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campania
1,977
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{'1': "Il comma secondo dell' articolo 3 della legge\nregionale 5 agosto 1972, n. 5, è sostituito dal\nseguente:\n<< Ai Consiglieri, fatta eccezione di tutti i\nmembri della Giunta, compete una maggiorazione\ndel rimborso spese di cui alla lettera b)\ndell' articolo 1 della legge regionale 15 luglio\n1974, n. 25 nelle seguenti misure:\n1) lire 50.000 mensili per i residenti nel\ncapoluogo della Regione o in altri Comuni distanti\nfino a 15 chilometri dal capoluogo medesimo;\n2) lire 100.000 mensili per i residenti in\nComuni distanti da 16 a 45 chilometri dal\ncapoluogo della Regione;\n3) lire 125.000 mensili per i residenti in\nComuni distanti da 46 a 100 chilometri dal\ncapoluogo della Regione;\n4) lire 150.000 mensili per i residenti in\nComuni distanti oltre 100 chilometri dal capoluogo\ndella Regione >>.", '2': "L' articolo 8 della legge regionale 5 agosto\n1972, n. 5, è sostituito dal seguente:\n<< Ai Consiglieri regionali che, per l' espletamento\ndelle funzioni esercitate o per ragioni\ndella carica ricoperta, si rechino in missione\nfuori del territorio regionale compete:\na) il rimborso delle spese di viaggio sostenute\nutilizzando i mezzi pubblici di trasporto,\novvero una indennità di lire 126 al chilometro\nin caso di spostamento con autovettura propria;\nb) una diaria per ogni giornata, di lire20.000, aumentata a lire 25.000 per i viaggi all'\nestero, ovvero il rimborso delle spese sostenute\ne documentate, con la maggiorazione del 10%\ndel loro ammontare per quelle non documentabili;\nessa maggiorazione è elevata al 20% per\ni viaggi all' estero;\nc) con deliberazione del Consiglio regionale\nsi provvede all' aggiornamento periodico della\nmisura della indennità chilometrica di cui alla\nprecedente lettera a) del presente articolo, sulla\nbase delle variazioni sopravvenute ai costi di\nincidenza d' uso delle autovetture >>.", '3': "Il comma primo dell' articolo 1 della legge\nregionale 5 agosto 1972, n. 8, è sostituito dal\nseguente:\n<< In relazione alle esigenze connesse alla esplicazione\ndel mandato consiliare, a ciascun Consigliere\nregionale è dovuto per l' intera legislatura,\na titolo di concorso spese, il corrispettivo\nimporto mensile di un biglietto ferroviario di\nprima classe valido per la percorrenza di tremila\nchilometri >>.", '4': "Il comma secondo dell' articolo 2 della legge\nregionale 5 agosto 1972, n. 6, è sostituito dal\nseguente:\n<< L' Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale\nprovvede, per l' intera legislatura, all' allestimento,\nall' arredamento e alla manutenzione\ndei locali destinati a sede dei Gruppi consiliari,\nalla fornitura di stampati e cancelleria, nonchè \nagli impianti e utenze elettriche, idriche e telefoniche\ne alla pulizia dei locali stessi >>.", '5': "La spesa farà carico sui corrispondenti capitoli\n1 e 3 - Titolo I, Sezione I, Rubrica n. 1,\ncategoria I, dello stato di previsione della spesa\nper l' anno 1976 e successivi.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 20 gennaio 1977"}
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campania
1,977
7
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{'1': "La tabella di cui all' art. 12 della legge regionale\n31 agosto 1973, n. 16, concernente le norme\nsulla previdenza dei Consiglieri della Regione\nCampania, è sostituita dalla seguente:\nTABELLA RISTRUTTURATA\nanni contribuzione 5, percentuale 30; //\nanni contribuzione 6, percentuale 33; //\nanni contribuzione 7, percentuale 36; //\nanni contribuzione 8, percentuale 39; //\nanni contribuzione 9, percentuale 42; //\nanni contribuzione 10, percentuale 45; //\nanni contribuzione 11, percentuale 47,50; //\nanni contribuzione 12, percentuale 50; //\nanni contribuzione 13, percentuale 52,50; //\nanni contribuzione 14, percentuale 55; //\nanni contribuzione 15 ed oltre, percentuale 57,50.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 20 gennaio 1977"}
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campania
1,977
63
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{'1': 'Per le finalità previste dalla legge regionale 9\nnovembre 1974, n. 58, è autorizzato il finanziamento\ndel II programma di valorizzazione dei\nBeni Culturali della Regione Campania, con le\nmodalità di cui alla citata legge ed al relativo\nregolamento di attuazione del 20 dicembre 1976.', '2': "L' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge è stabilito in complessive lire 3.700 milioni,\ndi cui lire 700 milioni per l' esercizio 1977,\nlire 1.500 milioni per l' esercizio 1978 e lire 1.500\nmilioni per l' esercizio 1979.\nAll' onere, stabilito in lire 700 milioni per l'\nesercizio 1977, si fa fronte mediante riduzione di\npari ammontare dello stanziamento di cui al Capitolo\n785 dello stato di previsione della spesa\nper l' anno finanziario 1977: << Fondo globale per\nspese di investimento derivanti da provvedimenti\nlegislativi in corso ed attinenti a funzioni\nnormali della Regione >> e mediante l' iscrizione\ndella somma di lire 700 milioni al Capitolo\n524 - Titolo II - di nuova istituzione -\ndello stato di previsione medesimo: << Interventi\nper la valorizzazione dei beni culturali della\nRegione Campania (rifinanziamento della Legge\nregionale 9 novembre 1974, n. 58 << Programma\ndi valorizzazione dei beni culturali della Regione\nCampania >>).\nAgli oneri, stabiliti in ragione di lire 1.500 milioni\nper l' esercizio 1978 e di L. 1.500 milioni\nper l' esercizio 1979, si provvederà con i corrispondentistanziamenti dei medesimi stati di\nprevisione della spesa da finanziarsi con le risorse\ndi cui all' art. 9 della legge 16 maggio 1970,\nn. 281.\nLe somme non impiegate nell' esercizio di riferimento\npotranno essere utilizzate in quelli\nsuccessivi, ai sensi delle disposizioni vigenti in\nmateria di contabilità regionale.", '3': "Ai fini della formulazione del piano di interventi\nprevisto dall' art. 2 della Legge 9 novembre\n1974, n. 58, il termine per la presentazione\ndelle istanze, relativamente all' esercizio 1977, è \nfissato in 40 giorni dall' entrata in vigore della\npresente legge.", '4': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti degli artt. 127, II\ncomma, della Costituzione e 45 dello Statuto\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 19 novembre 1977"}
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campania
1,977
62
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{'1': "La Regione Campania istituisce corsi di aggiornamento\nper riconversione delle attività formative,\nda svolgersi presso le Università , gli Istituti\ntecnici e professionali di Stato ed Istituti\npubblici specializzati. Contestualmente all' approvazione\ndei Piani annuali e triennali di formazione\nprofessionale il Consiglio regionale approva\ni Piani di riconversione.", '2': "Ai corsi di aggiornamento per riconversione di\ncui al precedente articolo viene ammesso esclusivamente\nil personale, docente e non docente, in\nservizio alla data di entrata in vigore della Legge\nregionale 30 luglio 1977, n. 40, con incarico a\ntempo indeterminato nei centri di cui alle lettere\nb) e c) dell' art. 6, è risultato disponibile a seguito\ndella soppressione di corsi compresi nel\nPiano delle attività formative relative all' anno\nprecedente.\nA partire dall' anno 1978/ 79 il Piano di riconversione\nfarà riferimento esclusivamente all'\nAlbo regionale.", '3': "Per quanto concerne le funzioni amministrative\nrelative all' attuazione del Piano di riconversione\nnonchè quelle di controllo didattico ed\namministrativo valgono le norme della legge regionale30 luglio 1977, n. 40.", '4': "Per la durata del periodo di aggiornamento\nper riconversione in conseguenza di mancato\ninizio del corso o di chiusura anticipata di esso,\nal personale frequentante compete, sulla base\ndell' anzianità di servizio posseduta presso i centri\nformativi di provenienza, il trattamento economico\nprevisto dal contratto collettivo nazionale\ndi lavoro.\nResta fermo il diritto alla conservazione del\nrapporto di lavoro e la relativa anzianità nei\nruoli organici degli Enti o Centri di cui alle lettere\na), b) e c) dell' art. 6 della legge regionale\n30 luglio 1977, n. 40, sentita la Commissione Paritetica\ncome da contratto collettivo nazionale\ndi lavoro.", '5': "Le norme contenute negli articoli 2, 3 e 4 della\npresente legge non sono applicabili a coloro che\noccupino un ufficio di ruolo o non di ruolo alle\ndipendenze dello Stato o di Enti pubblici oppure\nesercitino il commercio o l' industria o abbiano\nimpieghi alle dipendenze di privati o esercitino\nlibere professioni nonchè ai direttori, gestori\no amministratori di scuole o convitti privati.", '6': "Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato\na stipulare apposite convenzioni con le Università ,\ngli Istituti pubblici specializzati e con\ngli Istituti tecnici e professionali di Stato, per\nlo svolgimento dei corsi di cui all' art. 1.", '7': "L' onere annuo complessivo derivante dall' attuazione\ndella presente legge è stabilito in L.\n3 miliardi.\nPer il 1977 l' onere derivante dall' attuazione\ndella presente legge è stabilito in L. 500 milioni\ne graverà sul capitolo 497 dello stato di\nprevisione della Spesa del Bilancio di previsione\n1977, (la cui denominazione è così modificata:\n<< Finanziamenti in favore di Enti riconosciuti\nidonei alla gestione di centri e di corsi di formazione\nprofessionale, nonchè a favore di enti ed\nistituzioni che gestiscono corsi di aggiornamento\nper riconversione delle attività corsuali >>), previamente\nintegrato della somma di L. 500 milioni,\nmediante prelievo di pari importo dal Capitolo\n500 dello stato di previsione medesimo.\nPer gli anni successivi si fa fronte con i corrispondenti\nstanziamenti di Bilancio.", '8': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, II comma, della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello dellasua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 19 novembre 1977"}
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campania
1,977
14
null
{'1': "Al fine di promuovere un programma di iniziative\ntese, in armonia allo spirito della Costituzione\nRepubblicana e dello Statuto della Regione\nCampania ed in conformità della risoluzione\ndelle Nazioni Unite, ad agevolare l' effettiva\npartecipazione della donna alle determinazioni\ne scelte di politica economica e sociale del Paese,\nè istituita la Consulta regionale per la condizione\ndella donna, composta:\na) dal Presidente del Consiglio Regionale\no da un suo delegato;\nb) dal Presidente della Giunta Regionale\no da un suo delegato;\nc) da tre rappresentanti delle organizzazioni\nsindacali più rappresentative;\nd) da un rappresentante di ciascuna delle\norganizzazioni dei lavoratori autonomi, maggiormente\nrappresentative;\ne) dalle rappresentanti delle organizzazioni\nfemminili dei partiti, che si ispirano alla Corte\nCostituzionale;\nf) da un rappresentante per ciascuna delle\norganizzazioni femminili con organizzazione nazionale,\ne da una rappresentante per ciascuna\ndelle associazioni femminili finora organizzate\nnel Comitato Associazioni femminili campane,\nche non siano già rappresentate per altro titolo;\ng) da una rappresentante per ogni movimento\na carattere nazionale, istituzionalmente\nfinalizzato al perseguimento della soluzione dei\nproblemi inerenti la condizione della donna.", '2': "La Consulta:1) Collabora con la Regione nell' indagine\nconoscitiva sulla condizione delle donne in Campania,\nin particolare:\n- in ordine alla presenza del lavoro femminile\nnell' agricoltura, nell' industria, nel pubblico impiego,\nnella scuola, nei servizi sociali, nel commercio,\nnell' artigianato, ed in tutte le altre attività \nche concorrono allo sviluppo della Società ;\n- in ordine al grado di istruzione, al livello e\nall' estensione della qualificazione della forza lavoro\nfemminile, finalizzati ai settori lavorativi\ndi cui sopra;\n2) formula proposte e suggerimenti da utilizzare\nal Consiglio regionale, in ordine all' istituzione\ndi servizi sociali che permettano alla\ndonna di svolgere compiutamente il suo ruolo\nnella società e nella famiglia, per lo sviluppo\ndell' occupazione femminile e per la sua qualificazione\nprofessionale;\n3) promuove ogni opportuna ricerca per l'\nindividuazione di idonee iniziative - da realizzarsi\ndalla regione e dalle autonomie sociali e\nterritoriali - al completo riconoscimento dei\ndiritti della donna, della sua dignità ed uguaglianza\nnella società .", '3': "La Consulta è nominata dal Presidente della\nGiunta Regionale, all' inizio di ogni legislatura\ne resta in carica quanto il Consiglio stesso.\nLa Consulta è presieduta da una sua componente,\neletta ogni sei mesi, fra le donne che ne\nfanno parte.", '4': "L' ufficio di componente della Consulta è gratuito.\nLa consulta ha sede presso il Consiglio Regionale\ne viene convocata su iniziativa del suo\nPresidente o su richiesta di un terzo dei suoi\ncomponenti.\nLa Consulta si avvale, nella esplicazione della\npropria attività , della collaborazione delle istituzioni\nculturali pubbliche, nonchè delle associazioni\nculturali e professionali presenti nella Regione.", '5': 'Il regolamento predisposto dalla Consulta\nstessa, a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti,\nè sottoposto allhapprovazione del Consiglio\nRegionale. Analoga procedura è richiesta\nper le modifiche del regolamento.', '6': "La Consulta predispone annualmente un programma\ndi attività con la previsione della spesa\nche, entro 15 giorni dalla sua formulazione, dovrà \nessere sottoposto all' approvazione del Consiglio\nRegionale.\nCon successiva legge si provvederà al relativostanziamento.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 16 febbraio 1977"}
null
campania
1,977
15
null
{'1': "Per la concessione a favore di operatori agricoli\nsingoli dei prestiti di conduzione a tasso\nagevolato previsti dalla Legge regionale 7 marzo\n1973, n. 10, e successive modificazioni ed integrazioni,\nper l' annata agraria 1976- 1977 e con\ndecorrenza dal 1º ottobre 1976, è autorizzata la\nspesa di L. 2.425 milioni.\nI prestiti di cui al comma precedente non\npossono superare l' importo di L. 10 milioni.", '2': "Il concorso regionale sui prestiti di cui al precedente\narticolo è commisurato alla differenza\ntra il tasso di riferimento ed il tasso agevolato,\nfissati ai sensi dell' art. 34 della legge 2 giugno\n1961, n. 454, della legge 17 agosto 1974, n. 397,\ne del Decreto Legge 24 febbraio 1975, n. 26,\nconvertito con modificazioni della legge 23 aprile\n1975, n. 125, e successive modificazioni ed integrazioni.", '3': "I prestiti di cui alla presente legge, ai sensi\ndell' articolo 7 del Decreto Legge 13 agosto 1975,\nn. 377, convertito, con modificazioni, nella Legge\n16 ottobre 1975, n. 493, sono assistiti dalla\ngaranzia del Fondo Interbancario, di cui all' art.\n36 della Legge 2 giugno 1961, n. 454, e successive\nmodificazioni ed integrazioni.", '4': "La concessione a favore delle cooperative\nagricole e loro consorzi dei prestiti di cui al\n1º comma dell' art. 4 della Legge regionale 9 novembre\n1974, n. 60, modificato dall' art. 1 dellaLegge regionale 5 giugno 1975, n. 55, avrà luogo\nsecondo le procedure previste dalla Legge regionale\n7 marzo 1973, n. 10, nell' ambito delle\nrisorse finanziarie destinate a tali interventi dai\nprogrammi annuali di cui all' art. 10 della predetta\nlegge regionale 9 novembre 1974, n. 60.\nI prestiti di cui al comma precedente potranno\nessere concessi anche per l' acquisto di mezzi\ntecnici utili alla conduzione delle aziende dei\nsoci.", '5': "All' onere di L. 2.425 milioni derivante dalla\napplicazione dell' art. 1 della presente legge si\nfarà fronte con lo stanziamento recato dal capitolo\n3027 dello stato di previsione della spesa\nper l' esercizio finanziario 1976.", '6': "Le somme non impiegate nell' anno di riferimento\npossono essere utilizzate negli esercizi\nsuccessivi, ai sensi del secondo comma dell' art.\n36 del RD 18 novembre 1923, n. 2440, e successive\nmodificazioni e integrazioni.", '7': "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione,\ned entra in vigore il giorno successivo alla\npubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 4 marzo 1977"}
null
campania
1,977
70
null
{'1': "La decorrenza della estinzione del prestito di\ncui alla legge regionale 20 agosto 1974, n. 42,\nprevista dall' ultimo comma dell' art. 2 della legge\nstessa dal 1º gennaio 1975, rinviata al 1º gennaio\n1976 per effetto dell' art. 7 della legge regionale\n5 giugno 1975, n. 56 e al 1º gennaio 1977,\nper effetto dell' art. unico della legge regionale 3\nmaggio 1976, n. 10 - è ulteriormente differita\nal 1º gennaio 1978, per la correlativa differita\nsomministrazione del mutuo all' anno 1977.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi\ndel II comma dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 dicembre 1977"}
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campania
1,977
71
null
{'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4, II comma,\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3, lo\nStatuto della Comunità Montana << Gelbison e\nCervati >> nel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 dicembre 1977"}
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campania
1,977
39
null
{'1': "La Regione Campania, al fine di dare concreta\nattuazione al disposto di legge statale n. 555\ndel 10 agosto 1976 relativa ai corsi straordinari\ndi addestramento per il personale paramedico\ndella Regione Campania, dispone l' integrazione\neconomica del contributo previsto dall' art. 2 della\nlegge stessa.", '2': "Gli allievi per ogni giorno di effettiva presenza\nai corsi, è corrisposta, in aggiunta all' indennità \nprevista dalla legge n. 555, una integrazione di\nL. 3.180 per ciascuna giornata.", '3': "Salvo i diritti quesiti in relazione a concorsi\ngià effettuati e i casi di comprovata necessità \naccertati dalla Giunta, sentita la Commissione\nconsiliare competente, è fatto obbligo alle Amministrazioni\nOspedaliere di soprassedere ad assunzioni\no copertura di posti in organico di personale\nparamedico fino all' approvazione del piano\nsocio - sanitario regionale.", '4': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, valutato per l' anno 1977 in lire\n1.000.000.000, si fa fronte con lo stanziamento\ndi cui al capitolo 503 dello stato di previsione\ndella spesa per il 1977, previamente integrato\ndella somma di lire 1 miliardo, mediante prelievo\ndi pari ammontare dal Capitolo 497 del medesimo\nstato di previsione, che si riduce di pari\nimporto.\nAll' onere per gli anni successivi si farà frontecon gli appositi stanziamenti di bilancio.", '5': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti dell' art. 127, 2º\ncomma, della Costituzione ed entra in vigore il\ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 luglio 1977"}
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campania
1,977
38
null
{'1': "La Regione Campania al fine di perseguire\nuna razionale utilizzazione delle risorse ambientali,\ne l' esaltazione delle potenzialità produttive\ndelle diverse aree territoriali, in attesa di un' organica\nnormativa regionale nel settore della bonifica\nmontana e della riforestazione da emanarsi\nentro quattro mesi dalla entrata in vigore\ndella presente Legge, attua per l' esercizio 1977\nun programma di pronto intervento.", '2': 'Nei comprensori di Bonifica Montana, nei Bacini\nMontani classificati ai sensi della Legge e\nnei terreni sottoposti a vincolo ai sensi del RD\n30 dicembre 1923, n. 3267, sono posti a totale\ncarico della Regione, in quanto necessari ai fini\ndella bonifica e della sistemazione dei territori\nmontani, tutti gli interventi di cui agli articoli\n19 e 20 della Legge 25 luglio 1952, n. 991 e 24,\n26, 27 e 28 della Legge 27 ottobre 1966, n. 910,\ncon particolare riguardo alle seguenti opere:\na) rimboschimento di terreni nudi, ricostituzione\ndi boschi deteriorati e completamento\ndelle opere di riforestazione eseguite nei precedenti\nesercizi;\nb) sistemazione idraulico - forestale;\nc) consolidamento delle dune e sabbie mobili\nnei litorali, sempre che si tratti di terreni\nvincolati ai sensi del RD 30 dicembre 1923,\nn. 3267;\nd) ricerca, raccolta ed utilizzazione delleacque, ivi compresi i laghi collinari, quando siano\ndi interesse comune al comprensorio o ad\nuna notevole parte di esso;\ne) viabilità di bonifica montana e di servizio\nforestale;\nf) potenziamento e ampliamento dei vivai\nforestali.', '3': 'Le opere di cui al precedente art. 2 sono eseguite\nin concessione dalle Comunità Montane\ne dagli altri Enti abilitati per legge a svolgere\nfunzioni di bonifica montana, nonchè , in economia\na cura degli Ispettorati Ripartimentali delle\nForeste.\nSono da considerare prioritari i progetti presentati\ndalle Comunità Montane.', '4': 'Alle Comunità Montane, a Enti specializzati,\na Istituti Universitari e a tutti gli Enti abilitati\nper legge a svolgere funzioni di bonifica montana\npossono essere concessi contributi fino al\nlimite del 75% della spesa ritenuta ammissibile,\nper la esecuzione di studi, indagini e ricerche\nrelative alle opere di cui al precedente art. 2.', '5': "Entro quindici giorni dall' entrata in vigore\ndella presente Legge gli Enti di cui al precedente\nart. 3 e gli Ispettorati Ripartimentali delle\nForeste, ciascuno per i territori di competenza,\ndovranno far pervenire alla Giunta Regionale\norganiche porposte ai fini della formulazione\ndel programma di cui al precedente art. 1.", '6': "Allo scopo di consentire la necessaria continuità \ndegli interventi di riforestazione e bonifica\nmontana già attuati nei precedenti esercizi ed\nindispensabile anche ai fini sociali per assicurare\nl' occupazione del bracciantato agricolo,\ncontestualmente alla presente legge, viene approvata\nl' allegata Tabella A concernente il riparto\ndei fondi disposti dalla presente Legge\ntra le Province della Campania per l' esercizio\n1977.\nLa Giunta Regionale è autorizzata a formulare\ne attuare, sentite le Comunità Montane, per\nle opere interessanti il territorio di loro competenza\ne previo parere della III Commissione Consiliare\nPermanente, il programma di pronto intervento\ndi cui all' Art. 1 della presente legge.\nIl programma di pronto intervento, formulato\nsulla base del riparto dei fondi di cui alla predetta\nTabella è articolato in piani esecutivi contenenti:\na) i criteri seguiti per la utilizzazione dei\nfondi per le diverse categorie di opere e iniziative\ndi cui all' art. 2 e per la individuazione deiprogetti e lavori ammessi al finanziamento;\nb) l' elenco delle opere e dei lavori ammessi\nal finanziamento.", '7': "I progetti esecutivi relativi alle opere di cui al\nprecedente Art. 2 e per importi fino a L. 200 milioni\nnon sono sottoposti ad alcun parere tecnico,\nqualora siano predisposti dagli Uffici periferici\ndell' Amministrazione regionale o dagli Uffici\ntecnici degli Enti abilitati a svolgere funzioni\ndi bonifica montana. In questo ultimo caso\nsarà necessaria soltanto la preventiva istruttoria\ndell' Ispettorato Ripartimentale delle Foreste\ncompetente per territorio.\nNegli altri casi e qualora l' importo dei lavori\nsuperi il predetto limite, i progetti sono sottoposti\nal parere tecnico dei Comitati Tecnici Provinciali\nper la bonifica integrale, previa istruttoria\ndegli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste.\nI Comitati Tecnici sono tenuti ad esprimere\nil proprio parere entro 45 giorni dalla ricezione\ndegli atti di progetto.\nIl Presidente della Giunta o l' Assessore al Servizio\nForeste da lui delegato, provvede con Decreto\nalla approvazione dei progetti esecutivi,\nalla concessione dei lavori ed alla relativa assegnazione\ndei fondi.\nIl provvedimento di approvazione e di concessione\nequivale a dichiarazione di pubblica\nutilità , urgenza ed indifferibilità a tutti gli effetti\ndi legge.\nCon il provvedimento di approvazione e di\nconcessione devono essere previste tutte le norme\nda osservare nell' esecuzione dei lavori e, in\nparticolare, quelle riguardanti i sistemi di aggiudicazione,\nil termine di inizio e di ultimazione\ndei lavori e delle procedure espropriative.\nCon analoga procedura sono approvate le perizie\nsuppletive e di variante.\nI progetti esecutivi di cui all' art. 2 possono\ncontemplare spese riguardanti oneri a carattere\ngenerale occorrenti all' allestimento dei progetti\nstessi, alla conduzione dei lavori e alla loro collaudazione,\nancorchè previste dagli appositi capitoli\ninclusi tra le spese correnti del bilancio\ndella Regione Campania.\nI lavori di somma urgenza, resi necessari da\ncause impreviste ed imprevedibili, possono essere\neseguiti dagli Enti concessionari e dagli\nIspettorati Ripartimentali delle Foreste, previa\nautorizzazione del Presidente della Giunta Regionale,\nsu parere o richiesta dei predetti Ispettorati.\nLa perizia esecutiva dovrà essere presentata\nper la approvazione entro 30 giorni dalla data\ndi autorizzazione alla esecuzione dei lavori.", '8': "Per i lavori da eseguirsi in economia dagli\nIspettorati Ripartimentali delle Foreste con il\nDecreto di affidamento dei lavori è disposto lo\naccreditamento dei fondi necessari, la cui gestione\nè sottoposta a controllo successivo esercitato\ndalla Giunta Regionale in sede di presentazione\ndi rendiconti trimestrali.\nIl rendiconto finale dovrà essere corredato dal\ncertificato di collaudo di cui al successivo art. 9.\nPer le opere la cui esecuzione è affidata in concessione\nagli Enti di cui al precedente art. 3, e\nche sono sottoposte alla sorveglianza degli\nIspettorati Ripartimentali delle Foreste competenti\nper territorio, con il Decreto di concessione\nsarà disposto che, ad intervenuta notificazione\ndell' inizio dei lavori, venga accreditato all' Ente\ninteressato l' intero ammontare del finanziamento\nregionale.\nI fondi sono versati su appositi conti correnti\nintestati agli Enti presso i propri tesorieri al\ntasso di interesse previsto dalle singole convenzioni\ndi tesoreria.\nGli Enti beneficiari assumono ogni responsabilità \nin ordine alla destinazione dei fondi stessi.\nL' Istituto di Credito presso il quale è effettuato\nil deposito dei fondi di cui al presente articolo\nprovvede ai pagamenti su ordini emessi\ndall' Ente competente, il quale è obbligato a versare\nannualmente in conto entrate della Regione\ngli interessi attivi maturati su detti conti correnti.\nE' fatto obbligo agli Enti interessati di presentare\nl' apposito rendiconto finale per ogni singolo\nlavoro eseguito, con la dimostrazione della\ngolo lavoro eseguito, con la dimostrazione della\nutilizzazione delle somme accreditate, corredato\ndalla relativa documentazione di spesa e del certificato\ndi collaudo di cui all' art. 9. Detto rendiconto\nè approvato dalla Giunta regionale.\nAl rendiconto deve essere allegata la quietanza\nrelativa al versamento della eventuale somma\neconomizzata, nonchè dei versamenti degli interessi\nattivi di cui al 5º comma del presente\narticolo.", '9': "Ai pagamenti si provvede sulla base dei certificati\nrilasciati dai Direttori dei lavori e vistati\ndal Coordinatore dell' Ufficio su stati di avanzamento\ndei lavori stessi.\nPer le opere in concessione, gli stati di avanzamento,\nqualora riguardino lavori di difficile\nmisurazione, a preminente carattere colturale e\ndi durata pluriennale dovranno essere vistati anche\ndagli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste\npreposti alla sorveglianza dei lavori.Le opere sono sottoposte a collaudo finale da\neffettuarsi da un funzionario tecnico, con specifica\ncompetenza professionale, incaricato dallo\nAssessore per le Foreste che ne vista le risultanze.", '10': '\nAlla concessione e liquidazione dei contributi\nprevisti dal precedente art. 4 provvede la Giunta\nRegionale previa istruttoria del Servizio Foreste.', '11': "\nAll' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge stabilito in L. 10.000 milioni si farà \nfronte mediante riduzione di pari ammontare\ndello stanziamento di cui al Capitolo 785 dello\nstato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1977, << Fondo globale per le spese di investimenti\nderivanti da provvedimenti legislativi\nin corso ed attinenti a funzioni normali della\nRegione >> e mediante iscrizione della somma di\nL. 10.000 milioni al Capitolo 280, di nuova istituzione,\ndello stato di previsione medesimo, con\nla seguente denominazione: << Programma di\npronto intervento nel settore della bonifica montana\ne della riforestazione per l' anno 1977 >>.", '12': "\nLa presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti degli articoli 127,\n2º comma della Costituzione e 45 dello Statuto\ned entra in vigore il giorno successivo dalla sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 luglio 1977\nAllegato : 1\nRipartizione dei fondi occorrenti per opere di riforestazione\ne di bonifica montana tra le varie Provincie: //\nProvincia di Avellino, importo L. 2.475.000.000, percentuale\n24,75; //\nprovincia di Benevento, importo L. 2.079.000.000, percentuale\n20,79; //\nprovincia di Caserta, importo L. 1.118.000.000, percentuale\n11,88; //\nprovincia di Napoli, importo L. 891.000.000, percentuale\n8,91; //\nprovincia di Salerno, importo L. 3.267.000.000, percentuale\n32,67.\nTotali L. 9.900.000.000.\nFondi assegnati per la realizzazione di altre opere di\nbonifica montana L. 0; //\ncontributi per indagini e studi a Comunità \nMontane e altri Enti (art. 5) L. 100.000.000,\npercentuale 1,00; //Contributi per rimboscamenti volontari (art. 4)\nAccantonamento per interventi di somma urgenza\n(art. 11) L. 0.\nTotale generale L. 10.000.000.000 percentuale 100."}
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campania
1,977
33
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{'1': "Per le finalità previste dalla Legge regionale\n10 aprile 1975, n. 16, la Regione Campania è \nautorizzata ad erogare in favore dell' Ente per\nle Ville Vesuviane, il contributo annuo di lire\n200.000.000 (duecentomilioni) per il 1976 e per\nciascuno degli esercizi finanziari successivi fino\nal 1980.", '2': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndel precedente articolo si provvede,\nper il 1976, mediante riduzione di lire\n200.000.000 dello stanziamento di cui al capitolo\n3633 dello stato di previsione della spesa perl' anno finanziario 1976 << Fondo occorrente per\nfar fronte a spese in conto capitale derivanti da\nprovvedimenti legislativi regionali in corso >> e\nmediante l' iscrizione della somma di L.\n200.000.000 nel capitolo 3182 - Titolo II -\nSezione X, del medesimo stato di previsione\n<< Contributo all' Ente per le Ville Vesuviane per\nla conservazione, il restauro, la valorizzazione\ndelle medesime (legge regionale 10 aprile 1975,\nn. 16) >>.\nPer gli anni dal 1977 al 1980 si provvede per\nlire 200.000.000, per ogni anno di rifinanziamento,\ncon i corrispondenti stanziamenti sullo stesso\nstato di previsione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 luglio 1977"}
null
campania
1,977
32
null
{'1': "Allo scopo di favorire la promozione, lo sviluppo\ne la qualificazione della cooperazione che\nopera nelle materie previste dall' art. 117 della\nCostituzione, la Regione Campania, in attuazione\ndell' art. 4 dello Statuto regionale, interviene\nnelle forme e con le modalità previste dalla\npresente legge.\nLa Regione, concede, altresì , sovvenzioni alle\nforme associative della cooperazione per favorirne\nl' inserimento nei programmi di sviluppo\neconomico produttivo della Regione, per sollecitarle\nad applicare rapporti sociali ispirati ai\nprincipi della cooperazione a carattere mutualistico.\nPer le finalità di cui al primo comma del\npresente articolo è istituita presso l' Assessorato\ncompetente la Consulta regionale per lo sviluppo\ne la promozione della cooperazione in Campania.", '2': "La Consulta regionale di cui all' art. 1 è composta:\na) dall' Assessore alla Programmazione Economica\nche la presiede e dagli Assessori che\nsovraintendono ai servizi che svolgono funzioni\nnei settori d' intervento della cooperazione;\nb) da un rappresentante per ciascuna Associazione\nregionale delle cooperative operanti\nin Campania e facenti capo all' AGCI (Associazione\nGenerale Cooperative Italiane) per ogni\ncento cooperative associate o frazione non inferiore\na cinquanta;\nc) da un rappresentante per ciascuna associazioneregionale delle cooperative operanti in\nCampania e facenti capo alla CCI (Confederazione\nCooperative Italiane) per ogni cento cooperative\nassociate o frazione non inferiore a cinquanta;\nd) da un rappresentante per ciascuna associazione\nregionale delle cooperative operanti\nin Campania e facenti capo alla LNCM (Lega\nNazionale Cooperative e Mutue) per ogni cento\ncooperative associate o frazione non inferiore a\ncinquanta;\ne) da un rappresentante designato dall' Unione\nRegionale delle Camere di Commercio;\nf) da un rappresentante dell' Ente di Sviluppo\nin Agricoltura;\ng) da un rappresentante dell' Ente regionale\ndi sviluppo per l' Artigianato;\nh) da tre esperti di problemi della cooperazione\ndesignati dal Consiglio Regionale con\nvotazione limitata a due nominativi;\ni) da un rappresentante dell' Ufficio Regionale\ndel Lavoro e della Massima Occupazione.\nEsplica la funzione di Segretario un funzionario\ndell' Assessorato alla Programmazione Economica.", '3': "La Consulta regionale ha i seguenti compiti:\na) proporre alla Giunta regionale tutti\nquei provvedimenti, indagini, studi, ricerche, inchieste\nutili alla diffusione ed al consolidamento\ndelle forme cooperative;\nb) esprimere pareri sugli schemi di disegni\ndi legge e sui regolamenti in materia di cooperazione;\nc) concordare con la Giunta regionale i modi\ne i tempi delle realizzazioni delle iniziative\ndecise dalla Giunta medesima;\nd) esprimere parere sui piani regionali di\nconcessione secondo quanto previsto dall' articolo\n9 della presente legge;\ne) esprimere parere su tutte le questioni in\nmateria di cooperazione per le quali lo stesso\nsia prescritto da leggi o regolamenti o sottoposte\nal suo esame dalla Giunta regionale.", '4': 'La Consulta è convocata dal suo Presidente\nalmeno una volta ogni tre mesi e quante altre\nvolte il Presidente per fondati motivi, lo riterrà \nopportuno, oppure dietro richiesta motivata di\nun terzo dei componenti.\nAi membri della Consulta spetta un gettone\ndi presenza pari a L. 10.000 per ogni seduta e in\nogni caso per non più di tre sedute per ciascun\nmese.', '5': "La Giunta regionale concede una sovvenzione\nordinaria annuale alle Organizzazioni di cui alle\nlettere b), c), d), dell' art. 2 quando continuo nonmeno di cento cooperative aderenti nella Regione.\nTale sovvenzione è disposta:\na) per lo svolgimento di iniziative volte alla\npromozione cooperativa, alla formazione di\nquadri dirigenti intermedi ed ausiliari, all' organizzazione\ndi convegni, congressi e viaggi di studio,\nnonchè per l' assistenza tecnica ed amministrativa\nalle società cooperative e per ogni\naltra iniziativa riconosciuta valida allo sviluppo\ndella cooperazione;\nb) per la partecipazione a convegni, congressi,\nseminari, viaggi di studio, utili per la\nconoscenza di nuovi indirizzi produttivi e di\nnuove tecniche di amministrazione; per la organizzazione\ndi manifestazioni di attività di propaganda\ne divulgazione cooperativistica, per\nsostenere lo sviluppo ed il funzionamento delle\nproprie strutture territoriali, nonchè per ogni\naltra iniziativa riconosciuta utile allo sviluppo\ndella cooperazione in Campania.\nPossono essere, altresì , considerate le spese\ngenerali di organizzazione, quelle per l' acquisto\ndi mezzi e di attrezzature e per il personale\ndipendente necessario alla realizzazione del programma\npresentato.", '6': "La sovvenzione ordinaria è corrisposta per il\n40% dello stanziamento annuale in parti uguali\nfra tutte le organizzazioni cooperative di cui\nall' art. 5 e per il restante 60% sempre fra le\nstesse organizzazioni, in misura direttamente\nproporzionale al numero delle cooperative che\nal 31 dicembre dell' anno precedente risultino\naderenti ad ogni associazione.", '7': "L' Amministrazione regionale, è autorizzata,\ninoltre, a sostenere spese dirette per:\n- l' organizzazione di convegni, conferenze, congressi\ne viaggi di studio;\n- la partecipazione a rassegne, esposizioni,\nconcorsi;\n- l' assegnazione di borse di studio ed i premi\nscolastici;\n- la stampa e la propaganda cooperativa;\n- ogni altra iniziativa ritenuta idonea allo sviluppo\ndella cooperazione.", '8': "Per ottenere le sovvenzioni previste dall' art.\n5 della presente legge, i Presidenti degli organismi\nassociativi regionali di cui ai punti b) - c)\n- d) dell' articolo 2 sono tenuti a presentare domanda\nentro il 31 ottobre di ogni anno alla\nGiunta Regionale.\nPer l' anno in corso la domanda dovrà essere\npresentata entro 60 giorni dall' entrata in vigoredella presente legge.\nLa domanda dovrà essere corredata dal programma\ndi attività e dal preventivo di spesa\nrelativo alle iniziative ammissibili a sovvenzione\na norma dell' art. 5 indicato al primo comma.", '9': 'La Giunta regionale, sentita la Commissione\nconsiliare competente, approva il piano di concessione\ndelle sovvenzioni, delibera la concessione\ndel contributo e ne indica le modalità di\nerogazione.', '10': "\nLe Organizzazioni beneficiarie delle sovvenzioni\ndi cui all' articolo 5 dovranno presentare, entro\ni tre mesi successivi alla chiusura delle attività \nfinanziate, una dettagliata relazione sul\nprogramma svolto, nonchè una dichiarazione\ndalla quale risulti la destinazione data alla sovvenzione.", '11': "\nIl controllo sull' impiego delle somme a norma\ndella presente legge spetta alla Giunta Regionale.\nIn caso di accertata irregolarità dell' impiego\ndi dette somme o nell' adempimento degli obblighi\nassunti, la Giunta regionale adotta i provvedimenti\nnecessari per il recupero delle somme\nerogate.", '12': "\nI contributi e gli interventi finanziari di cui\nalla presente legge non sono cumulabili con i\ncontributi e gli interventi previsti dalle leggi\nregionali 9 novembre 1974, n. 60 recante << Interventi\na favore della cooperazione agricola >> e\n10 gennaio 1975, n. 1 recante << Contributi per\nfavorire la realizzazione del settore distributivo\ne lo sviluppo dell' associazionismo economico\ntra medi e piccoli operatori commerciali >>, nè \ncon altri contributi ed interventi previsti da altre\nleggi regionali sulla cooperazione.\nQualora il programma di attività di cui all'\narticolo 8 della presente legge preveda anche\niniziative finanziabili in base alla legislazione\nper settore in favore di cooperative di cui al\ncomma precedente, esso deve riportare l' indicazione\ndella fonte legislativa specifica e dell' importo\ndi spesa previsto; la Giunta Regionale\nvaluterà di volta in volta quale finanziamento sia\npiù compatibile con l' iniziativa anche in relazione\nai programmi globali di attività .", '13': "\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge è stabilito per l' anno 1977 in lire\n150 milioni, di cui lire 120 milioni per le sovvenzioni\npreviste all' articolo 5, lire 15 milioni\nper le iniziative di cui all' articolo 7 e lire 15\nmilioni per le spese di funzionamento della Consulta.A detto onere si provvede mediante prelievo\ndella somma di lire 150 milioni dal Cap. 784\n<< Fondo globale per le spese correnti derivanti\nda provvedimenti legislativi in corso ed attinenti\na funzioni normali della Regione >> dello stato\ndi previsione della spesa per l' anno finanziario\n1977, che si riduce di pari importo, e la iscrizione\ndella somma di lire 150 milioni nel Capitolo\n399, del medesimo stato di previsione, di\nnuova istituzione, con la denominazione << Interventi\nper lo sviluppo e la promozione della\nCooperazione in Campania - Spesa per la Consulta\nregionale della cooperazione >>.\nPer gli anni finanziari successivi l' onere farà \ncarico ai corrispondenti capitoli di bilancio.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della regione\nCampania.\nNapoli, 7 luglio 1977"}
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campania
1,977
44
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{'1': "La Regione Campania, nell' ambito dell' organizzazione\ndei servizi sociali e sanitari di base,\npromuove e coordina nel suo territorio il servizio\ndi assistenza alla famiglia, al singolo, alla\ncoppia, alla maternità ed alla paternità responsabile\nper conseguire le finalità di cui alla\nLegge dello Stato 29 luglio 1975, n. 405.", '2': "Le finalità del servizio di cui all' art. 1 sono:\na) l' informazione sui problemi della sessualità \nsia a mezzo di consulenza diretta sia con\niniziative inerenti il settore sanitario e sociale\nanche attraverso l' organizzazione di idonei corsi\nda attuarsi con la collaborazione di organi\ncollegiali della scuola ed anche tramite la promozione\ndi corsi pubblici;\nb) l' assistenza psicologica e sociale per la\npreparazione alla maternità ed alla paternità \nresponsabile, per la soluzione dei problemi della\nfamiglia, della coppia e del singolo anche in\nordine alla problematica minorile;\nc) la tutela della salute della donna e del\nprodotto del concepimento, nel contesto del\nprincipio costituzionale di tutela della salute\ncome fondamentale diritto dell' individuo e come\nirrinunciabile bene sociale;\nd) la divulgazione delle informazioni sui\nmetodi idonei a promuovere ovvero a prevenire\nla gravidanza;\ne) la somministrazione dei mezzi necessari\nper conseguire le finalità liberamente scelte dallacoppia e dal singolo in ordine alla procreazione\nresponsabile nel rispetto delle convinzioni\netiche e della integrità fisica degli utenti;\nf) l' informazione ai fini della prevenzione\ndella patologia materno - infantile nel periodo\nprenatale, perinatale, postnatale;\ng) l' assistenza alla donna in caso di interruzione\nspontanea della gravidanza e nei casi\nd' interruzione ammessi dall' ordinamento giuridico\nvigente avvalendosi delle strutture abilitate\na tale scopo;\nh) ogni altro intervento volto al conseguimento\ndegli scopi di cui all' art. 2 della Legge 29\nluglio 1975, n. 405.", '3': 'La Regione esercita le sue funzioni in materia\ndelegandole ai Comuni o loro aggregazioni,\nriservandosi i compiti di programmazione del\nservizio e di formazione del piano annuale di\nfinanziamento, nonchè compiti di alta vigilanza\ne poteri sostitutivi in caso di inadempienza\ndegli Enti obbligati.', '4': 'Le finalità di cui agli articoli che precedono\nsono realizzate dai consultori familiari.\nDetti organismi hanno funzione di consulenza\nin relazione ai servizi sanitari e psicosociali a\nstruttura pluridisciplinare nel contesto della\nprogrammazione socio - sanitaria regionale.\nI Consultori sono istituiti da parte dei Comuni,\ndei loro Consorzi, delle Comunità Montane,\nquali strutture delle istituende unità sanitarie\nlocali.\nPossono, altresì , essere istituiti da istituzioni\no da Enti pubblici e privati che abbiano finalità \nsociali, sanitarie o assistenziali senza scopo di\nlucro, quali presidi di gestione diretta o convenzionata\ndelle unità sanitarie locali quando\nqueste saranno istituite.', '5': "Gli Enti obbligati all' istituzione dei Consultori\nper l' assolvimento dei compiti di cui alla\npresente legge possono convenzionarsi con istituzioni\no Enti pubblici e privati che abbiano\nfinalità sociali, sanitarie o assistenziali senza\nscopo di lucro il cui servizio consultoriale risponda\nalle finalità ed ai criteri gestionali e organizzativi\nprevisti dalla presente legge.\nLa convenzione dovrà comunque definire:\n- la durata della stessa;\n- l' onere a carico dell' ente obbligato;\n- le modalità di eventuale uso di attrezzature\npubbliche;\n- le modalità di controllo gestionale e di attuazione\ndei principi della presente legge;-la pubblicità dei bilanci.", '6': 'Il servizio dei Consultori disciplinati dalla\npresente legge è gratuito per tutti i cittadini\nitaliani e per gli stranieri residenti o che comunque\nsoggiornino sul territorio nazionale.\nLa scelta del Consultorio è libera.', '7': "Il personale di consulenza ed assistenza addetto\nai consultori familiari disciplinati dalla\npresente legge deve essere in possesso di titoli\nspecifici inerenti le discipline previste dall' articolo\n3 della Legge 29 luglio 1975, n. 405.\nPresso ogni consultorio operano, in conformità \ndell' art. 3 della legge innanzi richiamata,\nquattro specialisti di cui almeno uno ginecologo.\nPresta servizio presso ogni Consultorio un'\ninfermiera professionale.\nIl personale di consulenza del Consultorio\nopera prevalentemente secondo il metodo del\nlavoro di gruppo e della interdisciplinarietà .\nIl personale che opera nei Consultori è tenuto\nal segreto professionale.", '8': "I Consultori pubblici, ai fini degli opportuni\ninterventi e della somministrazione dei mezzi\nnecessari si avvalgono degli uffici sanitari dei\nComuni, dei loro Consorzi e delle Comunità \nMontane, delle condotte mediche ed ostetriche,\ndei servizi di medicina scolastica e di quelli\nsocio - sanitari del territorio campano, nonchè \ndel personale già appartenente alla disciolta Opera\nNazionale Maternità e Infanzia e di quello\nrisultante disponibile per effetto dello scioglimento\ndegli Enti mutualistici.\nI Consultori di cui all' ultimo comma dell' art. 4\nadempiono alle funzioni della presente legge\nmediante convenzioni con le unità sanitarie locali\ne, fino all' entrata in vigore della riforma\nsanitaria, con gli Enti sanitari operanti nel\nterritorio.\nI Consultori pubblici e privati possono avvalersi\ndegli enti operanti nel territorio sia per\ngli esami di laboratorio e radiologici, sia per\nogni altra ricerca strumentale idonea al conseguimento\ndelle finalità previste dalla presente\nlegge.\nGli Enti ospedalieri ed i presidi specialistici\ndegli Enti pubblici di assistenza sanitaria sono\ntenuti a fornire le prestazioni di cui al comma\nche precede ai sensi della legge 17 agosto 1974,\nn. 386. La Regione rimborserà gli enti di cui al\ncomma precedente per le prestazioni erogate\na coloro che non usufruiscono di assistenza sanitaria\na carico di enti pubblici.Resta a carico della Regione o dell' Ente mutualistico\ntenuto all' assistenza sanitaria a favore\ndell' utente, l' onere delle prescrizioni di prodotti\nfarmaceutici.", '9': "La Regione promuove corsi di formazione\nprofessionale ed aggiornamento per il personale\ndei Consultori attraverso intese con le Università \ne con gli Enti ospedalieri nel rispetto\ndelle normative statali attinenti l' istruzione universitaria\ne la formazione del personale sanitario\ne sanitario ausiliario.", '10': "\nFino alla istituzione delle unità sanitarie locali,\ni Comuni, i loro Consorzi e le Comunità \nMontane gestiscono i servizi consultoriali garantendo\nil pieno diritto alla partecipazione democratica\nsulla base dell' art. 47 dello Statuto\ndella Regione Campania.\nGli Enti gestori approvano con deliberazione\nconsiliare o consortile il regolamento dei servizi\nconsultoriali.\nIl regolamento dei servizi consultoriali deve\nprevedere forme di partecipazione delle forze\nsociali organizzate sul territorio per quanto concerne\nla programmazione, la metodologia dell'\nintervento ed il controllo dell' attività da assicurare,\nin ogni caso, la consultazione delle associazioni\nfamiliari, delle associazioni femminili,\ndelle organizzazioni sindacali.\nI Consultori di cui al quarto comma dell' art. 4\ndella presente legge sono istituiti e gestiti in\nconformità di propri Statuti che ne assicurino\nla rispondenza alle finalità ed alle modalità \nstabilite dalla presente legge ed altresì la gestione\ndemocratica con la partecipazione degli\nutenti.", '11': "\nLa Regione esercita la vigilanza tecnico - sanitaria\nsui Consultori a mezzo dei Comuni competenti\nper territorio i quali ogni anno dovranno\ninviare relazione sull' uso della delega.\nIl Consiglio Regionale esamina le relazioni\nannuali dei Comuni unitamente ad un giudizio\ncomplessivo della Giunta Regionale.", '12': "\nIl Consiglio Regionale approva entro il mese\ndi marzo di ogni anno, su proposta della Giunta,\nla programmazione del servizio dei Consultori\nnell' ambito del territorio, tenendo conto delle\nnecessità locali, delle indicazioni dei Comuni,\ndei loro Consorzi e delle Comunità Montane e\ndella preesistenza di strutture sanitarie.\nLa Giunta presenta la proposta di piano al\nConsiglio Regionale entro il mese di febbraio.I criteri da assumersi a base della predisposizione\nnel piano annuale di intervento dovranno\nscaturire dalla valutazione:\na) della situazione socio - economica;\nb) dello stato dei servizi sanitari e sociali;\nc) dei tassi di natalità , morbilità e mortalità \nperinatale ed infantile;\nd) delle condizioni della viabilità e dei\ntrasporti.\nIn sede di programmazione va assicurata comunque\nla presenza di un consultorio per ogni\nunità sanitaria locale e di servizi sociali.", '13': "\nIl programma assegna i finanziamenti annuali\nagli Enti obbligati.\nLe somme vengono trasferite con versamento\nsemestrale agli enti obbligati che provvedono\nalla spesa e ne rendono annualmente conto.\nAgli oneri derivanti dall' applicazione della\npresente legge si provvede con le quote annuali\nattribuite alla Regione ai sensi della legge statale\n29 luglio 1975, n. 405 e con appositi stanziamenti\nintegrativi della Regione.\nLe somme non impegnate nell' esercizio finanziario\ndi competenza possono essere utilizzate\nnegli esercizi successivi.\nAll' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge, stabilito in L. 1.261.050.975 per il\n1976, si provvede con lo stanziamento di cui al\nCapitolo 3544 - Titolo II - Sez. XIII - Rubrica\n26 dello stato di previsione della spesa,\nistituito con il 3º provvedimento di variazione\nal bilancio 1976 con la denominazione << Istituzione\ne funzionamento dei Consultori familiari >>.\nAll' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge per l' anno 1977 si fa fronte con lo\nstanziamento di cui al Capitolo 720 dello stato\ndi previsione della spesa per l' anno 1977, previamente\nintegrato della somma di L. 100 milioni\nmediante prelievo di pari ammontare dallo\nstanziamento di cui al Capitolo 784 << Fondo\nglobale per spese correnti derivanti da provvedimenti\nlegislativi in corso ed attinenti a funzioni\nnormali della Regione >> dello stato di\nprevisione medesimo, che per l' effetto si riduce\ndi pari importo.\nAll' onere per gli anni successivi si farà fronte\ncon gli appositi stanziamenti di bilancio.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 8 agosto 1977"}
null
campania
1,977
45
null
{'1': "Fino all' entrata in vigore della legge regionale\nche disciplini organicamente la materia di attuazione\ndelle direttive del Consiglio della CEE\nnn. 159, 160 e 161 dell' 1 aprile 1972 e n. 268 del\n28 aprile 1975, tutte le funzioni conferite alla Regione\ndalle leggi 9 maggio 1975, n. 153 e 10 maggio\n1976, n. 352, sono provvisoriamente esercitate\ndalla Giunta regionale, sentita la competente\ncommissione consiliare permanente, con le\nmodalità , le direttive ed i programmi approvati\ncon deliberazione del Consiglio regionale.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 della Costituzione e dell' art. 45\ndello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno\nsuccessivo alla sua pubblicazione sul Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 25 agosto 1977"}
null
campania
1,977
67
null
{'1': "Per le finalità previste dalla legge regionale 10\naprile 1975, n. 16, la Regione Campania è autorizzata\nad erogare in favore dell' Ente per le Ville\nVesuviane un contributo annuo di Lire 200\nmilioni per il 1977 e per ciascuno degli esercizi\nfinanziari successivi fino al 1980.", '2': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndel precedente articolo si provvede, per\nil 1977, con lo stanziamento di cui al Capitolo\n265 - Titolo II, dello stato di previsione della\nspesa del bilancio per l' anno finanziario 1977.\nPer gli anni dal 1978 al 1980 si provvederà \ncon i corrispondenti stanziamenti dei medesimi\nstati di previsione, da finanziarsi con le risorse\ndi cui all' art. 9 della legge 16 maggio 1970, n.\n281.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 27 dicembre 1977"}
null
campania
1,977
66
null
{'1': "Durante lo svolgimento degli esami finali,\npresso le scuole speciali istituite, ai sensi della\nlegge 10 agosto 1976, n. 555, per il conseguimento\ndel certificato di abilitazione all' esercizio dell'\narte sanitaria ausiliaria di infermiere generico,\ndel diploma di stato di infermiere professionale\ne di vigilatrice d' infanzia, del certificato di specializzazione\ndi infermiere professionale specializzato,\ndel certificato di abilitazione a funzioni\ndirettive di assistenza infermieristica, del diploma\ndi tecnico di radiologia, nonchè dell' attestato\ndi vigile sanitario, di infermiere psichiatrico,\ndi tecnico di anatomia patologica, di\ntecnico di istopatologia, è autorizzato a presenziare\nai lavori delle commissioni di esame un\nrappresentante delle organizzazioni sindacali\npiù rappresentative dei lavoratori.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti del secondo comma dell' art.\n127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nsuccessivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 27 dicembre 1977"}
null
campania
1,977
10
null
{'1': "La progettazione, l' affidamento e la esecuzione\ndei lavori e degli interventi di cui all' art. 2\ndella legge 5 agosto 1975, n. 412, relativi ai piani\ntriennali di edilizia scolastica per il periodo\n1975- 1980, sono disciplinati dalla presente\nlegge.", '2': "Gli Enti obbligati, anche riuniti in Consorzio,\nprovvedono alla progettazione ed alla esecuzione\ndei lavori di cui al precedente articolo, predisponendo,\nove possibile, complessi organici di scuole\ndi vario ordine e grado.\nGli Enti obbligati possono avvalersi, per la\nprogettazione ed esecuzione, sia di singole opere,\nsia di piani organici di opere e, in particolare,\nquando le opere stesse siano da realizzarsi\ncon ricorso a processi di industrializzazione edilizia,\ndell' istituto della concessione di cui agli\narticoli 4 e 5 della legge 5 agosto 1975, n. 412,\nsulla base di apposita convenzione che dovrà \nprevedere quanto stabilito dalla predetta norma.\nL' affidamento in concessione viene assentito\ndalla Giunta regionale, su richiesta motivata degli\nEnti obbligati.", '3': "Gli Enti obbligati devono curare che i progetti\ntecnici esecutivi vengano redatti da un ingegnere,\nda un architetto o da altro tecnico, nello\nambito delle competenze professionali, secondo\nle indicazioni di cui alla legge 5 agosto 1975,\nn. 412, e in osservanza della normativa di cui\nal DM 18 dicembre 1975, nel termine di 4 mesi,decorrenti dalla data di pubblicazione, sul\nBollettino Ufficiale della Regione, dei piani\ntriennali di finanziamento regionali.\nI progetti dovranno essere accuratamente\ncompilati, osservando le norme contenute nel\nDM 29 maggio 1895, modificato con DCPS\n15 luglio 1947, n. 763, allo scopo di dar corso\nalla esecuzione dell' opera senza alcuna incertezza.\nI progetti dovranno, inoltre, essere muniti dei\nseguenti pareri:\na) dell' Ufficiale sanitario;\nb) del Soprintendente ai Monumenti, ove\nnecessiti.\nI pareri predetti si intendono favorevolmente\nacquisiti in via definitiva, ove non emessi entro\n30 giorni dalla data di ricezione della richiesta.", '4': "Le spese per progettazione, direzione dei lavori\ne collaudo delle opere che possono essere\ncomprese nei progetti, ai termini dell' art. 2 della\nlegge 5 agosto 1975, n. 412, sono determinate\nin base alle vigenti tariffe professionali sullo\nammontare dei lavori e delle espropriazioni risultanti\ndal progetto approvato.\nIl pagamento dei corrispettivi dovuti ai tecnici\nliberi professionisti, per le prestazioni di\ncui al 1º comma, è disposto su presentazione\ndi notule, da parte dei professionisti stessi, debitamente\nvistate dal legale rappresentante dello\nEnte obbligato.", '5': "I progetti di qualsiasi importo, redatti da uffici\ntecnici degli Enti obbligati, diretti da un ingegnere\no architetto, sono approvati in via definitiva,\nai sensi della presente legge, dagli organi\ncompetenti degli Enti stessi, mediante apposita\ndeliberazione, da adottarsi entro sette\nmesi decorrenti dalla data di pubblicazione dei\npiani triennali di finanziamento regionale, su\nconforme attestazione, da parte del responsabile\ndell' Ufficio tecnico, dell' avvenuto rispetto\ndelle norme tecniche, di cui al precedente articolo\n3, e con dichiarazione di disponibilità della\narea scelta, in conformità di quanto disposto\nal successivo articolo 8.\nI progetti di qualsiasi importo, approvati da\nEnti obbligati non provvisti di uffici tecnici o\nnon diretti da ingegneri o architetti, nonchè \nquelli relativi ad opere da affidare in concessione,\ndevono essere corredati dal visto di conformità \ndell' Amministrazione Provinciale competente\nper territorio, che lo rilascia con delibera\ndi Giunta, previo riscontro del proprio ufficio\ntecnico della completezza della documentazione\ne dell' avvenuto rispetto delle norme tecniche dicui al precedente articolo 3, nonchè delle previsioni\ndi spesa.\nTale visto deve essere apposto entro 30 giorni\ndalla ricezione degli atti.\nI progetti delle opere finanziate ai sensi della\npresente legge non sono sottoposti ai pareri tecnici\nprevisti dall' art. 285 della legge comunale\ne provinciale 3 marzo 1934, n. 383 e successive\nmodificazioni, e sono approvati con delibera\ndel Consiglio dell' Ente obbligato.\nCopie delle menzionate deliberazioni, appena\ndivenute esecutive, nonchè dei progetti delle\nopere, devono essere inviate alla Giunta regionale.", '6': "Decorsi, infruttuosamente, i termini di cui al\nprecedente articolo, nonchè quello del successivo\narticolo 9, la Giunta regionale adotta i\nprovvedimenti sostitutivi, intesi alla sollecita\nrealizzazione dell' opera.\nLa Giunta Regionale delibera, altresì , su preliminare\nparere delle commissioni di collaudo\nin corso d' opera, anche per i progetti approvati\ndagli Enti obbligati, in ordine:\na) alla definizione delle vertenze insorte con\nle imprese, in dipendenza dell' appalto;\nb) alle richieste di maggiori compensi, esclusi\ni casi di cui al successivo articolo 7, avanzate\nin corso di opere o in sede di collaudo;\nc) alle proposte di risoluzioni o rescissione\ndi contratto;\nd) alle determinazioni di nuovi prezzi che\ncomportano una spesa superiore al quinto contrattuale;\ne) alle transazioni con le imprese.\nCopia della deliberazione della Giunta regionale\nviene notificata agli Enti obbligati.\nLe commissioni di collaudo in corso d' opera,\ndi cui al 2º comma del presente articolo, sono\nnominate dalla Giunta regionale, a seguito della\ncomunicazione dell' avvenuto appalto dei lavori,\nda parte dell' Ente obbligato.\nAlle commissioni stesse sono demandati tutti\ni controlli relativi alla esecuzione dei lavori.", '7': "Le perizie relative ai lavori di variante e suppletivi,\nnonchè le relative eventuali maggiori\nspese, sono approvate con le stesse procedure\npreviste al precedente articolo 5.\nLe maggiori spese, di cui al precedente comma,\ndebbono, in ogni caso, rientrare nel limite\ndell' impegno totale assunto per la esecuzione\ndelle singole opere, con l' utilizzazione eventuale\ndelle somme a disposizione per imprevisti, e\ndelle economie derivanti da ribasso d' asta, sempre\nche il nuovo importo dell' appalto non superi\ni 6/ 5 di quello originario e i maggiori lavorinon alterino la natura e la destinazione\ndell' opera.", '8': "Le opere comprese nei piani di finanziamento\nprevisti dalla presente legge sono, a tutti gli\neffetti, riconosciute di pubblica utilità , ed i lavori\nsono dichiarati urgenti ed indifferibili.\nPer quanto riguarda la scelta delle aree necessarie\nper la realizzazione delle opere, si applicano\nle norme contenute nei comma 1º, 2º,\n3º e 4º dell' art. 10 della legge 5 agosto 1975,\nn. 412.\nLa commissione, di cui al citato articolo\n10/ 412, può confermare, su richiesta dell' Ente\nobbligato, la scelta dell' area, già effettuata dalla\ncommissione prevista dall' art. 2 della legge 26\ngennaio 1962, n. 17, prima dell' entrata in vigore\ndella ripetuta legge 412.\nLa scelta di nuove aree o la conferma di quelle\ngià prescelte deve essere effettuata dalla sopracitata\ncommissione, entro venti giorni dalla richiesta\ndell' Ente obbligato.\nPer le aree prescelte secondo le previsioni degli\nstrumenti urbanistici approvati o adottati,\ne per quelli individuati con la deliberazione consiliare\ndi cui al secondo comma dell' art. 10 della\ncitata legge 412, può essere disposta, previa redazione\ndegli stati di consistenza, la occupazione\ndi urgenza, a norma dell' art. 20 della legge\n22 ottobre 1971, n. 865.", '9': "Per l' acquisizione delle aree di cui al precedente\narticolo, gli Enti obbligati devono promuovere\nla procedura per la occupazione di urgenza,\nentro 90 giorni dalla data di approvazione\ndei piani triennali di finanziamenti regionali.", '10': "\nLe funzioni amministrative relative all' accesso\nagli immobili da espropriare per la redazione\ndegli stati di consistenza, la esecuzione delle\nmisurazioni e dei rilievi, nonchè l' occupazione\ntemporanea di urgenza degli immobili predetti,\nsono delegate agli Enti obbligati.\nPer le procedure espropriative e determinazioni\ndelle relative indennità , si applicano le\nnorme di cui alla legge 22 ottobre 1971, n. 865 e\nsuccessive modificazioni.", '11': "\nAll' appalto delle opere, gli Enti obbligati devono\nprovvedere entro 40 giorni dalla data in\ncui diviene esecutivo il provvedimento di approvazione\ndei relativi progetti.", '12': "\nAll' appalto delle opere deve provvedersi con\nil sistema della licitazione privata.La gara può essere aggiudicata anche nel caso\ndi un' unica offerta valida.\nLe gare di licitazione privata, andate deserte,\npossono essere subito rinnovate, anche con ammissione\ndi offerte in aumento, senza l' obbligo\ndi ulteriore pubblicazione.\nIn tal caso, la gara può essere aggiudicata\nal migliore offerente, purchè alla gara stessa\nsiano pervenute almeno due offerte valide.\nSe anche la gara in aumento va deserta, può \nesperirsi la trattativa privata, sempre che ricorrano\nmotivi di comprovata economicità e convenienza.\nQualora si proceda con il sistema dell' appalto\nconcorso, l' aggiudicazione deve avvenire con apposita\ndeliberazione del competente organo consiliare\ndell' Ente obbligato.", '13': "\nPossono essere ammessi appalti anche con\ngruppi di imprese, purchè l' impresa capo gruppo\nsia iscritta all' Albo Nazionale dei Costruttori\nper le categorie e gli importi corrispondenti ai\nlavori da appaltare.\nDette imprese debbono presentare alla stazione\nappaltante, unitamente all' offerta:\na) una lista di membri del gruppo, con la\ndesignazione del procuratore o mandatario;\nb) l' impegno sottoscritto da ciascun associato,\nconcernente il riconoscimento che il procuratore\nrappresenta ciascuna impresa verso il\ncommittente, allo scopo di presentare l' offerta\ne di procedere a tutte le operazioni conseguenti\nalla eventuale aggiudicazione, fino al collaudo\ncompreso;\nc) l' autorizzazione al procuratore a riscuotere,\ncon effetto illimitato, per ciascuno dei\nmembri;\nd) l' assunzione della responsabilità solidale\ndell' Impresa capo gruppo per l' intera opera, e\ndelle responsabilità di ciascun membro per la\nesecuzione della parte dei lavori che, nella presentazione\ndell' offerta, risulti di sua pertinenza.", '14': "\nLa consegna dei lavori può essere immediatamente\ndisposta, all' atto dell' aggiudicazione, e\ncon riserva della successiva approvazione da\nparte dei competenti organi della stazione appaltante.\nNel caso di esperimento di gara in aumento,\nla consegna immediata dei lavori può essere\ndisposta all' atto della aggiudicazione, nei limiti\ndelle somme impegnate.", '15': '\nI lavori devono essere attuati nei termini contrattuali,\nsalvo proroghe che potranno essere accordate,\nper cause di forza maggiore, e per un\nperiodo di tempo, che, nel complesso, non superii sei mesi, dagli Enti obbligati.', '16': "\nTutti i pagamenti, a qualsiasi titolo dovuti,\nsono effettuati dagli Enti obbligati, in base a\nmandati intestati direttamente agli Enti stessi,\nche daranno rendiconto, esclusivamente contabile,\ndelle somme erogate, entro il termine di sei\nmesi dall' ultimo pagamento effettuato.", '17': "\nPer le opere che comportino, nel loro complesso\ndefinitivo, secondo le risultanze del conto\nfinale, una spesa non eccedente i 50 milioni\ndi lire, si prescinde dall' atto formale di collaudo,\nsostituendolo con un certificato del direttore\ndei lavori, che attesti la regolare esecuzione dei\nmedesimi.", '18': "\nSono applicabili, alla esecuzione dei lavori\nprevisti dai programmi di cui alla presente legge,\nle agevolazioni finanziarie di cui al decreto\ndel Ministero del Tesoro 25 novembre 1972 e\nsuccessive modifiche e proroghe, recante disposizioni\nper la concessione di anticipazioni alle\nimprese appaltatrici.\nSono, altresì , applicabili ai lavori suddetti le\ndisposizioni di cui all' art. 1 della legge 12 gennaio\n1974, n. 8, recante norme in materia di appalti\ndi opere pubbliche.", '19': "\nL' approvazione degli atti di contabilità finale\ne dei certificati di collaudo è delegata agli Enti\nobbligati.", '20': '\nAlla revisione dei prezzi contrattuali, quando\nne ricorrano le circostanze, si procede a norma\ndella legge 21 dicembre 1974, n. 700.', '21': '\nLe opere realizzate, anche se alla loro attuazione\nprovvede la Regione, a seguito di surrogazione\nnei casi di inadempienza da parte degli\nEnti obbligati, apparterranno al patrimonio indisponibile\ndegli Enti stessi, con destinazione\nad uso scolastico e con conseguenti oneri di manutenzione.', '22': "\nGli edifici privati da destinare a scuole statali\ndi ogni ordine e grado, comprese le scuole\nmaterne e gli istituti secondari di istruzione artistica,\npossono essere acquistati dagli Enti obbligati,\nprevia autorizzazione della Giunta regionale,\nper un prezzo non superiore a quello\nche verrà fissato mediante stima dell' Ufficio\nTecnico Erariale.", '23': "\nAll' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge si provvede:-per l' anno finanziario 1976, con i fondi di cui\nal Cap. 3532 dello stato di previsione della Spesa\ndel Bilancio della Regione Campania;\n- per gli anni successivi, con i corrispondenti\nstanziamenti degli stessi stati di previsione.\nLe somme non impegnate nell' anno finanziario\ndi riferimento possono essere utilizzate in\nquelli successivi, ai sensi del secondo comma\ndell' art. 36 del RD 18 novembre 1933, n. 2440\ne successive modificazioni ed integrazioni.", '24': '\nPer quanto non previsto dalla presente legge,\nsi applicano le disposizioni statali e regionali\nvigenti.', '25': "\nI termini di cui al primo comma degli articoli\n3, 4 e 10, nonchè quello dell' art. 9, decorrono\ndal trentesimo giorno successivo a quello della\nentrata in vigore della presente legge.", '26': "\nLa presente legge è dichiarata urgente, a norma\ndel secondo comma dell' articolo 127 della\nCostituzione, ed entra in vigore lo stesso giorno\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 25 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
11
null
{'1': 'Per le finalità previste dagli artt. 1 e 2 della\nLegge Regionale 9 agosto 1974, n. 35, è autorizzata\nla spesa annuale di Lire 150 milioni per\nciascuno degli esercizi finanziari, a partire dal\n1976.', '2': "Per le finalità previste dall' art. 5 - I comma\ndella Legge Regionale 9 agosto 1974, n. 35, è autorizzata,\nper ciascuno degli esercizi finanziari,\na partire dal 1976, la spesa di L. 100 milioni\nall' anno.", '3': "All' onere complessivo derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in Lire 250\nmilioni, si provvede, per il 1976, con lo stanziamento\ndi cui al capitolo 1227 dello stato di previsione\ndella spesa del bilancio per l' anno finanziario\n1976.\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge, per gli anni successivi, farà carico\nsugli appositi capitoli di bilancio.", '4': "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi\ndel II comma dell' art. 127 della Costituzione,\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione sul Bollettino della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 25 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
59
null
{'1': "Per il potenziamento dei programmi di assistenza\npsichiatrica nell' ambito della provincia\ndi Napoli, la Regione Campania eroga un contributo\ndi L. 95.000.000 all' Amministrazione\nProvinciale di Napoli.\nAll' onere derivante dall' applicazione della\npresente legge si provvede mediante riduzione\ndi pari importo dello stanziamento di cui al\nCap. 785 dello stato di previsione della spesa\nper l' esercizio 1977: << Fondo globale per spese\ndi investimento derivanti da provvedimenti legislativi\nin corso ed attinenti a funzioni normali\ndella Regione >> e mediante l' istituzione nel\nmedesimo stato di previsione del Cap. 645 -\n<< Contributo all' Amministrazione Provinciale di\nNapoli per il potenziamento dei programmi di\nassistenza psichiatrica >> con la dotazione di\nL. 95.000.000.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente a norma\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a\nquello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 novembre 1977"}
null
campania
1,977
58
null
{'1': "Per il potenziamento dei programmi di vigilanza\nigienico - sanitaria di competenza degli Enti\nlocali, la Regione Campania eroga contributi\nper il bimestre novembre - dicembre 1977 e per\nl' anno 1978, in favore degli Enti medesimi sulla\nscorta di apposito piano operativo e finanziario\ndeliberato dall' Ente richiedente.", '2': "Il piano operativo di cui all' articolo precedente,\ndeve essere articolato in modo da corrispondere\nalle reali esigenze della collettività interessata,\ntenuto conto delle caratteristiche del\nterritorio e delle attività produttive prevalenti\nin relazione anche alle epoche di attuazione dei\nvari interventi programmati.", '3': "L' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge è stabilito in Lire 1.225.000.000, di\ncui Lire 175.000.000, a carico del bilancio 1977 e\nLire 1.050.000.000 a carico del bilancio 1978.\nAll' onere derivante per l' esercizio 1977 di Lire\n175.000.000 si provvede mediante riduzione dello\nstanziamento di cui al capitolo 785 dello\nstato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1977: << Fondo globale per spese di investimento\nderivanti da provvedimenti legislativi\nin corso ed attinenti a funzioni normali della\nRegione >> e mediante l' iscrizione della somma di\nLire 175.000.000 al capitolo 644 -Titolo II -di nuova istituzione, dello stato di previsione\nmedesimo, con la seguente denominazione:\n<< Contributi agli Enti locali per il potenziamento\ndei programmi di vigilanza igienico - sanitaria >>.\nL' onere di Lire 1.050.000.000 per il 1978 graverà \nsull' apposito capitolo del bilancio per l' esercizio\nfinanziario 1978 da finanziarsi con le\nrisorse di cui all' articolo 9 della legge 16 maggio\n1970, n. 281.", '4': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel II comma dell' articolo 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a\nquello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 novembre 1977"}
null
campania
1,977
8
null
{'1': "Il personale dipendente dal disciolto Ente di\nvalorizzazione dell' isola d' Ischia, che non sia\nstato inquadrato in altri Enti alla data di entrata\nin vigore della presente legge, può , a domanda,\nessere assegnato:\n1) alla Giunta Regionale della Campania,\nnei limiti di 11 (undici) unità , secondo i criteri\nda essa stabiliti;\n2) all' Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno\ne Turismo delle isole di Ischia e Procida, ai\nsensi dell' art. 3 della legge regionale 9 novembre\n1974, n. 62.\nLe relative domande devono essere presentate,\nrispettivamente, alla Presidenza della Giunta\nRegionale della Campania ed all' Azienda Autonoma\ndi Cura, Soggiorno e Turismo delle isole\ndi Ischia e Procida, entro trenta giorni dalla\nentrata in vigore della presente legge.", '2': "L' inquadramento nei ruoli della Giunta Regionale\ndella Campania e dell' Azienda Autonoma\ndi Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di\nIschia e Procida avviene nel livello funzionale\ncorrispondente alla carriera rivestita presso l' EVI\nalla data di entrata in vigore della legge\nregionale 9 novembre 1974, n. 62, ed ha effetto\ndalla data della effettiva immissione in servizio.\nIl personale, inquadrato ai sensi del precedente\ncomma, conserva, ai fini del collocamento nei\nruoli dei predetti Enti, per intero, l' anzianità \ndi servizio presso l' EVI.", '3': 'Al personale di cui ai precedenti articoli 1\ne 2 compete, ad esaurimento ed in via transitoria,\nil trattamento economico praticato dalla\nRegione Campania ai propri dipendenti, in base\nalle disposizioni di cui al titolo V della legge\nregionale 16 marzo 1974, n. 11 e successive modificazioni\ned integrazioni.\nAl predetto personale continuano ad applicarsi,\nfino al suo inquadramento nel ruolo opzionato,\nle norme relative allo stato giuridico, al\ntrattamento economico di attività , previdenza,\nassistenza e quiescenza previste dalle norme di\nlegge regolamentari vigenti.', '4': "All' onere annuo, valutabile in L. 110.000.000,\nderivante dall' attuazione della presente legge,\nsi provvede:\n- per l' anno 1976, con i fondi di cui al Cap. 65 -\n66 dello stato di previsione della spesa del Bilancio\n1976, che presentano sufficiente disponibilità ;\n- per gli anni successivi, con i corrispondenti\nCapitoli del medesimo stato di previsione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 25 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
