposizione alla\nmalattia;\nb) attuare le misure di profilassi e prevenzione;\nc) erogare prestazioni ambulatoriali e domiciliari\na favore degli ammalati;\nd) curare, quando si rende necessario, il ricovero\ndegli ammalati in ospedale;\ne) effettuare i controlli sanitari periodici dei\nsoggetti affetti dall' emofilia e stabilizzati;\nf) eseguire studi e ricerche sull' origine della\nmalattia sociale di cui si occupa e curare la propaganda\ne l' educazione sanitaria per tutti gli\naspetti connessi alla emofilia.", '3': "Ogni Centro provvede all' assistenza ambulatoriale\ne domiciliare dei soggetti emofilici e ne cura\nquella ospedaliera.\nIl Centro assicura, in particolare, le seguentiprestazioni:\n1) servizio diagnostico della natura e dell'\nentità della alterazione emostatica;\n2) servizio terapeutico ospedaliero, ambulatoriale\ne domiciliare a seconda delle necessità dei\nmalati;\n3) servizio per la raccolta, conservazione e\ndistribuzione del sangue e preparazione dei suoi\nderivati più idonei per il trattamento degli emofilici;\n4) servizio di rieducazione e riabilitazione\npsicofisica.", '4': "I Centri per l' attività di cui al precedente\narticolo 3 sono dotati, nell' ambito dell' organico\nospedaliero, di personale medico, non medico ed\nausiliario sufficiente.\nI Centri si avvalgono, nei casi di necessità , di\ntutta l' organizzazione ospedaliera al fine dell'\nassistenza sanitaria ai soggetti emofilici.", '5': "La Giunta regionale, su proposta dell' Assessore\nall' Igiene e alla Sanità , sentita la competente\nCommissione Consiliare, provvede alla stipula\ndelle convenzioni con gli Enti Ospedalieri per l'\nattuazione della presente legge.", '6': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in Lire 100\nmilioni per il 1975, si provvede mediante riduzione\ndi pari ammontare dello stanziamento di\ncui al Capitolo 1896 - Titolo I - Sezione XIII, dello\nstato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1975 << Fondo occorrente per far fronte ad\noneri di natura corrente derivanti da provvedimenti\nlegislativi regionali in corso >> e mediante\nl' iscrizione della somma di Lire 100 milioni al\nCapitolo 1562 - Titolo I - Sezione XI, di nuova\nistituzione, dello stato di previsione medesimo\ncon la seguente denominazione: << Interventi per\nil trattamento globale dell' emofilia >>. L' onere\nderivante dall' applicazione della presente legge\nper gli esercizi finanziari successivi farà carico\nsugli appositi capitoli di Bilancio.", '7': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127 della Costituzione, II comma, ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello della\nsua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 51 | null | {'1': 'La Giunta regionale è autorizzata a concedere\nsovvenzioni per la realizzazione delle loro finalità \nistituzionali, alle Associazioni professionali degli\nartigiani che siano emanazione di organizzazioni\nnazionali operanti a livello regionale ed in tutte\nle province della Campania.', '2': "Le sovvenzioni di cui all' art. 1 possono essere\nconcesse per iniziative volte alla formazione professionale\ndei quadri artigiani, alla propaganda\ne divulgazione dello sviluppo dell' associazionismo,\nalla organizzazione di Convegni, Congressi\nSeminari di studio, nonchè per l' assistenza legale,\nfiscale, tributaria, tecnica, sindacale e professionale\na favore dei propri iscritti e per ogni altra\niniziativa riconosciuta utile dalla Regione allo sviluppo\ndell' impresa artigiana campana singola o\nassociata.", '3': "Il Presidente della Giunta regionale, secondo\nle disponibilità di bilancio e su conforme deliberazione\ndella Giunta, entro il 31 gennaio, dispone\nla concessione della sovvenzione in base alle domande\ndelle associazioni interessate presentate\nentro il 31 ottobre dell' anno precedente.\nI fondi destinati alle sovvenzioni di cui al precedente\nart. 2 sono annualmente ripartiti, tra le\nAssociazioni di cui all' art. 1, nel modo seguente:\na) per il 25% alle associazioni regionali proporzionalmente\nalla rappresentatività ;b) per il 75% alle rispettive organizzazioni\nprovinciali in proporzione diretta al volume di\nattività ed all' ampiezza di rappresentatività desumibile\ndai dati elettorali con cui sono state formate\nle Commissioni provinciali dell' artigianato.", '4': "Per gli scopi previsti dagli articoli 1 e 2 della\npresente legge è autorizzata, per l' esercizio finanziario\n1975, la spesa di 60 milioni.", '5': "La Giunta Regionale è altresì autorizzata a\nconcedere sovvenzioni e contributi a favore dei\npatronati ed enti giuridicamente riconosciuti con\nDLCPS 29 luglio 1947, n. 804, che abbiano adeguate\nstrutture regionali e periferiche e che siano\ndiretta emanazione di associazioni professionali\ndegli artigiani e abbiano, quindi, fra i loro scopi\nistituzionali quello dell' assistenza in genere a favore\ndegli artigiani.\nPer le finalità previste al comma precedente è \nautorizzata, per l' esercizio finanziario 1975, la\nspesa di 40 milioni.", '6': "Il Presidente della Giunta regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta, entro il 31 gennaio,\ndispone la concessione della sovvenzione in\nbase alle domande degli organi regionali degli\nenti di cui all' art. 5 presentate entro il 31 ottobre\ndell' anno precedente.\nI fondi destinati al finanziamento di cui al precedente\nart. 5 sono assegnati, agli enti aventi\ndiritto, in proporzione diretta al volume di attività \nassistenziale svolta nell' ambito della Regione\nrilevabile dai Registri obbligatori sottoposti a\ncontrollo ispettivo.", '7': "Per la utilizzazione dei fondi stanziati per l'\nesercizio finanziario 1975, le domande di sovvenzione\ndebbono essere presentate, con comprovata\ndocumentazione dell' attività svolta, entro 30 giorni\ndalla data di entrata in vigore della presente\nlegge.\nEntro 60 giorni successivi, il Presidente della\nGiunta regionale provvederà , su conforme deliberazione\ndella Giunta regionale, alla ripartizione\ndei fondi.", '8': "All' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge, stabilito in lire 100 milioni per il\n1975, si provvede mediante riduzione di pari ammontare\ndello stanziamento di cui al Cap. 1896\nTitolo I - Sezione XIII, dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1975 << Fondo\noccorrente per far fronte ad oneri di natura\ncorrente derivanti da provvedimenti legislativiregionali in corso >> e mediante l' iscrizione della\nsomma di lire 100 milioni al Capitolo 1791 - Titolo\nI - Sezione XII, di nuova istituzione, dello\nstato di previsione medesimo con la seguente\ndenominazione: << Provvidenze a favore delle Associazioni\nprofessionali e dei loro Istituti di\npatronato >>.\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge per gli esercizi finanziari successivi\nfarà carico sugli appositi Capitoli di Bilancio.", '9': "La presente legge regionale è dichiarata urgente,\nai sensi e per gli effetti dell' art. 127, 2º\ncomma, della Costituzione, ed entra in vigore il\ngiorno successivo alla sua pubblicazione sul\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 1 | null | {'1': "Finalità \nAllo scopo di favorire una razionale organizzazione\ndella distribuzione commerciale, ai sensi\ndell' art. 4 dello Statuto, la Regione Campania\nconcede contributi in conto capitale per lo\nsviluppo delle forme di associazionismo economico\ntra piccoli e medi operatori commerciali,\ndelle cooperative di consumo e per l' attuazione\ndei piani di sviluppo e di adeguamento della\nrete di vendita.", '2': "Destinatari dei contributi\nDestinatari dei contributi sono:\na) le cooperative di consumo e gli esercenti\nil commercio al dettaglio tra loro associati, o\nche si associno, in qualsiasi forma, per la gestione\ncomune di un punto di vendita al dettaglio,\no di centri commerciali al dettaglio, con\npriorità per quelli di vendita di generi di largo\ne generale consumo;\nb) i gruppi di acquisto tra dettaglianti, le\nunioni volontarie tra grossisti e dettaglianti, e\nle altre forme di commercio associato, legalmente\ncostituite tra piccoli e medi operatori\ncommerciali, anche con la partecipazione di\noperatori turistici e agricoli, aventi quale attività \nprimaria l' acquisto in comune di merciper conto delle imprese associate, il deposito\ne la conservazione delle stesse e la produzione\ndi servizi comuni;\nc) le imprese commerciali con esercizi di\nvendita di generi di largo e generale consumo\nche trasferiscano detti esercizi da zone che presentino\nsaturazione merceologica in zone di\nsviluppo previste dai piani comunali di sviluppo\ne di adeguamento della rete di vendita;\nd) gli operatori commerciali che procedano\nall' ampliamento della superficie di vendita del\nproprio esercizio, allo scopo di adeguarla alla\nsuperficie minima eventualmente prescritta per\nil settore merceologico di appartenenza.\nI contributi previsti dalla presente legge possono\nessere concessi soltanto ad operatori commerciali\npiccoli e medi e alle cooperative di consumo\ncon sede sociale nella Regione Campania,\ncon priorità per cooperative fra dettaglianti.", '3': "Iniziative ammesse a contributo\nAi soggetti di cui all' art. 2, lettera a), sono\nconcessi contributi in conto capitale nella misura\nmassima del 60% della spesa complessiva\nsostenuta per l' acquisizione dei beni mobili e\nper le attrezzature del nuovo esercizio commerciale.\nAi soggetti di cui all' art. 2, lettera b), sono\nconcessi contributi in conto capitale nella misura\nmassima del 60% della spesa complessiva\nsostenuta per l' acquisto di beni mobili, ivi compresi\ni mezzi di trasporto, e per l' acquisto, la\ncostruzione, l' ampliamento e il miglioramento\ndei beni immobili destinati all' espletamento dei\nservizi sociali.\nAi soggetti di cui all' art. 2, lettere c) e d),\nsono concessi contributi in conto capitale nella\nmisura massima del 20% della spesa complessiva\nsostenuta per l' acquisizione dei beni mobili\ne per le attrezzature del nuovo esercizio\ncommerciale.\nNella spesa complessiva può essere inclusa\nquella per la formazione delle scorte necessarie\nalla realizzazione dei programmi di investimento,\nentro il limite massimo:\n1) del 25% dell' ammontare degli investimenti\nnel caso di realizzazione di programmi\ncomprendenti l' acquisto o la costruzione dei\nlocali per l' attività commerciale;\n2) del 50% dell' ammontare degli investimenti\nnegli altri casi.\nPer i soggetti di cui all' art. 2, lettera b), sono\nfinanziabili i programmi relativi alle attività \ncomuni e non quelli interessanti ciascuna singola\nimpresa aderente.", '4': "odalità per la concessione dei contributi\nLe domande per la concessione di contributi\ndevono essere presentate al Sindaco del Comune\nove è prevista la realizzazione delle iniziative\nprogrammate, e devono essere corredate da:\na) una relazione tecnico - finanziaria dell'\niniziativa, contenente le caratteristiche progettuali\ndelle opere da realizzare, l' elenco e le caratteristiche\ndelle attrezzature da acquistare, i\npreventivi di spesa ed ogni altra notizia utile,\ncompresa l' elencazione dei contributi e dei finanziamenti\ncomunque richiesti o ottenuti per\nla stessa iniziativa;\nb) certificato d' iscrizione al registro delle\ncooperative ovvero al registro ditte della Camera\ndi Commercio, ovvero copia notarile dell'\natto costitutivo della società richiedente;\nc) situazione patrimoniale relativa, ove possibile,\nall' ultimo consuntivo approvato.\nI Sindaci dei Comuni trasmettono, entro\ntrenta giorni dalla ricezione, al Presidente della\nGiunta regionale le domande ricevute unitamente\nalla documentazione allegata ed il parere\ndel Comune sull' iniziativa.\nIl contributo è concesso con decreto del Presidente\ndella Giunta regionale, su conforme deliberazione\ndella Giunta stessa, sentita la Commissione\ndi cui all' art. 17 della legge 11 giugno\n1971, n. 426.", '5': "Liquidazione dei contributi\nLa Giunta regionale provvede alla liquidazione\ndel contributo sulla base dell' accertamento\neffettuato tramite gli uffici del Comune interessato,\nprevia intesa con lo stesso o tramite i\npropri servizi tecnici.\nQualora l' onere effettivamente sostenuto per\nla realizzazione delle iniziative o per l' acquisizione\ndei beni risulti inferiore a quello preso\na base per la concessione del contributo, lo\nstesso sarà ridotto con deliberazione della Giunta\nregionale in misura proporzionale alla spesa\naccertata.", '6': 'Revoca dei contributi\nI contributi utilizzati per fini diversi da quelli\nprevisti dalla presente legge vengono revocati\ncon decreto del Presidente della Giunta regionale,\nsu conforme deliberazione della Giunta\nstessa.', '7': "Imputazione della spesa\nPer l' attuazione della presente legge è autorizzata\nper il triennio 1974- 76 la spesa complessiva\ndi L. 2 miliardi e 100 milioni, ivi compresoil rimborso delle spese sostenute dai Comuni\nper l' espletamento delle funzioni previste\ndalla presente legge.\nAll' onere a carico dell' esercizio finanziario\n1974 in L. 700 milioni, si provvede con la dotazione\ndi cui al capitolo 2871 dello stato di previsione\ndella spesa che assume la denominazione\n<< Contributi in conto capitale per lo sviluppo\ndelle forme di associazionismo economico tra\npiccoli e medi operatori commerciali per l' attuazione\ndei piani di sviluppo e di adeguamento\ndella rete di vendita >> previa integrazione dell'\nimporto per la somma di L. 500 milioni da prelevarsi\ndal fondo globale di cui al successivo\ncapitolo 3309 che, per l' effetto, si riduce di pari\nammontare.\nAll' onere a carico dell' esercizio finanziario\n1975 in L. 700 milioni, e dell' esercizio finanziario\n1976 in L. 700 milioni, si farà fronte con i\ncorrispondenti stanziamenti del medesimo stato\ndi previsione da finanziarsi con le risorse di\ncui all' art. 9 della legge 16 maggio 1970, n. 281.\nLe somme non impegnate nell' anno di riferimento\npossono essere utilizzate negli esercizi\nsuccessivi ai termini del secondo comma dell'\nart. 36 del RD 18 novembre 1923, n. 2440 e\nsuccessive modificazioni.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 10 gennaio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 27 | null | {'1': "E' autorizzata in favore del Consorzio Autonomo\ndel Porto di Napoli, la erogazione della\nsomma di L. 300 milioni, a titolo di contributo\ndovuto dalla Regione Campania, quale ente\nconsorziale, ai sensi del Decreto - Legge 11 gennaio\n1974, n. 1, convertito nella legge 11 marzo\n1974, n. 46.", '2': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge si provvede con i\nfondi di cui al Capitolo 316 istituito con la legge\ndi variazione al bilancio per l' anno finanziario\n1974 (Secondo Provvedimento per assestamento).", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, secondo comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo\nalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 14 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 26 | null | {'1': "Nel territorio di tutti i comuni della Regione\nCampania, che siano tuttora sforniti di piani\nregolatori o di programmi di fabbricazione debitamente\napprovati, continuano ad applicarsi\nle limitazioni all' attività edilizia di cui all' articolo\n17 della legge 6 agosto 1967, n. 765.", '2': "Ai fini dell' applicazione del 3º comma dell'\narticolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765,\nnel territorio dei comuni sforniti di piani regolatori\no di programmi di fabbricazione debitamente\napprovati, si considerano edifici produttivi\nle costruzioni e in genere i manufatti fissati\nstabilmente al suolo che siano destinati, esclusivamente\no in proporzione non inferiore ai\nquattro quinti del volume occupato, a laboratori\no ad officine di carattere industriale o artigiano,\no ad aziende agricole; ovvero che, anche\nal di fuori di detta ipotesi, siano comunque\ndestinati esclusivamente o in proporzione di\nalmeno quattro quinti del volume occupato:\na) all' installazione o al deposito di attrezzature\no macchinari per la estrazione, il trattamento\no il trasporto di acque o di sostanze\nnaturali, per la produzione o distribuzione di\nenergia, per la trasformazione o la lavorazione\ndi prodotti;\nb) alla conservazione o al deposito di materie\nprime, di prodotti semilavorati e di scorte;\nc) al magazzinaggio e all' imballaggio di merci,\no a mercati all' ingrosso;d) al ricovero di automezzi adibiti al trasporto\ndi prodotti industriali o agricoli;\ne) ad impianti di ricerca scientifica;\nf) ad altre funzioni strettamente affini o\naccessorie a quelle sopra indicate, con esclusione\nperò di qualsiasi utilizzazione abitativa dell'\nedificio, anche a carattere temporaneo, salvo\nche si tratti di alloggi di custodia o di servizio,\ne sempre che le funzioni stesse non abbiano\ncarattere di complementarietà ad insediamenti\nabitati.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, 2º comma, della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 6 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 47 | null | {'1': "In attuazione dei principi stabiliti dall' art. 4\ndello Statuto e dalla legge 11 giugno 1971, n. 426,\nla Regione contribuisce alle spese sostenute dai\nComuni per l' elaborazione dei piani di sviluppo\ne di adeguamento della rete di vendita con contributi\nin conto capitale.", '2': "I contributi sono concessi:\na) ai Comuni singoli con popolazione legale,\nsecondo i dati dell' ultimo censimento, inferiore\na 5000 abitanti;\nb) ai Comuni, quale che sia la popolazione\nlegale, che si associno per pervenire alla formazione\ndei singoli piani inserendoli in una più vasta\ndimensione a carattere comprensoriale;\nc) ai Comuni compresi nelle Comunità Montane.", '3': "L' ammissione al contributo è subordinata:\na) per i Comuni di cui all' art. 2 lettera b),\nalla rispondenza dell' ambito territoriale interessato\nalle finalità generali di razionalizzazione\ndelle attività distributive; in proposito si pronuncia\nla Giunta Regionale sentita la Commissione\nregionale per il commercio di cui all' art.\n17 della legge 11 giugno 1971, n. 426;\nb) per i Comuni compresi nelle Comunità \nMontane, alla rispondenza del piano comunale\ndi sviluppo e di adeguamento della rete di vendita\nal piano di sviluppo delle Comunità Montane.\nNell' elaborazione dei piani si dovranno osservarele indicazioni di urbanistica commerciale\napprovate dagli Organi della Regione ai\nsensi dell' art. 32 del DM 14 gennaio 1972.", '4': "Le domande per la concessione del contributo\ndevono essere indirizzate dai Comuni interessati\nal Presidente della Giunta Regionale\nentro 120 gg. dalla pubblicazione della presente\nlegge nel Bollettino Ufficiale e corredate dalla\nseguente documentazione:\na) copia della deliberazione del Comune con\nla quale viene deciso di procedere all' elaborazione\ndel piano;\nb) copia della deliberazione di assegnazione\ndell' incarico per la formazione del piano;\nc) copia delle deliberazioni relative all' approvazione\ndel preventivo di spesa e all' imputazione\ndella stessa al corrispondente capitolo di\nbilancio;\nd) limitatamente ai Comuni di cui all' art. 2\nlettera b), relazione illustrativa sulla scelta dell'\nambito territoriale, contenente tutte le indicazioni\nutili alla valutazione di cui all' art. 3 lettera\na).\nLa Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore\nal Commercio, delibera sulla concessione\ndel contributo sentita la Commissione Regionale\nper il Commercio.", '5': "I contributi di cui all' art. 2, possono essere\nconcessi nella misura massima del 50% della\nspesa complessiva effettivamente sostenuta dai\nComuni quale risulta dalle relative delibere.