9
null
{'1': "Il terzo comma dell' articolo 17 della Legge\nRegionale 27 febbraio 1975, n. 7, è sostituito dal\npresente:\n- << A tale scopo, gli Enti Ospedalieri sono tenuti\nad esercitare direttamente le azioni di recupero,\nsecondo le norme vigenti.\nGli Istituti e Case di Cura convenzionati sono\ntenuti a comunicare all' Assessorato alla Sanità ,\nentro 3 giorni dalla dimissione, la data del ricovero,\nla data di dimissione, la diagnosi e la\nspesa del ricovero >>.", '2': "Il quarto comma dell' articolo 18 della Legge\nRegionale 27 febbraio 1975, n. 7, viene così rettificato:\n- << In caso di mancato pagamento, l' Ente Ospedaliero\nè tenuto ad esercitare le azioni previste\ndal TU 14 aprile 1910, n. 639 e successive modificazioni >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 25 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
24
null
{'1': "L' aliquota dei contributi costanti trentacinquennali\nin conto capitale concessi dalla Regione\nagli Enti Locali e agli Enti Ospedalieri per la\nrealizzazione di opere è elevata dal cinque al\nnove e cinquanta per cento.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 19 aprile 1977"}
null
campania
1,977
25
null
{'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma\n- della legge regionale 14 gennaio 1974,\nn. 3, lo Statuto della Comunità Montana << Calore\nSalernitano >>, nel testo allegato alla presente\nlegge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 18 maggio 1977"}
null
campania
1,977
2
null
{'1': "Nello stato di previsione dell' Entrata per lo\nesercizio finanziario 1976 sono introdotte le variazioni\ndi cui alla annessa tabella A.\nLa somma algebrica di tali variazioni determina\nun incremento di Lire 19.756.994.430.", '2': 'Nello stato di previsione della Spesa per lo\nesercizio finanziario 1976 sono introdotte le variazioni\ndi cui alla annessa tabella B.\nLa somma algebrica di tali variazioni comporta,\nnelle varie dotazioni di spesa, un incremento,\nparimenti, di Lire 19.756.994.430.', '3': "I fondi stanziati nei capitoli, di nuova istituzione,\nn.ri 1215, 1216, 1217, 1218, 1219, 1220,\n1221, 3045, 3046 e 3047 dello stato di previsione\ndella Spesa relativi ad attività vincolate agli\nscopi previsti dalla legge 9 maggio 1975, n. 153,\nart. 5, non impegnati nell' anno di riferimento,\npossono essere utilizzati negli esercizi successivi,\nai sensi dell' art. 36 del RD 18 novembre\n1923, n. 2440 e successive modificazioni.", '4': "La denominazione del capitolo 931 dello stato\ndi previsione della Spesa per l' anno finanziario\ncorrente è integrata, dopo l' aggettivo << relativi >>,\ndalle parole << nonchè anticipazioni, concorsi e\nsussidi per opere di particolare natura di interesse\ndegli Enti locali >>.", '5': "Gli atti amministrativi per l' utilizzo dei fondi\ndi cui alla presente legge devono essere adottatientro 20 giorni dalla data di pubblicazione\ndella legge stessa.", '6': "La presente legge è dichiarata urgente, a norma\ndel secondo comma dell' articolo 127 della\nCostituzione, ed entra in vigore lo stesso giorno\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 gennaio 1977", '7': "Tabella A\nVARIAZIONI ALLO STATO DI PREVISIONE DELL' ENTRATA\nPER L' ANNO FINANZIARIO 1976", '8': "Tabella B\nVARIAZIONI ALLO STATO DI PREVISIONE DELLA SPESA\nPER L' ANNO FINANZIARIO 1976"}
null
campania
1,977
3
null
{'1': "La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare\nprovvisoriamente, fino a quando non sarà \napprovato per legge e, comunque, non oltre il\n30 aprile 1977, il bilancio per l' anno finanziario\n1977, secondo gli stati di previsione e con le\nmodalità e prescrizioni previste nel relativo disegno\ndi legge all' esame del Consiglio Regionale.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, secondo comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo\na quello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione, con effetto dal 1º\ngennaio 1977.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
53
null
{'1': "E' approvato ai sensi dell' art. 4, II comma,\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3, lo\nStatuto della Comunità Montana << Alta Irpinia >>\nallegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 agosto 1977"}
null
campania
1,977
52
null
{'1': 'Per le finalità previste dalla Legge regionale 9\nnovembre 1974, n. 59, è autorizzata, per ciascuno\ndegli anni del triennio 1977- 1979, la spesa di\nL. 1.000.000.000 (un miliardo).', '2': "All' onere, derivante dall' applicazione della\npresente legge per l' esercizio 1977 di lire\n1.000.000.000, si provvede mediante riduzione di\npari ammontare dello stanziamento di cui al\nCapitolo 785 dello stato di previsione della spesa\nper l' anno finanziario 1977: << Fondo globale\nper spese di investimento derivanti da provvedimenti\nlegislativi in corso ed attinenti a funzioni\nnormali della Regione >> e mediante iscrizioni\ndella somma di lire 1.000.000.000 al Capitolo\n643, Titolo II, di nuova istituzione, dello\nstato di previsione medesima, con la seguente\ndenominazione: << Provvedimenti contro la diffusione\ndelle malattie infettive dell' uomo >>.\nAll' onere derivante per gli anni successivi si\nfarà fronte con gli appositi stanziamenti di bilancio.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, II comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 agosto 1977"}
null
campania
1,977
29
null
{'1': "La Regione Campania promuove e favorisce\nl' istituzione di un servizio di guardia medica\nnotturna e festiva, tendente ad assicurare, gratuitamente,\na tutti i presenti sul territorio regionale,\nprestazioni sanitarie domiciliari di urgenza.", '2': 'I Comuni, Consorzi fra Comuni e le Comunità \nMontane possono provvedere alla istituzione\ne alla organizzazione del servizio secondo\nle necessità locali, con la stipula di apposite\nconvenzioni con gli Ordini provinciali dei\nmedici, sentite le relative Organizzazioni Sindacali,\ne con gli Enti mutuo - sanitarie, secondo i\ncriteri e le modalità che verranno stabilite dal\nRegolamento di esecuzione che sarà emanato,\nentro 30 giorni dalla data di entrata in vigore\ndella presente legge, dal Consiglio Regionale su\nproposta della Giunta.', '3': 'La Regione attua interventi finanziari con la\nconcessione di contributi a favore dei Comuni,\ndei Consorzi fra Comuni, e delle Comunità Montane,\nai fini della organizzazione della guardia\nmedica notturna e festiva.\nLa misura e i criteri di assegnazione e di\nerogazione dei contributi di cui sopra, verranno\ndeterminati con il regolamento di cui al precedente\narticolo 2, tenendo conto del rapporto\npopolazione - superficie e della situazione geofisica\ndel territorio.', '4': 'a guardia medica è esercitata in forma attiva\nmediante turni di presenza presso la sede\noperativa.\nIl servizio di guardia medica notturna inizia\nalle ore 22 e termina alle ore 7 del giorno successivo.\nIl servizio di guardia medica festiva è suddiviso\nin più turni ed ha inizio alle ore 14,30 del\ngiorno precedente la festività e termina alle ore\n7 del giorno susseguente alla festività stessa.', '5': "La Giunta Regionale, previo parere della\nQuinta Commissione Permanente, verifica l' idoneità \ndelle proposte dei Comuni o Consorzi di\nComuni e delle Comunità Montane sulla Istituzione\ndella guardia medica ed assicura il coordinamento\ne la funzionalità del servizio stesso.", '6': "La presente legge avrà applicazione sino all'\nattuazione delle unità sanitarie locali di cui\nall' art. 7 dello Statuto della Regione Campania.", '7': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, stabilito in Lire 500 milioni per\nl' anno 1977, si provvede mediante riduzione\ndi pari ammontare dello stanziamento di cui\nal Capitolo 784 << Fondo globale per spese correnti\nderivanti da provvedimenti legislativi in\ncorso ed attinenti a funzioni normali della Regione >>\ndello stato di previsione della spesa per\nl' anno 1977 e mediante l' iscrizione della somma\ndi Lire 500 milioni al Capitolo 641, di nuova istituzione,\ndello stato di previsione medesimo con\nla denominazione << Spese per il servizio di\nguardia medica notturna e festiva >>.\nAll' onere derivante per gli anni successivi si\nfarà fronte con gli appositi stanziamenti di bilancio.", '8': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 6 luglio 1977"}
null
campania
1,977
28
null
{'1': "Per l' anno 1977 il contributo previsto a carico\ndel Bilancio regionale dalla Legge 15 maggio\n1970, n. 309, a favore dell' << Ente Collegi Riuniti\nPrincipe di Napoli >> per il mantenimento\ndei minori assistiti dall' Ente, è elevato a L. 500\nmilioni.", '2': "Entro tre mesi dall' entrata in vigore della\npresente legge l' Amministrazione dell' Ente sottoporrà \nalla Regione:\na) un programma di valorizzazione e utilizzazione\ndel patrimonio immobiliare e fondiario\ndell' Ente stesso;\nb) un progetto di organica e funzionale utilizzazione\ndel personale dipendente anche nel\nquadro di una possibile mobilità dello stesso.", '3': "All' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge si fa fronte con lo stanziamento di\ncui al Capitolo 708 dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno 1977, previamente integrato\ndella somma di Lire 200 milioni mediante\nprelevamento di pari ammontare dallo stanziamento\ndi cui al Capitolo 784: << Fondo globale\nper spese correnti derivanti da provvedimenti\nlegislativi in corso ed attinenti a funzioni\nnormali della Regione >> dello stato di previsione\nmedesimo, che, per l' effetto, si riduce di\npari importo.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 6 luglio 1977"}
null
campania
1,977
60
null
{'1': 'Le provvidenze di cui alla presente legge sono\ndirette per il periodo 1977- 1980 a favorire il potenziamento\ne lo sviluppo delle imprese artigiane\nsingole, associate e consorziate.', '2': "La Regione concorre al pagamento degli interessi\nsulle operazioni di credito di esercizio, effettuate\ndalle imprese artigiane singole, associate\no consorziate, per l' acquisto di materie prime\ne di quant' altro necessario alla normale gestione\naziendale.", '3': "Il tasso di interesse da porre a carico delle\nimprese artigiane è pari al 50% di quello stabilito\nnelle convenzioni di cui all' articolo successivo\ne, comunque, non superiore al 7%.", '4': "Ai fini del concorso sul pagamento degli interessi\nsulle operazioni di credito di esercizio a\nfavore delle imprese artigiane, la Giunta regionale\nè autorizzata a stipulare apposite convenzioni\ncon gli Istituti di Credito abilitati all' esercizio\ndel credito artigiano.\nNella convenzione dovrà essere previsto tra\nl' altro:\na) la misura globale del tasso di interesse;\nb) le modalità di erogazione dei prestiti\nconcessi;\nc) le modalità dei ratei da parte dei beneficiari\ndei prestiti, il cui rimborso non potrà avere inizio prima che siano scaduti sei mesi\ndall' effettiva erogazione, e la durata di ogni\nsingola operazione di prestito da non superare i\n18 mesi dal momento stabilito per il rimborso\ndella prima rata;\nd) la misura del prestito concedibile, che\nnon potrà superare Lire 8 milioni, elevabile sino\na Lire 20 milioni, per le cooperative e i consorzi\nartigiani;\ne) le modalità e la misura massima del rischio\nda coprire in relazione al mancato rientro,\nparziale o totale, del prestito accordato;\nf) le garanzie sussidiarie che dovrà prestare\nla Regione per le perdite che gli Istituti di\nCredito dimostrino di aver sofferto dopo l' esperimento\ndelle procedure di riscossione coattiva.", '5': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, stabilito in Lire 250 milioni per\nl' anno 1977, si fa fronte mediante riduzione di\npari ammontare dello stanziamento di cui al\ncapitolo 785 dello stato di previsione della spesa\nper ul 1977 << Fondo globale per spese di investimento\nderivanti da provvedimenti legislativi\nin corso ed attinenti a funzioni normali della\nRegione >> e mediante l' iscrizione della somma\ndi Lire 250 milioni nel capitolo 388 - titolo II, di\nnuova istituzione, dello stato di previsione medesimo\ncon la denominazione << Provvidenze regionali\nper agevolare il credito di esercizio alle\nimprese artigiane singole, associate e consorziate\ndella Campania >>.\nAll' onere derivante per gli anni successivi si\nprovvederà con appositi stanziamenti di bilancio.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 novembre 1977"}
null
campania
1,977
61
null
{'1': "Al fine della tutela delle specie animali in via\ndi estinzione, i danni arrecati agli armenti od\nalle colture dal lupo appenninico, orso bruno\nmarsicano, aquila reale, cinghiale, cervo, vengono\nrimborsati fino al 100% del loro ammontare\na condizione che gli esemplari di tali specie\nnon vengano uccisi o catturati.\nAnalogo risarcimento verrà effettuato per i\ndanni arrecati alle colture nei territori vincolati\nai sensi delle disposizioni vigenti in materia di\ncaccia e dove è vietato l' esercizio venatorio.", '2': 'Ai fini del riconoscimento dei danni gli interessati\ndovranno produrre richiesta al Servizio\nAgricoltura, Caccia e Pesca.\nLa Giunta regionale, sentita la III Commissione\nConsiliare permanente, approva periodici\npiani esecutivi in cui vengono individuati i rimborsi\nda effettuate.\nAlla concessione e liquidazione degli indennizzi\nsi provvede con decreto del Presidente della\nGiunta Regionale.', '3': 'Chiunque uccida o catturi in qualsiasi tempo\nle specie appresso elencate è punito con le seguenti\nsanzioni amministrative:\n- Orso bruno marsicano: L. 2.000.000\n- Lupo appenninico, aquila\nreale e cervo: L. 1.000.000-Lontra, gatto selvatico, mortora,\nistrice, tasso, corvo imperiale\nnonchè i rapaci diurni\ne notturni: L. 250.000\n- Chiunque uccida o catturi il\ndaino, il capriolo ed il cinghiale\nnella località ove esiste\nil divieto di caccia, è punito\ncon la sanzione amministrativa\ndi: L. 500.000', '4': "Per le infrazioni alle norme vigenti in materia\ndi caccia e pesca che risultano depenalizzate ai\nsensi della legge 24 dicembre 1975, n. 706 si\napplicano sul territorio della Regione Campania\nsanzioni amministrative di importo pari a 2\nvolte l' ammontare previsto dalla vigente legislazione\nstatale; nei casi di recidiva oltre alla\nsanzione si applica la revoca della licenza da 1 a\n3 anni.\nL' applicazione delle sanzioni amministrative\nin materia di caccia e pesca spettanti alla Regione\nCampania ai sensi della legge 24 dicembre\n1975, n. 706 è delegata alle Amministrazioni\nProvinciali.\nGli agenti che espletano il servizio di vigilanza\nall' atto della contestazione delle infrazioni\nprocederanno alla confisca della selvaggina\nprovvedendo alla immediata liberazione delle\nspecie animali vive ed alla consegna delle specie\nmorte ad enti o istituti di beneficenza.", '5': "Presso ciascuna amministrazione provinciale\nè istituito un apposito registro per le violazioni\nalle leggi sulla caccia e sulla pesca.\nIn tale registro vanno annotate cronologicamente\nle generalità complete del trasgressore,\nl' infrazione commessa e la data di estinzione\ndel procedimento o la trasmissione ad altra autorità \ne l' autorità o l' ente di appartenenza dall'\nagente verbalizzante.", '6': "Le somme riscosse ed introitate dalla Regione\nCampania ai sensi della legge 24 dicembre 1975,\nn. 706 e della presente legge, verranno iscritte\nin appositi capitoli dello stato di previsione della\nspesa e destinate per il 40% alla ricostituzione\ndel patrimonio faunistico ed ambientale, e\nper il 60% alle associazioni ed enti preposti alla\nvigilanza in materia di caccia e pesca in proporzione\ndiretta al servizio di vigilanza effettuato\ned a titolo di rimborso delle spese sostenute\nper l' espletamento del servizio.", '7': "Per l' applicazione della presente legge è autorizzatala spesa di lire 40.000.000 per l' esercizio\nfinanziario 1977. All' onere si fa fronte mediante\nriduzione di pari importo del Capitolo 784\n<< Fondo globale per spese correnti derivanti da\nprovvedimenti legislativi regionali in corso ed\nattinenti a funzioni normali della Regione >> dello\nstato di previsione della spesa per l' esercizio\nfinanziario 1977 e mediante l' iscrizione nel medesimo\nstato di previsione del Capitolo 178 denominato\n<< Fondo occorrente per il risarcimento\ndei danni alle colture ed al patrimonio zootecnico\narrecati dalle specie animali in via di\nestinzione >> con la dotazione di lire 40.000.000.", '8': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel II comma dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 novembre 1977"}
null
campania
1,977
17
null
{'1': "L' articolo 2 della legge regionale 28 aprile\n1975, n. 20, è sostituito dal seguente:\nIl personale tecnico con rapporto di lavoro\na tempo indeterminato, nonchè quello incluso\nnei ruoli degli Enti concessionari, utilizzato\nesclusivamente, sin dall' inizio del rapporto, in\nattività di assistenza tecnica, in servizio, alla\ndata del 30 aprile 1973, presso i centri di assistenza\ntecnica in agricoltura ed indicato nella\nunita tabella, è inquadrato nel livello funzionale\ndel ruolo del personale della Giunta regionale\ncorrispondente alla carriera di provenienza ricoperta\nalla data del 30 aprile 1973, con decorrenza\ndalla data di immissione in ruolo, previa\npresentazione di domanda da prodursi entro\ntrenta giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge regionale di modifica, e previo superamento\ndella prova di accertamento qualitativo,\nle cui modalità di espletamento saranno stabilite\ndalla Giunta regionale.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 4 marzo 1977"}
null
campania
1,977
16
null
{'1': "Il primo comma dell' art. 24 dello Statuto della\nComunità Montana << Monte Santa Croce >>,\napprovato con legge regionale 7 giugno 1975,\nn. 67, è così modificato:\n<< I verbali delle riunioni del Consiglio generale\ndebbono essere inviati in copia a ciascun\nComune facente parte della Comunità Montana.\nOgni Consigliere ha diritto di chiedere ed\nottenere copie delle deliberazioni consiliari >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 4 marzo 1977"}
null
campania
1,977
23
null
{'1': "Le funzioni amministrative regionali di cui all'\narticolo 3 del DPR 15 gennaio 1972, n. 8, in\nmateria di espropriazione per causa di pubblica\nutilità , sono delegate ai Comuni.\nTali funzioni riguardano:\na) l' autorizzazione all' accesso nei fondi per\nprocedere sia alle operazioni planoaltimetriche\ned altri lavori preparatori per la formazione dei\nprogetti sia alla redazione degli stati di consistenza\ndegli immobili;\nb) la nomina dei tecnici incaricati per le esigenze\ndi cui sopra;\nc) l' autorizzazione all' occupazione temporanea\nin via di urgenza;\nd) la determinazione amministrativa della\nindennità e la retrocessione.\nL' ammontare della indennità provvisoria è comunicato\nai proprietari espropiandi direttamente\ndall' Ente espropriante con le modalità previste\nper la notificazione degli atti processuali civili.\nI Comuni sono altresì delegati ad esercitare le\nfunzioni indicate nel presente articolo anche per\nl' acquisizione delle aree comprese nei piani di\nzona di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167, e\nsuccessive modificazioni.", '2': "I provvedimenti relativi ai procedimenti amministrativi\nprevisti dalla presente legge sono\nadottati dai Sindaci dei Comuni.Ove i provvedimenti di cui al precedente comma\nnon siano adottati nel termine di 60 giorni\ndalla richiesta, alla adozione degli stessi provvede\nil Presidente della Giunta Regionale ad\nistanza dell' Ente interessato.", '3': "Rimane di competenza del Presidente della\nRegione la definizione dei provvedimenti in corso\nal momento dell' entrata in vigore della presente\nlegge.", '4': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, comma II, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 19 aprile 1977"}
null
campania
1,977
22
null
{'1': "L' art. 2 della legge regionale << Miglioramenti\neconomici al personale dei ruoli della Regione\nCampania in attesa dell' applicazione dell' accordo\ncontrattuale nazionale dei dipendenti regionali >>\nè sostituito dal seguente:\n<< All' onere derivante dalla presente legge, quantificato\ncomplessivamente in L. 1.466.460.000,\ndi cui L. 436.760.000 per l' anno finanziario 1976\ne L. 1.029.700.000 per l' anno finanziario 1977, si\nprovvede con i fondi di cui ai capitoli 4 e 16\ndello stato di previsione del bilancio per l' esercizio\nfinanziario 1977 >>.", '2': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti degli articoli 127,\nII comma, della Costituzione e 45 dello Statuto\ned entra in vigore il giorno successivo\nalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 19 aprile 1977"}
null
campania
1,977
54
null
{'1': "E' approvato ai sensi dell' art. 4, II comma,\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3 lo\nStatuto della Comunità Montana del << Partenio >>,\nallegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 agosto 1977"}
null
campania
1,977
55
null
{'1': "Nell' annata agraria 1977/ 1978, con decorrenza\ndall' 1 ottobre 1977, e nelle annate agrarie\nsuccessive possono essere concessi prestiti di\nconduzione a tasso agevolato a favore di imprenditori\nagricoli, singoli ed associati, e di cooperative\nagricole e loro consorzi, per gli scopi\ndi cui all' art. 2 n. 1 della legge 5 luglio 1928, n.\n1760, e con le modalità previste dall' art. 11 della\nlegge 27 ottobre 1966, n. 910.\nI prestiti sono concessi da parte di istituti ed\nEnti esercenti il credito agrario, con preferenza\nai coltivatori diretti, alle cooperative ed ai consorzi\ndi cooperative, in modo particolare a quelle\nche gestiscono impianti di raccolta, conservazione,\nlavorazione, trasformazione e vendita\ndei prodotti agricoli e zootecnici.\nI prestiti di cui al presente articolo possono\nessere concessi alle cooperative anche per l' acquisto\ndi mezzi tecnici utili alla conduzione delle\naziende dei soci.", '2': "Ai prestiti di cui al precedente articolo 1 si\napplicano il tasso di riferimento ed il tasso agevolato\nfissati dal Ministro per il Tesoro, di\nconcerto con il Ministro per l' Agricoltura e le\nForeste, sentito il Comitato interministeriale\nper il credito ed il risparmio, ai termini dell' articolo\n34 della legge 2 giugno 1961, n. 454, della\nLegge 17 agosto 1974, n. 397 e del Decreto - Legge\n24 febbraio 1975, n. 26, convertito con modificazioni\nnella legge 23 aprile 1975, n. 125 e successivemodificazioni ed integrazioni.\nIl concorso regionale è commisurato alla differenza\ntra il tasso di riferimento ed il tasso\nagevolato di cui al comma precedente.", '3': "I prestiti di cui alla presente Legge, ai sensi\ndell' articolo 7 del decreto - legge 13 agosto 1975,\nn. 377, convertito con modificazioni nella legge\n16 ottobre 1975, n. 493, sono assistiti dalla garanzia\ndel fondo interbancario, di cui all' articolo\n36 della Legge 2 giugno 1961, n. 454, e successive\nmodificazioni ed integrazioni.", '4': "Entro il 30 giugno di ciascun anno la Giunta\nRegionale provvede per l' annata agraria successiva\na:\na) determinare l' entità delle risorse finanziarie\nda destinare a prestiti da concedere agli\nimprenditori singoli e quella da destinare a prestiti\na favore di imprenditori associati;\nb) determinare la percentuale delle risorse\nda destinare alle categorie di cui al II comma\ndel precedente articolo 1;\nc) definire i criteri per la ripartizione delle\nrisorse finanziarie tra le Province e tra gli Istituti\ned Enti esercenti il credito agrario;\nd) fissare l' entità massima del prestito, qualora\nsia concesso ad imprenditori agricoli singoli;\ne) stabilire i parametri che gli istituti ed\nEnti esercenti il credito agrario dovranno di\nnorma tenere a base nella concessione dei prestiti,\nin relazione agli ordinamenti colturali delle\naziende o dei prodotti agricoli lavorati e trasformati.\nLa deliberazione viene trasmessa, entro cinque\ngiorni dall' adozione, al Consiglio Regionale\nper il parere vincolante della competente Commissione\nConsiliare.", '5': "Entro il 30 settembre di ciascun anno, la\nGiunta Regionale provvede a ripartire, nell' ambito\ndei criteri di cui alla lettera c) del precedente\narticolo 4, i fondi disponibili tra gli Istituti\ned Enti esercenti il credito agrario.", '6': "Per l' annata agraria 1977/ 1978 i provvedimenti\ndi cui ai precedenti articoli 4 e 5 sono adottati,\nrispettivamente, entro 15 e 60 giorni dalla\ndata di entrata in vigore della presente legge.", '7': "Alla liquidazione del concorso regionale, nei\nlimiti delle assegnazioni disposte a favore di\nciascun Istituto ed Ente autorizzato, si provvede\ncon deliberazione della Giunta Regionale sulla\nbase di appositi rendiconti prodotti dall' Istituto\nod Ente medesimo, muniti del visto delcollegio sindacale, rimanendo l' Istituto od Ente\nfinanziatore responsabile dell' impiego delle somme\nerogate conformemente alle modalità previste\ndalla presente legge.", '8': "Le somme che risultano non impiegate in un'\nannata agraria possono essere utilizzate nell'\nannata successiva, ferme restando le norme vigenti\nin materia di contabilità regionale.", '9': "Per la concessione dei prestiti previsti dalla\npresente legge è autorizzata, per l' annata agraria\n1977- 1978, la spesa di L. 4.000 milioni.\nPer le annate successive la spesa sarà determinata\ncon la legge di approvazione del bilancio,\nin base alle disponibilità del bilancio stesso.", '10': "\nAll' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge per l' annata agraria 1977- 1978 si\nprovvede mediante:\na) lo stanziamento di L. 4000 milioni da\niscrivere al capitolo 538 - titolo II - dello\nstato di previsione della spesa per l' esercizio\n1977: << Concessione di prestiti di conduzione a\ntasso agevolato in agricoltura >>;\nb) la riduzione di pari importo dello stanziamento\ndel capitolo 785 - titolo II - dello\nstato di previsione della spesa per l' esercizio\n1977: << Fondo globale per spese di investimenti\nderivanti da provvedimenti legislativi in corso\ned attinenti a funzioni normali della Regione >>.", '11': "\nLa presente legge è dichiarata urgente, ai sensi\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione,\ned entra in vigore il giorno successivo\nalla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 agosto 1977"}
null
campania
1,977
5
null
{'1': "Norma transitoria\nFino a quando non sarà approvato il piano\nospedaliero regionale di cui all' art. 2 della legge\n4 settembre 1974, n. 50, è sospeso il punto 4\ndel secondo comma dell' art. 4 della legge regionale\n26 maggio 1975, n. 36.\nLa Regione, pertanto, è autorizzata a concedere\ncontributi per il completamento delle opere\nospedaliere, in assenza della certificazione\nprevista dal precitato punto 4.\nLa concessione di tali contributi è subordinata\nal parere della Quinta Commissione Consiliare,\ntenendo conto del programma relativo alla utilizzazione\ndell' intera somma.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 20 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
4
null
{'1': "La Regione Campania è autorizzata ad anticipare\nla somma di L. 1.500 milioni agli Enti\nOspedalieri che provvedono alla realizzazione\ndei corsi straordinari, previsti dal DL 11 giugno\n1976, n. 406, convertito nella legge 10 agosto\n1976, n. 555, per la formazione di personale\nsanitario, ausiliario e tecnico, riservati ai lavoratori\niscritti nelle liste di collocamento degli\nuffici del lavoro della Regione.\nL' anticipazione, di cui al comma precedente,\nsarà recuperata in sede di liquidazione alla Regione\nCampania del contributo straordinario,\ndi pari importo, concesso dallo Stato con il\nrichiamato DL.", '2': "All' onere derivante dalla presente legge si fa\nfronte con lo stanziamento del capitolo 1571,\ndi nuova istituzione, dello stato di previsione\ndella Spesa 1976 << Anticipazione agli Enti Ospedalieri\nche provvedono alla realizzazione di corsi\nstraordinari di cui al DL 11 giugno 1976, numero\n406, convertito nella legge 10 agosto 1976,\nn. 555 per la formazione di personale sanitario,\nausiliario e tecnico >>, alla copertura del quale\nsi provvede mediante prelevamento, dell' occorrente\nsomma, dal capitolo 125 dello stato di\nprevisione dell' Entrata 1976, previamente integrato\ndel corrispondente importo con la maggiore\nentrata derivata alla Regione con l' incremento\ndell' art. 9 della legge 16 maggio 1970,\nn. 281, di cui all' articolo 1 del decreto del Ministroper il Bilancio e la Programmazione Economica\ndel 28 giugno 1976.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, comma 2º, della Costituzione,\ned entra in vigore il giorno successivo a\nquello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 20 gennaio 1977"}
null
campania
1,977
49
null
{'1': "Al fine di promuovere lo sviluppo ed il potenziamento\ndell' associazionismo ed in particolar\nmodo della cooperazione in agricoltura, quale\nstrumento di organizzazione delle imprese, razionalizzazione\ndei processi produttivi e mercantili,\ne valorizzazione delle produzioni, sono previste\nle agevolazioni di cui ai successivi articoli.", '2': "Ai Consorzi di Cooperative agricole e alle Associazioni\ndei produttori, riconosciute in base\nalla legislazione statale vigente, possono essere\nconcessi contributi annuali nella misura massima\ndel 75% della spesa ritenuta ammissibile,\nper lo svolgimento di programmi riguardanti\nattività di assistenza alla gestione rivolta alle\ncooperative associate, ivi comprese le spese per\ngli assegni fissi ad un tecnico, munito di adeguata\nqualifica, all' uopo impiegato.\nLe agevolazioni previste dal comma precedente\npossono essere concesse anche da organismi\ndi emanazione di Associazioni professionali e\ncooperativistiche operanti a livello nazionale\nche coordinano, a livello regionale o provinciale,\nsotto il profilo tecnico, l' attività di gruppi di\ngiovani operatori agricoli, che svolgono iniziative\na carattere divulgativo e formativo per la\ndiffusione della cooperazione.", '3': "Alle cooperative agricole e loro Consorzi che\ngestiscono impianti di conservazione, lavorazione,\ntrasformazione e vendita dei prodotti agricolie zootecnici possono essere concessi contributi,\nnella misura massima del 50%, sulle\nspese occorrenti per gli emolumenti fissi ed accessori\nal personale tecnico ed amministrativo\nche risulti in possesso di adeguati titoli e qualifiche\nprofessionali e sia stato regolarmente assunto,\nlimitatamente ad una unità per gli organismi\ndi I grado e due unità per quelli di II\ngrado.\nI contributi di cui al comma precedente possono\nessere concessi alle cooperative e consorzi\nche abbiano iniziato l' attività di gestione degli\nimpianti da non oltre 5 anni.\nDetti contributi sono elevati al 70% per le\ncooperative e consorzi che abbiano assunto personale\nqualificato in corsi di formazione e specializzazione\norganizzati o sovvenzionati dalla\nRegione e dall' Ente di Sviluppo.", '4': "Alle cooperative agricole e loro Consorzi possono\nessere concessi prestiti agevolati di esercizio\ncon il concorso della Regione nel pagamento\ndegli interessi per le spese di conduzione di\naziende agrarie associate, di stalle sociali, nonchè \ndi impianti per la conservazione, lavorazione,\ntrasformazione e vendita di prodotti agricoli\ne zootecnici.\nI prestiti di cui al comma precedente possono\nessere concessi anche per l' acquisto di mezzi\ntecnici utili alla conduzione delle aziende dei\nsoci.\nSui prestiti accordati alle cooperative agricole\ne loro Consorzi per la corresponsione di acconti\nai Soci conferenti può essere concesso un\ncontributo regionale in conto interessi tale che\na carico dei beneficiari resti un tasso di interesse\nannuo non inferiore a quello agevolato fissato\nper i prestiti di cui ai commi precedenti.\nIn alternativa alle agevolazioni creditizie di\ncui al primo comma, possono essere concessi\ncontributi sulla spesa di gestione fino all' 80%\ndell' ammontare annuo ritenuto ammissibile.\nAlle cooperative agricole e loro Consorzi che,\nper obiettive difficoltà di mercato, all' epoca di\ninizio della nuova campagna agraria abbiano\ngiacenze di prodotto invenduto, il contributo\ndella Regione di cui al presente articolo può \nessere accordato anche per il rinnovo dei prestiti,\nnei limiti massimi dell' 80% della somma\noriginaria e per non più di un anno.", '5': 'Alle Associazioni regionali delle cooperative\nagricole operanti in Campania, che facciano capo\nalle organizzazioni nazionali di vigilanza e\ntutela giuridicamente riconosciute, possono essereconcessi finanziamenti ordinari annuali per\nattività promozionali e di assistenza a favore\ndella cooperazione agricola.\nI fondi destinati al finanziamento di cui al\ncomma precedente sono ripartiti fra gli organismi\ninteressati:\n- per il 30% in parti uguali;\n- per il 70% in proporzione diretta al numero\ndelle cooperative aderenti da almeno un anno\nad ogni organismo e al numero dei soci delle\ncooperative.', '6': "A favore delle Associazioni di cooperative e\ndi consorzi fra produttori agricoli possono essere\nconcessi contributi in conto capitale fino\nalla misura massima dell' 80% della spesa ritenuta\nammissibile per l' attuazione di programmi\npromozionali per la tutela e la valorizzazione\ncommerciale delle produzioni agricole e zootecniche\ncomprendenti anche la conduzione di\ncampagne pubblicitarie e la istituzione di marchi\ndi qualità .", '7': "Alle Cooperative agricole e loro Consorzi, alle\nAssociazioni di produttori e all' Ente di Sviluppo\nin Campania possono essere concessi contributi\nin conto capitale nella misura massima\ndel 50% della spesa riconosciuta ammissibile,\nelevabile al 60% per gli organismi costituiti prevalentemente\nda coltivatori diretti e per l' Ente\ndi Sviluppo, per l' acquisto, la costruzione, l' ammodernamento\ne l' ampliamento di centri di servizio\ne di impianti, ivi comprese le attrezzature\nper la raccolta, conservazione, lavorazione, trasformazione\ne vendita dei prodotti agricoli e\nzootecnici, nonchè per l' immagazzinamento e la\ndistribuzione di mezzi tecnici occorrenti alla gestione\ndelle aziende agrarie dei soci e per il\nricovero delle attrezzature e macchine agricole\nacquistate nell' interesse dei soci.\nIn aggiunta ai contributi possono essere concessi\nanche mutui integrativi ventennali a tasso\nagevolato, di importo pari alla differenza tra la\nspesa ammessa ed il contributo concesso.\nLe agevolazioni di cui al presente articolo possono\nessere concesse anche per iniziative già finanziate\nai termini di legge statali e regionali,\nnonchè di regolamenti della Comunità Europea,\ne non realizzate per il superamento delle previsioni\nprogettuali a seguito della lievitazione dei\ncosti. Le agevolazioni saranno concesse sulla differenza\ntra la spesa ritenuta ammissibile a seguito\ndella revisione dei preventivi aggiornati e quella\ngià a suo tempo riconosciuta ammissibile ai\nfini della concessione delle agevolazioni statali,regionali e comunitarie.\nGli impianti eseguiti dall' Ente di Sviluppo in\nCampania che abbiano usufruito delle agevolazioni\ndi cui al primo e al secondo comma del\npresente articolo sono trasferiti a cooperative\nagricole entro cinque anni dall' inizio del funzionamento.", '8': "Il concorso regionale nel pagamento degli interessi\nsui prestiti e sui mutui di cui alla presente\nlegge è commisurato alla differenza tra il\ntasso di riferimento ed il tasso agevolato fissati\nai sensi dell' articolo 34 della legge 2 giugno\n1961, n. 454, della legge 23 aprile 1975, n. 125,\nnonchè della legge 16 ottobre 1975, n. 493 e\nsuccessive modificazioni ed integrazioni.\nIl concorso sui mutui per il periodo di preammortamento\nnon dovrà superare la quota corrispondente\na due annualità di concorso regionale\nsulle rate di ammortamento determinato\nai sensi del comma precedente.", '9': "Agli interventi di cui alla presente legge si\napplicano le disposizioni previste dalla legge 5\nluglio 1928, n. 1760, e successive modificazioni\ned integrazioni, dal RD 13 febbraio 1933, n.\n215 e successive modificazioni ed integrazioni,\ndalle leggi 2 giugno 1961, n. 454 e 27 ottobre\n1966, n. 910.\nAlle operazioni creditizie di cui alla presente\nlegge si applicano le disposizioni relative alla\ngaranzia sussidiaria del fondo interbancario di\ngaranzia di cui all' articolo 36 della legge 2 giugno\n1961, n. 454, agli articoli 36 e 56 della legge\n27 ottobre 1966, n. 910 e all' articolo 10 della\nlegge 25 maggio 1970, n. 364.\nLe operazioni creditizie a favore dell' Ente di\nSviluppo in Campania sono assistite dalla garanzia\ndel predetto Fondo ai sensi dell' articolo\n12 della legge 30 aprile 1976, n. 386.", '10': "\nLe domande intese a fruire delle agevolazioni\npreviste dalla presente legge vanno presentate,\nentro 60 giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge, al << Servizio agricoltura, caccia e pesca >>\nche provvede alla loro istruttoria anche avvalendosi\ndegli Ispettorati Provinciali dell' Agricoltura.\nDetto termine non si applica per gli\norganismi cooperativi costituiti ai sensi e per\ngli scopi di cui all' articolo 18 della legge 1 giugno\n1977, n. 285.\nEntro 30 giorni dalla scadenza del termine\nper la presentazione delle domande, la Giunta\nRegionale, previo parere della III Commissione\nConsiliare Permanente, approva un piano esecutivo\ncomprendente la ripartizione della spesatra le categorie di intervento previste dalla presente\nlegge e la individuazione delle iniziative\nda finanziare.\nNei limiti delle disponibilità esistenti in forza\ndella riserva di cui agli articoli 11 e 12 della\npresente legge la Giunta Regionale periodicamente\napprova, previo parere della III Commissione\nConsiliare Permanente, piani esecutivi in\ncui vengono individuate le iniziative finanziabili\ntra quelle previste dalle domande presentate ai\nsensi dell' ultima parte del primo comma.\nAlla concessione e alla liquidazione delle agevolazioni\ncontributive e creditizie si provvede\ncon decreto del Presidente della Giunta Regionale.", '11': "\nPer la concessione dei contributi in conto capitale\ndi cui alla presente legge nonchè alle agevolazioni\ncreditizie previste dall' articolo 4,\nprimo e secondo comma, è autorizzata per l' esercizio\nfinanziario 1977, la spesa di Lire 1.450\nmilioni, delle quali Lire 725 milioni da destinarsi\nalla concessione delle agevolazioni a favore\ndi cooperative costituite ai sensi e per gli\nscopi di cui all' articolo 18 della legge 1 giugno\n1977, n. 285, e comunque per l' impiego di giovani\nnel settore della cooperazione agricola.", '12': "\nPer la concessione del concorso regionale nel\npagamento degli interessi sui mutui di cui all'\narticolo 7, è fissato, per l' esercizio finanziario\n1977, il limite di impegno di lire 50 milioni, di\ncui 25 milioni da destinarsi alle agevolazioni a\nfavore delle cooperative indicate nell' ultima parte\ndel precedente articolo 11.\nIn dipendenza del predetto limite di impegno,\nle annualità da iscrivere negli stati di previsione\ndella spesa sono fissati in Lire 50 milioni per\nciascuno degli esercizi finanziari dal 1977 al\n1998.", '13': "\nAll' onere derivante dall' applicazione dell' articolo\n11 della presente legge, stabilito in Lire\n1.450 milioni per l' esercizio finanziario 1977, si\nprovvede mediante riduzione di pari importo\ndello stanziamento di cui al capitolo 785 dello\nstato di previsione della spesa per l' esercizio\n1977: << Fondo globale per spese di investimento\nderivanti da provvedimenti legislativi in corso\ned attinenti a funzioni normali della Regione >> e\nmediante la istituzione nel medesimo stato di\nprevisione del capitolo 363 (spese di investimento):\n<< Agevolazioni contributive e creditizie per\nlo sviluppo della cooperazione agricola >> con la\ndotazione di Lire 1.450 milioni.", '14': "All' onere derivante dall' applicazione dell' articolo\n12 della presente legge, stabilito in Lire 50\nmilioni, per l' esercizio finanziario 1977, si provvede\nmediante riduzione di pari importo dello\nstanziamento di cui al capitolo 785 dello stato\ndi previsione della spesa per l' esercizio 1977:\n<< Fondo globale per spese di investimento derivanti\nda provvedimenti legislativi in corso ed\nattinenti a funzioni normali della Regione >> e\nmediante la istituzione, nel medesimo stato di\nprevisione, del capitolo 364 (spese di investimento):\n<< Concorso regionale sui mutui integrativi\nper la realizzazione di centri di servizio e di\nimpianti di lavorazione, trasformazione e vendita\ndi prodotti agricoli e zootecnici >> con la\ndotazione di Lire 50 milioni.\nAgli oneri, stabiliti in Lire 50 milioni per ciascuno\ndegli esercizi finanziari dal 1978 al\n1998, si provvederà con i corrispondenti stanziamenti\ndei medesimi stati di previsione da finanziarsi\ncon le risorse di cui all' articolo 9 della\nlegge 16 maggio 1970, n. 281.", '15': '\nLe procedure previste dal precedente articolo\n10 si applicano anche per la utilizzazione dei\nfondi assegnati alla Regione dallo Stato per essere\ndestinati agli scopi di cui alla presente legge.', '16': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel secondo comma dell' articolo 127 della\nCostituzione ed entra in vigore il giorno successivo\na quello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 agosto 1977"}
null
campania
1,977
48
null
{'1': "Sono istituiti i seguenti servizi del Consiglio\nRegionale:\n1) Segretariato generale;\n2) Legislativo, Documentazione e Biblioteca;\n3) Amministrazione;\n4) Personale e Servizi ausiliari.\nSono inoltre istituiti presso la Presidenza del\nConsiglio:\na) l' Ufficio cerimoniale e relazioni pubbliche;\nb) l' Ufficio stampa.", '2': "I servizi di cui all' articolo precedente sono\narticolati in uffici il cui rispettivo ambito di\nattribuzioni e competenze verrà determinato\nnel regolamento di attuazione della presente legge,\nda emanarsi entro 60 giorni dall' entrata in\nvigore della stessa.\nIl servizio segretariato generale comprende i\nseguenti Uffici:\n1) Presidenza ed Affari Generali;\n2) Assemblea;\n3) Commissioni;\n4) Resoconti.\nIl servizio legislativo, documentazione e biblioteca\nsi articola nei sottoindicati uffici:\n1) Studi legislativi;\n2) Documentazione e informazione;\n3) Biblioteca.\nIl servizio Amministrazione comprende i seguenti\nUffici:\n1) Ragioneria Generale;2) Economato e Provveditorato.\nIl servizio personale e servizio ausiliari comprende\ni seguenti Uffici:\n1) Personale;\n2) Servizi ausiliari.", '3': "L' Ufficio di Presidenza, con le modalità previste\nnel regolamento, assegna e sostituisce, in\nrelazione alle esigenze di funzionamento per ciascun\nservizio, un coordinatore, scelto tra i responsabili\ndegli Uffici di cui al successivo articolo\n4, che abbia almeno otto anni di anzianità \nnel livello direttivo ed i cui titoli di studio e di\nservizio attengano alle funzioni da espletare.\nIl Segretario generale del Consiglio Regionale,\ncoordinatore del servizio di cui all' articolo 1,\npuò rogare, nell' esclusivo interesse dell' Amministrazione,\ngli atti e contratti posti in essere in\nesecuzione della legge 6 dicembre 1973, n.\n853.", '4': "A ciascun Ufficio è preposto un funzionario\ndirettivo responsabile del ruolo del Consiglio\nregionale, alla cui nomina si provvede mediante\nconcorso interno per soli titoli, le cui modalità \nverranno precisate nel regolamento di attuazione\nprevisto dal precedente articolo 2.\nNell' ambito di ciascun Ufficio i rapporti di\ncollaborazione sono fondati sul principio della\nfungibilità dei dipendenti e sul metodo del lavoro\ndi gruppo.", '5': "Il funzionario coordinatore promuove l' organizzazione\ne l' efficienza generale del proprio servizio\ndefinendo il sistema di integrazione di lavoro\ne di collegamento tra gli Uffici compresi\nnel servizio, nonchè formulando, d' intesa con\ngli altri funzionari, i programmi di studio e di\nricerca e le relative linee di attuazione. Cura,\nd' intesa con gli altri coordinatori, i collegamenti\ntra il proprio e gli altri servizi, promuovendo\nla formazione di gruppi di lavoro per singole\nquestioni.\nI coordinatori sono responsabili nei confronti\ndel Presidente e dell' Ufficio di Presidenza del\nbuon andamento dei rispettivi servizi ed uffici.", '6': "E' costituito il Collegio dei coordinatori di\ncui fanno parte i funzionari preposti ai servizi\nindicati al precedente articolo 1, nonchè i responsabili\ndell' Ufficio Cerimoniale e Pubbliche\nrelazioni e dell' Ufficio stampa.\nIl Collegio, presieduto dal Presidente del Consiglio\nRegionale o da un Vice Presidente all' uopo\ndelegato, provvede al coordinamento dell' attività dei servizi.", '7': "Presso la Presidenza del Consiglio Regionale\nè istituita la Segreteria del Presidente alla quale\nsono destinati non più di 4 dipendenti, oltre\nal Segretario particolare, che collaborano allo\nsvolgimento delle funzioni proprie del Presidente.\nI Vice Presidenti, i Consiglieri Questori ed i\nConsiglieri Segretari si avvalgono, per l' assolvimento\ndelle loro specifiche funzioni, di segreterie\nparticolari i cui componenti non possono\nsuperare il numero di:\n- 3 dipendenti per la Segreteria di ciascun Vice\nPresidente;\n- 1 dipendente per la Segreteria di ciascun\nConsigliere Questore;\n- 1 dipendente per la Segreteria di ciascun\nConsigliere Segretario.\nAlla assegnazione del personale delle Segreterie\nparticolari provvede l' Ufficio di Presidenza\ncon apposita deliberazione, su richiesta nominativa\ndi ciascun membro interessato, compatibilmente\ncon l' esigenza dei servizi.", '8': "Ai coordinatori dei servizi, al funzionario preposto\nalla Segreteria del Presidente, ai Segretari\nparticolari, ai responsabili degli Uffici cerimoniale\ne pubbliche relazioni e Ufficio stampa,\nnonchè ai responsabili degli Uffici ed agli altri\ndipendenti assegnati alle Segreterie particolari,\nsi applicano, rispettivamente, le norme di cui\nall' art. 12 della Legge Regionale 14 maggio 1975,\nn. 29.\nE' applicabile, nei confronti dell' altro personale,\nla disposizione di cui al precitato articolo\n12, comma IV.", '9': "Il personale sarà assegnato ai servizi in relazione\nalle strutture del servizio stesso che saranno\ndeterminate con il regolamento di esecuzione\ndella presente Legge.\nL' Ufficio di Presidenza provvede all' assegnazione\ndel personale con apposita deliberazione,\nnei modi previsti dall' articolo 22 della Legge\nRegionale 16 marzo 1974, n. 11.\nL' Ufficio di Presidenza provvede, altresì , alla\ncopertura dei posti riservati ai Gruppi Consiliari,\nnei limiti numerici stabiliti dalla legge regionale\n3 aprile 1973, n. 11, con apposita deliberazione\nadottata su designazione vincolante dei\nPresidenti dei Gruppi stessi.\nIl personale di cui al comma precedente nonchè \nquello destinato agli Uffici previsti dall' articolo\n7 della presente Legge, può essere tratto\nanche dal ruolo della Giunta Regionale con lemodalità contemplate dall' articolo 1, comma\nsettimo, della Legge Regionale 16 marzo 1974,\nn. 11.", '10': '\nAi servizi ed Uffici di cui alla presente Legge\nsono assegnati esclusivamente, entro i limiti delle\ndotazioni organiche, dipendenti del ruolo del\nConsiglio Regionale.', '11': '\nLa tabella E/ 2 bis, allegata alla Legge Regionale\n5 giugno 1975, n. 42, relativa ai contingenti\nnumerici del personale del ruolo separato del\nConsiglio Regionale, è sostituita dalla tabella A\nallegata alla presente Legge.', '12': '\nLa tabella organica del personale della Giunta\nRegionale, allegata alla Legge Regionale 5 giugno\n1975, n. 42, è incrementata nei rispettivi\nlivelli e nel totale, di tante unità di quante la\ntabella E/ 2 bis allegata alla citata Legge risulta\ndiminuita per effetto della nuova dotazione organica\ndel ruolo del Consiglio Regionale.', '13': "\nAllo scopo di rapportare la consistenza di personale\ndel ruolo del Consiglio Regionale ai contingenti\nnumerici della nuova tabella organica,\ni dipendenti già in posizione di comando presso\nil Comitato di Controllo, le sue Sezioni Provinciali\ned altri Uffici periferici sono trasferiti nel\nruolo della Giunta Regionale, a domanda degli\nstessi da presentare alla Presidenza del Consiglio\nRegionale entro il termine di sei mesi dall'\nentrata in vigore della presente legge.\nPer le unità che risultassero eccedenti sarà ,\ninoltre, promosso il loro trasferimento d' ufficio,\ndal ruolo del Consiglio a quello della Giunta,\ncon le modalità previste dall' articolo 1, comma\nVI, della Legge Regionale 16 marzo 1974,\nn. 11.\nI trasferimenti di cui ai commi precedenti\navranno comunque decorrenza successiva al primo\ngennaio 1978. Nel bilancio di previsione della\nspesa per l' esercizio finanziario 1978 saranno\napportate le conseguenti variazioni ai corrispondenti\nCapitoli.", '14': "\nIn sede di prima applicazione della presente\nlegge i coordinatori dei servizi ed i responsabili\ndegli uffici sono nominati dall' Ufficio di Presidenza,\nsentita la Commissione Paritetica per il\npersonale.\nTale nomina non costituisce titolo ai fini di\neventuali riconferme.", '15': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensie per gli effetti di cui all' articolo 127, II comma,\ndella Costituzione, ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 30 agosto 1977\nAllegato : 1\nLivello Direttivo, numero dei posti 36; //\nLivello di Concetto, numero dei posti 41; //\nLivello esecutivo (appartengono al livello esecutivo\ni posti di archivista, dattilografo, centralinista\ntelefonico, autista, commesso d' aula in numero\nnon superiore a 8 unità .), numero dei posti 44; //\nLivello ausiliario, (nel livello ausiliario sono\ncompresi i posti di commesso) numero dei posti 10; //\nTotale, numero dei posti 131."}
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campania
1,977
34
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{'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3 lo\nStatuto della Comunità Montana del << Mingardo >>,\nnel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 18 luglio 1977"}
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campania
1,977
35
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{'1': "Il primo comma dell' art. 10 della legge regionale\n14 maggio 1975, n. 29, concernente << Norme\nsull' ordinamento amministrativo della Regione >>\nè così modificato:\n- << allo scopo di predisporre lo schema del Piano\ndi coordinamento territoriale e di sviluppo\neconomico è istituito, in via provvisoria, a decorrere\ndalla concreta costituzione dell' Ufficio\nstesso, e per la durata massima di 18 mesi, l' Ufficio\ndel Piano sotto la diretta sovrintendenza\ndel Presidente della Giunta.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 18 luglio 1977"}
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campania
1,977
43
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{'1': "Scopo della legge\nAllo scopo di favorire il risanamento dei ricoveri\nstabili costruiti dallo Stato per la provvisoria\nallocazione dei colpiti dai sismi del 1930,\nè approvato un programma straordinario di edilizia\nresidenziale per la costruzione di alloggi\ne relative infrastrutture destinati a famiglie collocate\nin dette abitazioni improprie nell' ambito\ndei Comuni della regione elencati nel DM 28\nagosto 1930.", '2': "Piano esennale di ricostruzione\nPer l' attuazione del programma, la Giunta Regionale\nè delegata ad approvare entro 90 giorni\ndall' entrata in vigore della presente legge un\npiano esennale di ricostruzione che preveda il\ntotale superamento delle situazioni alloggiative\nin ricoveri stabili di cui al precedente art. 1.\nTale piano deve prevedere:\na) la suddivisione quantitativa del programma\ncomplessivo in tre successivi bienni;\nb) la ripartizione degli interventi tra i Comuni\ninteressati per ciascun biennio;\nc) l' esatta localizzazione dei costruendi alloggi\nnell' ambito dei Piani per l' Edilizia Economica\ne Popolare;\nd) l' individuazione delle opere di urbanizzazione\nda realizzare contestualmente agli alloggi;\ne) l' elenco nominativo delle famiglie che sitrovano nelle condizioni indicate dal comma 2 º\ndel successivo art. 7 e la relativa composizione\nnumerica del nucleo familiare;\nf) i mezzi per far fronte all' intero programma;\ng) le operazioni finanziarie relative alla copertura\ndella spesa per il primo biennio.\nPer gli elemnti indicati con le lettere da\na) ad e) del precedente comma la Giunta Regionale\ndelibera sulla base delle proposte formulate\ndalla Commissione indicata nel successivo\nart. 3.\nAllo scadere del primo o del secondo biennio\nla Giunta Regionale aggiorna, se occorre,\nil piano sulla base delle proposte della Commissione\ndi cui al successivo articolo 3 ed individua\nle operazioni finanziarie relative alla\ncopertura della spesa del successivo biennio.\nL' approvazione del piano esennale equivale\na dichiarazione di pubblica utilità , urgenza ed\nindifferibilità delle opere previste a tutti gli effetti\ndi legge.", '3': "Commissione Intercomunale\nPer la predisposizione del piano esennale, la\nsua verifica e l' eventuale aggiornamento è costituita\nuna Commissione composta da:\n- il Sindaco o un suo delegato per ciascun\nComune interessato;\n- il Presidente o un suo delegato per ciascuna\ndelle Province interessate;\n- il Presidente o un suo delegato per ciascuna\nComunità Montana interessata;\n- tre rappresentanti della Regione designati dal\nConsiglio Regionale.\nLa Commissione è insediata, a cura del Presidente\ndella Giunta Regionale, entro 30 giorni\ndall' entrata in vigore della presente legge; nomina,\na scrutinio segreto, nella sua prima seduta\nil Presidente, scegliendolo tra i rappresentanti\ndei Comuni; fissa la sua sede presso il\nMunicipio di appartenenza del Presidente.\nLa Commissione si riunisce a rotazione nei\nvari Comuni interessati. Le sedute possono essere\npubbliche.\nLa Commissione provvede a predisporre gli\nelementi indicati nelle lettere da a) ad e) del\nprecedente art. 2, predisponendo l' elenco nominativo\ndi cui alla lettera e) sulla base di un apposito\ncensimento.\nTale elenco è ordinato secondo una graduatoria,\nComune per Comune, stilato dalla Commissione\nstessa secondo i punteggi stabiliti dall' art. 7\ndel DPR 30 dicembre 1972, n. 1035, sulla\nbase degli elementi soggettivi contenuti in una\ndichiarazione in carta semplice degli interessaticon firma autenticata.\nPer predisporre gli elementi indicati al comma\nprecedente, la Commissione si avvale degli\norgani dei Comuni interessati, nonchè di personale\ndistaccato da province e regioni.\nLa Commissione prende anche ogni iniziativa\nritenuta utile per la verifica del buon andamento\ndel programma.\nA tal fine ha accesso agli atti relativi al programma\nstesso dell' Ente attuatore della Commissione\nassegnazione alloggi, dei vari Comuni\ninteressati, senza che ad essa si possa opporre\nil segreto di Ufficio.\nPer l' azione di verifica la Commissione è convocata\nalmeno una volta ogni sei mesi.\nL' incarico di componente della Commissione\nnon è retribuito.\nLe spese del funzionamento della Commissione\nsono a carico del programma oggetto della\npresente legge.", '4': "Ubicazione degli alloggi\nGli alloggi e le relative infrastrutture finanziati\ncon la presente legge vanno realizzati nell'\nambito dei piani di zona approvati o adottati\nai sensi della legge 18 aprile 1967, n. 167 e successive\nmodificazioni.\nLa spesa per la progettazione dei piani di zona\nnei Comuni di cui al precedente art. 1, che ne\nsiano sprovvisti o delle varianti che si rendessero\nnecessarie, è a carico del programma straordinario\noggetto della presente legge.", '5': 'Ente Attuatore\nLa costruzione degli alloggi previsti nella presente\nlegge e delle relative infrastrutture è affidata\nagli Istituti autonomi delle case popolari\ne loro Consorzi.', '6': "Attribuzione delle spese\nLe infrastrutture costruite nell' ambito del programma\nstraordinario sono attribuite al demanio\ndei rispettivi Comuni; gli alloggi sono attribuiti\ned entrano anche a far parte del patrimonio\ndei Comuni.", '7': "Assegnatari\nGli alloggi realizzati nell' ambito del programma\nstraordinario oggetto della presente legge\nsono assegnati - tramite bando riservato -\nalle famiglie che sono indicate nel precedente\nelenco di cui all' art. 2, lettera e) e che possono\nconseguire assegnazione di un alloggio di edilizia\nresidenziale pubblica ai sensi dell' art. 2 del\nDPR 30 dicembre 1972, n. 1035.Sono inclusi nell' elenco di cui alla lettera e)\ndel precedente art. 2 le famiglie che alla data del\n31 ottobre 1976 erano alloggiate in ricoveri stabili\ncostruiti dallo Stato ai sensi del RDL 3 agosto\n1930, n. 1065 e RDL 10 novembre 1930,\nn. 1447.", '8': "Demolizione dei ricoveri stabili\nGli IACP attuatori espletano le procedure\npreviste dall' art. 54 della Legge 22 ottobre 1971,\nn. 865, dopo la realizzazione degli alloggi.", '9': "Nel caso di ricostruzione in sito per la quale\nsi rende necessario l' abbattimento preventivo\ndi alloggi stabili, l' Amministrazione competente\nprovvederà alla sistemazione provvisoria dei\nnuclei familiari sloggiati, fino al momento dell'\nassegnazione degli alloggi.\nIl bando dovrà prevedere la precedenza assoluta\nnell' assegnazione a detti nuclei.", '10': "\nRinvio alle leggi\ndell' edilizia residenziale pubblica\nPer quanto non previsto dai precedenti articoli,\nal programma straordinario oggetto della\npresente legge si applicano tutte le norme relative\nall' edilizia residenziale pubblica vigenti.", '11': "\nCopertura finanziaria\nAll' attuazione del programma straordinario\ndi edilizia sovvenzionata oggetto della presente\nlegge, la Regione provvede:\na) con uno stanziamento annuo di L. 250\nmilioni per venti anni, da iscriversi in apposito\nCapitolo dei Bilanci preventivi relativi agli anni\ndal 1977 al 1996;\nb) con lo storno dei fondi stanziati con delibera\nconsiliare 30 novembre 1972, ai sensi dell'\nart. 55, lettera e) della legge 22 ottobre 1971,\nn. 865, per il risanamento dei centri storici per\ni quali non risulta avviato il relativo programma\nesecutivo.\nc) con la riserva di una quota sufficiente al\ncompletamento del piano esennale, da operarsi\nall' atto della localizzazione dei futuri programmi\ndi edilizia residenziale pubblica.\nAlla copertura dell' onere di cui alla lettera\na) del 1º comma, stabilito in L. 250 milioni, si\nprovvede per l' anno 1977 mediante riduzione\ndi pari ammontare dello stanziamento di cui al\nCapitolo 785 dello stato di previsione della spesa\nper l' esercizio finanziario 1977 << Fondo globale\nper spese di investimento derivanti da\nprovvedimenti legislativi in corso ed attinenti a\nfunzioni normali della Regione >> e mediante l'iscrizione della somma di L. 250 milioni al Cap.\n255 Titolo II, di nuova istituzione, dello stato di\nprevisione medesimo con la denominazione:\n<< Programma straordinario di edilizia residenziale\nper il risanamento dei ricoveri stabili costruiti\ndallo Stato nelle zone dell' Irpinia colpite\ndai terremoti del 1930 >>.", '12': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel 2º comma dell' art. 127 della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 8 agosto 1977"}
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campania
1,977
42
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{'1': 'In favore degli hanseniani, sia assistiti a\ndomicilio nel territorio della Regione, perchè \nvi abbiano la residenza, sia ricoverati in Istituti\ndi cura anche fuori del territorio della Regione,\nè fissata una indennità giornaliera di Lire 3.000\nintegrativa delle provvidenze economiche di cui\nalle leggi n. 404 del 3 giugno 1971 e n. 4 del 12\ngennaio 1974.\nLa predetta indennità è riassorbita da eventuali\nfuturi miglioramenti economici determinati\ncon legge dello Stato.', '2': "L' onere finanziario derivante dalla applicazione\ndella presente legge è a totale carico della\nRegione e costituisce spesa obbligatoria.\nL' indennità integrativa giornaliera, prevista\ndalla presente legge, non si cumula con analoga\nindennità eventualmente concessa da altre Regioni.\nOve altre Regioni vadano a determinare analoga\nindennità in favore degli hanseniani considerati\nresidenti nel loro territorio, ai sensi dell'\nart. 3 del DPR 31 gennaio 1958, n. 136, la\nRegione Campania promuoverà il rimborso nei\nconfronti delle stesse, delle somme corrisposte\nagli assistiti nei limiti fissati dalla presente\nlegge regionale.", '3': "La decorrenza della indennità di cui al precedente\narticolo 1 è fissata all' 1 gennaio 1976.\nLa medesima verrà liquidata con le modalità \npreviste nelle leggi 3 giugno 1971, n. 404 e 12gennaio 1974, n. 4.", '4': "L' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, stabilito per l' anno 1977 in L. 30.000.000\ngraverà sul Capitolo 617 dello stato di previsione\ndella spesa per l' esercizio finanziario 1977\navente ad oggetto << Sussidi per la lotta contro\nil morbo di Hansen anche a titolo di concorso\ngiornaliero agli infermi ed ai loro familiari a\ncarico (legge 3 giugno 1971, n. 404) - Spesa obbligatoria >>\nopportunamente incrementato mediante\nriduzione di pari importo dello stanziamento\ndel Cap. 599 dello stato di previsione\ndella spesa per l' esercizio finanziario 1977 avente\nad oggetto << Spese di spedalità per ammalati\naffetti dal morbo di Hansen - art. 2 legge 27\ngiugno 1967, n. 533 - Spesa obbligatoria >>.\nPer gli anni successivi la spesa graverà sui\ncorrispondenti capitoli di bilancio.", '5': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti dell' art. 127, secondo\ncomma della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 8 agosto 1977"}
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campania
2,002
21
null