\nPer i Comuni di cui all' art. 2 lettera a) i contributi\nnon possono superare l' importo di lire\n500.000.\nPer i Comuni di cui all' art. 2 lettera b) e c),\ni contributi non possono comunque superare\nl' importo di lire 1.000.000 per ciascun Comune.\nAi Comuni di cui all' art. 2 lettera b) e c), è \nriservato, compatibilmente con le richieste pervenute,\nil 50% del finanziamento della presente\nlegge.\nAi Commissari nominati dal Presidente della\nGiunta Regionale nei casi previsti dall' art. 21\ndella legge 426, la Giunta Regionale può deliberare\nla liquidazione delle spese complessive\nsostenute per la redazione del piano secondo le\nmodalità che saranno in merito adottate, sentita\nla Commissione Regionale per il Commercio.", '6': "L' erogazione del contributo ha luogo:\n- per il 50% all' atto dell' emanazione del decreto\ndel Presidente della Giunta Regionale che\nammette al contributo sulla base del preventivodi spesa;\n- per il 50% all' atto della trasmissione alla\nGiunta Regionale dei piani approvati dai singoli\nConsigli Comunali e delle delibere di liquidazione\ndelle spese.\nPer i Comuni di cui all' art. 2 lettera b), l' erogazione\ndella seconda rata è subordinata all' approvazione,\nda parte di ciascun Consiglio Comunale,\ndi norme e direttive riguardanti l' intero\nterritorio interessato, nonchè alla presentazione\ndi altrettante relazioni dalle quali risulti la coerenza\ndi ogni piano con le indicazioni elaborate\na livello comprensoriale.\nLa rispondenza degli elaborati di cui al precedente\ncomma alle finalità della presente legge,\nè valutata dalla Giunta Regionale, sentita la\nCommissione Regionale per il Commercio.", '7': "Per l' attuazione della presente legge è autorizzata,\nper l' anno 1975, la spesa di Lire 500 milioni,\nche farà carico al Capitolo 1226 dello\nstato di previsione della spesa per l' esercizio\nfinanziario 1975.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 46 | null | {'1': "Per la concessione dei prestiti agevolati previsti\ndalle Leggi regionali 7 marzo 1973, n. 10,\n2 gennaio 1974, n. 1, e 4 settembre 1974, n. 46,\nper la annata agraria 1975- 1976 e con decorrenza\ndal 1º ottobre 1975, è autorizzata la spesa di\nLire 2.615 milioni.\nI prestiti di cui al precedente comma, qualora\nsiano concessi ad imprenditori agricoli singoli,\nnon possono superare l' importo di Lire 10 milioni.", '2': "Il concorso regionale sui prestiti di cui al precedente\narticolo è commisurato alla differenza\ntra il tasso di riferimento ed il tasso agevolato\nfissati ai sensi dell' articolo 34 della legge 2 giugno\n1961, n. 454, della legge 17 agosto 1974, n.\n397, e del decreto - legge 24 febbraio 1975, n. 26,\ned eventuali successive modificazioni.", '3': "All' onere di Lire 2.615 milioni derivante dall'\napplicazione della presente legge regionale si\nfarà fronte con i fondi assegnati dalla Regione\nCampania, ai termini dell' art. 3 del decreto legge\n24 febbraio 1975, n. 26.\nIl Presidente della Giunta Regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta stessa, è autorizzato\na provvedere, con decreto, alle necessarie\nvariazioni degli stati di previsione dell' entrata\ne della spesa del Bilancio per l' anno finanziario\n1975.", '4': "Le somme di cui alla presente legge non impiegatenell' anno di riferimento possono essere\nutilizzate negli esercizi successivi, ai sensi del 2º\ncomma dell' art. 36 del RD 18 novembre 1923,\nn. 2440, e successive modificazioni ed integrazioni.", '5': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel 2º comma dell' art. 127 della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 30 | null | {'1': "Per assicurare condizioni di effettiva ed immediata\noperatività all' azione degli enti locali\ndella Campania, la Regione attua, secondo le\nprocedure, i tempi e le modalità di finanziamento\npreviste dai successivi articoli, interventi\ndi emergenza nei seguenti settori e nei\nlimiti dei rispettivi stanziamenti di spesa:\na) costruzione, allestimento ed arredamento\ndi asili - nido comunali per L. 20 miliardi;\nb) costruzione di opere pubbliche dei Comuni,\ndelle Province e relativi Consorzi per L.\n57 miliardi;\nc) lavori ed opere di somma urgenza da\neffettuarsi nei Comuni della Campania a completamento\ndel programma per la balneazione\nestiva 1974 e 1975 per L. 5 miliardi;\nd) interventi per fronteggiare immediate\nesigenze di sistemazione del suolo e del sottosuolo\nin istato di pericolosità dei centri abitati\ndi taluni Comuni della Regione per L. 5 miliardi;\ne) opere e lavori di primo avviamento per\nla realizzazione del parco marino di Castellabate\ned interventi a favore della pesca lungo\ni litorali per la costruzione e l' allestimento di\nvivai e vasche di stabulazione per L. 3 miliardi;\nf) costruzione, ampliamento, arredamento\ne rinnovo di arredamento degli esercizi alberghieri\ne degli impianti turistici complementari\nper L. 2 miliardi;\ng) interventi per consentire alle cooperative\nagricole e all' Ente di Sviluppo in Campaniala realizzazione di impianti di valorizzazione dei\nprodotti agricoli ed opere di miglioramento fondiario\ngià ammessi a finanziamento a carico\ndello Stato o del Feoga, per L. 1 miliardo;\nh) ampliamento ed ammodernamento del\nparco del materiale rotabile dei servizi di autolinee\nurbane ed extraurbane di interesse regionale\nper L. 5 miliardi.", '2': "Per accelerare la realizzazione degli asili - nido\ncomunali, la Giunta regionale è autorizzata ad\nerogare ai Comuni interessati contributi straordinari\nin capitale per la costruzione, l' allestimento\ne l' arredamento di detti asili inclusi nei\npiani per gli anni 1972 e 1973 approvati dal Consiglio\nregionale con le deliberazioni rispettivamente\nin data 30 ottobre 1972, n. 49/ 3 e in data\n25 settembre 1974, n. 146/ 3 ed in quello per\nl' anno 1974 in corso di elaborazione.\nI contributi straordinari di cui sopra sono\nconcessi nella misura occorrente a coprire la\nquota dei costi ammessi di allestimento dell'\narea e di costruzione ed arredamento degli asili -\nnido che ecceda l' importo dei contributi in capitale\nassegnati ai Comuni con i piani anzidetti.", '3': "Per la costruzione degli asili - nido previsti nei\npiani per gli anni 1972 e 1973 i Comuni o loro\nConsorzi possono scegliere fra la realizzazione\nda parte della Regione mediante il ricorso all'\nedilizia standardizzata e la realizzazione diretta\ndi un proprio progetto secondo quanto previsto\ndagli articoli seguenti.", '4': "Allo scopo di facilitare la sollecita realizzazione\ndegli asili - nido previsti dai piani per il\n1972 e 1973 la Giunta regionale è autorizzata a\nprovvedere, per conto dei Comuni e dei Consorzi\ndi Comuni che ne facciano richiesta ai\nsensi del successivo articolo, alla costruzione\ndegli asili - nido mediante il ricorso all' edilizia\nstandardizzata nei modi disposti dai successivi\ncommi.\nEntro 15 giorni dall' entrata in vigore della\npresente legge la Giunta regionale invita imprese\ne loro Consorzi, cooperative edili e loro\nConsorzi, imprese di edilizia industrializzata\nche abbiano i requisiti tecnici, finanziari ed organizzativi\nprevisti dalla legislazione vigente in\nmateria, a presentare offerte vincolanti per modelli\ntipo di asili - nido.\nL' invito dovrà richiamare i requisiti prescritti\ndalla legge regionale 12 maggio 1973, n. 12 e\nsuccessive modificazioni e indicare le dimensioni\ndei modelli tipo richiesti, le caratteristichetipologiche e tecnico -costruttive, i limiti\ndei costi e dei tempi di esecuzione per opere\ncomplete dell' allestimento e dell' arredamento.\nEntro 20 giorni dalla data di pubblicazione\ndell' invito suddetto sul Bollettino Ufficiale della\nRegione, le imprese invitate dovranno far\npervenire alla Giunta regionale offerte corredate\nda progetto esecutivo dei modelli tipo, con\nl' indicazione analitica dei costi.\nTali offerte dovranno essere vincolanti e contenere\nl' impegno ad eseguire contemporaneamente\nalmeno il 50% dell' intero programma\nregionale.\nSulla base delle offerte presentate, la Giunta\nregionale, di intesa con la Commissione consiliare\ncompetente, entro 20 giorni dalla scadenza\ndel termine di presentazione delle offerte, sceglie\nuno o più modelli tipo di asili - nido e ne\ndà immediata ed integrale comunicazione agli\nEnti locali interessati. La relativa deliberazione\nè pubblicata per estratto sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.", '5': "I Comuni e i Consorzi di Comuni che intendano\nrichiedere la realizzazione da parte della\nRegione dell' asilo - nido, secondo un modello -\ntipo prescelto a norma dell' articolo precedente,\napprovano con propria delibera il progetto esecutivo\ndel modello - tipo adottato e lo trasmettono\nalla Giunta regionale entro 40 giorni dalla\ndata di pubblicazione della delibera di cui all'\nultimo comma del medesimo articolo.\nLa delibera di approvazione di cui al primo\ncomma comporta la rinuncia da parte del Comune\no del Consorzio al progetto già eventualmente\npresentato ai sensi della legge regionale\n12 maggio 1973, n. 12 e successive modificazioni\ne la destinazione del contributo concesso alla\nrealizzazione del modello - tipo adottato.\nLa deliberazione di approvazione deve altresì \nrecare l' impegno dell' Ente a rimborsare alla\nRegione il contributo straordinario a norma dell'\narticolo 8 della presente legge.", '6': "Per la realizzazione dei progetti di asili - nido\nmediante edilizia standardizzata per gli anni\n1972 e 1973 la Giunta regionale delibera i contratti\nper l' affidamento della costruzione, dell'\nallestimento e dell' arredamento mediante ricorso\nalla licitazione privata con l' impresa o le imprese\nche abbiano presentato i modelli - tipo\nprescelti dai Comuni e dai loro Consorzi.\nTali contratti debbono, fra l' altro, indicare:\na) il numero, la tipologia e la localizzazione\ndelle singole opere da realizzare nonchè itempi per la loro esecuzione;\nb) le parti delle opere che l' impresa eseguirà \nin proprio e di quelle che la stessa impresa\naffiderà a cooperative, Consorzi di cooperative,\ned imprese regolarmente iscritte all' albo\ndei costruttori;\nc) le procedure relative sia all' attività di\nvigilanza sulla esecuzione delle opere sia al\nloro collaudo definitivo;\nd) la composizione del collegio arbitrale\nper la soluzione di eventuali controversie.\nA collaudo avvenuto gli asili - nido realizzati\nin base ai contratti di cui al presente articolo\nentrano a far parte del patrimonio indisponibile\ndei Comuni e dei Consorzi di Comuni.", '7': "I Comuni ed i loro Consorzi che non optino\nper la realizzazione di asili - nido mediante modelli\n- tipo di edilizia standardizzata devono trasmettere\nalla Giunta regionale, entro 60 giorni\ndalla data di entrata in vigore della presente\nlegge, la deliberazione di riapprovazione del\nprogetto esecutivo dei lavori, di cui va unita copia\nautentica se suscettivo di aggiornamento nei\ncosti, ovvero, ove questo - già prodotto in\nsede di formazione del piano cui essi sono interessati\n- sia ritenuto valido sotto tale profilo,\nla deliberazione di conferma del progetto\nstesso, con la esplicita richiesta, in ambedue le\nipotesi, di concessione del contributo straordinario.\nIn ogni caso, la predetta deliberazione deve\nrecare l' impegno dell' Ente richiedente il contributo\nstraordinario a rimborsare alla Regione\nil contributo stesso, con le modalità fissate dal\nsuccessivo articolo 8.\nIl termine di cui al primo comma, per i\nComuni interessati al piano asili - nido per l' anno\nfinanziario 1974, decorre dalla data di approvazione\ndel piano stesso da parte del Consiglio\nregionale, se posteriore a quella di entrata\nin vigore della presente legge.", '8': "Il contributo straordinario previsto dalle disposizioni\ncontenute nel presente Titolo deve\nessere restituito dal Comune beneficiario nella\nmisura del 50% in 25 annualità posticipate costanti,\ncomprensive del parziale rimborso, in\nragione del 9%, degli oneri finanziari di ammortamento\nsostenuti dalla Regione per l' acquisizione\ndel mutuo di cui al successivo articolo\n48. L' altra metà del contributo cede ai sensi\ndella legge regionale 4 settembre 1974, n. 4, a\ncarico della Regione a titolo di contributo regionale\nintegrativo di quello dello Stato determinato\ndalla legge 6 dicembre 1971, n. 1044.Le annualità di cui al comma precedente decorrono\ndall' anno successivo a quello della collaudazione\ndell' opera. Il versamento del relativo\nimporto va eseguito con rimessa diretta al\ntesoriere regionale entro il 31 gennaio di ogni\nanno, con imputazione all' apposito capitolo del\nTitolo IV dello stato di previsione dell' Entrata.\nIl pagamento delle rate annuali è garantito\ndal Comune debitore mediante iscrizione delle\nsomme allo scopo occorrenti nella parte passiva\ndel proprio bilancio di previsione per l' intera\ndurata dell' impegno assunto.\nA tali effetti, il Comune è tenuto a dare in\ncarico al proprio tesoriere, con la deliberazione\ndi cui al precedente articolo debitamente notificata,\nil versamento in favore della Regione\ndelle predette rate annuali alle periodiche scadenze\nstabilite.\nAi fini dell' assolvimento da parte del Comune\ndell' impegno precitato, le Intendenze di Finanza,\nle Ragionerie Provinciali dello Stato, le\nDirezioni Provinciali del Tesoro e le Sezioni\ndi Tesoreria Provinciali, a richiesta della Regione\nprovvederanno, in sede di versamento\ndelle somme a qualsiasi causale dovute al Comune\nstesso, ai sensi e con le modalità previste\ndalla vigente legislazione statale.", '9': "La deliberazione di cui all' art. 7 della presente\nlegge deve contenere la dichiarazione della disponibilità \ndell' area od in mancanza la indicazione\ndei modi di acquisizione della stessa.\nTale deliberazione non è soggetta ad alcun\nparere preventivo da parte degli organi regionali,\nma soltanto al controllo di legittimità previsto\ndall' articolo 21 della legge regionale 24\nmarzo 1972, n. 4.", '10': "\nI Comuni, che non provvedano, entro i termini\nstabiliti, a quanto disposto dall' art. 7, non potranno\nbeneficiare delle provvidenze di cui alle\nnorme del presente Titolo e, conseguentemente,\nfruiranno soltanto dei contributi statali assegnati\ncon i piani annuali, approvati dal Consiglio\nregionale, nei quali essi sono compresi.", '11': "\nEntro 30 giorni dalla scadenza del termine\nassegnato ai Comuni per l' invio della documentazione\ndi cui al precedente articolo 7, la Giunta\nregionale sulla base dell' istruttoria compiuta\ndall' Assessore competente e nei limiti di spesa\nfissati nell' art. 1, approva, previo parere della\ncompetente Commissione consiliare, il piano\ndi assegnazione dei contributi straordinari dopo\naver acquisito il parere di una Commissioneconsultiva nominata con decreto del Presidente\ndella Giunta regionale e composta:\n- dal Presidente della Giunta regionale che la\nconvoca e la presiede o da un Assessore da lui\ndelegato;\n- dall' Assessore alla Pubblica Istruzione e all'\nAssistenza o da un suo delegato;\n- dall' Assessore per il Bilancio e la Programmazione\no da un suo delegato;\n- dall' Assessore ai Lavori Pubblici o da un\nsuo delegato;\n- dall' Assessore alla Sanità o da un suo delegato;\n- dall' Assessore per le Finanze o da un suo\ndelegato;\n- dall' Assessore ai Trasporti o da un suo delegato;\n- da un ingegnere designato di volta in volta\ndall' Assessore ai Lavori Pubblici.\nDisimpegna le funzioni di Segretario un funzionario\ndell' Assessorato Pubblica Istruzione ed\nAssistenza.\nIl piano di assegnazione ha valore di provvedimento\ndi approvazione dei progetti tecnici e\ndi concessione dei relativi contributi straordinari.", '12': "\nPer accelerare l' attuazione delle opere - assistite\nda contributi in capitale ed in annualità \na tutto il 30 settembre 1974, concessi dalla\nRegione - per le quali non abbiano i Comuni,\nle Province e relativi Consorzi ottenuto, alla\ndata di entrata in vigore della presente legge,\nl' affidamento del relativo mutuo, la Giunta regionale\nè autorizzata ad accordare contributi\nstraordinari in capitale nella misura strettamente\nnecessaria ad assicurare la totale copertura\ndella spesa ammessa.\nPer la fruizione di tali contributi gli Enti\ninteressati devono trasmettere alla Giunta regionale,\nentro 60 giorni dalla data di entrata\nin vigore della presente legge, la deliberazione\n- esecutiva ai sensi dell' articolo 21 della legge\nregionale 24 marzo 1972, n. 4 - di riapprovazione\ndel progetto esecutivo dell' opera, di cui\nva unita copia autentica, se suscettivo di aggiornamento\nnei costi, ovvero, ove questo -\ngià esibito in sede di richiesta di contributo\nordinario - sia ritenuto valido sotto tale profilo,\nla deliberazione di conferma del progetto\nstesso, con la esplicita richiesta, in ambedue\nle ipotesi, di concessione del contributo straordinario.\nIn ogni caso, la deliberazione predetta deve\nrecare l' impegno dell' Ente richiedente a rimborsare\nalla Regione il contributo straordinario\ndi cui al precedente comma nella misura\nfissata dal successivo articolo 14 e con le modalità \nstabilite dai commi 2, 3, 4 e 5 dell' art. 8della presente legge.", '13': "\nEntro 30 giorni dalla scadenza del termine\nassegnato agli Enti per l' invio della documentazione\ndi cui al precedente articolo 12, la Giunta\nregionale, sulla base dell' istruttoria compiuta\ndall' Assessore competente e nei limiti di\nspesa fissati nell' art. 1, approva, previo parere\ndella competente Commissione consiliare, il\npiano di assegnazione dei contributi straordinari,\ndopo aver acquisito il parere della Commissione\nconsultiva prevista nel precedente articolo\n11.\nIl piano di assegnazione ha valore di provvedimento\ndi approvazione dei progetti tecnici e\ndi concessione dei relativi contributi straordinari.\nPer gli interventi previsti dalle disposizioni\ndel presente Titolo la Segreteria della Commissione\nconsultiva è curata da un funzionario dell'\nAssessorato ai Lavori Pubblici.", '14': "\nIl rimborso dei contributi straordinari, di cui\nal precedente articolo 12, da parte degli Enti\ninteressati, è determinato come appresso:\na) gli enti assegnatari di contributi in annualità \nsono tenuti a rimborsare alla Regione l' importo\ncorrispondente al 30% dei costi effettivamente\nsostenuti nei limiti della spesa dichiarata\nammissibile in 25 annualità costanti posticipate\ndecorrenti dall' anno successivo a quello\ndella collaudazione dell' opera.\nLe annualità suddette devono essere comprensive\ndel parziale rimborso in ragione del\n9% annuo degli oneri finanziari di ammortamento\nsostenuti dalla Regione per l' acquisizione\ndel mutuo di cui al successivo articolo 48.\nLa residuale somma, pari al 70% della spesa\nsostenuta, cede a carico della Regione a titolo\ndi contributi in capitale di conversione e sostituzione\ndi quelli in annualità accordati. Conseguentemente,\ni provvedimenti adottati dalla\nRegione per la concessione dei contributi in\nannualità sono revocati;\nb) gli enti assegnatari di contributi in capitale\nsono tenuti a rimborsare alla Regione la\nquota differenziale tra la spesa sostenuta nei\nlimiti di quella dichiarata ammissibile e l' ammontare\ndel contributo in 25 annualità costanti\nposticipate, con decorrenza dall' anno successivo\nal collaudo dell' opera.