{'1': "Finalità\n1. La presente legge, in attuazione degli articoli n. 3 e n. 34 \ndella Costituzione ed in conformità dello Statuto della Regione \nCampania e dei principi della Legge 2 dicembre 1991, n. 390, \ndisciplina gli interventi per la concreta realizzazione, in ambito \nregionale, del diritto allo studio universitario.\n2. Gli interventi previsti per le finalità di cui al comma 1 sono \nvolti all'attuazione di un sistema organico di strutture, servizi e \nbenefici che rimuovano gli ostacoli di ordine economico e \nsociale e consentano ai capaci e meritevoli, anche se privi di \nmezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi.\n3. La Regione persegue i fini di cui ai commi 1 e 2 nel \nrispetto del pluralismo istituzionale ed in stretta collaborazione \ncon le Istituzioni accademiche operanti sul territorio campano in \ncui il ruolo delle autonomie universitarie è inquadrato in un \nsistema regionale a rete ed in cui le diversità dei bisogni \nrappresentano una risorsa tesa a rafforzare il coordinamento e \nle sinergie.", '2': "Destinatari\n1. Sono destinatari della presente legge tutti gli studenti iscritti \nai corsi di studio delle Istituzioni universitarie che rilasciano \ntitoli aventi valore legale e delle Istituzioni di alta cultura, di cui \nalla legge 21 dicembre 1999, n. 508, che hanno sede nella \nRegione Campania.2. Sono destinatari, a pieno diritto, gli studenti della Unione \nEuropea, ai sensi e per gli effetti dell'articolo n. 20 della Legge \n390/91, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e del \nrelativo Regolamento di attuazione 31 agosto 1999, n. 394, e gli \nstudenti aventi nazionalità diversa da quelle appartenenti alla \nUnione Europea. Pari diritto compete agli studenti cui lo Stato \nitaliano ha riconosciuto lo status di apolide o rifugiato politico.", '3': 'Compiti\n1. Compete alla Regione Campania l\'indirizzo, la \nprogrammazione, il coordinamento, nonché la vigilanza sugli \ninterventi di cui all\'articolo 1. \n2. La Regione Campania, in conformità a quanto previsto dalla \nlegge n. 390/91, articolo 25, comma 1, ed al fine di attuare le \nfinalità di cui all\'articolo 1, provvede:\na) ad istituire, presso ogni singola Università, apposite Aziende \nregionali per il diritto allo\nstudio universitario dotate di personalità giuridica, autonomia \namministrativa e gestionale \ne di proprio personale, denominate " Azienda pubblica per il \ndiritto allo studio\nuniversitario - A.Di.S.U.", in seguito anche ADISU;\nb) ad istituire una singola Azienda per il diritto allo studio \nuniversitario riferita a più\nUniversità presenti nel capoluogo di provincia, se queste \nmanifestano la volontà di \naggregarsi per una maggiore razionalità ed efficienza della \ngestione;\nc) a stipulare convenzioni con le Università che intendono \ngestire direttamente interventi in\nmateria di diritto allo studio universitario, di durata non \ninferiore ai 5 anni, di volta in\nvolta rinnovabile per eguale periodo;\nd) ad istituire una rete telematica pubblica d\'informazione e \nreperimento di modulistica unica di tutte le ADISU della \nRegione per una maggiore efficienza e semplicità di accesso \ndegli utenti alle necessarie informazioni.', '4': 'ADISU\n1. Le ADISU sono dotate di personalità giuridica, di autonomia \namministrativa e gestionale e di proprio personale. Il loro \nfunzionamento è disciplinato, oltre che dalla presente legge, da \nun regolamento organizzativo, approvato dal Consiglio di \namministrazione.\n2. Le ADISU conformano la propria azione ai contenuti della \nprogrammazione annuale degli interventi per il diritto \nuniversitario di cui all’articolo 32.', '5': "Convenzioni\n1. Le convenzioni di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), \nprevedono:\na) la tipologia dei servizi erogabili;b) i criteri e le modalità di partecipazione all'organizzazione ed \nal controllo della gestione dei servizi da parte dei \nrappresentanti degli studenti membri eletti nel Consiglio di \namministrazione dell'Università o, in assenza, degli studenti \ndesignati dagli organi statutari di rappresentanza studentesca;\nc) le risorse umane rispettivamente impegnate e le relative \nfigure professionali; \nd) le modalità di trasferimento delle risorse finanziarie; \ne) i beni mobili e immobili messi reciprocamente a \ndisposizione; \nf) gli elementi per la valutazione di efficienza ed efficacia dei \nservizi erogati.", '6': "Tipologia dei servizi\n1. Il perseguimento degli obiettivi di cui all'articolo 1 trova \nattuazione attraverso i seguenti servizi e benefici, comprensivi \ndi quelli erogati agli studenti in possesso di specifici requisiti di \nreddito e merito: \na) borse di studio; \nb) servizio abitativo;\nc) prestiti d'onore;\nd) interventi in favore delle fasce di utenza in condizione di \ndisabilità; \ne) servizio di ristorazione;\nf) servizio di informazione e orientamento al lavoro;\ng) servizio di agevolazione del trasporto pubblico; \nh) servizio di promozione culturale, ricreativo e delle attività \nsportive;\ni) servizio di assistenza sanitaria;\nl) ogni altro servizio atto a realizzare il diritto allo studio \nuniversitario in quanto compatibile con la normativa prevista \ndalla Legge n. 390/91, articolo 4, e con la programmazione \nregionale, di cui all'articolo 32; \nm) centri multimediali fruibili dagli studenti.", '7': "Criteri e modalità di gestione. Controllo dei servizi\n1. La gestione dei servizi è informata a principi di economicità \nin rapporto alla qualità ed alla modalità di erogazione dei servizi \nstessi. Alla gestione dei servizi si provvede anche con apposite \nconvenzioni che rispettino i criteri pubblici di attribuzione, \navvalendosi di prestazioni rese anche da associazioni e \ncooperative studentesche costituite ed operanti nelle \nUniversità, composte da una percentuale non inferiore ai due \nterzi di studenti che, se iscritti da più di un anno all'Università, \nabbiano superato almeno un esame nell'anno accademico \nprecedente a quello della stipula delle convenzioni.\n2. Le Aziende stabiliscono, con apposita Carta dei Servizi, gli \nstandard qualitativi e i progetti di miglioramento della qualità \ndei servizi. La Carta dei Servizi individua gli strumenti di tutela \ndell'utente, vincola l'Azienda, prevede gli indennizzi da erogare \nagli utenti in caso di inadempienza, nonché gli standard \nqualitativi minimi di cui alla programmazione regionale. \n3. E’costituita, presso ciascuna ADISU e presso le Università convenzionate, una Commissione composta da \ncinque studenti eletti dal Consiglio degli studenti di Ateneo \noppure, se non costituito, dall'Assemblea dei Consiglieri di \nFacoltà dell'Ateneo, al fine di garantire il controllo degli utenti \nsulla qualità dei servizi.\n4. La Commissione è rinnovata ogni tre anni, ha diritto di \naccesso ai locali destinati ai servizi di alloggio e ristorazione \ncomunque gestiti, formula rilievi e proposte sulla qualità dei \nservizi stessi.\n5. L'Assemblea elettiva è convocata dal Presidente della \ncompetente ADISU o dal Rettore dell'Università convenzionata \nche provvede a convocare i comizi elettorali. Gli studenti \npercepiscono un gettone di presenza pari alla metà di quello \npercepito dai Consiglieri di amministrazione dell'Ateneo di \nriferimento. \n6. In caso di raggruppamento volontario di Università \ncostituenti un'unica ADISU la convocazione di cui sopra si \nintende rivolta agli organismi rappresentativi degli studenti di \ntutte le Università di riferimento, se costituiti. In assenza, \nl'elettorato attivo e passivo riguarda soltanto i rappresentanti \nstudenteschi in carica al momento.\n7. Il regolamento elettorale è approvato dal Consiglio di \namministrazione dell'ADISU secondo lo schema tipo elaborato \nai sensi della lettera e) dell'articolo 35.", '8': "Borse di studio\n1.Le borse di studio sono attribuite per pubblico concorso \nannuale. L'entità è determinata dagli atti programmatori \nregionali ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei \nMinistri emanato in attuazione della Legge n. 390/1991, articolo \n4.\n2. Le borse di studio non sono cumulabili con altre, ad ogni \ntitolo attribuite, con l'eccezione di quanto previsto alla Legge n. \n390/91, articolo 7, comma 1, lettera d).", '9': "Servizi abitativi\n1. L'assegnazione delle residenze universitarie o delle strutture \nabitative nella disponibilità delle ADISU avviene mediante \npubblico concorso annuale, cui sono ammessi gli studenti fuori \nsede in possesso dei requisiti di merito e di reddito determinati \ndalla normativa statale di riferimento e dalla programmazione \nregionale.\n2. La programmazione regionale definisce, inoltre:\na) le tariffe per la fruizione del servizio;\nb) i criteri e le modalità di ammissione, priorità e riserve di \nassegnazione dei posti alloggio;\nc) le modalità di accesso ai servizi abitativi degli studenti \nprovenienti da Università non campane;\nd) le modalità di utilizzo degli alloggi non assegnati a seguito di \nprocedura concorsuale.\n3. Le ADISU definiscono, conformemente alla \nProgrammazione regionale, le modalità di accesso alle \nresidenze nei bandi di concorso e individuano, con appositi regolamenti, le modalità di fruizione, gli obblighi e i diritti degli \nalloggiati. \n4. Le ADISU assicurano ai fuori sede, in collaborazione con le \nAssociazioni di categoria, l'assistenza legale, in caso di \ncontroversie con i proprietari di immobili presi in locazione, e la \nconsulenza per l'applicazione della normativa di cui alla Legge \n9 febbraio 1998, n. 431, articolo 5, relativamente ai contratti di \nlocazione per studenti. \n5. Le ADISU prevedono l'erogazione, mediante concorso \npubblico, di un contributo monetario per l'abbattimento parziale \ndel canone di locazione dovuto dai fuori sede al privato.", '10': "\nPrestiti d'onore\n1. Il prestito d'onore, ai sensi della Legge 390/91, articolo 16, è \nassegnato mediante concorso per titoli relativi al merito \nscolastico ed al reddito, secondo i criteri fissati dal Decreto del \nPresidente del Consiglio dei Ministri emanato in attuazione \ndella Legge 390/91, articolo 4.\n2. Le ADISU, nell'ambito di convenzioni con aziende ed istituti di \ncredito, attivano altre forme di prestito a favore degli studenti.", '11': "\nInterventi in favore delle fasce di utenza in condizione di \ndisabilità\n1. Le ADISU, ad integrazione degli interventi erogati ai sensi \ndella legge 5 febbraio 1992, n. 104, intervengono con forme di \nausilio strumentale per le attività didattiche, oppure con appositi \ncontributi per l'acquisto di attrezzature specifiche, di materiale \ndidattico differenziato e di strumenti idonei a superare \nparticolari difficoltà individuali che impediscono la \npartecipazione attiva ai corsi di studio, nonché con un sistema \ndi comodato d’uso di attrezzature informatiche per gli studenti \ndisabili. \n2. Le ADISU, in collaborazione con le Università, intervengono \ncon forme adeguate per garantire agli studenti portatori di \nhandicap, in particolare non residenti, la possibilità di \nraggiungere e frequentare le sedi e le attività didattiche.", '12': '\nAttività part-time\n1. Le ADISU realizzano forme di collaborazione degli studenti \nalle attività connesse ai servizi erogati con regolamenti emanati \nnel rispetto dei principi di cui alla Legge n. 390/91, articolo 13, \ncomma 3, e del Decreto del Presidente del Consiglio dei \nMinistri emanato in attuazione della Legge 390/91, art. 4.', '13': "\nServizio di ristorazione\n1. Il servizio di ristorazione è gestito in forma diretta o indiretta \nsecondo gli indirizzi determinati dal Consiglio di \nAmministrazione, con riguardo all'efficacia, efficienza ed \neconomicità. Esso è organizzato in modo da realizzare una \nrazionale diffusione del servizio stesso in prossimità delle strutture universitarie ed una pluralità e diversificazione delle \nforme di ristorazione attraverso la distribuzione di pasti completi \no ridotti. \n2. Le ADISU prive di strutture di mensa si avvalgono, in \nconvenzione, delle strutture di altre ADISU in via prioritaria, \ncompatibilmente con l'efficacia del servizio e della economicità \ndello stesso.\n3. Le modalità di accesso sono fissate dal Consiglio di \namministrazione dell'ADISU con apposito regolamento, \nconforme alle direttive della Giunta regionale in ordine alla \ndeterminazione delle tariffe aventi a base il reddito dell'utente. \n4. Gli studenti, di ogni nazionalità, temporaneamente in sede \nper motivi di studio, usufruiscono del servizio alle condizioni \nstabilite dal regolamento di cui al comma 3.\n5. L'accesso al servizio di ristorazione da parte di altri soggetti \nè consentito, purchè senza oneri aggiuntivi per l'ADISU e fatta \nsalva la funzionalità del servizio.", '14': "\nServizio di informazione e di orientamento al lavoro\n1. Il servizio rappresenta agli studenti e ai laureati le opportunità \nofferte dal mercato del lavoro in funzione dei diversi corsi \nuniversitari, fornendo gli strumenti per una scelta consapevole \nlegata alle propensioni individuali anche attraverso l'accesso a \nbanche dati.\n2. Il servizio è svolto in collaborazione con le Università di \nriferimento e con le Province, raccordandosi con i Centri per \nl'impiego previsti dalla legge regionale 13 agosto 1998, n. 14, e \ncon Enti ed Istituti specializzati.", '15': "\nServizio di agevolazione dei trasporti\n1. Per favorire gli spostamenti da e per la sede universitaria di \nriferimento, quelli interuniversitari ed i collegamenti tra \nresidenze, università e centri di ristorazione, l'ADISU organizza \nservizi collettivi di trasporto avvalendosi di aziende pubbliche e \nprivate selezionate con procedura di evidenza pubblica. \n2. Indipendentemente da altre forme di agevolazione può \nessere erogato, con concorso pubblico, un contributo per \nl'acquisto di abbonamenti per i trasporti pubblici locali.", '16': "\nServizio di promozione culturale, ricreativo e delle attività \nsportive\n1. Le ADISU, in collaborazione con le Università e con le \nassociazioni studentesche, ai sensi della Legge 390/91, \narticolo 12, comma 1, lettera d), promuovono e sostengono \niniziative tese alla crescita culturale e sportiva della comunità \nstudentesca ed alla sua integrazione con le comunità locali, nel \nrispetto della pluralità degli orientamenti culturali e della \nautonomia delle scelte individuali.\n2. Le ADISU, in collaborazione con le Università, favoriscono la \npartecipazione studentesca a spettacoli teatrali, musicali, \ncinematografici, mostre, nonché il nolo o l'acquisto di strumenti e di sussidi multimediali e la realizzazione di spazi attrezzati \nche consentano la fruibilità di postazioni informatiche.\n3. Le ADISU, in collaborazione con le Università, istituiscono \nservizi editoriali, librari, di riproduzione testi e dispense \ndidattiche, bibliotecari e audiovisivi, con orari e modalità di \naccesso e di fruizione diversificati rispetto ai servizi già operanti \npresso l'Università di riferimento e ad integrazione degli stessi. \n4. Le ADISU, in raccordo con le Università, offrono la possibilità \nad Associazioni e Cooperative studentesche, nonché a liste \npresentate alle elezioni studentesche per la nomina di \nrappresentanti negli organismi universitari e delle ADISU \nstesse, di accedere a contributi per lo svolgimento di iniziative \nculturali aventi carattere di interesse generale.", '17': "\nServizio di assistenza sanitaria\n1. L'assistenza sanitaria di primo intervento, all'interno delle \nstrutture universitarie di riferimento, è assicurata, ai sensi della \nLegge 390/91, art. 7, comma 3, mediante convenzioni da \nstipulare dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore \nall'Università, con le Università di riferimento, con le loro \nstrutture sanitarie o con le Aziende sanitarie locali competenti \nper territorio.", '18': "\nOrgani\n1. Sono organi dell'ADISU:\na) il Presidente;\nb) il Consiglio di Amministrazione;\nc) il Collegio dei Revisori contabili.", '19': "\nPresidente\n1. Il Presidente ha la rappresentanza legale dell'Ente, convoca \ne presiede il Consiglio di Amministrazione fissandone l'ordine \ndel giorno, assicura l'esecuzione delle delibere del Consiglio di \nAmministrazione e vigila sull'andamento della gestione \ndemandata alla dirigenza.\n2. In caso di urgenza e di necessità adotta i provvedimenti \nche non hanno contenuto di carattere generale, di competenza \ndel Consiglio di Amministrazione, al quale sono sottoposti per \nla ratifica, alla prima seduta utile successiva.\n3. Il Presidente è nominato, ai sensi della Legge n. 390/91, art. \n25, comma 1, con decreto del Presidente della Giunta \nregionale, d'intesa con l'Università di riferimento.\n4. In caso di assenza o impedimento, il Presidente è sostituito \ndal Vice Presidente.", '20': "\nConsiglio di Amministrazione - Composizione\n1. Il Consiglio di amministrazione dell'ADISU è nominato con \ndecreto del Presidente della Giunta regionale ed è così \ncomposto: \na) Presidente; \nb) tre rappresentati della Regione Campania, eletti dal Consiglio regionale ai sensi della legge regionale 7 agosto \n1996, n. 17;\nc) un rappresentante dell'Università di riferimento, designato \ndal Rettore o, congiuntamente, dai Rettori delle Università \naggregatesi secondo quanto previsto dall’art. 3, comma 1, \nlettera c);\nd) tre rappresentanti degli studenti dell'Università di riferimento. \n2. I rappresentanti degli studenti di cui alla lettera d) sono eletti, \nin concomitanza con le elezioni fissate per la elezione della \nrappresentanza studentesca, nel Consiglio di Amministrazione \ndell'Università di riferimento. \n3. Se si costituisce un'unica ADISU a seguito di aggregazione \nvolontaria di più Università, la convocazione dei comizi elettorali \navviene tramite atti promossi dal Rettore della Università cui \nafferisce il maggior numero di iscritti; le liste dei candidati sono \nuniche per ciascun corpo elettorale.\n4. I componenti del Consiglio di amministrazione restano in \ncarica tre anni e possono essere confermati una sola volta. \n5. Il Consigliere eletto in rappresentanza degli studenti che, per \nqualsiasi motivo, perde lo status di studente o il diritto \nall'eleggibilità, decade automaticamente dalla carica ed è \nsostituito dal primo dei non eletti della stessa lista elettorale \nnella quale era stato eletto il consigliere decaduto. \n6. Tutti i Consiglieri di amministrazione che, a vario titolo, \nassumono la carica successivamente all'iniziale costituzione \ndell'Organo rimangono in carica fino alla naturale scadenza del \nperiodo per il quale il Consiglio di amministrazione è stato \nnominato.\n7. Il Presidente della Giunta regionale costituisce il Consiglio \ndi amministrazione anche se sono stati designati o eletti solo i \ndue terzi dei componenti previsti al comma 6.\n8. Al Presidente e ai componenti il Consiglio di \namministrazione è corrisposto un assegno mensile nei limiti \nrispettivamente del venticinque per cento e del quindici per \ncento dell'indennità spettante ai Consiglieri regionali, oltre il \nrimborso delle spese di viaggio, se spettante, disciplinato dalla \nnormativa prevista per i dirigenti regionali.", '21': "\nConsiglio di amministrazione - Attribuzioni\n1. Il Consiglio di amministrazione esercita le funzioni di \ndirezione politico-amministrativa dell'ADISU e vigila sulla \nrispondenza delle attività agli obiettivi programmati ed agli \nindirizzi stabiliti dalla Regione, secondo quanto previsto dal \nDecreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29.\n2. Il Consiglio di amministrazione: \na) elegge il Vice Presidente tra i suoi componenti a scrutinio \nsegreto, nella prima seduta;\nb) approva il regolamento organizzativo dell'ADISU e le sue \nmodifiche;\nc) approva il bilancio di previsione e il rendiconto generale;\nd) approva i piani di attività annuali e pluriennali in conformità \nalla programmazione e agli indirizzi stabiliti dalla Regione; \ne) approva la Carta dei Servizi;f) approva i bandi di concorso, relativi all'assegnazione di servizi \ne dei benefici;\ng) approva i regolamenti per la gestione e la fruizione dei servizi \ne dei benefici;\nh) approva il regolamento di funzionamento della \nCommissione di cui all'art. 7, comma 3, ed il relativo \nregolamento elettorale;\ni) approva il regolamento del personale con annessa pianta \norganica, comprensiva dei profili professionali all'interno di \nciascuna qualifica, correlata alla qualità e quantità dei servizi e \nbenefici effettivamente erogati sulla base dei dati statistici \ndisponibili;\nl) definisce le modalità di partecipazione ad attività consorziate \nper iniziative, funzioni e compiti comuni alle Adisu;\nm) delibera la nomina del direttore amministrativo;\nn) approva le direttive e i criteri relativi alla gestione dell'attività \ncontrattuale;\no) approva l'acquisizione e l'alienazione dei beni immobili, \nprevia autorizzazione della Giunta regionale.\n3. I regolamenti sono adottati dal Consiglio di \namministrazione, a maggioranza dei componenti, secondo lo \nschema tipo elaborato ai sensi dell'articolo 35, lettera e), e \ndeliberati, entro centoventi giorni dall'entrata in vigore della \npresente legge, dalla Giunta regionale, su proposta \ndell'Assessore regionale competente per materia.", '22': "\nConsiglio di amministrazione - Costituzione e validità delle \ndeliberazioni\n1. Il Consiglio di Amministrazione è regolarmente costituito con \nla presenza della maggioranza dei componenti. Salvo quanto \nprevisto al comma 4., esso delibera a maggioranza dei \npresenti; in caso di parità, prevale il voto del Presidente. \n2. Le funzioni di Segretario del Consiglio sono svolte dal \nDirettore dell'ADISU, che redige i relativi verbali delle sedute.\n3. Il Consiglio si riunisce ogni qualvolta il Presidente ne ravvisa \nla necessità, quando almeno tre consiglieri ne fanno espressa \nrichiesta scritta e, comunque, almeno una volta al mese.\n4. Le deliberazioni concernenti il regolamento e le relative \nmodifiche dello stesso sono approvate se ottengono la \nmaggioranza assoluta.", '23': "\nConsiglio di Amministrazione - Scioglimento\n1. In caso di persistenti inadempienze o di reiterate violazioni di \ndisposizioni normative, ovvero di dimissioni della maggioranza \ndei componenti, il Consiglio di amministrazione é sciolto con \ndecreto del Presidente della Giunta regionale, previa conforme \ndeliberazione della Giunta Regionale.\n2. Con lo stesso provvedimento è nominato un Commissario \nper la gestione straordinaria dell'ADISU, che resta in carica fino \nalla ricostituzione del Consiglio di amministrazione, che ha \nluogo entro sei mesi dal decreto di scioglimento. \n3. Nell'ambito delle funzioni di vigilanza di cui all'articolo 34, la \nGiunta regionale nomina un Commissario ad acta per l'adozione di specifici atti per i quali è stata accertata l'inerzia \ndel Consiglio a provvedere nei termini assegnati.", '24': "\nCollegio dei Revisori contabili\n1. Il Collegio dei Revisori contabili è composto da tre membri \neffettivi e due supplenti scelti tra professionisti iscritti nel \nregistro dei Revisori contabili di cui al Decreto legislativo 27 \ngennaio 1992, n. 88, eletti dal Consiglio regionale in conformità \na quanto previsto dalla legge regionale 7 agosto 1996, n. 17, e \nnominati con decreto del Presidente della Giunta Regionale.\n2. I Revisori rimangono in carica per la stessa durata del \nConsiglio di amministrazione, anche se nominati \nsuccessivamente alla data iniziale di insediamento.\n3. Il Collegio esamina tutti i provvedimenti amministrativi \nemanati dagli organi dell'ADISU sotto il profilo della legittimità \ncontabile ed amministrativa.\n4. Il Direttore amministrativo trasmette al Collegio, entro cinque \ngiorni dalla loro adozione, gli atti di cui al comma 3. Il Collegio \nha facoltà di acquisire tutta la documentazione relativa ai \nprovvedimenti in corso di esame e si esprime su ognuno di \nessi entro 15 giorni dalla data di trasmissione.\n5. Le osservazioni del Collegio sospendono l'esecutività \ndell'atto amministrativo cui esse si riferiscono. L'organo che ha \nemanato il provvedimento lo conferma entro 15 giorni dalla data \nin cui sono pervenute le osservazioni. In caso contrario, gli \neffetti giuridici dell'atto, osservato dal Collegio, cessano \nautomaticamente decorso il termine sopraindicato.\n6. Se il Collegio ritiene, nonostante la conferma, di ribadire le \nosservazioni iniziali, trasmette l'atto osservato alla Giunta \nregionale per i provvedimenti che questa ritiene di adottare \nnell'esercizio del potere di vigilanza e controllo sancito dallo \nStatuto della Regione Campania e dall'art. 34.\n7. Ai componenti del Collegio dei Revisori dei conti è \ncorrisposto un compenso mensile determinato su base annua \npari ai massimi previsti dal Decreto del Presidente della \nRepubblica 10 ottobre 1994, n. 645, art. 37, commi 2 e 3, e con \nriferimento a quanto specificato dall’articolo 38, comma 2, dello \nstesso decreto.\n8. Al Presidente del Collegio dei Revisori è riconosciuta la \nmaggiorazione del compenso prevista dal Decreto del \nPresidente della Repubblica 10 ottobre 1994, n. 645, art. 37, \ncomma 5. 9. Al Presidente ed ai componenti del Collegio dei \nRevisori dei conti è riconosciuto il rimborso delle spese di \nviaggio disciplinato dalla normativa vigente.", '25': "\nIncompatibilità\n1. La carica di Presidente o di componente il Consiglio di \namministrazione, nonché di Presidente o di componente il \nCollegio dei Revisori contabili è incompatibile :\na) con quella di Consigliere regionale e provinciale, Sindaco o \nAssessore comunale, Presidente o Assessore di Comunità \nmontane, Presidente di Consigli circoscrizionali;\nb) con la posizione di dipendente dell'Amministrazione regionale in servizio presso la struttura che svolge funzioni di \nvigilanza sull'ADISU;\nc) con quella di membro di organi collegiali consultivi, tenuti ad \nesprimere pareri sui provvedimenti dell'ADISU; \nd) con la posizione di appartenenti alle Forze armate in servizio \npermanente effettivo;\ne) con la posizione di consulente o collaboratore, ad ogni titolo, \npresso l'ADISU;\nf) con lo status di professore universitario che, all'interno delle \nUniversità, svolga uno dei seguenti ruoli: Rettore, Pro Rettore, \nPresidente di polo.", '26': '\nStrumenti di partecipazione\n1. La Regione si impegna a sviluppare strumenti di \npartecipazione che consentano la possibilità di una diretta \npartecipazione degli studenti alla individuazione dei bisogni ed \nalla definizione delle soluzioni per la loro soddisfazione. A tal \nfine, con apposito regolamento, sono individuati gli strumenti \noperativi per la realizzazione di tale obiettivo.', '27': "\nDirettore amministrativo\n1. L'incarico di Direttore amministrativo dell'ADISU è conferito \ndal Consiglio di amministrazione sulla base di motivate e \ncomprovate capacità dirigenziali a un candidato, selezionato a \nseguito di avviso pubblico, in possesso del diploma di laurea e \ndi specifici e documentati requisiti, attestanti qualificate attività \nprofessionali di direzione tecnica o amministrativa di enti o \nstrutture pubbliche o società pubbliche o private di media o \ngrande dimensione, con esperienza almeno quinquennale.\n2. L'incarico di Direttore amministrativo, il rinnovo ed il \ntrattamento giuridico ed economico sono definiti con contratto \ndi diritto privato. Il compenso spettante è ragguagliato alla \nretribuzione del dirigente di ruolo della Giunta, comprese le \nindennità di funzione e di risultato, secondo le direttive impartite \ndalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore.\n3. Il rapporto di lavoro del Direttore è a tempo pieno. Se \nl'incarico è conferito a un dirigente in servizio presso \namministrazioni pubbliche, questi è posto in aspettativa senza \nassegni per la durata dell'incarico stesso.\n4. L'incarico di Direttore amministrativo ha durata non \nsuperiore a cinque anni, rinnovabile per la stessa durata.\n. 5. Al Direttore amministrativo spetta la gestione finanziaria, \ntecnica e amministrativa, compresa l'adozione di tutti gli atti che \nimpegnano l'amministrazione verso l'esterno, mediante \nautonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse \numane, strumentali e di controllo. Il Direttore amministrativo è \npersonalmente responsabile della gestione e dei risultati. \n. 6. Il Direttore formula le proposte degli atti di competenza del \nConsiglio di amministrazione, dirige il personale e sovrintende \nal funzionamento degli uffici e dei servizi.\n. 7. Non può essere nominato Direttore amministrativo:\na) colui che si trova in una delle cause di incompatibilità di cui all'articolo 25;\nb) colui che ha riportato condanna, anche non definitiva, a pena \ndetentiva non inferiore ad un anno per delitto non colposo \novvero a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto \ncolposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con \nabuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti ad una pubblica \nfunzione, salvo quanto disposto dal codice penale, art. 166, \ncomma 2;\nc) colui che è sottoposto a procedimento penale per un delitto \nper il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza;\nd) colui che è stato sottoposto, anche con provvedimento non \ndefinitivo, ad una misura di prevenzione, salvi gli effetti della \nriabilitazione prevista dalla Legge 3 agosto 1988, n. 327, \narticolo15, e dalla Legge 19 marzo 1990, n. 55, art. 14;\ne) colui che è sottoposto a misura di sicurezza detentiva o a \nlibertà vigilata.\n8. Il Direttore amministrativo è destituito dall'incarico nel caso di \ngravi inadempimenti o di gravi violazioni di leggi e quando il \nrisultato della gestione è in contrasto con le direttive e gli \nobiettivi definiti dal Consiglio di amministrazione. Il \nprovvedimento è adottato dal Consiglio di amministrazione, \nprevia contestazione degli addebiti e concessione di un termine \nper le deduzioni.", '28': "\nPersonale\n1. La Giunta regionale, sentite le Organizzazioni sindacali, \nprovvede, entro tre mesi dall'istituzione dell'ADISU, alla prima \ndotazione organica del personale, avvalendosi, ove necessario \ne nel rispetto dei diritti dei dipendenti, delle procedure previste \nper la mobilità.\n2. Al personale dell'ADISU si applicano lo stato giuridico, il \ntrattamento economico di attività, previdenza e quiescenza \nprevisti per il personale di ruolo della Giunta regionale. \n3. Le norme dei contratti collettivi di lavoro e quelle contenute \nnei contratti decentrati si applicano immediatamente al \npersonale delle ADISU mediante atti deliberativi del Consiglio \ndi amministrazione. \n4. L'ADISU può avvalersi, nei limiti numerici e funzionali delle \nproprie piante organiche e per i fini di cui alla presente legge, di \npersonale delle Università di riferimento, provvedendo al \nrimborso all'Università stessa degli oneri relativi al suddetto \npersonale messo a disposizione. \n5. L’Università utilizza personale dell’ADISU, quando la \ngestione di alcuni interventi è affidata all'Università stessa, che \nprovvede a rimborsare l'ADISU degli oneri relativi al personale \nmesso a disposizione. \n6. Attraverso idonee intese possono essere avviate procedure \ndi mobilità del personale fra le aziende, gli enti locali, gli enti \ndipendenti della Regione e la Regione stessa, nel rispetto \ndella qualifica di provenienza e della posizione economica in \ngodimento, nonché del consenso del personale sottoposto alle \nprocedure di mobilità se il trasferimento interessa una \ndestinazione in ambito provinciale. \n7. Il regolamento del personale, con annessa pianta organica, è approvato dal Consiglio di amministrazione entro sei mesi \ndalla data di entrata in vigore della presente legge e dalla \nGiunta regionale entro centoventi giorni dalla ricezione della \ndeliberazione del Consiglio di amministrazione.\n8. In caso di mancata approvazione entro il termine di sei \nmesi di cui al comma 7, la Giunta regionale provvede alla \nnomina di un Commissario ad acta.\n9. I concorsi pubblici per la copertura dei posti rimasti vacanti \nin pianta organica, sono indetti e svolti dall'ADISU, previa \nautorizzazione della Giunta regionale.", '29': "\nPatrimonio\n1. L'ADISU dispone dei seguenti mezzi patrimoniali e finanziari:\na) beni mobili e immobili acquisiti a titolo di proprietà o in uso;\nb) finanziamento annuo della Regione, nella misura \ndeterminata dalla legge di approvazione del bilancio \nregionale, sulla base dei criteri stabiliti dalla programmazione \nannuale di cui all'articolo 32;\nc) contributi da parte di soggetti privati e pubblici;\nd) rendite ed interessi dei propri beni patrimoniali, nonché \nproventi dei servizi forniti.\n2. Entrano a fare parte del patrimonio dell'ADISU competente i \nbeni mobili ed immobili di proprietà della Regione, già destinati \nall'attuazione del diritto agli studi universitari.\n3. I diritti, gli oneri e gli adempimenti demandati alla Regione \ndalla Legge n. 390/91, articolo 21 , sono attribuiti all'ADISU \ncompetente.\n4. Per la realizzazione degli interventi di cui al Titolo II, la Giunta \nregionale concede in comodato alle ADISU altri beni immobili.", '30': "\nAmministrazione e Contabilità\n1. Per l'amministrazione del patrimonio e la contabilità delle \nADISU si applica la normativa statale e regionale vigente in \nmateria.", '31': "\nBilancio preventivo e conto consuntivo\n1. L'esercizio finanziario dell'ADISU coincide con l'anno solare.\n2. Il Bilancio di previsione dell'ADISU, predisposto secondo le \nnorme di cui alla legge regionale 30 aprile 2002, n. 7 e del \ndecreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76, è adottato dal \nConsiglio di amministrazione entro il 15 novembre dell'anno \nprecedente a quello a cui si riferisce, ed è presentato a cura del \nPresidente della Giunta regionale, nei modi e nei termini fissati \ndalla legge regionale n. 7/2002, articolo 5, ed approvato \nunitamente alla legge di bilancio della Regione.\n3. Il rendiconto dell'ADISU è predisposto, con le modalità di cui \nalla legge regionale n. 7/2002, è adottato dal Consiglio di \namministrazione entro il 31 marzo dell'anno successivo a \nquello a cui si riferisce ed è approvato unitamente al rendiconto \ngenerale della Regione.", '32': "\nProgrammazione annuale\n1. La Giunta regionale, previo parere espresso dalla \nCommissione consiliare permanente competente per materia, \napprova, entro il mese di maggio, la programmazione annuale \ndegli interventi per il diritto allo studio universitario. Il parere \ndella Commissione s’intende acquisito trascorsi 30 giorni dalla \nformale richiesta.\n2. La programmazione annuale contiene un'apposita Carta dei \nServizi in cui sono definiti gli standard qualitativi minimi dei \nservizi ai quali le ADISU si conformano come previsto \ndall’articolo 7, comma 2. A tali indicazioni sono vincolate anche \nle Università che stipulano convenzioni ai sensi dell'art. 5. \n3. La Giunta regionale assegna alle ADISU ed alle Università \nconvenzionate le risorse finanziarie per le spese di gestione e \nper le spese di investimento, secondo quanto previsto nel \npiano annuale.", '33': "\nPiano pluriennale per l’edilizia universitaria abitativa\n1. L'Assessorato all'Università predispone, avvalendosi delle \ndisposizioni di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 338, un \npiano pluriennale di interventi, finalizzato al cofinanziamento \ndegli interventi stessi da parte dello Stato al fine di realizzare:\na) il recupero e la ristrutturazione di immobili adibiti o da adibire \nad alloggi o residenze universitarie;\nb) nuove costruzioni ed acquisti di aree ed edifici da adibire alla \nmedesima finalità;\nc) l'abbattimento delle barriere architettoniche negli immobili \nutilizzati per i fini istituzionali;\nd) adeguamenti delle strutture in uso alle ADISU alle vigenti \ndisposizioni in materia di sicurezza;\ne) la manutenzione straordinaria delle strutture abitative.\n2. Sono attivati, in attuazione delle leggi 5 agosto 1978, n. 457, \n2 dicembre 1991, n. 390, 17 febbraio 1992, n. 179, 4 dicembre \n1993, n. 493, nell'ambito degli interventi regionali di edilizia \nresidenziale pubblica programmi pluriennali relative alle \nesigenze abitative degli studenti, nei termini previsti dalla legge \nn. .338/2000, articolo 1, comma 8, riservando a tale scopo una \nquota percentuale di finanziamenti disponibili.\n3. Il piano pluriennale è approvato dalla Giunta regionale.", '34': "\nVigilanza e controllo\n1. Sono soggette all'approvazione della Giunta regionale, che vi \nprovvede entro centoventi\ngiorni dal ricevimento, le deliberazioni dell'ADISU \nconcernenti: \na) il bilancio di previsione con allegato il piano di attività \nannuale e i risultati finali del controllo di gestione; \nb) l'assestamento e le variazioni del bilancio di previsione;\nc) il rendiconto generale;\nd) le determinazioni relative alla pianta organica.2. La Giunta regionale, nell'esercizio delle proprie funzioni di \nvigilanza, richiede l'acquisizione di atti e documenti e dispone \nverifiche e ispezioni provvedendo, nei termini di legge \nconsentiti e previa diffida al competente organo dell'ADISU, \nal compimento di atti dovuti con la nomina di un Commissario \nad acta, se ne è rifiutato o ritardato l'adempimento.", '35': "\nUlteriori attribuzioni della Regione\n1. La Regione Campania:\na) coordina l'attività per il diritto agli studi universitari per \nassicurare il massimo possibile di omogeneità nella qualità e \nnella quantità dei servizi, resi in ambito regionale; \nb) raccorda le modalità di accesso ai servizi del sistema \nregionale;\nc) stabilisce standard comuni di qualità dei servizi abitativi e di \nristorazione;\nd) semplifica e migliora le procedure per la partecipazione ai \nconcorsi per l'assegnazione di contributi e benefici;\ne) elabora lo schema tipo dei regolamenti delle ADISU oggetto \ndi successiva approvazione secondo le procedure previste;\nf) sviluppa, in collaborazione con le Università, le azioni per \nagevolare l'inserimento nel mondo del lavoro dei diplomati e \nlaureati;\ng) raccorda la gestione in ambito regionale con le attività di pari \ncontenuto svolte presso altre Regioni; \nh) sovrintende e vigila affinché vi sia compatibilità di \nstrumenti ed omogeneità di acquisizione e trattamento dei dati \npropri dei sistemi informatici delle ADISU e delle Università;\ni) attiva un sistema di monitoraggio della vita universitaria \ndegli studenti, nonché della efficienza ed efficacia dei servizi e \ndei benefici, offerti a sostegno del diritto agli studi universitari, \nmediante l'istituzione di un sistema informativo e statistico, \navvalendosi dei dati forniti dalle stesse ADISU e dalle strutture \npubbliche operanti sul territorio, da assumere a supporto della \nprogrammazione degli interventi;\nl) promuove e realizza, anche in collaborazione con le ADISU , \ncon le Università di riferimento e con le Istituzioni pubbliche \ninteressate, convegni, seminari, ricerche ed indagini \ndemoscopiche riguardanti il diritto allo studio universitario; \nm) cura la circolarità delle informazioni disponibili con apposito \nbollettino;\nn) verifica i risultati complessivi della gestione; \no) stipula con gli Istituti di credito apposite convenzioni per \ndisciplinare le modalità di concessione dei prestiti d'onore; \n2. Per gli interventi di cui al comma 1, lettere g), h), i), l) e m), è \nistituito un fondo di accantonamento non superiore al due per \ncento delle disponibilità previste per l'anno finanziario di \nriferimento sulla corrispondente Unità Previsionale di Base.", '36': "\nComitato di coordinamento delle ADISU\n1. Al fine di assicurare un'organizzazione delle ADISU secondo \ni criteri di efficienza gestionale, improntata alla massima efficacia dei risultati ed ottimizzare le risorse in un processo di \nofferta degli interventi previsti dalla presente legge, è istituito, \npresso l'Assessorato regionale all'Università, un apposito \nComitato di Coordinamento delle ADISU.\n2. Il Comitato è presieduto dall'Assessore regionale \nall'Università ed è composto dai Presidenti degli organismi di \ngestione, dai Rettori delle Università convenzionate, dai \nDirigenti regionali del Settore competente e da esperti nominati \ndall'Assessore per l'esame di materie specifiche.\n3. I Direttori amministrativi delle ADISU forniscono al Comitato \nsupporto tecnico. \n4. L'attività del Comitato è funzionale a quella programmatoria \ndella Regione .", '37': "\nConferenza Regione — Università \n1. Il coordinamento tra gli interventi della Regione e gli \ninterventi delle Università è attuato mediante apposita \nConferenza, alla quale partecipano i rappresentanti della \nRegione garantendo la partecipazione di tutte le Università \naventi sede nella Regione. \n2. La Conferenza, nominata con decreto del Presidente della \nGiunta regionale su proposta dell'Assessore all'Università, è \ncostituita dai seguenti membri:\na) Assessore regionale all'Università, o suo delegato, in \nfunzione di Presidente;\nb) Rettori delle Università o loro delegati;\nc) Presidenti delle ADISU;\nd) uno studente universitario per ciascuna ADISU eletto, con il \nsistema del voto limitato ad uno, dai rappresentanti degli \nstudenti in seno ai Consigli di Amministrazione delle Adisu \nmedesime; \ne) uno studente universitario per ciascuna Università \nconvenzionata, eletto, con il metodo del voto limitato ad uno, dai \nrappresentanti degli studenti, in seno ai Consigli di \namministrazione delle Università stesse o, in assenza degli \norgani statutari di rappresentanza studentesca, nel corso di \nregolare assemblea appositamente convocata dal Rettore;\n3. Il decreto di nomina è adottato quando sono state acquisite \nle designazioni di almeno due terzi dei componenti. La \nConferenza Regione-Università dura in carica cinque anni. Le \nsedute della Conferenza sono valide quando sono presenti \nalmeno la metà dei componenti assegnati oltre al Presidente. \n4. La componente studentesca si rinnova in concomitanza con \nil rinnovo dei Consigli di Amministrazione delle Università.\n5. La Conferenza adotta un regolamento per disciplinare il \nproprio funzionamento, esprime pareri ed avanza proposte \nsulle ipotesi di sviluppo universitario in Campania per gli \naspetti inerenti il diritto allo studio.\n6. Alla Conferenza sono invitati, su specifici argomenti, \nrappresentanti di altre amministrazioni.\n7. La Conferenza è indetta per questioni locali dal Rettore di \nciascuna Università. A tal fine, nell'ambito della Conferenza, \nsono previsti specifici momenti di valutazione riferiti a singole \nrealtà territoriali.", '38': '\nTassa regionale per il diritto allo studio\n1. La tassa regionale istituita con legge 28 dicembre 1995 n. \n549 concernente "Misure di razionalizzazione della finanza \npubblica" per l\'incremento delle disponibilità finanziarie \nfinalizzate all\'erogazione di borse di studio e dei prestiti d\'onore \nagli studenti capaci e meritevoli e privi di mezzi, costituisce \ntributo proprio della Regione Campania.\n2. Per l\'iscrizione ai corsi di studio delle Università statali e \nlegalmente riconosciute degli istituti superiori di grado \nuniversitario che rilasciano titoli aventi valore legale e che \nhanno sede legale nella Regione Campania, gli studenti sono \ntenuti al pagamento della tassa di cui al comma 1.\n3. Tale disposizione si applica anche agli studenti degli Istituti \nsuperiori di grado universitario di cui alla legge n. 508/99, \ndestinatari degli interventi regionali del diritto allo studio \nuniversitario.\n4. L\'importo della tassa è fissato in euro 62 ed è aggiornato, \nper gli anni successivi, con la legge di previsione del bilancio \nregionale.\n5. La tassa di cui al comma 1 è corrisposta dagli studenti in \nun\'unica soluzione entro il termine di scadenza previsto per le \nimmatricolazioni e le iscrizioni ai corsi di studio ed è \ncorrisposta mediante versamento su conti correnti postali \nintestati alla Regione Campania — Area Generale di \nCoordinamento Bilancio, Ragioneria e Tributi, Settore Finanze e \nTributi, Servizio di Tesoreria e Settore Riscontro e Vigilanza sul \nServizio di Tesoreria e Bilancio di Cassa.\n6. La tassa regionale è rimborsata ai beneficiari degli interventi \nnon destinati alla generalità degli studenti in attuazione della \nlegge n. 390/91, articolo 4. La tassa è rimborsata agli studenti \nrisultati idonei nelle graduatorie formulate dalle ADISU per \nl\'ottenimento dei benefici di cui all\'art. 8.\n7. I proventi della tassa di cui al comma 1 sono iscritti nel \nbilancio regionale.\n8. All\'accertamento, liquidazione e riscossione, all\'applicazione \ndelle sanzioni, alla decadenza, ai rimborsi ed ai ricorsi \namministrativi relativi alla tassa di cui al comma 1, si applicano \nle norme previste alla legge regionale 19 gennaio 1984, n. 3.', '39': "\nTassa di abilitazione all'esercizio professionale\n1. La tassa prevista dal Regio Decreto 31 agosto 1933, n. \n1592, art. 190, comma 1, a carico di coloro che conseguono \nl'abilitazione all'esercizio professionale, provvisti di titolo in \nquanto accademico conseguito in una Università avente sede \nin Campania, costituisce tributo proprio della Regione \nCampania, a norma del Decreto del Presidente della \nRepubblica 14 luglio 1977, n. 616, art. 121, per l'incremento \ndelle risorse finalizzate agli interventi del diritto allo studio \nuniversitario. L'ammontare della tassa è di euro 104 e può \nessere rideterminato in sede di approvazione del bilancio \nregionale.2. La tassa di cui al comma1 corrisposta dagli interessati con \nversamento su apposito conto corrente postale intestato alla \nRegione Campania — Area Generale di Coordinamento \nBilancio, Ragioneria e Tributi, Settore Finanze e Tributi, Servizio \ndi Tesoreria e Settore Riscontro e Vigilanza sul Servizio di \nTesoreria e Bilancio di Cassa. \n3. Il pagamento della tassa è dimostrato all'atto della \nconsegna del titolo di abilitazione ovvero, per le professioni per \nle quali non si dà luogo al rilascio del titolo, all'atto \ndell'iscrizione nell'albo o nel ruolo professionale.\n4. I proventi della tassa di cui al comma 1 sono iscritti nel \nbilancio regionale.\n5. All'accertamento, liquidazione e riscossione, all'applicazione \ndelle sanzioni, alla decadenza, ai rimborsi ed ai ricorsi \namministrativi, relativi al tributo di cui al comma 1, si applicano \nle norme previste alla legge regionale 19 gennaio 1984, n. 3.", '40': '\nNorma finanziaria\n1. Agli oneri di cui alla presente legge si provvede, per il \ncorrente esercizio finanziario con le risorse di cui alla Unità \nprevisionale di base 3.10.28. \n2. Per gli anni successivi si provvede con la legge di \nbilancio.', '41': "\nAccertamenti, sanzioni, pubblicità.\n1. In materia di accertamenti, sanzioni e pubblicità, \nrelativamente ai servizi ed ai benefici, si applicano gli articoli \n22, 23 e 24 della Legge n. 390/1991.\n2. Le ADISU e le Università convenzionate inviano gli elenchi \ndei beneficiari delle provvidenze economiche \nall'Amministrazione finanziaria, così come previsto dalla Legge \nn. 390/1991, articolo 22, comma 3.", '42': "\nNorme transitorie\n1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge, su proposta dell'Assessore regionale all'Università, la \nGiunta regionale delibera le modalità per l'attuazione degli \ninterventi di cui all'articolo 3, comma 1, anche sulla base delle \ndeterminazioni delle Università in ordine alla stipula della \nconvenzione di cui all'art. 3, comma 1, lettera c), o della \neventuale aggregazione volontaria, di cui all'articolo 3, comma \n1, lettera b), così come previsto dalla legge n. 390/91, art. 25.\n2. Fino all'adozione del predetto provvedimento, gli EDISU \ncostituiti ai sensi delle leggi regionali 24 gennaio 1986, n. 3, e \n25 agosto 1989, n. 9, continuano, secondo i rispettivi ambiti di \ncompetenza, a provvedere agli interventi in favore del diritto agli \nstudi universitari.\n3. Se si ha coincidenza nell'Università di riferimento con il \npreesistente organismo - EDISU-, istituito ai sensi delle citate \nleggi regionali n. 3/86 e n. 9/89 , l'ADISU stessa subentra a tutti \ngli effetti nei rapporti attivi e passivi del predetto organismo i cui \norgani restano in carica fino al termine di due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Entro tale termine sono \neletti i nuovi organismi. \n4. Gli Organismi che, allo scadere del termine di cui al comma \n1, non risultano assorbiti dalle corrispondenti ADISU, sono \nposti in liquidazione cui provvede un Commissario nominato, \nsu proposta dell'Assessore regionale all'Università, con \ndecreto del Presidente della Giunta regionale, su conforme \nparere della Giunta stessa. La liquidazione è portata a termine \nentro un anno.\n5. Allo scadere del termine di cui al comma 4, il Commissario \nliquidatore presenta all'Assessorato regionale all'Università \nuna relazione di chiusura della gestione liquidatoria, dalla \nquale risultano le attività e le passività in sospeso, cui provvede \ndirettamente la competente struttura regionale con oneri a \ncarico del bilancio regionale. Le entrate che derivano dalla \nrealizzazione delle attività sono introitate dalla Regione.\n6. I beni immobili nella disponibilità degli Organismi di cui al \ncomma 4, non concessi in uso all'Università convenzionata, \nsono acquisiti al patrimonio regionale. \n7. Alle esigenze di personale di cui all'articolo 28, comma 1, si \nfa fronte, prioritariamente, con il personale del ruolo EDISU.\n8. Nell'assegnazione di personale all'ADISU si tiene conto \ndello specifico profilo professionale di ciascun dipendente, per \nconsentire l’idonea applicazione dei criteri vigenti per i \ndipendenti delle pubbliche amministrazioni in materia di \ntrasferimento.\n9. Il personale di ruolo dell'EDISU, in soprannumero rispetto \nalle esigenze delle ADISU, è riassorbibile alla data di \nattuazione delle procedure di cui al decreto legislativo n. 29/93, \narticoli 30, 31 e 32.\n10. Se si determina, comunque, un esubero di personale \nrispetto alle piante organiche delle aziende definite ai sensi \ndell'articolo 28, il personale già in servizio di ruolo presso \nl'EDISU è posto in mobilità ai sensi dell’articolo 28, comma 5, \nprivilegiando la mobilità all'interno dello stesso comparto, in \nconformità a quanto disposto dal decreto legislativo n. 29/93, \nart. 32, comma 2. \n12. Tutti i regolamenti attuativi sono varati entro sei mesi \ndall'entrata in vigore della legge.", '43': '\nAbrogazioni\n1. Con effetto dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge sono abrogate le norme sul diritto allo studio in ambito \nuniversitario, di cui alle leggi regionali n. 3/86, e n. 9/89.', '44': "\nDichiarazione d'urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello statuto della Regione \nCampania, ed entra in vigore il giorno successivo alla sua \npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 3 settembre 2002Il Presidente\nBASSOLINO"}
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{'1': '1. L’articolo 1 della legge regionale 16 maggio 2001, n.7, è così \nsostituito:\n“1. A ciascun Gruppo consiliare, costituito in conformità delle \nnorme in materia di \nregolamento consiliare, è assegnata, nell’ambito degli \nuffici del Consiglio regionale, una sede proporzionata alla sua \nconsistenza.\n2. L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale provvede per \nl’intera legislatura all’allestimento, all’arredamento ed alla \nmanutenzione dei locali destinati a sede dei Gruppi consiliari, \nalla fornitura di stampati e cancelleria, nonché agli impianti ed \nutenze elettriche, idriche e telefoniche ed alla pulizia dei locali \nstessi.\n3. L’Ufficio di Presidenza provvede anche alla fornitura di \nmateriale di documentazione e di attrezzature per i Gruppi \nconsiliari.\n4. L’Ufficio di Presidenza destina altresì ai Gruppi Consiliari \npersonale entro i seguenti limiti:\na) tre unità per ogni Gruppo consiliare costituito a norma di \nregolamento, quale ne sia la consistenza;\nb) unità aggiuntive corrispondenti alla consistenza numerica \ndi ciascun Gruppo consiliare.\n5. Nelle more del nuovo ordinamento amministrativo del \nConsiglio regionale, le unità di cui al comma 4, lettere a) e b), e \nquelle previste dall’articolo 86 della legge regionale 11 agosto \n2001, n.10, sono da considerarsi al di fuori della pianta \norganica determinata con legge regionale 3 aprile 1990, n.11, \nse le unità sono in posizione di comando o di distacco. ”2. In sede di prima applicazione della presente legge, le \nulteriori unità da assegnare ai Gruppi consiliari, rispetto a \nquelle in servizio ai sensi della legge 16 maggio 2001, n.7, \nsono individuate tra il personale in servizio presso il Consiglio \nregionale, la Giunta regionale o gli Enti strumentali il cui \nbilancio è già a carico della Regione Campania.\n3. Nelle more del nuovo ordinamento amministrativo e della \nconseguente nuova dotazione organica del personale, si dà \nmandato all’Ufficio di Presidenza di indire, entro novanta giorni \ndall’entrata in vigore della presente legge, le selezioni interne \nper i posti vacanti, ai sensi della legge regionale 11/90 e \nsuccessive modifiche, riservando al personale dipendente e \navente diritto, inquadrato nel ruolo del Consiglio regionale , il \nsessantacinque per cento dei posti disponibili e il restante \ntrentacinque per cento ai processi di mobilità.', '2': '1. I commi 1, 2 e 3 dell’articolo 58 della legge regionale 11 \nagosto 2001, n. 10, sono così sostituiti:\n“1. L’indennità di cui alla legge regionale 4 luglio 1991, n. \n11, articolo 16, ultimo\ncomma, a partire dall’entrata in vigore della presente \nlegge, limitatamente al periodo dell’espletamento dell’incarico, \nè attribuita ai Coordinatori responsabili delle strutture di cui \nalla legge regionale 25 agosto 1989, n. 15, articolo 14, ed ai \nCoordinatori responsabili delle Segreterie dei Gruppi consiliari \nnella misura del sessantacinque per cento.\n2. E’ istituito un fondo per il personale comandato o distaccato, \nin servizio presso le strutture di cui agli articoli 9 e 14 della \nlegge regionale 15/89, ivi compreso l’autoparco, così come \nregolamentato con delibera dell’Ufficio di Presidenza 1 agosto \n2000, n. 33, con le seguenti finalità:\na) risorse per il trattamento economico accessorio da attribuire \ncon le stesse quantità e modalità di erogazione del salario \naccessorio previsto dai Contratti Collettivi Decentrati Integrativi \ndel personale di ruolo del Consiglio regionale;\nb) risorse per l’incremento dell’attività istituzionale e per \nl’assistenza agli organi, integrative a quelle previste dalla \nlettera a.\n3. Il fondo di cui al comma 2, lettera b, è ripartito in base alla \nconsistenza numerica del personale assegnato alle strutture di \ncui agli articoli 9 e 14 della legge regionale 15/89, ai sensi della \nnormativa vigente. I responsabili di dette strutture comunicano \nal settore competente, l’attribuzione delle singole quote \nspettanti al personale in servizio presso ciascuna struttura ai \nfini della corresponsione della liquidazione spettante.”', '3': '1. Agli ex Presidenti di Consiglio e Giunta regionale rieletti è \nriconosciuta una sede adeguata e tutti i necessari ausili per il \nruolo istituzionale svolto.\n2. Agli adempimenti consequenziali a quanto previsto nel \ncomma 1 si provvede con apposito regolamento adottato \ndall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.\n3. Al Personale assegnato, nella presente legislatura, \ndall’Ufficio di Presidenza agli ex Presidenti di Consiglio e \nGiunta regionale, rieletti nel Consiglio regionale e che non hanno altri incarichi istituzionali, è riconosciuto lo stesso \ntrattamento del personale in servizio presso le strutture di cui \nalla legge regionale 15/89, articolo 14.', '4': '1. All’onere derivante dall’applicazione della presente legge si \nprovvede con lo stanziamento di cui agli interventi nn. 4 e 5 del \nBilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio \nfinanziario 2002.\n2. Per gli anni successivi si provvede con gli stanziamenti del \nBilancio del Consiglio regionale.', '5': '1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto regionale, ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 3 settembre 2002\nIL PRESIDENTE\nBASSOLINO'}
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7
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{'1': 'Oggetto della legge\n1. La presente legge disciplina l’ordinamento contabile della \nRegione Campania in attuazione dello Statuto regionale e nel \nrispetto dei principi fondamentali e delle norme di \ncoordinamento di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n.286 \ned al decreto legislativo 28 marzo 2000, n.76 che, agli effetti \ndella presente legge, è denominato “legge statale”.\n2. I contenuti della presente legge, nonché quelli che saranno \nstabiliti nelle norme indicate negli articoli 2 e 5, si applicano a \ntutte le spese, le entrate e le attività della Regione ed a quelle di \ncui la Regione medesima reca responsabilità finanziarie ed \noperative, comprese le attività cui è fatto riferimento nell’articolo \n5, salvo che leggi regionali non dispongano deroghe specifiche \ne circoscritte e non indichino, comunque, procedure idonee ad \nassicurare il controllo finanziario e tecnico delle attività di cui si \ntratta.\n3. Vale in ogni caso il divieto di disavanzo, nel senso del \ndisposto di cui al comma 9 dell’articolo 3, nonché al comma 9 \ndell’articolo 5.', '2': 'Programmazione regionale\n1. Il bilancio della Regione e quello degli enti ed organismi \ndalla stessa dipendenti e le relative gestioni si conformano agli indirizzi della programmazione regionale ed assicurano la \nrealizzazione dei relativi obiettivi.\n2. A tal fine, la Giunta regionale, entro 60 giorni dall’entrata in \nvigore della presente legge, presenta al Consiglio regionale un \ndisegno di legge per disciplinare gli atti e le procedure della \nprogrammazione regionale ed, in particolare, dei settori della \nsalute e del trasporto, in modo da garantire il coordinamento \ncon gli strumenti di programmazione finanziaria previsti dalla \npresente legge.\n3. In ogni caso sono assicurati al Consiglio per ciascuna unità \nprevisionale di base da esso approvate:\na) la conoscenza dei mezzi finanziari, di personale e \nstrumentali che sono posti a disposizione di ogni struttura \namministrativa per la realizzazione delle finalità perseguite, \nnonché l’informazione concernente i parametri di \ncommisurazione sulla base dei quali viene stabilito il grado di \nrealizzazione delle finalità anzidette; questi elementi sono \ncomunicati al Consiglio con la scheda di programma di cui \nall’art. 17, comma 1, e poi, in sede di verifica del grado di \nrealizzazione delle finalità, al 30 settembre di ogni anno, e, in \nsede di consuntivo, con la relazione di cui all’articolo 46, \ncomma 4;\nb) la conoscenza di ogni riserva formulata dai responsabili \ndelle strutture, riferita alla realizzabilità delle finalità ed alla \nadeguatezza dei mezzi disponibili.', '3': 'Principi generali\n1. La Regione concorre con la finanza statale e locale al \nperseguimento degli obiettivi di stabilità e di sviluppo che \ndiscendono dalla appartenenza dell’Italia alla Unione Europea \ned opera in coerenza con i vincoli e le opportunità che ne \nderivano in ambito nazionale. \n2. La Regione, a richiesta ed a condizioni di reciprocità, fornisce \nallo Stato ed alle altre Regioni ogni notizia utile allo svolgimento \ndelle funzioni nella materia disciplinata dalla presente legge e \nconcorda con tali enti le modalità di utilizzazione comune dei \nrispettivi sistemi informativi e le altre forme di collaborazione.\n3. Il periodo temporale, a cui riferire gli atti previsionali ed a cui \nimputare i fatti gestionali, è costituito dall’anno finanziario, che \ninizia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ciascun anno.\n4. Il bilancio regionale è deliberato in equilibrio finanziario \nassicurando che le spese correnti siano coperte da entrate \ncorrenti. Qualora il totale delle spese iscritte in bilancio \nrisultasse superiore alle previsioni di entrata, la differenza può \nessere coperta mediante ricorso al mercato finanziario, ai \nsensi dell’articolo 9. In ogni caso, il ricorso all’indebitamento è \nvietato per il finanziamento di spese diverse da quelle iscritte in \nbilancio per investimenti e per partecipazioni in società che \nsvolgano attività strumentali rispetto agli obiettivi della \nprogrammazione regionale, aumentato dell’eccedenza degli \nimpegni assunti nel precedente esercizio per tali spese rispetto \nalle operazioni di indebitamento contratte nel medesimo \nesercizio. Per gli enti e gli organismi dipendenti dalla Regione \nè d’obbligo l ’equilibrio economico e/o quello finanziario del bilancio, in relazione ai rispettivi sistemi contabili in essere \nsecondo regole specificate in applicazione dell’articolo 5. \n5. Una specifica scheda di programma dà conto della \nsituazione complessiva del patrimonio della Regione e della \ncongruità dello stanziamento riferito a manutenzioni ordinarie \ndei beni della Regione. Gli stanziamenti destinati a questo fine \nin bilancio non possono essere oggetto di variazioni nel corso \ndell’esercizio.\n6. Sono vietate le gestioni di fondi al di fuori del bilancio della \nRegione e dei bilanci degli enti ed organismi regionali.\n7. Nei bilanci regionali tutte le entrate sono iscritte al lordo delle \nspese di riscossione e di altre eventuali spese ad esse \nconnesse. Parimenti tutte le spese sono iscritte nei bilanci \nintegralmente, senza essere ridotte delle entrate correlate.\n8. La realizzazione delle spese avviene nei limiti dei relativi \nstanziamenti di previsione e delle effettive disponibilità di \ncassa, indipendentemente dall’andamento della gestione delle \nspecifiche entrate a cui ciascuna spesa sia eventualmente \ncorrelata.\n9. Il totale delle erogazioni previste in bilancio non può essere \nsuperiore, per ciascun esercizio, al totale degli incassi previsti, \naumentato del fondo di cassa all’inizio dell’esercizio.', '4': 'Autonomia contabile del Consiglio regionale\n1. Il Consiglio regionale, per le esigenze del proprio \nfunzionamento interno, dispone di un bilancio autonomo gestito \nsecondo i principi stabiliti dallo Statuto regionale. A detto \nbilancio è allegato un preventivo triennale.\n2. Previa delibera di approvazione del Consiglio Regionale, \nentro il 30 settembre di ciascun anno, il Presidente del \nConsiglio regionale comunica alla Giunta regionale \nl’ammontare del fabbisogno del Consiglio regionale per \nl’esercizio successivo.\n3. Nel bilancio della Regione sono iscritte, in una unica unità \nprevisionale di base, le risorse da destinare al Consiglio \nregionale. L’eventuale maggiore fabbisogno che si rendesse \nnecessario nel corso della gestione è deliberato dal Consiglio, \nsu proposta dell’ufficio di presidenza, e comunicato a cura del \nPresidente del Consiglio alla Giunta per i successivi \nadempimenti.\n4. Il bilancio annuale ed il bilancio pluriennale del Consiglio \nregionale, le norme per l’amministrazione e la contabilità, la \nspecificazione delle spese e delle entrate sono disciplinate con \nregolamento dal Consiglio regionale medesimo.\n5. Trimestralmente l’ufficio di presidenza del Consiglio \nregionale trasmette articolata relazione riferita all’andamento \ndella gestione alla commissione bilancio, organo di controllo \nsugli atti di spesa del Consiglio regionale.', '5': "Bilanci degli enti ed organismi dipendenti\n1. Sono considerati dipendenti dalla Regione, in qualunque \nforma costituiti, gli enti e gli organismi a carico, in via \nordinaria, totalmente o principalmente del bilancio regionale. Questi \nsoggetti sono identificati annualmente in elenco approvato con \ndecreto del Presidente della Giunta e sottoposto alla \ndeliberazione del Consiglio unitamente al bilancio annuale di \nprevisione della Regione. Nello stesso elenco sono, altresì, \nricompresi tutti quei soggetti pubblici per i quali le leggi \nregionali prevedono la trasmissione dei bilanci della Regione.\n2. Gli enti e gli organismi anzidetti propongono entro il 15 \nsettembre di ogni anno \nun programma di attività, il cui contenuto è disciplinato nel \nprovvedimento di cui al comma 8. Il programma è approvato \ndalla Giunta e concorre a produrre gli elementi di informazione \ndi cui all’articolo 2, comma 3. \n3. Al 30 maggio gli enti e gli organismi di cui al presente \narticolo trasmettono relazioni riferite all’andamento della spesa \nper competenza e cassa all’Assessorato al Bilancio che \nannualmente, a sua volta, relaziona al Consiglio per i necessari \nprovvedimenti.\n4. I bilanci dei soggetti identificati al comma 1 sono approvati \ndagli organi di governo degli stessi soggetti annualmente nei \ntermini e nelle forme stabiliti dallo statuto della regione, dalle \nleggi regionali istitutive e sono pubblicati nel bollettino \nufficiale \ndella Regione, comunque non oltre il 15 ottobre di ogni anno \nper consentire alla Giunta di iscrivere nel proprio bilancio di \nprevisione lo stanziamento relativo. I suddetti bilanci sono \npredisposti in conformità alle norme dettate dalla presente \nlegge per la predisposizione del bilancio annuale di previsione \ne sono informati ai criteri della annualità, universalità, integrità \ned equilibrio finanziario o economico.\n5. Nel caso di partecipazione a quote di capitale, o fondo, in \nsocietà di capitali, anche consortili, associazioni, fondazioni, la \nRegione esercita i propri diritti di socio, associato, partecipante, \nnelle modalità e nei termini previsti dalla legislazione vigente in \nmateria, dallo Statuto della Regione, dagli statuti dei soggetti \npartecipati e dalle leggi regionali in materia. In allegato al \nrendiconto generale cui all’articolo 46 sono elencate le \npartecipazioni cui al presente comma con annessa relazione \nillustrativa. \n6. Il rendiconto degli enti e degli organismi identificati al comma \n1, è formato secondo le regole stabilite per il conto consuntivo \nnella presente legge, ovvero sulla base delle regole pertinenti \nsecondo la natura dell'ente o dell’organismo. Il rendiconto è \ndeliberato dai rispettivi organi di governo entro il mese di \nfebbraio dell'anno successivo a quello cui il consuntivo si \nriferisce, ovvero nei maggiori termini previsti dagli statuti, dalla \nlegge regionale o nazionale ed è trasmesso alla Giunta entro \ncinque giorni lavorativi dalla data di approvazione. Accompagna \ni rendiconti, formando oggetto della stessa approvazione, una \nrelazione sulla gestione che evidenzi le risorse delle quali si è \ndisposto nell'anno, cui lo stesso rendiconto si riferisce, ed i \ncosti sostenuti per il raggiungimento degli obiettivi e gli impegni \na finire.\n7. Le disposizioni di cui ai precedenti commi si applicano agli \nenti che, in base a leggi statali o regionali, adottano esclusivamente una contabilità economica -patrimoniale di tipo \nparticolare sulla base di regole di adeguamento \nspecificamente stabilite con il provvedimento di cui al comma 8 \ndel presente articolo. Nella materia della Sanità questo \nprovvedimento è informato alla disciplina prevista all’articolo 5 \ndel decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive \nmodificazioni ed integrazioni.\n8. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, si \nprovvede a revisionare i sistemi contabili degli enti ed \norganismi dipendenti dalla Regione, al fine di armonizzarli, ai \nsensi dell’articolo 10, comma 3 della “legge statale”, alle \ndisposizioni della presente legge oppure per trasformarli \nsecondo modelli privatistici, ai sensi del precedente comma.\n9. La normativa di cui al comma 8, in particolare, deve \nspecificare le circostanze che incidono sull’equilibrio della \ngestione o che comportano, nel corso di essa, maggiori spese \ne/o i maggiori costi, così come minori entrate e minori proventi \no ricavi. Queste circostanze devono essere preventivamente \nsegnalate alla Giunta e da questa assentite con apposito \nprovvedimento, nella stessa normativa sono definite le \nresponsabilità che al riguardo gravano sugli Organi degli enti e \ndegli organismi. \n10. Gli enti e gli organismi sono tenuti ad adeguare alla \ndisciplina di cui al comma 8 il loro sistema di contabilità \ninderogabilmente entro i successivi 30 giorni, scaduti i quali la \nGiunta porrà in atto poteri surrogatori.", '6': 'Bilanci degli enti locali\n1. Nei bilanci degli enti locali le entrate e le spese relative a \nfinanziamenti regionali sono classificate secondo criteri stabiliti \ndalla Giunta regionale, idonei a consentire il controllo sulla \ndestinazione di tali risorse ed il consolidamento con la spesa \nregionale. \n2. La Giunta regionale attiva, d’intesa con gli enti locali e con gli \naltri enti pubblici operanti sul territorio regionale, flussi \ninformativi finalizzati alla conoscenza dell’incidenza dei tributi \nsul territorio regionale, alla verifica della quantità di risorse \nimpiegate nelle varie funzioni ed alla valutazione dell’efficienza \ned efficacia degli interventi programmati e attuati ai vari livelli \nterritoriali.', '7': 'Destinazione delle entrate regionali\n1. Tutte le entrate confluiscono nei bilanci regionali senza \nvincolo di destinazione, salvo quanto sia diversamente stabilito \nda disposizioni di leggi statali o regionali oppure dai rapporti \nintercorrenti con il soggetto finanziatore.\n2. Le entrate derivanti dalla alienazione di beni patrimoniali \nsono destinate al finanziamento delle politiche pubbliche di \nspesa e di investimento legate al documento di \nprogrammazione regionale.', '8': 'Finanziamenti con vincolo di destinazione1. Nei casi di finanziamenti con vincolo di destinazione, la \nRegione può stanziare ed erogare somme eccedenti quelle \nassegnate, ferme restando, per le spese relative a funzioni \ndelegate, le disposizioni statali che disciplinano tali funzioni.\n2. La Regione, qualora abbia sostenuto in un esercizio spese \ndi importo superiore alle risorse ad essa assegnate dallo Stato \ncon vincolo di destinazione, ha facoltà di compensare, ove ciò \nsia compatibile con la ragione del vincolo, tali maggiori spese \ncon minori stanziamenti per lo stesso scopo per non più di due \nesercizi immediatamente successivi; nei bilanci relativi a tali \nesercizi, sono sottratte alla loro destinazione le assegnazioni \nstatali per scopi che siano soddisfatti con le maggiori spese \ngià sostenute dalla Regione. Analoga facoltà può essere \nesercitata nel caso di assegnazioni ricevute da altri soggetti, \nsalvo che ciò sia espressamente escluso dalla disciplina dei \nrelativi rapporti.\n3. La Regione può, in relazione all’epoca in cui avviene \nl’assegnazione di finanziamenti con vincolo di destinazione, \nattribuire le relative spese alla competenza dell’esercizio \nimmediatamente successivo, allorché non sia possibile far \nluogo all’impegno di dette somme entro il termine dell’esercizio \nnel corso del quale ha luogo l’assegnazione. \n4. Le economie derivanti dalla mancata assunzione di impegni \nper spese correlate ad entrate con vincolo di destinazione, già \naccertate, sono reiscritte, con le medesime finalità, nella \ncompetenza del nuovo esercizio fin quando permane il relativo \nvincolo di destinazione. \n5. Gli accertamenti e le economie di cui, rispettivamente, ai \ncommi 3 e 4, costituiscono componente distinta dei risultati \ndell’esercizio a cui si riferiscono e non concorrono a \ndeterminare il relativo avanzo o disavanzo di amministrazione.', '9': 'Ricorso al mercato finanziario\n1. La Regione può contrarre mutui, prestiti obbligazionari ed \naltre operazioni di indebitamento esclusivamente per coprire il \ndisavanzo di bilancio nei termini di cui ai commi 4 e 5 \ndell’articolo 3.\n2. L’importo complessivo delle annualità di ammortamento per \ncapitale e interessi dei mutui e delle altre forme di \nindebitamento in estinzione in ciascun esercizio non può \ncomunque superare il 25% dell’ammontare complessivo delle \nentrate tributarie della Regione. In ogni caso gli oneri futuri di \nammortamento devono trovare copertura nell’ambito del \nbilancio pluriennale a legislazione vigente.\n3. La contrazione di mutui, dei prestiti obbligazionari o di altre \nforme di indebitamento è autorizzata con legge di approvazione \ndel bilancio o con legge di variazione dello stesso. In questi \nprovvedimenti deve essere specificata l’incidenza delle \noperazioni sui singoli esercizi finanziari, con riferimento al \nbilancio annuale ed al bilancio pluriennale a legislazione \nvigente.\n4. Non può essere autorizzata la contrazione di nuovo \nindebitamento se non è stato approvato dal Consiglio regionale \nil rendiconto dell ’esercizio di due anni precedenti a quello al cui bilancio il nuovo indebitamento si riferisce.\n5. L’autorizzazione a contrarre operazioni di indebitamento \ndecade al termine dell’esercizio a cui si riferisce il bilancio nel \nquale è iscritta la relativa entrata.\n6. Le entrate non riscosse, relative ad operazioni di \nindebitamento stipulate entro il termine dell’esercizio, sono \niscritte tra i residui attivi; le entrate relative ad operazioni di \nindebitamento autorizzate ma non stipulate entro il termine \ndell’esercizio costituiscono minori entrate.\n7. Alla contrazione dei mutui e delle altre operazioni di \nindebitamento si provvede in relazione alle effettive esigenze \nfinanziarie. \n8. La Giunta regionale stabilisce i criteri secondo cui procedere \nad operazioni di ristrutturazione del debito preesistente, \nmediante le quali provvedere alla estinzione anticipata dei \nmutui e delle altre forme di indebitamento o alla utilizzazione di \naltri strumenti creditizi in uso nei mercati finanziari.', '10': '\nAnticipazioni di cassa\n1. Allo scopo di fronteggiare temporanee deficienze di cassa, \nfatto in ogni caso salvo il principio dell’equilibrio finanziario \nprevisto all’articolo 3, la Giunta può contrarre anticipazioni di \ncassa alle condizioni stabilite dalla convenzione con l’istituto \ntesoriere per un importo non eccedente un sesto delle entrate \ntributarie iscritte in bilancio.\n2. Le anticipazioni sono accese con atto del dirigente \ncompetente, tenendo conto di quanto ancora disponibile sullo \nstanziamento di bilancio destinato a fronteggiare il costo delle \nanticipazioni. \n3. Le anticipazioni di cassa devono essere estinte al termine \ndell’esercizio finanziario nel corso del quale sono state \ncontratte.\n4. La convenzione di tesoreria può prevedere che le \nanticipazioni di cassa, entro i limiti di cui al comma 1, siano \nautomaticamente accese allorché, in mancanza di disponibilità \ndi cassa, pervengano al tesoriere mandati di pagamento da \nestinguere.', '11': '\nStrumenti della programmazione finanziaria\n1. Sono strumenti della programmazione finanziaria della \nRegione, oltre alla legislazione ordinaria di entrata e di spesa:\na) la legge finanziaria;\nb) la legge di bilancio, il bilancio annuale ed il bilancio \npluriennale;\nc) i piani attuativi della programmazione regionale, aventi \ncontenuto finanziario, di cui all’articolo 19.', '12': '\nLegislazione ordinaria di spesa\n1. Con riguardo alle disposizioni la cui attuazione comporti \nattività di spesa, la Regione conforma la propria legislazione \nalle seguenti tipologie:\na) disposizioni che determinano gli obiettivi da raggiungere e le procedure da seguire e che definiscono le caratteristiche dei \nrelativi interventi regionali, rinviando ai successivi bilanci \nannuali e pluriennali a legislazione vigente la decisione in \nordine alle risorse da destinare a tali finalità - leggi relative ad \nattività a carattere continuativo o ricorrente -;\nb) disposizioni che, nel disciplinare i profili di cui alla \nprecedente lettera ovvero nel richiamare la disciplina di essi \nprevista da disposizioni di altre leggi, stabiliscono direttamente:\nb/1) l’ammontare della spesa da stanziare nel bilancio \ndell’esercizio nel quale sono adottate;\nb/2) l’ammontare della spesa complessiva da stanziare nel \nperiodo considerato dal bilancio pluriennale e la quota di essa \nda stanziare nel primo esercizio, rinviando ai successivi bilanci \nannuali e pluriennali a legislazione vigente la determinazione \ndelle singole quote annuali - leggi pluriennali di spesa -;\nb/3) l’ammontare della spesa per ciascuno degli esercizi \nconsiderati - leggi di spesa pluriennale ripartita -;\nc) disposizioni che definiscono l’attività e gli interventi \nregionali in modo tale da rendere obbligatoria la relativa spesa e \nda predeterminarne l’importo attraverso il riconoscimento a terzi \ndel diritto ad ottenere prestazioni finanziarie o mediante la \ncreazione di automatismi di spesa.\n2. Nel caso delle disposizioni di cui alla precedente lettera a), \nanche prima che i bilanci determinino i relativi stanziamenti, ed \nin conseguenza, può darsi corso alle procedure ed agli \nadempimenti da esse previsti, con esclusione degli atti dai \nquali comunque sorga l’obbligo dell’amministrazione di \nassumere impegni di spesa. \n3. Le disposizioni di cui alle precedenti lettere b/2) e b/3) \nautorizzano l’amministrazione ad assumere obbligazioni nei \nlimiti dell’intera spesa da esse previste, fermo restando che \nformano impegno sugli stanziamenti di ciascun bilancio \nannuale le sole somme corrispondenti alle obbligazioni che \nvengono a scadenza nel corso del relativo esercizio. \n4. Le disposizioni di cui alla precedente lettera c) devono \nindicare la quantificazione della spesa che nei singoli esercizi è \npresumibilmente destinata a gravare sulla Regione, fermo \nrestando che i successivi bilanci sono tenuti ad attualizzare tali \nprevisioni ed iscrivere stanziamenti adeguati alla disciplina dei \nrelativi interventi ed attività.\n5. Tra le disposizioni di cui al precedente comma sono \ncomprese quelle che concedono ad enti o altri soggetti la \ngaranzia, in via principale o sussidiaria, della Regione su \noperazioni di indebitamento. In riferimento ad esse, nella \nscheda di programma è valutato, per ciascun anno, l’onere che \ni dirigenti competenti ritengano possano manifestarsi; a fronte \ndi quest’onere viene appostata in bilancio una congrua \nprevisione di spesa. Ove essa non sia utilizzata ma \npermangano i rischi cui è riferita, lo stanziamento di cui si tratta \nconcorre all’avanzo per la parte di esso che non è disponibile.\n6. E’ in ogni caso esclusa la possibilità di adottare con \nregolamenti regionali disposizioni del tipo di quelle indicate alle \nlettere b) e c) del precedente comma 1.', '13': '\nLa legge di bilancio1. La legge di bilancio si compone di una parte dispositiva e del \nbilancio annuale e pluriennale. Ad essa è allegato:\na) l’elenco dei provvedimenti legislativi la cui copertura è \nprecostituita dai fondi speciali;\nb) un prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di equilibrio \ndi cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 3;\nc) l’insieme delle schede di programma di cui all’articolo 17, \ncomma 2.\n2. La parte dispositiva della legge di bilancio approva \nespressamente, e con distinte disposizioni, il bilancio annuale, \nil bilancio pluriennale programmatico e quello a legislazione \nvigente; autorizza il ricorso al mercato finanziario, \ndeterminandone l’importo massimo; approva l’elenco dei \nprovvedimenti legislativi la cui copertura è precostituita dai fondi \nspeciali; autorizza la Giunta regionale ad apportare alle unità \nprevisionali di base le variazioni compensative di cui al comma \n6 dell’articolo 29.\n3. La legge di bilancio non può apportare modifiche alla \nlegislazione regionale in vigore e, comunque, non può \ndisattendere le relative disposizioni.\n4. Le modifiche di cui al comma precedente possono essere \noggetto di previsione da parte del bilancio pluriennale e del \nbilancio annuale, a condizione che la loro efficacia sia \nsubordinata all’entrata in vigore delle relative leggi ordinarie.', '14': '\nLegge finanziaria\n1. La Giunta regionale, contestualmente al disegno di legge di \nbilancio, presenta all’approvazione del Consiglio regionale un \ndisegno di legge finanziaria qualora sia necessario:\na) rideterminare le aliquote fiscali ed adottare tutte le altre \nmisure che incidono sul gettito dei tributi regionali, ivi comprese \nle operazioni di cessione e di cartolarizzazione dei relativi \ncrediti;\nb) rimuovere o modificare gli specifici vincoli di destinazione \neventualmente impressi dalla legislazione regionale alle \nentrate della Regione;\nc) rifinanziare, per un periodo non superiore a quello \nconsiderato dal bilancio pluriennale, le leggi regionali di spesa \nche hanno esaurito le risorse finanziarie disponibili;\nd) modificare, per gli esercizi considerati dal bilancio \npluriennale, le autorizzazioni legislative di spesa;\ne) apportare qualsiasi modifica alla legislazione regionale che \nrisulta necessaria per poter adeguare al bilancio pluriennale \nprogrammatico i progetti di bilancio annuale e di bilancio \npluriennale a legislazione vigente.\n2. Gli equilibri rappresentati dal bilancio annuale e pluriennale \na legislazione vigente, quali risultano dalla nota di variazione \npresentata al Consiglio regionale, ai sensi del comma 5, lettera \na), dell’articolo 20, forniscono il riscontro di copertura \nfinanziaria alle disposizioni della legge finanziaria.\n3. La legge finanziaria è approvata prima della legge di \nbilancio, in un’unica sessione, il cui svolgimento è disciplinato \ndal regolamento interno del Consiglio regionale.', '15': '\nBilancio pluriennale programmatico e a legislazione vigente\n1. Il bilancio pluriennale è formulato in termini di competenza \ned assume come periodo di riferimento quello considerato \ndalla programmazione regionale e, comunque, un periodo non \nsuperiore al quinquennio e non inferiore al triennio. Esso è \nadottato annualmente, in modo da consentire la sua \nscorrevolezza e la rideterminazione delle previsioni relative agli \nesercizi comuni al precedente bilancio pluriennale.\n2. Con riguardo a ciascuno degli esercizi considerati, il bilancio \npluriennale si compone degli stati di previsione, \nrispettivamente per l’entrata e per la spesa, e del quadro \ngenerale riassuntivo.\n3. Il bilancio pluriennale è elaborato con riferimento alla \nprogrammazione regionale e rappresenta il quadro delle \nrisorse che la Regione prevede di acquisire e di impiegare nel \nperiodo considerato. In particolare, per il primo degli esercizi \nconsiderati, il bilancio pluriennale è redatto in forma \nprogrammatica; per ciascuno degli esercizi successivi, esso è \nredatto in forma sia programmatica che a legislazione vigente.\n4. La proiezione a legislazione vigente espone l’andamento \ndelle entrate e delle spese tenendo conto delle risorse \ncomplessive derivanti dalla legislazione statale e regionale in \nvigore. La proiezione programmatica espone l’andamento delle \nentrate e delle spese tenendo conto delle risorse complessive \nche si prevede saranno rese disponibili da nuovi interventi \nlegislativi statali o regionali.\n5. Il bilancio pluriennale a legislazione vigente costituisce la \nsede per il riscontro della copertura finanziaria:\na) di nuove o maggiori spese, nonché di minori entrate, stabilite \nda leggi della Regione a carico di esercizi futuri;\nb) dei piani attuativi della programmazione regionale, di cui \nall’articolo 19;\nc) degli impegni e delle prenotazione di impegni che, per \neffetto dell’articolo 33, siano contratti per il successivo \nesercizio.\n6. A seguito della attuazione dei nuovi interventi legislativi \nprevisti dal bilancio pluriennale programmatico, si provvede ad \nadeguare gli stanziamenti del bilancio annuale e/o del bilancio \npluriennale a legislazione vigente, in modo da farli \ncorrispondere a quelli del bilancio pluriennale programmatico.\n7. Il bilancio pluriennale non comporta autorizzazione alla \nrealizzazione delle spese in esso contemplate, né \nautorizzazione alla contrazione dell’indebitamento da esso \nprevisto.\n8. Il quadro generale riassuntivo è strutturato alla stregua \ndell’analogo quadro contenuto, ai sensi del comma 10 \ndell’articolo 18, nel bilancio annuale.', '16': '\nClassificazione delle entrate\n1. Le somme oggetto delle previsioni di entrata si iscrivono nel \nbilancio pluriennale e nel bilancio annuale ripartendole nei \nseguenti titoli:I-entrate derivanti da tributi propri della Regione, dal gettito di \ntributi erariali o di quote di essi devolute alla Regione;\nII- entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte \ncorrente \ndell’Unione europea, dello Stato e di altri soggetti;\nIII- entrate extratributarie;\nIV- entrate derivanti da alienazioni, da trasformazioni di capitale, \nda riscossione di crediti e da trasferimenti in conto capitale;\nV- entrate derivanti da mutui, prestiti o altre operazioni \ncreditizie;\nVI- entrate per contabilità speciali, limitatamente al bilancio \nannuale.\n2. Nell’ambito dei primi cinque titoli, le entrate sono ripartite in \ncategorie, secondo la natura dei cespiti, ed in unità previsionali \ndi base, in relazione ad aree omogenee di attività.', '17': "\nClassificazione delle spese\n1. Le somme oggetto delle previsioni di spesa sono iscritte nel \nbilancio pluriennale e nel bilancio annuale ripartendole in \nfunzioni obiettivo ed in unità previsionali di base. Le funzioni \nobiettivo rappresentano le missioni istituzionali perseguite \ndalla Regione: tali missioni sono individuate con riguardo \nall'esigenza di definire le politiche regionali, tenendo conto dei \ncriteri adottati in contabilità nazionale per i conti del settore della \npubblica amministrazione. Le unità previsionali di base \nrappresentano le unità fondamentali di classificazione della \nspesa e sono definite secondo le diverse finalità della spesa in \nrelazione al carattere, vincolante o obbligatorio della spesa ed \nin relazione alla diversa natura economica, in modo da tenere \ndistinte le spese correnti, quelle in conto capitale e quelle per il \nrimborso di prestiti. In via di principio con le unità previsionali di \nbase si individuano risorse finanziarie affidate alla gestione di \nun unico centro di responsabilità amministrativa. A ciascuna \nunità previsionale di base è allegata una scheda di programma \nche ne evidenzia i collegamenti con gli indirizzi della \nprogrammazione regionale e che fornisce al Consiglio le \ninformazioni di cui al comma 3 dell’articolo 2. Limitatamente al \nbilancio annuale, le spese per contabilità speciali sono iscritte \nin apposita funzione obiettivo senza ulteriore specificazione.\n2. Agli effetti di cui al comma precedente, sono da considerare \nspese obbligatorie: \na) quelle relative agli oneri per anticipazioni di cassa ed agli \ninteressi ed al rimborso delle operazioni di ricorso al mercato \nfinanziario;\nb) quelle connesse all’accertamento ed alla riscossione delle \nentrate;\nc) quelle relative ad obbligazioni giuridicamente perfezionate. \n3. Agli effetti di cui al comma 1, sono da considerare vincolate \nle spese correlate ad entrate con vincolo di destinazione.\n4. Limitatamente ai bilanci a legislazione vigente, tra le “somme \nnon attribuibili” della apposita funzione obiettivo sono iscritti i \nfondi speciali ed i fondi per i piani di cofinanziamento regionale \ne, limitatamente al bilancio annuale, i fondi di riserva. \n5. Le unità previsionali di base e, limitatamente al bilancio annuale, il totale delle contabilità speciali formano oggetto di \napprovazione da parte del Consiglio regionale.", '18': '\nBilancio annuale\n1. Il bilancio annuale è redatto a legislazione vigente ed è \nformulato in termini di competenza e di cassa.\n2. Il bilancio annuale si compone degli stati di previsione, \nrispettivamente per le entrate per le spese, e del quadro \ngenerale riassuntivo.\n3. Per ciascuna unità previsionale di base e per le contabilità \nspeciali, gli stati di previsione indicano:\na) l’ammontare presunto dei residui attivi o passivi alla \nchiusura dell’esercizio precedente a quello cui il bilancio si \nriferisce;\nb) l’ammontare delle entrate che si prevede di accertare e delle \nspese di cui si autorizza l’impegno nell’esercizio cui il bilancio \nsi riferisce;\nc) l’ammontare delle entrate che si prevede di riscuotere e \ndelle spese di cui si autorizza il pagamento nel medesimo esercizio, \nsenza alcuna distinzione tra riscossioni e pagamenti in conto \ncompetenza ed in conto residui.\n4. Formano oggetto di approvazione del Consiglio regionale \nesclusivamente le previsioni di cui alle lettere b) e c) del \nprecedente comma.\n5. Tra le entrate di cui alla lettera b) del comma 3 sono iscritte \nle seguenti somme: \na) le economie derivanti dalla mancata assunzione di impegni \nper spese correlate ad entrate con vincolo di destinazione, già \naccertate;\nb) le economie derivanti dalla mancata assunzione di impegni, \nper spese di investimento o per partecipazioni in società che \nsvolgano attività strumentali rispetto agli obiettivi della \nprogrammazione regionale, minori rispetto all’ammontare delle \noperazioni di ricorso al mercato effettivamente realizzate;\nc) gli accertamenti di entrate con vincolo di destinazione a fronte \ndei quali non siano state iscritte in bilancio le correlate spese;\nd) le economie di spesa per le quali, ai sensi del comma 2, \nlettera b) dell’articolo 41, sia resa doverosa la reiscrizione nella \ncompetenza del nuovo esercizio.\n6. Tra le entrate o le spese di cui alla lettera b) del comma 3 è \niscritto il presunto avanzo o disavanzo di amministrazione, \ncalcolato senza tener conto delle somme di cui al comma 5.\n7. Tra le entrate di cui alla lettera c) del comma 3 è iscritto \nl’ammontare presunto della giacenza di cassa all’inizio \ndell’esercizio cui il bilancio si riferisce.\n8. Gli stanziamenti di spesa di competenza sono iscritti in \nbilancio secondo i seguenti criteri: \na) in misura corrispondente alle obbligazioni che sono state già \ncontratte in esercizi precedenti e che scadono nell’esercizio cui \nil bilancio si riferisce; \nb) nella misura indispensabile per lo svolgimento di attività ed \ninterventi che, sulla base della legislazione vigente, daranno \nluogo, nell’esercizio cui il bilancio si riferisce, all’assunzione \ndi impegni di spesa; c) in relazione alle esigenze funzionali ed agli obiettivi definiti \ndagli atti di programmazione regionale, restando esclusa ogni \nquantificazione basata su criteri incrementali della spesa \nstorica.\n9. Gli stanziamenti di spesa costituiscono il limite entro cui \ndevono mantenersi le previsioni del bilancio gestionale \nadottato dalla Giunta regionale; essi costituiscono, inoltre, sede \nper il riscontro della copertura finanziaria delle leggi della \nRegione che comportino nuove o maggiori spese, oppure \nminori entrate, a carico dell’esercizio cui il bilancio si \nriferisce. \nGli stanziamenti di entrata forniscono il quadro previsionale \ndelle risorse disponibili nell’esercizio, fermo restando che per \nquelle in esso non iscritte, o iscritte in misura minore, rimane \nimpregiudicato il diritto della Regione a riscuoterle ed il dovere \ndegli uffici competenti a curarne l’accertamento e la \nriscossione.\n10. Il quadro generale riassuntivo riporta, distintamente per la \ncompetenza, la cassa ed i residui presunti, i totali delle entrate \nper titoli ed i totali delle spese per funzioni obiettivo.\n11. Per finalità conoscitive sono allegati al bilancio annuale:\na) un prospetto che mette a raffronto le entrate, distinte per \nunità previsionali di base, derivanti da assegnazioni \ndell’Unione europea o dello Stato, con l’indicazione della \nrispettiva destinazione specifica risultante dalla legge o dai \nprovvedimenti di assegnazione o di riparto, e le spese, distinte \nanch’esse in unità previsionali di base, aventi le destinazioni di \ncui alle assegnazioni predette: il totale degli stanziamenti di \ncompetenza relativi a tali spese non può essere inferiore, in \nciascun bilancio, al totale delle rispettive entrate di competenza, \nsalvo quanto disposto dai commi 2 e 3 dell’articolo 8;\nb) l’elenco delle garanzie principali o sussidiarie prestate dalla \nRegione a favore di enti o di altri soggetti ai sensi delle leggi \nvigenti;\nc) un prospetto di riclassificazione delle entrate e delle spese \nrivolto a consentire l’armonizzazione con il bilancio dello Stato, \nai sensi dell’articolo 10, comma 3 della “legge statale”;\nd) un documento che evidenzia l’articolazione delle unità \nprevisionali di base in capitoli, riferendoli alle categorie \neconomiche ed alle strutture organizzative apicali che devono \ngestirli.', '19': '\nPiani attuativi della programmazione regionale\n1. La Regione attua le strategie di intervento individuate dalla \nprogrammazione regionale mediante appositi piani che \ndeterminano:\na) gli obiettivi ed i risultati, in termini misurabili \nquantitativamente, che si intendono raggiungere;\nb) le risorse diverse da quelle regionali che si prevede di \nimpiegare;\nc) i soggetti responsabili delle singole iniziative e delle loro fasi;\nd) la localizzazione territoriale degli interventi;\ne) la durata, i modi, i tempi di attuazione e le previsioni di spesa \nrelative ai singoli esercizi;f) le modalità per verificare il conseguimento degli obiettivi.\n2. I piani attuativi della programmazione regionale trovano \ncopertura nelle previsioni del bilancio annuale e del bilancio \npluriennale a legislazione vigente.\n3. I piani attuativi della programmazione regionale, approvati dal \nConsiglio regionale, costituiscono autorizzazione ad assumere, \nin misura corrispondente alle loro previsioni di spesa, impegni \ndi spesa sugli esercizi successivi.\n4. I piani possono costituire strumento di programmazione \nnegoziata e possono disciplinare l’entità di risorse finanziarie \nche ciascuno dei soggetti partecipanti all’accordo è tenuto a \ndestinare alla loro realizzazione. \n5. Per agevolare la conclusione degli accordi di cui al comma \nprecedente e per favorire, in tal modo, l’acquisizione di risorse \nfinanziarie, nel bilancio annuale e nel bilancio pluriennale a \nlegislazione vigente sono iscritti, tra le “somme non attribuibili”, \napposite unità previsionali di base, di parte corrente e di \ninvestimento, per la copertura dei piani di cofinanziamento \nregionale che siano coerenti con gli atti di programmazione \nregionale. A seguito della stipulazione di ciascun accordo, le \nrelative somme a carico della Regione sono prelevate da tali \nfondi ed iscritte con delibera della Giunta nelle pertinenti unità \nprevisionali di base di spesa.', '20': '\nProcedimento di adozione della legge di bilancio\n1. Entro il mese di giugno, sulla base della programmazione \nregionale, la Giunta regionale definisce, con apposita direttiva \nai dirigenti responsabili della gestione, le linee di indirizzo per \nla formazione del bilancio pluriennale e del bilancio annuale \nnonché gli obiettivi ed i programmi da realizzare.\n2. Entro il 20 ottobre di ciascun anno, la Giunta regionale \npresenta al Consiglio regionale il disegno di legge finanziaria \ned il disegno di legge di bilancio ed i progetti di bilancio \nannuale e di bilancio pluriennale a legislazione vigente e \nprogrammatico.\n3. I progetti di bilancio annuale e di bilancio pluriennale a \nlegislazione vigente sono formulati senza tener conto degli \neffetti finanziari derivanti dalle disposizioni che si intende \nadottare mediante la legge finanziaria regionale. L’iscrizione in \ntali bilanci dei fondi speciali avviene tenendo conto della quota, \ndestinata a provvedimenti non ancora entrati in vigore, dei fondi \nspeciali previsti dal precedente bilancio a legislazione vigente.\n4. Il progetto di bilancio pluriennale programmatico è formulato \ntenendo conto degli effetti finanziari della legge finanziaria \nregionale, nonché delle modifiche da apportare alla \nlegislazione regionale e delle prospettive di riforma della \nlegislazione statale avente rilievo per la finanza della Regione. \n5. Contestualmente ai disegni di legge finanziaria e di bilancio, \nla Giunta regionale presenta al Consiglio regionale:\na) un bilancio pluriennale “a politiche invariate” che, a fini \nconoscitivi, aggiorna il precedente bilancio pluriennale a \nlegislazione vigente, aggiungendo un anno al periodo da esso \nconsiderato ed adeguando anche le sue grandezze in relazione \nal presumibile andamento dei prezzi;b) una relazione di aggiornamento degli atti di programmazione \nin relazione alle complessive compatibilità finanziarie, quali \nconseguono dalle risorse disponibili e da quelle che è \nipotizzabile si rendano disponibili;\nc) una relazione conoscitiva in ordine agli effetti, espansivi o \nriduttivi dell’entrata e della spesa, che l’approvazione della \nlegge finanziaria e del bilancio pluriennale programmatico è in \ngrado di produrre sui progetti di bilancio annuale e di bilancio \npluriennale a legislazione vigente; \nd) una relazione illustrativa delle metodologie di quantificazione \ndelle grandezze finanziarie.\n6. Il Consiglio regionale approva entro il 30 novembre di \nciascun anno i documenti regionali di bilancio deliberando, \nnell’ordine:\na) la legge finanziaria;\nb) il bilancio pluriennale programmatico;\nc) la relazione di aggiornamento di cui alla lettera b) del \nprecedente comma; \nd) il bilancio annuale ed il bilancio pluriennale a legislazione \nvigente come rettificati dalla nota di variazione presentata dalla \nGiunta regionale a seguito dell’approvazione della legge \nfinanziaria e del bilancio pluriennale programmatico;\ne) le restanti parti della legge di bilancio.', '21': '\nBilancio gestionale\n1. Ai fini della gestione e della rendicontazione, la Giunta \nregionale, a seguito della approvazione della legge di bilancio \nda parte del Consiglio regionale, specifica il bilancio annuale, \nnegli elementi di cui al comma 3 dell’articolo 18, ripartendo le \nunità previsionali di base e le contabilità speciali in capitoli.\n2. Agli effetti del comma precedente, i capitoli riguardano \nl’oggetto dell’entrata o della spesa. I capitoli di spesa sono \narticolati in relazione alle diverse categorie economiche ed in \nmodo da assicurare la ripartizione delle risorse alle strutture \norganizzative apicali, le quali sono affidate ai dirigenti \ncompetenti responsabili unitamente agli obiettivi fissati dalla \nGiunta. \n3. I capitoli costituiscono l’unità elementare a cui sono imputati \ngli atti di gestione delle entrate e delle spese; essi \ncostituiscono, ad eccezione di quelli relativi alle contabilità \nspeciali, limite alla assunzione degli impegni ed alla \nemissione dei mandati di pagamento. \n4. Sulla base dei capitoli di loro pertinenza, i dirigenti delle \nstrutture organizzative, provvedono ad assegnare risorse, \ncompiti e modalità attuative ai dirigenti afferenti alla loro \nstruttura. \n5. Il bilancio gestionale, di cui al primo comma, e \nl’assegnazione di risorse, di cui al precedente comma, trovano \nsupporto negli strumenti di contabilità analitica previsti dagli \narticoli 22 e 23 e nel regolamento di contabilità previsto \nall’articolo 50.', '22': '\nBudget dei centri di responsabilità amministrativa1. A seguito dell ’entrata in vigore della legge regionale di \nbilancio, la Giunta regionale definisce i budget dei centri di \nresponsabilità amministrativa, che costituiscono indirizzo \ndell’organo politico nei confronti dei dirigenti delle strutture \norganizzative apicali, per l’attività amministrativa e gestionale di \nloro competenza. \n2. I budget dei centri di responsabilità assegnati ai dirigenti \ndelle strutture organizzative apicali indicano le risorse \nfinanziarie, personale, strumentali ritenute necessarie per il \nconseguimento degli obiettivi la cui attuazione spetta ai dirigenti \nnell’esercizio cui si riferisce il bilancio annuale. \n3.La Giunta regionale può ridefinire i budget ove accerti, \nnel corso della gestione, situazioni conseguenti anche \nall’assestamento o a variazioni del bilancio annuale, che ne \nrichiedano un riadattamento. La medesima procedura è adottata dai \ndirigenti delle strutture organizzative apicali nei confronti degli \naltri dirigenti afferenti alle loro strutture.\n4. I dirigenti delle strutture organizzative apicali, gli altri \ndirigenti e il personale assegnati a ciascuna struttura sono \nindividuati con la legge regionale di riordino della pianta organica \ndella Regione.', '23': "\nContabilità e analisi dei costi\n1. Al fine di consentire l'analisi ed il controllo dei costi e dei \nrendimenti dell'attività amministrativa, la valutazione economica \ndei servizi e delle attività prodotte, nonché della gestione e delle \ndecisioni organizzative, la Regione adotta un sistema di \ncontabilità economica fondato su rilevazioni analitiche per centri \ndi costo e per centri di responsabilità.\n2. Le rilevazioni e le risultanze della contabilità economica sono \nutilizzate anche ai fini della formazione degli strumenti di \nprogrammazione regionale, del progetto di bilancio annuale e \npluriennale, del migliore impiego delle risorse, del \nmonitoraggio degli effetti finanziari delle manovre di bilancio, \ndella valutazione tecnica dei costi dei provvedimenti e delle \niniziative legislative della Regione e del sistema dei controlli \ninterni. Questo sistema è organizzato sulla base dei principi \ncontenuti nel decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, con il \nregolamento di contabilità cui all’articolo 50.\n3. In ordine alle componenti e ai criteri di impianto e di gestione \ndi tale sistema si osservano le norme di cui al titolo III del \ndecreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, in quanto applicabile.", '24': '\nEsercizio provvisorio e gestione provvisoria \n1. Nel caso in cui la proposta di legge di bilancio, presentata \ndalla Giunta regionale, non sia stata approvata dal Consiglio \nregionale entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello \ncui essa si riferisce, l’esercizio provvisorio del bilancio è \nautorizzato, per una durata complessivamente non superiore a \nquattro mesi, con legge adottata dal Consiglio regionale, su \nproposta della Giunta regionale, entro il 31 dicembre.\n2. Oggetto della autorizzazione di cui al comma precedente è \nl’esercizio provvisorio della proposta di bilancio presentata al Consiglio regionale dalla Giunta regionale. Nel caso in cui tale \nproposta sia successivamente modificata o integrata con note \ndi variazione, deliberate dalla Giunta regionale e presentate al \nConsiglio regionale, l’autorizzazione all’esercizio provvisorio si \nintende estesa al contenuto delle note di variazione.\n3. La legge che autorizza l’esercizio provvisorio stabilisce \neventuali limitazioni all’esecuzione delle unità previsionali di \nbase risultanti dalla proposta di bilancio presentata al \nConsiglio regionale e dalle successive note di variazione. \n4. Nel caso in cui la proposta di legge di bilancio non sia stata \npresentata al Consiglio regionale entro il 31 dicembre \ndell’anno precedente, l’esercizio provvisorio è autorizzato, ai \nsensi del comma 1, e la gestione è limitata alle spese \nobbligatorie o tassativamente regolate dalla legge. \n5. Nel caso in cui la legge di bilancio, o la legge di \nautorizzazione all’esercizio provvisorio, sia stata approvata dal \nConsiglio regionale entro il 31 dicembre dell’anno precedente \na quello cui il bilancio si riferisce, la Regione è autorizzata, in \npendenza degli adempimenti previsti per l’entrata in vigore \ndella legge stessa, a gestire in via provvisoria il bilancio \nmedesimo limitatamente ad un dodicesimo della spesa \nprevista da ciascuna unità previsionale di base, ovvero nei limiti \ndella maggiore spesa necessaria, ove si tratti di spese \nobbligatorie o non suscettibili di impegno o di pagamento \nfrazionati in dodicesimi.\n6. A seguito dell’autorizzazione all’esercizio o alla gestione \nprovvisoria, la Giunta regionale delibera una nota integrativa al \nbilancio gestionale, mediante la quale sono stabilite le \nmodalità con cui ripartire le limitazioni previste dai commi \nprecedenti tra i singoli capitoli di ciascuna unità previsionale di \nbase.', '25': '\nRelazioni tecniche sulle quantificazioni\n1. Le proposte di legge che disciplinano le entrate, mediante \ndisposizioni suscettibili di influire sull’entità del loro gettito, e \nquelle che disciplinano le spese, con disposizioni del tipo di \nquelle di cui alla lettera c) dell’articolo 12, comma 1, sono \ncorredate da una relazione tecnica. Analoga relazione è \npresentata al Consiglio regionale in allegato alla proposta di \nlegge di bilancio e di legge finanziaria.\n2. La relazione tecnica quantifica, nel caso in cui ciò non risulti \ngià precisato dal contenuto della relativa legge, il gettito delle \nentrate o l’importo delle spese che in termini di competenza \nsarà presuntivamente prodotto in ciascun esercizio dalle \nsingole disposizioni. In ogni caso, la relazione tecnica fornisce \nindicazioni sulle metodologie seguite e sugli elementi e criteri \ndi calcolo impiegati nella quantificazione delle grandezze \nfinanziarie.\n3. Il Presidente del Consiglio regionale richiede alla Giunta \nregionale la relazione tecnica sui progetti di legge di iniziativa \nconsiliare e sugli emendamenti presentati in Consiglio \nregionale, che contengono le disposizioni di cui al primo \ncomma. La Giunta regionale fornisce la relazione entro trenta \ngiorni dalla richiesta, nel caso di progetti di legge, o nel più breve termine tecnicamente possibile, nel caso di \nemendamenti.', '26': "\nCopertura finanziaria delle leggi regionali\n1. Sono sottoposte all'obbligo della copertura finanziaria, nel \nrispetto dei principi costituzionali, le leggi che sopprimono \nentrate regionali o ne riducono il gettito nonché le leggi spesa \ndi cui all’articolo 12, comma 1, lettere b) e c). \n2. All’obbligo della copertura finanziaria sono sottoposti anche \ngli atti di iniziativa e gli emendamenti consiliari e di Giunta \nregionale, relativi alle leggi di cui al precedente comma. La \nmancata indicazione della copertura finanziaria preclude \nl’esame delle relative disposizioni.\n3. Le leggi sottoposte all’obbligo della copertura finanziaria \ndevono indicare, in termini di competenza, l’ammontare degli \noneri derivanti dalle loro disposizioni, con riguardo agli esercizi \nsui quali i medesimi sono destinati a gravare. Nel caso delle \nleggi di cui alla lettera b) dell’articolo 12, comma 1, tale \nquantificazione opera come determinazione dei relativi \nstanziamenti di bilancio; negli altri casi opera soltanto come \ntermine di riferimento per l’indicazione dei mezzi di copertura e \nproduce gli effetti di cui al comma 6 dell’articolo 12.\n4. Alla copertura finanziaria si provvede, con riguardo agli \nesercizi interessati dai relativi oneri, con mezzi di bilancio ed \nextrabilancio, nel rispetto del principio di equilibrio previsto dai \ncommi 4 e 5 dell’articolo 3, e dei vincoli di destinazione \neventualmente impressi alle entrate regionali.\n5. Costituisce copertura mediante mezzi di bilancio: \nl'utilizzazione degli accantonamenti iscritti nei fondi speciali, \nrestando precluso l’impiego di accantonamenti del conto \ncapitale per iniziative di parte corrente; la riduzione di \nstanziamenti di spesa il cui importo sia stato autonomamente \ndeterminato dal bilancio, nei limiti della quota parte non ancora \nimpegnata di tali stanziamenti. In relazione all’esercizio o \nesercizi sui quali gli oneri sono destinati a gravare, i mezzi di \ncopertura vanno indicati con riguardo al bilancio annuale e/o al \nbilancio pluriennale a legislazione vigente.\n6. Costituisce copertura mediante mezzi extrabilancio la \nmodifica della legislazione vigente, in modo da istituire nuove o \nmaggiori entrate o da ridurre le spese rese doverose da \ndisposizioni preesistenti del tipo di quelle di cui alle lettere b) e \nc) dell’articolo 12, comma 1.\n7. Le leggi che comportano oneri a carico di esercizi successivi \na quelli considerati dal bilancio pluriennale si considerano \nintegralmente coperte qualora lo siano con riguardo al periodo \nconsiderato dal bilancio pluriennale, a condizione che i relativi \noneri abbiano nel tempo un andamento costante o \nraggiungano, comunque, l’importo maggiore nel periodo \nconsiderato dal bilancio pluriennale.", '27': '\nFondi speciali\n1. Mediante i fondi speciali viene precostituita in bilancio la \ncopertura finanziaria dei provvedimenti legislativi regionali che si intende adottare, o che si perfezionano dopo l ’avvenuta \napprovazione della legge di bilancio.\n2. Agli effetti di cui al comma precedente, si intendono coperti \ndai fondi speciali i provvedimenti legislativi inseriti \nnell’apposito \nelenco allegato alla legge di bilancio ed espressamente \napprovato dal Consiglio regionale. In tale elenco sono inseriti i \nprovvedimenti legislativi per i quali la Giunta regionale intende \nesercitare l’iniziativa legislativa.\n3. L’elenco di cui al comma precedente è articolato in \nspecifiche partite, ciascuna delle quali indica l’oggetto del \nprovvedimento e, distintamente per la parte corrente e per \nquella in conto capitale, le somme destinate alla copertura \nfinanziaria sui singoli esercizi considerati dal bilancio \npluriennale.\n4. I Fondi speciali sono iscritti nel bilancio annuale, in termini \ndi competenza e di cassa e, nel bilancio pluriennale, in termini \ndi sola competenza. Tali fondi sono tenuti distinti, in apposite \nunità previsionali di base, a seconda che siano destinati alla \ncopertura di spese correnti o di spese in conto capitale .\n5. A seguito dell’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi \nche trovano copertura nei fondi speciali, la Giunta regionale, \nqualora si tratti di provvedimento di spesa, dispone con propria \ndeliberazione il prelievo delle relative disponibilità al fine di \nincrementare o istituire le pertinenti unità previsionali di base.\n6. Le quote dei fondi speciali non utilizzate, per la mancata \nentrata in vigore del provvedimento legislativo, al termine \ndell’esercizio nel quale furono iscritti, costituiscono economie \ndi spesa. Fino a quando non sia stato approvato il rendiconto di \ntale esercizio, queste economie non concorrono alla \ndeterminazione del risultato di amministrazione dell’esercizio in \ncui si sono formate.\n7. Costituiscono, altresì, economia di spesa le quote dei fondi \nspeciali utilizzate per la copertura di leggi che abbiano \nsoppresso entrate regionali o ne abbiano ridotto il gettito. Tali \neconomie concorrono alla determinazione del presunto \nrisultato di amministrazione dell’esercizio in cui si sono \nformate.\n8. I provvedimenti legislativi, inseriti nell’elenco di cui al \nprecedente comma 2 e non approvati dal Consiglio regionale \nentro il termine del relativo esercizio, possono trovare copertura \nfinanziaria nelle quote non utilizzate di tali fondi, purché tali \nprovvedimenti siano approvati prima del rendiconto di tale \nesercizio, e, comunque, entro il termine dell’esercizio \nimmediatamente successivo, purché si tratti di provvedimenti \nper i quali nel precedente esercizio sia stata esercitata \nl’iniziativa legislativa. Resta comunque ferma, in questi casi, \nl’assegnazione degli stanziamenti dei fondi speciali al bilancio \nannuale nel quale essi furono iscritti.\n9. Qualora il precedente comma trovi applicazione rispetto a \nprovvedimenti legislativi di spesa, e comunque nel caso di \nprovvedimenti legislativi di spesa approvati dal Consiglio \nregionale ma non entrati in vigore entro l’esercizio considerato \ndal bilancio annuale nel quale i relativi fondi vennero iscritti, \ngli stanziamenti di nuove o maggiori spese sono assegnati, con atto di Giunta regionale, al bilancio dell ’esercizio nel quale \nentrano in vigore i provvedimenti legislativi. Allo stanziamento \ndella nuova o maggiore spesa di bilancio deve accompagnarsi \nuna annotazione da cui risulti che si tratta di spesa finanziata \ncon ricorso ai fondi speciali dell’esercizio precedente. Fino a \nquando non sia approvato il rendiconto di tale esercizio, non si \ntiene conto delle spese di cui al presente comma, ai fini del \ncalcolo del risultato di amministrazione.', '28': '\nFondi di riserva\n1. I fondi di riserva si distinguono in:\na) fondo di riserva per spese obbligatorie e per la reiscrizione di \nresidui perenti;\nb) fondo di riserva per spese impreviste;\nc) fondo di riserva di cassa.\n2. I fondi di riserva di cui alle lettere a) e b) del precedente \ncomma sono iscritti in bilancio in termini sia di competenza che \ndi cassa; il fondo di riserva di cui alla lettera c) è iscritto in soli \ntermini di cassa. Ciascun fondo di riserva costituisce distinta \nunità previsionale di base di parte corrente.\n3. Nei fondi di riserva sono accantonate le risorse necessarie \nad adeguare le previsioni del bilancio annuale alle nuove o \nmaggiori esigenze di spesa, oppure situazioni che possono \nemergere con riferimento ad insussistenze di residui attivi che \nsi verifichino nel corso della gestione.\n4. Il fondo di riserva per spese obbligatorie è utilizzato per \nintegrare gli stanziamenti delle unità previsionali di base così \nqualificate, ai sensi del comma 2 dell’articolo 17, nonché per \nintegrare gli stanziamenti di altre unità previsionali di base o \nper istituire nuove unità previsionali di base, al fine di \nreiscrivere nella competenza i residui perenti per i quali sia \nnecessario procedere al loro pagamento. L’ammontare di tale \nfondo è determinato in relazione all’importo complessivo degli \nstanziamenti iscritti in bilancio per le spese obbligatorie. \n5. Il fondo di riserva per spese impreviste è utilizzato per \nintegrare gli stanziamenti di altre unità previsionali di base o \nper istituire nuove unità previsionali di base. Esso è finalizzato a \nfar fronte alle spese aventi carattere di imprescindibilità e di \nimprorogabilità che non siano prevedibili all’atto di adozione \ndella legge di bilancio. Per tali spese non possono essere \nassunti impegni sugli esercizi successivi. \n6. Il fondo di riserva di cassa è utilizzato per integrare o istituire \ngli stanziamenti di cassa di altre unità previsionali di base. \nL’importo del fondo non può essere superiore ad un \ndodicesimo dell’ammontare complessivo delle spese previste \ndal bilancio di cassa.\n7. Ai prelevamenti dal fondo di riserva per spese obbligatorie e \nper la reiscrizione dei residui perenti provvedono la Giunta \nregionale o il dirigente competente, a seconda che ciò comporti \nrispettivamente istituzione di nuove unità previsionali di base o \nintegrazione degli stanziamenti di quelle già iscritte in bilancio. \nAi prelevamenti dagli altri fondi di riserva ed alla conseguente \nintegrazione o istituzione di altre unità previsionali di base, \nprovvede la Giunta regionale con proprie deliberazioni che, nel caso di impiego del fondo di riserva di cassa, non sono \nsoggette a controllo. Con i medesimi atti sono integrati o istituiti \ni corrispondenti capitoli all’interno delle unità previsionali di \nbase destinatarie dei prelevamenti.', '29': '\nAssestamento e variazioni ai bilanci \n1. La legge di assestamento del bilancio annuale e pluriennale \nè adottata dal Consiglio regionale entro il 30 settembre di \nciascun anno, su proposta della Giunta regionale. Con la legge \ndi assestamento il Consiglio può consentire che la Giunta \nprenoti impegni sul successivo esercizio al fine di permettere la \npiù appropriata elasticità della gestione; queste prenotazioni \ndebbono trovare capienza nel pertinente stanziamento del \nbilancio pluriennale a legislazione vigente. La relazione tecnica \nprevista dall’articolo 25 di cui è corredata la legge di \nassestamento, con riferimento alle schede di programma: \na) dà atto della tenuta dell’equilibrio complessivo del bilancio;\nb) ricostruisce il quadro della situazione finanziaria della \nRegione ai fini del patto di stabilità, dei vincoli riferiti alla \ngestione della sanità e di quanto sia imposto dalla legislazione \nnazionale;\nc) valuta il grado di realizzazione delle finalità perseguite con \nriferimento ai parametri indicati nelle schede di programma.\n2. In relazione alle risultanze del rendiconto relativo \nall’esercizio precedente quello a cui il bilancio si riferisce ed al \nfine di rendere definitivi i dati previsti in via presuntiva dalla \nlegge di bilancio, la legge di assestamento provvede:\na) all’aggiornamento dell’ammontare dei residui attivi e passivi \nrisultanti alla chiusura dell’esercizio precedente a quello cui il \nbilancio si riferisce;\nb) all’aggiornamento dei risultati dell’esercizio precedente a \nquello cui il bilancio si riferisce, con riguardo alle singole \ncomponenti che formano tali risultati, ai sensi dei commi 5 e 6 \ndell’articolo 18;\nc) all’aggiornamento della giacenza di cassa risultante all’inizio \ndell’esercizio cui il bilancio si riferisce;\nd) alle variazioni degli stanziamenti delle unità previsionali di \nbase che risultano necessarie, in relazione a quanto stabilito \ndalle precedenti lettere, per ristabilire l’equilibrio di bilancio, \nai sensi dei commi 4 e 5 dell’articolo 3;\ne) a tutte le altre variazioni degli stanziamenti delle unità \nprevisionali di base che si ritengono opportune, fermi restando \ni vincoli relativi all’equilibrio dei bilanci, ai sensi dei commi 4 \ne 5 dell’articolo 3.\n3. Salvo quanto stabilito dai successivi commi 4, 5, 6 e 7, le \nvariazioni al bilancio annuale e pluriennale, per quanto riguarda \nsia la competenza che la cassa, sono disposte da apposite \nleggi che, qualora comportino un aumento della spesa \ncomplessiva, devono indicare la copertura finanziaria dei \nmaggiori o nuovi oneri.\n4. La Giunta regionale dispone, con proprie deliberazioni, le \nvariazioni delle unità previsionali di base nei seguenti casi:\na) per adeguare le previsioni di entrata all’andamento degli \naccertamenti e delle riscossioni e per l ’iscrizione delle relative spese quando queste siano tassativamente regolate dalla \nlegislazione in vigore;\nb) per effettuare i prelevamenti dai fondi speciali e dai fondi di \nriserva;\nc) per adeguare i bilanci a legislazione vigente alla avvenuta \nattuazione di quanto previsto dal bilancio pluriennale \nprogrammatico;\nd) per iscrivere nella competenza del nuovo esercizio le somme \nnon ancora impegnate alla chiusura del precedente, ai sensi \ndel comma 2 dell’ articolo 41;\ne) per effettuare i prelevamenti dai fondi per i piani di \ncofinanziamento regionale e per disporre le relative assegnazioni.\n5. La Giunta regionale, di norma con periodicità mensile, \nprovvede ad adeguare, in termini di competenza e di cassa, il \ntotale delle contabilità speciali agli atti di gestione adottati nel \nprecedente periodo.\n6. La legge di bilancio o eventuali ulteriori provvedimenti \nlegislativi possono autorizzare la Giunta regionale ad effettuare \nvariazioni compensative, all’interno della medesima \nclassificazione economica, tra unità previsionale di base della \nstessa funzione obiettivo o tra unità previsionale di base \nstrettamente collegate nell’ambito del medesimo atto di \nprogrammazione regionale. Con le stesse modalità, la Giunta \nregionale può essere autorizzata ad effettuare variazioni \ncompensative anche tra unità previsionali di base diverse, \nqualora ciò si renda necessario per l’attuazione di interventi \nprevisti da intese istituzionali di programma o da altri strumenti \ndi programmazione negoziata. La disposizione legislativa che \nautorizza tali variazioni individua le unità previsionale di base \ntra le quali possono essere disposte le relative compensazioni e \ndefinisce, eventualmente, i criteri che devono essere seguiti \ndalla Giunta regionale.\n7. Il dirigente della struttura organizzativa apicale provvede ad \nintegrare gli stanziamenti delle unità previsionali di base in \nconseguenza dei prelevamenti di sua competenza dal fondo di \nriserva per le spese obbligatorie e per la reiscrizione dei residui \nperenti. \n8. I provvedimenti adottati dalla Giunta regionale, ai sensi dei \ncommi 4, 5, 6 e 7, sono comunicati al Consiglio regionale con \nuna periodicità mensile.\n9. La Giunta regionale, con proprie deliberazioni, provvede alle \nvariazioni del bilancio gestionale:\na) integrando ed istituendo i capitoli di bilancio in conseguenza \ndelle variazioni apportate al bilancio annuale o pluriennale;\nb) effettuando le variazioni compensative fra capitoli della \nmedesima unità previsionale di base.\n10. I dirigenti delle strutture organizzative apicali, cui ai sensi \ndell’articolo 22 sono assegnate con il budget le necessarie \nrisorse finanziarie, umane e strumentali per il conseguimento \ndegli obiettivi da raggiungere nell’esercizio con le relative \npriorità, possono effettuare con propri atti variazioni \ncompensative tra i capitoli loro assegnati relativi alle spese di \nfunzionamento, sulla base delle risultanze ottenute in \napplicazione dell’articolo 23.\n11. Le variazioni ai capitoli delle contabilità speciali sono disposte direttamente con atti di gestione delle relative entrate \ne spese.\n12. Nessuna variazione ai bilanci, salvo quelle di cui ai commi \n4, 5, 7, 9, 10 e 11, può essere adottata dopo il 30 novembre \ndell’anno a cui il bilancio stesso si riferisce. \nTutte le variazioni al bilancio sono pubblicate sul Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.', '30': '\nProcedimento di acquisizione delle entrate\n1. L’acquisizione di tutte le entrate della Regione passa \nattraverso le fasi dell’accertamento, della riscossione e del \nversamento. \n2. Formano oggetto di accertamento le somme dovute alla \nRegione da creditori determinati o determinabili, sempreché la \nloro riscossione debba aver luogo entro il termine \ndell’esercizio.\n3. L’accertamento è disposto dal dirigente competente in \nrelazione alla materia cui si riferisce l’entrata.\n4. La riscossione dell’entrata consiste nella percezione della \nrelativa somma da parte del debitore ed è effettuata tramite il \ntesoriere o altro ufficio, ente o soggetto autorizzato per legge o \nper regolamento. \n5. Il versamento delle somme dovute alla Regione consiste \nnella acquisizione delle relative somme al servizio di tesoreria \ndella Regione. \n6. Mediante emissione di reversale, sottoscritta dal dirigente \ncompetente in relazione alla materia cui si riferisce l’entrata, si \nprovvede ad imputare la somma incassata o da incassare \nall’esercizio di riferimento, ai capitoli del bilancio gestionale ed \nall’atto di accertamento. L’incasso è effettuato anche in \npendenza dell’emissione della relativa reversale e/o del relativo \naccertamento.', '31': '\nProcedimento di realizzazione delle spese\n1. La realizzazione di tutte le spese della Regione passa \nattraverso le fasi dell’impegno, della liquidazione, \ndell’ordinazione e del pagamento.', '32': "\nImpegni di spesa\n1. Gli impegni di spesa sono assunti con decreto del dirigente \ncompetente per materia, nei limiti degli stanziamenti di \ncompetenza iscritti nei pertinenti capitoli ad esso assegnati del \nbilancio gestionale in corso.\n2. Formano oggetto di impegno sugli stanziamenti di \ncompetenza dell’esercizio le somme dovute dalla Regione, in \nbase alla legge, a contratto o ad altro titolo, a creditori \ndeterminati, sempreché la relativa obbligazione debba venire a \nscadenza entro il termine dell’esercizio.\n3. L’atto di impegno costituisce accantonamento delle relative \nsomme per le spese individuate e determina l’indisponibilità \ndelle medesime per altri scopi.\n4. Con l'approvazione del bilancio e delle successive variazioni, costituiscono impegno sui relativi stanziamenti dell'anno cui il \nbilancio si riferisce, senza necessità di ulteriori atti, le spese \nper: \na) il trattamento economico tabellare attribuito al personale \ndipendente e i relativi oneri riflessi, nonché i trattamenti \neconomici di operatori della Regione la cui erogazione debba \nseguire le medesime procedure stabilite per le retribuzioni del \npersonale dipendente;\nb) le rate di ammortamento dei mutui e dei prestiti, gli interessi \ndi preammortamento ed ulteriori oneri accessori, i canoni di \nleasing;\nc) i corrispettivi di contratti e le somme dovute sulla base di \ndisposizioni di legge.\n5. Durante la gestione possono essere prenotati impegni \nrelativi a procedure in via di espletamento. I provvedimenti \nrelativi per i quali entro il termine dell'esercizio non sia stata \nassunta obbligazione di spesa verso terzi decadono e \ncostituiscono economie di bilancio. Qualora alla prenotazione \ndi impegno abbia fatto seguito l’avvio di procedure di scelta del \ncontraente, le relative somme sono reiscritte, per un solo \nesercizio, nella competenza del nuovo bilancio e conservano \nefficacia gli atti ed i provvedimenti già adottati.", '33': "\nImpegni di spesa sugli esercizi successivi\n1. Sulla base delle disposizioni legislative di cui al comma 1, \nlettere b/1) e b/2), dell’articolo 12 possono essere assunte \nobbligazioni sugli esercizi futuri nei limiti indicati dalla legge \nche le autorizza.\n2. Per le spese correnti, quando ciò sia indispensabile per \nassicurare la continuità e la tempestività nell’adempimento \ndelle funzioni regionali, possono essere assunte obbligazioni \nanche a carico dell’esercizio successivo, sempre chè il relativo \nimpegno trovi capienza sul pertinente stanziamento del \nbilancio pluriennale a legislazione vigente. \n3. Al fine di conseguire il più efficiente e completo utilizzo delle \nrisorse assegnate alla Regione, è autorizzata l’assunzione di \nobbligazioni anche a carico degli esercizi successivi, in \nconformità all'importo e secondo la distribuzione temporale \ndelle risorse disposte:\na) dai piani finanziari, sia di programmazione sia di cassa, \napprovati dall'Unione europea e dalle relative deliberazioni del \nComitato Interministeriale per la Programmazione Economica -\nCIPE - di cofinanziamento nazionale;\nb) dai quadri finanziari, sia di programmazione sia di cassa, \ncontenuti nelle deliberazioni del CIPE di riparto delle risorse;\nc) dai piani attuativi della programmazione regionale, di cui \nall’articolo 19, qualora tali atti siano stati approvati dal \nConsiglio regionale.\n4. Nei casi di cui ai precedenti commi, la Regione può \nassumere impegni per l’intera somma. I relativi pagamenti \ndevono, comunque, essere contenuti nei limiti delle \nautorizzazioni annuali di bilancio.\n5. Per le spese da erogarsi in annualità, le decorrenze e le \nscadenze annuali debbono coincidere con le decorrenze e con le scadenze dell ’obbligazione di pagamento delle annualità \nmedesime. Il primo degli stanziamenti annuali costituisce il \nlimite massimo per gli impegni della prima annualità. Gli \nimpegni così assunti si estendono per tanti esercizi quante \nsono le annualità da pagarsi, sugli stanziamenti degli esercizi \nfuturi.", '34': '\nLiquidazione delle spese\n1. Mediante la liquidazione della spesa è verificata l’esigibilità \ndel credito, è individuato il creditore ed è determinato l’esatto \nimporto della somma da pagare, sulla base di idonea \ndocumentazione e dei titoli comprovanti il diritto del creditore \nstesso.\n2. La liquidazione è disposta con atto del dirigente competente \nper materia, nei limiti dell’impegno a cui essa si riferisce e con \nseparata imputazione, a seconda che il relativo pagamento sia \nda effettuare in conto competenza o in conto residui .\n3. Nel caso in cui la spesa da liquidare ad estinzione \ndell’obbligazione risulti inferiore all’originario impegno, l’atto di \nliquidazione dichiara la relativa economia di impegno e \ndispone il disimpegno della somma qualora l’impegno sia \nstato assunto sulla competenza dell’esercizio.', '35': '\nOrdinazione delle spese\n1. L’ordinazione consiste nella disposizione impartita al \ntesoriere di provvedere al pagamento della spesa. A tal fine, il \ndirigente competente emette i relativi mandati di pagamento, \nimputandoli agli originari impegni assunti sulla base di atti \ndivenuti esecutivi, ovvero dichiarati immediatamente eseguibili.\n2. I mandati di pagamento sono emessi, separatamente per \ncompetenza e residui, sulla base dell’atto di liquidazione e nei \nlimiti dell’originario impegno e della disponibilità degli \nstanziamenti di cassa iscritti nei pertinenti capitoli del bilancio \ngestionale in corso.\n3. Nel caso di spese ricorrenti d’importo e scadenza fissi, \nl’ordinazione della spesa avviene mediante l’emissione di ruoli \ndi spesa fissa che indicano le scadenze di ciascun pagamento \ne che sono sottoposti ad eventuali modifiche da parte \ndell’organo che li ha emessi.\n4. Prima dell’approvazione del rendiconto, è possibile emettere \nmandati di pagamento in conto residui, purché, sulla base \ndelle registrazioni contabili, il relativo importo risulti da \nmantenere tra i residui passivi ai fini della predisposizione del \nrendiconto stesso.', '36': '\nPagamento delle spese\n1. Al pagamento delle spese provvede il tesoriere in base a \nmandati di pagamento legittimamente emessi ed in conformità \nalla convenzione con cui il servizio è stato affidato.\n2. I mandati di pagamento sono estinti secondo modalità \nidonee ad evitare la produzione di mandati inestinti alla fine \ndell’esercizio.', '37': "\nAperture di credito \n1. Nei casi previsti dalle leggi regionali o in base a \ndeliberazione della Giunta regionale, le spese possono aver \nluogo attraverso apertura di credito a favore dei funzionari \nresponsabili degli uffici periferici della Regione, ovvero dei \nlegali rappresentanti di enti ed organismi indicati dalle leggi \nregionali, con obbligo di rendiconto.\n2. Alle aperture di credito si provvede mediante ordini di \naccreditamento nei quali viene indicata l’eventuale somma \nutilizzabile con buoni di prelevamento per effettuare pagamenti \nin contanti. \n3. Qualora si tratti di spese ricorrenti d'importo e scadenza fissa \ned accertata, a favore dei delegati alla spesa vengono disposte \nassegnazioni, nei limiti delle quali gli stessi effettuano gli \nimpegni e le liquidazioni.", '38': "\nFondi economali\n1. Alle minute spese per il funzionamento e il mantenimento \ndegli uffici regionali, all'acquisto di beni mobili di modico valore, \nnonché alla manutenzione ordinaria degli immobili e delle \nattrezzature si può provvedere mediante anticipazioni a favore \ndel provveditore-economo.", '39': '\nServizio di tesoreria della Regione\n1. La gestione della tesoreria regionale è disciplinata, \nrelativamente alla riscossione dei trasferimenti statali, dalle \nnorme statali vigenti in materia.\n2. Per le entrate detenibili al di fuori delle contabilità speciali \npreviste dalle disposizioni indicate al comma precedente e per \nl’effettuazione dei pagamenti, la Regione provvede ad affidare il \nproprio servizio di tesoreria ricorrendo al sistema bancario o \npostale, nel rispetto delle vigenti norme in materia di \naffidamento dei servizi. Uno o più istituti di credito \nopportunamente associati, anche temporaneamente, possono \nessere affidatari del servizio.\n3. La Giunta regionale approva entro il 31 marzo di ciascun \nanno il conto del tesoriere parificato dal Settore Bilancio e \nRagioneria.', '40': "\nMinori entrate e residui attivi\n1. Tutte le somme iscritte tra le entrate di competenza del \nbilancio e non accertate entro il termine dell'esercizio \ncostituiscono minori accertamenti rispetto alle previsioni ed a \ntale titolo concorrono a determinare i risultati finali della \ngestione.\n2. Costituiscono residui attivi le somme accertate e non \nriscosse e versate entro il termine dell'esercizio.", '41': '\nEconomie di spesa 1. Tutte le somme iscritte negli stanziamenti di competenza del \nbilancio e non impegnate entro il termine dell’esercizio \ncostituiscono economie di spesa e a tale titolo concorrono a \ndeterminare i risultati finali della gestione.\n2. Sono mantenute in bilancio e riportate alla competenza del \nnuovo esercizio le economie di spesa relative:\na) alle spese correlate ad entrate con vincolo di destinazione, \ngià accertate;\nb) alle spese di investimento, o per l’acquisizione di \npartecipazioni in società che svolgano attività strumentali \nrispetto agli obiettivi della programmazione regionale, finanziate \ncon operazioni di ricorso al mercato finanziario già contratte;\nc) alle prenotazioni di impegno che abbiano dato luogo \nall’avvio di procedure concorsuali di scelta del contraente, ai \nsensi del comma 5 dell’articolo 32. \n3. La ricognizione delle somme di cui al comma 2 e l’iscrizione \ndegli stanziamenti riportati nelle pertinenti unità previsionali di \nbase del bilancio dell’esercizio successivo, sono effettuati con \ndeliberazione della Giunta regionale, ai sensi del comma 4 \ndell’articolo 29.', '42': "\nResidui passivi\n1. Costituiscono residui passivi le somme impegnate e non \npagate entro il termine dell'esercizio. Non è ammessa la \nconservazione nel conto dei residui di somme non impegnate \nentro il termine dell'esercizio nel cui bilancio esse furono \niscritte.\n2. Le somme di cui al precedente comma possono essere \nconservate nel conto dei residui per non più di due anni \nsuccessivi a quello in cui l'impegno si è perfezionato, per le \nspese correnti, e per non più di quattro anni per le spese in \nconto capitale.\n3. Trascorso il termine di cui al comma precedente, le somme \nconservate nel conto residui e non pagate cadono in \nperenzione e costituiscono economie di spesa. La legge \nregionale può, tuttavia, disporre la conservazione in bilancio, \nfino alla loro totale estinzione, di residui correlati a spese aventi \nuno specifico vincolo di destinazione da parte di soggetti \nerogatori dei trasferimenti. \n4. Per la reiscrizione dei residui perenti nel bilancio annuale di \nprevisione si provvede mediante prelevamenti delle somme \nnecessarie dal relativo fondo di riserva.", '43': '\nRevisione dei residui\n1. Entro il 31 marzo di ciascun anno, la Giunta regionale \nprovvede con propria deliberazione alla revisione dei residui \nattivi e passivi provenienti dagli esercizi precedenti, \ndistintamente per esercizio di provenienza e per capitolo.\n2. Mediante la revisione dei residui viene accertata la \nconsistenza dei residui al primo gennaio e l’ammontare delle \nsomme riscosse o pagate nel corso dell’esercizio precedente, \nquelle cancellate, perché non più dovute o realizzabili, quelle \nperenti nonché quelle rimaste da riscuotere o da pagare.3. La cancellazione totale o parziale dei residui attivi può \navvenire esclusivamente dopo che siano stati esperiti tutti i \ntentativi per ottenerne la riscossione, a meno che il costo per il \nloro recupero non superi l’importo del credito.\n4. La cancellazione dal conto dei residui, o il non accertamento \ntra i residui dei crediti di limitato importo, ai sensi del \nprecedente comma, comportano l’esonero da qualsiasi \nresponsabilità connessa alla mancata realizzazione delle \nrelative entrate, comprese quelle di natura tributaria o \nconcernenti sanzioni amministrative o pene pecuniarie.', '44': "\nRisultati dell’esercizio finanziario\n1. I risultati di ciascun esercizio finanziario sono costituiti:\na) dal risultato di amministrazione;\nb) dalle economie derivanti dalla mancata assunzione di \nimpegni per spese correlate ad entrate, già accertate, con \nvincolo di destinazione;\nc) dalle economie derivanti dalla assunzione di impegni, per \nspese di investimento, minori rispetto all’ammontare delle \noperazioni di ricorso al mercato contratte;\nd) dagli accertamenti di entrate con vincolo di destinazione a \nfronte dei quali non siano state iscritte in bilancio le correlate \nspese;\ne) dalle economie per spese da reiscrivere nella competenza \ndel nuovo esercizio, ai sensi del comma 2, lettera c), dell’articolo \n41.\n2. Il risultato di amministrazione è accertato con l'approvazione \ndel rendiconto e può consistere in un avanzo o in un disavanzo \ndi amministrazione. Esso è pari al fondo di cassa aumentato \ndei residui attivi e diminuito dei residui passivi. \n3. L'utilizzo dell'avanzo di amministrazione può avvenire \nsoltanto quando ne sia dimostrata l’effettiva disponibilità con \nl'approvazione del rendiconto dell'anno precedente.\n4. Del presunto disavanzo di amministrazione deve tenersi \nobbligatoriamente conto all’atto della formulazione delle \nprevisioni al fine del relativo ripiano.", '45': '\nScritture contabili\n1. La Regione tiene apposite scritture contabili di tipo \nfinanziario, patrimoniale ed economico.\n2. Le scritture finanziarie rilevano, con riferimento ai capitoli \ndi bilancio interessati:\na) per le entrate, le somme accertate, le somme rimaste da \naccertare, le reversali emesse in conto competenza ed in conto \nresidui e le somme rimaste da incassare;\nb) per le spese, le somme impegnate e quelle rimaste da \nimpegnare, le somme liquidate e da liquidare, i mandati di pagamento \nemessi e da emettere in conto competenza ed in conto residui.\n3. Le scritture patrimoniali sono tenute in conformità alle \ndisposizioni regionali relative all’amministrazione del patrimonio.\n4. Le Regioni attivano un sistema di contabilità economica. A \ntal fine gli atti di spesa e le registrazioni patrimoniali devono \nindicare il centro di costo e di responsabilità amministrativa cui imputare il relativo costo ed il periodo a cui esso si riferisce.', '46': '\nRendiconto generale\n1. Le risultanze della gestione sono dimostrate nel rendiconto \ngenerale annuale della Regione.\n2. Il rendiconto generale comprende il conto del bilancio \nrelativo alla gestione finanziaria ed il conto generale del \npatrimonio.\n3. Il rendiconto generale è predisposto dalla Giunta regionale, \nentro il 31 marzo dell’anno successivo a quello cui si riferisce, \ned è trasmesso entro i successivi cinque giorni al Collegio dei \nRevisori che, entro il 30 aprile, lo invia al Consiglio regionale \ncon la propria relazione. Il Consiglio regionale lo approva, con \nlegge, entro il 30 giugno successivo.\n4. Il rendiconto generale della Regione è accompagnato, oltre \nche dalla relazione di cui all’articolo 25, da una relazione della \nGiunta regionale in cui, con riferimento alle schede di \nprogramma di cui all’articolo 17, comma 1 e all’articolo 29, \ncomma 1, è illustrato il significato amministrativo ed economico \ndelle risultanze contabili del rendiconto.\n5. Al rendiconto generale della Regione sono allegati gli ultimi \nrendiconti o bilanci di esercizio approvati dalle società a cui la \nRegione partecipa e dagli enti ed aziende da essa dipendenti.', '47': "\nConto del bilancio\n1. Il conto del bilancio espone le risultanze della gestione delle \nentrate e delle spese secondo la struttura del bilancio di \nprevisione. Al fine della valutazione delle politiche pubbliche \ndella Regione, esso è costruito sulla base della classificazione \nper funzioni obiettivo e per unità previsionali di base in modo da \nconsentire la valutazione finanziaria delle risultanze di entrata e \ndi spesa, in relazione agli obiettivi stabiliti ed agli indicatori di \nefficacia e di efficienza individuati.\n2. Al conto del bilancio è allegato un prospetto di \nriclassificazione rivolto a consentire, \nai sensi dell’articolo 10, comma 3 della “legge statale”, \nl'armonizzazione con il rendiconto finanziario dello Stato.\n3. Il Consiglio Regionale riconosce la legittimità dei debiti fuori \nbilancio derivanti da:\na) sentenze esecutive;\nb) copertura dei disavanzi di enti, società ed organismi \ncontrollati, o, comunque, dipendenti dalla Regione;\nc) ricapitalizzazione, così come previsto dal codice civile e dalle \nleggi vigenti e dagli organismi di cui alla lettera b).\nDei relativi riconoscimenti e di ogni conseguente decisione si \ndà atto in sede di rendicontazione.", '48': "\nConto generale del patrimonio\n1. Il conto generale del patrimonio espone i risultati della \ngestione patrimoniale e riassume la consistenza del \npatrimonio regionale al termine dell'esercizio, evidenziando le \nvariazioni intervenute nel corso dello stesso esercizio, rispetto alla consistenza iniziale per effetto della gestione del bilancio o \nper altre cause. Il conto del patrimonio deve, inoltre, contenere il \nnecessario raccordo tra la contabilità del bilancio e quella del \npatrimonio. \n2. A tal fine, il conto generale del patrimonio indica i valori \nrelativi:\na) alle attività ed alle passività finanziarie;\nb) ai beni mobili ed immobili;\nc) ad ogni altra attività e passività ed alle poste rettificative.\n3. Il conto generale del patrimonio contiene un’ulteriore \nclassificazione rivolta a consentire l’individuazione dei beni \nregionali suscettibili di utilizzazione economica.\n4. Al conto generale del patrimonio è allegato:\na) un elenco descrittivo dei beni appartenenti al patrimonio \nimmobiliare della Regione alla data di chiusura dell’esercizio \ncui esso si riferisce, con l’indicazione delle rispettive modalità \ndi impiego e dell’eventuale reddito da essi prodotto;\nb) un prospetto di riclassificazione rivolto a consentire, ai sensi \ndell’articolo 10, comma 3 della “legge statale”, l'armonizzazione \ncon i conti del patrimonio statale;\nc) l’elenco dei residui perenti.", '49': '\nDirigenti competenti\n1. Le disposizioni della presente legge che fanno riferimento ai \ndirigenti competenti, nonché alle strutture organizzative apicali, \nsenza altra precisazione, rinviano alle competenze stabilite \ndalle vigenti disposizioni, dai relativi provvedimenti attuativi e \ndalle successive modifiche.', '50': '\nRegolamento di contabilità\n1. La Giunta regionale, entro 90 giorni dall’entrata in vigore \ndella presente legge, previo parere della Commissione \nConsiliare competente, provvede ad emanare, con uno o più \nregolamenti, le disposizioni attuative dei principi di attuazione \ndella presente legge, con riguardo alla disciplina:\na) del procedimento di predisposizione dello schema di \nbilancio;\nb) dei procedimenti di realizzazione delle entrate in relazione \nalle varie tipologie; \nc) delle procedure di contrazione delle operazioni di ricorso al \nmercato finanziario e di accensione delle anticipazioni di cassa \ncon riferimento ad esse, andranno regolati in modo efficiente i \ntempi in cui gli impegni sono effettivamente contratti, i \npagamenti effettuati ed a fronte di essi, tenuto conto del \ndisposto dell’articolo 3, comma 4, i mutui stipulati ed incassati;\nd) dei procedimenti di spesa in relazione alle varie tipologie;\ne) delle procedure di liquidazione e di ordinazione, delle \nmodalità di estinzione dei titoli di spesa e di effettuazione dei \npagamenti, anche mediante l’impiego di carte di credito e di \nstrumenti informatici, nel rispetto dei principi di trasparenza \nprevisti dalle norme vigenti in materia, con particolare \nriferimento all’ordine cronologico in cui le procedure suddette \nsono state completate;f) dei controlli di regolarità contabile e della registrazione degli \natti di spesa;\ng) delle aperture di credito e del fondo economale;\nh) del procedimento di accertamento e riaccertamento dei \nresidui;\ni) delle scritture contabili;\nl) delle modalità di redazione del rendiconto;\nm) delle modalità di redazione dei budget dei centri di costo e di \nresponsabilità amministrativa, del procedimento per la loro \nadozione, nonché, in ordine a quanto previsto al comma successivo, \ncon particolare riferimento all’articolo 5 del citato decreto \nlegislativo 30 luglio 1999, n. 286, ed all’articolo 23 della \npresente legge, in merito alla valutazione dei risultati ottenuti.\n2. Con il medesimo regolamento sono organizzati, secondo i principi \ndel decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, i controlli sulla \ngestione, anche al fine di consentire la loro integrazione con i \ncontrolli esterni di cui alla legislazione vigente.\n3. Nella disciplina delle materie di cui ai precedenti commi, il \nregolamento dovrà perseguire l’obiettivo di accelerare e snellire \nle procedure e di sostituire con evidenze informatiche gli atti e \ndocumenti dell’amministrazione.', '51': '\nResponsabilità verso l’ente degli amministratori e dei \ndipendenti, competenza della Corte dei Conti e obbligo di \ndenunzia\n1. Gli amministratori e i dipendenti della Regione, per danni \narrecati nell’esercizio delle loro funzioni, rispondono nei soli \ncasi e negli stessi limiti previsti dalle leggi 14 gennaio 1994, n. \n20 e 20 dicembre 1995, n. 639. Si applicano alle indicate \nipotesi di responsabilità gli istituti processuali valevoli per i \ndipendenti delle amministrazioni statali.', '52': '\nNorme di rinvio\n1. Per quanto non previsto dalla presente legge, si fa espresso \nrinvio alle disposizioni di contabilità generale dello Stato, in \nquanto applicabili, ed in particolare alle disposizioni contenute \nnella legge quadro in materia di bilancio e contabilità delle \nRegioni, nella legge 5 agosto 1978, n°468, legge 23 agosto \n1988, n° 362, legge 3 aprile 1997, n° 94 ed al decreto \nlegislativo 7 agosto 1997, n° 279 e successive modificazioni ed \nintegrazioni, e decreto legislativo 28 marzo 2000, n°76. \n2. Nelle more dell’adozione del regolamento o dei regolamenti \ndi contabilità, di cui all’articolo 50, può farsi ricorso alla \nprevigente regolamentazione in quanto compatibile.', '53': "\nNorme abrogate\n1. A decorrere dall'entrata in vigore della presente legge è \nabrogata la legge regionale 27 luglio 1978, n° 20.", '54': '\nAdeguamento1. Entro tre mesi dall ’approvazione del nuovo Statuto della \nRegione il Consiglio procederà ad adeguare la presente legge.', '55': '\nDichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto regionale, ed entra \nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 30 aprile 2002\nIL PRESIDENTE \nBASSOLINO'}
null
campania
2,002
6
null
{'1': '1.Ai sensi dell’articolo 17 dello Statuto Regionale e dell’articolo \n33 della legge regionale 27 luglio 1978, n.20, l’autorizzazione \nad esercitare provvisoriamente il Bilancio della Regione per \nl’esercizio finanziario 2002, come da legge regionale 21 \nfebbraio 2002, n.2, è prorogata fino al 30 aprile 2002 sulla base \ndel bilancio di previsione 2002 presentato al Consiglio \nregionale.', '2': '1.La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto regionale, ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino ufficiale della Regione Campania con effetto dal 1° \ngennaio 2002.\nNapoli, 9 aprile 2002 \nIL PRESIDENTE\nBASSOLINO-'}
null
campania
2,002
15
null