\nTali annualità devono essere comprensive del\nparziale rimborso nella misura del 9% annuo\ndegli oneri finanziari di ammortamento sostenuti\ndalla Regione per l' acquisizione del mutuo\ndi cui al successivo articolo 48.", '15': "\nLa Regione è autorizzata, nei limiti del fondo\nprevisto dall' art. 1, a finanziare a suo totale\ncarico la spesa ritenuta ammissibile per il completamente\ndel programma di interventi per la\nbalneazione estiva connesso a lavori ed opere\ndi somma urgenza da effettuarsi nei Comuni\ndella Campania, consistenti:\na) nella fornitura e messa in opera di impianti\nfissi di disinfezione;\nb) nell' acquisto di impianti mobili di disinfezione\ne disinfettanti;\nc) nell' esercizio di impianti mobili per l' allontanamento\ndi rifiuti liquidi provenienti da\nfogne comunali;\nd) nella realizzazione di modesti impianti\no di parti di impianti (con impiego di struttura,\nin generale, di tipo prefabbricato industrializzato)\ndestinati alla chiarificazione delle acque\nnere e miste prima del loro sversamento a\nmare, nonchè alla loro ossidazione;\ne) nella realizzazione di opere complementari\nquali impianti di sollevamento di modesta\nportata, scaricatori di piena, by - pass, raccordi\ndi collettori fognari, condotte sottomarine per\nl' allontanamento dai luoghi di balneazione di\nacque luride.", '16': "\nPer essere ammessi al beneficio di cui al precedente\narticolo, i Comuni interessati devono\ntrasmettere alla Giunta regionale, entro 60 giorni\ndalla data di entrata in vigore della presente\nlegge, la deliberazione - esecutiva ai sensi dell'\nart. 21 della legge regionale 24 marzo 1972,\nn. 4 - di approvazione del progetto esecutivo\ndell' opere di cui si chiede il finanziamento a\ncarico della Regione, da redigersi in conformità \nalle istruzioni da impartirsi a cura dell' Assessore\ncompetente.\nLa precitata deliberazione dev' essere corredata,\noltre che del progetto, anche della relazione\ndell' Ufficiale sanitario in ordine alla indifferibilità \ndell' opera.", '17': "\nEntro 30 giorni da quello di scadenza del\ntermine di cui all' articolo precedente assegnato\nai Comuni per l' invio della prescritta documentazione,\nla Giunta regionale, sulla base dell'\nistruttoria compiuta dall' Assessore competente\ne nei limiti di spesa fissati nell' art. 1, approva,\nprevio parere della competente Commissione\nconsiliare, il piano di assegnazione dei finanziamenti\ndopo aver acquisito il parere della\nCommissione consultiva di cui al precedente\narticolo 11, integrato dal Medico Provincialecompetente per territorio o da un suo delegato,\ndal Comandante della Capitaneria di Porto, competente\nper territorio e dal Sovrintendente ai\nMonumenti della Campania o da un suo delegato.\nIl piano assume valore di provvedimento di\napprovazione dei progetti tecnici e di concessione\ndei finanziamenti allo scopo occorrenti.\nNella formazione di detto piano verrà data\nla precedenza alle opere che assicurino una più \ncompleta funzionalità a quelle già realizzate con\nil programma della balneazione estiva 1974.", '18': "\nIn attesa che lo Stato intervenga con apposito\narticolato piano per la definitiva sistemazione\nidro - geologica e conservazione del suolo\ne sottosuolo dei Comuni di Aversa, S. Antimo,\nFrattaminore, Casandrino, Grumo Nevano, Frattamaggiore,\nCardito, Afragola, Arzano, Casavatore,\nCasoria, Casalnuovo, Orta di Atella, S.\nArpino, Succivo, la Regione è , nei limiti del\nfondo previsto dall' art. 1, autorizzata, a salvaguardia\ndella pubblica incolumità , a finanziare\na suo totale carico la spesa dei lavori e\ndelle opere connesse alle più immediate esigenze\ndi risanamento e di consolidamento statico\ned igienico dei centri abitati di detti Comuni\ne di eventuali altri con particolare riferimento\na quelli sottoposti al consolidamento\ndell' abitato.\nNella spesa di cui sopra deve essere altresì \ncompreso l' onere:\na) per il censimento di tutte le cavità , pozzi,\ncunicoli esistenti sotto i centri abitati;\nb) per l' indagine sulla statica delle fondazioni\ndegli edifici pericolanti e di tutte le situazioni\ndi pericolo e di stato precario dell' igiene\ncon la previsione di tutte le opere urgenti;\nc) per le indagini geologiche del sottosuolo\ndei centri abitati e per la formazione dei piani\ndi rinnovamente urbano delle strutture edilizie\nnei centri abitati per la ristrutturazione\ncompleta di strutture e sottoservizi;\nd) per l' adeguamento ai piani di cui alla\nprecedente lettera c) degli strumenti urbanistici\ncon particolare riguardo ai piani di zona di cui\nalla legge 18 aprile 1962, n. 167 e successive\nmodifiche.", '19': "\nPer essere ammessi al beneficio di cui al\nprecedente articolo, i Comuni interessati devono\ntrasmettere alla Giunta regionale, entro\n60 giorni dalla data di entrata in vigore della\npresente legge, la deliberazione - esecutiva ai\nsensi dell' art. 21 della legge regionale 24 marzo\n1972, n. 4 -di approvazione del progetto esecutivodelle opere e dei lavori di cui si chiede\nil finanziamento a carico della Regione da redigersi\nin conformità alle istruzioni da impartirsi\na cura dell' Assessore competente.", '20': "\nEntro 30 giorni da quello di scadenza del\ntermine di cui all' articolo precedente assegnato\nai Comuni per l' invio della prescritta documentazione,\nla Giunta regionale, sulla base dell'\nistruttoria compiuta dall' Assessore competente\ne nei limiti di spesa fissati nell' art. 1, approva,\nprevio parere della competente Commissione\nconsiliare, il piano di assegnazione dei\nfinanziamenti, dopo aver acquisito il parere della\nCommissione consultiva di cui al precedente\narticolo 11, integrata dal Medico Provinciale\ncompetente per territorio o da un suo delegato.\nIl piano assume valore di provvedimento di\napprovazione dei progetti tecnici e di concessione\ndei finanziamenti allo scopo occorrenti.\nNella formazione di detto piano verrà data\nprecedenza alle opere che assicurino una più \ncompleta funzionalità a quelle precedentemente\nrealizzate.", '21': "\nLa Regione è autorizzata ad erogare nei limiti\ndel fondo previsto dall' art. 1, contributi,\nfino al 100% della spesa, per la realizzazione\ndi impianti di vasche di stabulazione ed altre\nopere igienico - sanitarie per la coltivazione dei\nmolluschi lungo il litorale dei Comuni costieri\ndella Campania.\nPer la salvaguardia dell' ambiente naturale e\ndella costa interessata alla zona di tutela biologica\nmarina di cui al decreto del Ministro\ndella Marina Mercantile in data 25 agosto 1972,\nla Regione è , altresì , autorizzata ad erogare ai\nComuni interessati alla zona stessa, nei limiti\ndel fondo anzidetto e con riferimento alla lettera\ne) dell' art. 15 della legge 14 luglio 1965,\nn. 963, contributi per finanziare un piano di\nprimo avviamento delle opere e dei lavori ritenuti\nammissibili ai sensi degli articoli 11 e 23\ndella presente legge.\nSul fondo di cui al precedente comma devono\ngravare anche le spese:\na) per le indagini tecnico - scientifiche necessarie\nper la realizzazione degli scopi indicati\nnel 2º comma;\nb) per il piano urbanistico - territoriale conseguenziale\nalla definizione del parco naturale\ncon speciale riguardo al quadro infrastrutturale\ned alle attrezzature specifiche di settore\ncui devono adeguarsi gli strumenti urbanistici\ndei Comuni interessati.I contributi di cui ai precedenti commi 2 ºe\n3º, nei limiti del 30% della somma disponibile,\nsono assegnati al Comune di Castellabate, a\ntitolo di concorso regionale per gli oneri che\nquel Comune si assume per gli interventi relativi\nai lavori e alle opere contemplati dal presente\narticolo.\nLa Giunta regionale è autorizzata alla revisione\nimmediata di tutti gli strumenti urbanistici\nin atto nella zona per adeguarli agli scopi\ndi cui alla presente legge.", '22': '\nPer la fruizione dei contributi di cui al precedente\narticolo 21, i beneficiari devono trasmettere\nalla Giunta regionale, entro 60 giorni\ndalla data di entrata in vigore della presente\nlegge, apposita domanda a corredo della quale\noccorre trasmettere:\n- breve relazione illustrativa sulle opere o sui\nlavori da realizzare;\n- progetto tecnico esecutivo dei lavori;\n- piano di finanziamento della spesa.', '23': "\nEntro 30 giorni da quello di scadenza del termine\ndi cui all' articolo precedente assegnato ai\nComuni per l' invio della prescritta documentazione,\nla Giunta regionale, sulla base dell'\nistruttoria compiuta dall' Assessore competente\ne nei limiti di spesa fissati nell' articolo 1,\napprova, previo parere della competente Commissione\nconsiliare, il piano di assegnazione\ndei finanziamenti, dopo aver acquisito il parere\ndella Commissione Consultiva di cui al\nprecedente articolo 11, integrata dal Medico\nProvinciale competente per territorio o da un\nsuo delegato.\nIl piano assume valore di provvedimento di\napprovazione dei progetti tecnici e di concessione\ndei finanziamenti allo scopo occorrenti.", '24': "\nAllo scopo di incentivare la costruzione di\nimpianti ricettivi alberghieri e di impianti turistici\ncomplementari, e di migliorare quelli\nesistenti, la Regione è , nei limiti di spesa precisati\nnell' articolo 1, autorizzata ad erogare\ncontributi straordinari in capitale ad enti pubblici\ne ad operatori privati secondo le modalità \ne le procedure di cui alla legge regionale 16\nnovembre 1973, n. 19.", '25': "\nPer consentire alle cooperative agricole e all'\nEnte di Sviluppo in Campania la realizzazione\ndi impianti collettivi di valorizzazione dei prodotti\nagricoli e di opere di miglioramento fondiario\ngià iniziate con finanziamenti statali oda carico del FEOGA, ma non ultimate per il\nsuperamento delle previsioni progettuali a seguito\ndella lievitazione dei costi dei materiali\ne della manodopera, la Regione è , nei limiti di\nspesa fissati nell' art. 1, autorizzata a concedere\ncontributi straordinari in capitale, una tantum.\nI contributi di cui sopra sono concessi nella\nmisura strettamente necessaria a coprire la\nquota dei costi ammessi per il completamento\ndegli impianti o delle opere precisati nel precedente\ncomma che ecceda l' importo del finanziamento\nstatale od a carico del FEOGA.", '26': "\nPer essere ammessi al beneficio previsto dal\nprecedente articolo, gli enti interessati devono\ntrasmettere alla Giunta regionale, entro 60 giorni\ndalla data di entrata in vigore della presente\nlegge, la deliberazione di riapprovazione del\nprogetto esecutivo dell' opera o dell' impianto, di\ncui va unita copia autentica aggiornato nei\ncosti, con la esplicita richiesta di concessione\ndel contributo straordinario.\nIn ogni caso, la predetta deliberazione deve\nrecare l' impegno dell' Ente richiedente il contributo\nstraordinario a rimborsare alla Regione\nil contributo stesso, con le modalità fissate dal\nsuccessivo articolo 48.", '27': "\nIl contributo straordinario previsto dalle disposizioni\ncontenute nel presente Titolo deve\nessere restituito dall' Ente beneficiario nella misura\ndel 50% in 25 annualità posticipate costanti,\ncomprensive del parziale rimborso, in\nragione del 9%, degli oneri finanziari di ammortamento\nsostenuti dalla Regione per l' acquisizione\ndel mutuo di cui al successivo art.\n48. L' altra metà del contributo cede a carico\ndella Regione a titolo di contributo regionale\nintegrativo del finanziamento dello Stato e del\nFeoga.\nLe annualità di cui al comma precedente\ndecorrono dall' anno successivo a quello della\ncollaudazione dell' opera. Il versamento del relativo\nimporto va eseguito con rimessa diretta\nal tesoriere regionale entro il 31 gennaio di\nogni anno, con imputazione dell' apposito capitolo\ndel Titolo IV dello stato di previsione\ndell' Entrata.\nIl pagamento delle rate annuali è garantito\ndall' Ente debitore mediante iscrizione delle\nsomme allo scopo occorrenti nella parte passiva\ndel proprio bilancio di previsione per l' intera\ndurata dell' impegno assunto.\nA tali effetti, l' Ente è tenuto a dare in carico\nal proprio tesoriere, con la deliberazione dicui al precedente articolo debitamente notificata,\nil versamento in favore della Regione delle\npredette rate annuali alle periodiche scadenze\nstabilite.\nAi fini dell' assolvimento dell' impegno precitato,\nle Cooperative agricole devono essere coperte\nda garanzia fidejussoria da parte dell' Ente\ndi Sviluppo in Campania.", '28': "\nEntro 30 giorni da quello di scadenza del\ntermine di cui al precedente articolo 26 assegnato\nper l' invio della prescritta documentazione,\nla Giunta regionale, sulla base dell' istruttoria\neffettuata dall' Assessore competente e nei\nlimiti di spesa stabiliti, approva, previo parere\ndella competente Commissione Consiliare, il\npiano di assegnazione dei finanziamenti, dopo\naver acquisito il parere della Commissione Consultiva\ndi cui al precedente articolo 11, integrata\ndall' Assessore per l' Agricoltura o da un suo\ndelegato.\nIl piano assume valore di provvedimento di\napprovazione dei progetti tecnici e di concessione\ndei finanziamenti allo scopo occorrenti.\nNella formazione di detto piano verrà data\nla precedenza alle opere che assicurino una\npiù completa funzionalità a quelle precedentemente\nrealizzate.", '29': "\nPer favorire l' ampliamento e l' ammodernamento\ndel parco del materiale rotabile per l' esercizio\ndi servizi automobilistici di linea urbani\ned extraurbani gestiti:\n- da Consorzi tra Comuni e Province;\n- da aziende speciali di cui al TU approvato\ncon RD 15 ottobre 1925, n. 2578;\n- da enti locali che esercitano in economia i\nservizi stessi;\n- da aziende pubbliche o a partecipazione\npubblica;\n- da gestioni commissariali regionali anche\nper le linee automobilistiche di cui alla legge\nregionale 4 settembre 1974, n. 47;\nla Giunta regionale è autorizzata nei limiti del\nfondo previsto dall' articolo 1, a concedere contributi\nstraordinari in conto capitale al 100%\ndella spesa ammissibile per l' acquisto nel biennio\n1974- 1975 di nuovi autobus.\nPer la fruizione dei contributi di cui al comma\nprecedente, gli enti o aziende interessate\ndevono far pervenire alla Giunta regionale apposita\ndomanda corredata dalla documentazione\ndi cui all' articolo 6 della legge regionale 3\naprile 1974, n. 14, punti c), g) ed h), nonchè \ndel piano di investimento, in relazione alle necessità dell' ente o aziende, entro 30 giorni dalla\ndata di entrata in vigore della presente legge.", '30': "\nLa Giunta regionale, sulla base dell' istruttoria\neffettuata dall' Assessore competente e nei\nlimiti del fondo previsto, previo parere della\ncompetente Commissione Consiliare, approva\nil piano di assegnazione dei contributi straordinari\ncon le eventuali prescrizioni relative alle\ncaratteristiche dei mezzi di trasporto e alle modalità \ne condizioni di fornitura.\nIl piano ha valore di provvedimento di concessione\ndei contributi di cui sopra.\nLa Giunta regionale è autorizzata ad erogare\nacconti nella misura fino al 60% sulle entità \ndei contributi concessi ai singoli richiedenti.", '31': "\nLe provvidenze di cui ai precedenti articoli\n29 e 30 sono estese alle altre imprese concessionarie\ndi servizi automobilistici di linea urbana\ned extraurbana di interesse regionale nella\nmisura del 50% dell' intervento previsto dai\nmedesimi articoli.\nLa erogazione degli acconti è disposta in\nconformità ai criteri di cui al precedente articolo\n30.", '32': "\nLa Giunta regionale, con le modalità che verranno\nindicate dal Conservatore del Pubblico\nRegistro automobilistico, può iscrivere il contributo\nconcesso ai sensi della presente legge\nsulla carta di circolazione e sul foglio complementare\ndei singoli autoveicoli.\nL' autorizzazione alla vendita degli autoveicoli,\ndi cui all' art. 25 della legge 28 settembre\n1939, n. 1822, è subordinata all' obbligo di reimpiegare\nil ricavato in investimento per l' acquisto\ndi materiale rotabile.\nIn tutti i casi di trasferimento di aziende o\ndi cessazione di attività di aziende che hanno\nfruito degli interventi finanziari regionali di\ncui agli articoli 29 e 31 della presente legge,\ndetti contributi sono ripetibili in una misura\nproporzionale, riferita al valore residuo del materiale\nrotabile, pari alla percentuale del contributo\nregionale sul valore d' acquisto non rimborsato.\nIn caso di subentro nella titolarità delle concessioni\nda parte di un Ente o azienda pubblica\ni contributi di cui agli articoli 29 e 31 della\npresente legge sono ripetibili, nella misura di cui\nal comma precedente, in favore dell' Ente o azienda\npubblica subentrante ed obbligata all' acquisto\ndel materiale rotabile già di proprietà dell'\nazienda che cessa l' esercizio.\nL' ammortamento relativo alle quote degli investimentisovvenzionati ai sensi della presente\nlegge sono esclusi dal computo delle sovvenzioni\ndi esercizio assegnabili a norma della legge\n2 agosto 1952, n. 1221.", '33': "\nGli Enti o imprese beneficiari delle provvidenze\npreviste dalle norme del presente Titolo\nsono tenuti a rimborsare alla Regione il 50%\ndell' ammontare del contributo straordinario ottenuto\nin 15 annualità costanti posticipate, a\npartire dall' anno successivo a quello dell' acquisto\ndegli autobus, nelle forme e alle condizioni\ndi cui ai commi 2º, 3º, 4º e 5º dell' articolo 8 della\npresente legge.", '34': "\nPer l' esecuzione delle opere previste dal Titolo\nI, II, III, IV, V, VI, VII, VIII della presente\nlegge, nonchè per l' esecuzione di tutte le\naltre opere degli enti locali e loro consorzi ammesse\na contributo regionale e delle opere di\ncompetenza regionale si applicano le norme di\ncui ai successivi articoli.", '35': "\nIl Presidente della Giunta regionale o l' Assessore\nda lui delegato può , di volta in volta, chiamare\na far parte della Commissione Consultiva\nprevista dall' articolo 11 della presente legge\nestranei alla Regione, particolarmente esperti\nnella materia del settore oggetto dell' intervento\nregionale.", '36': "\nLa Giunta regionale è autorizzata ad assegnare\nnei limiti degli stanziamenti previsti dall' articolo\n1, contributi integrativi in capitale, nella\nmisura strettamente necessaria alla totale copertura\ndei maggiori oneri derivanti dall' aggiudicazione\ndei lavori con offerte in aumento,\ndalla revisione dei prezzi contrattuali e dal\nriconoscimento di maggiori compensi spettanti\nalle imprese in dipendenza di contratti stipulati\nper l' esecuzione delle opere pubbliche contemplate\nnei precedenti articoli 2, 12 e 15, previo\nparere della Commissione Consultiva di cui\nall' articolo 11.\nTali contributi integrativi, eccezion fatta per\ni finanziamenti di cui all' articolo 15, si aggiungono\na quelli straordinari previsti dai precitati\narticoli 2 e 12 e debbono essere rimborsati nella\nstessa misura di questi ultimi con le modalità \ndi cui ai commi 2º, 3º, 4º e 5º dell' articolo 8\ndella presente legge.", '37': "\nAi fini di quanto previsto nel precedente articolo\n36 nel caso di aggiudicazione in aumento,\nl' ente interessato, entro 10 giorni dalla datadell' aggiudicazione, trasmette, a pena di decadenza,\nalla Giunta regionale copia degli atti relativi\ncon la deliberazione di richiesta del contributo\nintegrativo.\nNel caso di revisione dei prezzi contrattuali\ne di riconoscimento di maggiori compensi spettanti\nalle imprese, l' ente interessato trasmette\nalla Giunta regionale, con la relativa delibera\ndi richiesta, gli atti qualificativi, entro un anno\ndal certificato di collaudo dell' opera.\nLa Giunta regionale concede, sulla base dell'\nistruttoria compiuta dall' Assessore competente\ne nei limiti del fondo previsto, il contributo\nintegrativo entro i 40 giorni successivi al ricevimento\ndella richiesta, sentita la Commissione\nConsultiva prevista nel Titolo II, per le opere\npubbliche a cura dei Comuni, delle Province e\nloro Consorzi.", '38': "\nI lavori relativi alle opere di cui alla presente\nlegge sono dichiarati di pubblica utilità , urgenti\ned indifferibili.\nQualora l' area su cui è previsto l' insediamento\ndella nuova opera non sia destinata a pubblici\nservizi dai vigenti strumenti urbanistici,\nla deliberazione di approvazione del progetto\nesecutivo da parte dell' ente locale costituisce\nadozione di variante degli strumenti stessi.\nIl provvedimento di concessione del contributo\nequivale ad approvazione della variante.", '39': "\nI Comuni e le Amministrazioni provinciali e\nConsorzi dei relativi Enti sono, limitatamente\nalla esecuzione delle opere pubbliche previste\ndalla presente legge, delegati ad esercitare le\nfunzioni amministrative regionali di cui all' articolo\n3 del DPR 15 gennaio 1972, n. 8, in materia\ndi procedimenti espropriativi.\nE', altresì , delegata ai medesimi Enti l' autorizzazione\nall' occupazione temporanea e d' urgenza\ndegli immobili necessari alla realizzazione\ndelle opere di cui al precedente comma ove\nper esse sia stata già emessa la dichiarazione\ndi urgenza e di indifferibilità dei lavori ovvero\ntale dichiarazione discenda dalla legge o dall'\napprovazione dei relativi progetti.", '40': '\nGli enti beneficiari delle provvidenze contemplate\nnelle norme dei primi 8 Titoli della\npresente legge debbono provvedere ad indire\nle gare di appalto entro 20 giorni dalla pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\ndel provvedimento di concessione dei contributi\nin capitale a totale copertura della spesa ritenuta\nammissibile.Scaduto infruttuosamente tale termine la\nGiunta regionale è autorizzata a revocare il contributo\nanzidetto.', '41': "\nLe gare per l' aggiudicazione dei lavori andate\ndeserte possono essere subito rinnovate con\nammissione di offerte in aumento senza obbligo\ndi preventiva pubblicazione. Di ciò viene data\nesplicita comunicazione nel primo avviso di\ngara.\nQualora anche la gara in aumento sia andata\ndeserta, potrà essere esperita la trattativa privata.", '42': "\nLa consegna dei lavori deve avvenire non oltre\n20 giorni dalla data in cui il contratto diviene\nesecutivo.\nNel caso di opere da eseguire su immobili\nda espropriare, il termine di cui al comma precedente\ndecorre dalla data di occupazione, anche\ntemporanea, degli immobili stessi.\nL' inizio dell' esecuzione dei lavori deve avvenire\nnon oltre 30 giorni dalla data di consegna.\nScaduti i termini di cui ai precedenti commi,\nl' Amministrazione ha diritto di risolvere il contratto\ne di incamerare la cauzione.", '43': "\nAi fini della revisione dei prezzi contrattuali,\nl' approvazione degli elaborati tecnico - contabili,\nnonchè la liquidazione dei compensi revisionali,\nè demandata al Presidente della Giunta regionale\no all' Assessore competente che per l' effetto\nè delegato, previo parere della Commissione\nConsultiva di cui all' articolo 11.", '44': "\nNei limiti dell' importo contrattuale, delle\nsomme a disposizione per imprevisti, nonchè \ndal ribasso di asta, il direttore dei lavori, previa\nautorizzazione dell' Assessore competente,\nsentito l' Ingegnere Capo del Genio Civile, competente\nper territorio, dispone direttamente, a\nmezzo di appositi progetti suppletivi e di variante,\nl' esecuzione di maggiori opere, di lavori\nnon previsti, o di varianti, di cui si presenti la\nnecessità , sempre che non alterino la natura\ne la destinazione dell' opera e sempre che l' importo\nmaggiorato dall' appalto non superi quello\noriginariamente previsto.\nEntro i limiti e nei casi previsti dal comma\nprecedente il direttore dei lavori concorda, altresì ,\ncon l' impresa appaltatrice dei lavori, in\nbase alle vigenti disposizioni, i nuovi prezzi per\nl' esecuzione delle categorie di opere non comprese\nnel progetto principale.", '45': "\nPer le opere di competenza regionale, la sospensionee la ripresa dei lavori, all' atto della\ncessazione della causa che ha determinato la\nsospensione stessa, sono disposte dal Presidente\ndella Giunta regionale o dall' Assessore competente\nche per l' effetto è delegato.\nPer le opere di competenza degli enti locali\nla sospensione e la ripresa dei lavori sono disposte\ndal Sindaco o dal Presidente dell' Ente su\nproposta del Direttore dei lavori.", '46': "\nIl Direttore dei lavori che, per ritardo o altra\ncausa a lui imputabile, determini un danno patrimoniale\nper l' amministrazione nell' espletamento\ndel suo incarico e il collaudatore che,\nsenza giustificato motivo, non presenti il certificato\ndi collaudo entro il termine assegnato\nall' atto del conferimento dell' incarico, sono denunciati\nall' ordine professionale di appartenenza\ne vengono esclusi dall' assegnazione di nuovi\nincarichi nell' ambito della Regione.\nIl Presidente della Giunta regionale o l' Assessore\ncompetente da lui delegato adotta gli atti\ndi cui al primo comma, previa contestazione\ndegli addebiti all' interessato, il quale può contro\ndi essi controdedurre nel termine di dieci giorni.\nResta salvo ai sensi della legislazione vigente\nil diritto di rivalsa nei confronti del responsabile\ndel danno anche per quanto attiene alla\nmaggiore spesa derivante dalla necessità di procedere,\nin conseguenza del ritardo o per altra\ncausa a lui imputabile, alla nomina di un nuovo\ndirettore dei lavori o di un nuovo collaudatore.", '47': "\nL' erogazione dei contributi previsti dalla presente\nlegge è disposta con decreto del Presidente\ndella Giunta regionale o dell' Assessore competente\nche per l' effetto è delegato.\nI contributi straordinari per le opere previste\ndal Titolo I, II e III, nonchè i contributi integrativi\nconseguenti ad aggiudicazione di lavori\nin aumento, insieme con quelli ordinari già \nsegnati prima dell' entrata in vigore della presente\nlegge, sono erogati all' Ente interessato\nnella misura del 30% dell' importo complessivamente\nprevisto a presentazione del verbale di\nconsegna dei lavori; nella misura del 40 e del\n20% sulla presentazione di stati di avanzamento\nemessi rispettivamente al raggiungimento del\n60% e del 90% dei lavori e vistati dal dirigente\ndell' Ufficio tecnico dell' Ente e, se questo manchi,\ndal Direttore dei lavori. Il residuo 10%\no il minore importo necessario sarà corrisposto\nsu presentazione del certificato di collaudo o,\nper i lavori non eccedenti l' importo di 50 milioni,\ndel certificato di regolare esecuzione rilasciatadal Direttore dei lavori. Gli atti di collaudo\ne i certificati di regolare esecuzione sono\nsoggetti a riscontro da parte dei competenti\nAssessorati.", '48': "\nPer la concessione dei contributi straordinari\ne integrativi previsti dalla presente legge è autorizzata\nla spesa complessiva di L. 98 miliardi\n- corrispondente alla somma degli stanziamenti\ndi cui all' articolo 1 - che sarà iscritto nello\nstato di previsione della spesa regionale in\nragione di L. 30,5 miliardi per l' anno finanziario\n1975, di L. 37,5 miliardi per l' anno finanziario\n1976 e di L. 30 miliardi per l' anno finanziario\n1977.\nIn sede di approvazione dei piani di assegnazione\ndei contributi straordinari previsti nei\nprecedenti articoli 11, 13, 17, 20, 23 e 30, nonchè \nall' atto dell' assegnazione dei contributi integrativi\nprevisti dal precedente articolo 36, la\nGiunta regionale è autorizzata ad assumere impegni\ndi spesa sin dal primo anno finanziario\nper l' importo complessivo di L. 98 miliardi, alla\ncondizione che i relativi pagamenti vengano eseguiti\nentro i limiti degli stanziamenti annuali\ncome sopra determinati a carico dei bilanci regionali\n1975, 1976 e 1977.", '49': "\nAlla copertura della spesa di L. 98 miliardi,\nautorizzata dal primo comma del precedente\narticolo 48, si provvede mediante la contrazione\ndi mutui passivi che la Giunta Regionale è autorizzata\nad assumere con proprie deliberazioni\nsino alla concorrenza del capitale netto necessario\ne comunque non superiore a L. 30,5 - 37,5\ne 30 miliardi rispettivamente per ciascuno degli\nanni 1975, 1976 e 1977.\nI mutui dovranno essere assunti alle migliori\ncondizioni del mercato finanziario, con ammortamento\na rate costanti semestrali posticipate,\ncomprensive di quota capitale e quota interesse\nal tasso massimo del 12% per una durata\nnon superiore ad anni 25.\nCopia delle deliberazioni di assunzione dei\nsingoli mutui dovrà essere trasmessa al Presidente\ndel Consiglio regionale per la presa d'\natto del Consiglio stesso.\nAgli oneri annuali di ammortamento dei mutui,\nvalutati in 126,800 milioni per ogni 1000\nmilioni di prestito contratto, si fa fronte con le\nentrate regionali derivanti dai rimborsi annuali\ndei contributi straordinari di cui ai precedenti\narticoli 8, 14, 27, 33 e dei contributi integrativi\ndi cui al precedente articolo 36 nonchè , per il\nfabbisogno annuale ulteriormente necessario,con altrettanta quota del gettito spettante alla\nRegione dall' anno 1976 sul << fondo comune >>\ndi cui all' articolo 8 della legge 16 maggio 1970,\nn. 281.\nNello stato di previsione della Spesa dei bilanci\nregionali saranno iscritti, a partire dall'\nesercizio 1976, appositi capitoli relativi al pagamento\ndegli interessi passivi e delle quote\ncapitale per il rimborso dei mutui di cui al primo\ncomma, con stanziamenti annui pari, in\ncomplesso, alle rate di ammortamento scadenti\nin ciascun anno finanziario.\nIl pagamento delle annualità di ammortamento\ndei mutui è garantito in via principale dalla\nRegione mediante l' anzidetta iscrizione negli\nstati di previsione della Spesa dei singoli bilanci\ndi competenza e per tutta la durata del\nmutuo, delle somme occorrenti per l' effettuazione\ndei pagamenti, a carico della quota regionale\ndi cui al precitato articolo 8 della legge 16\nmaggio 1970, n. 281. In via sussidiaria la Regione\npuò dare in carico al tesoriere il versamento\na favore dell' Istituto mutuante delle rate\nsemestrali di ammortamento e di interesse del\nmutuo alle scadenze stabilite, autorizzandolo irrevocabilmente\nad accantonare in ogni esercizio\nfinanziario, con precedenza su ogni altro pagamento\ne sul totale di tutte le entrate riscosse,\nle somme necessarie per gli adempimenti di cui\nai precedenti commi.", '50': "\nAgli effetti di cui ai precedenti articoli 48 e\n49, gli stati di previsione del bilancio per l'\nanno finanziario 1975 sono come appresso variati:\nENTRATA\n- Titolo V, Categoria XII, Rubrica n. 1, Capitolo\n310 (nuovo): << Prestiti a lungo termine\nper il finanziamento del piano regionale di emergenza >>\ncon la dotazione di L. 30.500 milioni.\nSPESA\n- Titolo II, Sezione V, Rubrica n. 3, Categoria\nVIII:\n1) Capitolo 2436 (nuovo) << Interventi per\nlavori ed opere di somma urgenza per la balneazione\nestiva 1975 >> con la dotazione di L.\n2.000 milioni;\n2) Capitolo 2437 (nuovo) << Spesa per finanziare\ni maggiori oneri sopravvenuti nella esecuzione\ndelle opere pubbliche di cui al precedente\ncapitolo 2436 >> con la dotazione di L.\n500 milioni;- Titolo II, Sezione V, Rubrica n. 3, Categoria\nX:\n1) Capitolo 2469 (nuovo) << Contributi straordinari\na Comuni, Province e relativi Consorzi\nper la realizzazione di opere pubbliche assistite\nda contributi regionali concessi a tutto il 30\nsettembre 1974 >> con la dotazione di L. 14.000\nmilioni;\n2) Capitolo 2470 (nuovo) << Interventi per\nfronteggiare immediate esigenze di sistemazione\ndel suolo e del sottosuolo di Comuni della Regione\nin istato di pericolosità >> con la dotazione\ndi L. 2.000 milioni;\n3) Capitolo 2471 (nuovo) << Contributi nelle\nspese di costruzione di impianti di stabulazione\nper la coltivazione di frutti di mare. Altri interventi\na salvaguardia dell' ambiente naturale\ne della costa interessata alla zona di tutela\nbiologica marina del Comune di Castellabate >>\ncon la dotazione di L. 1.000 milioni;\n4) Capitolo 2472 (nuovo) << Contributi integrativi\nper il finanziamento dei maggiori oneri\nsopravvenuti nella esecuzione delle opere pubbliche\ndi cui al precedente capitolo 2469 >> con\nla dotazione di L. 2.000 milioni;\n- Titolo II, Sezione VI, Rubrica n. 3, Categoria\nX, Capitolo 2569 (nuovo) << Contributi straordinari\nad enti pubblici ed aziende a partecipazione\npubblica per l' acquisto di nuovi autobus >> con\nla dotazione di L. 2.000 milioni;\n- Titolo II, Sezione VII, Rubrica n. 3, Categoria\nX, Capitolo 2684 (nuovo) << Contributi straordinari\nalle cooperative agricole e all' Ente di\nSviluppo in Campania per l' ultimazione di impianti\ncollettivi di valorizzazione dei prodotti\nagricoli e di opere di miglioramento fondiario\ngià iniziati con finanziamenti statali od a carico\ndel Feoga >> con la dotazione di L. 500 milioni;\n- Titolo II, Sezione IX, Rubrica n. 3, Categoria\nX, Capitolo 2911 (nuovo) << Contributi ad\nEnti pubblici ed operatori privati per la costruzione,\nampliamento, arredamento e rinnovo\ndi arredamento degli esercizi alberghieri e degli\nimpianti turistici complementari >> con la dotazione\ndi L. 500 milioni;\n-Titolo II, Sezione XII, Rubrica n. 3, CategoriaX:\n1) Capitolo 3253 (nuovo) << Contributi straordinari\nai Comuni per la realizzazione dei piani\ndi costruzione degli asili - nido per gli anni 1972,\n1973 e 1974 >> con la dotazione di L. 5.500 milioni;\n2) Capitolo 3254 (nuovo) << Contributi integrativi\nper il finanziamento dei maggiori oneri\nsopravvenuti per l' attuazione dei piani di costruzione\ndegli asili - nido per gli anni 1972, 1973\ne 1974 >> con la dotazione di L. 500 milioni.", '51': '\nGli atti adottati dal Consiglio regionale, dalle\nCommissioni Consiliari, dalla Giunta regionale,\nin esecuzione della presente legge, sono pubblicati\nintegralmente nel Bollettino Ufficiale della\nRegione Campania, entro 5 giorni dalla loro\nadozione.', '52': "\nLe somme di cui al precedente articolo non\nimpiegate nell' anno di riferimento possono essere\nutilizzate negli esercizi successivi ai sensi\ndell' articolo 36 del RD 18 novembre 1923,\nn. 2440 e successive modificazioni.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 16 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 31 | null | {'1': "La Regione Campania, a partire dalla data\ndi entrata in vigore della presente legge, assicura\nl' assistenza farmaceutica in forma diretta e gratuita\nagli invalidi civili dichiarati tali ai sensi\ne per effetto della legge 30 marzo 1971, n. 118,\ncon una invalidità che comporti una riduzione\ndell' attività lavorativa non inferiore al 50%.\nL' assistenza di cui sopra è garantita anche\nai familiari a carico, sempre che il titolare e i\nfamiliari non abbiano diritto per altro titolo\na tale assistenza e sempre che il reddito dell' invalido\ncivile non sia superiore a L. 1.200.000\nannue.", '2': "Il servizio di assistenza di cui all' articolo 1\nè affidato ai Comuni che si avvalgono dell' Ufficio\ndel Medico Condotto senza aggravio di gestione\nper il Bilancio Regionale.", '3': "L' assistenza farmaceutica viene erogata, in\nconformità a quanto stabilito dalla convenzione\nnazionale per l' erogazione delle prestazioni farmaceutiche\nagli assistiti dagli Enti mutualistici\ndell' 8 marzo 1972, con le modalità e i limiti di\ncui all' art. 3 della convenzione stessa.", '4': 'Per la prescrizione di medicinali previa visita\nmedica da parte dei medici condotti, i Comuni\nprovvederanno alla compilazione degli elenchi\ndegli invalidi aventi diritto e dei loro familiari\na carico, residenti nel Comune, elenchi che sarannoaggiornati annualmente.\nGli elenchi e i relativi aggiornamenti, vanno\ndeliberati dalla Giunta Comunale e trasmessi,\nper conoscenza, alla Giunta Regionale dopo la\nesecutività della deliberazione a termine di\nlegge.', '5': "I Comuni sono tenuti a trasmettere, entro\n30 giorni dalla fine di ogni trimestre, i rendiconti\ncorredati dalla documentazione indicata\ndall' art. 16 della convenzione dell' 8 marzo 1972\nsopra indicata.", '6': 'La liquidazione della spesa sarà effettuata\nai Comuni entro 30 giorni dalla presentazione\ndei rendiconti.', '7': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in L.\n150 milioni per il 1975, si provvede mediante\nriduzione di pari ammontare dello stanziamento\ndi cui al Capitolo 1896 - Titolo I - Sezione\nXIII dello stato di previsione della spesa per\nl' anno finanziario 1975 << Fondo occorrente per\nfar fronte ad oneri di natura corrente derivanti\nda provvedimenti legislativi regionali in\ncorso >> e mediante la iscrizione della somma\ndi L. 150 milioni al Capitolo 362 - Titolo I - Sezione\nIII, di nuova istituzione, dello stato di\nprevisione medesimo, con la seguente denominazione:\n<< Assistenza farmaceutica agli Invalidi\nCivili >>.\nL' onere, derivante dall' applicazione della presente\nlegge per gli esercizi finanziari successivi,\nfarà carico sugli appositi Capitoli di Bilancio.", '8': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti di cui all' articolo 127, comma\nsecondo, della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 16 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 40 | null | {'1': "La Regione esercita funzioni di intervento,\ncoordinamento e programmazione in ordine ai\nservizi di pubblico trasporto di competenza\nregionale.\nLa Regione interviene, altresì , sotto il profilo\ndelle strutture operative e di esercizio e\nne cura l' organizzazione e lo sviluppo.\nNel quadro della riorganizzazione e del miglioramento\ndei servizi di pubblico trasporto,\nla Regione promuove la costituzione ed il potenziamento\ndi Consorzi fra Comuni e Province\nper l' istituzione e la gestione di aziende pubbliche\ndi trasporto, a livello di comprensorio,\nsecondo le indicazioni del piano regionale dei\ntrasporti.\nLa Regione delega ai Consorzi fra Comuni e\nProvince le funzioni amministrative inerenti ai\nservizi di pubblico trasporto a livello di comprensorio\nnell' ambito e secondo le indicazioni\ndel piano regionale dei trasporti.", '2': "La Giunta Regionale sottopone all' approvazione\ndel Consiglio Regionale un piano regionale\ndei trasporti che prevede l' assetto e lo sviluppo\nequilibrato dei servizi di pubblico trasporto\nin Campania, l' integrazione dei vari modidi trasporto ed il finanziamento delle strutture\noperative e di esercizio dei servizi, in\ncoerenza con i programmi ed i piani di sviluppo\neconomico e di assetto territoriale della Regione.\nIl finanziamento di cui al comma precedente\nriguarda i programmi previsti ai successivi artt.\n5 e 7 della presente legge.\nIl piano regionale dei trasporti si articola\nper bacini di traffico ed è pluriennale.\nLa Giunta Regionale, al fine di promuovere\nla partecipazione delle comunità e delle loro\nrappresentanze alla elaborazione dei programmi\ndi sviluppo ed all' aggiornamento del piano\ndi cui sopra, indice conferenze periodiche regionali\nanche a carattere comprensoriale e di\nzona.", '3': "In previsione ed in attesa dell' approvazione\ndel piano regionale dei trasporti, la Giunta Regionale,\nentro trenta giorni dall' entrata in vigore\ndella presente legge, sottopone all' approvazione\ndel Consiglio Regionale una prima individuazione\ndei bacini di traffico.\nIl decreto di delimitazione dei bacini di traffico\nè emesso dal Presidente della Regione, previa\ndeliberazione della Giunta su proposta dell'\nAssessore ai Trasporti di concerto con gli Assessori\nalla Programmazione Economica ed all'\nUrbanistica.", '4': "Nell' ambito di ciascun bacino di traffico, individuato\nin base all' art. 3 della presente legge,\ni Consorzi fra Comuni e Province hanno titoli\ndi preferenza nell' attribuzione di concessioni di\nnuove autolinee ed in tutti i casi di revoca, decadenza\ne rinuncia delle precedenti aziende concessionarie.