{'1': '1. Ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 1, \ncomma 153, a decorrere dai consumi relativi al mese \nsuccessivo alla data di entrata in vigore della presente legge, la \nmisura massima dell’addizionale regionale all’imposta di \nconsumo sul gas metano e dell’imposta regionale sostitutiva \nper le utenze esenti di cui al Decreto legislativo 21 dicembre \n1990, n. 398, articolo 9, e successive modifiche ed integrazioni, \nfissata con leggi regionali 3 aprile 1991, n. 7, e 5 agosto 1999, \nn.5 , articolo 13, in euro 0,0258 al metrocubo, è elevata a euro \n0,0310 al metrocubo di gas metano erogato.', '2': '1. La Giunta regionale è autorizzata, previa analitica \nricognizione e valutazione dei residui attivi, di cui è data \ncomunicazione alla Commissione Bilancio, anche al fine della \nverifica di sussistenza dei requisiti per il loro mantenimento in \nbilancio, a porre in essere, per l’esercizio 2002, operazioni di \ncessione e cartolarizzazione dei crediti ai sensi della legge \nregionale 30 aprile 2002, n.7, articolo 14, comma 1, lettera a).', '3': '1. Previa ricognizione del patrimonio regionale con la \npredisposizione della specifica scheda di programma che dà \nconto della situazione complessiva dello stesso, come previsto \ndalla legge regionale n. 7/2002, articolo 3, comma 5, la Giunta \nregionale è autorizzata, ai sensi dell’articolo 7 della stessa \nlegge, alla alienazione di beni patrimoniali il cui provento è \niscritto all’Unità previsionale di base del titolo IV dello stato \nprevisionale dell’entrata per l’esercizio finanziario 2002 pari ad \neuro 154.937.070,00.2. Per le procedure di alienazione si fa riferimento alle \ndisposizioni contenute nella legge regionale 6 dicembre 2000, \nn. 18, articolo 25, in quanto applicabili.\n3. Le risorse derivanti dalle operazioni di cui al comma 1 sono \ndestinate al finanziamento di spese di investimento, finalizzate \na politiche di sviluppo che si caratterizzano per le loro sicure e \nsignificative ricadute occupazionali e — per una quota parte non \ninferiore al 50 per cento — a forme di reddito di cittadinanza.\n4. Al fine di regolamentare l’utilizzo della quota prevista dal \ncomma 3, la Giunta regionale, entro tre mesi dall’entrata in \nvigore della presente legge, predispone un disegno di legge \nche regolamenta il reddito di cittadinanza.\n5. La Giunta regionale è delegata a provvedere alle necessarie \nvariazioni di bilancio contestualmente all’entrata in vigore della \nlegge di cui al comma 4.', '4': '1. Al fine di promuovere l’attività di informazione di cui alla \nLegge 7 giugno 2000 n. 150, articolo 2, mediante attività \npromozionali, pubblicitarie, manifestazioni, partecipazioni a \nrassegne specialistiche, fiere e congressi, è autorizzato, per \nl’esercizio finanziario 2002, lo stanziamento a carico \ndell’apposita Unità previsionale di base n. 6.23.223 “Attività di \ninformazione e comunicazione istituzionale” iscritta nella tabella \nB —Spesa- della presente legge.', '5': '1. Per garantire l’attuazione dei programmi e dei piani di \ncomunicazione di cui agli articoli 11, 12 e 13 della Legge \n150/2000, al fine di un tempestivo assolvimento dei principi che \nregolano la trasparenza e l’efficacia dell’azione amministrativa \nè autorizzato, per l’esercizio finanziario 2002, lo stanziamento a \ncarico dell’apposita Unità previsionale di base n. 6.23.223 \n“Attività di informazione e comunicazione istituzionale” iscritta \nnella tabella B -Spesa- della presente legge.', '6': "1. I commi 1 e 2 dell'articolo 13 della legge regionale 11 agosto \n2001, n. 10, sono sostituiti dai seguenti:\n“1. La Regione Campania, allo scopo di incentivare i \nservizi di trasporto pubblico non di linea, prevede la \npossibilità di erogare contributi alle rate di ammortamento \ndei mutui assunti per l'acquisto di scuolabus da parte dei \nsoggetti, pubblici o privati, titolati allo svolgimento di tali \nservizi, idonei per il trasporto di portatori di handicap.\n2. All'onere derivante dall' applicazione del comma 1 si \nprovvede, a partire dall’ esercizio finanziario 2002 e per i \nnove esercizi successivi, con lo stanziamento annuale \niscritto nell’apposita unità previsionale di base n. 1.59.108 \n“Accesso ai servizi e unificazione tariffaria, programmi di \nsicurezza ed iniziative di mobilità per lo sviluppo locale della \nspesa.”\n2. La Giunta regionale, sentita la competente Commissione \nconsiliare, entro 120 giorni dall'approvazione della presente \nlegge, emana apposito regolamento per la disciplina delle \ndisposizioni contenute nella legge regionale n. 10/2001, \narticolo13, commi 1 e 2, modificati come al comma 1.\n3. Il regolamento contiene, comunque, norme preventive e generali sulle condizioni di accesso ai contributi da parte di \nsoggetti titolati al trasporto, i vincoli e le limitazioni ai quali sono \nsottoposti i soggetti stessi, nonché le relative sanzioni.", '7': '1. Con le procedure di cui alla legge regionale 28 marzo 2002, \nn. 3, articolo 7, comma 3, i benefici di cui alla legge regionale 5 \nagosto 1999, n. 5, articolo 32, comma 1, sono estesi anche agli \ninvalidi civili, con invalidità non inferiore al settantaquattro per \ncento e con un reddito personale non superiore ad euro \n4.132,00 annui. Il relativo onere graverà sullo stanziamento a \ncarico dell’apposita Unità previsionale di base n. 1.59.108 \n“Accesso ai servizi e unificazione tariffaria, programmi di \nsicurezza ed iniziative di mobilità per lo sviluppo locale” iscritta \nnella tabella B -Spesa- della presente legge.\n2. Il secondo capoverso del comma 1 dell’articolo 32 della \nlegge regionale 5 \nagosto 1999, n. 5 è così sostituito:\n“Il diritto concesso è attestato mediante rilascio di tessera \npersonale da parte dell’Assessorato ai Trasporti su richiesta \ndelle Associazioni interessate o del singolo interessato”.\n3. La funzione di concessione dei nuovi trattamenti economici \na favore degli invalidi civili, ai sensi del Decreto legislativo 31 \nmarzo 1998 n. 112, articolo 130, e successive modificazioni, è \ntrasferita, con decorrenza 1 gennaio 2001 ai Comuni, in \nconformità a quanto disposto dal Decreto del Presidente del \nConsiglio dei Ministri, 26 maggio 2000, articolo 2. \nA tali enti, in rapporto alle rispettive competenze, spetta la \nlegittimazione passiva nelle controversie riguardanti l’esercizio \ndelle funzioni trasferite.', '8': '1. Con regolamento regionale, con parere obbligatorio delle \ncompetenti Commissioni consiliari, è operata la catalogazione \ndei porti di interesse regionale ed interregionale di cui alla \nLegge 28 gennaio 1994, n. 84, articolo 4, comma 1, lettera d) e \ncomma 3, lettera e), anche al fine delle connesse e \nconseguenziali disposizioni delle compartecipazioni di gettito di \ntributi erariali riferibili al territorio della Regione.', '9': '1. Per le concessioni di costruzione e gestione di impianti \nferroviari ed a fune in corso di vigenza alla data fissata dalla \nlegge regionale 28 marzo 2002, n.3, articolo 46, \nl’amministrazione, alla scadenza indicata, procede alla \ndichiarazione di decadenza con il riconoscimento di una \nindennità di riscatto da commisurarsi con modalità da fissarsi \ncon regolamento regionale, sentite le competenti Commissioni \nconsiliari, tenendo conto del periodo residuo di concessione e \ndella sua incidenza sull’importo residuo di ammortamento \ndell’investimento; in alternativa, l’amministrazione consente, su \nistanza del concessionario, che il rapporto concessorio \nrimanga in vita fino alla sua scadenza convenzionale, fermo \nrestando l’obbligo della sottoscrizione del contratto di servizio.', '10': "\n1. I soggetti di cui alla legge regionale 3 aprile 1987, n. 23, \narticolo 1, che hanno subito danni a seguito delle calamità \nnaturali verificatesi negli anni 2000 e 2001, accedono ai contributi previsti dalla medesima legge, articolo 1, commi 3 e \n4, e articolo 3, presentando apposita domanda entro il 30 \nnovembre 2002. \n2. All'onere derivante dall'applicazione del comma precedente \nsi provvede con lo stanziamento a carico dell’apposita Unità \nprevisionale di base n. 2.9.27 “Interventi per strutture ricettive”\niscritta nella tabella B -Spesa- della presente legge.", '11': "\n1. Il compenso ai componenti della Commissione Tecnica \nConsultiva di cui alla legge regionale 6 maggio 1985, n. 48, \narticolo 13, è adeguato ad euro 110,00 lordi per la \npartecipazione a ciascuna riunione, oltre al rimborso delle \nspese di viaggio per i residenti in Comuni diversi dal capoluogo \ndella Regione.\n2. Il primo comma dell’articolo 4 della legge regionale 16 \nfebbraio 1977, n. 14, è così modificato: \n“1. Ai componenti della Consulta regionale femminile spetta un \ngettone di presenza nella misura prevista dalla legge regionale \nn. 10/2001, articolo 75, comma 4, terzo capoverso, per non più \ndi due sedute al mese.”\n3. All’articolo 7 della legge regionale 4 maggio 1987, n. \n26 è aggiunto il seguente comma 2:\n“2. Ai componenti della Commissione regionale per la \nrealizzazione della Parità dei Diritti e delle Opportunità tra uomo \ne donna spetta un spetta un gettone di presenza nella misura \nprevista dalla legge regionale n. 10/2001, articolo 75, comma 4, \nterzo capoverso, per non più di due sedute al mese.”\n4. All'onere derivante dall'applicazione dei commi precedenti si \nprovvede con gli stanziamenti a carico delle apposite Unità \nprevisionali di base n. 6.23.222 e 6.23.48, iscritte nella tabella \nB -Spesa- della presente legge.", '12': "\n1. Per i fini di cui al Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, \narticolo 149, comma 4, ed alla legge 28 febbraio 1985, n. 47, \nCapo I, è istituito un apposito fondo di rotazione destinato agli \ninterventi di recupero e riqualificazione dei beni tutelati a norma \ndel Decreto legislativo, n. 490/99, Titolo II.\n2. La Giunta regionale, previo parere obbligatorio da rendersi \nentro 45 giorni dalla competente Commissione consiliare, \nentro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, \napprova un apposito regolamento di accesso e funzionamento \nal fondo.\n3. Per l’esercizio finanziario 2002 l'onere derivante \ndall'applicazione del presente articolo è a carico dell’apposita \nUnità previsionale di base n. 3.11.32 “Beni culturali” iscritta \nnella tabella B -Spesa- della presente legge. Per gli esercizi \nsuccessivi lo stanziamento del fondo è fissato annualmente \ncon legge finanziaria regionale.", '13': '\n1. I Direttori Generali della Aziende Sanitarie Locali, \nnell’esercizio delle funzioni di Commissari liquidatori delle \nUnità Sanitarie Locali, compiono tutti gli atti di gestione degli \naffari oggetto della liquidazione. Ai medesimi spetta in via \nesclusiva la legittimazione a stare in giudizio per la tutela dei \ndiritti degli interessati delle rispettive gestioni liquidatorie. Tale attività rientra nei compiti di ordinaria attribuzione delle funzioni \ndi Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale ed è resa \nsenza alcun onere economico aggiuntivo.\n2. Gli atti giudiziari in materia, notificati alla Regione Campania \nprima dell’entrata in vigore della presente legge, sono \ntrasmessi in via amministrativa alle gestioni liquidatorie \ncompetenti che assumono direttamente ogni conseguente \niniziativa anche processuale. Sono eccettuati gli atti afferenti a \nprocedimenti nei quali la Regione Campania è già costituita.', '14': "\n1. Ai componenti ed ai segretari delle Commissioni per la \nformulazione dei giudizi di idoneità, di cui al Decreto legislativo \n30 dicembre 1992, n. 502, articolo 8, comma 1-bis come \nmodificato e integrato dal Decreto legislativo 7 dicembre 1993, \nn. 517, e del Decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, articolo \n8, comma 1-bis, secondo le procedure di cui al Decreto del \nPresidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 1997, n. 502, \ncompete per ogni giornata di effettiva partecipazione \nun’indennità pari a quella prevista dalla legge regionale 4 aprile \n1995, n. 10, articolo 10.\n2. All'onere derivante dall'applicazione del comma 1 si provvede \ncon lo stanziamento a carico dell’apposita Unità previsionale di \nbase n° 4.15.38 “Assistenza Sanitaria” iscritta nella tabella B \n-Spesa- della presente legge.", '15': '\n1. E’ autorizzata la reiscrizione nel bilancio 2002 -Unità \nprevisionale di base n. 4.15.39 “Interventi per le strutture \nsanitarie”- dello stanziamento previsto ex capitolo 7547 del \nbilancio di previsione per l’esercizio 2001 —legge regionale, n. \n10/2001-, quale compartecipazione obbligatoria della Regione \npari al cinque per cento del mutuo con la Cassa Depositi e \nPrestiti per interventi di edilizia sanitaria e realizzazione di \nresidenze per anziani di cui alla legge 11 marzo 1988 n. 67, \narticolo 20.', '16': '\n1. I regimi regionali di aiuto, istituiti dalla legge regionale n. \n10/2001, articolo 3, per le imprese artigiane di cui alla legge 8 \nagosto 1985, n. 443, sono disciplinati dal Regolamento \napprovato dalla Giunta Regionale con deliberazione del 15 \nnovembre 2001, n. 6125, e dai successivi regolamenti o bandi \npubblici attuativi, fatti salvi eventuali procedimenti giurisdizionali \nin corso.\n2. Ai sensi e per gli effetti della legge regionale n.10/2001, \narticolo 3, comma 5, non sono più applicate le norme previste \ndalla legge regionale 4 maggio 1987, n. 28, titolo I, e \nsuccessive modifiche ed integrazioni, non coerenti con il \nregime di aiuto indicato nel comma 1.\n3. Sono fatti salvi tutti i procedimenti amministrativi avviati in \nattuazione delle norme precedenti. Tali procedimenti sono \nportati a compimento sulla base delle relative disposizioni di \nintervento.\n4. Per la concessione di contributi di cui alla legge regionale 4 \nmaggio 1987, n. 28, articolo 13, in caso di insufficienza dei \nfondi stanziati in bilancio, si procede ad una riduzione \nproporzionale delle percentuali indicate nella medesima legge, articolo 14, comma 3, fino alla concorrenza del fondo \ndisponibile.', '17': '\n1. I contributi derivanti da revoche, rinunce e da minori importi \nrispetto a contributi assentiti, relativi ad agevolazioni concesse \nalle piccole e medie imprese, in base alla legge regionale 5 \nluglio 1994, n. 28, per gli anni dal 1994 al 1999, la cui \nriutilizzazione è stata disposta con la delibera di Giunta \nregionale 11 gennaio 2002, n. 7, per un importo complessivo \ndi euro 3.771.680,37 sono destinati ad integrare i fondi del \nbando relativo all’attuazione della misura 4.2 azione d) del POR \nCampania per l’annualità 2001, pubblicato nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania del 7 gennaio 2002, n.1, in \nconsiderazione del rilevante numero di richieste presentate.', '18': '\n1. Al fine di determinare le condizioni per il completamento \ndegli insediamenti produttivi e la gestione delle aree industriali \nrealizzate ai sensi della Legge 14 maggio 1981, n. 219, articolo \n32, nonché per la gestione dei beni consistenti in lotti \nindustriali, risorse economiche, impianti ed infrastrutture, \nrealizzate nelle aree di cui alla Legge 219/81, articolo 32, \ntrasferiti ai Consorzi Aree di Sviluppo Industriale —ASI- di \nAvellino e Salerno ai sensi della Legge 7 agosto 1997, n. 266, \narticolo 10, comma 5, la Giunta regionale, con proprio \nregolamento, sentita la Commissione consiliare competente, \ndisciplina modalità, tempi, criteri di assegnazione, oneri di \ntrasferimento e tutte le attività amministrative connesse al \ncompletamento di dette aree ed insediamenti, in raccordo con \nle disposizioni sui Contratti d’Area di cui alla Legge n. 662/96, \narticolo 2, comma 203, lettera d).\n2. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge la \nGiunta regionale avvia le procedure per il recupero dei siti \nindustriali ai sensi e per gli effetti di cui alla Legge 17 maggio \n1999, n. 144, articolo 15, comma 5.', '19': '\n1. Le risorse assegnate dal Bilancio regionale a favore degli \ninterventi previsti nell’ambito della UPB 2.69.161 “Valorizzazione \ne riqualificazione strutture mercantili e fieristiche” e quelli \nrientranti nell’ambito della UPB 2.67.152 “Promozione e \nsostegno delle produzioni artigiane”, nonché quelli connessi \nall’attuazione della delibera di Giunta regionale del 15 \nnovembre 2001, n. 6128, con la quale è prioritariamente \nassicurato il finanziamento delle iniziative industriali di cui alla \nlegge regionale n. 10/2001, articolo 3, comma 8, costituiscono \nconcorso finanziario con le modalità di cui alla legge regionale \n31 ottobre 1978, n. 51, articolo 3, lettera a), per soggetti pubblici \ne privati. \n2. La Giunta regionale, sentite le competenti Commissioni \nconsiliari, entro 60 giorni dall’approvazione della presente \nlegge, emana apposito regolamento per l’utilizzazione delle \nrisorse.', '20': '\n1. L’articolo 46, della legge regionale 2 agosto 1982 n. 42 “Libri \ngenealogici controllo funzionali del bestiame” è sostituito dal \nseguente:“Articolo 46 \nAll’Associazione Regionale Allevatori della Campania è \nconcesso annualmente un contributo regionale in conto \ncapitale determinato nella misura massima del cento per cento \ndella spesa ammissibile, per lo svolgimento delle attività per la \ntenuta dei libri genealogici, e nella misura del settanta per \ncento della spesa ammissibile, per la gestione del controllo \nfunzionale del bestiame”.\n2. L’istanza per accedere al contributo di cui al comma 1 è \npresentata all’Area Generale di Coordinamento Sviluppo Attività \nSettore Primario — Settore Sperimentazione Informazione \nRicerca e Consulenze in Agricoltura — entro il mese di dicembre \ndell’anno precedente a quello cui si riferiscono le attività.\n3. Il contributo di cui al comma 1 del presente articolo è \nanticipato nella misura del cinquanta per cento dell’intero \nammontare.\n4. Per l’anno 2002, l’eventuale anticipo è concesso a partire dal \ntrimestre successivo alla data di pubblicazione della presente \nlegge.\n5. Il comma 3 dell’articolo 58 della legge regionale 2 agosto \n1982, n. 42 è sostituito dal seguente:\n“ 3. I programmi a carattere annuale di tutela e valorizzazione \ncommerciale delle produzioni agricole e agroindustriali \ncampane sono sottoposti all’approvazione della Giunta \nRegionale e inviati alla competente Commissione consiliare \nper l’acquisizione del parere che è fornito entro trenta giorni \ndalla data di trasmissione del provvedimento stesso”.', '21': "\n1. Ai fini della valorizzazione delle produzioni agricole regionali \nla Regione finanzia interventi strutturali volti alla realizzazione di \nEnoteche regionali.\n2. Per l’esercizio finanziario 2002, all'onere derivante \ndall'applicazione del presente articolo, si provvede con lo \nstanziamento iscritto nell’apposita Unità previsionale di base n. \n2.76.183 “Sicurezza alimentare, promozione e valorizzazione \ntipicità dei prodotti della Campania” iscritta nella tabella B \n—Spesa- della presente legge.", '22': "\n1. Sono apportate le seguenti modifiche alla legge regionale 12 \ndicembre 1979 n. 42:\na) all’articolo 2, lettera a) la cifra “lire 150 milioni” è sostituita \ncon la cifra “euro \n150.000,00”;\nb) il secondo comma dell’articolo 7 è sostituito dal seguente: \n“ 2. L’importo relativo per ogni impianto non potrà comunque \neccedere euro 30.000,00, ad eccezione di quelli appartenenti \nad associazioni senza fini di lucro svolgenti attività sportiva per \npersone portatrici di handicap”. \n2. Agli oneri derivanti dall'applicazione del comma 1, si \nprovvede con lo stanziamento a carico della apposita Unità \nprevisionale di base n. 3.14.037 “Sport” iscritta nella tabella B \n—Spesa- della presente legge.\n3. All’articolo 8, della legge regionale 1 settembre 1993, n.33, \ndopo le parole “e/o amministrative negli Enti Locali” sono \naggiunte le parole “compresi nel territorio del Parco ”.4. All ’articolo 4, comma 1, lettera a) della legge regionale 7 \nagosto 1996, n.17, dopo le parole “i Sindaci e gli Assessori dei \nComuni” aggiungere le parole “con popolazione superiore ai \n5.000 abitanti”.", '23': '\n1. La Giunta regionale, entro sei mesi dall’entrata in vigore \ndella presente legge, sottopone al Consiglio regionale un \ndisegno di legge con la ricognizione delle leggi ordinarie di \nspesa anche al fine di rimuovere o modificare specifici vincoli di \ndestinazione eventualmente impressi dalla legislazione \nregionale alle entrate, ai sensi della legge regionale n. 7/2002, \narticolo 12 e articolo 14, comma 1, lettera b) operando, quando \nè possibile, per la redazione di testi unici.', '24': '\n1. I termini per l’approvazione dei programmi e dei piani di \nriparto relativi agli esercizi finanziari 2000 e 2001 di cui alla \nlegge regionale 18 ottobre 1989, n. 21, articolo 17, punti 1, 2 e \n3, sono prorogati al 31 dicembre 2002.\n2. Il termine scadente il 31 dicembre 2002 per il recupero delle \ntasse automobilistiche dovute alla Regione Campania per \nl’anno 1999 è prorogato al 31 dicembre 2003.', '25': '\n1. La Giunta regionale emana apposite linee guida alle quali le \nAziende Sanitarie Locali e le Aziende Ospedaliere si attengono \nnel convenire dilazioni di pagamento con le società di factoring \ncessionarie dei crediti vantati dai loro fornitori di beni e servizi.\n2. Gli oneri finanziari, derivanti alle Aziende Sanitarie dagli \naccordi di cui al comma 1 sono rimborsati dalla Regione alle \nstesse nei limiti, nei tempi ed alle condizioni che sono definite \ndalla Giunta regionale, in considerazione delle esigenze di \nequilibrio economico e finanziario delle Aziende Sanitarie, e \ntenuto conto che tali oneri non superano l’importo complessivo \ndi euro 25 milioni per l’esercizio 2002 e di euro 50 milioni per \nciascuno degli esercizi 2003 e 2004, a valere sulle risorse \niscritte nella UPB 4.15.38 “Assistenza Sanitaria”\n3. I rapporti di temporaneo accreditamento tra Servizio \nSanitario Regionale e strutture sanitarie o socio sanitarie \nprivate, instaurati ai sensi della legge 23 dicembre 1994, n. \n724, articolo 6, comma 6, nei casi di cessazione a \nqualsiasi titolo dell’attività delle strutture medesime, sono \ndefinitivamente risolti e non sono ripristinati.\n4. La disposizione di cui al comma 3 non si applica ai casi \ndi temporanea sospensione dell’attività, comunque non \nsuperiore a sei mesi, disposta dalla Azienda Sanitaria \nLocale competente o su iniziativa della struttura privata per \nmotivate esigenze, debitamente comunicate all’Azienda stessa.\n5. Ai sensi della legge regionale n. 7/2002, articolo 5, \ncomma 3, l’Assessore alla sanità, entro il termine indicato \nnella stessa legge, riferisce congiuntamente alle Commissioni \nBilancio e Sanità del Consiglio Regionale, con apposita \nrelazione circa l’andamento dei costi delle Aziende sanitarie \nrisultanti dalla specifica documentazione contabile dalle stesse \ntrasmesse ai sensi della Legge 16 novembre 2001, n. 405 , \ncon riferimento alle azioni necessarie per conseguire e \nmantenere l ’equilibrio gestionale delle Aziende sanitarie. Se dal monitoraggio, anche avvalendosi di apposite ispezioni, \nrisulta uno scostamento dall’obiettivo dell’equilibrio di bilancio, \nle commissioni sopra indicate relazionano al Consiglio \nRegionale per l’adozione dei necessari provvedimenti.\n6. Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dal Decreto \nlegislativo 18 settembre 2001, n. 347, articolo 3, comma 4, \nconvertito con modificazioni nella legge 405/2001, la Giunta \nRegionale è autorizzata ad apportare, nell’ambito degli accordi \ndi cui al Decreto legislativo n. 502/92, articolo 5 bis, e \nsuccessive modifiche ed integrazioni, le necessarie modifiche \ndi tipo funzionale nelle materie disciplinate della legge \nregionale 26 febbraio 1998, n. 2, articolo 19, comma 7.\n7. E’ finanziato un intervento straordinario per la formazione \ndell’alta specializzazione del personale in istituzioni ad alto \ncontenuto specialistico. La relativa spesa trova copertura \nfinanziaria nell’UPB 4.15.38 della spesa del corrente esercizio \nfinanziario.', '26': '\n1. Per agevolare gli Enti locali nella progettazione degli \ninterventi già valutati positivamente dal Nucleo Valutazione e \nVerifica Investimenti Pubblici —NVVIP- all’interno della \nprocedura di attuazione dei Progetti integrati, è istituito, fino al \n31 dicembre 2005, un “Fondo di Rotazione Regionale per il \nfinanziamento di progettazioni e indagini preliminari”. I relativi \nfinanziamenti sono recuperati a valere sui fondi POR \nCampania, a seguito del finanziamento degli interventi e versati \nin conto entrate sul fondo medesimo.\n2. Sono esclusi dal finanziamento gli studi di fattibilità e le \nprogettazioni preliminari.\n3. I finanziamenti concessi ed utilizzati per la progettazione \nche non sono ammessi al finanziamento del POR Campania \nrestano a carico del soggetto al quale sono stati attribuiti che \nprovvede alla restituzione mediante versamento di \ncorrispondente somma in conto entrata sul Fondo di rotazione.\n4. La Giunta regionale su proposta dell’Area Bilancio, \nTributi e Ragioneria, sentita la competente Commissione \nconsiliare, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, \nemana il Regolamento di attuazione.\n5. Per le finalità di cui al presente articolo si fa fronte con le \nrisorse iscritte alla U.P.B. 6.23.106.', '27': '\n1. La Giunta regionale della Campania è autorizzata a \nconcedere, con le procedure e le modalità del combinato \ndisposto dalle leggi regionali 30 novembre 1982, n. 65, e 14 \nagosto 1996, n. 20, e successive modifiche ed integrazioni, \ncontributi in conto capitale per l’acquisto da parte di locatari o \noccupanti con rapporto comprovato da certificazione del \nsoggetto proprietario, di alloggi facenti parte di complessi \nresidenziali unitari, per i quali, alla data di entrata in vigore della \npresente legge, il proprietario abbia già manifestato la volontà \ndi procedere alla vendita frazionata.\n2. Il patrimonio posto in vendita è costituito da almeno 200 unità \nper la provincia di Avellino, Benevento e Caserta, da almeno \n700 unità per la provincia di Napoli e almeno 400 per la \nprovincia di Salerno.3. Per la concessione dei contributi la Giunta regionale, entro \n30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, provvede \nad emanare un apposito bando di concorso, assicurando la \npriorità ai nuclei familiari con più basso reddito pro-capite.\n4. All’onere per l’attuazione del presente articolo si fa fronte, in \ntermini di competenza e cassa, per l’esercizio finanziario \ncorrente, con l’istituzione di un apposito stanziamento di spesa \npari ad euro 13.000.000,00 a valere sulle risorse della UPB \n1.3.10 che presenta sufficiente disponibilità.', '28': '\n1. Dopo il comma 5 dell’articolo 1 dalla legge regionale 20 \nmarzo 1982, n. 17, sono aggiunti i seguenti commi:\n“6. Il termine per l’adozione del Piano regolatore generale da \nparte del Consiglio Comunale dei Comuni:\na) di cui all’articolo 1, comma 1, dell’Ordinanza del Presidente \ndel Consiglio dei Ministri 21 maggio 1998, n. 2787, danneggiati \ndalle colate di fango del 5 e 6 maggio 1998, è prorogato fino a \nsei mesi successivi alla data del provvedimento di adozione \ndelle misure di salvaguardia, relative alle carte di pericolosità \npreviste dall’Ordinanza del Ministro dell’Interno 27 aprile 2001, \nn. 3128;\nb) di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, \n18 dicembre 1999, n. 3029, ed all’articolo 1 dell’Ordinanza del \nPresidente Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2000, n. 3036, \ndanneggiati dalle calamità del 14, 15 e 16 dicembre 1999, è \nprorogato fino ai sei mesi successivi dalla data del \nprovvedimento di adozione della riperimetrazione delle parti dei \ncentri abitati esposte a rischi elevati previsti dall’articolo 2, \ncomma 1, dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei \nMinistri 3 ottobre 2000, n. 3088.\n7. Per i Comuni sotto indicati, considerate la esiguità delle \nrisorse economiche delle finanze locali, sono stanziate le \nsomme di seguito specificate, per le finalità connesse alla \nformazione del Piano regolatore generale o variante:\n- Sarno = € 110.000,00\n- Siano = € 64.000,00\n- Bracigliano = € 64.000,00\n- S. Felice a Cancello = € 90.000,00\n- Quindici = € 64.000,00\n- Cervinara = € 60.000,00\n- San Martino Valle Caudina = € 60.000,00\n- Manocalzati = € 60.000,00\n- Pietrastornina = € 40.000,00\n- Roccabascerana = € 40.000,00\n- Cusano Mutri = € 40.000,00\n- Pannarano = € 40.000,00\n- Giffoni Valle Piana = € 60.000,00 \n8. L’erogazione delle somme di cui al comma 7, avviene \nnella misura del trenta per cento all’atto della trasmissione \nalla Giunta regionale -Settore Urbanistica della delibera di \nadozione del Piano regolatore generale e del residuo \nsettanta per cento all ’atto della trasmissione al medesimo Settore del relativo decreto di approvazione ”.\n2. L’onere derivante dall’attuazione del presente articolo, \nquantizzato in complessivi euro 792.000,00 grava per \nl’esercizio finanziario corrente sulla U.P.B. 6.23.59.', '29': '\n1. Per i lavoratori socialmente utili, avviati e utilizzati dagli Enti ai \nsensi della Legge 28 dicembre 1995, n.549, articolo 2, \ncomma 24, si prevede il riconoscimento di transitorietà e, come \nprevisto dalla Legge 23 dicembre 2000, n. 388, la Regione e \ngli Enti che hanno vuoti in organico effettuano, nei limiti delle \nproprie disponibilità finanziarie e sulla base di effettive \ncomprovate esigenze organizzative e produttive, assunzioni di \nlavoratori socialmente utili per le stesse mansioni e categorie \ndi utilizzo presso gli Enti.\n2. Le disposizioni di cui al Decreto legislativo 28 febbraio 2000, \nn. 81, e successive modifiche ed integrazioni, si applicano \nanche ai soggetti avviati sulla base di progetti finanziati dagli \nEnti di cui Decreto legislativo 1 dicembre 1997, n. 468, \nall’articolo 11, comma 4, e successive modificazioni.\n3. E’ concesso un contributo finanziario di euro 400.000,00 agli \nEnti locali che alla data del 1 marzo 2002 utilizzavano lavoratori \nsocialmente utili in attività autofìnanziate.\n4. Per l‘esercizio finanziario 2002, all’onere derivante \ndall’applicazione del presente articolo, si provvede con lo \nstanziamento iscritto alla apposita UPB 3.13.115', '30': '\n1. E’ istituito un Fondo per elargire contributi straordinari alle \nfamiglie delle vittime della criminalità. La Giunta regionale, \nsentite le Commissioni consiliari competenti, entro 60 giorni \ndall’entrata in vigore della presente legge emana apposito \nregolamento ed è autorizzata alla competente variazione di \nBilancio.\n2. La Giunta regionale della Campania assegna un contributo \nstraordinario una tantum:\na) di euro 50.000,00 ai genitori del giovane Maurizio Estate \nucciso per sventare una rapina in data 17/05/1993 in Napoli;\nb) di euro 100.000,00 al Comune di Benevento, per \nl’erogazione di borse di studio finalizzate alla educazione della \nlegalità intitolate a Raffaele Delcogliano;\nc) di euro 50.000,00 a favore della Confraternita di Misericordia \ndi San Nicola Manfredi —BN- per l’acquisto di \nun’autoambulanza che presterà servizio gratuito. \n3. Al relativo onere per l’attuazione del presente articolo si fa \nfronte con gli stanziamenti iscritti alle U.P.B. 6.23.107 e \n6.80.221.', '31': '\n1. In applicazione dell’articolo 27, comma 3, della legge 5 \ngennaio 1994, n, 36 i Consorzi di Bonifica, entro 6 mesi dalla \nentrata in vigore della presente legge, provvedono al \ncensimento degli scarichi nei canali consortili.\n2. Tutti coloro che utilizzano canali consortili come recapito di \nscarichi, in regola con le norme vigenti in materia di \ndepurazione e provenienti da insediamenti di qualunque \nnatura, contribuiscono alle spese consortili in proporzione al \nbeneficio ottenuto.3. Gli utenti tenuti all ’obbligo di versamento della tariffa riferita al \nservizio di pubblica fognatura, ai sensi della Legge 36/94, \nall’articolo 14, sono esentati dal pagamento del contributo di \nbonifica per i servizi di raccolta, collettamento ed \nallontanamento delle acque meteoriche.\n4. I soggetti gestori del servizio idrico integrato, di cui alla legge \nregionale 21 maggio 1997, n.14, che, nell’ambito dei servizi \naffidati, utilizzano canali e strutture di bonifica come recapito di \nscarichi, anche se di acque meteoriche o depurate, provenienti \nda insediamenti tenuti all’obbligo di versamento della tariffa \nriferita al servizio di pubblica fognatura, contribuiscono, ai sensi \ndell’articolo 27 della Legge 36/94, alle spese consortili in \nproporzione al beneficio diretto ottenuto, mediante il \nversamento dei canoni stabiliti da convenzioni stipulate con i \nConsorzi e promossi dalla Regione.\n5. Nelle more dell’affidamento del servizio idrico integrato, ai \nsensi della legge regionale n. 14/97, articolo 9, e fino alla \nstipula delle convenzioni di cui al comma 4, gli oneri relativi ai \ncontributi spettanti ai Consorzi sono assunti dalla Regione e \nripartiti annualmente tra i Consorzi interessati sulla base della \ndocumentazione probatoria da essi prodotta. \n6. Per ciascuno degli scarichi di cui al comma 1, i Consorzi di \nbonifica devono rivedere o in mancanza, predisporre, entro 6 \nmesi dalla entrata in vigore della presente legge, gli atti di \nconcessione, individuando il relativo contributo da determinarsi \nin proporzione al beneficio ottenuto.\n7. Le somme versate ai sensi del comma 2, sono \nesclusivamente utilizzate per la riduzione dei contributi \nconsortili addebitabili agli immobili ove insistono gli \ninsediamenti da cui provengono gli scarichi di cui al comma 1.\n8. Al Consorzio irriguo degli Alburni è concesso un contributo \nannuo di euro 260.000,00, per la gestione e per l’esercizio degli \nimpianti irrigui realizzati nel territorio della Comunità montana \ndegli Alburni, nel Comune di Sicignano degli Alburni.', '32': '\n1. Per la realizzazione delle opere di cui al combinato disposto \ndell’articolo 7 quinquies del Decreto legge 11 giugno 1998, n. \n180, convertito in Legge 3 agosto 1998, n. 267 e dell’ Ordinanza \nMinisteriale 8 ottobre 1998, n. 2863, si autorizza la stipula di un \nmutuo ventennale a decorrere dall’esercizio 2003, con rata \ncostante di ammortamento annua pari a euro 1.033.000,00 a \ncarico della U.P.B. 7.25.46 .\n2. Le unità produttive che richiedono fondi regionali, oltre alle \ndocumentazioni già previste presentano Bilancio ambientale \ndell’attività svolta e da svolgere che preveda l’elenco delle \nmaterie prime, delle risorse naturali e dell’energia necessaria \nper la propria produzione, i programmi di conservazione e di \nrisparmio, nonché l’elenco dei prodotti, delle emissioni degli \nscarichi e dei rifiuti che derivano dal proprio ciclo produttivo, un \nprogramma di smaltimento, trattamento, riutilizzo e riciclo del \nmateriale di scarto ed eventuali appartenenze a programmi \nintegrati di ricerca per l’educazione ambientale, in ossequio \nalle regole dell’audit e del bilancio ambientale.\n3. Gli interventi non ancora appaltati nel settore \nidraulico -forestale, nelle diverse fasi della programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione di competenza \ndella Regione Campania e gli interventi dei servizi regionali che \noperano in materia di difesa del suolo, se riguardano aree \nnaturali protette, aree sottoposte a vincolo idrogeologico, aree \ndi rispetto dei bacini idrografici e aree boschive, si attengono \nagli stessi criteri delle sistemazioni tradizionali. Limitatamente \nal POR Campania 2000/2006, tale obbligo trova attuazione \ndopo la modifica dei bandi vigenti.\n4. A far data dall’entrata in vigore della presente legge, è fatto \ndivieto di ogni tipo di rinnovo o nuova autorizzazione alle attività \nestrattive sull’intero territorio regionale fino alla approvazione \ndel Piano regionale delle attività estrattive -PRAE-.', '33': '\n1. La legge regionale n. 10/2001, è così modificata: \na) al comma 1 dell’articolo 49, dopo le parole “ particolare \ndisagio sociale ” aggiungere “nonché i teatri in fase di \ncompletamento e di avvio dell’attività,”.\nb) all’articolo 49 è aggiunto il seguente comma 1 bis:\n“1. bis Il contributo da corrispondere ai teatri, per \nl’esercizio finanziario corrente, fermo restando il contributo \nprevisto al comma 1, per gli altri teatri è rapportato al numero di \nproduzioni proprie programmate e certificate dai borderò SIAE \ned all’agibilità ENPALS, è almeno pari a quello erogato \nnell’anno precedente”;\nc) all’articolo 75, comma 4, ultimo capoverso, dopo la parola. \n“per quanto” viene aggiunto “previsto dal comma 1 si fa \nriferimento alla UPB 6.23.106”.', '34': '\n1. La bufala mediterranea italiana è da considerarsi particolare \npatrimonio zootecnico della Regione Campania. Le \ncaratteristiche genetiche di tale animale vanno tutelate dall’\nimmissione incontrollata di soggetti esteri per salvaguardare le \npeculiari caratteristiche di questa razza che va altresì tutelata \nda tutte le patologie infettive ed infestive mediante piani \nspeciali di profilassi.\n2. Ad ulteriore garanzia del consumatore , nel quadro degli \ninterventi già previsti , la Giunta regionale , entro 40 giorni \ndall’entrata in vigore della presente legge , sentita la \nCommissione consiliare competente , previa audizione degli \nOrdini Professionali e delle Associazioni di categoria della \nfiliera bufalina, approva un Piano regionale per i controlli \nmorfologici chimico-fisici e microbiologici , sui prodotti derivati \ndal latte di bufala durante le fasi di produzione o \ncommercializzazione, prevedendo anche sanzioni aggiuntive a \nquelle già previste in ambito nazionale per le frodi in \ncommercio .\n3. La selezione genetica con i controlli funzionali e l’iscrizione al \nlibro genealogico è garantita a tutti gli allevamenti bufalini che \nne fanno richiesta .\n4. La Giunta regionale, sentite le Associazioni e le \nOrganizzazioni di categoria di ogni Provincia , predispone piani \nprovinciali di profilassi per la prevenzione, il controllo mediante \nl’utilizzo di ogni tecnica scientifica utile e l’eradicazione delle \nmalattie a carattere diffusivo del bestiame, a salvaguardia della \nzootecnia campana e del consumatore.5. La legge regionale 5 agosto 1999, n. 6, per l ’eradicazione \ndella brucellosi bufalina in Campania è così modificata:\na) l’articolo 1, comma 2, è così modificato \n“per far fronte alle esigenze di mercato derivanti \ndall’abbattimento di capi bufalini positivi alla brucellosi, o per le \nmalattie per le quali è previsto l’obbligo di abbattimento \nsecondo le direttive del Regolamento di Polizia Veterinaria \nvigente, dall’ 1 gennaio 2002 il contributo integrativo regionale \ndestinato agli allevatori proprietari dei predetti animali è di euro \n774,69 per bufala, inferiore ad otto anni; euro 726,14 per bufala \nsuperiore ad otto anni ; euro 738,02 per manza ; nel caso di \ndistruzione di carcassa il contributo è di euro 910,52; per una \nsicura identificazione dei capi bufalini, la marca auricolare deve \nessere integrata con l’implementazione di un bolo ruminale \ncontenente microcips elettronico. I capi bufalini avviati \nall’abbattimento viaggiano in camion piombati “. \nb) l’articolo 2 è così modificato : \n“all’onere derivante dalla presente legge si fa fronte con i fondi \niscritti alla UPB 4.15.40 del Bilancio regionale per l’anno 2002, \nper gli anni successivi si fa fronte con la legge di Bilancio\n6. L’Associazione regionale Allevatori della Campania , di cui \nalla legge regionale n. 42/82, per la selezione genetica del \nbestiame , gestisce l’attività dei libri genealogici di concerto con \nl’Associazione Italiana Allevatori -A.I.A.-, le Associazioni \nNazionali di Razza e le Associazioni Provinciali Allevatori \n-APA-, effettua i controlli funzionali del bestiame, predispone \nannualmente , di concerto con le A.P.A., un programma unico \nregionale che riguardi i controlli funzionali, svolti dalle stesse \nAssociazioni Provinciali Allevatori della Campania , per ogni \nspecie, razza o tipo genetico ;\n7. I contributi annuali previsti dagli articoli 46 e 47 della legge \nregionale n. 42/82, sono aumentati del venti per cento; per \nl’anno 2002 si fa fronte con i fondi iscritti alla UPB 2.76.182 , \nmentre per gli anni successivi si fa fronte con la legge di \nBilancio.\n8. La Giunta regionale, nei casi diversi da quelli previsti dal \ncomma 5, concede agli allevatori che smaltiscono carcasse \ndel bestiame allevato, un contributo pari al sessanta per cento \ndel costo dello smaltimento. L’onere relativo previsto in euro \n300.000,00 è stanziato sulla U.P.B. 14.15.40. In alternativa allo \nsmaltimento presso impianti di pretrattamento, senza alcun \ncontributo, è possibile ricorrere al sotterramento delle spoglie \ndegli animali allevati secondo le procedure previste dal \nregolamento statale di Polizia Sanitaria Veterinaria.', '35': '\n1. Le disposizioni di cui alla legge regionale 14 agosto 1996, \nn.19, articolo 1, comma 1, si applicano a tutte le opere \npubbliche o d’interesse pubblico di competenza degli Enti \nindicati all’articolo 2, comma 1, lettere b) c) e d) della legge \nregionale n. 51/78.\n2. I termini per l’approvazione dei progetti definitivi relativi agli \ninterventi compresi nei piani esecutivi 2000 e 2001 della legge \nregionale n. 51/78 sono prorogati al 31 dicembre 2002.\n3. I termini per l’utilizzo dei contributi in conto interessi \nconcessi, ai sensi della legge regionale n. 51/78, articolo 10, agli Enti locali con i piani di riparto per gli anni dal 1990 al 1997, \nper la realizzazione di opere pubbliche e di pubblico interesse \ndi cui all’articolo 5 della citata legge, sono prorogati di dodici \nmesi, con decorrenza dalla data di pubblicazione della \npresente legge.\n4. Il comma 1 dell’articolo 4 della legge regionale 14 agosto \n1996, n. 19, è sostituito dal seguente:\n“1. Le economie di finanziamenti regionali per la realizzazione \ndi opere pubbliche e di pubblico interesse concessi dalla \nRegione in favore degli enti abilitati con la forma in conto \ninteressi, ovvero una tantum in conto capitale, accertate in sede \ndi rendicontazione, ai sensi della legge regionale n. 51/78, \narticolo 14, non utilizzate e tuttora disponibili presso gli Istituti di \ncredito mutuanti o presso le tesorerie degli Enti medesimi, \nnonché la spesa relativa alle opere non realizzate, sono \nutilizzate dagli Enti abilitati anche per opere pubbliche e di \npubblico interesse diverse da quelle originariamente finanziate \ned assistibili dal contributo regionale.”\n5. Il comma 1 dell’articolo 6 della legge regionale 14 Agosto \n1996, n. 19, è sostituito dal seguente:\n“1. I conferimenti degli appalti e l’effettivo inizio dei lavori delle \nopere pubbliche assistiti dall’intervento finanziario della \nRegione sono attuati entro e non oltre 360 giorni dalla data \nd’inizio dell’ammortamento del mutuo.”\n6. All’articolo 17 della legge regionale n. 18/2000, dopo le \nparole “ le disponibilità residuali”, vanno aggiunte le seguenti \nparole “ la spesa relativa alle opere non realizzate”.\n7. Le disposizioni di cui all’articolo 27 della legge regionale n. \n10/2001 si applicano a tutte le opere pubbliche di competenza \ndei Comuni. \n8. I Comuni beneficiari degli stanziamenti ai sensi della legge \nregionale 51/78 possono destinare fino al venti per cento del \nfinanziamento annualmente assegnato alla progettazione di \nopere pubbliche comunali o intercomunali nel rispetto delle \ndisposizioni previste per l’utilizzo dei fondi di rotazione destinati \nallo stesso tipo. Una ulteriore quota fino al venti per cento degli \nstessi fondi può essere destinata dai Comuni con popolazione \nfino a 5.000 abitanti all’acquisto di attrezzature e mezzi per la \nmanutenzione e la pulizia di strade ed altre Opere Pubbliche \ncomunali.\n9. Una ulteriore quota fino al 20 per cento dello stanziamento \niscritto alla U.P.B. 1.1.6. destinato ai Comuni con popolazione \nfino ai 5.000 abitanti è utilizzata dagli stessi per l’acquisto di \nattrezzature e mezzi per i servizi di manutenzione e pulizia delle \nstrade ed altre opere pubbliche comunali.\n10. Fino alla data di entrata in vigore della legge regionale \nprevista all’articolo 3 della legge 8 giugno 1990, n.142, ed \nall’articolo 4, comma 5, della legge 15 marzo 1997, n.59, che \nindividua le funzioni amministrative conferite alle Regioni dal \nDecreto legislativo n. 112/98, mantenute in capo alla Regione e \ntrasferite o delegate agli Enti locali continuano ad essere \nesercitate dalla Regione le funzioni amministrative in materia di \nopere pubbliche relative alle autorizzazioni alla costruzione di \nelettrodotti con tensione nominale sino a 150 Kv; i \nprovvedimenti autorizzati, già emessi alla data di entrata in vigore della presente legge, conservano la loro efficacia.\n11. Le lettere a) e b) dell’articolo 42 della legge regionale 51/78 \nsono così modificate:\na) al secondo rigo dopo le parole “industriali e nautici”, sono \naggiunte le parole “nonché coloro che abbiano conseguito il \ndiploma di maturità professionale per agrotecnico”.\n12. L’articolo 43 della legge regionale 51/78 è così \nmodificato:\na) al sesto rigo dopo le parole “un perito agrario”, sono \naggiunte le parole “un agrotecnico”.\n13. Per favorire il recupero delle facciate nei centri storici dei \ncomuni, ricadenti in Parchi nazionali e regionali o nelle aree \ncontigue, aventi popolazione inferiore ai 10.000 abitanti sono \nconcessi incentivi ai privati con reddito familiare annuo non \nsuperiore a euro 25.000, fino al quaranta per cento della spesa \nsostenuta. Gli incentivi sono concessi dai Comuni di \nubicazione degli immobili. L’Assessorato ai Beni culturali \nprocede al riparto della somma sulla base delle richieste \npervenute entro il 30 settembre 2002, prevedendo anche \nincentivi fino all’ottanta per cento per gli immobili di proprietà \npubblica. Alla relativa spesa, quantizzata in euro 1.200.000,00 \nsi provvede con le risorse di cui alla U.P.B. 1.3.10.\n14. Al comma 1 dell’articolo 60 della legge regionale 11 agosto \n2001, n. 10, è sostituita la cifra “50 milioni” con “ euro 41.000,00 \n”.\n15.Al fine di incentivare l’associazionismo tra Enti locali e \nfavorire una migliore fruizione degli impianti sportivi la Giunta \nregionale, in fase di riparto delle istanze presentate dai Comuni \nai sensi della legge regionale n.42/79 con popolazione inferiore \nai 5.000 abitanti, dà priorità alle richieste di contributi proposte \nda Associazioni tra Comuni.\n16. Le disposizioni di cui all’articolo 65 della legge regionale n. \n10/2001 sono estese ai cittadini residenti per l’acquisto della \nprima ed unica abitazione.', '36': '\n1. La Regione Campania istituisce un Fondo in conto \ncapitale, per il completamento ed ampliamento delle strutture \nesistenti, per le aziende agrituristiche, iscritte all’albo regionale \ndi cui legge regionale 28 agosto 1984, n.41, articolo 5, che non \nhanno usufruito di finanziamenti nazionali ed europei alla data \ndell’1 gennaio 2002 e che non utilizzano tali fondi.\n2. Per la realizzazione dell’iniziativa di cui al comma 1, la \nGiunta regionale delibera la concessione di contributi in conto \ncapitale sulla spesa riconosciuta ammissibile fino al \ncinquanta per cento , ad eccezione degli allacciamenti idrici, \nelettrici, telefonici e fognari, per i quali la misura del contributo \nin conto capitale, raggiunge il settanta per cento;\n3. Per i termini di presentazione ed approvazione delle \ndomande, per i criteri procedurali, nonché per quelli relativi \nall’erogazione del contributo, si attua la stessa procedura del \nPOR 2000/2006.\n4. Per l’esercizio finanziario 2002 all’onere del presente \narticolo, quantificato in 2 milioni di euro, si farà fronte con le \nrisorse della U.P.B. 2.76.183 del corrente esercizio finanziario.', '37': '1. Per le Comunità Montane di nuova istituzione, ai sensi della \nlegge regionale 6/98, è concesso, per l’anno 2002, un \ncontributo di euro 1.000.000,00 per la definizione delle \ndomande giacenti al 31 dicembre 1999 relative all’articolo 19 \ndella legge regionale n. 42/82.\n2. Al fine di fronteggiare le situazioni di pericolo e di \nemergenza derivanti da incendi al patrimonio boschivo \nregionale, è istituito un fondo di euro 200.000,00, da utilizzare \nper la formazione e l’aggiornamento tecnico del personale \naddetto alla prevenzione e al servizio antincendio. Tale fondo è \nesclusivamente riservato ad Enti Pubblici Regionali o a \npartecipazione Pubblica Regionale, che ne fanno richiesta \nattraverso la presentazione di documentati progetti e \nprogrammi, già operanti nel settore antincendio e prevenzione, \ne dotati di adeguata conoscenza ed esperienza. La Giunta \nregionale, entro 30 giorni dalla entrata in vigore della presente \nlegge, provvede ad emanare apposito provvedimento di \nattuazione. All’onere relativo si fa fronte con le risorse iscritte \nalla U.P.B. 3.5.12. \n3. All’articolo 22 della legge regionale 33/93 è aggiunto il \nseguente comma:\n“5. Ai Parchi Regionali possono essere realizzate aree \ncontigue, avvalendosi delle norme e procedure di cui \nall’articolo 32 della Legge 6 dicembre 1991, n. 394”.\n4. All’articolo 1, comma 1, lettera B, punto 9, della legge \nregionale 31/94, dopo “Cautano” è aggiunto “Durazzano”.\n5. All’articolo 1, comma 1, lettera B, punto 2, della legge \nregionale 15 aprile 1998, n.6, dopo “Pesco Sannita” è \naggiunto “Pago Veiano”.\n6. All’articolo 1, comma 1, lettera B, punto 4, della legge \nregionale 15 aprile 1998, n.6, dopo “San Lorenzo Maggiore” è \naggiunto “Puglianiello”.\n7. All’articolo 1, comma 1, lettera B, punto 3, della legge \nregionale 15 aprile 1998, n.6, dopo “Torrecuso” è aggiunto \n“Limatola”.', '38': '\n1. L’art 2 della legge regionale 2/85 e successive modifiche ed \nintegrazioni è così sostituito:\n“2. Sono ammesse a beneficiare delle provvidenze di cui \nall’articolo uno le cooperative artigiane di garanzia che \nassociano imprese artigiane e piccole e medie imprese che \nesercitano le attività previste dall’articolo 29 comma I della \nLegge 5 ottobre 1991, n.317, e che sono iscritte nell’apposita \nsezione dell’elenco degli intermediari finanziari non bancari di \ncui all’articolo 106 del Testo Unico in materia bancaria e \ncreditizia, così come disposto dall’articolo 155 comma 4 del \nT.U. La Regione può nominare un proprio rappresentante nel \nConsiglio di Amministrazione delle Cooperative artigiane di \ngaranzia.”\n2. La lettera a) del primo comma dell’articolo 3 della legge \nregionale 3 gennaio 1985, n. 2, è così sostituito:\n“a) essere costituite tra artigiani, operanti nel territorio \nregionale ed iscritti agli albi provinciali delle imprese \nartigiane ai sensi della Legge 443/85, nonché da piccole e \nmedie imprese nei limiti previsti dal comma 3 dell ’articolo 6 della medesima legge. ”\n3. Alla fine del punto b) del comma 6 dell’articolo 4 \ndella legge regionale n. 2/85 aggiungere le seguenti parole:\n“o al repertorio economico amministrativo della \nCamera di Commercio”.\n4. Il comma 2 dell’articolo 5 della legge regionale n. \n10/2001 è sostituito dal seguente:\n“2. La Giunta regionale si avvale delle procedure e dei \nsoggetti bancari e societari di cui al comma 1 anche per i \nregimi di aiuto di cui all’articolo 3 della presente legge”.', '39': '\n1. Gli Ordini del Giorno approvati dal Consiglio Regionale in \nsessione di Bilancio, previo esame favorevole della \nCommissione Bilancio, che hanno copertura finanziaria nella \nrelativa UPB, sono considerati in via prioritaria e resi esecutivi \nnegli atti di programmazione e finanziamento della Giunta \nregionale per l’anno corrente.', '40': '\n1. Nel bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2002 è \nistituito, nella UPB 2.9.26 “Promozione turistica”, il fondo per la \npartecipazione a co-produzioni cinematografiche, televisive, \nteatrali, musicali con enti pubblici, associazioni private, società \ndi produzione, televisioni pubbliche e private.', '41': '\n1. Al fine di fronteggiare la parziale copertura della maggiore \nspesa sanitaria al 31 dicembre 2001 è autorizzato l’utilizzo a \ntale titolo delle risorse finanziarie attribuite negli esercizi \nprecedenti, che risultano non impegnate alla stessa data, \niscritte ai capitoli dello stato previsionale della spesa per \nl’esercizio 2001 di seguito riportati:\nCap. 7006 Lire 1.150.000.000\nCap. 7010 Lire 1.510.248.000\nCap. 7016 Lire 341.128.600\nCap. 7026 Lire 150.000\nCap. 7028 Lire 10.098.462.353\nCap. 7036 Lire 13.494.378.317\nCap. 7046 Lire 1.478.720.862\nCap. 7048 Lire 41.381.506\nCap. 7050 Lire 10.143.897.397\nCap. 7102 Lire 3.825.000.000\nCap. 7146 Lire 201.461.284\nCap. 7150 Lire 426.829.000\nCap. 7054 Lire 130.000.000.000\nCap. 7156 Lire 2.604.228.000\nCap. 7162 Lire 976.440.000\nCap. 7165 Lire 1.149.141.805\nCap. 7174 Lire 39.006.132.000\nCap. 7180 Lire 3.834.000.000\nCap. 7182 Lire 17.350.756.800\nCap. 7238 Lire 500.000\nCap. 7240 Lire 75.739.514.136\nCap. 7248 Lire 3.000.000.000\nCap. 7282 Lire 6.144.800.000\nCap. 7284 Lire 9.450.000.000\nCap. 7288 Lire 87.082.000.000Cap. 7290 Lire 7.513.026.400\nCap. 7500 Lire 3.906.140\nCap. 7534 Lire 2.520.000.000\nCap. 7536 Lire 731.000.000\nCap. 7548 Lire 451.000\nCap. 7549 Lire 6.347.000.000\nCap. 7552 Lire 19.800.081.000\nTotale lire 449.623.981.600 pari a euro \n232.211.407,29. \n2. Di tale importo complessivo la quota di euro 5.000.000,00 è \ndestinata allo sviluppo delle prestazioni di medicina non \nconvenzionale.', '42': '\n1. La Regione Campania promuove l’imprenditoria giovanile \nnel territorio regionale mediante azioni integrate che \nfavoriscano l’ampliamento della base produttiva ed \noccupazionale e la creazione di nuove opportunità di \ninserimento per le fasce svantaggiate, attraverso la \nconcessione di contributi all’autoimpiego ed \nall’autoimprenditorialità che — anche sulla base dell’esperienza \nmaturata nel contesto del cosiddetto “prestito d’onore” —\nincentivino lo sviluppo di piccole e medie imprese e la \npromozione di attività in forma di lavoro autonomo, \nconformemente ai regolamenti CE 12 gennaio 2001, n. 69 e 12 \ngennaio 2001, n.70, approvando, altresì, il regime di aiuto \nistituito con delibera di Giunta regionale 15 novembre 2001, n. \n6122. \n2. L’attuazione della disposizione di cui al comma uno, è \ndisciplinata con regolamento di Giunta regionale entro 90 giorni \ndall’entrata in vigore della presente legge, previo parere della \nCommissione consiliare competente. Il Regolamento prevede, \nnel rispetto dei limiti previsti dall’articolo 8 del Regolamento CE \nn. 70/2001, l’integrazione con altri strumenti agevolati che \nfavoriscono l’accesso al credito.\n3. All’onere derivante dall’applicazione del presente articolo, si \nprovvede con lo stanziamento previsto dall’articolo 4 comma 6 \ndella legge regionale n.10/2001 a carico dell’apposita U.P.B. n. \n2.66.143 “Sostegno alla creazione di nuove imprese” e con la \ndotazione aggiuntiva di euro 5.164.569,00 dall’U.P.B. 2.66.146, \nnonché attraverso risorse nazionali e comunitarie previste dal \nPOR Campania 2000/2002 - Misura 4.2. azione g).', '43': '\n1. L’articolo 71 del Decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, \ncosì come autenticamente interpretato dall’articolo 22, comma \n38, della Legge n.724/94, e successive modificazioni e \nintegrazioni, non si applica ai docenti, ricercatori universitari e \ntecnici laureati eletti nel Consiglio Regionale della Campania, \nfermo restando il divieto di cumulo, delle retribuzioni e delle \nindennità connesse e a condizione che i medesimi consiglieri \nregionali si assumano gli oneri previdenziali e assistenziali \nnella misura di legge prevista a carico delle amministrazioni di \nappartenenza oltre a quella gravante sul dipendente.', '44': '\n1. Ogni Assessore regionale, nonché i Direttori Generali delle \nAgenzie di emanazione regionale e i Direttori generali delle Aziende sanitarie, all ’atto della nomina consegnano al \nConsiglio regionale lo stato del proprio patrimonio e del proprio \nconiuge.\n2. All’articolo 4 della legge regionale n. 17/96 è aggiunta la \nseguente lettera l: \n“l) coniugi o parenti in linea discendente o ascendente di \nConsiglieri o Assessori regionali in carica”;\n3. Ai Consiglieri regionali e agli Assessori regionali che non \npartecipano alle sedute di Consiglio regionale viene detratta \ndall’indennità di base la somma di euro 250,00, fermo \nrestando la vigenza della norma di cui all’articolo 8 della legge \nregionale n.13/96;\n4. All’articolo 6 della legge regionale 1 settembre 1994, n. 31, \nè aggiunto il seguente comma:\n“l’indennità al Presidente, ai membri della Giunta esecutiva e ai \nConsiglieri comunali delle Comunità montane, se prevista dai \nsingoli Statuti, non è cumulabile con compensi derivanti da \ncariche di Sindaco, Assessori e Consiglieri dei comuni facenti \nparte delle stesse Comunità Montane”.', '45': '\n1. E’ istituito un Fondo di Solidarietà per le vittime di incidenti \nmortali sul lavoro.\n2. L’ammontare di tale fondo, pari ad euro 1.000.000,00 è \niscritto nel bilancio di previsione 2002 alla U.P.B. 3.13.115 pari \na euro1.000.000,00.\n3. La Giunta regionale disciplina con apposito provvedimento, \nda emanarsi entro 60 giorni dalla entrata in vigore della \npresente legge, sentita la competente Commissione \nconsiliare, le modalità di erogazione e gestione del fondo di cui \nal precedente comma. Tale provvedimento deve prevedere la \nstipula di un protocollo con l’I.N.A.I.L. per utilizzare le somme \ndel fondo di cui al comma 1 come anticipazione una tantum dei \nriconoscimenti assicurativi per il periodo che intercorre tra \nl’incidente e l’erogazione effettiva del premio assicurativo.', '46': '\n1. Il Consiglio regionale, la Giunta regionale e gli Enti \nstrumentali della Regione possono disporre o richiedere il \ncomando o il distacco di personale appartenente alle \nAmministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 comma 2, del \nDecreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, tenuto conto della \nprogrammazione triennale di cui all’articolo 6 del medesimo \nDecreto legislativo.\n2. Il distacco può essere, altresì, richiesto nei confronti di \npersonale dipendente da Società in cui la partecipazione \npubblica non sia inferiore al 49 per cento.\n3. All’onere per il personale degli Enti pubblici non economici \ndipendenti dalla Regione comandati rimangono a carico degli \nEnti di provenienza per la parte relativa alla retribuzione \nfondamentale.\n4. All’onere derivante dall’applicazione dei commi precedenti si \nprovvede con lo stanziamento a carico delle apposite \nUU.PP.BB. n. 6.23.104 “Spese ed oneri riflessi per il personale”\ne n. 6.23.105 “Miglioramenti dei servizi” iscritte nella tabella B —\nSpesa — cui all’articolo 54 della presente legge per la Giunta \nregionale n. 6.23.48 per il Consiglio regionale.5. Il personale in posizione di distacco presso il Consiglio \nregionale, di provenienza dagli organici della Giunta regionale e \ndagli Enti strumentali della Regione, ai sensi delle leggi \nregionali 25 agosto 1989, n. 15, 5 giugno 1996, n.13, 21 luglio \n1997, n. 13, 28 marzo 2000, n. 7, 11 agosto 2001, n. 10, \nattualmente in costanza di servizio, possono, a domanda, fare \nrichiesta di trasferimento nei corrispondenti ruoli del Consiglio \nregionale. La data entro cui può presentarsi la domanda di \ntrasferimento è quella di entrata in vigore della presente legge. \nL’immissione nei ruoli del Consiglio di detto personale \ndetermina automatica modifica della dotazione organica del \npersonale inquadrato nei ruoli del Consiglio regionale', '47': '\n1. I componenti dei Consigli di Amministrazione degli Istituti \nAutonomi Case Popolari della Regione Campania, scaduto il \nperiodo di nomina previsto dalla legge, restano in carica per \nl’ordinaria amministrazione fino alla nomina del nuovo \nConsiglio.', '48': '\n1. Il comma 3 dell’articolo 57 della legge regionale n.10/2001 è \ncosì modificato: \na) sostituire le parole “Insieme per un quartiere a misura \nd’uomo” con le \nparole “La Campania in Europa”.', '49': '\n1. La legge regionale 10 aprile 1996, n.8 “Norme per la \nProtezione della Fauna selvatica e disciplina dell’attività \nvenatoria in Campania è così modificata”:\na) Al comma 1, lettera a), dell’articolo 16, sono eliminate le \nseguenti parole: \n“passero- passer italiae-“, “passerea \nmattugia-passermontanus”, “passera oltremontana-passer \ndomesticus”, “colino della virginia-colinus virginianus”, \n“minilepre- silvilagus floridamus”;\nb) al comma 1, lettera a) dell’articolo 16, si aggiungono le \nseguenti parole: \n“fagiano-phasianus colchicus”;\nc) al comma 1, lettera b), dell’articolo16, si eliminano le \nseguenti parole: \n“combattente- phafilomachus pugnax”, “pittima reale — limosa \nlimosa”, “fagiano-phasianus colchicus”;\nd) al comma 1, lettera c), dell’articolo 16, si elimina la \nseguente parola: \n“e muflone-ovis musimon”;\ne) al comma 1, lettera a), dell’articolo 16, si sostituiscono \nle parole:\n“dalla terza domenica di settembre” con le parole “dal 1 \nsettembre”;\nf) al comma 1, lettera b), dell’articolo 16, si sostituiscono le \nparole:\n“al 31 gennaio” con le parole “al 28 febbraio”;\ng) al comma 3 dell’articolo 16 si sostituiscono le parole “31 \ngennaio” con le \nparole “28 febbraio”.', '50': '1. All ’articolo 5, comma 1, lettera a), della legge regionale 1° \nsettembre 1993, n.33, si \naggiunge: \n“12) fiume Sarno”.', '51': '\n1. Il punto 10 del comma 2, dell’articolo 6, della legge regionale \n1 aprile 1975, n. 13, è così modificato: \n“10. all’orario di funzionamento del mercato che deve essere \nunico, distintamente per specializzazione merceologica e per \ntipologia funzionale, per l’intero territorio della regione, salvo \nderoga specifica, relativamente al settore agricolo-alimentare, \ncon delibera di Giunta regionale, in situazioni di temporanea \ndifficoltà di vendite o di forte produzione”.\n2. L’articolo 30 del regolamento tipo per i mercati all’ingrosso, \ndi cui alla delibera di Consiglio regionale 29 novembre 1978, \nn.300/6 è integrata come di seguito: \n“Salvo deleghe specifiche ed eccezionali, relativamente al \nsettore agricolo- alimentare, con delibera di Giunta regionale \nin situazioni di temporanea difficoltà di vendite o di forte \nproduzione”.', '52': '\n1. L’ articolo 4, comma 1, della legge regionale 5 giugno 1996, \nn.13, è così modificato: \n“1. La corresponsione dell’indennità di carica ricorre dal giorno \nin cui è stato proclamato eletto e cessa alla data \ndell’insediamento del nuovo Consiglio regionale”.', '53': '\n1. Con l’entrata in vigore della presente legge gli articoli 30, 31 \ne 32 della legge regionale 13/1996 sono abrogati. Per i \nConsiglieri regionali eletti per la prima volta nelle legislature \nsuccessive a quella della entrata in vigore della legge regionale \nn.13/96 non si applica il comma 4 dell’articolo 11 della stessa \nlegge 13/96. Il comma 1 dell’articolo 11 della legge regionale \n13/96, è esteso agli Assessori regionali non consiglieri \nescluso il comma 4 dell’articolo 11 della stessa legge 13/96; la \nmisura percentuale prevista dal comma 1 dell’articolo 2 della \nlegge 13/96 è sostituita dalla formulazione “di quattro quinti”.', '54': '\n1. Sono approvate le tabelle A —Entrate- e B —Spese- costituenti \nla nota di variazione, allegate alla presente legge, di cui ne \nsono parti integranti, che ai sensi della legge regionale 7/2002, \narticolo 14, comma 1, lettere a), c), d) ed e), e articolo 20, \ncomma 5, lettera a), riportano, per ciascuna Unità previsionale \ndi base, gli effetti che si produrranno sulla legislazione vigente \nper il bilancio annuale e pluriennale 2002-2004.', '55': '\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto regionale, ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 26 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO -'}
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{'1': 'Adesione\n1. La Regione Campania, in attuazione dell’articolo 6 dello \nStatuto, aderisce all’Istituzione del Premio “Massimo TROISI “, \ncostituita presso il Comune di San Giorgio a Cremano con \ndelibera n.60 del 3 luglio 2000, per rendere omaggio \nall’opera di Massimo Troisi universalmente riconosciuta per il \nsuo altissimo livello artistico.', '2': 'Contributi e modalità di erogazione\n1. Per i fini di cui all’art.1, la Regione Campania concede un \ncontributo annuo per l’organizzazione e gestione del Premio \n“Massimo Troisi” nonchè per le manifestazioni ad essa \ncollegate.\n2. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore al \nTurismo e allo Spettacolo, entro il 31 marzo, approva il Piano \nartistico del Premio per l’edizione annuale, assegnando alla \nIstituzione il contributo previsto.\n3. L’Istituzione Comunale del Premio “Massimo Troisi”, entro \nil 30 novembre\ndi ciascun anno, trasmette alla Giunta regionale la relazione \nanalitica circa l’utilizzo dei finanziamenti ricevuti. La Giunta \nregionale la approva entro il 31 dicembre.', '3': 'Norma finanziaria1. L’ammontare del contributo è definito annualmente con \nLegge di bilancio.\n2. Agli oneri derivanti dalla presente Legge si fa fronte con \ngli appositi \nstanziamenti per l’anno 2002 e per gli anni successivi.', '4': 'Dichiarazione di urgenza\n1. La presente Legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 25 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': 'Norma di riferimento\n1.La presente Legge regionale di variazione al bilancio annuale \n2002 è emanata ai sensi e per gli effetti dell’articolo 29, comma \n3 della Legge regionale 30 aprile 2002, n. 7.', '2': 'Variazione\n1.Sono apportate, in termini di competenza e cassa, allo Stato \ndi previsione dell’Entrata ed allo Stato di previsione della Spesa \ndel Bilancio annuale per l’esercizio 2002, approvato con Legge \nregionale 26 luglio 2002, n. 16, le variazioni alle Unità \nPrevisionali di Base rispettivamente riportate nelle allegate \ntabelle A e B di cui alla presente legge.\n2.Le Tabelle A e B costituiscono la nota di variazione di cui alla \nlettera d), comma 6, articolo 20, della Legge regionale 30 \naprile 2002, n. 7, con la quale si rettifica il bilancio annuale \n2002, come variato con Delibera di Giunta regionale n. 5237 \ndel 25 ottobre 2002, adottata ai sensi dei commi 4,5,6,9 e 11 \ndell’articolo 29 della Legge regionale 30 aprile 2002, n. 7.', '3': 'Copertura dei disavanzi della spesa sanitaria\n1.Per la copertura della quota di pertinenza regionale degli \nulteriori disavanzi accertati della spesa sanitaria relativi a tutto il 31 dicembre 2000 è autorizzata la contrazione di mutui fino ad \nun massimo di 907 milioni di euro da attivarsi ai sensi della \nvigente normativa in materia di copertura dei suddetti disavanzi.\n2.L’onere per la copertura della quota di ammortamento, \ncapitale ed interessi, è a carico della Unità Previsionale di Base \n7.25.046 “Rimborso di prestiti e mutui”.\n3.Per l’attuazione del presente articolo è consentito apportare le \nnecessarie variazioni al Bilancio regionale per l’esercizio 2002, \nanche tra Unità Previsionali di Base diverse.', '4': 'Dichiarazione d’urgenza\n1.La presente Legge, emanata in conformità della legge \nregionale 30 aprile 2002, n. 7 è dichiarata urgente, ai sensi \ndegli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno \ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione \nCampania. \nNapoli, 27 dicembre 2002\nIL PRESIDENTE\n- BASSOLINO-'}
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{'1': '1.All’articolo 2 della Legge regionale 27 agosto 2002, n. 17, \navente ad oggetto: “Provvedimenti urgenti per la copertura dei \ndisavanzi delle Aziende Sanitarie per l’anno 2001”, è aggiunto il \nseguente comma: \n“4. Agli oneri derivanti dall’applicazione dei commi 1 e 2, pari ad \nEuro 25.000.000,00= annui, per gli esercizi finanziari dal 2002 \nal 2009, si provvede con le risorse rivenienti dalla \nristrutturazione del debito regionale, ai sensi dell’articolo 7 \ndella Legge regionale 26 luglio 2002,.15 e, per gli esercizi \n2010 e 2011, con Legge finanziaria regionale, iscritte nella UPB \n4.15.38 — Assistenza Sanitaria”.', '2': '1.La presente Legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nNapoli, 27 dicembre 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': "Finalità ed obiettivi\n1. La presente legge si applica nei Comuni della Campania nel \ncui territorio ricadono strutture, insediamenti e impianti \nurbanistici o parti di nuclei urbani di interesse storico, artistico \ned ambientale, come classificati nell’articolo 2, ed ha i seguenti \nobiettivi:\na) conservare e valorizzare i beni, non archeologici, di cui \ninnanzi ed i contesti urbanistici e paesaggistici nei quali sono \ninseriti;\nb).disciplinare, in armonia con quanto previsto dal decreto \nlegislativo 29 ottobre 1999, n. 490, in materia di controlli ed \ninterventi sui beni culturali ed, in particolare, dall’articolo 158 \ndella stessa legge, il restauro, il decoro e l’attintatura, sia delle \nsuperfici esterne di edifici civili di interesse storico, artistico ed \nambientale, sia delle cortine urbane nei centri storici della \nCampania, al fine di ridurre il degrado del patrimonio edilizio \nper gli immobili aventi oltre 50 anni. \n2.Gli interventi ed i progetti di conservazione e valorizzazione dei \nbeni sono approvati e ammessi a contributo nell'ambito di \nprogrammi di valorizzazione, comprendenti il centro, o i centri o i \nnuclei di un medesimo comune o di loro consorzi, da \napprovarsi con le modalità stabilite dal regolamento di cui \nall’articolo 12.\n3.Il recupero dei centri di cui al comma 1:\na).promuove la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, \nculturale ed ambientale, attraverso la salvaguardia della \npresenza antropica, in quanto presupposto per la conservazione dell'identità storico -culturale dei centri stessi;\nb)persegue la riqualificazione ed il recupero strutturale, \nambientale e conservativo, nonché un adeguamento degli \nstandards di qualità abitative dei centri storici, anche attraverso \nun complesso integrato ed organico di interventi le funzioni ed i \nservizi urbani ;\nc)utilizza forme e procedure di attuazione e di gestione diretta \ndei programmi di recupero, attraverso l'intervento pubblico e \nprivato, nel rispetto della normativa vigente in materia.\n4 Il contributo finanziario, per le finalità di cui ai commi 2 e 3, è \nassegnato con priorità agli interventi presentati dai Comuni con \npopolazione inferiore a quarantamila abitanti.", '2': "Classificazione e censimento\n1.Ai fini dell’applicazione della presente legge, nonché del \ndecreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, vengono classificati i \nseguenti beni o gruppi di beni:\na) centri storici: gli impianti urbanistici o agglomerati insediativi \nurbani che sono stati centri di cultura locale o di produzione \nartistica e che, accanto alle testimonianze di cultura materiale, \ncontengono opere d’arte entro il contesto storico per cui sono \nnate e in rapporto con il tessuto urbano, esteso al contesto \npaesaggistico di pertinenza, come risulta individuato \nnell’iconografia tradizionale, e che conservano l’aspetto o i \nconnotati d’insieme della città storica o di una consistente parte \ndi essa;\nb) nuclei antichi: insediamenti extraurbani minori, come casali, \nmasserie, casini di caccia, conventi, abbazie, fortificazioni, \nconnessi allo sviluppo storico di un insediamento maggiore o \ndi un sistema insediativi territoriale;\nc) quartieri urbani antichi: frammenti o parti di insediamenti \nurbani sopravvissuti alla distruzione o a profonde modificazioni \ndei rispettivi centri abitati, che, pur non possedendo autonomia \nfunzionale, conservano valore storico-documentale e connotati \nartistici-ambientali d’insieme.\n2. Su proposta dell’Assessore regionale alla Tutela dei beni \npaesistici, ambientali e culturali, la Giunta regionale con proprie \ndeliberazioni:\na) definisce, d’intesa con la Soprintendenza regionale, le \nspecifiche peculiarità storiche, artistiche ed ambientali, \nnecessarie per il riconoscimento di centro storico di particolare \npregio e le modalità relative al riconoscimento stesso;\nb) approva, su proposta dei comuni e sentita la Commissione \nconsiliare competente, l'elenco degli insediamenti censiti, \nanche ai sensi del decreto legislativo n. 490/99,Titolo II, capo I, \nsecondo i criteri fissati dall’articolo 3, previa acquisizione del \nparere di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, \narticolo 155, comma 2, lettera b) .", '3': "Criteri ed indirizzi\n1. Ai fini dell’inclusione nel censimento di cui all’articolo 2, \ncomma 2, si tiene conto dei seguenti caratteri e della \ncorrispondente bibliografia documentaria:a) impianto urbano generato da una delle tipiche matrici \nstoriche;\nb)disposizione geomorfologia che determina unità di \npaesaggio edificato e non edificato di elevata qualità \nmorfologica urbana, con valore storico-documentale, \netnografico, artistico, ambientale e naturalistico;\nc)connotati storici urbanistici, dei quali l'opera d'arte, gli edifici o \ni complessi monumentali costituiscono una parte integrante;\nd)eventuali altri elementi storico-artistici-architettonici \nambientali che contribuiscano a caratterizzare il centro storico, il \nnucleo ed i quartieri urbani antichi e tradizionali di cui all’articolo \n2, comma 1; \ne)inclusione in parco naturale di interesse nazionale, regionale \no siti di interesse comunitario indicati da direttive comunitarie e \ndai Piani urbanistici territoriali ;\nf)inclusione in decreti di dichiarazione di notevole interesse \npubblico ai sensi del decreto legislativo n. 490/99;\ng)inclusione nell’elenco di cui al decreto ministeriale 27 luglio \n1971, in applicazione della legge 6 agosto 1967, n. 765, articolo \n17;\nh)inclusione in aree o piani speciali di valorizzazione promossi \ndalla Regione o da Enti locali;\ni)inclusione in aree dichiarate Patrimonio mondiale \ndell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la \nscienza e la cultura.", '4': 'Catalogazione \n1. La Giunta regionale della Campania promuove, nel rispetto \ndelle competenze statali di cui al decreto legislativo n. 112/98, \narticolo 149, la catalogazione del patrimonio immobiliare \nd’interesse storico-artistico ed ambientale ed eroga i \nfinanziamenti di cui all’articolo 6 per lo svolgimento di tale \nattività, da eseguirsi a cura dei comuni, in conformità alle linee \nprogrammatiche stabilite dalla Regione con l’utilizzo di \nadeguate figure professionali, anche in forma associata, quali \nlaureati in architettura, conservazione e scienze dei beni \nculturali.\n2. La catalogazione dei beni di cui al comma 1 è realizzata con \nla schedatura degli elementi d’interesse storico, artistico ed \nambientale, con relativa rappresentazione fotografica ed \nindividuazione su mappa catastale.\n3. La catalogazione è effettuata da figure professionali in \npossesso di laurea nelle discipline previste al comma 1, o in \ndiscipline specialistiche equipollenti, individuate sulla scorta di \nun curriculum formativo e professionale e di specifiche \ncompetenze attestate anche da studi e pubblicazioni.\n4. La selezione delle figure professionali per le finalità di cui al \ncomma 3, avviene secondo i criteri stabiliti nel regolamento di \ncui all’articolo 12.\n5. La scheda di rilevamento da adottare è uniforme per tutti i \nComuni sul modello indicato dalla scheda di catalogazione \nurbanistica, ambientale, architettonica e di bene storico —\nartistico elaborata dall’Ufficio Centrale di Catalogo del Ministero \nper i Beni e le Attività Culturali.6. I Comuni elaborano una scheda complessiva dei beni di cui \nall’articolo 2, comma 1, comprendente anche aree libere, \npiazze, spazi verdi con relativa piantumazione e relazione con il \npaesaggio tradizionale e una fascia perimetrale esterna ai beni \ndi almeno cento metri di profondità.\n7. Se i Comuni non provvedono agli adempimenti di cui al \ncomma 1 entro un anno dall’entrata in vigore della presente \nlegge, la Regione Campania opera in via sostitutiva, secondo \nle modalità stabilite dal regolamento di cui all’articolo 12.\n8. Per i beni o gruppi di beni di cui all’articolo 2, comma 1, la \ncatalogazione è redatta e approvata contestualmente al \nprogramma integrato di cui all’articolo 5.\n9. I dati raccolti a seguito della catalogazione di cui ai commi \nprecedenti confluiscono nel Centro di Catalogo e \nDocumentazione della Regione Campania.', '5': "Strumenti di attuazione e modifiche della legge regionale 19 \nfebbraio 1996, n. 3\n1. Alla conservazione e valorizzazione dei centri storici i comuni \nprovvedono attraverso la formazione di Programmi integrati di \nriqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale, di cui alla \nlegge regionale 19 febbraio 1996, n. 3, e successive modifiche \ned integrazioni.\n2. I Programmi integrati individuano le condizioni attuali del \nterritorio attraverso approfondite analisi storiche, urbanistiche, \narchitettoniche, paesistiche e socio-economiche; progettano i \npercorsi di sviluppo e riqualificazione attraverso interventi di \nrecupero e di adeguamento in campo igienico ed impiantistico; \nprefigurano il nuovo assetto attraverso la individuazione:\na)della natura ed entità delle risorse disponibili;\nb)delle allocazioni attuali delle risorse;\nc)della suscettività di sviluppo di luoghi ed attrezzature;\nd)delle attese socio-economiche di sviluppo;\ne)della congruenza tra le analisi, gli interventi proposti e i \nrisultati attesi.\n3. I Programmi integrati contengono tutte le indicazioni atte a \nqualificare un progetto d’intervento esteso a tutte le componenti \narchitettoniche, paesistiche ed ambientali, ivi comprese le \npavimentazioni stradali, le definizioni di aperture, ornie ed \ninfissi, le insegne, i paramenti esterni, i colori, la scelta e la \ndisposizione del verde pubblico, le apparecchiature di servizio e \nd’uso, mediante una dettagliata disciplina attuativa.\n4. I Programmi integrati, adottati con delibera di Consiglio \ncomunale ai sensi della legge regionale n. 3/96, articoli 7, 8 e \n9, sono composti da uno studio di fattibilità, articolato secondo \nle sue componenti tecniche, finanziarie e gestionali, dal quale \nsi evince la proposta urbanistica con l’esplicitazione della \neventuale variante allo strumento urbanistico generale, fatto \nsalvo l’obbligo di valutazione di impatto ambientale, dove \nprevisto.\n5. L'approvazione dei Programmi integrati costituisce, per \nciascuno degli interventi previsti, titolo preferenziale per \nl'accesso alle agevolazioni finanziarie, con priorità per gli \ninterventi presentati dai comuni con popolazione inferiore a quarantamila abitanti.\n6.Le opere pubbliche interne al centro storico, previste nei \nProgrammi integrati, sono realizzate come quelle private, \nsecondo le disposizioni dei commi precedenti e secondo la \nnormativa dei Piani di recupero per il centro storico vigenti se gli \nstessi non sono in contrasto con le finalità della presente \nlegge, di conservazione e valorizzazione dei centri storici e \ndell’ambiente.\n7. I Comuni, in cui ricadono i beni o gruppi di beni, classificati ai \nsensi dell’articolo 2, comma 1, inseriscono nei Programmi \nintegrati le esigenze di opere infrastrutturali e di servizio, \nesterne ai beni o gruppi di beni, che siano strettamente \nnecessarie alla loro riqualificazione e conservazione integrata e \nnon costituiscano pregiudizio, danno e depauperamento del \nbene da valorizzare. La necessarietà di dette opere è \ndimostrata da studi di fattibilità e da valutazione di impatto \nambientale.\n8. I Comuni promuovono cantieri-scuola per sostenere attività \ndi incentivazione nel restauro dei beni culturali, in \ncollaborazione con Enti ed Istituzioni altamente qualificati \navvalendosi di personale specializzato, secondo un \nprogramma conforme alle finalità della presente legge e \nsecondo i criteri e le modalità definite nel regolamento di cui \nall’articolo 12.\n9. Se i Programmi integrati prevedono la delocalizzazione di \nattività non compatibili con le finalità dei programmi stessi, \novvero di edifici di scadente qualità e di epoca postbellica, che \ncostituiscono detrattori ambientali, la Regione concede un \nincentivo per la loro localizzazione in idonea zona omogenea \ndello strumento urbanistico vigente, previa presentazione dello \nstudio di fattibilità e della certificazione di compatibilità \nambientale. Detta delocalizzazione non è concessa in \nmancanza di uno strumento urbanistico vigente.\n10. Se i Programmi integrati prevedono la sostituzione in sito di \nedifici di scadente qualità e di epoca postbellica che \ncostituiscono detrattori ambientali, da ricostruire nel rispetto \ndell’ambiente storico, l’altezza dei nuovi edifici non supera \nl’altezza delle cortine o degli isolati o del contesto urbano \ncircostante fatto salvo quanto disposto dalla legge regionale n. \n3/96, articolo 2, comma 6.\n11. Gli interventi di ristrutturazione edilizia sui singoli immobili \nsono ammessi soltanto nel caso in cui sussistono circostanze \ndi pericolo che minacciano l’integrità del bene o la pubblica e \nprivata incolumità o quando il bene stesso è compreso nella \ncarta del rischio dei beni culturali, di cui alla legge 19 aprile \n1990, n. 84. Gli interventi sono corredati di perizia giurata e \nconformi alle norme dettate dalla presente legge e dai Piani di \nrecupero vigenti.\n12. Su proposta dell’Assessore alla Tutela dei beni paesistici, \nambientali e culturali, e sentita la Commissione consiliare \ncompetente, la Giunta regionale autorizza e finanzia, per il \nperseguimento delle finalità della presente legge, mostre, \nesposizioni, studi e ricerche di rilevante interesse scientifico e \nculturale, programmi culturali e di promozione organizzati da \nEnti, Istituzioni, Associazioni e Fondazioni no -profit, nonché l’emanazione di bandi di concorso di progettazione o di idee.\n13. Su proposta dell’Assessore alla Tutela dei beni paesistici, \nambientali e culturali, sentita la Commissione consiliare \ncompetente, la Giunta regionale promuove intese e stipula \nconvenzioni per la valorizzazione del patrimonio artistico, lo \nsviluppo dell'imprenditoria culturale e la promozione della \nsponsorizzazione di beni da riqualificare.\n14. I comuni, per il patrimonio immobiliare interessato dai \nProgrammi integrati, prevedono agevolazioni contributive.\n15. Il comma 7 dell’articolo 2 della legge regionale 19 febbraio \n1996, n. 3, è soppresso.\n16. Il comma 8 dell’articolo 2 della legge regionale 19 febbraio \n1996, n. 3, è così sostituito :\n“8. Il Programma integrato presuppone la vigenza dello \nstrumento urbanistico generale. Se la strumentazione \nurbanistica vigente ed i relativi regolamenti non prevedono le \ndisposizioni necessarie per la salvaguardia e la valorizzazione \ndei beni o gruppi di beni di cui all’articolo 2, comma 1, della \npresente legge, prima dell’adozione del Programma integrato \nsi procede alla variazione della strumentazione urbanistica \nstessa con l’inserimento della norma di salvaguardia”.\n17.Ai Programmi integrati, approvati ai sensi della presente \nlegge, non si applicano gli articoli 4, 5, e 6 della legge regionale \nn. 3/96.", '6': 'Ambito di applicazione\n1. La concessione dei contributi per le finalità di cui all’articolo \n1, comma 1, lettera b), è destinata agli interventi da realizzarsi \nnei Comuni che si sono dotati di un Piano del Colore per \nl’edilizia storica, redatto secondo le linee guida previste dal \nregolamento di cui all’articolo 12.', '7': 'Destinatari dei finanziamenti\n1. Accedono ai contributi di cui all’articolo 6 gli Enti pubblici ed i \nsoggetti privati, anche costituiti in consorzio, proprietari, \npossessori o detentori di immobili interessati dagli interventi di \ncui alla presente legge, ad esclusione delle società finanziarie \no immobiliari, degli Istituti bancari ed assicurativi.', '8': 'Esecuzione d’ufficio\n1. Per gli immobili che presentano condizioni di profondo \ndegrado, il Comune impone ai soggetti, indicati all’articolo 7, \nl’esecuzione degli interventi previsti dall’articolo 1, comma 1, \nlettera b), secondo le modalità dettate dal regolamento di cui \nall’articolo12.\n2. In caso di inadempienza, previa formale diffida agli \ninteressati, il Comune provvede all’esecuzione d’ufficio, \nponendo a carico degli stessi la somma occorrente.', '9': 'Fondo di rotazione per l ’esecuzione d ’ufficio1. Per le finalità di cui all’articolo 8, è istituito un Fondo di \nrotazione per la concessione dei contributi cui accedono i \nComuni per l’anticipazione delle spese derivanti da esecuzioni \nd’ufficio.\n2. I criteri e le modalità di finanziamento del Fondo sono stabiliti \nnel regolamento di cui all’articolo 12.', '10': '\nCriteri prioritari\n1. I Comuni, per la formazione della graduatoria degli interventi \ndei soggetti di cui all’articolo 7, tengono conto dei seguenti \ncriteri prioritari di valutazione:\na) qualità del progetto e conformità agli elementi tipologici, \nstrutturali e decorativi dell’edilizia locale;\nb) tipologia delle opere da restaurare;\nc) stato di conservazione delle opere;\nd) esposizione al rischio di degrado o danno;\ne) materiali e tecnologie tradizionali;\nf) inclusione in Parco naturale di interesse nazionale o \nregionale;\ng) inclusione in area dichiarata Patrimonio Mondiale \ndell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la \nScienza e la Cultura che non ha già ricevuto finanziamenti \npubblici per gli stessi beni;\nh) inserimento in Piano di recupero o Programma integrato di \nriqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale;\nl) assoggettamento dell’immobile al vincolo monumentale di \ncui al decreto legislativo 490/99, articoli 5 e 6 ;\n1) finalità di salvaguardia, protezione e conservazione di aree di \npiantumazione e vegetazione di carattere locale.\n2) Non sono ammissibili gli interventi che prevedono \ndistruzione o trasformazione delle piantumazioni e della \nvegetazione di carattere locale.', '11': '\nRiduzione e revoca del contributo\n1. Il contributo di cui all’articolo 6 è proporzionalmente ridotto, \nse dalla rendicontazione finale emerge una spesa \neffettivamente sostenuta, inferiore al contributo stesso.\n2. Il contributo è revocato se non vengono rispettati i termini \nprevisti dal regolamento di cui all’articolo 12, con l’obbligo del \nbeneficiario di restituire le somme già ricevute in acconto .', '12': '\nRegolamento\n1. Le modalità di accesso ai contributi per le finalità della \npresente legge, l’esercizio dei poteri sostitutivi e le altre \nmodalità di attuazione sono stabiliti con regolamento da \nemanarsi a cura della Giunta regionale entro 4 mesi \ndall’entrata in vigore della presente legge, sentita la \ncommissione consiliare competente che si esprime entro \nsessanta giorni dal ricevimento della bozza di regolamento.\n2. Il regolamento per gli interventi di cui al Titolo I, definisce le \nlinee guida per:a) la redazione, in sede di formazione del Programma integrato, \ndi cui al comma 1 dell’articolo 5, di un manuale, nel quale sono \nspecificate le tecniche di intervento ed i materiali da utilizzare \ncon costante riferimento alle carte del restauro;\nb) la redazione da parte dei comuni del Piano del Colore per \nl’edilizia storica, distinto dal Piano del Colore dell’intero \nagglomerato urbano;\nc) la redazione da parte dei comuni del Piano di manutenzione \nprogrammata, fondato sull’analisi dei materiali e delle tecniche, \nche comprende anche strade, piazze, scale, gradinate, \nbalaustre, tessiture lapidee originarie, arredo di verde \noriginario, valutati nell’ambito del contesto urbano.\n3. Il regolamento, per gli interventi di cui al Titolo II, stabilisce:\na) le modalità ed i termini di presentazione delle richieste di \ncontributo da parte dei soggetti di cui all’articolo 7, nonché la \ndocumentazione da allegare alla domanda ed i criteri di \nripartizione dei fondi;\nb) le categorie di opere finanziabili;\nc) le modalità ed i criteri di formazione della graduatoria;\nd) le forme e le percentuali di contributo concedibile, nonché le \nmodalità dell’erogazione;\ne) i termini per l’ultimazione degli interventi finanziati;\nf) i criteri per la selezione delle figure professionali addette alla \ncatalogazione di cui all’articolo 4, assicurando procedure di \nevidenza pubblica;\ng) modello della scheda per la catalogazione di cui all’articolo \n4.\n4. Il regolamento definisce, altresì, le modalità di intervento dei \ncomuni per l’esecuzione d’ufficio di cui all’articolo 8 e l’accesso \nal Fondo di rotazione di cui all’articolo 9.', '13': '\nCatalogazione Beni Ambientali di qualità paesistica\n1. Nelle more dell’approvazione della legge che detta norme \nper il governo del territorio e dell’adozione del Piano territoriale \nregionale, in attuazione dell’accordo tra il Ministero per i Beni e \nle Attività culturali e le Regioni del 19 aprile 2001, per le finalità \ndi cui al punto 2 del suddetto accordo, è istituito il Catalogo dei \nbeni paesistici ed ambientali.\n2. Fanno parte del Catalogo i beni ambientali di cui al decreto \nlegislativo n. 490/99, articolo 146.\n3. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente \nlegge, le Province, i Comuni e le Comunità Montane compilano \nil Catalogo di cui al comma 1, inserendovi i beni di cui al \ncomma 2. Il catalogo è redatto su cartografia in scala 1:25.000.\n4. La tutela dei beni di cui al comma 1 è assicurata dagli Enti \nlocali sub-delegati ai sensi dell’allegato alla legge regionale 23 \nfebbraio 1982, n. 10, “Direttive per l’esercizio delle funzioni \namministrative sub-delegate dalla Regione Campania alle \nComunità Montane e Province con legge regionale 1 settembre \n1981, n. 65 — Tutela dei beni ambientali”.\n5. Entro sessanta giorni dall’approvazione del Catalogo di cui al \ncomma 1, la Giunta regionale adotta un regolamento per la \ndisciplina della valorizzazione dei beni inseriti nel Catalogo \nstesso.', '14': "\nNorme in materia di linee guida della Pianificazione regionale\n1. Fino all’adozione del Piano territoriale regionale ed all’entrata \nin vigore della legge contenente le norme per il governo del \nterritorio, con delibera di Giunta regionale, sono approvate le \nlinee guida della Pianificazione regionale, redatte in coerenza \ncon l’Accordo di cui all’articolo 13, comma 1.\n2. Le linee guida di cui al comma 1:\na) dettano i principi ai quali informare la Pianificazione \nregionale e provinciale;\nb) prevedono i criteri di armonizzazione della pianificazione \nregionale con le previsioni dei Piani e dei Programmi regionali, \nnonché delle convenzioni stipulate a livello comunitario, anche \nin applicazione delle seguenti normative regionali, nazionali e \ncomunitarie:\n1) legge 8 agosto 1985, n. 431 e successive modifiche e \nintegrazioni;\n2) decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490;\n3) decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444;\n4) legge regionale 20 marzo 1982,n. 14;\n5) legge regionale 27 giugno 1987, n. 35;\n6) direttiva 79/409/UE del 2 aprile 1979;\n7) direttiva 92/43/UE del 21 maggio 1992 ;\n8) delibere di Giunta regionale numeri 1404,1405,1406,1407 \ndel 12 aprile 2002 relative all’Istituzione dei Parchi regionali;\n9) decreti del Presidente della Repubblica 5 giugno 1995 \nconcernenti l’Istituzione dei Parchi Nazionali del Vesuvio e del \nCilento - Vallo di Diano; \nc) garantiscono e incentivano la tutela del patrimonio naturale, \npaesistico e ambientale, nonché dell’identità storica culturale \ndel territorio, anche mediante il recupero dei tessuti insedíativi \nesistenti ;\nd) prevedono l’adeguamento della pianificazione paesistica;\ne) riconoscono giuridicamente il paesaggio in quanto \ncomponente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, \nespressione delle diversità del loro comune patrimonio \nculturale e naturale a fondamento delle loro identità;\nf) stabiliscono e attuano politiche paesaggistiche volte alla \nprotezione ed alla pianificazione dei paesaggi tramite \nl'adozione di specifiche misure.\n3 Le linee guida perseguono l'obiettivo del mantenimento delle \ncaratteristiche dei valori costitutivi e delle morfologie nonché \ndelle previsioni di linee di sviluppo compatibili con i diversi \nlivelli di valori riconosciuti e, infine, della riqualificazione delle \nparti compromesse o degradate, per il recupero dei valori \npreesistenti o per la creazione di nuovi valori paesistici coerenti \ned integrati.", '15': '\nNorme finali\n1. Con l’entrata in vigore della presente legge si limita \nl’applicazione della legge regionale 26 luglio 2002, n. 15, \narticolo 35, comma 13, al solo esercizio finanziario 2002.\n2. I Comuni destinatari dei finanziamenti di cui alla legge regionale n. 15/02, articolo 35, comma 13, sono esclusi dai \nbenefici della presente legge per l’anno solare 2002.', '16': '\nNorma finanziaria\n1. Agli oneri di cui alla presente legge si provvede, per il \ncorrente esercizio finanziario, con le risorse di cui all’Unità \nPrevisionale di Base 1.3.10. Per gli anni successivi si provvede \ncon la legge di Bilancio.', '17': '\nDichiarazione di urgenza\n1. La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello \nStatuto, è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania\nNapoli, 18 ottobre 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': 'Oggetto\n1. La presente legge istituisce il registro \nstorico-tecnico-urbanistico di ogni fabbricato pubblico e privato, \nubicato sul territorio regionale, nel quale è dichiarato lo stato di \nconservazione e di manutenzione del fabbricato stesso e delle \naree e manufatti di pertinenza, al fine di tutelare e \nsalvaguardare la pubblica e privata incolumità.', '2': 'Nomina e requisiti del tecnico incaricato\n1. Per la tenuta e l’aggiornamento periodico del registro di cui \nall’articolo 1, i proprietari di fabbricato riuniti in condominio, \ntramite l’amministratore dello stesso e, ove non in condominio, \nl’unico proprietario o i singoli proprietari, anche rappresentati \nper delega, nominano un tecnico denominato tecnico incaricato \n— ingegnere, architetto, geologo, geometra, perito edile, nel \nrispetto delle competenze proprie di categoria.\n2. Le figure professionali di cui al primo comma devono essere \niscritte ai rispettivi albi o collegi professionali da non meno di \ncinque anni, o da non meno di tre anni se in possesso di \nattestato di corso di formazione professionale in materia di \nsicurezza geo-statica degli edifici rilasciato da Ente o da \nOrganismo riconosciuto.', '3': 'Modalità di tenuta del registro1.Il registro, di cui all’articolo 1, contiene per il fabbricato e per \nle aree ed i manufatti di pertinenza:\na) tutte le informazioni riguardanti la sicurezza, la situazione \nprogettuale, urbanistica, edilizia, catastale, strutturale, \nimpiantistica, di smaltimento acque, geologica del sottosuolo, \nautorizzativi, l’esistenza di vincoli, con le modificazioni e gli \nadeguamenti intervenuti nel tempo;\nb) gli atti progettuali ed i relativi provvedimenti autorizzativi per \nl’edificabilità, l’abitabilità e l’agibilità del fabbricato.\n2.Il registro rimane depositato ed in custodia, a cura \ndell’amministratore o del proprietario o del delegato dei \nproprietari, in un locale di facile accesso le cui caratteristiche \nsono specificate nel regolamento di cui all’articolo 8, ed è \nesibito a richiesta di pubblici ufficiali appartenenti ad \namministrazioni che hanno potere di intervento sul fabbricato.\n3.L’istituzione del registro e la nomina del tecnico incaricato \nsono comunicate all’Amministrazione comunale competente \nper territorio.\n4.La scheda di sintesi del contenuto del registro e degli allegati \nè trasmessa, entro il 31 dicembre di ogni anno, all’ufficio \ntecnico del Comune competente per territorio.\n5 Il termine di scadenza per la redazione del registro è fissato \nin dodici mesi per gli edifici pubblici e privati con attività che \ncomportino presenza di lavoratori e accesso al pubblico, in \nventiquattro mesi per i restanti edifici privati, a partire dalla \nentrata in vigore della presente legge.\n6.La tenuta del registro e l’obbligo della nomina del tecnico \nincaricato permangono fino alla cancellazione del fabbricato \nstesso dall’iscrizione nella pianta catastale.', '4': 'Compiti del tecnico incaricato\n1.Il tecnico incaricato:\na) redige preliminarmente una relazione sulle condizioni \nstatiche del fabbricato,sulle condizioni geologico-tecniche del \nsottosuolo, sulla sua storicità dalla realizzazione all’attualità, \ncontenente tutte le informazioni di cui all’articolo 3, comma 1.\nb) controlla e annota sul registro l’esecuzione di ogni lavoro di \nristrutturazione, manutenzione straordinaria, mutamento di \ndestinazione d’uso sull’intero fabbricato, o su parte di esso, \ncon funzione di mera sorveglianza, senza alcuna delle \nresponsabilità proprie delle figure professionali previste dalla \nvigente normativa per l’esecuzione di lavori edili o di \nimpiantistica;\nc) comunica, entro quarantotto ore dall’inizio, al condominio e al \nComune nel cui territorio è ubicato il fabbricato ogni intervento \nche compromette la sicurezza geo-statica del fabbricato stesso;\nd) comunica alla competente Soprintendenza ai beni \narchitettonici, per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico \ne demo etno antropologico, l’esecuzione di ogni intervento che \ninteressa l’aspetto esteriore del fabbricato e delle aree e \nmanufatti di pertinenza sottoposti a vincolo.2. La relazione di cui al comma 1, lettera a), è corredata da una \npianta del fabbricato e delle aree di pertinenza in scala \nadeguata, nella quale sono indicati tutti gli allacciamenti ed i \npercorsi dei sottoservizi dal confine pubblico al fabbricato \nstesso.', '5': 'Violazioni e sanzioni\n1. La violazione delle norme di cui agli articoli 2, 3 e 4 comporta \nl’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria a \ncarico degli obbligati di una somma da 2.500 euro a 5.000 \neuro con le modalità di cui alla legge regionale 10 gennaio \n1983, n. 13, e, per il tecnico incaricato, la comunicazione al \nrispettivo albo o collegio professionale di appartenenza.\n2. Decorso un anno dall’applicazione della sanzione di cui al \ncomma 1, in persistenza della violazione delle norme stesse, il \nComune provvede alla sospensione dell’abitabilità e \ndell’agibilità.\n4. La mancata istituzione del registro di cui all’articolo 1 \ncomporta l’esclusione da qualsiasi finanziamento pubblico.', '6': 'Competenze dei Comuni — Istituzione di un Fondo regionale\n1. La Regione attribuisce ai Comuni le competenze relative \nall’applicazione della presente legge.\n2. Per le finalità della presente legge la Regione istituisce un \nFondo cui accedono i Comuni secondo i criteri stabiliti nel \nregolamento di cui all’articolo 8.\n3. Il Comune eroga i contributi derivanti dal Fondo di cui al \ncomma 2 a condizione che il registro del fabbricato sia stato \nistituito ed aggiornato.', '7': 'Trasferimento immobiliare\n1. Entro dodici mesi dall’approvazione del regolamento \nattuativo della presente legge di cui all’articolo 8, per il \ntrasferimento di diritto reale sul fabbricato o parte di esso, è \nfatto obbligo all’ufficiale rogante di controllare, prima dell’atto di \ntrasferimento, l’esistenza del registro e della nomina del \ntecnico incaricato e di comunicare al Comune interessato la \nmancanza degli stessi.', '8': 'Regolamento attuativo\n1. La Giunta regionale, sentiti gli ordini ed i collegi professionali \ntecnici interessati e sentita la Commissione consiliare \ncompetente entro il termine di sessanta giorni, approva il \nregolamento attuativo entro centottanta giorni dall’entrata in \nvigore della presente legge.\n2. Il regolamento, in particolare, specifica:\na) la tenuta, l ’aggiornamento periodico, le modalità di trasmissione ed i modelli di riferimento del registro, anche in \ncaso di nuove costruzioni;\nb) i termini fissati per l’affidamento dell’incarico, per il \ncompletamento e per il periodico aggiornamento del registro;\nc) le tariffe concordate con i rappresentati degli ordini e dei \ncollegi professionali tecnici di cui al comma 1;\nd) i criteri per l’accesso al Fondo regionale da parte dei \nComuni.', '9': 'Norma finanziaria\n1.Agli oneri di cui alla presente legge si provvede per il corrente \nesercizio finanziario con le risorse di cui all’Unità Previsionale \ndi Base 1.3.10. Per gli anni successivi si provvede con la \nlegge di bilancio.', '10': '\nDichiarazione d’urgenza\n1.La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello \nStatuto, è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania. \nNapoli, 22 ottobre 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': '(1)\nIl terzo comma dell’articolo 5 della legge regionale 3 dicembre \n1980, n. 75, è così modificato: dopo le parole “Ai giovani spetta, \nfino all’immissione nei ruoli, il trattamento giuridico dei \ndipendenti”, sostituire le parole “civili non di ruolo dello Stato”, \ncon le parole “dell’Ente presso il quale prestano servizio dalla \ndata del superamento dell’esame di idoneità”.\n(1) La Corte Costituzionale con ordinanza n. 373/2001 ha \ndichiarato la manifesta inammissibilità della questione di \nlegittimità costituzionale, sollevata dal Presidente del Consiglio \ndei Ministri in merito all’articolo 1 della legge Regione \nCampania, approvata in prima istanza il 6 agosto e riapprovata \nil 4 gennaio 2000.', '2': 'La presente legge, per gli effetti della legge regionale 27 aprile \n1990, n. 18 non comporta ulteriori oneri a carico della Regione.'}
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{'1': 'Finalità della legge\n1. La presente legge, in attuazione del Decreto legislativo 5 \nfebbraio 1997, n.22, detta norme per l’utilizzo della carta \nriciclata nonché per la raccolta differenziata della carta di rifiuto \npresso gli uffici pubblici.', '2': 'Uffici destinatari e definizioni di carta riciclata\n1. Le norme della presente legge si applicano agli uffici della \nRegione e delle Amministrazioni pubbliche di enti dipendenti o \ncomunque istituiti dalla Regione con uffici operanti nel territorio \ndella Regione Campania. \n2. Ai fini dell’applicazione della presente legge, per carta \nriciclata si intende carta prodotta con processi utilizzanti \nmateriale di recupero senza utilizzo di paste di legno o di \ncellulose vergini.', '3': 'Utilizzazione della carta riciclata e adeguamento \napparecchiature \n1. Gli uffici di cui all’articolo 2 coprono il fabbisogno annuale di \ncarta con una quota di carta riciclata così stabilita: \na) almeno il 30 per cento del fabbisogno nel primo anno;\nb) almeno il 50 per cento del fabbisogno nel secondo e nel \nterzo anno;\nc) almeno il 60 per cento del fabbisogno a partire dal quarto \nanno.2. Gli uffici di cui all ’articolo 2 provvedono a dotare i propri uffici \ndi apparecchiature per la fotoriproduzione e la ricezione di \ntelefax predisposte all’utilizzo di carta riciclata, in occasione di \nsostituzione o incremento delle apparecchiature esistenti.', '4': 'Raccolta differenziata\n1. Le Amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 2 assicurano \nla raccolta differenziata della carta presente nei rifiuti prodotti \nnei medesimi uffici. \n2. La carta raccolta è conferita separatamente nei modi stabiliti \ndalle disposizioni del Comune nel quale ha sede ogni singolo \nufficio al fine del suo recupero tecnologico.', '5': 'Informazione del personale e comunicazioni annuali sull’attività \nsvolta \n1. La Regione e le Amministrazioni pubbliche di cui all’articolo \n2 assumono adeguate iniziative di informazione e di \nsensibilizzazione del proprio personale sulle finalità \ndell’utilizzazione della carta riciclata e della raccolta differenziata \ndella carta di rifiuto.\n2. Le Amministrazioni di cui al comma 1 comunicano alla \nGiunta regionale entro il 28 febbraio di ogni anno e con \nriferimento all’anno precedente:\na) i quantitativi di carta riciclata usati nei propri uffici operanti \nnella Regione Campania nonché il livello percentuale raggiunto \nrispetto al consumo complessivo; \nb) i quantitativi di carta di rifiuto raccolta negli stessi uffici in \nmodo differenziato e conferita ai competenti servizi di gestione \ndei rifiuti.', '6': 'Regolamento\n1. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge la \nGiunta regionale predispone apposito regolamento di \nattuazione anche con riferimento all’attività delle altre \nAmministrazioni pubbliche con uffici operanti nel territorio della \nCampania.', '7': 'Norma finanziaria\n1. Per le finalità di cui alla presente legge, nel corrente esercizio \nfinanziario, si provvede con una appostazione finanziaria di euro \n100.000,00 sugli stanziamenti di cui alla Unità previsionale di \nbase 6.80.221.', '8': 'Dichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 3 settembre 2002IL PRESIDENTE\n- BASSOLINO'}
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{'1': "OGGETTO E FINALITA'\n1. La Regione Campania riconosce il fondamentale ruolo \neconomico e sociale dei cittadini come consumatori ed utenti di \nbeni e di servizi di godimento individuale e collettivo.\n2. A tal fine, in conformità alle norme comunitarie e alla \nlegislazione nazionale e nell'esercizio delle funzioni ad essa \ndelegate, persegue i seguenti obiettivi:\na) tutela della salute e della sicurezza dei consumatori e degli \nutenti;\nb) tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti, dei servizi \ne dei processi produttivi, con particolare riguardo alle istanze \ndello sviluppo sostenibile e alla qualificazione dei prodotti;\nc) tutela degli interessi economici e giuridici dei consumatori e \ndegli utenti, favorendo la correttezza e l'equità dei rapporti \ncontrattuali e promuovendo la soluzione delle controversie \npresso le sedi concilianti;\nd) promozione e sviluppo dell'associazionismo tra i \nconsumatori e gli utenti, al fine di garantire le forme di \naggregazione volontaria che abbiano contenuti e garanzie di \nrappresentanza e partecipazione democratica alla vita interna \ndella organizzazione;\ne) promozione dell'educazione e dell'informazione dei \nconsumatori e degli utenti;\nf) promozione della collaborazione fra associazioni di \nconsumatori, utenti e pubbliche amministrazioni, per migliorare \nl’erogazione dei servizi pubblici e conformarsi a standard di \nqualità ed efficienza.", '2': "OMITATO REGIONALE DEGLI UTENTI E DEI CONSUMATORI\n1. Per il perseguimento degli obiettivi di cui all'articolo 1, è \nistituito il Comitato regionale degli utenti e dei consumatori, che \nha i seguenti compiti:\na) svolge attività consultiva su atti di programmazione e \nproposte di legge che coinvolgono interessi dei consumatori e \ndegli utenti;\nb) propone alla Giunta regionale studi e ricerche, gruppi di \nlavoro, conferenze ed altre iniziative sui problemi inerenti il \nconsumo, avvalendosi anche della collaborazione di Università \ne di Istituti di ricerca pubblici e privati;\nc) promuove ogni forma di raccordo e collaborazione con \nanaloghi Organismi regionali, nazionali e dell'Unione Europea.\n2. Ai componenti il Comitato regionale dei consumatori e degli \nutenti è corrisposta un’indennità di presenza pari a euro 55,00 \nlordi a seduta, con il limite di ventiquattro sedute annuali.\n3. Il Comitato trasmette alla Giunta e al Consiglio regionale, \nentro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sull’attività svolta \nnell’anno precedente.", '3': "NOMINA E COMPOSIZIONE DEL COMITATO REGIONALE \nDEI CONSUMATORI E DEGLI UTENTI\n1. Il Comitato regionale dei consumatori e degli utenti è \ncomposto:\na) dall'Assessore regionale al ramo o da suo delegato, che lo \npresiede;\nb) da un rappresentante per ciascuna delle associazioni dei \nconsumatori, iscritte nell’elenco di cui all'articolo 4;\nc) da un rappresentante dell'Unione regionale delle Camere di \nCommercio.\n2. Il Comitato è costituito con decreto del Presidente della \nGiunta regionale e rimane in carica per la durata della \nlegislatura.\n3. L'attività del Comitato, entro tre mesi dall'entrata in vigore \ndella presente legge, è disciplinata con atto regolamentare \nregionale.\n4. La funzione di Segretario del Comitato è svolta da un \nfunzionario regionale del Settore Promozione e Sviluppo delle \nattività commerciali della Giunta regionale, designato \ndall'Assessore al ramo e nominato con apposito atto di Giunta \nregionale.", '4': "ELENCO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI \nCONSUMATORI E DEGLI UTENTI\n1. Per il perseguimento degli obiettivi della presente legge, è \nistituito, presso la Giunta regionale, l'elenco regionale delle \nassociazioni dei consumatori e degli utenti, al quale si \niscrivono le associazioni di consumatori ed utenti in possesso \ndei seguenti requisiti:\na) essere costituite per atto pubblico da almeno tre anni;\nb) avere come scopo statutario esclusivo la difesa dei \nconsumatori e degli utenti, senza fine di lucro, e un ordinamento a base democratica;\nc) tenere un elenco degli iscritti, aggiornato annualmente;\nd) aver svolto con continuità nell'ambito regionale, da almeno \ntre anni, l'attività di tutela dei consumatori e degli utenti;\ne) avere almeno 1500 soci nella regione e sedi operative in \nalmeno due province della regione;\nf) avere un bilancio annuale delle entrate e delle uscite con la \nindicazione delle quote versate dagli associati e la tenuta dei \nlibri contabili;\ng) non avere i suoi rappresentanti legali subìto alcuna \ncondanna, passata in giudicato, in relazione all’attività \ndell’associazione medesima, e non rivestire gli stessi \nrappresentanti la qualifica di imprenditori o di amministratori di \nimprese di produzione e servizi in ogni forma costituite, per gli \nstessi settori in cui opera l’associazione.\n2. Per ottenere l'iscrizione di cui al comma 1 le associazioni \npresentano alla Giunta regionale domanda corredata dai sotto \nelencati documenti:\na) copia conforme dell'originale dello statuto e dell'atto \ncostitutivo;\nb) copia dell'elenco aggiornato degli iscritti, sottoscritta dal \nlegale rappresentante dell’associazione;\nc) relazione, sottoscritta dal legale rappresentante \ndell'associazione, da cui risultino la composizione degli organi \nsociali, nonché i soggetti che operano all'interno delle \nassociazioni;\nd) relazione sottoscritta dal legale rappresentante \ndell'associazione da cui risulti quanto previsto dalla lettera d) \ndel comma 1 .\n3. La perdita di uno dei requisiti di cui al comma 1, accertata \ndall’ufficio competente, comporta la cancellazione dall'elenco.\n4. Alle associazioni dei consumatori e degli utenti è preclusa \nogni attività di promozione o pubblicità commerciale avente per \noggetto beni o servizi prodotti da terzi ed ogni connessione di \ninteressi con imprese di produzione o di distribuzione.", '5': 'NORMA TRANSITORIA\n1. Tutte le associazioni dei consumatori e degli utenti già \ncostituite alla data di entrata in vigore della presente legge \npossono, entro sei mesi, far richiesta di iscrizione nell’elenco di \ncui all’articolo 4, comma 1, indipendentemente dal requisito \nprevisto dal medesimo articolo, comma 1, lettera a).', '6': "INCENTIVI E CONTRIBUTI ALLE ASSOCIAZIONI DEI \nCONSUMATORI E DEGLI UTENTI\n1. La Giunta regionale concede, nei limiti dello stanziamento di \nbilancio, contributi alle associazioni iscritte nell’elenco di cui \nall'articolo 4, per la realizzazione di specifici e rilevanti progetti, \nrientranti nelle finalità di cui all’articolo 1, fino ad un massimo \ndel settanta per cento dei programmi di spesa.\n2. Ai fini della concessione dei contributi di cui al comma 1, le \nassociazioni presentano, entro il 31 ottobre di ogni anno, \napposita domanda corredata dei progetti sulle iniziative da svolgere con allegato preventivo di spesa del progetto stesso. \n3. Il quaranta per cento del contributo è erogato con \nl'approvazione del progetto, il rimanente trenta per cento è \nliquidato a presentazione della relazione finale dell'attività \nsvolta.\n4. Il contributo è revocato e l'eventuale somma erogata è \nrecuperata nelle seguenti fattispecie:\na) iniziativa non realizzata in conformità a quanto previsto nel \nprovvedimento di concessione;\nb) accertate irregolarità nella contabilizzazione delle spese.\n5. L'inosservanza delle modalità, relative all'utilizzazione del \ncontributo, determina l'esclusione dell'associazione dai \ncontributi nei tre esercizi finanziari successivi.\n6. I criteri per la erogazione dei contributi sono stabiliti con \nprovvedimento di Giunta Regionale, ai sensi della legge 7 \nagosto 1990, n.241, articolo 12.", '7': "SPORTELLO DEL CONSUMATORE E DELL’UTENTE\n1. La Giunta regionale favorisce la creazione dello Sportello del \nconsumatore e dell’utente.\n2. Lo Sportello del consumatore e dell’utente ha lo scopo di \nfornire, a livello regionale, informazioni, documentazione e \nconsulenza su problemi specifici e su problematiche generali, \nattinenti la tutela dei consumatori e degli utenti.\n3. Lo Sportello è gestito dalle associazioni dei consumatori e \ndegli utenti, iscritte nell'elenco regionale di cui all'articolo 4.\n4. La Giunta regionale concede contributi, nei limiti dello \nstanziamento del bilancio, anche per le spese correnti e di \ngestione dello Sportello del consumatore e dell’utente.\n5. La Giunta regionale, sentito il parere del Comitato dei \nconsumatori e degli utenti, concede, entro il 31 dicembre, un \ncontributo annuo, nella misura massima del settanta per cento \ndella spesa ritenuta ammissibile.\n6. I criteri di erogazione dei contributi, di cui ai commi 4 e 5 , \nsono stabiliti con provvedimento di Giunta regionale, ai sensi \ndella Legge 241/90, articolo 12.", '8': "NORMA FINANZIARIA\n1. All'onere derivante dalla presente legge, stabilito in euro \n51.645,69 si provvede, per l'anno finanziario 2002, con la legge \ndi bilancio.\n2. Per gli stanziamenti dei successivi esercizi finanziari si \nprovvede con la legge di bilancio.", '9': "DICHIARAZIONE D'URGENZA\n1. La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello \nStatuto, è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania.\nNapoli, 3 settembre 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO -"}
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{'1': 'Finalità ed ambito di applicazione\n1. La presente legge ha come finalità:\na) la riduzione dei consumi di energia elettrica negli impianti di \nilluminazione esterna e la prevenzione dell’inquinamento ottico \ne luminoso derivante dall’uso degli impianti di illuminazione \nesterna di ogni tipo, ivi compresi quelli di carattere pubblicitario;\nb) la uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento \ndella qualità luminosa degli impianti per la sicurezza della \ncircolazione stradale e per la valorizzazione dei centri urbani e \ndei beni culturali ed architettonici della Regione Campania;\nc) la tutela degli osservatori astronomici professionali e di \nquelli non professionali di rilevanza regionale o provinciale \ndall’inquinamento luminoso;\nd) la salvaguardia dell’ambiente naturale, inteso anche come \nterritorio, e la salvaguardia dei bioritmi naturali delle specie \nanimali e vegetali;\ne) la diffusione tra il pubblico delle tematiche relative \nall’inquinamento luminoso e la formazione di tecnici \nnell’ambito delle pubbliche amministrazioni.', '2': "Definizioni\n1. Ai fini dell'applicazione della presente legge si intende per:a) inquinamento luminoso: emissione di luce artificiale rivolta \ndirettamente o indirettamente verso la volta celeste;\nb) inquinamento ottico: emissione diretta o indiretta di luce \nverso oggetti e soggetti, naturali o manufatti dell’uomo, che non \nè necessario illuminare;\nc) piano illuminotecnico comunale -PIC- : piano che, ad \nintegrazione del piano regolatore urbanistico generale e del \npiano urbanistico territoriale -PUT-, ove esistenti, programma la \nrealizzazione e la gestione degli impianti di illuminazione \nesterna nonché l’adeguamento delle installazioni esistenti sul \nterritorio di competenza alle norme della presente legge.", '3': 'Prescrizioni, prestazioni e riferimenti normativi\n1. Gli impianti di illuminazione esterna sono progettati tenendo \nconto delle seguenti prescrizioni:\na) è vietata l’illuminazione diretta dal basso verso l’alto;\nb) è vietata l’illuminazione di elementi e monumenti del \npaesaggio di origine naturale;\nc) fanno eccezione alla prescrizione della lettera a) gli impianti \ndi illuminazione di edifici pubblici e privati che abbiano carattere \nmonumentale e gli impianti per la valorizzazione degli edifici \nmonumentali e di quelli di particolare interesse architettonico \nper i quali nel progetto sia esplicitamente motivata \nl’impossibilità tecnica di evitare l’illuminazione dal basso verso \nl’alto. In ogni caso, gli impianti in oggetto sono progettati in \nmodo da uniformarsi ai criteri disposti dall’art. 6, comma 1, \nlettere e) e f) e, per le zone di particolare protezione, ai criteri \ndisposti dall’art. 11, lettere c) e d);\nd) è vietato l’uso di fasci di luce, roteanti o fissi, per meri fini \npubblicitari o di richiamo. Analogo divieto si estende alla \nproiezione di immagini o messaggi luminosi nel cielo \nsovrastante il territorio regionale o sullo stesso territorio o su \nsuperfici d’acqua. E’, altresì, vietato utilizzare le superfici di \nedifici e di altri soggetti architettonici o naturali per la proiezione \no l’emissione di immagini, messaggi o fasci luminosi;\ne) per le strade con traffico motorizzato vale la norma \ndell’Ente Nazionale Unificazione \n-UNI- 10439/1995 - o norma della Commissione Europea di \nNormazione -CEN - per gli aspetti fotometrici, la norma del \nComitato Elettrotecnico Italiano -CEI-74-7 per gli aspetti \nelettrici;\nf) per le aree urbane con traffico prevalentemente \npedonale si fa riferimento alle raccomandazioni contenute \nnella pubblicazione della Commissione International de \nl’Eclairage -CIE- n.136 del 2000 — Guida all’illuminazione delle \naree urbane - o norma CEN.', '4': 'Requisiti tecnici dei componenti e degli impianti\n1. I componenti di impianto hanno i seguenti requisiti:\na) efficienza luminosa nominale delle lampade: almeno 90 \nlm/w;\nb) rendimento degli alimentatori delle lampade a scarica: \nalmeno 90 per cento;c) rendimento ottico degli apparecchi di illuminazione: almeno \n90 per cento ;\nd) per l’illuminazione degli impianti sportivi e per l’illuminazione \nmonumentale è consentito l’uso di lampade agli alogenuri; è, \naltresì, consentito l’uso di lampade elettroniche a basso \nconsumo per piccoli impianti con al massimo 10 punti luce; è \nvietato l’uso di lampade al mercurio;\ne) impianti di tipo stradale con impiego di armature stradali: \nemissione massima 5 cd/klm a 90° e 0 cd/klm a oltre 90°;\nf) per il progetto di illuminazione di strade con traffico \nmotorizzato si applicano i valori minimi riportati dalla norma UNI \n10439/1995 recante disposizioni sui requisiti illuminotecnici \ndelle strade con traffico motorizzato.', '5': 'Ottimizzazione del progetto\n1. Per una data combinazione lampada/apparecchio di \nilluminazione, i parametri geometrici degli impianti di \nilluminazione stradale sono scelti in modo che l’interdistanza \ntra i centri luminosi risulti la massima possibile.\n2. Il piano di manutenzione degli impianti di illuminazione \nesterna è scelto in modo da minimizzare i consumi energetici -\npiano ottimale-.', '6': 'Valorizzazione dei centri storici e degli edifici di carattere \nmonumentale e architettonico\n1. Per gli impianti , i requisiti tecnici richiesti sono :\na) gli impianti sono idonei alla corretta valorizzazione dei \nbeni culturali e dei centri storici e le caratteristiche delle \nlampade si armonizzano con i colori degli ambienti e dei \nbeni culturali esistenti;\nb) gli impianti e i loro componenti hanno requisiti minimi \nestetici comuni tenendo presente che gli apparecchi di \nilluminazione e gli altri componenti -sorgenti, pali, cavi- non \ncostituiscono inquinamento visivo, non hanno stile \nincompatibile con l’ambiente, non sono installati su o in \nprossimità dei manufatti artistici e non sono in numero \neccessivo -effetto foresta-;\nc) per gli impianti di carattere ornamentale e di arredo urbano \ncon lanterne, lampare o corpi illuminanti similari dotati di ottica \ninterna è consentita una emissione massima 10 cd/klm a 90° e \n0 cd/klm a oltre 90°;\nd) per gli impianti ornamentali e di arredo urbano con ottiche \naperte di ogni altro tipo è consentita una emissione massima \ndi 35 cd/klm a 90°, 5 cd/klm fino a 100°, 0 cd/klm oltre 100°;\ne) per gli impianti di facciate di edifici pubblici o privati, a \ncarattere monumentale o architettonico, l’impianto è progettato \nin modo che il flusso luminoso diretto verso l’emisfero \nsuperiore non superi il 10 per cento, per le sagome irregolari, \ne il 5 per cento, per le sagome regolari, di quello fuoriuscente \ndai corpi illuminanti, con luminanza media mantenuta delle \nsuperfici di 1 cd/mq, se i dintorni sono bui, 2 cd/mq, se i dintorni \nsono illuminati; in tali zone è assicurata, negli orari previsti, una \nriduzione complessiva della potenza impegnata non inferiore al 50 per cento;\nf) per gli impianti di illuminazione di facciate di edifici che non \nhanno carattere monumentale l’impianto è progettato in modo \nda contenere rigorosamente l’emissione del flusso luminoso \nentro il perimetro dell’edificio e con luminanza media delle \nsuperfici di 1 cd/mq.', '7': 'Regolatori di flusso luminoso\n1. Tutti gli impianti di illuminazione esterna sono muniti di \ndispositivi di regolazione del flusso luminoso per la riduzione \ndei consumi energetici di almeno il 30 per cento dopo le ore 23 \ne dopo le ore 24 nel periodo di ora legale; il rendimento di tali \ndispositivi non è inferiore al 97 per cento.\n2. Per gli impianti di illuminazione di strade extraurbane e di \nquelle urbane, aventi classe da A a D, come indicate dalla \nnorma UNI 10439/95, sono adottati dispositivi idonei alla \nriduzione automatica dei livelli di illuminamento/luminanza ai \nvalori minimi mantenuti di progetto.\n3. Per le aree a traffico prevalentemente pedonale i Comuni \napplicano i dispositivi di cui al comma 1. \n4. Per le insegne pubblicitarie di non specifico e \nindispensabile uso notturno, lo spegnimento è fissato alle ore \n24; per quelle di esercizi commerciali od altro genere di \nattività che si svolgono dopo tale orario, lo spegnimento è \nfissato all’orario di chiusura degli stessi; in caso di insegne \nnon dotate di luce interna, è vietata l’ illuminazione dal basso \nverso l’alto.', '8': 'Progetto ed adeguamento degli impianti di illuminazione\n1. Tutti gli impianti di illuminazione esterna esistenti nei Parchi \nnazionali presenti sul territorio della Regione e nelle zone di \nparticolare protezione di cui all’art. 10, comma 1, lettera a), \nsono adeguati alle norme della presente legge entro \nventiquattro mesi dalla entrata in vigore.\n2. Entro 48 mesi sono adeguati gli impianti esistenti nelle altre \naree di particolare protezione presenti in Regione e nei siti di \nosservazione. \n3. Le strutture degli impianti di illuminazione pubblici e privati, \nnon ricadenti negli ambiti territoriali di cui ai commi 1 e 2, \nsoggette ad obsolescenza, sono obbligatoriamente sostituite \ncon altre rispondenti ai requisiti della presente legge.\n4. Per la realizzazione di nuovi impianti di illuminazione per \nesterni, il rifacimento di quelli esistenti o la sostituzione parziale \ndi apparecchi di illuminazione, ivi comprese le insegne \npubblicitarie, anche al fine dell’adeguamento degli impianti alle \nnorme della presente legge, all’atto della dichiarazione inizio \nlavori -DIA- i soggetti interessati predispongono ed inviano \nall’Ufficio Tecnico Comunale —UTC- apposito progetto redatto \nda professionista abilitato. Dal progetto risulta la rispondenza \ndell’impianto ai requisiti della presente legge.\n5. I Comuni individuano nel PIC i beni culturali ed architettonici \nda valorizzare d’intesa con la competente Sopraintendenza ai \nBeni Ambientali ed Architettonici.', '9': 'Contributo regionale\n1. La Regione partecipa alle spese per l’adeguamento degli \nimpianti di illuminazione di cui alla presente legge.', '10': "\nElenco degli Osservatori astronomici ed individuazione delle \nzone di particolare protezione\n1. Ai fini dell'applicazione della presente legge è istituito, \npresso il Settore Ecologia della Regione Campania, l'elenco \ndelle aree da sottoporre a particolare protezione e l’elenco delle \nAssociazioni di astrofili in cui sono indicati: \na) gli Osservatori astronomici professionali e, distinti, quelli non \nprofessionali e i siti di osservazione ove si svolgono attività \nscientifiche e di divulgazione culturale di rilevante interesse \nregionale con la relativa fascia di particolare protezione, di cui \nall’allegato 2 che forma parte integrante della presente legge;\nb) le Associazioni di astrofili presenti nella Regione Campania \ne il rispettivo territorio di competenza di cui all’allegato 3 che \nforma parte integrante della presente legge;\nc) l’elenco delle aree protette in Campania, di cui all’allegato 4 \nche forma parte integrante della presente legge.\n2. Gli elenchi di cui al comma 1, allegati 2 e 3, sono \naggiornati con deliberazione della Giunta regionale e sono \npubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. La \nSocietà Astrofila Italiana —SAIt- e la Unione Astrofili Italiani -\nUAI - inviano annualmente alla Regione l’elenco aggiornato \ndegli Osservatori astronomici professionali e non professionali \ne delle Associazioni di astrofili presenti sul territorio \nregionale. L’elenco di cui all’allegato 4 è automaticamente \naggiornato ad ogni nuova istituzione di aree protette.\n3. Le zone di particolare protezione di cui al comma 1 sono \nindividuate in chilometri di raggio dal centro degli Osservatori \nprofessionali e non professionali e sono pari, \nrispettivamente, a 2 chilometri per gli Osservatori \nprofessionali e non professionali inseriti nel tessuto urbano, \na 10 chilometri per gli Osservatori professionali e non \nprofessionali non ricadenti nelle aree urbane e a 2 chilometri \nper i siti di osservazione, di cui all’allegato 2 e successive \nmodifiche, ai confini amministrativi dei Comuni in cui \nricadono in tutto o in parte le aree naturali protette di cui \nall’allegato 4. I Comuni il cui territorio sia compreso anche \nsolo in parte nelle zone di particolare protezione estendono le \nnorme tecniche relative a tutto il territorio comunale.\n4. Gli Osservatori astronomici professionali e non \nprofessionali, la SAIt, la UAI, le associazioni di astrofili, l’\nAssociazione Italiana di Illuminazione -AIDI- e l’Associazione \nNazionale Produttori di Illuminazione -ASSIL- collaborano con \ngli Enti territoriali per una migliore e puntuale applicazione della \nlegge segnalando le sorgenti di luce non rispondenti ai \nrequisiti della presente legge e partecipando attivamente alle \ncampagne informative per la divulgazione degli obiettivi e dei \ncontenuti della presente legge anche secondo il disposto degli \nart. 12 e 16.", '11': '\nDisposizioni per le zone di particolare protezione\n1. Nelle zone di particolare protezione valgono, oltre ai disposti \ndegli articoli 3, 4, 5, 6 e 7, i seguenti valori di progetto:\na) impianti di cui all’art. 4 , comma e), emissione massima 0 \ncd/klm a 90° ed oltre;\nb) impianti di cui all’art.4, comma f), emissione massima 10 \ncd/klm a 90° e 0 cd/klm a 100° ed oltre con fari simmetrici e 0 \ncd/klm a 90° ed oltre se asimmetrici;\nc) impianti di cui all’art. 6, comma c), emissione massima 10 \ncd/klm a 90° e 0 cd/klm a 100° ed oltre;\nd) impianti di cui all’art. 6, comma d), emissione massima 25 \ncd/klm a 90°, 5 cd/klm a100° e 0 cd/klm a 110° ed oltre.', '12': '\nCompetenze della Regione\n1. Sono di competenza della Regione: \na) la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco degli Osservatori \nastronomici professionali e non professionali e la \nindividuazione delle relative zone di particolare protezione; \nb) la tenuta e l’aggiornamento delle aree naturali protette, ai \nsensi della legge 6 dicembre 1991, n. 394, e di altre aree \nprotette istituite in base a leggi regionali e su proposta di \nProvince e Comuni;\nc) la promozione di iniziative di aggiornamento tecnico e \nprofessionale del personale e delle strutture operative delle \namministrazioni pubbliche con competenze nell’ambito \ndell’illuminazione;\nd) la sensibilizzazione del pubblico alle problematiche oggetto \ndella presente legge con campagne promozionali, convegni ed \naltre iniziative di carattere divulgativo anche in collaborazione \ncon l’Università, con gli Ordini Professionali, con l’Associazione \nItaliana di Illuminazione -AIDI- delegazione Campania, con \nl’Associazione Nazionale Produttori di Illuminazione -ASSIL-, \ncon la Società Astronomica Italiana SAIt-, con l’Unione Astrofili \nItaliani -UAI- e con l’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e \nl’Ambiente —ENEA-;\ne) la promozione di corsi di formazione per tecnici specializzati \npresso gli Ordini professionali, anche con la collaborazione di \nEnti e Associazioni specialistiche;\nf) la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco delle Associazioni di \nastrofili presenti in Regione.', '13': '\nCompetenze delle Province\n1. Le Province, secondo le proprie competenze, esercitano il \ncontrollo sull’applicazione della presente legge.\n2. Le Province, con i proventi delle sanzioni di cui all’articolo 19 \ned all’allegato 1:\na) finanziano iniziative di diffusione delle finalità della presente \nlegge; \nb) incentivano l’adeguamento degli impianti di illuminazione \npubblica alla presente legge.', '14': "\nCompetenze dei Comuni\n1. Sono di competenza dei Comuni: \na) l'integrazione del regolamento edilizio in conformità alle \ndisposizioni della presente legge;\nb) la collaborazione con la Regione per la divulgazione delle \nproblematiche e della disciplina relativa alla riduzione e \nprevenzione dell'inquinamento luminoso; \nc) la promozione e l’incentivazione dell'adeguamento, della \nprogettazione, installazione e gestione degli impianti pubblici e \nprivati di illuminazione esterna alle norme tecniche fissate dalla \npresente legge;\nd) la vigilanza sul rispetto delle norme tecniche stabilite per gli \nimpianti di illuminazione esterna;\ne) l’applicazione delle sanzioni amministrative di cui all’articolo \n19 ed all’allegato 1.\n2. I proventi delle sanzioni introitati sono prioritariamente \nimpiegati per l’adeguamento degli impianti di illuminazione \npubblica alle norme della presente legge.", '15': '\nDisposizioni finanziarie\n1. Per il finanziamento degli interventi previsti dalla presente \nlegge si provvede con le disponibilità finanziarie di cui alla \ncorrispondente UPB del bilancio di previsione della Regione \nCampania per l’anno 2002, nella cui declaratoria si aggiunge: \n"Interventi per il contenimento dell’inquinamento luminoso \ne dei consumi energetici negli impianti pubblici di \nilluminazione esterna", per un importo di dieci milioni di euro.\n2. Per gli esercizi degli anni successivi, gli stanziamenti \nsono determinati in due milioni annui di euro per i primi \ndue anni e successivamente sono determinati secondo \nle esigenze e le disponibilità e si fa fronte con apposita legge \ndi bilancio.', '16': "\nContributi regionali ai Comuni e alle aree naturali protette\n1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge, la Regione concede ai Comuni contributi, nei limiti \ndell'apposito stanziamento di bilancio, per l'adeguamento alle \nnorme tecniche della presente legge, degli impianti pubblici di \nilluminazione esterna esistenti a tale data, in misura non \nsuperiore al cinquanta per cento della spesa ritenuta \nammissibile, tenendo conto dell’entità territoriale e \ndemografica del comune richiedente.\n2. I contributi di cui al comma 1 sono concessi in via prioritaria:\na) ai Comuni che alla data di entrata in vigore della presente \nlegge hanno già adottato propri regolamenti in materia di \ninquinamento luminoso, purchè conformi alla presente legge;\nb) ai Comuni il cui territorio ricade tutto od in parte all'interno \ndelle zone di particolare protezione individuate ai sensi dell’art. \n10 e degli allegati 2 e 4.\n3. La Regione concede contributi agli Enti gestori dei parchi \nnaturali e delle altre aree protette di cui all ’art. 10 per la realizzazione degli spazi da destinare all ’osservazione \nastronomica e alla didattica astronomica per i visitatori dei \nparchi. Tali contributi, nei limiti dello stanziamento di bilancio \nprevisto, non superano il cinquanta per cento della spesa \nritenuta ammissibile e, comunque, non sono concessi per un \nimporto superiore ad euro quindicimila per ogni area. Le \nAssociazioni di Astrofili costituiscono interlocutore privilegiato \ndegli Enti per la collaborazione alla gestione di tali aree.\n4. Per ottenere i contributi di cui ai commi 1 e 3, i Comuni \ne gli Enti presentano domanda alla Regione con allegato il \nprogetto degli interventi proposti redatto da professionista \nabilitato da cui risulti con chiarezza il rispetto delle norme della \npresente legge e l’indicazione della relativa spesa.\n5. Entro i sessanta giorni successivi alla presentazione della \ndomanda di cui al comma 4, la Giunta regionale determina \nl’entità e le modalità di concessione.", '17': "\nDeroghe\n1. Non sono soggetti alle prescrizioni di cui alla presente legge:\na) porti, aeroporti e strutture, militari e civili, limitatamente agli \nimpianti ed ai dispositivi di segnalazione strettamente \nnecessari a garantire la sicurezza della navigazione marittima \ned aerea; \nb) gli impianti di illuminazione sotto tettoie, portici, sottopassi, \ngallerie e strutture similari con effetto schermante;\nc) gli impianti per le manifestazioni all’aperto e itineranti con \ncarattere di temporaneità e provvisorietà che hanno ottenuto le \nautorizzazioni di cui al comma 2 , per un limite massimo di tre \ngiorni al mese per ogni Comune interessato;\nd) gli impianti con massimo cinque punti-luce e con emissione \nnon superiore a 1.200 lumen per punto purchè il flusso diretto \nverso l'emisfero superiore non ecceda il 20 per cento di quello \nnominale prodotto dalle lampade;\ne) le strutture in cui sono esercitate attività relative all’ordine \npubblico ed all’amministrazione della giustizia limitatamente \nagli impianti necessari a garantire la sicurezza;\nf) per gli impianti di cui alla lettera c) resta operante il divieto \ndell’impiego di giostre e fasci luminosi e di illuminazione dal \nbasso verso l’alto.\n2) Le richieste di deroga per le manifestazioni di cui al comma \n1, lettera c), sono presentate all’Ufficio Tecnico Comunale \ninteressato. In caso di mancata risposta si applica il criterio del \nsilenzio assenso.", '18': '\nDisposizioni Transitorie — Norme provvisorie di salvaguardia\n1. In assenza di un Piano illuminotecnica Urbano, ai fini della \nprotezione contro l’inquinamento luminoso, ogni territorio \ncomunale è suddiviso in zone secondo la classificazione della \nnorma UNI 10819/1999.', '19': "\nSanzioni\n1. A partire dal novantesimo giorno successivo alla data di \nentrata in vigore della presente legge, l'installazione o la modifica degli impianti di illuminazione esterna, in violazione \ndelle relative norme tecniche, comporta l'applicazione, da parte \ndella Provincia competente, delle sanzioni di cui all’allegato 1.\n2. La presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino \nufficiale della Regione Campania. E’ fatto obbligo, chiunque \nspetti, di osservarla e di farla osservare come Legge della \nregione Campania.\nNapoli, 25 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n- BASSOLINO -"}
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{'1': 'Finalità\n1. La Regione Campania, al fine di agevolare l’accesso al \ncredito da parte degli agricoltori, singoli o associati, promuove \nla costituzione e lo sviluppo dei consorzi o Cooperative di \ngaranzia collettiva fidi, di cui all’articolo 19 della Legge 5 ottobre \n1991, n.317, di seguito denominati Confidi.', '2': 'Intervento regionale\n1. Per il conseguimento delle finalità di cui all’articolo 1 sono \nconsessi ai Confidi contributi:\na) per l’erogazione del fondo rischi;\nb) per la realizzazione di programmi annuali di sviluppo \norganizzativo o gestionale, di servizi finanziari nonché di attività \ndi informazione, di consulenza e di assistenza finanziaria alle \nimprese associate.\n2. I contributi di cui alla lettera a) del comma 1, sono concessi \nfino alle misure massime di seguito indicate:\na) il primo anno di erogazione, tre volte il valore del fondo di \nrischi esistenti al 31 dicembre dell’anno precedente a quello \ndella presentazione della domanda;\nb) il secondo anno di erogazione, due volte il valore dei nuovi \napporti al fondo rischi registrati nell’anno precedente ;\nc) il terzo anno di erogazione, una volta il valore dei nuovi \napporti al fondo rischi registrati;\nd) gli anni successivi, il cinquanta per cento del valore dei nuovi \napporti al fondo rischi registrati nell’anno precedente. \n3. Il contributo previsto al comma 1, lettera b), e commisurato fino al settanta per cento della spesa riconosciuta ammissibile \nper la realizzazione dei programmi di cui al comma 1; il \ncontributo non può, comunque, eccedere l’importo di euro \n154.937,07.\n4. La Giunta regionale, con cadenza biennale, individua le \ncategorie di spesa dei programmi di cui al comma 1, lettera b), \nnonché la proporzione fra singole e la spesa complessiva.', '3': 'Beneficiari\n1.I contributi di cui all’articolo 2 sono concessi ai Confidi che:\na) siano iscritti nell’apposita sezione dell’elenco di cui \nall’articolo 106 del decreto Legislativo 1° settembre 1993, \nn.385;\nb) siano regolati da uno statuto il quale preveda:\n1) il fine di mutualità fra gli aderenti;\n2) chele garanzie siano concesse indipendentemente da \nnumero delle quote sottoscritte e versate;\n3) che possano aderirvi esclusivamente imprenditori agricoli, \nsingoli e associati, ai sensi della vigente legislazione;\n4) che possano aderirvi, quali sostenitori, Enti pubblici ed \nOrganismi privati;\n5) che il Consiglio di Amministrazione e gli altri organi siano \ncostituiti per almeno due terzi da soci di cui al punto 3;\nc) operino in ambito territoriale provinciale, interprovinciale o \nregionale e abbiano natura giuridica di primo o secondo grado;\nd) dispongano di un fondo rischi di un ammontare non inferiore \na euro 154.937,07;\ne) abbiano il capitale sociale a fondo consortile interamente \nversato;\nf) abbiano stipulato con una o più aziende di credito convenzioni \nper regolare i rapporti economici, giuridici e di altra natura, \nattinenti al credito da concedere agli operatori agricoli.\n2. Se i requisiti di cui al comma 1, punti 1-2-3-4-5, e lettere d) \ned e) non sono posseduti all’atto della domanda, il soggetto \nrichiedente assume formale impegno ad acquisirli entro un \nanno dalla data del provvedimento di concessione del \ncontributo.', '4': 'Controllo e sanzioni\n1. Contestualmente alla delibera di cui all’articolo 2, comma 4, \nda adottare entro il 30 settembre precedente al biennio di \nriferimento, la Giunta regionale definisce le modalità di \ncontrollo sui confidi, al fine di assicurare l’esatta destinazione \ndei contributi concessi nonché il rispetto delle altre condizioni o \ndei requisiti previsti dalla presente legge. \n2. La violazione degli obblighi di cui alla presente legge da \nparte dei Confidi, se non imputabile a cause di forza maggiore, \ncomporta: \na) la revoca dei contributi e la restituzione di quelli erogati, \nmaggiorati degli interessi legali calcolati legali calcolati per il \nperiodo intercorrente fra la loro riscossione ed il rimborso;\nb) il non accesso ai contributi di cui alla presente legge per un periodo di tre anni.', '5': 'Procedimento Amministrativo\n1. Le domande del contributo di cui all’articolo 2, comma 1, \nlettera a), sono presentate alla Giunta regionale — Area \nGenerale di Coordinamento Sviluppo Attività Settore Primario —\nSettore Bilancio e Credito Agrario — entro 30 aprile di ogni anno.\n2. Le domande del contributo di cui all’articolo 2, comma 1, \nlettera b), sono presentate entro il 30 novembre precedente \nall’anno di riferimento.\n3. I contributi di cui all’articolo 2, commi 1 e 2 previa istruttoria \ndel Settore di cui al comma 1, sono concessi, su proposta \ndell’assessore all’Agricoltura, dalla giunta regionale con \ndeliberazione da adottare, rispettivamente, entro il 30 giugno ed \nentro il 31 gennaio di ciascun anno.\n4. I contributi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera b) sono \nliquidati sulla base dell’accertamento di avvenuta realizzazione \ndel programma. Contestualmente alla concessione è disposta \nl’erogazione di una anticipazione di importo pari al cinquanta \nper cento del contributo. La liquidazione è effettuata con decreto \ndel Presidente della Giunta regionale, o dell’Assessore \ndelegato, entro 60 giorni dal ricevimento della domanda di \nliquidazione.', '6': 'Norma transitoria\n1. In sede di prima applicazione le domande di cui all’articolo 5 \nsono presentate entro il 60° giorno successivo alla data di \npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della deliberazione di cui \nall’articolo 2, comma 4, ed i provvedimenti di concessione, \nsalvo quanto previsto all’articolo 7, sono adottati nei successivi \n90 giorni.', '7': 'Applicazione finanziaria\n1.Dalla data di entrata in vigore della presente legge si \nprovvede all’espletamento di tutte le procedure e degli \nadempimenti previsti per l’attuazione degli interventi, con \nesclusione dei soli atti di concessione e di assunzione degli \nimpegni di spesa, che restano subordinati all’adozione, ai \nsensi dell’articolo 87-ex92- del trattato dell’unione Europea e \ndella decisione favorevole da parte della Commissione \ndell’Unione Europea. \n2. La decisione della Commissione dell’unione Europea è \npubblicata per estratto nel Bollettino Ufficiale della regione \nCampania.', '8': 'Norma finanziaria\n1.All’onere derivante dall’applicazione dalla presente legge, \ndeterminato per l’esercizio finanziario 2002 in euro \n1.549.370,70, si fa fronte mediante:\na) la situazione nello stato di previsione della spesa per \nl’esercizio finanziario 2002 delle seguenti Unità Previsionali di Base —U.P.B. -.\n1) U.P.B. 7.29.65 con la denominazione “ contributi a favore dei \nConsorzi e delle Cooperative di garanzia collettiva fidi per la \nintegrazione del fondo rischi “ e con la dotazione, per la \ncompetenza e la cassa, di euro 1.02.913, 80; \n2) U.P.B. 7.29.65 con la denominazione “ Contributi a favore dei \nConsorzi e delle cooperative di garanzia collettiva fidi per la \nrealizzazione di programmi di sviluppo, di servizi finanziari e di \nattività di informazione, di consulenza e di assistenza finanziaria \nalle imprese associate” e con la dotazione, per la competenza \ne la cassa, Euro 4126.456,90. \n2. Per gli esercizi successivi le spese occorrenti per l’\nattuazione degli interventi di cui alla presente legge e la relativa \ncopertura finanziaria, sono determinate con la legge di \napprovazione del bilancio', '9': 'Dichiarazione di urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla presente pubblicazione nel Bollettino \nufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 25 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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campania
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{'1': '1.Sono autorizzate in sede di consuntivo, per riaccertamento sul \nconto dei residui passivi, le eccedenze di impegno sui seguenti \ncapitoli per gli importi a fianco indicati: Capitolo di bilancio 1997 \nCapitolo ed esercizio di provenienza Importo 1058\nAttuazione del sub asse 4.4 —obiettivo\n5A- P.O. Campania 1994/99 — Fondi\nNazionali- 1058/96 \nlire900\n3256\nSpese connesse all’applicazione della legislazione agraria, ivi \ncomprese quelle per studi e ricerche preliminari alla \nprogrammazione o attuazione degli interventi, per la \ndivulgazione della normativa, per la stampa di moduli e \ndocumenti, per lo acquisto di attrezzature e supporti tecnici \nnonché per le indennità accessorie al personale impegnato \nnello svolgimento di ispezioni ed accertamenti-legge regionale \n2 agosto 1982, n. 42,art.76, comma 1 —lettera a-\n3526/96 \nlire295\n5154\nPolitiche giovanili, promozione servizio\nInformagiovani L.r.12 agosto 1993, n. 26 5154/95 \nlire 250.000.000', '2': '1.La variazione in meno per lire 200.000.000, autorizzata con \nlegge regionale 24 dicembre 1997, n. 20 sia in termini di \ncompetenza che di cassa, sul capitolo 1000 — Fondo per spese \nobbligatorie -dello stato di previsione della spesa del bilancio per l’esercizio finanziario 1997 deve intendersi, invece, \neffettuata, sempre in termini di competenza e cassa, sul \ncapitolo 1010 —Fondo spese impreviste — dello stato di \nprevisione della spesa del bilancio.', '3': '1.E’ autorizzata, ai sensi del combinato disposto dell’ultimo \ncomma dell’articolo 77 della legge regionale 27 luglio 1978 n. \n20 e del secondo comma dell’articolo 52 della legge regionale \n30 aprile 2002, n. 7, l’eccedenza di impegno di spesa sul \ncapitolo 124 del conto di competenza concernente:\n“Posizioni debitorie pregresse ricognite, ai sensi dell’articolo 22 \ndella legge regionale 27 dicembre 1995, n. 25, per l’importo di \nlire 12.425.047.”', '4': '1.E’ autorizzata, ai sensi del combinato disposto dell’ultimo \ncomma dell’articolo 77 della legge regionale 27 luglio 1978, n. \n20 e del secondo comma dell’articolo 52 della legge regionale \n30 aprile 2002, n. 7, l’eccedenza di impegno di spesa sul \ncapitolo 1354 del conto di competenza concernente: “ Spese in \nconto capitale per l’istituzione di parchi e riserve naturali \nfinalizzate alla protezione, valorizzazione e fruizione degli stessi \n—legge regionale 1 settembre 1993, n. 33” per l’importo di lire \n77.000.000', '5': '1.E’ autorizzata, ai sensi del combinato disposto dell’ultimo \ncomma dell’articolo 77 della legge regionale 27 luglio 1978, n. \n20 e del secondo comma dell’articolo 52 della legge regionale \n30 aprile 2002, n. 7, l’eccedenza di impegno d spesa sul \ncapitolo 1670 del conto d competenza concernente:”Interventi di \nmanutenzione per gi impianti di depurazione Napoli Ovest, \nCuma, Nola, Acerra, Area Casertana, Napoli Est, Regi Lagni e \nReti di Collettori” per l’importo di lire 301.513.405.', '6': '1. E’ autorizzata, ai sensi del combinato disposto dell’ultimo \ncomma dell’articolo 77 della legge regionale 27 luglio 1978, n. \n20 e del secondo comma dell’articolo 52 della legge regionale \n30 aprile 2002, n. 7, l’eccedenza d impegno di spesa sul \ncapitolo 7840 del conto di competenza concernente: “\nValorizzazione del volontariato- Articoli 5,7 e 8 della legge \nregionale 8 febbraio 1993, n. 9 e legge regionale 7 agosto \n1996, n. 18” - per l’importo di lire 400.000.000.', '7': '1.La giacenza di cassa al 1° gennaio 1997 iscritta al capitolo A \n1 dello stato di previene dell’entrata del bilancio per l’anno \nfinanziario 1997, approvato con legge regionale 3 giugno 1997, \nn. 15 per lire 3.600.000.000.000 è incrementata in sede di \nconsuntivo per lire 531.285.890.440, attestandosi a \ncomplessive lire 4.131.285.890.440, ai sensi della legge \nregionale di approvazione del conto consuntivo per l’esercizio \nfinanziario 1996, 16 maggio 2001, n. 6, articolo 9.\n2. La somma di lire 531.285.890.440 è iscritta al capitolo 1012 \ndello stato di previsione della spesa del bilancio 1997.', '8': 'CONTO FINANZIARIO1.E’approvato il conto consuntivo finanziario della Regione \nCampania per l’esercizio 1997, che si allega e che forma parte \nintegrante della presente legge, con le risultanze di cui agli \narticoli seguenti.', '9': 'ENTRATE\n1.Le entrate derivanti da tributi propri della Regione, da \ncontributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite patrimoniali, \nda utili di Enti o Aziende regionali, da alienazioni di beni \npatrimoniali, da trasferimenti di capitali e rimborso di crediti e \nper contabilità speciali accertate nell’esercizio finanziario 1997, \nper la competenza dell’esercizio stesso, sono stabilite quali \nrisultano dal conto consuntivo in lire 16.057.377.227.872.\n2 I residui attivi determinati alla chiusura dell’esercizio 1996 in \nlire 7.121.482.327.627, risultano riaccertati, per effetto di \nmaggiori e minori entrate verificatesi nel corso della gestione \n1997, in lire 6.943.279.297.023.\n3 I residui attivi al 31 dicembre 1997 ammontano \ncomplessivamente a lire 9.751.648.679.732, cosi risultanti:\nsomme riscosse somme rimaste da riscuotere totale\nAccertamenti 12.135.315.437.460 3.922.061.790.412 \n16.057.377.227.872\nResidui attivi \ndell’esercizio 1996 1.113.692.407.703 5.829.586.889.320 \n6.943.279.297.033\n9.751.648.679.732\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l’ammontare \ncomplessivo dei residui attivi al 31 dicembre 1997 iscritti nel \nbilancio di previsione per l’anno 1998, approvato con legge \nregionale 16 giugno 1998, n. 8, è rideterminato in lire \n9.751.648.679.732, cosi come risulta dall’elenco dei residui \nattivi, distinti per capitolo e per esercizio di provenienza, allegato \nal conto consuntivo finanziario per l’esercizio1997.', '10': '\nSPESE\n1.Le spese correnti, per investimento, per oneri non ripartibili e \nper contabilità speciali impegnate nell’esercizio finanziario \n1997, per la competenza dell’esercizio stesso, sono stabilite \nquali risultano dal conto consuntivo in lire 15.709.664.243.240.\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell’esercizio 1996 \nin lire 4.013.947.232.300 risultano riaccertati, per effetto di \neconomie e perenzioni verificatesi nel corso della gestione \n1997, in lire 3.490.995.707.059.\n3. I residui passivi al 31 dicembre 1997 ammontano \ncomplessivamente a lire 6.046.148.902.043, cosi risultanti:\nsomme pagate somme rimaste da pagare totale\nimpegni 11.247.689.172.520 4.461.975.070.720 \n15.709.664.243.240\nresidui passivi\ndell’esercizio 1996 1.906.821.875.736 1.584.173.831.323 \n3.490.995.707.059\n6.046.148.902.0434. Per effetto di quanto sopra accertato, l ’ammontare \ncomplessivo dei residui passivi al 31 dicembre 1997 iscritti nel \nbilancio di previsione per l’anno finanziario 1998, approvato con \nlegge regionale 16 giugno 1998, n. 8, è rideterminato in lire \n6.046.148.902.043, così come risulta dall’elenco dei residui \npassivi, distinti per capitolo e per esercizio di provenienza, \nallegato al conto consuntivo finanziario per l’esercizio 1997.', '11': '\nAVANZO DELLA GESTIONE DI COMPETENZA\n1.L’avanzo della gestione di competenza dell’esercizio \nfinanziario 1997 è stabilito in lire 347.712.984.632, cosi come \nrisulta dai seguenti dati:\n- Entrate complessivamente accertate lire \n16.057.377.227.872\n- Spese complessivamente impegnate lire \n15.709.664.243.240\n- Avanzo di competenza lire \n347.712.984.632', '12': '\nSITUAZIONE DI CASSA\n1.Il fondo di cassa alla chiusura dell’esercizio finanziario 1997 \nammonta a lire 4.225.782.687.347 e risulta stabilito come \nsegue:\nFondo cassa alla chiusura dell’esercizio 1996 lire \n4.131.285.890.440\nRiscossioni dell’esercizio 1997\n- In conto competenza - articolo 9- lire 12.135.315.437.460\n-In conto residui articolo 9 lire 1.113.692.407.703\ntotale lire 13.249.007.845.163 \nlire 13.249.007.845.163\ntotale lire 17.380.293.735.603\nPagamenti dell’esercizio 1997\n- In conto competenza — articolo 10 lire 11.247.689.172.520\n- In conto residui —articolo 10 lire 1.906.821.875.736\ntotale lire 13.154.511.048.256 \nlire 13.154.511.048.256\nFondo di cassa alla chiusura dell’esercizio 1997 \nlire 4.225.782.687.347\n2. Per effetto di quanto sopra accertato, la giacenza di cassa al \n1° gennaio 1998 iscritta nello stato di previsione dell’entrata del \nbilancio per l’anno finanziario 1998, approvato con legge \nregionale 16 giugno 1998, n. 8, per lire 3.600.000.000.000 è \nrideterminata in lire 4.225.782.687.347.', '13': '\n1.L’avanzo finanziario alla fine dell’esercizio 1997 ammonta a \nlire 7.931.282.465.036 e risulta stabilito così come di seguito \nindicato:\nAvanzo della gestione di competenza — articolo 11 -\nlire 347.712.984.632\nAvanzo dell’esercizio 1996 \nlire 7.238.820.985.767+\nDiminuzione dei residui passivi provenienti dall’esercizio 1996:\nAccertati\nAl 1° gennaio 1997 —articolo 10 —4.013.947.232.300 Al 31 dicembre 1997 —articolo 10 -3.490.995.707.059 lire \n522.951.525.241-\nDiminuzione dei residui attivi provenienti dall’esercizio 1996:\nAccertati\nAl 1° gennaio 1997 —articolo 9 - 7.121.482.327.627\nAl 31 dicembre 1997 — articolo 9 - 6.943.279.297.023 lire \n178.203.030.604\nTotale lire +7.583.569.480.404\nAvanzo finanziario al 31 dicembre 1997 \nlire 7.931.282.465.036', '14': '\nCONTO GENERALE DEL PATRIMONIO\n1.E’ approvato il conto generale del patrimonio per l’esercizio \nfinanziario 1997, allegato alla presente legge, di cui forma parte \nintegrante, che presenta i seguenti dati riassuntivi:\nSituazione al 1° gennaio 1997\nAttività \n- attività finanziarie lire 11.252.768.218.067\n- attività disponibili lire 254.551.319.490\n- attività non disponibili lire 332.867.420.214\ntotale attività lire 11.840.186.957.771\n- passività finanziarie lire 7.755.996.631.539\n- passività diverse lire 3.457.612.154.557\ntotale passività lire 11.213.578.786.096\nEccedenza delle attività al 1°gennaio 1997 \nlire 626.608.171.675\nSituazione al 31 dicembre 1997\n- attività finanziarie lire 13.977.431.367.079\n- attività disponibili lire 260.238.776.320\n- attività non disponibili lire 337.130.824.052\ntotale attività lire 14.574.800.967.451\nPassività\n- passività finanziarie lire 10.930.544.771.538\n- passività diverse lire 3.026.572.279.860\ntotale passività lire 13.957.117.051.398\nEccedenza delle attività al 31 dicembre 1997 \nlire 617.683.916.053\n2. Il peggioramento patrimoniale dell’esercizio 1997 risulta \nessere di lire 8.924.255.622, cosi come espresso dalla \nseguente situazione riepilogativa:\nIniziale Finale \nVariazione\nAttività 11.840.186.957.771 14.574.800.967.451 \n+ 2.734.614.009.680\nPassività 11.213.578.786.096 13.957.117.051.398 \n- 2.743.538.265.302\nEccedenza\nAttività 626.608.171.675 617.683.916.053\nNetto patrimoniale dell’esercizio 1997 \nlire - 8.924.255.622', '15': '\n1.la Giunta regionale è autorizzata ad iscrivere nello stato di \nprevisione dell’entrata del bilancio di previsione relativo \nall’esercizio finanziario nel corso del quale è approvato il rendiconto generale per l ’anno 1997, ovvero nell ’esercizio \nfinanziario immediatamente successivo una quota di lire \n80.080.013.148 proveniente dall’avanzo accertato al 31 \ndicembre 1997, per effettuare la regolarizzazione dei sospesi \ndi cassa esistenti presso il tesoriere regionale, dovuti ad \noperazioni pignoratizie nei confronti dell’amministrazione, \nricogniti con deliberazione di Giunta regionale n. 10524 del 18 \ndicembre 1997.', '16': '\n1.La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto regionale, ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\n2. La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino \ndella Regione Campania. E’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di \nosservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania.\nNapoli, 26 ottobre 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': '1. E’ autorizzata, ai sensi del combinato disposto dell’ultimo \ncomma dell’articolo 77 della legge regionale 27 luglio 1978, n. \n20, e del secondo comma dell’articolo 52 della legge regionale \n30 aprile 2002, n. 7, “Ordinamento Contabile della Regione \nCampania”, la eccedenza di impegno di spesa sul capitolo 1 \ndel conto della competenza concernente: “Attuazione della \nlegge regionale sulle nuove disposizioni in materia di \ntrattamento indennitario agli eletti alla carica di Consigliere \nRegionale della Campania - legge regionale 5 giugno 1996, n. \n13- legge regionale 2 luglio 1997, n. 17-“ per l’importo di lire \n436.632.706.', '2': "1. La giacenza di cassa al 1° gennaio 1998 iscritta al capitolo Al dello stato di previsione della entrata del bilancio per \nl'anno finanziario 1998, approvato con legge regionale 16 giugno 1998, n. 8, per lire 3.600.000.000.000 è incrementata \nin sede di consuntivo per lire 625.782.687.347, attestandosi a complessive lire 4.225.782.687.347, ai sensi dell' \narticolo 12 della legge di approvazione del conto consuntivo per l'esercizio finanziario 1997. 2. La somma di lire \n625.782.687.347 è iscritta ai seguenti capitoli dello stato di previsione della spesa dei bilancio 1998 per gli importi \nrispettivamente indicati:", '3': "Conto finanziario\n1. E' approvato il conto consuntivo finanziario della Regione \nCampania per l'esercizio 1998, che si allega e che forma parte \nintegrante della presente legge, con le risultanze di cui agli \narticoli seguenti.Capitolo 508 \xa0 \xa0 lire 7.600.680\nCapitolo 508 \xa0 \xa0 lire 329.927.600\nCapitolo 1012 \xa0 \xa0 lire \n613.774.928.066\nCapitolo 1666 \xa0 \xa0 lire 670.000.000\nCapitolo 2353 \xa0 \xa0 lire 10.000.231.001\nCapitolo 8102 \xa0 \xa0 lire 1.000.000.000", '4': "Entrate\n1. Le entrate derivanti da tributi propri della Regione, da \ncontributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite patrimoniali, \nda utili di Enti o Aziende regionali, da alienazioni di beni \npatrimoniali, da trasferimenti di capitali e rimborso di crediti e \nper contabilità speciali accertate nell'esercizio finanziario 1998, \nper la competenza dell'esercizio stesso, sono stabilite quali \nrisultano dal conto consuntivo in lire 15.238.637.594.503.\n2. I residui attivi determinati alla chiusura dell'esercizio 1997 in \nlire 9.751.648.679.732 risultano riaccertati, per effetto di \nmaggiori e minori entrate verificatesi nel corso della gestione \n1998, in lire 9.754.246.408.239.\n3. I residui attivi al 31 dicembre 1998 ammontano \ncomplessivamente a lire 10.719.418.982.325 così risultanti:\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l'ammontare \ncomplessivo dei residui attivi al 31 dicembre 1998, iscritti nel \nbilancio di previsione per l'anno finanziario 1999, approvato con \nlegge regionale 5 agosto 1999, n. 4, è rideterminato in lire \n10.719.418.982.325, così come risulta dall'elenco dei residui \nattivi, distinti per capitolo e per esercizio di provenienza, allegato \nal conto consuntivo finanziario per l'esercizio 1998.", '5': "Spese\n1. Le spese correnti, per investimento, per oneri non ripartibili e \nper contabilità speciali impegnate nell'esercizio finanziario \n1998, per la competenza dell'esercizio stesso, sono stabilite \nquali risultano dal conto consuntivo in lire 15.744.823.003.318.\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell'esercizio 1997 \nin lire 6.046.148.902.043 risultano riaccertati, per effetto di \neconomie e perenzioni verificatesi nel corso della gestione \n1998, in lire 5.013.280.069.861.\n3. I residui passivi al 31 dicembre 1998 ammontano. \ncomplessivamente a lire 6.401.778.273.988 così risultanti:\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l'ammontare \ncomplessivo dei residui passivi al 31 dicembre 1998, iscritti \nnel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1999, approvato \ncon legge regionale 5 agosto 1999, n. 4, è rideterminato in lire \n6.401.778.273.998, così come risulta\ndall'elenco dei residui passivi, distinti per capitolo e per \xa0 SOMME \nRISCOSSESOMME \nRIMASTE DA \nRISCUOTERETOTALE\nACCERTAMENTI 11.482.790.072.601 3.755.847.521.902 15.238.637.594.503\nRESIDUI ATTIVI \nDELL’ ESERCIZIO \n19972.790.674.947.816 6.963.571.460.423 9.754.246.408.239\n\xa0 \xa0 10.719.418.982.325 \xa0\n\xa0 SOMME PAGATE SOMME \nRIMASTE DA \nPAGARETOTALE\nIMPEGNI 12.125.753.524.164 3.619.069.479.154 15.744.823.003.318\nRESIDUI PASSIVI \nDELL’ ESERCIZIO \n19972.230.571.275.027 2.401.778.273.988 5.013.280.069.861\n\xa0 \xa0 6.401.778.273.988 \xa0esercizio di provenienza, allegato al conto consuntivo \nfinanziario per l'esercizio 1998.", '6': "Disavanzo della gestione di competenza\n1. Il disavanzo della gestione di competenza dell'esercizio \nfinanziario 1998, è stabilito in lire 506.185.408.815, così come \nrisulta dai seguenti dati:", '7': "Situazione di cassa\n1. Il fondo di cassa alla chiusura dell'esercizio finanziario 1998 \nammonta a lire 4.142.922.908.573\ne risulta stabilito come segue:\nFondo cassa alla chiusura dell'esercizio 1997 lire 4.225.782.687.347\nRiscossioni dell'esercizio 1998\n- In conto competenza - articolo 4 - lire 11.482.790.072.601\n- In conto residui -articolo 4 - lire 2.790.674.947.816\nTOTALE lire 14.273.465.020.417\n lire 14.273.465.020.417\nTOTALE lire 18.499.247.707.764\nPagamenti dell'esercizio 1998\nIn conto competenza -articolo 5 - lire 12.125.753.524.164\nin conto residui -articolo 5 - lire 2.230.571.275.027\nTOTALE lire 14.356.324.799.191\n lire 14.356.324.799.191\nFondo di cassa alla chiusura dell'esercizio 1998\n lire 4.142.922.908.573\n2. Per effetto di quanto sopra accertato, la giacenza di cassa al \nl° gennaio 1999, iscritta nello stato di previsione dell'entrata del \nbilancio per l'anno finanziario 1999, approvato con legge regionale \n5 agosto 1999, n. 4 per lire 3.476.362.604.715 è rideterminata in \nlire 4.142.922.908.573.", '8': "Situazione finanziaria\n1. L'avanzo finanziario alla fine dell'esercizio 1998 ammonta a\n lire 8.460.563.619.910 \ne risulta stabilito così come di seguito indicato:\n \nDisavanzo della gestione di competenza - articolo 6 -\n lire - 506.185.408.815 \nAvanzo dell'esercizio 1997 lire 7.931.282.465.036+\nDiminuzione dei residui passivi provenienti dall'esercizio 1997: \nAccertati \nAl l° gennaio 1998 - articolo 5 - lire 6.046.148.902.043 \nAl 31 dicembre 1998 - articolo 5 - lire 5.013.280.069.861 \n lire 1.032.868.832.182+ \nRiaccertamento dei residui attivi provenienti dall'esercizio 1997: \nAccertati\nAl l° gennaio 1998 - articolo 4 - lire 9.751.648.679.732\nAl 31 dicembre 1998 - articolo 4 - lire 9.754.246.408.239\n lire 2.597.728.507\nTOTALE lire + 8.966.749.025.725\nAvanzo finanziario al 31 dicembre 1998 lire 8.460.563.616.910", '9': "Conto generale del patrimonioEntrate complessivamente \naccertateLire 15.238.637.594.503\nSpese complesiivamente \nimpegnateLire 15.744.823.003.318\nDisavanzo di competenza Lire 506.185.408.8151. E' approvato il conto generale dei patrimonio per l'esercizio \nfinanziario 1998, allegato alla presente legge, di cui forma parte \nintegrante, che presenta i seguenti dati riassuntivi:\nSITUAZIONE AL 1° GENNAIO 1998\nATTIVITA' \n- attività finanziarie Lire 13.977.431.367.079\n- attività disponibili Lire 260.238.776.320\n- attività non disponibili Lire 337.130.824.052\nTOTALE ATTIVITA' Lire 14.574.800.967.451\n- passività' finanziarie Lire 10.930.544.771.538\n- passività diverse Lire 3.026.572.279.860\nTOTALE PASSIVITA' Lire 13.957.117.051.398\nECCEDENZA DELLE ATTIVITA'\nAL 1° GENNAIO 1998 Lire 617.683.916.053\nSITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 1998\nATTIVITA'\n-attività finanziarie Lire 14.862.341.890.898\n-attività disponibili Lire 266.818.928.930\n-attività' non disponibili Lire 341.062.722.819\nTOTALE ATTIVITA' Lire 15.470.223.542.647\nPASSIVITA’\n- passività' finanziarie Lire 10.514.436.095.179\n- passività diverse Lire 3.685.646.364.005\nTOTALE PASSIVITA' Lire 14.200.082.459.184 \nECCEDENZA DELLE ATTIVITA' \nAL 31 DICEMBRE 1998 Lire 1.270.141.083.463\n2. Il miglioramento patrimoniale dell'esercizio 1998 risulta essere \ndi lire 652.457.167.410, così come espresso dalla seguente \nsituazione riepilogativa:\n INIZIALE FINALE VARIAZIONE \nATTIVITA' 14.574.800.967.451 15.470.223.542.647 895.422.575.196\nPASSIVITA' 13.957.117.051.398 14.200.082.459.184 242.967.407.786\nEccedenza \nattività 617.683.916.053 1.270.141.083.463\n \nNETTO PATRIMONIALE DELL'ESERCIZIO 1998 lire 652.457.167.410", '10': '\nDichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello \nStatuto, è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania.\nNapoli, 26 ottobre 2002\n \n IL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': '1. La presente legge regionale è emanata ai sensi e per gli \neffetti della legge regionale 30 aprile 2002, n.7,. “Ordinamento \ncontabile della Regione” in seguito denominata “ legge di \ncontabilità”, per il Bilancio annuale di previsione 2002 e il \nBilancio pluriennale 2002-2004, ai sensi dell’articolo 13 delle \nstessa legge.', '2': 'Bilancio annuale\n1. Il totale generale delle Entrate della Regione per l’anno \nfinanziario 2002, è approvato in euro 18.842.756.125,22 in \ntermini di competenza e in euro 23.401.653.191,11 in termini di \ncassa, di cui per partite di giro euro 4.131.671.075,66.\n2. Sono autorizzati l’accertamento, la riscossione ed il \nversamento alla cassa delle entrate della Regione per l’anno \nfinanziario 2002.\n3. E’ autorizzata l’applicazione al Bilancio di previsione per \nl’esercizio 2002 dell’avanzo presunto d’amministrazione \nproveniente dall’esercizio finanziario 2001 per l’ammontare di \neuro 72.303.965,87.\n4. Il totale generale delle Spese della Regione, per l’anno \nfinanziario 2002, è approvato in euro 18.842.756.125,22 in \ntermini di competenza ed in euro 22.897.785.638,60 in termini \ndi cassa, di cui per partite di giro euro 6.824.015.001,43.\n5. Sono autorizzati l’assunzione di impegni di spesa entro i \nlimiti degli stanziamenti di competenza ed il pagamento delle \nspese entro i limiti degli stanziamenti di cassa dello stato di \nprevisione della spesa per l ’anno finanziario 2002.', '3': 'Quadro generale riassuntivo\n1. E’approvato il quadro generale riassuntivo del Bilancio per \nl’anno finanziario 2002 e per il triennio 2002-2004 che riporta, \ndistintamente per la competenza, la cassa ed i residui, i totali \ndelle entrate ed i totali delle spese per funzioni obiettivo.', '4': 'Bilancio pluriennale\n1. E’ approvato il bilancio pluriennale per gli esercizi \n2002-2004.', '5': 'Elenco provvedimenti legislativi speciali e fondi speciali\n1. E’ approvato l’elenco dei provvedimenti legislativi -allegato A, \nla cui copertura è precostituita dai Fondi Speciali cui \nall’articolo 27 della legge di contabilità.\n2. Nel bilancio annuale 2002, per la copertura dei provvedimenti \nlegislativi inseriti nell’elenco di cui al comma 1, sono iscritti, in \ndistinte unità previsionali di base, a seconda che siano \ndestinati alla copertura di spese correnti o di spese in conto \ncapitale, gli stanziamenti dei fondi speciali, pari a complessivi \neuro 3.300.000,00 in termini di competenza e ad euro \n3.300.000,00 in termini di cassa.\n3. A seguito dell’entrata in vigore di tali provvedimenti legislativi \nè consentito ai sensi della legge di contabilità, comma 5, \narticolo 27, di disporre il prelievo delle relative disponibilità dai \nfondi di cui al comma 2.', '6': 'Variazione di bilancio\n1. Ai sensi dell’articolo 29 della legge di contabilità, è \nconsentito apportare variazioni compensative, all’interno della \nmedesima classificazione economica, tra unità previsionali di \nbase della stessa funzione obiettivo o tra unità previsionali di \nbase strettamente collegate nell’ambito del medesimo atto di \nprogrammazione regionale.\n2. E’ consentito, altresì, effettuare variazioni compensative \nanche tra unità previsionali di base diverse, se ciò si rende \nnecessario per l’attuazione di interventi ed azioni previsti da \nintese istituzionali di programma, da altri strumenti di \nprogrammazione negoziata e da quelli rientranti negli indirizzi \ndella programmazione comunitaria.\n3. Le unità previsionali di base tra le quali sono disposte le \nrelative compensazioni, di cui ai commi precedenti, sono \nriportate nell’apposito elenco allegato E alla presente legge.', '7': 'Ricorso al mercato finanziario\n1. E’ autorizzato il ricorso al mercato finanziario per l’esercizio \n2002 ai sensi e per gli effetti della legge di contabilità, articolo \n3, commi 4 e 5 ed articolo 9, per consentire alla Regione di \naccedere agli strumenti finanziari agevolativi messi a \ndisposizione della Banca Europea degli Investimenti per gli interventi rientranti nella programmazione comunitaria, di \nprovvedere alla ristrutturazione ed alla rinegoziazione del debito \ncomplessivo per i mutui già in essere e per il debito che si \nprevede di accertare nel corso dell’anno 2002, anche per \nl’utilizzazione in sostituzione di nuovi strumenti di finanziamento \ned al fine della realizzazione di investimenti e per partecipare a \nsocietà che svolgano attività strumentali rispetto agli obiettivi \ndella programmazione regionale.\n2. Il limite complessivo entro il quale è autorizzato il ricorso al \nmercato finanziario di cui al comma 1 è di 700 milioni di euro, la \ncui incidenza deve essere contenuta entro il limite previsto \ndella legge di contabilità, articolo 9, comma 2, alle migliori \ncondizioni di mercato ed in ragione delle azioni di \nristrutturazione e rinegoziazione del debito complessivo.\n3. E’ consentito apportare le necessarie variazioni al Bilancio di \nprevisione 2002, anche tra unità previsionali di base diverse, \nconnesse all’attuazione del comma 2, comprese quelle per \ninteressi ed oneri accessori dovuti.', '8': 'Fondi di riserva\n1. E’ autorizzata l’iscrizione in termini sia di competenza sia di \ncassa nello stato di previsione della spesa per l’anno \nfinanziario 2002, ciascuno in distinta unità previsionale di base \ndi parte corrente:\na) del fondo di riserva per spese obbligatorie e per la \nreiscrizione di residui perenti pari ad euro 1.549.370,70 per la \ncompetenza ed a euro 1.549.370,70 per la cassa,\nb) del fondo di riserva per spese impreviste pari ad euro \n259.920,57 per la competenza ed a euro 259.920,57 per la \ncassa;\nc) del fondo di riserva di cassa, iscritto nel Bilancio solo in \ntermini di cassa, pari ad euro 913.214.220,64.', '9': 'Approvazione degli schemi di bilancio\n1. Sono approvati gli schemi di bilancio di cui alla presente \nlegge, la classificazione delle spese e delle entrate in essi \nrappresentate, con particolare riferimento alla loro ripartizione \nin funzioni obiettivo ed unità previsionali di base, anche per \nquanto concerne le contabilità speciali, ai sensi e per gli effetti \ndella legge di contabilità, articolo 17.', '10': '\nApprovazione elenco spese obbligatorie\n1. E’ approvato l’elenco spese obbligatorie — allegato D - alla \npresente legge.\n2. La Giunta regionale entro sei mesi dall’entrata in vigore \ndella presente legge,sottopone al Consiglio regionale un \ndisegno di legge con il quale sono individuate, a mezzo \nspecifiche schede di dettaglio, le leggi regionali vigenti per la \nloro classificazione, ai sensi della legge di contabilità, articolo \n17, anche ai fini di una delegificazione in materia.', '11': '\nGaranzia per il Teatro di San Carlo1. La Giunta regionale è autorizzata a prestare garanzia alla \nfondazione Teatro di San Carlo per un operazione di \nindebitamento quindicennale che la Fondazione contrae \nnell’esercizio 2002 per un importo massimo complessivo di \neuro 7.746.853,49.\n2. Per la previsione dell’incidenza del rischio a carico del \nBilancio annuale della Regione, ai sensi della legge regionale \n30 aprile 2002, n.7, articolo 12, comma 5, riportata nell’elenco \nallegato E alla legge di bilancio 2002, si fa fronte con le risorse \ndei fondi di riserva iscritti all’UPB 7.28.135 “ Fondi di riserva \nspese impreviste”.', '12': '\nAllegati\n1. Per finalità conoscitive, in sede di prima applicazione della \nlegge di contabilità, sono allegati al Bilancio annuale di \nprevisione per l’esercizio 2002 i documenti previsti dall’articolo \n13,comma 1, lettere a) e dall’articolo 18, comma 11, lettere b) e \nd) della stessa legge.\n2. La predisposizione degli allegati previsti alla legge di \ncontabilità, articolo 13, comma 1, lettere b) e c), articolo 18, \ncomma 11, lettere a) e c), all’articolo 20, comma 5, lettere a), \nb), c) e d) della legge di contabilità è rinviata all’entrata in vigore \ndella legge, prevista dalla stessa legge di contabilità, articolo \n2, comma 2, e dai regolamenti di cui all’articolo 50.', '13': '\nDichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge, emanata in conformità alle legge di \ncontabilità, è dichiarata urgente, ai sensi dell’articolo 43 e 45 \ndello Statuto, ed entra in vigore il giorno della sua \npubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\n2. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla \nosservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 26 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': 'Valorizzazione o dismissione del patrimonio disponibile delle \nAziende sanitarie\n1. La Giunta regionale è autorizzata a nominare una \nCommissione di esperti di Settore per la migliore valorizzazione \no la dismissione del patrimonio immobiliare, non strumentale, \ndelle Aziende sanitarie locali e delle Aziende ospedaliere.\n2. Le risorse provenienti dalle operazioni di cui al comma 1, \nstimabili in via preliminare in circa euro 60 milioni \nnell’esercizio 2003 ed euro 120 milioni nell’esercizio 2004, \nsono destinate esclusivamente al ripiano del disavanzo delle \nAziende sanitarie per l’esercizio 2001.\n3. Gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo sono \ndefiniti entro un importo non superiore ad euro 200 mila per \nl’esercizio 2002 iscritti nella Unità previsionale di base 4.15.38 “\nAssistenza Sanitaria”. \n4. Per gli anni successivi si provvede con la legge di Bilancio.', '2': 'Ricapitalizzazione delle Aziende sanitarie locali e ospedaliere\n1. La Regione, al fine di ricapitalizzare le Aziende sanitarie locali \ne le Aziende ospedaliere, conferisce alle medesime una \nsomma pari ad euro 250.000.000,00 ripartita per ogni singola \nAzienda sulla base della situazione patrimoniale in essere al \n31 dicembre 2001 ed erogata nel corso di dieci anni in rate \nannuali di importo costante.\n2. L’importo di cui al comma 1 è oggetto da parte delle Aziende \ninteressate di operazioni connesse alla cessione di crediti nei limiti dell ’importo dei pagamenti da eseguire, relativi ai debiti \nmaturati e non estinti al 31 dicembre 2001, così come \nrappresentati nel Bilancio di esercizio corrente.\n3. La Giunta regionale è autorizzata a definire con proprio atto i \ncriteri e le modalità di erogazione per le operazioni di cui ai \ncommi 1 e 2 per l’assegnazione delle risorse.', '3': 'Dichiarazione di urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 27 agosto 2002\nIL PRESIDENTE\n- BASSOLINO -'}
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{'1': 'Norma introduttiva\n1. E’ approvato, con la presente legge, il conto consuntivo reso \ndall’Ente per il Diritto allo Studio Universitario Napoli/2, poi \ndenominato E.DI.S.U., relativo all’anno accademico 1 novembre \n1996-31 ottobre 1997 come risulta dagli allegati A, B e C, con \ngli importi, i relativi avanzi e le risultanze di cui agli articoli \n2,3,4,5 e 6.', '2': 'Entrate\n1. Le entrate di cassa, derivanti da trasferimenti di fondi del \nBilancio della Regione Campania per le attività riconducibili al \ndiritto allo studio universitario e per il trattamento economico \ndel personale dipendente, sono stabilite in lire 22.061.454.445, \ncome risulta dal conto consuntivo finanziario — entrate -\ndell’E.DI.S.U. Napoli/2, di cui al comma 1 dell’articolo 1.\n2. I residui attivi ammontano a lire 2.206.044.210, come risulta \ndal conto consuntivo finanziario — entrate — dell’E.DI.S.U. \nNapoli/2, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '3': 'Uscite\n1. Le uscite correnti per attività ed interventi istituzionali nonché \nper il pagamento degli oneri stipendiali al personale \ndipendente sono stabilite in lire 19.329.766.649, come risulta \ndal conto consuntivo finanziario — uscite — dell’E.DI.S.U. \nNapoli/2, di cui al comma 1 dell ’articolo 1. 2. I residui passivi sono stabiliti in lire 6.767.778.110, come \nrisulta dal conto consuntivo finanziario — uscite - dell’E.DI.S.U. \nNapoli/2, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '4': 'Gestione di competenza\n1. La gestione di competenza evidenzia un disavanzo di lire \n2.731.687.796, come risulta dal conto di competenza \ndell’E.DI.S.U. Napoli/2, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '5': 'Gestione di cassa\n1. Il fondo di cassa è pari a lire 11.211.591.195, come risulta \ndal conto di cassa dell’E.DI.S.U. Napoli/2, di cui al comma 1 \ndell’articolo 1.', '6': 'Situazione finanziaria\n1. L’avanzo finanziario risulta pari a lire 6.649.857.295, come \nrisulta dal conto finanziario dell’E.DI.S.U. Napoli/2, di cui al \ncomma 1 dell’articolo 1.', '7': 'Dichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli,12 settembre 2002\n- BASSOLINO -'}
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{'1': 'Norma introduttiva\n1. E’ approvato, con la presente legge, il conto consuntivo reso \ndall’Ente per il Diritto allo Studio Universitario NAPOLI/2, poi \ndenominato E.DI.SU., relativo all’anno accademico 1 novembre \n1997 — 31 ottobre 1998 — come dagli allegati A, B e C, con gli \nimporti, i relativi avanzi e le risultanze di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 \ne 6.', '2': 'Entrate\n1. Le entrate di cassa, derivanti da trasferimenti di fondi del \nbilancio della Regione Campania per le attività riconducibili al \ndiritto allo studio universitario per il trattamento economico del \npersonale dipendente, sono stabilite in lire 13.308.345.578, \ncome risulta dal conto consuntivo finanziario -entrate-\ndell’E.DI.SU. NAPOLI/2, di cui al comma 1 dell’articolo 1.\n2. I residui attivi ammontano a lire 1.315.713.662, come risulta \ndal conto consuntivo finanziario — entrate — dell’E.DI.SU. \nNAPOLI/2, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '3': 'Uscite\n1. Le uscite correnti per attività ed interventi istituzionali nonché \nper il pagamento degli oneri stipendiali al personale \ndipendente sono stabilite in lire 14.542.414.943, come risulta \ndal conto consuntivo finanziario -uscite- dell’E.DI.SU. NAPOLI/2, \ndi cui al comma 1 dell ’articolo 1.2. I residui passivi sono stabiliti in lire 4.040.087.105, come \nrisulta dal conto consuntivo finanziario dell’E.DI.SU. NAPOLI/2, \ndi cui al comma 1 dell’articolo 1.', '4': 'Gestione di competenza\n1. La gestione di competenza evidenzia un disavanzo di lire \n1.234.069.365, \ncome risulta dal conto di competenza dell’E.DI.SU. NAPOLI/2, di \ncui al comma 1 dell’articolo 1.', '5': 'Gestione di Cassa\n1. Il fondo di cassa è pari a lire 8.067.336.153, come risulta dal \nconto di cassa dell’E.DI.SU. NAPOLI/2, di cui all’articolo 1, \ncomma1.', '6': 'Situazione Finanziaria\n1. L’avanzo finanziario risulta pari a lire 5.342.962.710, come \nrisulta dal conto finanziario dell’E.DI.SU. NAPOLI/2, di cui \nall’articolo1, comma 1.', '7': 'Dichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43e 45 dello Statuto ed entra in vigore il \ngiorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 12 settembre 2002\n-BASSOLINO-'}
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{'1': '1. La Regione Campania tutela il patrimonio agricolo e \nforestale regionale da tutte le cause avverse, ivi comprese \nquelle di origine parassitaria.\n2. La Regione Campania provvede al monitoraggio delle \ninfezioni ed infestazioni che si verificano a carico di tutte le \nspecie vegetali, presenti sul territorio regionale, e fornisce le \nindicazioni tecniche per il loro controllo.\n3. La Regione Campania individua le eventuali emergenze \nfitosanitarie che, da focolai d’infezione o di infestazione iniziali \nrilevati a carico di coltivazioni agrarie, forestali o di essenze \nvegetali facenti parte del verde urbano, possono diffondersi a \npiù vaste aree di territorio, mettendo in pericolo le coltivazioni \nagrarie, forestali o le essenze vegetali facenti parte del verde \nurbano.', '2': '1. Per i fini di cui al comma 1 dell’articolo 1, la Giunta regionale \nincentiva gli interventi per il controllo di conclamate emergenze \nfitosanitarie, di cui al comma 3 dell’ articolo 1, che possono \nriguardare coltivazioni agrarie, forestali o essenze vegetali \nfacenti parte del verde urbano.\n2. Gli incentivi di cui al comma 1 sono volti a fare sì che gli \ninterventi coinvolgano la totalità del territorio interessato \nall’emergenza fitosanitaria o la maggiore parte di esso, così da \nconsentire il controllo nel più breve tempo possibile.\n3. Gli incentivi di cui ai commi 1 e 2 consistono in \ncontributi fino al 70% dei costi derivanti dall’attuazione delle \nazioni di controllo fitosanitarie, previste da Progetti di intervento territoriali, redatti dai beneficiari dell ’iniziativa ed approvati dalla \nGiunta regionale.', '3': '1. I beneficiari dei contributi di cui al comma 3 dell’articolo 2 \nsono individuati come segue:\na) enti locali presenti sul territorio regionale;\nb) associazioni di produttori;\nc) cooperative;\nd) consorzi.\n2. I beneficiari di cui al comma 1, per accedere agli aiuti, \ndevono presentare all’Assessore competente per materia -\nArea generale di coordinamento sviluppo attività settore \nprimario — Settore sperimentazione, informazione, ricerca e \nconsulenza in agricoltura, il Progetto di intervento territoriale di \ncui al comma 3 dell’art. 2, nel quale sono indicati:\na) i limiti del territorio colpito e quello interessato \nall’intervento;\nb) i criteri di intervento che si intendono applicare per \ncontrollare o limitare\nl’emergenza fitosanitaria, preferendo quelli a minore impatto \nambientale;\nc) il fabbisogno finanziario così come risulta da un dettagliato \ncomputo \neconomico.', '4': '1. I criteri di base per l’erogazione dei contributi di cui all’articolo \n2 sono i seguenti:\na) urgenza fitosanitaria;\nb) valutazione dello specifico pregio delle colture interessate.\n2. Ai fini dell’attuazione della presente Legge, il Presidente \ndella Giunta regionale, con delibera di Giunta, sentito il parere \ndella competente Commissione consiliare, emana un apposito \nRegolamento per l’attuazione del disposto di cui al comma 1, \nanche in relazione alle modalità di erogazione dei contributi.', '5': '1. L’onere derivante dall’applicazione della presente Legge per \nil biennio 2001/2002 trova capienza per Euro 516.457,00 sul \ncapitolo 3551 del bilancio di previsione 2001 la cui \ndenominazione è così modificata: Attività di ricerca e \nsperimentazione a carattere regionale, interventi a carattere \nterritoriale per le emergenze fitosanitarie conclamate, \ninformazione, consulenza ed in genere assistenza tecnica in \nagricoltura; partecipazione ad organismi di intervento - legge \nregionale 3 gennaio 1985, n. 7, e legge regionale 4 luglio 1991, \nn. 11 -. Risorse vincolate. \n2. La relativa spesa sarà sostenuta con le risorse costituite dai \nresidui fondi statali di cui alle leggi 8 novembre 1986, n. 752, 12 \nluglio 1991, n. 201, ed art. 3 del decreto legislativo 19 gennaio \n1996, n. 26, costituenti elementi attivi dell’avanzo \ndell’Amministrazione regionale, - A 2 -. \n3. A partire dall’esercizio finanziario 2002, la Giunta regionale \ndetermina lo stanziamento da destinare agli interventi della \npresente Legge.', '6': '1. La presente Legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 28 marzo 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
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{'1': 'Finalità\n1. Con la presente Legge la Regione Campania persegue \ni seguenti \nobiettivi:\na) contribuire alla promozione del progresso e della diffusione \ndella ricerca di base nel campo scientifico, tecnologico, \numanistico, economico e giuridico;\nb) favorire la creazione di opportunità di finanziamenti per la \nricerca progettata e condotta da giovani, al fine di rimuovere i \nrischi del depauperamento di risorse umane innovative nel \nsistema della ricerca regionale;\nc) favorire lo svolgimento di un adeguato ruolo delle molteplici \ncompetenze presenti sul territorio regionale anche con \nl’obiettivo di realizzare un reale collegamento tra mondo della \nricerca e mondo produttivo nel complessivo processo di \nsviluppo;\nd) sostenere interventi in materia di ricerca in armonia con gli \nindirizzi della programmazione nazionale ed europea, \ncoerentemente con accordi ed iniziative a carattere \ninterregionale.', '2': 'Programma degli interventi\n1. Per il raggiungimento dei fini di cui all’articolo 1, la \nRegione si dota \ndi uno strumento di programmazione triennale con il quale:\na) adegua la propria attività promozionale agli indirizzi della politica nazionale nel campo della ricerca, ai piani e progetti \nelaborati dal Governo, in armonia con i programmi e le direttive \neuropee, concorrendo con proprie proposte alla \nprogrammazione nazionale nel rispetto della vigente normativa;\nb) promuove, favorendone l’istituzione o anche il sostegno, \nservizi di informazione e diffusione di programmi nazionali ed \ninternazionali di ricerca allo scopo di agevolare il più ampio \ncoinvolgimento e la più estesa partecipazione da parte di \nsoggetti locali;\nc) provvede al cofinanziamento di programmi di ricerca di \nUniversità, Enti e Strutture di ricerca pubbliche e private, \nindividuando specifici strumenti di incentivazione per le attività \ndi ricerca promosse e condotte da giovani;\nd) promuove la formazione di consorzi, società consortili e \nfondazioni, con finalità di attività di ricerca, anche mediante \nconvenzioni o partecipazioni;\ne) concede contributi per progetti di ricerca e provvede alla \nrealizzazione del coordinamento degli interventi regionali in \nmateria;\nf) concede contributi per la pubblicazione di opere di interesse \nscientifico e culturale, per la cura della raccolta e della \ndivulgazione dei risultati delle ricerche nonché per la \nrealizzazione di manifestazioni di alto valore scientifico.', '3': 'Articolazione del Programma triennale\n1. Il Programma triennale degli interventi di cui all’articolo \n2, deve indicare:\na) l’insieme delle risorse di carattere tecnico, organizzativo e \nfinanziario da impiegare nel triennio;\nb) la ripartizione delle risorse e l’impegno finanziario relativo ai \nsingoli piani annuali di esecuzione;\nc) le fonti finanziarie ed il tasso di cofinanziamento per ciascun \nintervento;\nd) i settori di interesse prioritario verso i quali indirizzare i \nprogetti;\ne) criteri di valutazione di riferimento.\n2. Il Programma, per la concessione dei contributi di cui \nall’articolo 2, comma e) e f), si realizza attraverso specifici \npiani annuali di attuazione.', '4': 'Formulazione, adozione e approvazione del Programma \ntriennale\n1. Entro e non oltre il termine del 30 ottobre antecedente il \nprimo anno di ciascun triennio, l’Assessore alla ricerca \nscientifica formula il Programma triennale e lo sottopone alla \nGiunta che lo adotta con proposta di deliberazione al Consiglio \nregionale.\n2. Il Consiglio regionale, entro quarantacinque giorni dalla \nricezione, approva il programma o lo rinvia.', '5': 'Attuazione del Programma triennale\n1. La Giunta regionale, su proposta dell ’Assessore alla ricerca scientifica, delibera le iniziative previste dal \nProgramma triennale ed approva i Piani annuali di attuazione di \ncui all’ articolo 6.\n2. I Piani annuali di attuazione sono predisposti ed avviati \nentro il 31 gennaio di ciascun anno e, individuati i soggetti \nbeneficiari, sono approvati dalla Giunta regionale entro il 30 \ngiugno dello stesso anno.', '6': 'Piani annuali di attuazione\n1. I Piani annuali di attuazione riguardano progetti \nrispondenti alle iniziative di cui all’articolo 2, comma e) e f), e \nsono attuati da Università, Enti e Strutture di ricerca pubbliche e \nprivate operanti nel territorio regionale, individuati attraverso \nazioni di evidenza pubblica emanati in esecuzione del \nProgramma.\n2. I progetti devono corrispondere alle priorità \nindicate nel programma di cui all’articolo 3, punto d), ed avere \nla finalità di innescare processi innovativi, conoscitivi e \npropulsivi del sistema della ricerca regionale.\n3. I progetti devono contenere il programma delle \nattività, i tempi e le modalità di svolgimento, le risorse \numane e strumentali necessarie e la relativa analisi \neconomica-finanziaria per la completa realizzazione \ndell’intervento.\n4. I Piani annuali sono disciplinati da un apposito \nRegolamento di attuazione di cui all’ articolo 14, comma 3.', '7': 'Organi di gestione\n1. Sono organi di elaborazione, attuazione, verifica e \ncontrollo del\nProgramma triennale il Comitato scientifico di garanzia, di cui \nall’articolo 8, e il Nucleo scientifico di valutazione, di cui \nall’articolo 10, supportati dalle strutture dell’Assessorato alla \nricerca scientifica.', '8': 'Comitato scientifico di garanzia\n1. E’ istituito il Comitato scientifico di garanzia per la \nvalutazione ex ante dei progetti presentati per la concessione \ndi contributi.\n2. Il Comitato è composto da sette componenti di alta \nqualificazione scientifica nominati per il triennio di \nprogrammazione con decreto del Presidente della Regione \nCampania, su proposta dell’Assessore alla ricerca scientifica \nche ne dà comunicazione alla Commissione consiliare \ncompetente.\n3. Il Comitato è presieduto da uno dei componenti su \nindicazione dell’Assessore alla ricerca scientifica.\n4. Il Comitato, per la valutazione ex ante dei progetti di \nricerca, si avvale di revisori esterni internazionali, esperti nelle \nspecifiche materie.\n5. Assolve le funzioni di segretario un funzionario del \nSettore ricerca scientifica, nominato con decreto dell’Assessore al ramo.\n6. Il Comitato è supportato da una segreteria tecnica \nappositamente costituita presso il Settore ricerca scientifica.\n7. Per le prestazioni di cui all’ articolo 9, ai componenti il \nComitato è attribuito un compenso determinato dalla Giunta \nregionale.', '9': 'Compiti del Comitato scientifico di garanzia\n1. Il Comitato scientifico di garanzia effettua la \nvalutazione di conformità delle proposte presentate secondo \ngli obiettivi del Programma triennale, nonché la valutazione di \nmerito nel rispetto dei criteri di cui all’articolo 3, comma e), \nindicando i progetti idonei al contributo.\n2. Per i progetti di ricerca, il Comitato, sulla base del \nparere espresso dai revisori esterni, formula la graduatoria di \ntutti i progetti valutati positivamente con il relativo punteggio \nottenuto e l’elenco dei progetti non ammessi al contributo con \nle relative motivazioni di esclusione.\n3. Al Comitato è affidata la funzione di controllo e \nvigilanza sull’attuazione del Programma triennale. Entro il 31 \ndicembre di ciascun anno, il Comitato formula un rapporto \nannuale sull’andamento dei Piani d’attuazione ed eventuali \nrimodulazioni degli interventi.\n4. L’Assessore alla ricerca scientifica relaziona alla Giunta \nregionale ed alla Commissione competente del Consiglio \nregionale sullo stato di attuazione del Programma triennale e le \neventuali proposte di revisione dello stesso.', '10': '\nNucleo scientifico di valutazione\n1. Il Nucleo è composto da tre esperti esterni alla Regione \nCampania, nominati con decreto dell’Assessore alla ricerca \nscientifica. L’incarico ha validità triennale.\n2. Ogni esperto, in forma autonoma, redige la propria \nvalutazione ex post sull’attività scientifica realizzata dai progetti \ndi ricerca ammessi al contributo e formula la dichiarazione con \nla quale certifica il raggiungimento o meno degli obiettivi \nproposti e la regolare conclusione della ricerca. Nel caso di \nvalutazione negativa, l’esperto indica il provvedimento di revoca \nparziale o totale del contributo concesso che esclude il \nbeneficiario da altri contributi regionali per i tre anni successivi.\n3. Per le prestazioni di cui al presente articolo ai \ncomponenti esterni del Nucleo è attribuito un compenso \ndeterminato con provvedimento della Giunta regionale.', '11': '\nRevisione del Programma triennale\n1. Le varianti al Programma triennale sono sottoposte \nall’approvazione del Consiglio regionale con le stesse \nmodalità stabilite all’articolo 4.\n2. Con Legge di bilancio o sua variazione, gli \nstanziamenti annuali sui competenti capitoli di spesa saranno \nadeguati alle esigenze finanziarie conseguenti alle intervenute \nrevisioni.', '12': '\nAvvio della programmazione\n1. Il primo Programma triennale di interventi in \nmateria di ricerca scientifica sarà predisposto nel termine di \ndue mesi dalla data di entrata in vigore della presente Legge.\n2. L’Assessore alla ricerca scientifica, entro trenta giorni \ndalla data di approvazione del Programma, avvia l’attuazione \ndel Piano del primo anno del triennio attraverso strumenti di \nevidenza pubblica, approvati con decreto da pubblicarsi sul \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.', '13': '\nNorma finanziaria\n1. Al finanziamento degli oneri derivanti della presente \nLegge, si provvede con la legge di bilancio per il corrente \nesercizio finanziario, così come per gli anni successivi.', '14': '\nNorme finali\n1. E’ abrogata la legge regionale 31 dicembre 1994, \nn.41, e successive modifiche ed integrazioni.\n2. Il Regolamento di attuazione disciplina i tempi \ne le modalità di realizzazione dei Piani annuali ed è \napprovato e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione \nCampania entro 30 giorni dall’approvazione del Programma \ntriennale.', '15': '\nDichiarazione d’urgenza\n1. La presente Legge è dichiarata urgente, ai sensi e per \ngli effetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 28 marzo 2002 \nIL PRESIDENTE\n- BASSOLINO -'}
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{'1': 'Finalità\nIn attuazione della Legge 18 maggio 1989, n.183 e in \nosservanza dell’intesa raggiunta tra le Regioni Abruzzo, \nCampania, Molise e Puglia, è istituita l’Autorità di bacino dei \nfiumi Trigno, Biferno e Minori, Saccione e Fortore.\nIl protocollo d’intesa sottoscritto dalle Regioni Campania, \nMolise, Abruzzo e Puglia, riportato all’allegato A, forma parte \nintegrante della presente legge.', '2': 'Norma Finanziaria\nAll’onere per il corrente esercizio finanziario, valutato in euro \n7747.00, si provvede, in termini di competenza e di cassa, con \ngli stanziamenti di cui all’U.P.B. 1.1.1 dello stato di previsione \ndella spesa, opportunamente impinguata della medesima \nentità mediante prelievo dell’occorrente somma dalla U.P.B. \n7.29.65 dello stato di previsione della spesa che si riduce di \npari importo.\n1. Per gli anni successivi si fa fronte con le relative leggi di \nbilancio.', '3': 'Dichiarazione di urgenza\nLa presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello Statuto, \nè dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla \nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 25 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n- BASSOLINO-'}
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{'1': 'OGGETTO\n1. La Regione Campania, in conformità alle disposizioni di cui \nalla legge regionale 3 novembre 1994, n.32, art.30, ed al \ndecreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502 e successive \nmodifiche ed integrazioni, art.1, comma 13, in coerenza con le \nprevisioni del Piano sanitario nazionale per il triennio 1998 —\n2000, approva le norme per il Piano sanitario regionale per il \ntriennio 2002- 2004.', '2': 'EFFICACIA E DURATA\n1. Le indicazioni contenute nella presente legge e nel Piano \nsanitario regionale, approvato con deliberazione di Consiglio \nRegionale n.129/3 del 20 giugno 2002, hanno valore \nvincolante per l’attività programmatoria di indirizzo ed \namministrativa esercitata, nell’ambito della rispettiva sfera di \ncompetenza, dalla Giunta regionale e dalle Aziende sanitarie.\n2. L’efficacia del piano 2002 — 2004 è prorogata fino all’entrata \nin vigore del nuovo Piano sanitario regionale che la Giunta \nregionale approva, quale proposta al Consiglio, entro il 30 \nsettembre dell’ultimo anno di vigenza del precedente.', '3': 'CONFORMITA’\n1.Il Piano sanitario regionale è attuato nel rispetto della legge \nregionale 30 aprile 2002, n.7.', '4': 'FINALITÀ1. Il Piano sanitario regionale persegue le seguenti finalità:\na) la promozione e la tutela della salute fisica, psichica e \nsociale, individuale e collettiva, mediante interventi rivolti alla \nrimozione delle cause di nocività, di disagio e di malattia;\nb) l’erogazione dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza \nche, superando le disuguaglianze sociali e lo squilibrio tra \ndomanda ed offerta di servizi socio-sanitari nelle diverse aree \ndel territorio regionale, garantiscano ai cittadini uguali \nopportunità di accesso alle prestazioni sanitarie e \nsocio-sanitarie erogate dalle strutture pubbliche, private e del \nprivato sociale, accreditate;\nc) una più elevata efficacia e produttività delle prestazioni rese \ndal Servizio sanitario regionale, attraverso il miglioramento \ndella qualità delle stesse e la razionalizzazione dell’uso delle \nrisorse, da perseguire con misure ed atti concreti, idonei \nall’eliminazione di aree di spreco e di inefficienza;\nd) l’umanizzazione dell’assistenza erogata attraverso interventi \ndi riqualificazione delle strutture sanitarie, di riorganizzazione \ndei servizi e di valorizzazione del rapporto medico- paziente;\ne) la promozione di politiche integrate per la salute attraverso la \nrealizzazione di un coordinamento intersettoriale, \nprogrammatico ed organizzativo, per il perseguimento di \nstrategie comuni utili ad incidere su quei determinanti della \nsalute che esulano dalla sfera di intervento del sistema dei \nservizi sanitari.', '5': 'CARTA DEL DIRITTO ALLA SALUTE\n1. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall’approvazione \ndella presente legge, emana \nla Carta del diritto alla salute del cittadino campano nella \nquale sono definiti i livelli \nessenziali di assistenza garantiti dalla Regione Campania.', '6': 'OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI\n1. Con il Piano la Regione Campania persegue i seguenti \nobiettivi generali:\na) la promozione di comportamenti e stili di vita in grado di \nfavorire la salute ed in particolare:\n1) la promozione di una sana alimentazione;\n2) la prevenzione e la riduzione del danno derivante dall’abuso \ndi tabacco ed alcool, nonché la promozione delle attività di \nrecupero sociale dei tabagisti e degli alcoolisti;\n3) la promozione e la tutela di una corretta attività fisica, intesa \nnon solo come mera competizione sportiva elitaria, ma come \nstrumento indispensabile per il raggiungimento ed il \nmantenimento del benessere individuale e sociale;\nb) la riduzione della mortalità e morbilità per malattie \ndell’apparato circolatorio e neoplasie maligne;\nc) la riduzione della mortalità e morbilità per diabete mellito;\nd) la riduzione della mortalità e morbilità per malattie infettive prevenibili e per cirrosi \nepatica;\ne) il rafforzamento della prevenzione nei luoghi di lavoro per la \nconseguente riduzione \ndella mortalità e dell’invalidità per infortuni sul lavoro e per \nmalattie professionali;\nf) il miglioramento del contesto ambientale con riferimento alla \nqualità dell’aria e \ndell’acqua, alla prevenzione dei danni derivanti dalle radiazioni \nionizzanti e non \nionizzanti, nonché alla realizzazione di un adeguato sistema di \nsmaltimento dei \nrifiuti, basato sulla loro riduzione e sulla raccolta differenziata \nche elimini ogni \nforma di nocività;\ng) il rafforzamento della prevenzione degli incidenti stradali , \ndomestici e sportivi;\nh) il rafforzamento della tutela della salute nelle varie fasi della \nvita, fin dall’inizio, dei \nsoggetti deboli e non autosufficienti e la riduzione della \nmortalità, della morbilità e \ndell’invalidità susseguenti a cause sociali ed a condizioni di \ndisagio ed emarginazione;\ni) la prevenzione ed il contrasto dell’uso di sostanze \npsicotrope;\nl) la promozione di una politica che favorisca un incremento \nresponsabile della natalità al fine di un armonico ricambio \ngenerazionale;\nm) il miglioramento ed il potenziamento delle attività relative ad \naree prioritarie e critiche con riguardo:\n1) ai trapianti di organo;\n2) alla riabilitazione;\n3) alla prevenzione ed alla sorveglianza delle malattie \ngenetiche delle patologie rare e delle malformazioni;\n4) all’assistenza ospedaliera al parto;\n5) alla prevenzione e cura delle malattie sessualmente \ntrasmesse e delle patologie comportamentali della coppia;\n6) alla prevenzione ed alla cura dei disturbi del comportamento \nalimentare;\n7) alla sanità pubblica veterinaria;\n8) al sangue ed emocomponenti.\n2. L’esplicitazione degli obiettivi generali di cui al precedente \ncomma è contenuta nel punto 4 del Piano.\n3. Per il triennio 2002-2004, nell’ambito degli obiettivi generali \ndi cui al comma precedente sono individuati, quali obiettivi \nspecifici, i seguenti progetti obiettivo regionali:\na) prevenzione della mortalità e delle complicanze delle \nmalattie cardio e cerebrovascolari;\nb) prevenzione delle malattie oncologiche attraverso \nla realizzazione di programmi di \ndiagnosi precoci;\nc) prevenzione delle malattie dismetaboliche;\nd) potenziamento dell’assistenza alle malattie neurologiche;\ne) sperimentazione di un sistema di monitoraggio della spesa \nindotta dall ’attività prescrittivi in ambito distrettuale, ai sensi della legge 23 dicembre 2000, n. 388, art. 86;\nf) analisi della migrazione sanitaria interregionale e degli \ninterventi finalizzati a ridurne l’incidenza;\ng) organizzazione di una rete diagnostico-assistenziale per i \ndisturbi nel comportamento alimentare e per la nutrizione \nartificiale e dietetica;\nh) miglioramento tecnico organizzativo delle attività trasfusionali \nfinalizzato all’autosufficienza, all’efficienza ed alla sicurezza \ntrasfusionale;\ni) sostegno e sperimentazione di nuovi modelli \nsocio-assistenziali intesi come integrazione \neconomico-funzionale tra pubblico e privato.\n4. La Giunta Regionale definisce, entro sessanta giorni dalla \nentrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle \nprevisioni del Piano, i contenuti dei progetti obiettivo di cui al \ncomma 3 compatibili con le risorse economiche ed emana le \nlinee di indirizzo cui le Aziende sanitarie si attengono per la \nrealizzazione dei progetti stessi.', '7': 'AZIONI STRATEGICHE\n1. Gli obiettivi generali di cui all’art.6 sono perseguiti dalla \nGiunta regionale e dalle Aziende sanitarie, nell’ambito delle \nrispettive competenze, attraverso le azioni strategiche di cui \nagli articoli 8, 9, 10, 12 e 14.\n2. La specificazione dettagliata delle azioni strategiche, cui si \nriferiscono le Aziende sanitarie nell’elaborazione dei piani \nattuativi locali, è contenuta nel punto 5 del Piano.', '8': "SVILUPPO DEL SISTEMA INFORMATIVO REGIONALE\n1. Lo sviluppo delle funzioni regionali in materia di sistemi \ninformativi è finalizzato a migliorare la conoscenza e l'analisi \ndella domanda sanitaria, oltre che la conoscenza e l'analisi \ndell'offerta di servizi. A tal fine, sono preventivamente realizzati i \nseguenti interventi:\na) trasmissione delle informazioni necessarie ai diversi livelli \ndel governo da effettuare in appositi protocolli cui si attengono \ntutte le strutture pubbliche e private;\nb) attribuzione di incentivi allo sviluppo di sistemi informativi \naziendali per migliorare la qualità delle informazioni a \ndisposizione del Servizio sanitario regionale;\nc) predisposizione di programmi a livello regionale adottati di \nintesa con le Aziende sanitarie locali e con i servizi specialistici \ncompetenti per l’ attivazione di servizi di telemedicina;\nd) realizzazione della carta sanitaria personale da rilasciare a \nciascun cittadino residente nella Regione, nella quale inserire \ntutti i dati personali di ciascun soggetto presenti presso tutte le \nAsl della Regione e che contenga le informazioni essenziali \nrelative allo stato di salute -patologie gravi, gruppo sanguigno, \nallergie -. \n2. La realizzazione degli interventi di cui al comma 1 costituisce \npassaggio fondamentale per lo sviluppo del sistema \ninformativo sanitario regionale, quale insieme di strutture, \nstrumenti ed attività, orientato: a) alla definizione dei bisogni informativi dei diversi utilizzatori; \nb) al potenziamento dei sistemi informativi sanitari \naziendali e delle connessioni in rete;\nc) all'integrazione tra i diversi sistemi informativi sanitari \naziendali, regionali e nazionali, \nanche attraverso l'adozione di protocolli di raccolta ed \nelaborazione dati che soddisfino \nle esigenze locali e che siano compatibili con le necessità \ninformative centrali;\nd) alla valorizzazione e diffusione del patrimonio del \nsistema informativo sanitario \nregionale per le necessità di programmazione delle \nattività dei Presidi, dei Servizi \nsanitari e socio-sanitari, e di controllo della loro \nefficienza ed efficacia.", '9': 'RIQUALIFICAZIONE DELLA RETE TERRITORIALE\n1. La riorganizzazione della rete territoriale si realizza \nattraverso:\na) la valorizzazione ed il potenziamento del ruolo centrale del \nDistretto nell’ambito delle politiche sanitarie;\nb) la valorizzazione dell’integrazione socio-sanitaria quale \ncondizione essenziale per il miglioramento dell’efficacia delle \nprestazioni erogate;\nc) l’attivazione ed il potenziamento dei Dipartimenti quali \nstrutture organizzative capaci di garantire l’unitarietà degli \ninterventi tesi a soddisfare i bisogni dei cittadini.\n2. Il reale decentramento delle attività sanitarie e \nsocio-sanitarie sul territorio si promuove attraverso:\na) il riconoscimento al Distretto di una autonomia \ntecnico-gestionale ed economico finanziaria, con contabilità \nseparata all’interno del bilancio dell’Azienda sanitaria;\nb) il riconoscimento del Distretto quale ambito territoriale ed \norganizzativo dell’Azienda sanitaria per l’integrazione delle \nattività di assistenza sanitaria extraospedaliera con quelle \nsociali;\nc) il riconoscimento del Distretto quale ambito della \npartecipazione dei cittadini e degli operatori, a tutela del diritto \nalla salute nelle attività relative alla programmazione, al \ncontrollo ed alla valutazione dei servizi sanitari di cui al \ndecreto legislativo \nn. 229/ 99 , art.14 , comma 2 .\n3. Le azioni rivolte a realizzare una integrazione tra le attività \nsanitarie e quelle sociali sono:\na) la definizione degli indirizzi organizzativi e l’entità delle \nrisorse da assegnare ai Distretti nei piani attuativi locali delle \nAziende sanitarie; \nb) l’adozione annuale del programma delle attività territoriali \nper l’individuazione e la localizzazione dei servizi sanitari e \nsocio-sanitari e la corretta determinazione delle risorse per \nl’integrazione socio-sanitaria;\nc) le intese programmatiche, a livello distrettuale, tra le \nDirezioni generali delle Aziende sanitarie e le rappresentanze \ndei Comuni con obbligatoria verifica delle risorse economiche disponibili per il conseguimento dell ’intesa . \n4. L’individuazione ed il numero dei Dipartimenti tiene conto:\na) degli obiettivi che l’Azienda si propone di perseguire;\nb) della complessità dell’Azienda;\nc) della estensione dell’ambito territoriale e delle caratteristiche \ngeomorfologiche;\nd) del numero di strutture complesse presenti.\n5. Per il raggiungimento delle finalità di cui ai precedenti \ncommi, le Aziende sanitarie \nadottano modalità organizzative congruenti con i principi ed i \ncriteri direttivi per l’adozione dell’atto aziendale emanato dalla \nGiunta regionale, ai sensi del decreto legislativo 502/92, art.3 , \ncomma 1 bis, così come introdotto dal decreto legislativo n. \n229/99, art.3.', '10': '\nREVISIONE DELLA RETE OSPEDALIERA\n1. La Giunta regionale, entro sei mesi dalla data di entrata \nin vigore della presente legge, \napprova, quale proposta al Consiglio regionale, un nuovo Piano \nregionale ospedaliero per la revisione della rete ospedaliera \ncampana e per la conseguente rideterminazione del \nfabbisogno regionale dei posti letto pubblici e privati. Tale \nrevisione è finalizzata ad una più qualificata assistenza \nospedaliera, ad una più efficace utilizzazione delle risorse, \nanche finanziarie, in relazione al bisogno della popolazione, \nall’attivazione di procedure di preospedalizzazione atte a ridurre \ni tempi di ricovero in ospedale, nonché all’adozione di misure \nidonee per una utilizzazione degli ospedali appropriata al ruolo \nche essi svolgono nella rete ospedaliera.\n2. La revisione di cui al comma 1 è effettuata sulla base:\na) dell’indice dei posti letto pubblici e privati programmati dalle \nAziende sanitarie in attuazione del Piano regionale ospedaliero, \napprovato con legge regionale 26 febbraio 1998, n.2 ;\nb) della progressiva attivazione del day surgery demandata alle \nAziende sanitarie, sulla base delle caratteristiche delle strutture \nerogatrici delle prestazioni, delle procedure chirurgiche \neseguibili in day surgery e delle modalità organizzative di tale \nattività, individuate dalla Giunta regionale;\nc) della riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni \nambulatoriali ed in regime di ricovero secondo i criteri definiti \ndalla Giunta regionale per la determinazione dei tempi di attesa \nmassimi e per la corretta gestione delle liste;\nd) dell’integrazione ospedale — territorio, da realizzarsi \nattraverso:\n1) una maggiore capacità di risposta del Distretto alla \ndomanda di prestazioni;\n2) una più appropriata risposta dell’ospedale, anche in \nrelazione alle variazioni \ndel quadro epidemiologico ed alle innovazioni \ndiagnostico-assistenziali;\n3) una migliore integrazione tra le due funzioni.\n3. Le Aziende sanitarie locali e le Aziende ospedaliere, \nattraverso protocolli annuali di intesa, \nadottati previa acquisizione del parere di un collegio composto dai responsabili di Dipartimento, dal direttore amministrativo e \nda quello sanitario di ciascuna Azienda interessata, realizzano \nla rete dei servizi ospedalieri e territoriali, intesa quale \nintegrazione e collegamento funzionale tra le strutture, allo \nscopo di assicurare al cittadino l’appropriatezza del percorso \nassistenziale attraverso l’erogazione delle prestazioni in forma \ncoordinata ed adeguata alla complessità delle stesse.', '11': '\nSTRUMENTI DI GOVERNO DELLA SPESA SANITARIA \n1. La Giunta regionale, attraverso l’emanazione di appositi \nregolamenti, attua le \nstrategie di intervento per ripianare l’attuale disavanzo della \nspesa con riguardo alla disciplina :\na) dei procedimenti di redazione dei budget e dei centri di \nresponsabilità amministrativa;\nb) degli obiettivi e dei risultati, in termini quantitativamente \nmisurabili, che si intendono raggiungere;\nc) delle risorse diverse da quelle regionali che si prevede di \nimpiegare;\nd) dei soggetti responsabili delle singole iniziative e delle loro \nfasi;\ne) delle modalità per la verifica del conseguimento degli \nobiettivi ;\nf) della localizzazione territoriale degli interventi ;\ng) della durata dei modi, dei tempi di attuazione e delle funzioni \ndi spesa relative ai singoli esercizi;\nh) dei procedimenti sul controllo della regolarità contabile.\n2. Le spese per il Piano sanitario 2002-2004 trovano copertura \nnel bilancio pluriennale della Regione a legislazione vigente.', '12': '\nGOVERNO E CONTROLLO DELLA SPESA \n1. Al fine di assicurare i livelli essenziali ed uniformi di \nassistenza, le Aziende sanitarie \nimprontano le attività di competenza, sia in quanto produttrici \ndirette di assistenza, sia in quanto acquirenti di prestazioni \nerogate da soggetti terzi accreditati, al principio della esclusiva \nfinalizzazione, nell’utilizzo delle risorse, al perseguimento degli \nobiettivi del Piano sanitario regionale.\n2. Le finalità di cui al comma 1 sono perseguite con interventi \nrivolti a: \na) eliminare duplicazioni strutturali ed organizzative nell’area \ndei servizi e delle attività di supporto, al fine di rendere \neffettivamente alternativo l’affidamento a terzi;\nb) dimensionare la capacità produttiva in funzione dell’effettivo \nlivello di domanda prevedibile, a seguito della definizione del \nPiano annuale delle prestazioni e degli accordi contrattuali, di \ncui al decreto legislativo n. 502/92, art.8 quinquies, così come \nintrodotto dal decreto legislativo n. 229/99, art 8;\nc) eliminare fenomeni di auto domanda, sia nell’area delle \nattività assistenziali, sia in quella delle attività connesse \nall’esercizio di funzioni a rilevanza pubblicistica;\nd) individuare, con obbligo di rendicontazione separata e \nverifica di risultato, le risorse da destinare al miglioramento qualitativo dell ’assistenza erogata dai Presidi a gestione \ndiretta;\ne) realizzare, sulla base di criteri e direttive emanate dalla \nGiunta regionale, un sistema di monitoraggio delle prestazioni \nsanitarie e socio-sanitarie erogate in modo da garantirne \nl’efficacia e l’appropriatezza;\nf) attivare modalità nella gestione degli acquisti di beni e servizi \nsecondo i principi e criteri , definiti dalla Giunta regionale con \nil provvedimento di cui all’art. 9, comma 5;\ng) coordinare la razionalizzazione delle risorse umane nelle \nAziende ospedaliere con la realizzazione dei Dipartimenti.\n3. La Giunta regionale, al fine di garantire il raggiungimento \ndelle finalità di cui al comma 1:\na) definisce una politica tariffaria funzionale alla promozione di \nquelle prestazioni ed attività che, per efficacia assistenziale e \ncosto, massimizzino il perseguimento degli obiettivi di salute \ndel Piano sanitario regionale, compatibilmente con le risorse \nfinanziarie disponibili;\nb) adotta un sistema tariffario di remunerazione secondo le \ntipologie di struttura e di attività definite in sede di \naccreditamento istituzionale, ai sensi del decreto legislativo \n502/92, art.8 quater, così come introdotto dal decreto legislativo \n229/99, art. 8, ferme restando le competenze dello Stato in \nmateria di determinazione dei costi standard di produzione e \ndelle tariffe massime applicabili per le prestazioni assistenziali;\nc) emana criteri e direttive per la realizzazione del sistema di \nmonitoraggio di cui al comma 2, lettera e) ;\nd) attiva modalità e procedure nella gestione degli acquisti di \nbeni e servizi secondo i principi ed i criteri, definiti con l’atto di \ncui all’art.9, comma 5.\n4. Le Aziende sanitarie si dotano, in coerenza con il quadro \nnormativo nazionale, di adeguati \nstrumenti di controllo finalizzati a:\na) garantire la legittimità, regolarità e correttezza dell’azione \namministrativa -controllo di regolarità amministrativa e \ncontabile-;\nb) verificare l’efficacia, efficienza ed economicità dell’azione \namministrativa al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi \ninterventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati -controllo \ndi gestione-;\nc) valutare le prestazioni del personale con qualifica \ndirigenziale -valutazione della dirigenza-;\nd) valutare l’adeguatezza delle scelte compiute in sede di \nattuazione dei piani, dei programmi e degli altri strumenti di \ndeterminazione dell’indirizzo politico, in termini di congruenza \ntra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti -valutazione e \ncontrollo strategico-;\ne) rilevare la conformità e la finalizzazione dei comportamenti \ndei soggetti che, ad ogni titolo, esercitano funzioni o erogano \nprestazioni nell’ambito del Servizio sanitario, al perseguimento \ndegli obiettivi fissati dal Piano sanitario regionale -controllo \nesterno-.', '13': '\nCERTIFICAZIONE DEI BILANCI\n1. Le Aziende sanitarie sottopongono i propri bilanci alla valutazione di società di certificazione di riconosciuto prestigio \ninternazionale.', '14': "\nFORMAZIONE, QUALITÀ E RICERCA\n1. Il sostegno ai processi di innovazione ed alle azioni \ndi adeguamento ai mutamenti determinati dalla evoluzione \ndella domanda sanitaria e dalle conoscenze scientifiche e \ntecnologiche si realizza attraverso:\na) la formazione specifica e continua degli operatori sanitari;\nb) la promozione della qualità;\nc) la valorizzazione delle risorse umane.\n2. I percorsi e le azioni formative, a livello aziendale, sono \nelaborati in coerenza con gli \nobiettivi nazionali e regionali. In particolare:\na) si fondano su adeguate analisi relative al bisogno formativo \ndelle diverse figure professionali;\nb) riproducono in sede formativa le radici dei problemi e \ncoinvolgono le responsabilità professionali chiamate a \nrisolverli;\nc) contengono parametri e indicatori capaci di verificare nel \ntempo l’effettiva traduzione operativa di quanto offerto;\nd) si rivolgono congiuntamente a tutti i destinatari interessati se \ni cambiamenti ed i risultati attesi dalla formazione riguardano \nproblemi complessi ed aree organiche di servizio.\n3. Per le finalità di cui al comma 2, le Aziende sanitarie \nvincolano annualmente l’uno per cento del monte salari a \nsostegno delle iniziative di formazione ed aggiornamento degli \noperatori sanitari.\n4. La qualità dell'assistenza nei confronti della generalità \ndei cittadini è assicurata da parte delle Aziende sanitarie \nattraverso: \na) la definizione della missione aziendale e della politica della \nqualità dell'azienda -piano qualità aziendale - coerenti con i \nprogrammi regionali;\nb) l’istituzione di strutture, staff, comitati, commissioni, uffici e \nservizi, con particolari responsabilità nella programmazione \ndelle attività di miglioramento della qualità;\nc) l’offerta di interventi formativi a tutti gli operatori dell'Azienda \nsanitaria sul miglioramento della qualità;\nd) l’individuazione di adeguate risorse umane, tecnologiche ed \neconomiche per il miglioramento della qualità.\n5. La gestione delle risorse umane nelle Aziende sanitarie, \nquale elemento strategico che influisca direttamente sulla \nquantità e qualità dell’assistenza, è orientato:\na) al superamento delle visioni settoriali, centrate su interessi \nparticolari di singoli profili professionali;\nb) alla responsabilizzazione individuale e di gruppo, nel caso di \nprestazioni integrate;\nc) alla flessibilità dell’impiego;\nd) all’utilizzo di sistemi premianti.\n6. Per il raggiungimento degli obiettivi elencati nel comma 5, le \nAziende sanitarie si attengono ai principi ed ai criteri direttivi \nemanati dalla Giunta regionale con il provvedimento di cui \nall’art. 9, comma 5.7. E’istituita la Commissione regionale per la ricerca \nsanitaria, con il compito di formulare proposte per la \nprogrammazione, il coordinamento e la valutazione degli \ninterventi nel campo della ricerca finalizzata biomedica e di \nquella finalizzata al miglioramento dei servizi sanitari , \ncomposta da:\na) un Dirigente dell’Area Generale di Coordinamento -Piano \nsanitario regionale- dell’Assessorato alla sanità;\nb) un Dirigente dell’Area Generale di Coordinamento \n-assistenza sanitaria - dell’Assessorato alla sanità;\nc) il Direttore generale dell’Agenzia Regionale Sanitaria \n-ARSAN-;\nd) il Direttore generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione \nAmbiente Campania — - ARPAC-;\ne) un rappresentante designato dalla facoltà di medicina \ndell’Università Federico II di Napoli;\nf) un rappresentante designato dalla facoltà di medicina della II \nUniversità di Napoli;\ng) un rappresentante designato dall’Istituto superiore di sanità;\nh) sei esperti di cui tre designati dall’Assessore regionale alla \nsanità e tre dal Presidente della quinta Commissione \nconsiliare.\n9. La costituzione della Commissione di cui al comma 7 e le \nsue modalità di funzionamento sono definite dalla Giunta \nregionale entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della \npresente legge.", '15': '\nPIANIFICAZIONE ATTUATIVA\n1. Il Piano sanitario regionale trova attuazione attraverso la \nprogrammazione sanitaria aziendale. L’atto in cui si esprime \nla programmazione sanitaria aziendale è il Piano attuativo \nlocale.\n2. La Giunta regionale:\na) indirizza la formazione dei piani attuativi locali anche \nattraverso l’emanazione di linee guida a carattere tecnico \noperativo e di schemi tipo per la redazione degli elaborati, \nsentita la Conferenza permanente per la programmazione \nsanitaria e socio-sanitaria regionale di cui all’art. 20;\nb) controlla la conformità dei piani attuativi alle disposizioni del \nPiano sanitario regionale;\nc) verifica la corrispondenza dei risultati raggiunti dalle Aziende \ncon quelli previsti dai piani attuativi locali. \n3. Il piano attuativo locale è lo strumento di programmazione \nattraverso il quale le Aziende sanitarie, nei limiti delle risorse \ndisponibili e dei vincoli di pareggio di bilancio, regolano le \nproprie attività su base triennale nell’arco temporale di vigenza \ndel Piano sanitario regionale.\n4. Il piano attuativo, da articolarsi in programmi annuali di \nattività, definisce:\na) gli obiettivi di salute e quelli relativi alle aree prioritarie e \ncritiche previsti dall’art. 6 riferiti all’ambito territoriale di \npertinenza e alle proprie strutture;\nb) le iniziative da intraprendere per il raggiungimento degli \nobiettivi individuati secondo le indicazioni contenute negli artt. 8, \n9, 10, 12 e 14 e nel Piano;c) gli strumenti ed i sistemi per il controllo quali -quantitativo dei \nrisultati.', '16': '\nPROCEDURE DI PROPOSTA, ADOZIONE ED APPROVAZIONE \nDEL PIANO ATTUATIVO LOCALE\n1. Il Direttore generale dell’Azienda sanitaria, sentite le \norganizzazioni sindacali e il Comitato di partecipazione di cui \nall’art.21, approva il Piano attuativo locale ed il programma del \nprimo anno di attività entro 120 giorni dalla data di entrata in \nvigore della presente legge.\n2. Per gli anni successivi, il programma di attività è approvato \nentro il 1° gennaio.\n3. Il Piano attuativo ed il programma annuale, adottati \nseguendo le procedure previste dalla legge regionale n.32/94, \nart.35 , sono trasmessi, nei successivi trenta giorni, alla Giunta \nregionale.\n4. Il Piano attuativo locale ed il programma annuale di attività \ndell’Azienda ospedaliera sono trasmessi, per le finalità previste \ndalla legge regionale n.32/94, art.35, comma 2, al Sindaco del \ncomune capoluogo della Provincia in cui l’Azienda è situata.\n5. Il Piano attuativo ed il programma annuale sono efficaci \ndopo l’approvazione da parte della Giunta regionale nei termini \nprevisti dalla legge regionale n.32/94, art.35, commi 4 e 5, e \ndai commi che seguono.\n6. La Giunta regionale verifica la conformità del Piano \nattuativo locale e del programma annuale con il Piano \nsanitario regionale. In caso di difformità, li rinvia all’Azienda con \nosservazioni e con obbligo di adeguamento.\n7. I provvedimenti rinviati si adeguano alle osservazioni \nformulate dalla Giunta regionale.\n8. Limitatamente ai provvedimenti di cui al comma 7, il \ntermine di quindici giorni previsto dalla legge regionale \nn.32/94, art.35, comma 5, è fissato in quaranta giorni.\n9. La deliberazione della Giunta regionale con la quale il Piano \nattuativo locale è approvato nella sua formulazione definitiva è \ntrasmessa all’Azienda per i conseguenti provvedimenti attuativi \ned è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione \nCampania.', '17': '\nINTERVENTI SANZIONATORI\n1. Nei casi di mancata presentazione da parte delle Aziende \nsanitarie del Piano attuativo locale e dei piani annuali nei \ntermini prescritti dall’art.16, commi 1 e 2, o di manifesta \ninattuazione nella realizzazione del Piano attuativo locale, \nricorrono i gravi motivi previsti dal decreto legislativo 502/92, \nart.3 bis, comma 7, così come introdotto dal decreto legislativo \n229/99 , art.3.', '18': '\nRELAZIONE SANITARIA\n1. Le Aziende sanitarie predispongono e trasmettono alla \nGiunta regionale entro il 31 gennaio di ogni anno, una \nrelazione sanitaria contenente la sintesi dei dati e delle \ninformazioni raccolte ed elaborate dal sistema informativo in \nordine:a) alle condizioni di salute della popolazione;\nb) all’attività dei Distretti, dei Presidi, dei Dipartimenti e dei \nServizi;\nc) alla situazione economico-finanziaria;\nd) allo stato di attuazione dei piani attuativi con la indicazione \ndegli strumenti e dei sistemi utilizzati per la misurazione dei \nrisultati raggiunti.\n2. Entro il 30 settembre di ogni anno la Giunta regionale \npredispone la relazione sanitaria regionale e la presenta al \nConsiglio regionale, che fa osservazioni e proposte per l’anno \nsuccessivo.\n3. La relazione regionale è formulata sulla base delle relazioni \nsanitarie delle Aziende sanitarie e contiene la verifica e la \nvalutazione dello stato di attuazione del Piano sanitario \nregionale.', '19': '\nAGGIORNAMENTO DEL PIANO ATTUATIVO LOCALE\n1. Entro il termine previsto dall’art.18, comma 1, le Aziende \nsanitarie trasmettono alla Giunta regionale proposte di \nmodifica dei rispettivi piani attuativi locali.\n2. Le proposte di modifica sono adottate dal Direttore generale \ndell’Azienda sanitaria ed approvate dalla Giunta regionale con \nle procedure previste dall’art.16.', '20': "\nCONFERENZA PERMANENTE PER LA PROGRAMMAZIONE \nSANITARIA E SOCIO-SANITARIA REGIONALE\n1. E’ istituita la Conferenza permanente per la programmazione \nsanitaria e socio-sanitaria quale organo consultivo del \nConsiglio e della Giunta regionale.\n2. La Conferenza esprime parere obbligatorio:\na) sulla proposta di Piano sanitario regionale;\nb) sulle proposte di atti di rilievo regionali riguardanti l’alta \nintegrazione socio-sanitaria;\nc) sugli atti di concertazione di rilievo regionale tra Regione e \nAziende sanitarie;\nd) sugli atti di indirizzo e coordinamento emanati dalla Giunta \nregionale per l’elaborazione dei piani attuativi locali delle \nAziende sanitarie;\ne) sulle proposte di legge e di regolamento in materia sanitaria \ne socio-sanitaria;\nf) sugli atti della Regione in materia di integrazione tra politiche \nsanitarie e politiche ambientali;\ng) sui provvedimenti della Giunta regionale relativi alle Aziende \nospedaliere, nei casi previsti dal decreto legislativo 502/92, art. \n3 bis, commi 6 e 7 , così come introdotto dal decreto legislativo \n229/99, art.3, fatti salvi i casi di particolare gravità ed urgenza, in \npresenza dei quali si prescinde dal parere.\n3. La Giunta regionale , ai sensi del combinato disposto \ndell’art.4, commi 1 e 2, e dell’art.5, comma 1, del Decreto del \nPresidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2001, si \navvale del concerto della Conferenza per determinare gli \nobiettivi, le funzioni ed i criteri di erogazione e di finanziamento \ndelle prestazioni socio -sanitarie e del concorso della Conferenza stessa per coordinare gli interventi socio -sanitari \ndelle Aziende sanitarie locali e dei Comuni, al fine di garantirne \nl’uniformità dei comportamenti e di vigilare sul rispetto delle \ndirettive impartite.\n4. La Conferenza approva annualmente un documento \ndi valutazione sullo stato dell'organizzazione e dell'efficacia \ndei servizi sanitari e socio-assistenziali che è trasmesso alla \nGiunta regionale ed al Consiglio regionale, i quali fanno \nosservazioni e adottano provvedimenti consequenziali in caso \ndi relazione che denoti un andamento negativo dell’azione \namministrativa.\n5. La Conferenza è presieduta dall'Assessore regionale \nalla sanità ed ha la seguente composizione:\na) l'Assessore regionale ai rapporti con il sistema delle \nautonomie;\nb) l'Assessore regionale alle politiche sociali;\nc) l'Assessore regionale all'ambiente;\nd) il Presidente della quinta Commissione consiliare;\ne) il Sindaco del Comune, nel caso in cui l'ambito \nterritoriale dell'Azienda sanitaria è coincidente;\nf) i Presidenti dei Comitati di rappresentanza delle Conferenze \ndei Sindaci, di cui alla legge regionale n.32/94, art.20, nei \ncasi in cui l'ambito territoriale dell'Azienda sanitaria \ncomprenda più Comuni;\ng) tre rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni \nItaliani - ANCI - su designazione dell'Associazione;\nh) un rappresentante dell'Unione Regionale Province Italiane \n—URPI- su designazione dell'Associazione;\ni) i Presidi delle facoltà di medicina e chirurgia \ndell'Università Federico II e della II Università di Napoli;\nl) il Direttore generale dell'ARSAN;\nm) il Direttore generale dell'ARPAC;\nn) un Dirigente dell'Area Generale di Coordinamento -\nPiano sanitario regionale - dell'Assessorato Regionale alla \nsanità;\no) un Dirigente dell'Area Generale di Coordinamento -\nassistenza sanitaria - dell'Assessorato regionale alla sanità;\np) tre esperti designati dall'Assessore regionale alla sanità.\nq) l’assessore regionale al bilancio.\n6. Ai fini dell'espressione del parere nelle materie di cui alla \nlettera b), e) ed f) del comma 2, \nla Conferenza è integrata dai Presidenti delle Province.\n7. Ai fini dell'espressione del parere sui provvedimenti di cui \nalla lettera g) del comma 2, la \nConferenza è integrata dal Sindaco del Comune capoluogo in \ncui è ubicata l'Azienda \nospedaliera.\n8. La costituzione della Conferenza e le sue modalità di \nfunzionamento sono definite dalla Giunta regionale entro 30 \ngiorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.", '21': '\nIL COMITATO DI PARTECIPAZIONE\n1. Le Aziende sanitarie locali, su proposta delle \nAssociazioni di tutela dei diritti del cittadino e del volontariato \npresenti nell ’ambito territoriale aziendale e d ’intesa con le medesime, istituiscono il Comitato di partecipazione per la \nverifica ed il controllo del funzionamento delle strutture e dei \nservizi sanitari e socio-sanitari, ai sensi del decreto legislativo \n502/92, art.14, e successive modifiche ed integrazioni, e ne \ndisciplinano il funzionamento.\n2. Il Comitato di partecipazione dell’Azienda sanitaria locale \nesercita le sue funzioni anche nei confronti dell’Azienda o delle \nAziende ospedaliere ubicate nel territorio. In tali casi, la \ncostituzione ed il regolamento del Comitato sono definiti \nd’intesa anche con l’Azienda ospedaliera o con le Aziende \nospedaliere interessate.\n3. Il Comitato di partecipazione ha funzione consultiva e \npresenta istanze e proposte; esso riceve la documentazione \nrelativa al funzionamento dei Servizi e delle Strutture, secondo \nle procedure definite nel regolamento e collabora con le \nAziende sanitarie per l’individuazione delle modalità di raccolta \ne di analisi dei segnali di disservizio.\n4. I componenti del Comitato di partecipazione non hanno \ndiritto ad alcun compenso, salvo il rimborso di eventuali spese \ngiustificate e documentate.\n5. Il Comitato ha diritto ad un budget , definito sulla base del \nprogramma annuale di attività dal Direttore generale \ndell’Azienda sanitaria locale, d’intesa con l’Azienda o le Aziende \nospedaliere che insistono nell’ambito territoriale e che \nconcorrono alla spesa.\n6. Il Direttore generale dell’Azienda sanitaria locale mette a \ndisposizione del Comitato una sede con la strumentazione \nnecessaria minima.', '22': '\nNORMA FINANZIARIA\n1. Al finanziamento del Piano sanitario si provvede:\na) con le risorse corrispondenti alle quote assegnate alla \nRegione che risultano dal riparto dei fondi destinati al \nfinanziamento del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della \nlegge n.388 del 23 dicembre 2000 , art.83, comma 1;\nb) con le entrate derivanti dalla mobilità sanitaria interregionale;\nc) con gli stanziamenti iscritti nel bilancio regionale finanziati \ncon risorse proprie della Regione;\nd) con gli stanziamenti specificamente iscritti nel bilancio \nregionale derivanti da assegnazioni dello Stato a destinazione \nvincolata;\ne) con le risorse derivanti dagli avanzi di amministrazione delle \nAziende sanitarie, secondo i criteri definiti dalla Giunta \nregionale;\nf) con le risorse derivanti da alienazioni patrimoniali delle \nAziende sanitarie;\ng) con le entrate dirette delle Aziende sanitarie.', '23': '\nDICHIARAZIONE DI URGENZA\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per \ngli effetti degli artt.43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.NAPOLI, 11 luglio 2002\nIL PRESIDENTE\n-BASSOLINO-'}