\nIl personale già dipendente dall' azienda di\ncui al comma precedente, in sede di subentro\ne di riattribuzione delle concessioni a Consorzi\nfra Comuni e Province, viene trasferito alle\ndipendenze delle aziende pubbliche con il riconoscimento\ndi tutti i diritti pregressi e ad\nesso si applicano le disposizioni di cui all' art.\n5 della legge 22 settembre 1960, n. 1054.", '5': "La Giunta Regionale è autorizzata a concedere\ncontributi in conto capitale a Consorzi\nfra Comuni e Province, che svolgono servizio\ndi pubblico trasporto:\n1) nella misura del 60% delle spese ritenute\nammissibili e sostenute per:\na) rilievo dal precedente concessionario\ndi materiale fisso e rotabile idoneo ed indispensabile\nall' esercizio dei trasporti;\nb) acquisizione di impianti e di immobiligià strettamente connessi ed indispensabili all'\nesercizio dei trasporti acquisiti;\n2) nella misura dell' 80% delle spese sostenute\nper l' acquisto di materiale fisso e rotabile\nnuovo e per le attrezzature ritenute strettamente\nnecessarie per l' esercizio dei servizi in concessione.", '6': "Il programma degli interventi finanziari per\nl' assegnazione di contributi di cui all' art. 5 della\npresente legge è determinato, nell' ambito del\npiano regionale dei trasporti approvato dal\nConsiglio Regionale, dall' Ente Regionale dei\nTrasporti, tenuto conto dei fondi disponibili,\ndella situazione finanziaria degli Enti richiedenti,\ndel carattere di socialità delle spese per\nle quali viene richiesto il contributo e della loro\nrispondenza alla programmazione regionale ed\nal comprensorio di pertinenza.\nLa Giunta Regionale, in attesa dell' entrata in\nfunzione dell' Ente Regionale dei Trasporti, delibera\nla concessione dei contributi determinandone\nle modalità di erogazione e di vincolo\ndel contributo stesso all' effettiva spesa da sostenersi.", '7': "Le domande, intese ad ottenere i contributi\ndi cui all' articolo 5 della presente legge, devono\nessere presentate dai Consorzi fra Comuni e\nProvince al Presidente della Giunta Regionale,\ntramite l' Assessorato ai Trasporti della Regione\ne devono essere corredate da una relazione tecnico\n- finanziaria nonchè da ogni altro atto che\ndocumenti la rispondenza delle spese alla finalità \ndella legge.", '8': "Il programma di interventi finanziari per far\nfronte alle spese di esercizio dei servizi di pubblico\ntrasporto, gestiti dai Consorzi fra Comuni\ne Province è determinato nell' ambito del piano\nregionale dei trasporti approvato dal Consiglio\nRegionale, dalla Giunta Regionale sentita la\ncompetente Commissione Consiliare.", '9': "Fino a quando non sarà provveduto alla costituzione\ndell' Ente Regionale dei Trasporti, la\nGiunta Regionale, su proposta dell' Assessore ai\nTrasporti, entro il 30 novembre di ogni anno,\nformula il programma di utilizzazione dei fondi\ndisponibili per l' esercizio successivo, ivi compresi\ni programmi relativi alle sovvenzioni e\nsussidi previsti dalle leggi in vigore.\nIl Consiglio Regionale approva il programma\nannuale di cui al comma precedente entro trenta\ngiorni dalla sua presentazione.", '10': "\nL' esercizio di servizi di pubblico trasporto,trasferiti alla competenza regionale per l' effetto\ndel DPR 14 gennaio 1972, n. 5, è di norma\ndato in concessione, giusta le linee del piano\nregionale dei trasporti, a Consorzi fra Comuni\ne Province, ad aziende a totale o prevalente\npartecipazione pubblica o ad altri richiedenti.\nPer la concessione delle linee di nuova istituzione\nhanno, nell' ambito del piano regionale\ndei trasporti, titoli di preferenza, purchè in\npossesso dei requisiti di idoneità tecnica e finanziaria,\nnell' ordine:\n1) i Consorzi fra Comuni e Province che\nesercitano direttamente i pubblici servizi di trasporto\no a mezzo delle aziende speciali di cui\nal TU approvato con RD 15 ottobre 1925,\nn. 2578;\n2) i Comuni e le Province che esercitano\npubblici servizi di trasporto mediante le aziende\nspeciali di cui al TU 15 ottobre 1925, n.\n2578;\n3) le Aziende a totale partecipazione pubblica;\n4) le Aziende a prevalente partecipazione\npubblica;\n5) le Società cooperative, i cui soci partecipano\ndirettamente alle attività aziendali;\n6) i Concessionari di autoservizi finitimi;\n7) gli altri richiedenti.", '11': "\nLa concessione di servizi di pubblico trasporto\nha di norma la stessa durata del piano\nregionale dei trasporti, con la possibilità , per\nla Regione, di risolverla alla scadenza della\nconcessione stessa.\nSuccessivamente all' entrata in vigore della\npresente legge ed in relazione al piano regionale\ndei trasporti, la Giunta Regionale può provvedere\nal riordino della rete delle autolinee\nanche mediante successivi provvedimenti che\nabbiano per oggetto singoli comprensori o bacini\ndi traffico.\nNel caso di presentazione di istanza di rinunzia\no di cessione di una concessione di linea\nautomobilistica oppure di modificazione sostanziale\ndel servizio la Regione ha diritto di sottoporre\na ristrutturazione e revisione tutte le\nconcessioni regionali di cui risulta titolare il\nconcessionario richiedente.\nIl potere di riordinamento comporta la facoltà \ndi imporre ai concessionari il raggruppamento\norganico di determinati servizi e la risoluzione\nparziale o totale delle concessioni\ndelle autolinee in atto.\nNel caso di risoluzione delle concessioni, a\nnorma del precedente comma, viene stabilito\na carico della Regione e a favore del concessionarioche cessa dal servizio un indennizzo pari\nall' avviamento commerciale, nella misura della\nsola differenza fra introiti e spese relative ad\nuna annualità di prodotti - valutata come media\ndegli ultimi tre anni - nell' ipotesi di coefficienti\ndi esercizio inferiore al 1,0.\nIl concessionario subentrante è tenuto a rilevare\nil materiale rotabile e gli impianti fissi\nidonei ed indispensabili all' esercizio dei servizi\nacquisiti, giusta perizia tecnica da effettuarsi\nda una Commissione composta da:\n- un rappresentante del concessionario che\ncessa dal servizio;\n- un rappresentante del concessionario subentrante;\n- tre periti nominati dalla Giunta Regionale\nsu proposta dell' Assessore ai Trasporti.", '12': "\nIn caso di interruzione dei servizi di pubblico\ntrasporto, anche per causa di forza maggiore,\nai concessionari esercenti autolinee di interesse\nregionale, può essere imposto l' obbligo di assicurare\nle comunicazioni necessarie per soddisfare\nle pubbliche necessità di trasporto, stabilendo\nil corrispettivo da far carico agli Enti\ninteressati integrato dai contributi o assunzioni\ndi onere di gestione a carico dell' amministrazione\nregionale, giusta i disposti degli artt. 8\ne 9 della legge regionale 3 aprile 1974, n. 14\ne successive modificazioni di cui alla legge regionale\n17 gennaio 1975, n. 3 nonchè dell' art. 8\ndella presente legge.\nLa Giunta Regionale può risolvere la concessione\nallorquando l' esercizio dei relativi servizi\nsia sospeso, anche per causa di forza maggiore,\nper un periodo di oltre sei mesi.\nIn tal caso si applicano le disposizioni di cui\nall' art. 11, commi 5º e 6º della presente legge.", '13': "\nI provvedimenti di concessione e di revoca\ndelle concessioni sono adottati con deliberazione\ndella Giunta Regionale su proposta dell' Assessore\nai Trasporti.\nI provvedimenti di cui all' art. 12 comma primo\ndella presente legge sono adottati, previa\nproposta dell' Assessore ai Trasporti, con decreto\ndel Presidente della Giunta, su conforme deliberazione\ndella Giunta Regionale.\nLa Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore\nai Trasporti, provvede a definire nel disciplinare\ndi concessione le condizioni di svolgimento\ndel servizio di trasporto pubblico ed in\nparticolare i percorsi, le tariffe, il programma\ndi esercizio ed ogni altro elemento ritenuto necessario\nai fini dell' efficienza del servizio; provvede\naltresì alle modificazioni del disciplinareove sopravvenute esigenze pubbliche lo richiedano.\nLa attestazione relativa al disciplinare di concessione\nè rilasciata dall' Assessore ai Trasporti.\nQuando il percorso di una linea di interesse\nregionale interferisce con servizi pubblici di trasporto\nad impianti fissi di competenza statale\ndeve essere udito il preventivo parere del Ministero\ndei Trasporti e dell' Aviazione Civile.\nTrascorsi i trenta giorni dalla richiesta di\nparere, ove questo non sia pervenuto, si intende\nfavorevole.", '14': "\nI rapporti di concessione sono soggetti a risoluzione\nda parte della Giunta Regionale, oltre\nche nei casi di cui al primo e quarto comma\ndell' art. 11 ed al secondo comma dell' articolo\n12, nelle seguenti ipotesi:\na) quando il concessionario venga a perdere\ni requisiti di idoneità tecnica o finanziaria;\nb) quando il concessionario non dia inizio\nal servizio nel termine stabilito o lo abbandoni,\novvero lo interrompa o lo effettui con grave irregolarità \no non ottemperi alle disposizioni impartite\ndall' Amministrazione regionale o, comunque,\nsi renda inadempiente agli obblighi\nderivanti dal disciplinare di concessione o imposti\nda norma di legge o di regolamento o dai\ncontratti di lavoro vigenti. In tali casi la risoluzione\nsarà attuata dalla Giunta alla scadenza\ndella seconda diffida intimata al concessionario.\nLa seconda diffida è notificata entro dieci\ngiorni dalla esecutività dell' atto amministrativo\ndi cui alla precedente diffida;\nc) quando vengano meno le esigenze o le\npossibilità del traffico che determinarono la\nconcessione;\nd) quando, nell' ambito dell' attività di riordino\ndi cui al secondo comma dell' art. 11 della\npresente legge, sia necessaria una diversa sistemazione\ndel servizio, mediante l' affidamento a\nConsorzi fra Comuni e Province;\ne) nel caso previsto dal terzo comma dell'\nart. 11 della presente legge.\nIn tutti i suddetti casi, fatta esclusione per\nquelli previsti sub lettera d), non si applicano\nle disposizioni di cui all' articolo 11 comma 5º\ne 6º della presente legge e nessun indennizzo\nspetterà al concessionario.", '15': '\nSalvo il provvedimento di risoluzione del rapporto\nconcessionale, il concessionario incorre in\nsanzioni pecuniarie comminate dalla Giunta Regionale,\nin ogni caso di infrazione dei suoi obblighi.\nLa misura delle sanzioni previste da un minimo\ndi lire 20.000 ad un massimo di un milioneè raportata alla gravità delle inadempienze in\nbase ad apposito regolamento.', '16': "\nL' accertamento delle infrazioni di cui all' art.\n15 della presente legge viene effettuato dal personale\ndell' Assessorato ai trasporti, al quale\nsono attribuiti anche la vigilanza ed il sindacato\nsulla regolarità dei servizi, nonchè sulla\nsicurezza degli stessi in coordinamento con i\ncompetenti organi dello Stato.\nDetto personale ha facoltà di chiedere in visione\ne di esaminare direttamente i libri, le contabilità \ned i documenti delle Aziende relativi alla\ngestione dei servizi ed inoltre il libero percorso\nsulle vetture e libero accesso nelle rimesse,\nnelle officine ed in genere in tutte le aree ove\nsi svolgono detti servizi, previa esibizione della\ntessera di riconoscimento da rilasciarsi dalla\nRegione Campania.\nIl concessionario ha l' obbligo di ottemperare\nalle prescrizioni delle autorità di vigilanza, di\nfornire a questa tutti i dati od elementi statistici\ne di fare quanto altro occorra per agevolare,\nal personale predetto, il mandato.", '17': "\nAi fini dell' applicazione del << protocollo di\nintesa >>, riguardante la estensione del trattamento\neconomico e normativo degli autoferrotranvieri\nal personale dipendente da imprese,\nenti od aziende esercenti pubbliche autolinee\nin concessione di competenza regionale, già disciplinato\ncon il contratto collettivo di lavoro\nANAC, la Giunta Regionale è autorizzata, in\nvia straordinaria, a corrispondere, alle imprese,\nenti o aziende medesime un contributo finanziario\nper sostenere gli oneri relativi.\nIl contributo è accordato alle imprese, enti\no aziende di cui al comma precedente, che applicano\nil nuovo trattamento economico e normativo,\ncon decorrenza dal 1º luglio 1974 e fino\na quando le autolinee in concessione non saranno\nesercitate da Enti, Consorzi, imprese o\naziende che applicano un diverso contratto di\nlavoro.\nIl contributo finanziario della Regione è accordato\nin relazione alle percorrenze chilometriche\neffettuate sulla base dei programmi di\nesercizio approvati.\nDal 1º gennaio 1975 il contributo è corrisposto\nfino al limite di L. 140 per autobus chilometro\ned è subordinato all' osservanza delle condizioni\ndi cui alle leggi regionali e statali vigenti.\nPer il periodo dal 1º luglio al 31 dicembre\n1974 il contributo è corrisposto fino al limite\ndi L. 104 per autobus chilometro effettuati nelsemestre.\nLa Giunta Regionale è autorizzata a procedere\nnei limiti del contributo di cui al comma precedente,\nai conguagli conseguenziali, tenuto\nconto delle somme corrisposte ai sensi degli\nartt. 4, 5, 5 bis e 5 ter della legge regionale 4\nsettembre 1974, n. 51, modificata ed integrata\ndalla legge regionale 5 febbraio 1975, n. 6.\nLe disposizioni di cui al presente articolo si\napplicano anche alle imprese, enti od aziende\nche esercitano autoservizi di linea di competenza\ncomunale.", '18': "\nI contributi di cui al precedente articolo sono\nconcessi ad imprese, enti o aziende che:\na) in qualità di titolari di concessioni regionali\no comunali o comunque esercitate per\ndisposizione della Regione, abbiano regolarmente\nesercitato gli autoservizi pubblici di linea\ntra il 1º gennaio 1974 ed il 31 dicembre 1974,\nnonchè dei successivi trimestri dal 1º gennaio\n1975;\nb) abbiano rispettato il contratto di lavoro\ne le leggi sociali;\nc) avendo dipendenti regolati dal contratto\ncollettivo nazionale di lavoro ANAC, abbiano\nadottato provvedimenti volti alla perequazione\ndel trattamento normativo ed economico con\nquello degli autoferrotranvieri secondo le direttive\ndella Regione.\nSono esclusi dai contributi gli autoservizi per\ni quali gli oneri di trasporto sono direttamente\na carico del committente e le linee stagionali,\nad eccezione delle linee per operai e studenti.\nSono inoltre esclusi dai contributi gli autoservizi\nche già usufruiscono di sussidi, sovvenzioni\ned altri interventi finanziari a carico della\nRegione o dello Stato.\nAlla Giunta Regionale è riservata la facoltà \ndi imporre all' atto del rinnovo delle concessioni\nscadenti il 31 dicembre 1975 il raggruppamento\norganico di determinati servizi e la risoluzione\nparziale o totale delle concessioni delle autolinee\nin atto, nell' ambito del potere di riordinamento\ndi cui al precedente articolo 11 della\npresente legge.\nIl contributo relativo alle autolinee imposte,\nai sensi dell' art. 23 della legge 28 settembre\n1939, n. 1822 e delle disposizioni di cui alle leggi\nregionali, ad altre imprese viene ripartito tra\nle imprese titolari e quelle esercenti, in misura\nproporzionale all' onere sostenuto per la perequazione\neconomica e normativa di cui al punto\nc) del presente articolo.", '19': "La domanda di contributo dovrà essere presentata\ndagli interessati all' Assessorato ai Trasporti\ndella Regione.\nLe imprese dovranno integrare le domande\ncon la documentazione di cui ai punti a) b) c)\ne) f) g) dell' art. 6 della legge regionale 3 aprile\n1974, n. 14 e relativa a ciascun anno.\nLa Regione può esperire ogni indagine. Ivi\ncompresa la richiesta di esibizione di ogni utile\ndocumentazione, compresi i bilanci presentati\nal Tribunale per le imprese tenute a tale obbligo.", '20': "\nI termini e le modalità di presentazione delle\ndomande e le modalità di erogazione dei contributi\nsono stabiliti dalla Giunta Regionale.\nLa erogazione dei contributi è determinata,\nsu proposta dell' Assessore ai Trasporti, dalla\nGiunta Regionale e disposta con decreto del\nPresidente della Giunta. Il decreto è pubblicato\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa Giunta Regionale è autorizzata ad erogare\nalle imprese, enti ed aziende ammesse al contributo,\nanticipazioni trimestrali sull' ammontare\ndel contributo di cui al precedente articolo\n17 della presente legge, il cui importo è determinato\nsulla base della percorrenza chilometrica\neffettuata nell' anno precedente in conformità \ndei programmi di esercizio approvati.", '21': '\nLe disposizioni di cui agli articoli 2, 3, 4, 5,\n6 e 7 della legge regionale 3 aprile 1974, n. 14,\nsono prorogate oltre il termine del 31 dicembre\n1973 con le modifiche indicate negli articoli\nseguenti.', '22': "\nL' art. 3 della legge regionale 3 aprile 1974,\nn. 14, è così modificato:\n<< Dal 1º gennaio 1974 il contributo può essere\ncorrisposto fino al limite di L. 70 per autobus\nchilometro e può essere elevato fino al limite\ndi L. 100 per autobus chilometro per le autolinee\nesercitate da Enti pubblici e da imprese\na prevalente partecipazione pubblica e per le\nautolinee che si svolgono in zone montane. Dal\n1º gennaio 1975 i contributi di cui al comma\nprecedente sono elevati rispettivamente fino ai\nlimiti di lire 100 e lire 150 per autobus chilometro.\nL' importo globale del contributo non deve\nin ogni caso superare il disavanzo complessivo\nrisultante dal conto economico della gestione\nrelativa agli anni di competenza e comprendente\ntutti i servizi automobilistici esercitati, ivi\ncompresi quelli effettuati con autobus da noleggio\ne corse fuori linee.\nLa Giunta è autorizzata ad erogare alle imprese,enti o aziende ammesse ai contributi di\ncui ai commi precedenti anticipazioni in misura\npari al contributo erogato in base alla legge 3\naprile 1974, n. 14 >>.", '23': "\nL' art. 6 della legge regionale 3 aprile 1974,\nn. 14, è così modificato:\n<< La domanda di contributo deve essere presentata\ndagli interessati all' Assessorato ai Trasporti\ndella Regione.\nLe imprese devono integrare le domande con:\na) una dichiarazione dalla quale risulta che\nnon ricorre nessuna delle cause di esclusione\nprevista dal precedente articolo 4;\nb) il conto economico della gestione relativa\nall' anno di competenza e comprendente\ntutte le attività aziendali;\nc) l' elenco di tutte le autolinee esercitate\nsia di concessione statale che regionale o comunale\ncon l' indicazione delle singole risultanze\ndi esercizio;\nd) la copia della dichiarazione annuale presentata\nall' Ufficio Provinciale dell' Imposta sul\nValore Aggiunto per l' anno di competenza, se\ntenuta a tale obbligo; dichiarazione resa alla\nRegione dell' ammontare degli introiti relativi\nall' anno di competenza se esonerata da tale\nadempimento, ai sensi dell' art. 32 del DPR\n26 ottobre 1972, n. 663 e successive modificazioni;\ne) le dichiarazioni dei competenti Uffici Postali\ne dei Comuni relative agli eventuali canoni\ne sussidi percepiti;\nf) le indicazioni delle percorrenze per le\nquali è stato versato il contributo di sorveglianza\nper ciascun anno.\nLa Regione può esperire ogni indagine, ivi\ncompresa la richiesta di ogni utile documentazione;\ncompresi i bilanci presentati al Tribunale,\nper le imprese tenute a tale obbligo >>.", '24': "\nIn attesa della ristrutturazione del regime\ntariffario dei pubblici servizi di trasporto, le\naziende pubbliche e le imprese private esercenti\nservizi pubblici di trasporto di competenza regionale\nsono tenute ad assicurare il mantenimento\ndelle tariffe degli abbonamenti per lavoratori,\noperai e studenti in vigore alla data\ndel 1º aprile 1972.\nLa Giunta può accordare un contributo fino\nad un massimo del 20% dell' introito realizzato\nnell' anno 1975 per la vendita di titoli di viaggio\na tariffa preferenziale, in caso di ulteriori sconti\ndi oltre il 10% apportati dal 1º maggio 1975\nrispetto alle tariffe preferenziali in vigore a detta\ndata.L' importo globale del contributo non deve\nin ogni caso superare il disavanzo complessivo\nrisultante dal conto economico della gestione\ndell' anno al quale il contributo si riferisce, secondo\ni criteri di cui all' art. 22 della presente\nlegge.", '25': "\nE' autorizzata l' integrazione della spesa di\ncui al punto a) dell' art. 11 della legge regionale\n3 aprile 1974, n. 14, di lire 450 milioni.", '26': '\nLa Giunta Regionale è autorizzata ad integrare,\nentro il limite massimo di lire 2.400 milioni,\nle erogazioni da effettuare ad aziende pubbliche\no a totale partecipazione pubblica per ripianare\ni deficit di esercizi determinati a norma della\nlegge 2 agosto 1952, n. 1221, modificata ed integrata\ndalla legge 29 novembre 1971, n. 1080.', '27': "\nPer l' attuazione della presente legge è autorizzata\nla complessiva spesa di lire 8.550 milioni,\ndi cui:\na) L. 1.000 milioni per gli oneri derivanti\ndall' applicazione degli articoli di cui ai Titoli\nI e II della presente legge;\nb) L. 3.000 milioni per la concessione dei\ncontributi di cui al Titolo III della presente\nlegge;\nc) L. 1.700 milioni per la concessione dei\ncontributi di cui al Titolo IV della presente\nlegge;\nd) L. 450 milioni per gli oneri derivanti dal\nprecedente articolo 25 della presente legge;\ne) L. 2.400 milioni per gli oneri di cui all'\nart. 26 della presente legge.\nAlla spesa di cui sopra si provvede, per l'\nesercizio finanziario 1975, per L. 7.550 milioni,\nrelativamente agli oneri di cui al comma precedente,\nlettere b) c) d) e), mediante lo stanziamento\ndel capitolo 719 del Bilancio di previsione\n1975, che con la presente legge viene\nistituito con la denominazione: << Legge generale\nsui trasporti pubblici di interesse regionale >>\ne per L. 1.000 milioni relativamente agli\noneri di cui al precedente comma, lettera a),\nmediante lo stanziamento del capitolo 2567 del\nBilancio di previsione 1975, che con la presente\nlegge viene istituito con la denominazione:\n<< Legge generale sui trasporti pubblici di interesse\nregionale >> utilizzando ai sensi dell' art.\n1 della legge 27 febbraio 1955, n. 64, per L. 8.000\nmilioni e per L. 50 milioni rispettivamente gli\nstanziamenti dei capitoli 3309 e 3310 del Bilancio\ndi previsione 1974 e per L. 500 milioni\nutilizzando lo stanziamento nel capitolo 1896del Bilancio di previsione 1975.\nIl Presidente della Giunta Regionale è autorizzato,\nsu conforme deliberazione della Giunta\nmedesima, ad apportare con proprio decreto\nle occorrenti variazioni al bilancio.\nAlle spese occorrenti per gli anni successivi\ne relativi alle lettere a) b) c) e) di cui al primo\ncomma del presente articolo, sarà provveduto\ncon successivo provvedimento legislativo.\nLe somme non impegnate nell' esercizio di\ncompetenza possono essere utilizzate nell' esercizio\nfinanziario successivo.", '28': "\nLa presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti dell' art. 127, secondo\ncomma, della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo alla pubblicazione\ndel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 41 | null | {'1': "E' istituito l' Ente Regionale dei Trasporti in\nCampania( ERT).\nL' ERT è Ente Regionale di diritto pubblico,\nha sede in Napoli ed è sottoposto alle\ndirettive in materia di politica dei trasporti\ndeterminate dal Consiglio Regionale.", '2': "L' Ente Regionale dei Trasporti ha i seguenti\ncompiti:\na) promuove l' organizzazione e lo sviluppo\ndei trasporti nella Regione;\nb) fornisce ogni utile elemento di giudizio\ned il parere obbligatorio per la formazione del\nPiano regionale dei trasporti e relative modifiche\ne aggiornamenti da sottoporre, su proposta\ndella Giunta, all' approvazione del Consiglio\nRegionale;\nc) cura, promuove ed attua il coordinamento\ntecnico ed amministrativo del sistema\ndei trasporti di competenza regionale, sia sotto\nil profilo dell' esercizio che delle strutture operative;\nd) promuove, ove necessario, servizi tecnici,\nscientifici ed amministrativi per conto delle\naziende di pubblico trasporto;\ne) promuove e coordina la costituzione di\nConsorzi tra Enti locali ed il raggruppamento\ne la fusione di aziende, anche per la gestione\ndi servizi relativi a bacini di traffico interregionali;\nf) fornisce parere alla Giunta, nell' ambito\ndel Piano regionale dei trasporti, sui programmi\ndi interventi finanziari in favore delle struttureoperative e per l' esercizio dei servizi di\npubblico trasporto.", '3': "Il Consiglio Regionale, su proposta della\nGiunta, determina annualmente il fondo per la\ngestione ordinaria dell' ERT.\nIl Consiglio determina altresì , all' atto dell'\napprovazione del Piano regionale dei trasporti,\ni finanziamenti necessari per l' assolvimento dei\ncompiti istituzionali dell' ERT.", '4': "Gli organi dell' ERT sono il Presidente, il\nConsiglio di Amministrazione e il Collegio dei\nrevisori dei Conti.", '5': "Il Presidente dell' ERT è nominato dalla\nGiunta Regionale.\nIl Presidente ha la legale rappresentanza dell' ERT,\nconvoca e presiede il Consiglio di Amministrazione,\nne fissa l' ordine del giorno, esegue\nle delibere del Consiglio di Amministrazione,\nvigila sull' andamento dei servizi e sul\npersonale.", '6': "Il Consiglio di Amministrazione dura in carica\ncinque anni ed è nominato con decreto\ndel Presidente della Giunta. Esso è composto:\na) dal Presidente dell' ERT;\nb) da quattro componenti eletti dal Consiglio\nRegionale con voto limitato a tre;\nc) da tre rappresentanti designati dalle organizzazioni\nsindacali regionali maggiormente\nrappresentantive;\nd) da tre componenti designati dalle associazioni\nregionali fra imprese o aziende di pubblico\ntrasporto;\ne) da un componente designato dalla Unione\nRegionale delle Province della Campania e da\ndue designati dal Comitato Regionale dell' Associazione\nNazionale dei Comuni d' Italia;\nf) da tre esperti in materia economica, tecnica\ned amministrativa dei trasporti, designati\ndalla Giunta.\nLe sedute del Consiglio di Amministrazione\nsono valide con la presenza della metà più uno\ndei membri assegnati.\nLe deliberazioni sono adottate a maggioranza\ndai presenti. In caso di parità di voti prevale\nil voto del Presidente.\nNei casi di particolare necessità , che rendano\ncarente o impossibile il funzionamento del Consiglio\ndi Amministrazione, la Giunta ne propone\nlo scioglimento al Consiglio Regionale.\nIl Presidente della Giunta, su conforme deliberazione\ndel Consiglio Regionale, dispone conproprio decreto lo scioglimento.\nCon lo stesso decreto vengono nominati un\nCommissario e due Vice - Commissari.\nIl Consiglio di Amministrazione è ricostituito\nentro quattro mesi dalla data di scioglimento.", '7': "Il Consiglio di Amministrazione predispone\nil bilancio di gestione ed il conto consuntivo\ndell' ERT e li trasmette rispettivamente, entro\nil 31 ottobre, alla Giunta, che li sottopone all'\napprovazione del Consiglio Regionale in uno\ncon il bilancio di previsione ed il conto consuntivo\ndella Regione nei termini previsti dallo\nStatuto.", '8': "Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto\nda tre membri effettivi e due supplenti iscritti\nnell' albo dei revisori ufficiali dei conti.\nI Revisori durano in carica cinque anni e sono\neletti dal Consiglio Regionale con voto limitato.\nIl Presidente del Collegio dei Revisori dei\nConti è eletto fra i membri effettivi del Collegio\nstesso.", '9': "Entro novanta giorni dall' entrata in vigore\ndella presente legge, il Consiglio Regionale, su\nproposta della Giunta, approva il regolamento\ndi attuazione.\nIl ruolo organico dell' ERT è costituito mediante\ntrasferimento di personale della Regione.\nIl trattamento economico e normativo ed il\nruolo organico verranno stabiliti con apposita\nlegge.", '10': "\nAll' atto dell' entrata in vigore della presente\nlegge, ed in attesa del funzionamento dell' Ente\nRegionale dei Trasporti, la Giunta svolge i compiti\ndi cui all' art. 2 della presente legge, fatti\nsalvi quelli attribuiti, in via transitoria, al Comitato\ndi coordinamento di cui al successivo\nart. 11.\nL' ERT può assumere mediante gestione commissariale,\nsino all' approvazione del Piano regionale\ndei trasporti, la gestione diretta dei\nservizi di pubblico trasporto imposti ai sensi\ndell' art. 23 della legge 28 settembre 1939, n.\n1822 e dell' art. 12 della legge regionale generale\nsui trasporti pubblici in concessione.\nL' applicazione dell' art. 2 della legge regionale\n4 settembre 1974, n. 47, è prorogata oltre il termine\ndel 31 dicembre 1974, sino all' approvazione\ndel Piano Regionale dei trasporti, nei\nmodi previsti dal primo e secondo comma del\npresente articolo.", '11': "Entro dieci giorni dall' entrata in vigore della\npresente legge e in attesa del funzionamento\ndell' Ente Regionale dei Trasporti, è istituito con\ndecreto del Presidente della Giunta, su proposta\ndell' Assessore ai Trasporti, un Comitato Regionale\nper il coordinamento tecnico e funzionale\ndei trasporti, al quale sono altresì demandati\ni compiti di cui alle lettere a, b, f, del precedente\nart. 2.\nIl Comitato è costituito:\n- dal Presidente della Giunta Regionale che\nlo presiede;\n- dall' Assessore ai Trasporti con funzioni di\nVice Presidente;\n- dall' Assessore alla Programmazione o da un\nfunzionario da lui delegato;\n- dall' Assessore ai Lavori Pubblici o da un funzionario\nda lui delegato;\n- dall' Assessore all' Urbanistica o da un funzionario\nda lui delegato;\n- da due funzionari nominati dall' Assessore\nai Trasporti;\n- da tre rappresentanti delle Organizzazioni\nSindacali Regionali maggiormente rappresentative;\n- da due rappresentanti per ciascuna delle Associazioni\nRegionali di categoria delle Aziende\ndi trasporto pubbliche e private;\n- dai Presidenti dei Consorzi tra Comuni e\nProvince e delle aziende pubbliche e a partecipazione\npubblica esercenti i servizi di pubblico\ntrasporto in Campania o loro delegati.\nSono altresì chiamati a far parte del Comitato:\n- il direttore dell' Ufficio Provinciale di Napoli\ndella Motorizzazione Civile e Trasporti in Concessione\no un suo delegato;\n- il direttore del Compartimento di Napoli\ndell' Azienda delle Ferrovie dello Stato o un suo\ndelegato;\n- il Capo Compartimentale Regionale della Campania\ndell' Azienda Nazionale Autonoma delle\nStrade o un suo delegato.\nPotranno essere chiamati a partecipare ai lavori,\nin qualità di esperti, senza diritto di voto,\nrappresentanti di altri servizi dell' Amministrazione\nRegionale e di altri Enti pubblici.\nLe funzioni di segretario sono svolte da un\nfunzionario regionale nominato dall' Assessore\nai Trasporti.", '12': "\nPer l' attuazione della presente legge è autorizzata\nla spesa annua di lire 3.000 milioni.\nAlla spesa di cui sopra per l' anno 1975 si provvede\nutilizzando lo stanziamento del Cap. 2568\ndel Bilancio di previsione 1975, che con la presente\nlegge viene istituito con la denominazione<< Istituzione dell' Ente Regionale Trasporti >>,\nutilizzando, per pari importo, ai sensi dell' art.\n1 della legge 27 febbraio 1955, n. 64, lo stanziamento\ndel Capitolo 3309 del Bilancio di previsione\n1974.\nIl Presidente della Giunta Regionale, con proprio\ndecreto, su conforme deliberazione della\nGiunta medesima, è autorizzato ad apportare\nle occorrenti variazioni al Bilancio.\nAlle spese occorrenti per gli anni successivi\nsarà provveduto con successivo provvedimento\nlegislativo.\nLe somme non impegnate nell' esercizio finanziario\ndi competenza possono essere utilizzate\nnell' esercizio finanziario successivo.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 37 | null | {'1': "I termini per la presentazione delle domande\nper partecipare ai benefici di cui all' art. 1 della\nlegge n. 4 del 14 gennaio 1974, << Interventi\nstraordinari a favore delle categorie ed operatori\nturistici e della ristorazione >> scaduti il\n19 luglio 1974 ai sensi dell' art. 7 - comma 3º\ndella citata legge, sono prorogati fino a sei mesi\ndopo la pubblicazione della presente legge sul\nBollettino Ufficiale della Regione.", '2': "I dipendenti delle Aziende di cui alle lettere\nA, B, C, D, E e F dell' art. 2 della citata legge\nn. 4 che si trovano nelle condizioni previste\ndall' art. 9 della stessa legge e che non hanno\npresentato le istanze nei termini da essa stabiliti,\npossono ottenere i benefici richiamati\nnel predetto articolo presentando istanza secondo\nle modalità indicate nell' art. 7 della stessa\nlegge n. 4.\nLe istanze presentate dopo il 19 luglio 1974\ncon le modalità previste dalla precedente legge\nn. 4, ad eccezione dei termini, e che non sono\nstate restituite agli interessati, s' intendono riammesse\nall' istruttoria purchè si trovino nelle condizioni\npreviste dall' art. 9 della citata legge n. 4.", '3': "Gli aventi diritto ai benefici di cui all' art. 4\ndella legge 14 gennaio 1974, n. 4, le cui domande\nnon sono state accolte dagli Istituti di Credito\nconvenzionati, possono chiedere, con istanza diretta\nalla Giunta Regionale -Assessorato per ilTurismo, in sostituzione del contributo in conto\ninteressi un contributo << una tantum >> a fondo\nperduto pari al 15% dell' ammontare del prestito\ncui avevano diritto.\nTale beneficio può essere richiesto, con le\nstesse modalità , da coloro le cui istanze sono\ntuttora in corso di istruttoria presso gli Istituti\ndi Credito convenzionati e anche da coloro che,\navendo presentato domanda dopo il 19 luglio\n1974 ai sensi dell' art. 1 della presente legge, ne\nfacciano espressamente richiesta.\nSono esclusi da tale beneficio tutti coloro\nche alla data della pubblicazione della presente\nlegge hanno già stipulato il contratto di mutuo\na tasso agevolato con l' istituto di credito prescelto\no che lo abbiano in corso di stipula a\nseguito dell' assenso espresso dalla Regione secondo\nle modalità previste nella convenzione\na suo tempo stipulata con il predetto istituto\ndi Credito.", '4': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge si farà fronte con gli stanziamenti\nprevisti negli anni di riferimento indicati nell'\nart. 10 della predetta legge n. 4 del 14 gennaio\n1974.", '5': "La presente legge è dichiarata urgente ai\nsensi dell' art. 127 - comma II - della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo\nalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 36 | null | {'1': "Allo scopo di consentire il miglioramento o\nil completamento dei lavori di costruzione di\nospedali o di lotti funzionali dei medesimi che\nabbiano già fruito dei contributi statali, di qualsiasi\ntipo, e che risultino in condizione di inagibilità \no ridotta efficienza la Regione concede,\nin favore degli Enti Ospedalieri, anche per la\nparte eccedente il costo dell' opera previsto nei\nprogrammi approvati ai sensi della legge 30\nmaggio 1965, n. 574 e successivi, contributi costanti\nannui per 35 anni nella misura occorrente\nal totale ammortamento dei mutui, compresi\ngli oneri per spese ed interessi.\nLa concessione dei contributi per i lavori di\nmiglioramento o completamento viene erogata\nanche a favore degli Enti Ospedalieri che hanno\nfruito di contributi regionali, pur non inseriti\nnei programmi approvati ai sensi della legge-\n30 maggio 1965, n. 574 e successive.", '2': "I benefici di cui all' articolo precedente possono\nessere concessi anche per interventi di\nampliamento di Ospedali che, in relazione alla\nclassificazione assunta o da assumere ai sensi\ndella legge 12 febbraio 1968, n. 132, non dispongono\ndi locali sufficienti ed idonei per l' installazione\ndelle divisioni e sezioni mancanti.\nNell' importo complessivo della spesa riconosciuta\nnecessaria per ciascuna opera ospedaliera\npossono comprendersi gli arredamenti e le attrezzature\noccorrenti per il funzionamento deinuovi servizi.", '3': "Le concessioni dei contributi di cui agli artt.\n1 e 2 sono determinate sulla base di un programma\nregionale quinquennale di localizzazione\ndegli interventi, tenuto conto del piano\nospedaliero regionale previsto dall' articolo 2\ndella legge 4 settembre 1974, n. 50.", '4': "Le domande per la concessione delle provvidenze\npreviste dalla presente legge devono essere\npresentate alla Giunta Regionale - Assessorato\nper l' Igiene e Sanità - entro il 31 gennaio\ndi ciascun anno e, nella prima applicazione\ndella legge, entro il termine che sarà stabilito\ndalla Giunta Regionale.\nLe domande devono essere corredate secondo\ni casi:\n1) dalla deliberazione adottata dall' Ente richiedente\ncon la annotazione degli estremi di\nesecutività della medesima;\n2) da una relazione sulla utilità , sul costo\ne sulle caratteristiche tecniche dell' opera, dell'\nimpianto e delle attrezzature;\n3) dal piano finanziario dell' opera;\n4) dalla certificazione attestante che i lavori\nda eseguire sono previsti dal piano ospedaliero\nregionale.", '5': 'Il programma degli interventi è approvato\ndal Consiglio regionale su proposta della Giunta,\nsentito il parere della competente Commissione\nConsiliare.', '6': "L' approvazione dei progetti delle opere da\neseguirsi ai sensi della presente legge equivale\na dichiarazione di pubblica utilità , urgenza ed\nindifferibilità dei relativi lavori.", '7': 'Gli Enti Ospedalieri che beneficiano dei contributi\nai sensi della presente legge, per procurarsi\ni mezzi necessari, sono autorizzati a\ncontrarre mutui con la Cassa DDPP nei limiti\ndi spesa risultanti dai progetti di cui al precedente\narticolo.', '8': "Fino a che la materia dell' edilizia ospedaliera\nnon sarà organicamente disciplinata con apposita\nlegge regionale, per l' approvazione dei progetti,\nl' esperimento delle gare di appalto, l' esecuzione,\nla vigilanza, nonchè il collaudo delle\nopere ammesse ai benefici di cui ai precedenti\narticoli si applicano, compatibilmente con quanto\nstabilito dalla presente legge, le disposizioni\ndella vigente normativa statale.", '9': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in Lire\n500 milioni per il 1975 si provvede mediante\nriduzione di pari ammontare dello stanziamento\ndi cui al Cap. 3352, Titolo II - Sezione XIII\ndello stato di previsione della spesa per l' anno\nfinanziario 1975 << Fondo globale per spese in\nconto capitale derivanti da provvedimenti legislativi\nin corso per il finanziamento di programmi\nregionali di sviluppo ai sensi dell' art.\n9 della legge 16 maggio 1970, n. 281 (Elenco numero\n5) e mediante l' iscrizione della somma di\nLire 500 milioni al Capitolo 3128 - Titolo II -\nSezione XI, di nuova istituzione, dello stato di\nprevisione medesimo con la seguente denominazione\n<< Contributi per il completamento ed\nampliamento di opere ospedaliere >>.