null
campania
2,002
9
null
{'1': "Oggetto\n1. In attuazione dell’articolo 1, comma 13, della Legge 31 luglio \n1997, n.249, “Istituzione dell’Autorità per le Garanzie nelle \nComunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e \nradiotelevisivo”, la presente Legge istituisce presso il Consiglio \nregionale il Comitato Regionale per le Comunicazioni, \ndenominato CO.RE.COM, e ne disciplina l'organizzazione ed il \nfunzionamento, al fine di assicurare a livello territoriale \nregionale, le necessarie funzioni di governo, di garanzia e di \ncontrollo in tema di comunicazioni.\n2. Le disposizioni della presente Legge si attengono agli \nindirizzi ed ai criteri individuati dall’Autorità per le Garanzie nelle \nComunicazioni, ai sensi dell’articolo 1, comma 13, della Legge \n31 luglio 1997, n.249, con deliberazione n.52 del 28 aprile \n1999, nonché al Regolamento adottato dall’Autorità, in \napplicazione della medesima norma, con deliberazione n.53 \ndel 28 aprile 1999.", '2': 'Natura\n1. Il CO.RE.COM. è organo di consulenza, gestione e garanzia \ndella Regione per le funzioni ad essa spettanti, secondo le \nleggi statali e regionali, nel campo della comunicazione.\n2. Il CO.RE.COM., oltre alle funzioni proprie ed alle funzioni \ndelegate, di cui agli articoli 12 e 13, svolge le attività affidategli \nda leggi o provvedimenti statali e regionali.\n3. Il CO.RE.COM. è, altresì, organo funzionale dell ’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.', '3': 'Composizione\n1. Il CO.RE.COM. è costituito da nove componenti, compreso il \nPresidente, scelti tra persone in possesso dei necessari \nrequisiti di competenza ed esperienza nel settore della \ncomunicazione, nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e \ntecnologici, documentati ed appositamente valutati.\n2. Il Presidente del CO.RE.COM. è eletto dal Consiglio \nregionale con votazione segreta, separata da quella per \nl’elezione degli altri componenti, su una terna di nomi proposta \ndal Presidente del Consiglio regionale, d’intesa con il \nPresidente della Giunta regionale. Il quorum per l’elezione del \nPresidente è quello della maggioranza dei due terzi dei \npresenti. Se non si raggiunge il quorum nelle prime due \nvotazioni, si procede all’elezione con il quorum della \nmaggioranza semplice. Gli altri componenti del CO.RE.COM \nsono ugualmente eletti dal Consiglio regionale, a votazione \nsegreta, con voto limitato a cinque nomi, garantendo comunque \nl’elezione di tre componenti designati dalla minoranza. In caso \ndi parità, si procede al ballottaggio tra i nominativi che hanno \nriportato pari numero di voti.\n3. I componenti del CO.RE.COM sono nominati con decreto del \nPresidente della Giunta regionale, restano in carica per l’intera \nlegislatura e non sono rieleggibili consecutivamente. In sede di \nprima attuazione non viene applicato il criterio di non \nrieleggibilità.\n4. Il CO.RE.COM., subito dopo l’insediamento, elegge, con \nvotazione segreta ed a maggioranza dei suoi componenti, il \nVice Presidente. A quest’ultimo compete sostituire il Presidente \nin caso di assenza, di impedimento o di delega, nonché \nsvolgere le funzioni di Presidente, in caso di anticipata \ncessazione dalla carica e fino all’elezione del nuovo \nPresidente.\n5. Il Presidente del Consiglio regionale informa l’Autorità \ndell’avvenuta elezione e dell’insediamento del CO.RE.COM.\n6. Al rinnovo del CO.RE.COM. si provvede entro sessanta giorni \ndalla scadenza del Comitato in carica.\n7. In caso di dimissioni, decadenza o impedimento \npermanente di un membro del CO.RE.COM., il Consiglio \nregionale procede all’elezione di un nuovo membro che resta in \ncarica fino alla scadenza ordinaria del mandato del Comitato. Al \ncomponente che subentra quando manca meno della metà \nalla scadenza ordinaria non si applica il divieto di rieleggibilità \ndi cui al comma 3.', '4': 'Incompatibilità\n1. La carica di componente del CO.RE.COM. è incompatibile \ncon le seguenti funzioni:\na) membro del Parlamento europeo o del Parlamento \nnazionale;\nb) componente del Governo nazionale;\nc)Presidente di Giunta regionale, componente di Giunta regionale,Consigliere regionale;\nd) Sindaco, Presidente di Amministrazione provinciale, \nAssessore comunale o provinciale;\ne) Presidente, Amministratore, componente di organismi \ndirettivi di Enti pubblici anche non economici, o di società a \nprevalente capitale pubblico, nominati da organi governativi, \nregionali, provinciali o comunali;\nf)detentore di incarichi elettivi o di rappresentanza in partiti \ne movimenti politici;\ng) amministratore, dirigente, dipendente o socio \nazionista di imprese pubbliche e private, operanti nel settore \nradiotelevisivo o delle telecomunicazioni, della pubblicità, \ndell’editoria anche multimediale, della rilevazione dell’ascolto e \ndel monitoraggio della programmazione, a livello sia nazionale \nche locale. I soci risparmiatori delle società commerciali e delle \nsocietà cooperative non versano in situazioni di incompatibilità;\nh) titolare di rapporti di collaborazione o consulenza attiva \ncon i soggetti di cui alla lettera “g”;\ni) dipendente regionale.\n2.Ciascun componente del CO.RE.COM è tenuto a comunicare \ntempestivamente al Presidente ed al Presidente del Consiglio \nregionale il sopravvenire di situazioni che configurano cause di \nincompatibilità.', '5': 'Decadenza\n1. Il Presidente ed i componenti decadono se sopravviene nei \nloro confronti una delle cause di incompatibilità di cui all’\narticolo 4 e l’interessato non provvede a determinare la \ncessazione.\n2. La causa di incompatibilità è contestata all’interessato dal \nPresidente del Consiglio regionale con l’invito a presentare le \nproprie osservazioni entro un termine stabilito e, nel caso di cui \nal comma 1, a far cessare la causa di incompatibilità entro \ntrenta giorni dal ricevimento della contestazione medesima.\n3. I componenti del CO.RE.COM. decadono dall’incarico se non \ninterviene, senza giustificato motivo tempestivamente \ncomunicato al Presidente , a tre sedute consecutive, ovvero ad \nun numero di sedute pari alla metà di quelle effettuate nel \ncorso dell’anno solare.\n4. Il Presidente del Consiglio regionale procede alla \ncontestazione sia d’ufficio, sia su segnalazione di cui al comma \n1, nonché, se ne è a conoscenza, dei casi di cui al comma 2.\n5. Trascorso il termine di cui al comma 2, il Presidente del \nConsiglio regionale:\na) provvede all’archiviazione del procedimento se la \ncausa di decadenza risulta insussistente, ovvero, nei casi di \ncui al comma 1, rimossa;\nb) provvede all’adozione del provvedimento di \ndecadenza, dandone comunicazione al Consiglio regionale.\n6. Le decisioni di cui al comma 5 sono comunicate \nall’interessato e, per conoscenza, al Presidente del \nCO.RE.COM. ed all’Autorità per le Garanzie nelle \nComunicazioni.', '6': 'imissioni\n1. Le dimissioni dei componenti il CO.RE.COM. sono \npresentate, tramite il Presidente, al Presidente del Consiglio \nregionale, che ne dà comunicazione al Presidente della Giunta \nregionale ed all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Il \nPresidente del Consiglio regionale provvede, con le modalità di \ncui all’articolo 3, alla sostituzione dei componenti dimissionari, \ninformandone successivamente l’Autorità per le Garanzie nelle \nComunicazioni.\n2. Per l’elezione dei componenti del CO.RE.COM. e del \nPresidente non si applicano trasferimenti di competenza al \nPresidente del Consiglio.', '7': 'Funzioni del Presidente e del Vice Presidente\n1. Il Presidente del CO.RE.COM.:\na) rappresenta il Comitato;\nb) convoca il Comitato, determina l’ordine del giorno \ndelle sedute, le presiede e ne sottoscrive i verbali e le \ndeliberazioni in esse adottate;\nc) cura i rapporti istituzionali con gli Organi della \nRegione e con le Autorità.\n2. In caso di assenza o di impedimento del Presidente, le \nrelative funzioni sono esercitate dal Vice Presidente.', '8': 'Regolamento interno\n1. Entro un mese dall’insediamento, il CO.RE.COM. adotta \nun Regolamento interno che disciplina:\na) la struttura organizzativa;\nb) le modalità di funzionamento;\nc) i criteri e le modalità di consultazione dei soggetti esterni \npubblici e privati, operanti nel settore delle comunicazioni e \ndell’informazione.', '9': 'Indennità e rimborsi\n1. Al Presidente del CO.RE.COM è attribuita un’indennità \nmensile di funzione pari al 40 per cento della indennità di carica \nspettante ai Consiglieri regionali. Al Vice Presidente del \nCO.RE.COM. è attribuita un’indennità mensile di funzione pari \nal 35 per cento dell’indennità mensile di carica spettante ai \nConsiglieri regionali. \n2. Ai componenti è attribuita un’indennità mensile di funzione \npari al 30 per cento dell’indennità di carica spettante ai \nConsiglieri regionali. Detta indennità è decurtata del 5 per cento \nmensile, in caso di assenza non giustificata.\n3. Ai componenti del CO.RE.COM., che non risiedono e non \nhanno la propria sede abituale di lavoro nel luogo di riunione \ndel Comitato, è dovuto, per ogni giornata di seduta, il rimborso \ndelle spese di viaggio previsto per i Consiglieri regionali.', '10': '\nStruttura organizzativa1. Per l ’esercizio delle sue funzioni il CO.RE.COM. si avvale di \nun’apposita sede istituita presso il Consiglio regionale.\n2. La dotazione organica della struttura di supporto all’attività \ndel CO.RE.COM. è costituita con personale attualmente in \nservizio nei ruoli del Consiglio regionale e da quello \nproveniente da altre amministrazioni dello Stato, così come \nprevisto dall’articolo 1, comma 14, della Legge n.249/97, o da \naziende pubbliche operanti nel campo delle \nTelecomunicazioni, comunque dotati di alta professionalità.\n3. Nelle more dell’individuazione delle sezioni e dei servizi con \ncui definire l’organizzazione delle funzioni del CO.RE.COM., \nd’intesa con l’Autorità Nazionale per le Garanzie nelle \nComunicazioni ed in applicazione di quanto disposto dagli \narticoli 12 e 13, la struttura operativa del CO.RE.COM. è \ncostituita dal personale del Consiglio regionale attualmente in \nservizio ed assegnato al CO.RE.RAT.', '11': '\nNorma transitoria\n1. All’avvio dell’esercizio della propria attività, al CO.RE.COM. \nsono delegate le funzioni previste dall’articolo 13, attraverso la \nstipula di apposite convenzioni.\n2. In sede di prima applicazione, il Consiglio regionale \nprovvede, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della \npresente legge, all’elezione dei membri del CO.RE.COM. \n3. Entro sessanta giorni dall’approvazione della presente \nlegge, se il Consiglio non provvede con proprio atto legislativo, \nla Giunta regionale, sentita la commissione consiliare \ncompetente, definisce con regolamento - in vigore fino a \nquando il Consiglio regionale non approva una legge organica \nsul sistema integrato della comunicazione in Campania - le \npolitiche volte alla creazione, promozione o definizione di \nstrumenti di sostegno alla realtà produttiva dell’informazione \nlocale che facciano da volano allo sviluppo della \ncomunicazione in Campania, e disciplina:\na) la possibile creazione di poli di produzione \ndell’informazione;\nb) la politica degli investimenti strutturali e infrastrutturali \nfinalizzati al miglioramento della logistica e dell’organizzazione \ndei centri di produzione;\nc) le nuove iniziative editoriali nella fase iniziale della loro \nattività;\nd) la creazione di un fondo di garanzia che consenta l’accesso \nal credito agli operatori del settore;\ne) le iniziative e le strutture volte alla formazione professionale \ndei lavoratori impegnati nel settore;\nf) l’individuazione e la messa in opera di strumenti per \nl’acquisizione di servizi qualificati, se questi sono necessari al \nmiglioramento dell’efficienza aziendale e della qualità \ndell’informazione;\ng) la produzione di programma e servizi di informazione \nfinalizzati alla diffusione pubblicitaria dell’immagine e \ndell’attività della Regione, da destinare alle agenzie \ngiornalistiche radiotelevisive ed alle emittenti radio televisive \nche operano in ambito regionale in modo continuativo da almeno due anni con propria sede redazionale;\nh) la regolamentazione delle risorse destinate alla \npubblicità ed alla comunicazione istituzionale da parte delle \npubbliche amministrazioni in Campania;\ni) la localizzazione e l’attribuzione dei siti di trasmissione delle \nreti pubbliche per l’emittenza radiotelevisiva e per le \ntelecomunicazioni e gli strumenti di sostegno eventualmente \nnecessari;\nl ) il piano regionale per l’identificazione dei punti di vendita \ncomunali destinati alla distribuzione in esclusiva della stampa \nquotidiana e periodica;\nm) l’istituzione del registro regionale degli operatori della \ncomunicazione, la iscrizione al quale è riservata alle imprese \nche operano nel settore dell’informazione e della \ncomunicazione, secondo quanto previsto dalla Legge n. \n249/97, la cui produzione sia destinata per almeno il 90 per \ncento alla popolazione residente nella Regione Campania ed il \ncui capitale sia detenuto per almeno il 75 per cento da soggetti \nresidenti nella Regione stessa;\nn)l’istituzione di un registro regionale per la quantificazione ed il \ncontrollo della spesa relativa alla pubblicità ed alla \ncomunicazione istituzionale da parte degli enti locali campani e \ndei soggetti assimilabili.\n4. Nelle more dell’elezione del CO.RE.COM., le funzioni proprie \ne delegate sono esercitate dal CO.RE.RAT. , ai cui membri si \napplicano le incompatibilità di cui all’articolo 4, a decorrere \ndall’entrata in vigore della stessa, e si corrisponde il \ntrattamento economico previsto dall’articolo 9.\n5. A far data dall’attuazione di quanto previsto dal comma 2 , la \nlegge regionale 6 novembre 1991, n.19, è abrogata.', '12': '\nFunzioni proprie\n1. Il CO.RE.COM. svolge le seguenti funzioni proprie:\na) funzioni di consulenza per il Consiglio e la Giunta \nRegionale; in particolare:\n1) formula proposte di parere sullo schema di \npiano nazionale di assegnazione e di ripartizione delle \nfrequenze trasmesso alla Regione, ai sensi dell’articolo 1, \ncomma 6, lett. a), n. 1 e 2, della Legge 249/97, nonché sui \nbacini di utenza e sulla localizzazione dei relativi impianti;\n2) formula proposte di parere sul progetto di rete \ntelevisiva senza risorse pubblicitarie, di cui all’articolo 3, \ncomma 9, della legge 249/97;\n3) cura, su richiesta degli Organi della Regione, \nanalisi e ricerche a supporto dei provvedimenti che la \nRegione stessa adotta per disporre agevolazioni a favore di \nemittenti radiotelevisive, di imprese di editoria locale e di \ncomunicazione operanti nel territorio regionale;\n4) monitorizza l’utilizzazione della pubblicità degli Enti \ndi cui all’articolo 9, comma 1, della Legge 6 agosto 1990, \nn.223, presentando rapporti periodici;\n5) predispone, su richiesta dei titolari dell ’iniziativa legislativa, analisi e ricerche specifiche a supporto \ndell’elaborazione delle proposte di legge regionali in materia \nrientrante, in tutto o in parte, nel settore delle comunicazioni;\n6) cura il monitoraggio e l’analisi delle \nprogrammazioni radiofoniche e televisive trasmesse in ambito \nnazionale e locale;\n7) formula proposte in ordine a forme di \ncollaborazione fra concessionaria del servizio pubblico \nradiotelevisivo, Regione ed istituzioni o organismi culturali o \ndell’informazione, nonché sui contenuti delle convenzioni \nstipulate dalla Regione in ambito locale con i concessionari \nprivati;\n8) propone iniziative atte a stimolare e sviluppare la \nformazione e la ricerca in materia di comunicazione \nradiotelevisiva e multimediale, anche tramite conferenze \nregionali sull’informazione e la comunicazione;\n9) cura ricerche e rilevazioni sull’assetto e sul \ncontesto socioeconomico delle imprese operanti a livello \nregionale nel settore delle comunicazioni e presenta rapporti \nperiodici agli organi della Regione;\n10) attua idonee forme di consultazione, sulle materie \ndi sua competenza, con la sede regionale della concessionaria \ndel servizio pubblico radiotelevisivo, con le associazioni delle \nemittenti private, con l’ordine dei giornalisti, con l’associazione \nStampa Campana, con le associazioni degli utenti, con la \ncommissione regionale per le Pari Opportunità, con gli organi \ndell’amministrazione scolastica e con gli altri eventuali soggetti \ncollettivi interessati alle comunicazioni.\nb) funzioni gestionali:\n1) cura la tenuta dell’archivio dei siti delle postazioni \ndelle emittenti radiotelevisive, nonché degli impianti di \ntrasmissione e ripetizione dei segnali di telefonia fissa e \nmobile;\n2) regola l’accesso radiofonico e televisivo regionale \ndi cui alla Legge 14 aprile 1975, n.103;\n3) cura la tenuta e l’aggiornamento dell’elenco \nregionale delle imprese radiotelevisive e di editoria locale di cui \nall’art.11, comma 3, lettera m).\n4) consente, nelle more, l’utilizzo delle denominazioni \nattuali come risultanti dall’elenco delle imprese radio televisive \nlocali e regola, previa autorizzazione, le modificazioni dei segni \ndistintivi ad esse riferiti.\nc) funzioni di controllo:\n1) collabora, mettendo a disposizione le informazioni \ned i dati di cui dispone, insieme con l’Agenzia Regionale Per \nl’Ambiente Campania —A.R.P.A.C.- e con gli altri organismi a \nciò predisposti, alla vigilanza continua sul rispetto della \nnormativa nazionale e regionale relativa ai tetti di \nradiofrequenze compatibili con la salute umana e verifica che \ntali tetti, anche per effetto congiunto di più emissioni \nelettromagnetiche, non vengano superati.', '13': '\nFunzioni delegate1. Il CO.RE.COM. svolge le funzioni di gestione, garanzia e \ncontrollo delegate dall’Autorità per le Garanzie nelle \nComunicazioni ai sensi dell’articolo 1, comma 13, della Legge \n249/ 97 e del Regolamento adottato dall’Autorità per le \nGaranzie nelle Comunicazioni con deliberazione n.53 del 28 \naprile 1999. In particolare, sono delegate al CO.RE.COM. le \nseguenti funzioni di cui della Legge 249/97: \na) funzioni consultive in materia di:\n1) adozione del Regolamento per l’istituzione e la tenuta \ndel registro degli \noperatori di comunicazione di cui all’articolo 1, comma 6, \nlettera a), n.5;\n2) definizione dei criteri relativi alle tariffe massime per \nl’interconnessione e per l’accesso alle infrastrutture di \ntelecomunicazione di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), n.7;\n3) emanazione delle direttive concernenti i livelli \ngenerali di qualità dei servizi per \nl’adozione da parte di ciascun gestore di una carta di servizio di \nstandard minimi per ogni comparto di attività di cui all’articolo \n1, comma 6, lettera b), n.2;\n4) adozione del Regolamento sulla pubblicazione e \ndiffusione dei sondaggi di cui all’articolo 1, comma 6, lettera b), \nn.12;\n5) predisposizione dello schema di convenzione annessa \nalla concessione di servizio \npubblico radiotelevisivo di cui all’articolo 1, comma 6, lettera b), \nn.10;\nb) funzioni di gestione, con carattere prioritario, in \nmateria di:\n1) tenuta del registro degli operatori di comunicazione \ndi cui all’articolo 1, comma \n6, lettera a), n.5;\n2) monitoraggio delle trasmissioni radiotelevisive di \ncui all’articolo 1, comma 6, lettera b), n.13;\nc) funzioni di vigilanza e controllo in materia di:\n1) esistenza dei fenomeni di interferenze \nelettromagnetiche di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), n.3;\n2) rispetto dei diritti di interconnessione e di accesso \nalle infrastrutture di telecomunicazione di cui all’articolo 1, \ncomma 6, lettera a), n.8;\n3) rispetto dei tetti di radiofrequenze compatibili con la \nsalute umana di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), n.15;\n4) conformità alle prescrizioni di Legge dei servizi e dei \nprodotti che sono forniti da ciascun operatore destinatario di \nconcessione o autorizzazione in base alla normativa vigente di \ncui all’articolo 1, comma 6, lettera b), n.1;\n5) verifica del rispetto della normativa in materia di \ncampagne elettorali;\n6) modalità di distribuzione dei servizi e dei prodotti, inclusa la pubblicità in ogni forma diffusa di cui all ’articolo 1, \ncomma 6, lettera b), n.3;\n7) rispetto dei periodi minimi necessari per \nl’utilizzazione delle opere audiovisive da parte dei \ndiversi servizi, di cui all’articolo 1, comma 6, lettera b), n.4;\n8) rispetto nel settore radiotelevisivo delle norme in \nmateria di tutela dei minori di cui all’articolo 1, comma 6, lettera \nb), n.6;\n9) rispetto delle norme in materia di diritto di rettifica di \ncui all’articolo 1, comma 6, lettera b), n.8;\n10) rispetto dei criteri fissati nel Regolamento relativo \nalla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di \ncomunicazione di massa di cui all’articolo 1, comma 6, lettera \nb), n.12;\n11) rispetto delle disposizioni relative al divieto di \nposizioni dominanti di cui all’articolo 2;\n12) monitoraggio e verifica del rispetto delle norme di \ncui all’articolo 19 della Legge 223/90 per le radio televisioni \nlocali.\nd) funzioni istruttorie in materia di:\n1) controversie in tema di interconnessione ed \naccesso alle infrastrutture di telecomunicazione di cui \nall’articolo 1, comma 6, lettera a), n.9;\n2) controversie tra ente gestore del servizio di \ntelecomunicazioni ed utenti privati di cui all’articolo 1, comma 6, \nlettera a), n.10.', '14': '\nNorma finanziaria\n1. Nella stipula delle convenzioni di cui all’articolo 11, comma \n1, sono specificate le risorse assegnate dall’Autorità Nazionale \nper le Garanzie nelle Comunicazioni, così come previsto con \ndelibera n.52 del 28 aprile 1999 di cui all’articolo 1,comma 2. \nTali risorse sono iscritte sia nell’entrata che nella spesa del \nbilancio di previsione della Regione Campania per gli anni \ncorrispondenti.\n2. Le spese per gli oneri derivanti dalla corresponsione delle \nindennità e dei rimborsi di cui all’articolo 9 sono iscritte nel \nBilancio del Consiglio regionale.\n3. Nelle more dell’attuazione delle disposizioni di cui all’articolo \n12, le spese per il funzionamento del CO.RE.COM. sono a \ncarico del Consiglio regionale ed iscritte, con apposita \ndotazione, nel Bilancio del Consiglio regionale, in sostituzione \ndello stanziamento previsto per il funzionamento del \nCO.RE.RAT.', '15': '\nDichiarazione di urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articolo 43 e 45 dello Statuto regionale, ed entra in \nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli 1 luglio 2002\nIl Presidente-BASSOLINO-'}
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{'1': 'Autorizzazione regionale\n1.Per provvedere ai bisogni dell’assistenza farmaceutica nelle \nstazioni di soggiorno, di cura e turismo, nonché nelle altre \nlocalità climatiche,balneari o termali o, comunque, di interesse \nturistico esistenti sul territorio regionale, la Giunta regionale \nautorizza l’apertura stagionale e la gestione dei dispensari \nfarmaceutici previsti dal comma V dell’articolo 1 della Legge 8 \nmarzo 1968, n.221, come sostituito dall’articolo 6 della Legge \n8 novembre 1991, n.362, in presenza delle condizioni di cui \nall’articolo 2.', '2': 'Condizioni\n1.L’apertura stagionale dei dispensari farmaceutici è con \nsentita nelle località con popolazione non superiore a 12.500 \ndodicimilacinquecento - abitanti.\n2. Per l’apertura e la gestione del singolo dispensario \nfarmaceutico, di cui all’articolo 1, l’autorizzazione viene \nrilasciata a condizione che la media giornaliera di presenze \nturistiche, riferita al mese di maggior afflusso dell’anno \nprecedente e rilevata dalle aziende di promozione turistica, \nrisulti superiore alle 2.500 — duemilacinquecento - unità.\n3. Il limite di distanza tra i dispensari, o tra un dispensario e \nuna farmacia, è fissato in metri duecento.', '3': 'Inizio del procedimento\n1. Il procedimento per il rilascio della autorizzazione, di cui \nall’articolo 1, viene iniziato mediante formale, motivata e \ndocumentata richiesta inoltrata alla Giunta regionale dal \nComune interessato, con contestuale indicazione sia della prevista localizzazione territoriale del dispensario farmaceutico \nsia del farmacista avente titolo all’affidamento della gestione ai \nsensi dell’articolo 4.\n2. L’Azienda Sanitaria Locale, competente per territorio, è tenuta \nad esprimere motivato parere in merito alla richiesta di cui al \ncomma 1.', '4': 'Gestione\n1. Per l’affidamento della gestione del dispensario \nfarmaceutico, di cui \nall’articolo 1, sono, nell’ordine, preferiti:\na) il titolare o gestore provvisorio dell’unica farmacia esistente \nnel Comune;\nb) i titolari o gestori provvisori delle farmacie esistenti nel \nComune, interpellati in base alla ubicazione del dispensario o \ndei dispensari nell’ambito delle proprie sedi farmaceutiche. Nel \ncaso che più dispensari ricadano in una stessa sede \nfarmaceutica viene interpellato prioritariamente il titolare della \nsede, poi i titolari delle sedi limitrofe;\nc) i titolari o gestori provvisori delle farmacie esistenti in \nComuni limitrofi, interpellati in base alla minore distanza della \npropria farmacia dalla località individuata per l’apertura del \ndispensario.\n2. L’accettazione dell’incarico da parte del farmacista, avente \ntitolo alla gestione, è acquisita dal Comune interessato ed è \nprodotta per l’inizio del procedimento finalizzato al rilascio \ndell’autorizzazione regionale di cui all’articolo 1.\n3. Nell’affidamento della gestione è rispettato il limite di un \ndispensario stagionale per titolare o gestore provvisorio.', '5': 'Efficacia temporale\n1. L’autorizzazione, di cui all’articolo 1, si intende rinnovata per \nla stagione turistica successiva se persistono le condizioni di \ncui all’articolo 2 con il solo visto di rinnovo a cura del Sindaco \ndel Comune.\n2. La stagione turistica decorre dal 1° giugno e termina il 30 \nsettembre di ogni anno.', '6': 'Norma transitoria\n1. I provvedimenti di autorizzazione dei dispensari \nfarmaceutici,ordinari e stagionali, emanati prima dell’entrata in \nvigore della presente legge, in forza dell’articolo 1, comma 3, 4 \ne 5 della Legge 8 marzo 1968, n.221, e successive modifiche \ned integrazioni, restano confermati per i soli dispensari ordinari \nfino alla definizione della pianta organica delle farmacie.', '7': 'Dichiarazione di urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli 21 giugno 2002\nIl PRESIDENTE\n-BASSOLINO -'}
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{'1': 'Norma introduttiva\n1. Sono approvati, con la presente legge, i bilanci di previsione \ndegli Enti per il Diritto allo Studio Universitario NAPOLI/1, \nNAPOLI/2, SALERNO, CASERTA e BENEVENTO, poi \ndenominati E.DI.S.U., di cui agli allegati A, B, C, D, E, relativi \nall’anno accademico 1 novembre l999-31 ottobre 2000 con gli \nimporti, i relativi avanzi e le risultanze di cui agli articoli 2, 3, 4, 5, \n6.', '2': 'Entrate\n1. E’ approvato in lire 113.591.296.057 lo stato di previsione \ndell’entrata degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO, \nCASERTA e BENEVENTO, come risulta dai bilanci di previsione \n— entrate - di cui al comma 1 dell’articolo 1.\n2. Sono autorizzati gli accreditamenti e le riscossioni delle \nentrate, come risulta dai bilanci di previsione — entrate - degli \nE.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO, CASERTA e \nBENEVENTO, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '3': 'Uscite\n1. E’ approvato in lire 113.591.296.057 lo stato di previsione \ndelle uscite degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO, \nCASERTA e BENEVENTO, come risulta dai bilanci di previsione \n—uscite -di cui al comma 1 dell ’articolo 1.2. E’autorizzato l ’utilizzo della somma di lire 14.000.000.000 di \ncui al capitolo 992 del bilancio di previsione — entrate -\ndell’E.DI.S.U. NAPOLI/1, stanziamenti regionali assegnati e non \nspesi nei precedenti esercizi finanziari di competenza.\n3. La somma di cui al comma 2 è destinata per la quota di lire \n11.8l3.764.7l4 al pagamento delle borse di studio agli studenti \nuniversitari, come risulta dal capitolo 640 del bilancio di \nprevisione — uscite - dell’E.DI.S.U. NAPOLI/1.\n4. E’ autorizzata l’assunzione degli impegni di spesa entro i \nlimiti degli stanziamenti di competenza risultanti dai bilanci di \nprevisione - uscite - degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, \nSALERNO, CASERTA e BENEVENTO, di cui al comma 1 \ndell’articolo 1.', '4': 'Previsione entrate di cassa\n1. E’ approvato in lire 176.292.718.472 lo stato di previsione di \ncassa delle entrate degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, \nSALERNO, CASERTA e BENEVENTO, come risulta dai bilanci \ndi previsione — entrate - di cui al comma 1 dell’articolo 1.\n2. E’ approvato in lire 57.885.208.131 l’ammontare dei residui \nattivi al 31 ottobre 1999, come risulta dai bilanci di previsione —\nentrate - di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '5': 'Previsione uscite di cassa\n1. E’ approvato in lire 169.872.911.340 lo stato di previsione di \ncassa delle uscite degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, \nSALERNO, CASERTA e BENEVENTO, come risulta dai bilanci \ndi previsione — uscite - di cui al comma 1 dell’articolo 1.\n2. E’ approvato in lire 57.589.817.606 l’ammontare di residui \npassivi al 31 ottobre 1999, come risulta dai bilanci di previsione \n— uscite - di cui al comma 1 dell’articolo1.', '6': 'Istituzione nuovo capitolo finanziario\n1. E’ approvata, a seguito di variazione-assestamento del \nbilancio di previsione 1999/2000 dell’E.DI.S.U. NAPOLI/1, la \nistituzione del seguente capitolo di spesa di bilancio:\na) Capitolo 655/U per lire 480.000.000.\n2. La somma, di cui al comma 1, é destinata al Fondo per \ncontributo spese per la frequenza dei corsi “Master” post-laurea \ncome risulta dal bilancio di previsione — uscite - dell’E.DI.S.U. \nNAPOLI/1.', '7': 'Dichiarazione d’urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto ed entra in vigore il \ngiorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nNapoli, 12 settembre 2002\n-BASSOLINO -'}
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{'1': 'Norma introduttiva\n1. Sono approvati, con la presente legge, i conti consuntivi resi \ndagli Enti per il Diritto allo Studio Universitario NAPOLI/1, \nNAPOLI/2, SALERNO e CASERTA, poi denominati E.DI.S.U., \nrelativi all’anno accademico 1 novembre 1998-31 ottobre 1999 \ncome risulta dagli allegati A, B, C e D, con gli importi, i relativi \navanzi e le risultanze di cui agli articoli 2, 3, 4, 5, 6.', '2': 'Entrate\n1. Le entrate di cassa, derivanti da trasferimenti di fondi del \nbilancio della Regione Campania per le attività riconducibili al \ndiritto allo studio universitario e per il trattamento economico \ndel personale dipendente, sono stabilite in lire 61.370.954.935, \ncome risulta dai conti consuntivi finanziari — entrate — degli \nE.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO e CASERTA, di cui al \ncomma 1 dell’articolo 1.\n2. I residui attivi ammontano a lire 54.880.854.086, come risulta \ndai conti consuntivi finanziari — entrate — degli E.DI.S.U. \nNAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO e CASERTA, di cui al comma 1 \ndell’articolo 1.', '3': 'Uscite\n1. Le uscite correnti per attività ed interventi istituzionali nonché \nper il pagamento degli oneri stipendiali al personale dipendente sono stabilite in lire 86.064.197.917, come risulta \ndai conti consuntivi finanziari — uscite — degli E.DI.S.U. \nNAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO e CASERTA, di cui al comma 1 \ndell’articolo 1.\n2. I residui passivi sono stabiliti in lire 51.706.011.216, come \nrisulta dai conti consuntivi finanziari — uscite — degli E.DI.S.U \nNAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO e CASERTA, di cui al comma 1 \ndell’articolo 1.', '4': 'Gestione di competenza\n1. La gestione di competenza evidenzia un disavanzo di lire \n7.495.333.952, come risulta dal conto di competenza degli \nE.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, SALERNO e CASERTA, di cui al \ncomma 1 dell’articolo 1.', '5': 'Gestione di cassa\n1. Il fondo di cassa è pari a lire 31.175.327.591, come risulta \ndal conto di cassa degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, \nSALERNO e CASERTA, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '6': 'Situazione finanziaria\n1. L’avanzo finanziario risulta pari a lire 34.350.170.461, come \nrisulta dal conto finanziario degli E.DI.S.U. NAPOLI/1, NAPOLI/2, \nSALERNO e CASERTA, di cui al comma 1 dell’articolo 1.', '7': 'Dichiarazione d’urgenza\n1.La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti \ndegli articoli 43 e 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania.\nNapoli, 12 settembre 2002\n-BASSOLINO-'}
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campania
2,002
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{'1': "Oggetto\n1. La presente legge disciplina, ai sensi del decreto legislativo \n19 novembre 1997 n. 422, dell'articolo 4, comma 4, della legge \n15 marzo 1997,n. 59, del decreto legislativo 20 settembre 1999, \nn. 400, del capo VII, tit. 3°, del decreto legislativo 31 marzo \n1998, n. 112, il sistema di trasporto pubblico locale ed i sistemi \ndi mobilità nella Regione Campania.", '2': "Contenuti e finalità\n1. La presente legge si propone le seguenti finalità:\na) assicurare la migliore accessibilità e fruibilità del territorio \nregionale, anche in funzione delle relazioni con le regioni \ncontermini e dei collegamenti con il territorio nazionale e \ndell’Unione Europea e con i paesi del Mediterraneo;\nb) realizzare, sostenere e sviluppare un sistema integrato ed \nequilibrato di mobilità in cui le diverse modalità di trasporto \nvengono utilizzate nell’ambito dei propri campi di convenienza \ntecnico-economica, integrando le singole modalità di trasporto \nsia nello spazio mediante nodi di interscambio, sia nel tempo \nmediante integrazione degli orari.\nc) favorire lo sviluppo del sistema dei trasporti della regione, il \nriequilibrio della ripartizione modale attraverso il miglioramento \ndella qualità del servizio di trasporto pubblico, contribuendo \ncosì alla riduzione della congestione, dell’inquinamento e \ndell’incidentalità ;\nd) incentivare, nella gestione dei servizi di trasporto pubblico \nlocale, il superamento degli assetti monopolistici, introducendo regole di concorrenzialità mediante l'espletamento di procedure \nconcorsuali per la scelta del gestore, in modo da acquisire una \nmaggiore efficacia, efficienza e qualità, intese sia come più \nadeguata risposta alla domanda di mobilità, sia come più \nfavorevole rapporto tra i costi e i benefici nella produzione dei \nservizi;\ne) ottimizzare gli investimenti nelle infrastrutture e nei mezzi di \ntrasporto;\nf) raggiungere una maggiore qualità ambientale, riducendo i \nconsumi energetici, le emissioni inquinanti ed il rumore \nderivanti dalle attività di trasporto sul territorio, tutelando la \nsalute dei cittadini e migliorando la sicurezza della circolazione, \nin armonia con i principi sanciti dalle norme nazionali e \ncomunitarie in materia;\ng) favorire lo sviluppo di modelli organizzativi e finanziari \ncongruenti con i programmi di intervento e di politica dei \ntrasporti di interesse regionale e locale;\nh) favorire l’organizzazione del trasporto merci, seguendo criteri \ndi economicità e funzionalità riferiti alle esigenze di sviluppo \ndelle attività produttive e commerciali;\ni) promuovere e operare la diffusione della cultura della \nmobilità sostenibile, incentivando lo sviluppo della ricerca e \ndell’innovazione tecnologica e gestionale applicata ai trasporti \nsia collettivi sia individuali;\nl) promuovere la concertazione con l’Unione Europea, lo Stato e \ngli Enti locali, nelle sedi appositamente istituite, al fine di \nfavorire la loro partecipazione ai processi decisionali. \nm) individuare i livelli di governo del trasporto pubblico \nmediante il conferimento agli Enti locali di tutte le funzioni che \nnon richiedono l’esercizio unitario su base regionale, nel \nrispetto dei principi di sussidiarietà, adeguatezza, \nresponsabilità ed unicità dell’Amministrazione;\nn) promuovere la separazione tra le funzioni di amministrazione \ne gestione dei servizi di trasporto pubblico.", '3': 'Sistema dei servizi di trasporto pubblico\n1. Il sistema dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale \nattiene all’insieme delle reti e dei servizi di trasporto pubblico \nnon riservati alla competenza statale e si articola in:\na) rete ferroviaria nazionale;\nb) rete ferroviaria regionale;\nc) reti ferroviarie urbane e metropolitane in sede propria;\nd) rete e impianti autofilotranviari;\ne) nodi e infrastrutture di scambio urbani ed extraurbani per la \ngestione della mobilità;\nf) impianti di trasporto a fune;\ng) impianti fluviali, lacuali, portuali, aeroportuali ed eliportuali;\nh) impianti e reti non convenzionali non ricompresi nelle \ncategorie precedenti;\ni) servizi ferroviari regionali e locali e sistemi innovativi ad essi \nstrettamente connessi;\nl) servizi autofilotranviari;\nm) servizi ferroviari urbani effettuati mediante linee di \nmetropolitane in sede propria;n) servizi di trasporto a fune;\no) servizi aerei ed elicotteristici, lacuali e fluviali;\np) servizi marittimi;\nq) servizi effettuati con sistemi non convenzionali non \nricompresi nelle categorie \nprecedenti.\n2. I servizi di trasporto pubblico si distinguono in relazione \nall’ambito\nterritoriale di competenza in:\na) urbani, che sono svolti nell’ambito del territorio di un \ncomune, anche se attraversano una parte marginale e \ncircoscritta del territorio di comuni limitrofi, e che collegano tra \nl’altro il centro urbano con lo scalo ferroviario, con l’aeroporto o \ncon il porto, situati anche nel territorio di comuni limitrofi;\nb) extraurbani, che collegano comuni diversi nella stessa \nprovincia anche se attraversano una parte marginale e \ncircoscritta del territorio di una provincia limitrofa;\nc) interprovinciali, che collegano il territorio di due o più province \nnell’ambito del territorio regionale;\nd) interregionali, che collegano il territorio della Regione con il \nterritorio di una o più Regioni limitrofe.\n3. In relazione alla finalità, i servizi di trasporto si distinguono \nin:\na) servizi pubblici di linea, effettuati con una delle modalità \nelencate al comma 1 ed adibiti normalmente al trasporto \ncollettivo di persone, bagagli e pacchi, aventi lo scopo di \ncollegare due o più località ed effettuati con itinerario, orari e \ntariffe prestabiliti e con offerta indifferenziata al pubblico, anche \nse questo sia costituito da una particolare categoria di persone. \nOgni singolo itinerario determina una distinta linea; i servizi \npubblici di linea si distinguono in: \n1) regolari, quando sono rivolti a tutte le categorie di utenti, \nl’orario e l’itinerario sono individuati, eventualmente anche in \nuna articolazione variabile; la frequenza e la tariffa sono \npredeterminate;\n2) speciali, quando sono riservati a categorie specifiche di \nutenti;\n3) a chiamata, quando sono effettuati in zone a bassa densità \nabitativa con l’utilizzazione di idonee tecnologie e sono espletati \ncon l’effettuazione di percorrenze di base su percorsi fissi e \npercorrenze a chiamata su percorsi variabili;\n4) servizi in territori a domanda debole, ai sensi dell’art. 14, \ncomma 4, del decreto legislativo 422/97;\n5) sperimentali, quando sono effettuati con sistemi innovativi di \ntrasporto e con sistemi che introducono l’utilizzazione di \ntecnologie avanzate;\n6) di gran turismo, quando hanno finalità esclusivamente \nturistiche con tariffa remunerativa del costo.\nb) servizi pubblici non di linea che provvedono al trasporto \ncollettivo o individuale di persone svolgendo una funzione \ncomplementare e integrativa dei trasporti pubblici di linea, ai \nsensi della legge 15 gennaio 1992, n. 21, e comprendono \nservizi di taxi con autovettura, motocarrozzetta, natante, e veicolo \na trazione animale, servizi di noleggio con conducente e \nautovettura, motocarrozzetta, natante e veicolo a trazione animale ed ogni altro tipo.', '4': 'Servizi di trasporto pubblico non di linea\n1. Ai sensi del decreto legislativo 22 settembre 1998, n. 345, \ne della legge 15 gennaio 1992, n. 21, i Comuni esercitano tutte \nle funzioni amministrative relative ai servizi di trasporto pubblico \nnon di linea di persone.\n2. Per l’esercizio delle funzioni amministrative ad essi delegate \nin materia di servizi pubblici non di linea i Comuni adottano \nregolamenti, ai sensi dell’art. 4, comma 3, della legge15 \ngennaio 1992, n. 21.\n3. La Giunta Regionale, ai sensi dell’art.4, secondo comma, \ndella Legge 15 gennaio 1992, n.21, sentita la Commissione \nConsiliare competente, determina i criteri cui i Comuni devono \nattenersi nel redigere i regolamenti di cui al comma \nprecedente.\n4. La Giunta Regionale, sentita la Commissione Consiliare \ncompetente, determina con apposito regolamento i criteri di \nsvolgimento dei servizi marittimi non di linea.\n5. E’ istituito presso le Camere di Commercio , ai sensi dell’art. \n6, comma 1, legge 15 gennaio 1992, n. 21, il ruolo dei \nconducenti dei veicoli o natanti adibiti al servizio di trasporto \npubblico non di linea. La Giunta Regionale individua i requisiti \ndi iscrizione e il Servizio trasporti regionale provvede \nall’accertamento della relativa veridicità.\n6. E’ istituita presso la Giunta regionale la Commissione \nconsultiva regionale con compiti di verifica e proposta sullo \nsvolgimento dei servizi di trasporto non di linea di persone e \nsull’applicazione dei relativi regolamenti comunali. La Giunta \nRegionale ne determina la composizione, ai sensi dell’articolo \n4, quarto comma, della Legge 15 gennaio 1992, n.21.', '5': "Servizi di linea minimi, aggiuntivi e autorizzati\n1. I servizi minimi, qualitativamente e quantitativamente \nsufficienti a soddisfare la domanda di mobilità ed i cui costi \nsono a carico del bilancio della Regione, sono servizi di linea \ndefiniti tenendo conto dei criteri di cui all'articolo 16,del decreto \nlegislativo 422/97. Detti servizi minimi devono garantire anche \nle linee di trasporto a domanda debole.\n2. Gli enti locali possono istituire, d’intesa con la Regione, ai \nfini della compatibilità di rete, ai sensi dell’art. 16, comma 3, del \ndecreto legislativo 422/97, servizi di trasporto di linea aggiuntivi \na quelli definiti minimi con oneri a carico dei rispettivi bilanci. \n3. I servizi autorizzati sono i servizi di linea residuali per i quali \nnon sussistono obblighi di servizio, ai sensi dell’articolo 17 del \ndecreto legislativo 422\\97, e che possono essere esercitati da \nimprese di trasporto in possesso dei requisiti previsti e \nautorizzate dall’ente competente, ai sensi dell’art. 39.", '6': 'Funzioni della Regione \n1. Alla Regione competono le funzioni ed i compiti di \nprogrammazione e vigilanza in conformità della legge n. 59/97, del D.Lgs n° 422/97, del D.Lgs n° 112/98 e del D.Lgs n° 400/99 \ne per l’attuazione delle finalità di cui all’art. 2 della presente \nlegge. Svolge, inoltre, le funzioni amministrative in materia di :\na) reti, infrastrutture e servizi ferroviari regionali e locali;\nb) reti, impianti e servizi autofilotranviari e non convenzionali \ninterprovinciali, che collegano tre o più province, e \ninterregionali;\nc) reti, impianti e servizi marittimi, ivi compresi i porti di rilievo \nregionale e interregionale, reti, impianti e servizi fluviali, aerei \ned elicotteristici, individuati con delibera di Giunta Regionale da \nemanarsi entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente \nlegge.\n2. L’Assessorato ai Trasporti si dota di una struttura tecnica \nfinalizzata all’analisi in linea tecnica ed economica dei progetti \ninerenti le infrastrutture, gli impianti delle ferrovie e degli altri \nsistemi di trasporto pubblico locale di interesse regionale, \nnonché l’esame e le approvazioni del materiale ferroviario e \nfilotranviario.', '7': 'Tariffe e titoli di viaggio\n1. La Regione, al fine di garantire l’integrazione e l’uniformità fra \ni diversi sistemi e modi di trasporto, con il supporto dell’agenzia \nregionale della mobilità, e d’intesa con il Consiglio delle \nautonomie locali, determina i criteri che regolano il sistema \ntariffario del trasporto pubblico regionale e locale, definisce la \npolitica tariffaria e le sue modalità di applicazione, stabilisce le \ndiverse tipologie di titoli di viaggio e i corrispondenti livelli \ntariffari massimi, definisce le azioni di promozione del trasporto \npubblico, fondate su incentivi anche tariffari e sulla diffusione \ndell’informazione. Il livello tariffario da adottare per ogni titolo di \nviaggio è demandato agli enti locali competenti per la \nstipulazione dei relativi contratti di servizio.\n2. Gli enti locali possono individuare eventuali beneficiari di \nagevolazioni tariffarie definendone le relative condizioni e \nmodalità, con oneri a carico dei propri bilanci. \n3. La Regione, sentite la Consulta Regionale e la \nCommissione Consiliare competente, definisce con apposito \nregolamento i beneficiari, le condizioni e le modalità con le \nquali assegnare risorse finanziarie per concorrere al \nfinanziamento delle agevolazioni tariffarie per categorie sociali \ndeboli e quelle di cui al comma precedente. \n4. E’ vietato il rilascio di titoli di viaggio gratuiti.', '8': 'Funzioni delle Province\n1. Alla Provincia competono le funzioni e i compiti di \nprogrammazione e amministrazione non espressamente \nriservate alla Regione, ai sensi dell’art. 6, e non \nespressamente delegate ai Comuni capoluogo di provincia, ai \nsensi dell’art. 9, in materia di:\na) reti, impianti e servizi autofilotranviari e non convenzionali \nurbani ed extraurbani;\nb) nodi e infrastrutture di scambio per la gestione della \nmobilità;\nc) reti, impianti e servizi autofilotranviari e non convenzionali interprovinciali che collegano due Province della Regione \nCampania;\nd) servizi e impianti di trasporto a fune;\ne) servizi lacuali.\n2. I servizi autofilotranviari e i servizi non convenzionali \ninterprovinciali, che collegano più Province della Regione, sono \namministrati dalla Provincia nella quale si svolge la parte \nprevalente del servizio o, comunque, risulti prevalente \nl’interesse economico del trasporto, individuata d’intesa tra le \ndue Province interessate, ovvero, in mancanza d’intesa, dalla \nRegione.\n3. Le funzioni e i compiti riguardanti i servizi di linea di cui all’art. \n3, comma 3, n. 4) sono trasferite alla Province che le \nesercitano, ai sensi dell’art. 16, comma 4.\n4. La Regione, su proposta delle Province, può delegare a \nComuni, o Consorzi di Comuni, Comunità montane e Comunità \nisolane le funzioni connesse ai servizi minimi che si svolgono \ninteramente nel territorio di questi ultimi e quelle previste dal \ncomma 3 del presente articolo.', '9': 'Funzioni dei Comuni Capoluogo di Provincia e delle Città \nmetropolitane\n1. Ai Comuni capoluogo di Provincia competono le funzioni e i \ncompiti di programmazione e amministrazione in materia di:\na) reti, impianti e servizi urbani autofilotranviari e non \nconvenzionali;\nb) reti e servizi ferroviari urbani effettuati mediante linee di \nmetropolitane in sede propria;\nc) nodi e infrastrutture di scambio urbani per la gestione della \nmobilità;\nd) impianti e servizi di trasporto a fune che si svolgono \ninteramente nell’ambito comunale.\n2. I Comuni Capoluogo di Provincia svolgono le attività di \nprogrammazione e amministrazione relative ai bacini \nmetropolitani di cui al successivo art. 16, comma 5, ove istituiti, \nin accordo con la Provincia competente.\n3. Le città metropolitane, laddove costituite, svolgono le attività \ndi programmazione e amministrazione relative alle reti e ai \nservizi ricompresi nel loro territorio.', '10': '\nFunzioni dei Comuni e delle comunità montane e isolane\n1. I Comuni, le Comunità montane e isolane, ai sensi dell’art. \n16, comma 3, del decreto legislativo 422/97, possono istituire \nservizi di trasporto aggiuntivi compatibili con la rete regionale \ndei servizi minimi, con oneri a carico dei rispettivi bilanci e con \nl’eventuale contributo finanziario della Provincia, previo parere \nfavorevole della Giunta Regionale e della Provincia competente, \nche ne verificano la compatibilità e la coerenza rispetto alle reti, \nimpianti e servizi di loro competenza. Se la Giunta Regionale e \nla Provincia non si pronunciano entro 60 giorni dalla richiesta, \nil parere si intende favorevolmente espresso.', '11': '\nMobilità del personale e trasferimento dei beni agli enti locali1. Il trasferimento agli enti locali del personale e dei beni \nnecessari per l’esercizio delle funzioni attribuite dalla presente \nlegge e precedentemente esercitate dalla Regione è regolato \ndalle norme regionali di attuazione del decreto legislativo \nn.112/98.', '12': '\nIndirizzi e soggetti della pianificazione \n1. La pianificazione dei trasporti in Campania è il risultato di un \nprocesso decisionale cui contribuiscono, nel rispetto delle \nreciproche competenze e del principio di sussidiarietà, l’Unione \nEuropea, lo Stato, la Regione, le Province, i Comuni, le Città \nmetropolitane (laddove istituite), le Comunità montane e \nisolane ed altri soggetti pubblici e privati.\n2. La Regione partecipa:\na) alla pianificazione e programmazione comunitaria dei \ntrasporti, in via prioritaria, nell’ambito del Comitato delle \nRegioni dell’Unione Europea;\nb) alla pianificazione e programmazione nazionale dei trasporti, \nin via prioritaria, nell’ambito della Conferenza permanente per i \nrapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province autonome e \nmediante altre forme di concertazione con lo Stato e le altre \nRegioni;\nc) alla pianificazione e programmazione regionale nell’ambito \ndel Consiglio delle autonomie locali.\n3. La Regione si raccorda con le altre Regioni al fine di \npromuovere una pianificazione coordinata dei trasporti \nfinalizzata allo sviluppo sociale ed economico.', '13': '\nPianificazione degli investimenti e pianificazione dei servizi per \nla mobilità\n1. La pianificazione regionale dei trasporti si distingue in \npianificazione degli investimenti e pianificazione dei servizi per \nla mobilità.\n2. La pianificazione degli investimenti, di cui ai successivi \narticoli 14 e 15, riguarda le scelte che incidono sulla struttura \ndel sistema regionale e locale dei trasporti e, in particolare, gli \ninvestimenti finalizzati alla realizzazione di infrastrutture, \nimpianti e veicoli per il trasporto di persone e di merci.\n3. La pianificazione dei servizi per la mobilità di cui ai \nsuccessivi articoli 16, 17 e 18, riguarda la gestione del sistema \ndei trasporti, l’utilizzo ottimale delle risorse infrastrutturali, \numane ed organizzative disponibili al fine di soddisfare la \ndomanda di mobilità.\n4. La pianificazione degli investimenti e la pianificazione dei \nservizi per la mobilità sono coordinate sulla base di obiettivi \ncomuni a carattere generale.\n5. La pianificazione dei servizi per la mobilità, ancorché \norientata agli stessi obiettivi generali della pianificazione degli \ninvestimenti, viene definita ed attuata indipendentemente dallo \nstato di avanzamento del processo di pianificazione degli \ninvestimenti di cui al successivo articolo 14.', '14': '\nArticolazione del processo di pianificazione degli investimenti1. Il processo di pianificazione degli investimenti si articola in \nuna successione di documenti diversi per grado di dettaglio, di \noperatività e di cogenza, adottati nell’ambito delle proprie \ncompetenze territoriali dalla Regione e dagli enti locali, come \nsegue:\na) Piani generali dei trasporti: contengono le linee strategiche \nper la configurazione del sistema dei trasporti e le scelte \ngenerali per il riassetto organizzativo ed economico del settore. \nIl piano è coordinato con gli altri strumenti di pianificazione e \nprogrammazione territoriale e dei trasporti di lungo periodo, alla \nstessa scala territoriale ed a scala territoriale maggiore. Il \nPiano generale dei trasporti della Regione Campania è \ndenominato “Piano regionale dei trasporti”. I Piani generali dei \ntrasporti delle singole Province sono denominati “Piani \nprovinciali dei trasporti”. I Piani generali dei trasporti dei \nComuni, o di Comuni associati, sono denominati “Piani urbani \ndella mobilità“-PUM-; \nb) Piani di settore: contengono, in conformità alle linee \nstrategiche contenute nei piani generali, gli interventi relativi al \ntrasporto pubblico e privato, di persone e di merci, su strada, su \nferro, via mare, aereo e elicotteristico sull’intero territorio di \ncompetenza dell’ente che ne cura la redazione. I programmi \nsono coordinati con gli analoghi piani di settore a scala \nnazionale. I Piani di settore possono avere contenuti integrativi \nrispetto ai Piani generali e possono essere approvati anche in \nassenza degli stessi;\nc) Studi di fattibilità: riguardano un singolo intervento o un \ninsieme organico e coordinato di interventi e contengono le \nverifiche funzionali, tecniche, amministrative, economiche, \ncommerciali, finanziarie ed ambientali necessarie alla sua \nrealizzazione. Gli Studi di fattibilità possono avere contenuti \nintegrativi rispetto ai Piani generali e ai Piani di settore e \npossono essere approvati anche in loro assenza.', '15': '\nProcesso di pianificazione degli investimenti\n1. Il Piano regionale dei trasporti è adottato, sentito il Consiglio \ndelle autonomie locali e tenuto conto dei piani generali \napprovati e trasmessi dagli enti locali, ogni cinque anni su \nproposta della Giunta regionale e approvazione del Consiglio \nregionale. La Giunta Regionale è tenuta a presentare la \npropria proposta almeno sei mesi prima della scadenza del \npiano vigente. Se il Consiglio Regionale non si esprime entro \nsei mesi dalla data di scadenza del piano vigente, il piano \nregionale proposto dalla Giunta vige quale piano regionale \ntransitorio fino all’approvazione del nuovo Piano dei Trasporti \nda parte del Consiglio stesso.\n2. La Giunta Regionale è tenuta a presentare al Consiglio \nRegionale la proposta del nuovo Piano Regionale dei Trasporti \nentro otto mesi dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge. Se il Consiglio Regionale non approva il Piano \nRegionale dei Trasporti entro sei mesi dalla data di \npresentazione della proposta, il Piano Regionale dei Trasporti \nproposto dalla Giunta vige quale Piano Regionale transitorio fino all ’approvazione del nuovo Piano dei Trasporti da parte del \nConsiglio stesso.\n3. I Piani di settore di competenza della Regione sono approvati \ndalla Giunta regionale, sentita la Commissione Consiliare \ncompetente.\n4. I Piani provinciali dei trasporti sono adottati ogni cinque anni \ndalle singole Province, sulla base di linee guida elaborate dalla \nGiunta Regionale ed in coerenza al Piano Regionale dei \nTrasporti, e trasmessi alla Giunta Regionale per il visto di \nconformità. Se la Giunta Regionale non si pronuncia entro 90 \ngiorni dalla trasmissione di un piano provinciale, il visto si \nintende rilasciato.\n5. I Piani di settore di competenza delle Province sono approvati \ndalle Province; se tali Piani di settore sono innovativi ed \nintegrativi rispetto al piano provinciale dei trasporti, o sono \nredatti in assenza dello stesso, le Province devono acquisire il \nparere favorevole della Giunta Regionale che ne verifica la \ncoerenza rispetto alle reti, impianti e servizi di propria \ncompetenza. Se la Giunta Regionale non si pronuncia entro 60 \ngiorni dalla richiesta, il parere si intende favorevolmente \nespresso.\n6. I Piani urbani della mobilità sono adottati ogni cinque anni da \nsingoli Comuni o dai Comuni associati, in coerenza al Piano \nRegionale ed al Piano Provinciale dei Trasporti e trasmessi \nalla Provincia e alla Giunta Regionale per il visto di conformità. \nSe la Giunta Regionale e la Provincia non si pronunciano entro \n90 giorni dalla trasmissione di un piano urbano della mobilità, \nil visto si intende rilasciato.\n7. I Piani di settore di competenza di singoli Comuni o di \nComuni associati sono da loro approvati; se tali Piani di settore \nsono innovativi ed integrativi rispetto al piano urbano della \nmobilità, o sono redatti in assenza dello stesso, i singoli \nComuni o i Comuni associati devono acquisire il parere \nfavorevole della Giunta Regionale e della Provincia competente \nche ne verificano la compatibilità e la coerenza rispetto alle reti, \nimpianti e servizi di loro competenza. Se la Giunta Regionale e \nla Provincia non si pronunciano entro 60 giorni dalla richiesta, il \nparere si intende favorevolmente espresso.\n8. Gli studi di fattibilità sono approvati dall’ente pubblico \ncompetente, Regione o enti locali, secondo le rispettive \nfunzioni; possono essere redatti da altri soggetti pubblici o \nprivati e presentati per l’approvazione alla Regione o agli enti \nlocali che ne verificano la compatibilità e la coerenza rispetto \nalle reti, impianti e servizi di loro competenza. \n9. In caso di accertata inadempienza degli enti competenti \nnell’adozione degli atti di pianificazione e programmazione, \nnonché nell’adozione di tutti i documenti del processo di \npianificazione degli investimenti, sono attivati i poteri sostitutivi \nregionali.\n10. L’intero processo di pianificazione degli investimenti può \nessere definito in una conferenza dei servizi allo scopo istituita, \nil cui procedimento, ai fini della validazione, sarà definito con \napposito regolamento.', '16': 'Articolazione del processo di pianificazione dei servizi di \nmobilità per il trasporto pubblico\n1. La Giunta Regionale approva le linee direttive del trasporto \npubblico, redatte con il supporto dell’Agenzia per la mobilità e \nsentiti la Commissione Consiliare competente e il Consiglio \ndelle Autonomie locali.\n2. Le linee direttive orientano in particolare la programmazione \ntriennale dei servizi minimi e contengono:\na) la definizione dei principi e dei criteri per la loro \ndeterminazione;\nb) la definizione dei criteri per la ripartizione delle risorse da \ntrasferire agli Enti locali;\nc) la definizione della dimensione minima delle unità di \ngestione da affidare mediante procedura di affidamento \nconcorsuale ai sensi del successivo art. 32 comma 7.\n3. Le linee direttive orientano la programmazione dei servizi di \nmobilità in modo che essi siano qualitativamente e \nquantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di \nmobilità dei cittadini, con riferimento sia ai criteri definiti dagli \nartt. 14 e 16 del decreto legislativo 422\\97, sia:\na) ai documenti di pianificazione degli investimenti della \nRegione e degli enti locali;\nb) alla definizione di obiettivi di ripartizione modale per ogni \nbacino di traffico definito, ai \nsensi del successivo comma 4, tenuto conto delle \ncaratteristiche del territorio da servire e delle caratteristiche \ninfrastrutturali esistenti;\nc) al miglioramento del livello medio regionale dei servizi \nminimi definiti nel precedente triennio;\nd) alla definizione di standard di qualità e quantità coerenti \ncon l’obiettivo della mobilità \nsostenibile;\ne) alla garanzia di standard di servizio con modalità o \ncombinazione di modalità più efficienti in relazione alle \ncaratteristiche della domanda;\nf) all’ammontare complessivo delle risorse regionali attribuibili \nagli obblighi di servizio pubblico;\ng) alle integrazioni funzionali, tariffarie e organizzative della \nmobilità;\nh) alla promozione di soluzioni a minore impatto ambientale, in \nparticolare per le aree urbane e le zone più sensibili, coerenti \ncon gli obblighi assunti a livello nazionale e internazionale per \nla riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento \nambientale;\ni) ai parametri territoriali e di popolazione;\nj) agli esiti della consultazione con gli enti locali, con le \norganizzazioni sindacali e con le associazioni imprenditoriali di \ncategoria e dei consumatori;\nk) alla promozione di soluzioni che migliorino la sicurezza \ndell’intero sistema di trasporto individuale e collettivo e \nfavoriscano l’integrazione fra le diverse modalità di trasporto;\nl) allo sviluppo di servizi in territori a domanda debole;\nm) alla eliminazione delle barriere e allo sviluppo della mobilità \ndei soggetti disabili.4. La pianificazione dei servizi per la mobilità di competenza \ndelle Province si articola per bacini di traffico. Si intende per \nbacino di traffico un ambito territoriale risultante dall’insieme di \npiù Comuni, caratterizzato da una domanda di mobilità i cui \nluoghi di origine-destinazione sono prevalentemente all’interno \ndei suoi confini e che dunque può essere soddisfatta con una \nrete funzionale autonoma e con un sistema integrato di servizi. \nNell’ambito dell’esercizio delle funzioni di pianificazione dei \nservizi per la mobilità, le Province elaborano e trasmettono alla \nRegione proposte relative alla programmazione triennale dei \nservizi minimi ferroviari di competenza della Regione.\n5. Ciascuna Provincia, in concorso con i Comuni interessati, \nindividua i bacini per la pianificazione dei servizi per la mobilità \nintercomunale. In particolare, con il Comune capoluogo di \nProvincia, ciascuna Provincia può individuare bacini di traffico di \narea metropolitana.\n6. Nell’ambito dell’esercizio delle funzioni di pianificazione dei \nservizi per la mobilità, per far fronte agli adempimenti previsti \nall’art. 14, comma 4, del decreto legislativo 422/97, ciascuna \nProvincia, in concorso con gli altri enti locali interessati e in \ncoerenza alle linee direttive di cui al comma 1 del presente \narticolo, può individuare differenti modalità di espletamento dei \nservizi di linea di cui all’art. 3, comma 3, n.4), da affidare, \nattraverso procedure concorsuali e contratto di servizio, alle \nimprese che hanno i requisiti di idoneità morale e quelli \nnecessari per esercitare autoservizi pubblici non di linea o \nservizi di trasporto di persone su strada. Nei comuni montani o \nnei territori in cui non vi è offerta dei servizi predetti, possono \nessere utilizzati veicoli adibiti ad uso proprio, fermo restando \nl’obbligo del possesso dei requisiti di idoneità morale e \nprofessionali per l’esercizio del trasporto pubblico di persone.', '17': '\nLa programmazione triennale dei servizi minimi\n1. Nell’ambito del processo di pianificazione dei servizi per la \nmobilità di cui al precedente articolo 16, ai fini di definire il \nlivello e individuare la rete dei servizi minimi, con il supporto \ndell’Agenzia regionale per la mobilità sostenibile, di cui al \nsuccessivo articolo 21, la Regione, per i servizi di propria \ncompetenza, le Province, in riferimento ai singoli bacini di \ntraffico, i Comuni Capoluogo di Provincia e, ove esistenti, le città \nmetropolitane per i servizi di loro competenza, o gli altri Enti \nlocali, ai sensi dell’art.8, comma 4, tutti nel rispetto delle \nindicazioni contenute nelle linee direttive di cui al precedente \nart. 16, in coerenza all’art. 16 comma 1 e 2 del decreto \nlegislativo 422\\97, sentito il Consiglio delle autonomie locali, \nsentite le organizzazioni sindacali più rappresentative, le \nassociazioni di categoria e le associazioni dei consumatori, \napprovano programmi triennali di trasporto pubblico locale \ncontenenti:\na) l’organizzazione dei servizi minimi di propria competenza;\nb) le proposte di integrazione modale e tariffaria per i servizi di \npropria competenza;\nc) le risorse da destinare all’esercizio;\nd) le risorse da destinare agli investimenti in infrastrutture, impianti e veicoli;\ne) le modalità di determinazione delle tariffe per i servizi di \npropria competenza;\nf) la modalità di attuazione e revisione dei contratti di servizio di \npropria competenza;\ng) il sistema di monitoraggio della qualità e quantità dei servizi.\n2. In base ai contenuti delle linee direttive di cui all’ art. 16, \ncomma 1, e dei programmi triennali di cui al precedente \ncomma 1, la Giunta regionale, sentito il Consiglio delle \nAutonomie Locali, individua con proprio atto la rete dei servizi \nminimi del territorio regionale, in modo da soddisfare le \nesigenze essenziali di mobilità dei cittadini, in conformità all’art. \n16, comma 1, del decreto legislativo 422\\97.\n3. La programmazione triennale e l’individuazione della rete dei \nservizi minimi di cui al comma 2 possono essere realizzate \nindipendentemente dall’approvazione dei piani generali dei \ntrasporti e dei piani di settore di cui all’art. 14.\n4. In caso di accertata inadempienza degli enti competenti \nnell’adozione degli atti di programmazione triennale nonché \nnell’adozione di tutti i documenti del processo di pianificazione \ndei servizi per la mobilità, entro 6 mesi dalla scadenza del \ntriennio o, in prima applicazione della presente legge, entro 6 \nmesi dall’approvazione delle linee direttive regionali, sono \nattivati i poteri sostitutivi regionali.', '18': '\nArticolazione del processo di pianificazione dei servizi per la \nmobilità per il trasporto stradale individuale\n1. I documenti del processo di pianificazione dei servizi per la \nmobilità per il trasporto individuale sono:\na) Piano generale del traffico per la viabilità extraurbana, ai \nsensi dell’ art. 36, comma 3, del decreto legislativo 30 aprile \n1992, n.285 - “Codice della strada”, di competenza delle \nProvince.\nb) Piano urbano del traffico, ai sensi dell’art. 36 del decreto \nlegislativo 285/92 “Codice della strada”.', '19': '\nPartecipazione dei cittadini al processo di pianificazione\n1. Al fine di favorire la massima partecipazione dei cittadini, \ndelle organizzazioni sindacali, delle associazioni \nimprenditoriali e di tutti gli altri soggetti privati e pubblici \ninteressati al sistema di trasporto regionale e locale, gli Enti \nLocali sono tenuti a redigere, per ciascun piano, un \n“programma di partecipazione”.', '20': '\nAccordi di programma con lo Stato e con le altre Regioni\n1. Al fine di coordinare le politiche regionali e statali in materia \ndi trasporto pubblico e mobilità, il Presidente della Giunta \nRegionale, ai sensi dell’art. 15 del decreto legislativo 422/97, \nstipula accordi di programma con lo Stato e con le altre \nRegioni.', '21': '\nAgenzia regionale per la mobilità sostenibile1. E’ istituita l’Agenzia campana per la mobilità sostenibile, \ndenominata ACaM, ente dotato di personalità giuridica \npubblica, nonché di autonomia gestionale, amministrativa, \ncontabile, tecnica.', '22': '\nFunzioni dell’ ACaM\n1. All’ACaM sono demandate le funzioni di supporto alla \nRegione e, ove richiesto, agli Enti Locali nelle seguenti materie:\na) gestione del processo di pianificazione degli investimenti e \nmonitoraggio del sistema dei trasporti mediante il Centro \nstudi; \nb) gestione del processo di pianificazione dei servizi per la \nmobilità e di progettazione e programmazione dei servizi \nminimi e aggiuntivi, integrati fra loro e con la mobilità privata;\nc) gestione delle procedure concorsuali di affidamento dei \nservizi di competenza della Regione e, ove richiesto, degli Enti \nLocali;\nd) stipula degli accordi di programma e redazione dei contratti \ndi servizio;\ne) controllo, vigilanza e monitoraggio dello svolgimento dei \nservizi e verifica del rispetto della parità e dell’uguaglianza di \ntrattamento degli utenti;\nf) definizione e gestione della politica tariffaria. \n2. L’ACaM realizza e gestisce una banca dati del sistema della \nmobilità, del sistema della qualità dei servizi, del sistema di \ninformazione alla clientela, e predispone una relazione annuale \nsull’andamento dei servizi di trasporto da trasmettere \nall’Assessorato ai Trasporti ed alla Commissione consiliare \ncompetente.\n3. Per lo svolgimento dei compiti di informazione e analisi della \ndomanda e degli altri propri compiti istituzionali, gli Enti locali \ntrasmettono all’Agenzia i dati necessari forniti dalle imprese \nesercenti relativi ai servizi di trasporto pubblico, secondo le \nmodalità specificate nei contratti di servizio. Per tale attività \nl’Agenzia può avvalersi di una struttura di monitoraggio, anche \nesterna, cui può essere conferito il diritto all’accesso ai dati \ndelle imprese e aziende che gestiscono i servizi di trasporto. I \ndati raccolti dall’Agenzia sono trasmessi alle Organizzazioni \nSindacali, imprenditoriali e dei consumatori e sono oggetto di \nconfronto tra le Organizzazioni e la Regione per la definizione \ndel successivo programma triennale dei trasporti.', '23': '\nOrgani\n1. Sono organi dell’ACaM il Direttore generale, il Collegio dei \nrevisori.', '24': '\nIl Direttore generale\n1. Il Direttore generale dell’ACaM è nominato dal Presidente \ndella Giunta regionale, previa