\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge per gli esercizi finanziari successivi\nfarà carico sugli appositi capitoli di Bilancio.", '10': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, 2º comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 14 | null | {'1': "Finalità degli interventi per l' emigrazione\nLa Regione Campania, nel quadro del suo\nobiettivo statutario della piena occupazione ed\nallo scopo di favorire il rientro dei lavoratori\nemigrati:\na) promuove, in concorso con gli organi di\nStato, la tutela morale, l' assistenza materiale\ne l' elevazione sociale dei lavoratori campani\nemigrati ed in particolare nei paesi membri\ndella Comunità Europea nell' ambito della normativa\nvigente sulla libera circolazione e l' insediamento\ndei lavoratori nei detti paesi;\nb) concorre all' assistenza e alle provvidenze\nper le famiglie rimaste nei luoghi di residenza;\nc) coordina gli interventi di competenza\ndegli Enti locali e regionali e provvede direttamente\ncon propri interventi per agevolare e\nfavorire il reinserimento degli emigrati nella\ncomunità regionale della Campania.", '2': "Lavoratori emigrati all' estero\nPer la finalità di cui alla lettera A) dell' art. 1\ndella presente legge, la Regione:\na) in via generale, concorre alle iniziative\ned alle attività svolte nel campo dell' emigrazione\ndallo Stato italiano e da altri enti, nonchè \ndalle istituzioni legalmente riconosciute, in favore\ndei lavoratori emigrati dalla Campania, sollecitando\nla presenza dei propri rappresentanti\nnei rispettivi organismi operatori ed assumendoi correlativi impegni finanziari, nei limiti del\nbilancio;\nb) in via particolare, dispone interventi, anche\nfinanziari, diretti alla qualificazione professionale,\nall' apprendimento anche con corsi accelerati\ndella lingua straniera, all' avviamento\ndei figli in età scolastica o pre - lavorativa agli\nstudi ed ai corsi professionali, all' impiego per\nattività culturali e ricreative e del tempo libero.\nGli interventi vengono disposti in favore di\nistituzioni o sodalizi di lavoratori italiani o campani\nall' estero, regolarmente costituiti, che formulino\nprogrammi di attività riconosciute in\nbase alle norme di attuazione della presente\nlegge; nonchè disporre l' erogazione di contributi,\nsussidi e rimborso spese una tantum o,\nse continuativi, per la durata massima di quattro\nmesi, direttamente in favore dei lavoratori e\nloro famiglie che versino in accertate condizioni\ndisagevoli, per provvedere a particolari\ngravi esigenze inerenti la salute del lavoratore\ne dei propri familiari.", '3': "Interventi per le famiglie degli emigrati\nL' assistenza e le provvidenze per le famiglie\nrimaste nei luoghi di residenza, di cui alla lettera\nA) dell' articolo 1, vengono promosse, col\nconcorso, anche finanziario, da parte della Regione\nCampania, in aggiunta agli interventi eventuali\ndella Regione o paese di emigrazione, dello\nStato e di altre istituzioni ed organizzazioni pubbliche\ne private, e precisamente:\n1) mediante iniziative per accogliere e mantenere\nin appositi collegi di assistenza e di istruzione,\nnegli asili nido e nelle scuole materne,\nnelle colonie marine e montane, nei campeggi\ngiovanili, i figli dei lavoratori emigrati all' estero\no nel territorio nazionale.\n2) mediante assegni di studio, per la frequenza\n- anche con assistenza convittuale,\nquando ciò si rendesse necessario - di scuole,\ndi corsi universitari e di corsi di formazione\nprofessionale, nell' ambito del territorio nazionale.\nL' amministrazione regionale potrà istituire,\nper gli orfani di emigrati che non abbiano diritto\nall' assistenza ENAOLI, assegni di studi per\nfacilitare, anche da parte di altri Enti o di istituti,\nl' assistenza convittuale analoga a quella\nprestata dall' ENAOLI.\n3) mediante sovvenzioni per finanziamento\ndi programmi, previa loro approvazione da\nparte della Regione, predisposti da Enti, associazioni\ned istituti a carattere regionale con sede\nnella Campania che, alla data del 1 aprile 1974,\nsvolgevano attività a carattere sociale specificamentea favore dei familiari dei lavoratori\nemigrati, purchè accettino, ove non già previsto,\ni dovuti controlli regionali. Le sovvenzioni vengono\nsomministrate a rate anticipate, tenendo\nconto dell' effettiva attuazione del programma\ndalla seconda rata in poi.\n4) mediante altre idonee iniziative a carattere\nsociale, nonchè la informazione e la diffusione,\na mezzo della stampa, la radio e la televisione\ndi notizie sulla vita e l' attività della Regione,\ndegli altri Enti locali e delle associazioni,\nsulle manifestazioni, celebrazioni, ricorrenze,\netc., per mantenere e rinsaldare i rapporti degli\nemigrati con la terra di origine.", '4': "Reinserimento degli emigrati nella\nComunità Regionale\nIl coordinamento e gli interventi, di cui alla\nlettera A) dell' art. 1, intesi ad agevolare e favorire\nil rientro e il reinserimento in Campania\ndegli emigrati da almeno un biennio, si attuano:\na) col concorso finanziario nelle spese di\nviaggio, sulla quota non coperta da riduzioni\no agevolazioni ferroviarie eventuali, per i lavoratori\nemigrati e loro familiari, in condizioni\ndi disagio, che rientrino definitivamente in patria\no si rechino nei paesi di origine per comprovata\nnecessità ;\nb) con l' assistenza e il concorso, anche finanziario\nper l' avviamento al lavoro delle unità \nancora valide, favorendone la riqualificazione\nprofessionale;\nc) al concorso nelle spese di ricovero in\ncase di riposo di lavoratori bisognosi emigrati,\nche, dopo almeno dieci anni, rientrino definitivamente\nin patria, oppure ritornino prima\ndi tale periodo per invalidità o vecchiaia e\nsiano privi di assistenza familiare;\nd) con sussidi straordinari << una tantum >>\nin caso di accertato bisogno dei lavoratori o loro\nfamiliari rientrati.", '5': "Consulta regionale dell' emigrazione\nAgli organi della Giunta Regionale è affidato\nil compito di curare l' emigrazione secondo la\nCostituzione, le leggi statali e regionali vigenti\ne i relativi regolamenti di esecuzione, in conformità \nalle direttive dei programmi generali\ne settoriali.", '6': "E' istituita la Consulta per l' emigrazione della\nRegione Campania, quale organo di consulenza,\nsui problemi propri o direttamente o indirettamente\nconnessi con l' emigrazione, sia degli\norgani regionali compresi quelli di programmazione,sia degli enti locali, associazioni e\nistituzioni.\nLa Consulta dura in carica quanto il Consiglio\nRegionale ed è rinnovata ad ogni legislatura\nregionale. Essa è costituita con provvedimento\ndel Presidente della Giunta Regionale\ned è composta come segue:\n- dal Presidente della Giunta Regionale o da\nun assessore delegato che la presiede;\n- da un rappresentante di ciascun Consiglio\nProvinciale;\n- dal Direttore dell' Ufficio Regionale del Lavoro\no da un suo delegato;\n- da cinque rappresentanti degli emigrati (uno\nper ogni provincia) scelti da terne designate\ndai principali Enti ed associazioni con sede\nnella regione che operano nel settore dell' emigrazione;\n- da due rappresentanti di sindacati dei lavoratori;\n- da due rappresentanti della categoria dei\ncoltivatori diretti;\n- da cinque rappresentanti di Enti o di associazioni\nche, alla data dell' 1 aprile 1974, svolgevano\nopera di assistenza sociale e culturale,\nnell' ambito della regione, in favore degli emigrati;\n- da tre rappresentanti degli imprenditori designati\ndalle associazioni degli industriali, degli\nartigiani e dei commercianti;\n- da tre esperti in problemi dell' emigrazione,\neletti dal Consiglio Regionale;\n- da un rappresentante delle Camere di Commercio\nIndustria e Agricoltura della regione.\nLe funzioni di segretario sono esercitate da\nun funzionario della Regione nominato dall' assessore\nal Lavoro.\nOgni qualvolta sia ritenuto utile, il Presidente\npotrà far partecipare ai lavori della Consulta,\nrappresentanti di Amministrazioni ed\nEnti interessati ai problemi del settore, nonchè \nesperti dell' emigrazione. La Consulta Regionale\ndell' emigrazione è costituita all' inizio\ndi ogni legislatura, con decreto del Presidente\ndella Giunta Regionale.\nAnalogamente si provvede quando qualcuno\ndei componenti debba essere sostituito nel corso\ndel quinquennio.", '7': "La Consulta Regionale dell' emigrazione è \ncompetente a:\n1) verificare periodicamente l' entità del fenomeno\nemigratorio nei suoi aspetti sociali\neconomici e morali, concorrendo a formulare\norganiche proposte per il suo graduale ridimensionamento;\n2) esprimere parere in ordine alla programmazione\neconomica regionale, all' assetto\ndel territorio ed ai problemi dell' occupazione;3) proporre interventi di carattere culturale,\neconomico ed assistenziale in favore degli\nemigrati e delle loro famiglie;\n4) proporre ricerche, studi ed iniziative\nper l' addestramento professionale dei giovani,\ne per l' aggiornamento e la riconversione dei\nlavoratori adulti rimpatriati;\n5) segnalare particolari carenze nel settore\ndell' assistenza, sia nella fase di espatrio che\nin quella di rimpatrio, dei lavoratori con particolare\nriguardo alle famiglie restate nella\nregione;\n6) esprimere parere sulla destinazione e\nripartizione dei fondi destinati dalla Regione\nall' assistenza agli emigrati e ai loro familiari\ned ai criteri che devono presiedervi.", '8': "La Giunta Regionale, sentita la competente\nCommissione Permanente del Consiglio Regionale\ne la Consulta Regionale dell' emigrazione,\npropone al Consiglio il regolamento per il funzionamento\ndella stessa Consulta.", '9': "Le norme di gestione e di esecuzione della\npresente legge sono determinate da apposito\nregolamento che la Giunta proporrà entro tre\nmesi dall' entrata in vigore della legge medesima.\nNelle more, si provvede con deliberazione\ndella Giunta Regionale.\nL' onere complessivo derivante dall' applicazione\ndella presente legge è stabilito in L. 400\nmilioni, di cui L. 350 milioni per gli interventi\nprevisti dagli articoli 2, 3 e 4, e L. 50 milioni\nper spese di funzionamento della Consulta Regionale\ndell' emigrazione prevista dall' art. 5.\nAlla copertura del detto onere di complessive\nL. 400 milioni per l' anno 1975 si provvede mediante\nriduzione, di pari ammontare, dello stanziamento\ndi cui al Cap. 1896 - Titolo I - Sezione\nXIII dello stato di previsione della spesa\nper l' anno finanziario 1975: << Fondo occorrente\nper far fronte ad oneri dipendenti da provvedimenti\nlegislativi regionali in corso >> e mediante\nla iscrizione della somma di L. 350 milioni\nnel capitolo 1784 - Titolo I - Sezione XII -\nCategoria IV dello stato di previsione medesimo,\ndi nuova istituzione: << Provvedimenti in\nfavore dei lavoratori emigrati e delle loro famiglie >>,\ne della somma di L. 50 milioni nel\ncapitolo 1785, di nuova istituzione: << Spese per\nil funzionamento della Consulta Regionale della\nemigrazione >>.\nAll' onere, stabilito in L. 400 milioni anche\nper gli anni successivi, si farà fronte con gli\nappositi capitoli dei relativi bilanci.La presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 1 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 15 | null | {'1': "E' approvato in L. 429.181.122.436 lo stato di\nprevisione dell' Entrata della Regione per l' anno\nfinanziario 1975, come dalla tabella n. 1 annessa\nalla presente legge.", '2': "Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore,\nl' accertamento, la riscossione e il versamento,\nnella Cassa della Regione, delle imposte, delle\ntasse e di ogni altra Entrata spettante nell' anno\nfinanziario 1975.", '3': "E' approvato, parimenti, in L. 429.181.122.436\nlo stato di previsione della Spesa della Regione\nper l' anno finanziario 1975, come dalla tabella\nn. 2 annessa alla presente legge.", '4': "E' autorizzato il pagamento delle spese della\nRegione, per l' anno finanziario 1975, entro i\nlimiti dello stato di previsione di cui al precedente\narticolo 3.", '5': "E' approvato il quadro generale riassuntivo\ndel bilancio della Regione per l' anno finanziario\n1975, come dalla tabella n. 3 annessa alla presente\nlegge.", '6': "Sono considerate spese obbligatorie e d' ordine,\nai sensi e per gli effetti dell' articolo 40 del\nRegio Decreto 18 novembre 1923, n. 2440, quelle\ndescritte nell' elenco n. 1 annesso alla presente\nlegge.Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta medesima, è \nautorizzato a disporre, con decreto, il prelevamento\ndi somme dal fondo di riserva di cui al\ncapitolo 1894 e la loro iscrizione ai capitoli di\nbilancio indicati nell' elenco di cui al precedente\ncomma.", '7': "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta medesima, è \nautorizzato a disporre, con decreto, il prelevamento\ndi somme dal Fondo per le spese impreviste\ndi cui al capitolo 1895 - Stabilito per\nl' anno finanziario 1975 in lire 135.526.960 -\ne la loro iscrizione ai vari capitoli di bilancio\nnon compresi nell' elenco di cui al primo comma\ndell' articolo 6, nonchè ad istituire nuovi capitoli\ndi spesa per le finalità di cui al primo\ncomma dell' articolo 42 del Regio Decreto 13 novembre\n1923, n. 2440 e nei limiti di cui all' articolo\n136 del Regio Decreto 23 maggio 1924, n.\n827.\nI decreti che dispongono i prelievi dal Fondo\ndi cui sopra sono presentati entro trenta giorni\ndalla loro pubblicazione al Consiglio regionale\nper la convalida.", '8': "Il Presidente della Giunta Regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta stessa, è autorizzato\na disporre, con decreto, la iscrizione\nnegli stati di previsione dell' Entrata e della\nSpesa del Bilancio per l' anno finanziario 1975\n<< Contabilità speciali - Categoria XV - Entrate e\nSpese per l' esercizio delle funzioni delegate dallo\nStato >> nuovi appositi capitoli corrispondenti\na quelli del bilancio dello Stato per altre funzioni\ndelegate.", '9': "E' approvato l' elenco n. 2 annesso allo stato\ndi previsione della Spesa, dei capitoli di spesa\nrelativi alla restituzione di somme avute in deposito\no per pagamento di quote d' Entrata da\ndevolvere ad Enti od Istituti o comunque introitate\nper conto di terzi.\nIl Presidente della Giunta Regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta medesima, dispone,\ncon proprio decreto, la iscrizione, in corrispondenza\ncon gli accertamenti delle Entrate,\ndelle somme occorrenti per la regolazione delle\nspese di cui al precedente comma.", '10': "\nE' autorizzata la iscrizione nello stato di\nprevisione della Spesa per l' anno finanziario\n1975:\n-del capitolo 1896 del Titolo I Sezione XIII,per provvedere alla copertura degli oneri derivanti\nda provvedimenti legislativi in corso;\n- del capitolo 3352 del Titolo II Sezione XIII,\nper provvedere al finanziamento per l' anno 1975\ndei programmi regionali di sviluppo ai sensi dell'\narticolo 9 della legge 16 maggio 1970, n. 281;\n- del capitolo 3353 del Titolo II Sezione XIII,\nper provvedere alla copertura finanziaria di oneri\nderivanti da provvedimenti legislativi in corso.", '11': "\nE' autorizzata, per l' anno 1975, la copertura\ndei capitoli di spesa indicati nell' elenco n. 7 annesso\nalla presente legge con i mezzi finanziari\ndi cui alla legge 16 maggio 1970, n. 281 (articolo\n9), 7 agosto 1973, n. 512 (articolo 1) e 2 marzo\n1974, n. 78 (articolo 1).", '12': "\nE' autorizzata l' anticipazione alle Amministrazioni\nProvinciali della Campania dei contributi\nassegnati dallo Stato ai sensi dell' articolo 6\ndella legge 9 aprile 1971, n. 167, per la sistemazione\ngenerale delle proprie strade, salvo recupero\nin sede di trasmissione dei fondi da parte\ndello Stato.\nL' anticipazione di cui al precedente comma\nè da effettuarsi sul capitolo n. 3782 del Titolo\nIV (Contabilità Speciali - Partite di Giro) dello\nstato di previsione della Spesa per l' anno finanziario\n1975 al quale è correlato lo stanziamento\n- su cui introitare il recupero - del capitolo\nn. 376 del Titolo VI (Contabilità Speciali - Partite\ndi Giro) dello stato di previsione dell' Entrata.", '13': "\nLa presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti degli articoli 127,\nsecondo comma, della Costituzione e 45 dello\nStatuto ed entra in vigore il giorno successivo\nalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 3 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 63 | null | {'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma\n- della legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3,\nlo Statuto della Comunità Montana << Fortore >>\nnel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 62 | null | {'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma -\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3, lo\nStatuto della Comunità Montana << Titerno >>\nnel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 6 | null | {'1': "L' art. 1 della legge regionale 4 settembre 1974,\nn. 51, è così modificato:\n<< Ai dipendenti delle pubbliche autolinee in\nconcessione, il cui trattamento è regolato dalla\nnormativa ANAC (contratto collettivo di lavoro\nper il personale delle aziende private esercenti\nautoservizi in concessione) verrà erogato per\nl' anno 1973 e per il periodo 1º gennaio - 30 giugno\n1974, in nome e per conto dello Stato, un\naumento di lire 22.000 al netto degli oneri riflessi\nda parte dei datori di lavoro sulla retribuzione\nmensile nonchè sulla tredicesima mensilità \n1973 e sui sei dodicesimi della tredicesima\nmensilità 1974, elevando la misura dell' attuale\nmezza mensilità della quattordicesima mensilità \n1973 ad una intera mensilità integrata dalle predette\nlire 22.000.\nAnalogo aumento subirà nella misura di sei\ndodicesimi la mezza mensilità della quattordicesima\nmensilità 1974 >>.", '2': "L' art. 4 della legge regionale 4 settembre 1974,\nn. 51, è così modificato:\n<< La Giunta regionale è autorizzata ad estendere\nla erogazione ai dipendenti delle pubbliche\nautolinee in concessione, il cui trattamento\nè regolato dalla normativa ANAC, della somma\ndi Lire 22.000 ad integrazione della retribuzione\nmensile, dal 1º luglio 1974 al 31 dicembre 1974.\nLa tredicesima e quattordicesima mensilità 1974 verranno integrate con un aumento analogo\na quello stabilito nel precedente articolo\n1 per la tredicesima e quattordicesima mensilità \n1973 e per i ratei relativi ai primi sei mesi del\n1974 >>.", '3': "Alla legge regionale 4 settembre 1974, n. 51,\nè aggiunto il seguente articolo 5 bis:\n<< Ad integrazione di quanto già erogato con i\nprecedenti articoli della presente legge, la Giunta\nregionale è autorizzata a provvedere ad un'\nulteriore erogazione ai dipendenti delle pubbliche\nautolinee di cui al precedente articolo 1,\ndi Lire 120.000 complessive pro - capite ad integrazione\ndella retribuzione, per il periodo dal\n1º luglio 1974 al 31 dicembre 1974, al lordo delle\nsole ritenute fiscali a carico del lavoratore >>.", '4': "Alla legge regionale 4 settembre 1974, n. 51,\nè aggiunto il seguente articolo 5 ter:\n<< La Giunta regionale è autorizzata ad assumere\na carico della Regione l' onere dei contributi\nprevidenziali posti a carico dei lavoratori\nsulle erogazioni di cui agli articoli 1 e 4 della\npresente legge.\nTutti gli oneri previdenziali e contributivi\nafferenti le erogazioni di cui all' articolo 5 bis\ndella presente legge restano a carico della Regione >>.", '5': "L' articolo 6 della legge regionale 4 settembre\n1974, n. 51, è così modificato:\n<< Le disposizioni di cui agli articoli 4, 5, 5 bis\ne 5 ter della presente legge non si applicano\nnel caso che la materia sia diversamente regolata\nda successivi provvedimenti dello Stato o\ncon accordi sindacali, aventi validità anche per\nil periodo dal 1º luglio 1974 al 31 dicembre 1974.\nLa Giunta regionale è autorizzata a procedere\nai conseguenziali recuperi delle somme eventualmente\ncorrisposte, qualora l' onere relativo\nvenga accollato dallo Stato con propri provvedimenti >>.", '6': "L' art. 7 della legge regionale 4 settembre 1974,\nn. 51, è sostituito dal seguente:\n<< Per le spese derivanti dall' applicazione degli\narticoli 1 e 2 della presente legge, comprensivo\ndegli oneri finanziari di cui al successivo\nart. 10, è autorizzata per l' anno 1974 l' anticipazione\ndi lire 1350 milioni a carico del Capitolo\n3533 che si istituisce nello stato di previsione\ndella spesa per l' anno 1974 con la seguente denominazione:\n<< Anticipazione per conto dello\nStato >> - erogazioni alle aziende concessionarie\ndi autoservizi (contratto ANAC) per la corresponsione\ndi acconti sul trattamento economicodel personale dipendente >>.", '7': "L' art. 8 della legge regionale 4 settembre 1974,\nn. 51, è sostituito dal seguente:\n<< Il rimborso da parte dello Stato dell' anticipazione,\ncomprensiva degli oneri finanziari,\ndi cui al precedente art. 7 sarà introitato nel\ncapitolo 46 ter che si istituisce parimenti per\nl' importo di lire 1350 milioni, in correlazione\nal Capitolo n. 3533 della spesa nello stato di\nprevisione dell' entrata 1974 con la seguente denominazione:\n<< Rimborsi di somme anticipate\nper conto dello Stato - erogazioni alle aziende\nconcessionarie di autoservizi (contratto ANAC)\nper la corresponsione di acconti sul trattamento\neconomico al personale dipendente >>.", '8': "Il primo comma dell' articolo 9 della legge\nregionale 4 settembre 1974, n. 51, è sostituito\ndal seguente:\n<< La spesa derivante dagli articoli 4, 5 e 5 bis\ndella presente legge è determinata in lire 450\nmilioni.", '9': "All' articolo 9 della legge regionale 4 settembre\n1974, n. 51, è aggiunto il seguente comma:\n<< La spesa derivante dall' articolo 5 ter della\npresente legge è determinato in Lire 200 milioni,\ncui si provvede utilizzando lo stanziamento del\nCapitolo 685 dello stato di previsione della spesa\n1974, integrato di Lire 200 milioni con legge\ndi variazione di Bilancio per l' esercizio finanziario\n1974 >>.", '10': "\nGli impegni già assunti a carico del Capitolo\n685 dello stato di previsione della spesa 1974,\nper erogazioni effettuate in applicazione dell'\narticolo 4 della legge regionale 4 settembre\n1974, n. 51, anteriormente alle modifiche di cui\nall' articolo 2 della presente legge, in conto del\nprimo semestre 1974, sono trasferiti a carico\ndel capitolo di spesa 3533, restando a carico\ndel Capitolo 685 medesimo i soli impegni assunti\nrelativamente al secondo semestre 1974.", '11': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai\nsensi del 2º comma dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo\na quello della sua pubblicazione sul Bollettino\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.Napoli, 5 febbraio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 7 | null | {'1': "La Regione Campania esercita dal 1º gennaio\n1975 le funzioni in materia di assistenza ospedaliera\nai sensi dell' art. 12 del DL 8 luglio 1974,\nn. 264, convertito nella legge 17 agosto 1974, n.\n386 e secondo le norme della presente legge.", '2': "Possono fruire dell' assistenza ospedaliera erogata\ndalla Regione:\na) i cittadini che ne abbiano diritto in base\nagli ordinamenti degli enti, istituti e casse mutue\nanteriormente competenti;\nb) i cittadini iscritti presso qualsiasi Regione,\nnei ruoli di cui all' art. 13 del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386;\nc) i cittadini non abbienti i quali si trovino\nnelle condizioni che davano titolo all' assistenza\nospedaliera a carico dei Comuni;\nd) gli stranieri aventi titolo all' assistenza nel\nterritorio della Repubblica in base a regolamenti\ndella Comunità Economica Europea o a convenzioni\ne accordi internazionali;\ne) i cittadini aventi comunque diritto all'\nassistenza ospedaliera ai sensi della vigente legislazione;\nf) i lavoratori disoccupati e i loro familiari\nche non godano di assistenza ospedaliera.", '3': "L' assistenza ospedaliera ai soggetti di cui al\nprecedente art. 2 viene erogata in forma diretta\na carico della Regione, dagli enti ospedalieri nonchè \ndagli enti e istituti di cura convenzionati secondo\nquanto disposto dall' art. 18 del DL 8luglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386.", '4': "Il ricovero è disposto quando non sia possibile\nprovvedere alle cure del paziente mediante\nprestazioni ambulatoriali o domiciliari.\nIl ricovero di urgenza presso gli ospedali classificati\nè disposto dal medico di guardia; il ricovero\nordinario è disposto dallo stesso su proposta\nmotivata del sanitario curante.\nLa disposizione del medico di guardia determina\na tutti gli effetti l' assunzione dell' onere del\nricovero a carico della Regione.\nAllo scopo di evitare i ricoveri non necessari\ngli enti ospedalieri sono tenuti a rafforzare adeguatamente\nil servizio di accettazione sotto il\nprofilo diagnostico e sanitario.", '5': "Il ricovero degli aventi diritto presso istituti\ne case di cura convenzionati è soggetto ad impegnativa\nda parte degli ufficiali sanitari e dei\nmedici condotti comunali, a ciò espressamente\ndelegati dalla Giunta Regionale - Assessorato all'\nIgiene e alla Sanità .\nIn attesa di una organizzazione periferica del\nservizio regionale di avviamento al ricovero, e\ncomunque non oltre il 30 giugno 1975, la Regione\npuò avvalersi delle strutture locali degli\nenti mutualistici.\nIl ricovero di urgenza presso istituti e case di\ncura convenzionati, attrezzati allo scopo, deve essere\nnotificato entro 48 ore alla Giunta Regionale\n- Assessorato all' Igiene e alla Sanità - e agli\nuffici periferici da essa delegati, per il rilascio\ndell' impegnativa in sanatoria.", '6': "L' impegnativa di cui all' articolo precedente è \nrilasciata su proposta motivata del medico curante\ned è subordinata all' accertamento della\nnecessità del ricovero.\nL' impegnativa fissa il periodo massimo di ricovero.\nTale periodo potrà essere prolungato con successiva\nautorizzazione, da richiedersi prima della\nscadenza del periodo concesso, su motivata\ncertificazione del sanitario curante e del direttore\nsanitario dell' istituto o casa di cura convenzionato.", '7': "La Regione eroga prestazioni di assistenza\nospedaliera uniformi e gratuite agli aventi diritto\ndi cui all' art. 2 della presente legge.", '8': "Ai sensi dell' art. 18, terzo comma, del DL 8\nluglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386, la Regione subentra nelle convenzioni\nin atto alla data 11 luglio 1974, limitatamentealle prestazioni di ricovero in corsia.", '9': "Gli istituti e case di ricovero e cura convenzionati\nai sensi dell' art. 18 del DL 8 luglio 1974,\nn. 264, convertito nella legge 17 agosto 1974,\nn. 386, dovranno dare, all' ufficio che ha emesso\nl' impegnativa, tempestiva comunicazione della\ndata dell' avvenuto ricovero, della diagnosi e\ndella data della dimissione.", '10': "\nI ricoveri degli aventi diritto, di cui all' art. 2\ndella presente legge, in enti ospedalieri o in istituti\ne case di cura convenzionati siti in altre\nRegioni sono disciplinati dalle norme nelle stesse\nvigenti.", '11': "\nOve al ricoverato spetti, a norma delle leggi\nvigenti, la indennità economica giornaliera, gli\nenti ospedalieri e gli istituti e case pubblici e\nprivati di ricovero e cura, convenzionati e non\nconvenzionati, notificano all' ente tenuto a corrispondere\ndetta indennità la data del ricovero e\nla diagnosi, e, al termine della degenza, la data\ndella dimissione.", '12': "\nQuando il ricovero sia determinato da fatto\ncomportante presumibili responsabilità di terzi,\ngli enti ospedalieri e gli istituti e case di cura\nconvenzionati e non convenzionati, sono tenuti\na trasmettere alla Giunta Regionale - Assessorato\nall' Igiene e alla Sanità - e all' ente gestore\ndell' assistenza malattia e infortuni ogni elemento\ned informazione in loro possesso, ai fini dell'\nesercizio delle relative ragioni ed azioni di recupero.", '13': "\nL' assistenza ospedaliera all' estero agli aventi\ndiritto ed ai marittimi residenti nei Comuni della\nCampania, è disciplinata secondo quanto previsto\ndall' art. 12 del DL 1974, n. 264, convertito\nnella legge 17 agosto 1974, n. 386.", '14': "\nLa Regione eroga l' assistenza ospedaliera in\nforma indiretta, ai sensi dell' art. 12 del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386, nei confronti dei soggetti che\nne abbiano diritto secondo gli ordinamenti degli\nenti ed istituti anteriormente competenti.\nI soggetti che all' occorrenza si avvalgono dell'\nassistenza indiretta sono tenuti a darne comunicazione\nalla Giunta Regionale - Assessorato\nall' Igiene e alla Sanità - e agli Uffici periferici\nda essa delegati ai sensi del precedente articolo\n5.", '15': "\nIl ricovero in istituti e case di cura non convenzionatiè soggetto ad autorizzazione da parte\ndella Giunta Regionale - Assessorato all' Igiene\ne Sanità - o dagli uffici da essa delegati ai sensi\ndel precedente art. 5.\nL' autorizzazione è rilasciata su certificazione\nmedica e dopo che sia stata accertata l' effettiva\nnecessità del ricovero.\nIl soggetto autorizzato al ricovero negli istituti\ne case di cura non convenzionati è tenuto\na comunicare, entro 24 ore, alla Giunta Regionale\n- Assessorato all' Igiene e alla Sanità -\ne agli uffici periferici da essa delegati, le date\ndi inizio e fine della degenza.\nNel caso di ricovero presso istituti e case di\ncura non convenzionati, attrezzati allo scopo,\nper comprovata urgenza, la comunicazione deve\nessere effettuata entro 24 ore dallo stesso, per\nil rilascio dell' autorizzazione in sanatoria.\nAl soggetto autorizzato al ricovero negli istituti\ne case di cura non convenzionati, la Regione\nrimborsa una quota delle spese sostenute pari alla\nspesa media accertata per analoghe prestazioni\npresso istituti e case di cura convenzionati\nubicati in Campania.\nIl rimborso avviene su presentazione della\nfattura quietanzata, rilasciata dall' istituto o casa\ndi cura non convenzionato, indicante la durata\ndel ricovero, la diagnosi, le prestazioni diagnostiche\ne curative erogate e quant' altro fosse\nnecessario all' esatta quantificazione della spesa.\nAnaloga normativa si applica per i ricoveri\nurgenti avvenuti al di fuori del territorio nazionale.", '16': "\nLa Regione svolge attività di vigilanza anche\nispettiva sull' andamento dei ricoveri mediante\nsanitari da essa dipendenti, ovvero, mediante sanitari\ndipendenti da enti locali o da altri enti\npubblici incaricati dell' emissione dell' impegnativa\nai sensi del precedente articolo 5.", '17': "\nLa Regione eroga l' assistenza ospedaliera ai\ncittadini stranieri che la richiedono negli enti\nospedalieri e negli istituti e case di ricovero e\ncura convenzionati siti nel territorio regionale,\nin base alle vigenti norme e secondo le procedure\nda esse previste.\nIl recupero delle spese avverrà secondo quanto\nstabilito dalle convenzioni internazionali.\nA tale scopo gli enti e gli istituti e case anzidette\nsono tenuti a comunicare alla Giunta Regionale\n- Assessorato all' Igiene e alla Sanità -\nentro 3 giorni, la data dell' avvenuto ricovero e,\nall' atto della dimissione, la data della stessa, la\ndiagnosi e la spesa del ricovero.", '18': "Il ricovero dei soggetti non aventi diritto all'\nassistenza ospedaliera erogata dalla Regione ai\nsensi del precedente art. 2, comporta il pagamento\ndelle relative prestazioni.\nL' importo dovuto a tale titolo è determinato\nper gli enti ospedalieri sulla base di costi giornalieri\nfissati annualmente della Giunta Regionale\nper singole specialità e, per gli enti ed istituti\nconvenzionati, sulla base della retta giornaliera\ndi degenza stabilita dalla convenzione, qualora il\nricovero avvenga in corsia.\nNel caso di ricovero in ospedali gestiti da enti\nospedalieri, l' importo è versato direttamente agli\nenti che lo trattengono quale anticipazione sulle\nquote del fondo regionale per l' assistenza ospedaliera\ndi loro competenza.\nIn caso di mancato pagamento l' ente ospedaliero\nne dà comunicazione alla Regione per l'\nesercizio delle azioni previste dal TU 14 aprile\n1910, n. 639 e successive modificazioni.\nNel caso di ricovero in strutture convenzionate\nle quote sono versate direttamente agli enti\no istituti gestori quale corrispettivo del ricovero.\nLa mancanza di diritto all' assistenza da parte\ndella Regione non può comportare il rifiuto delle\nprestazioni ospedaliere d' urgenza.", '19': "\nGli enti ospedalieri e gli istituti e case di cura\nconvenzionati accertano, al momento del ricovero,\nse l' assistito abbia diritto all' assistenza\nospedaliera a carico della Regione ai sensi dell'\nart. 2 della presente legge.\nL' assistito o i suoi familiari sono tenuti a fornire\nla documentazione necessaria ai fini dell'\naccertamento di cui al comma precedente o, in\nmancanza, a sottoscrivere una dichiarazione attestante\nil diritto all' assistenza.", '20': "\nGli oneri derivanti dall' esercizio delle funzioni\ndelegate dalla Regione agli ufficiali sanitari\ned agli uffici periferici degli enti mutualistici, a\nnorma della presente legge, sono previsti in Lire\n100 milioni per l' anno 1975 e fanno carico allo\nstanziamento di cui al Capitolo 1893 - Titolo I -\nSezione XIII - Rubrica n. 3 - Categoria V del Bilancio\ndi previsione per l' anno finanziario 1975.", '21': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della RegioneCampania.\nNapoli, 27 febbraio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 57 | null | {'1': "La Regione Campania, in relazione alle esigenze\ndi conservazione e difesa del patrimonio\nboschivo dagli incendi, nell' ambito delle proprie\ncompetenze, cura in particolare:\na) la predisposizione ed il finanziamento di\npiani articolati per aree territoriali omogenee\no per le province, per la difesa e la conservazione\ndel patrimonio boschivo dagli incendi;\nb) la predisposizione di programmi esecutivi\ndi ricostituzione dei boschi percorsi dal fuoco;\nc) elaborazione di programmi per la educazione\ncivica e la propaganda per la prevenzione\ndegli incendi boschivi e per la tutela e lo\nsviluppo del patrimonio forestale;\nd) la realizzazione delle opere ed iniziative\nnonchè l' acquisto di mezzi necessari per la prevenzione\ndegli incendi;\ne) la realizzazione dei programmi indicati\nnei precedenti commi b) e c);\nf) ogni altra iniziativa attribuitale da leggi\nstatali.\nI piani, elaborati dalla Giunta Regionale, di\nintesa con il comando del Corpo dei vigili del\nfuoco competente per territorio e sentite le Amministrazioni\nprovinciali e le Comunità montane\ninteressate, sono approvati con deliberazione\ndel Consiglio Regionale.\nCon la stessa procedura si provvede alla loro\nrevisione periodica.\nPer le finalità di cui alla presente legge, la\nRegione, ai sensi dell' ultimo comma dell' art. 11del DPR 15 gennaio 1972, n. 11, si avvale del\npersonale tecnico del Corpo forestale dello\nStato.\nGli interventi previsti nel presente articolo\nsono eseguiti in concessione dalle Province, Comunità \nMontane, Comuni e loro Consorzi, ovvero\ndirettamente dalla Regione.", '2': 'I piani devono contenere i seguenti elementi:\na) gli indici di pericolosità degli incendi\nboschivi nelle diverse zone;\nb) la indicazione della consistenza e della\nlocalizzazione dei mezzi e degli strumenti per\nla prevenzione ed estinzione degli incendi;\nc) la indicazione di tempi, modi, luoghi e\nstrumenti necessari per la costituzione di nuovi\ne completi dispositivi di prevenzione e di intervento;\nd) le modalità per la rilevazione dei sinistri;\ne) la previsione degli interventi organici di\nricostituzione forestale.', '3': "Si considerano opere e mezzi per la prevenzione\ned estinzione degli incendi boschivi:\na) la graduale sostituzione nelle aree a clima\ncaldo arido, sia nel caso di boschi distrutti\nda incendi, sia in quelli minacciati, con essenze\nmeno combustibili di quelle precedentemente\nimpiegate nei rimboschimenti;\nb) l' autorizzazione, secondo le indicazioni\ndei piani, della immissione di bestiame ovino,\nbovino e suino nei boschi, al fine di utilizzare\nle risorse foraggere e di conseguire la spontanea\nripulitura dei boschi;\nc) le opere colturali di manutenzione dei\nsoprassuoli boschivi e le periodiche ripuliture\ndelle scarpate, delle strade di accesso e di attraversamento\ndelle zone boscate;\nd) i viali frangifuoco di qualsiasi tipo, anche\nse ottenuti mediante l' impiego di appropriati\nprodotti chimici;\ne) i serbatoi d' acqua, gli invasi, le canalizzazioni,\nle condutture fisse e mobili, nonchè \npompe, motori e impianti di sollevamento d' acqua\ne di qualsiasi tipo;\nf) le torri e gli altri posti di avvistamento\ne le relative attrezzature;\ng) gli apparecchi di segnalazione e di comunicazione\nfissi e mobili;\nh) i mezzi di trasporto necessari;\ni) i mezzi aerei e gli apprestamenti relativi\nal loro impiego;\nl) la formazione e l' addestramento nei singoli\nComuni, indicati nei piani, di squadre volontarie\ndi pronto intervento, ivi compresi i\nvigili volontari del fuoco;m) ogni altra attrezzatura o mezzo idoneo.\nLa Giunta Regionale provvede alla concessione\ndi contributi a fondo perduto nella misura\nmassima del 75% della spesa riconosciuta ammissibile\na favore dei Comuni, Province, Comunità \nmontane, Enti e privati per la realizzazione\ndelle iniziative di cui alle lettere a), c), d), e),\nf), g), h), ed m), quando le stesse non risultino\ncomprese nei piani territoriali, ovvero in pendenza\ndell' approvazione di questi ultimi.\nPer ottenere i benefici di cui al precedente\ncomma gli interessati dovranno presentare istanza\ncorredata da relazione illustrativa ed elaborati\ntecnici.\nLa liquidazione del contributo concesso è \ndisposta dalla Giunta previo collaudo delle\nopere.", '4': "Entro un anno dall' entrata in vigore della\npresente legge, la Regione provvede alla pubblicazione\ndi una carta forestale regionale in\nscala 1/ 50.000, da servire di base per la compilazione\ndi carte tematiche a carattere scientifico\ne pratico nonchè per la compilazione dei\npiani di sviluppo e strumenti urbanistici delle\nComunità montane.", '5': "I piani indicati nel precedente articolo 1 sono\ntrasmessi al Ministero per l' Agricoltura e le\nForeste per gli adempimenti previsti dalla legge\n1º marzo 1975, n. 47, nel termine di 180 giorni\ndalla entrata in vigore della legge stessa.\nLa Giunta Regionale è autorizzata a disporre\nfinanziamenti per la realizzazione degli interventi\ncontenuti nei piani, anche in assenza della\nloro approvazione da parte degli organi competenti\ndello Stato, quando ciò sia reso necessario\nper prevenire incendi nei boschi, nonchè ,\nper ricostituire il patrimonio boschivo stesso.", '6': "Per l' attuazione delle disposizioni contenute\nnella presente legge, anche ad integrazione di\nfinanziamenti statali non adeguati agli obiettivi\nda raggiungere, a partire dall' esercizio finanziario\nin corso, è autorizzata una spesa annua\ndi Lire 200 milioni.\nAl detto onere si fa fronte per il 1975 mediante\nriduzione di pari importo del capitolo\n875 dello stato di previsione della spesa del\nbilancio per l' esercizio finanziario 1975.\nNello stato di previsione della spesa del bilancio\nper l' esercizio finanziario 1975 è istituito\nsotto il Titolo I - Sezione VII il Capitolo 877,\ncon lo stanziamento di Lire 200 milioni, denominato\n<< Interventi per la difesa e conservazionedel patrimonio boschivo dagli incendi >>.\nAgli oneri derivanti per gli anni successivi\nsi farà fronte con gli appositi Capitoli di Bilancio.\nResta stabilito che i finanziamenti regionali\nnon sono erogati ad integrazione di quelli statali\nper singoli opere o interventi.\nLe somme non utilizzate nell' anno per cui\nsono state stanziate possono essere utilizzate\nnell' anno successivo.", '7': 'Le somme riscosse per sanzioni amministrative\nin applicazione della legge nazionale sugli\nincendi boschivi del 1º marzo 1975, n. 47 e della\nlegge 9 ottobre 1967, n. 950, verranno imputate\nsu apposito capitolo da istituire nel Bilancio\nregionale.', '8': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti dell' art. 127,\ncomma secondo, della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo alla sua pubblicazione\nsul Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |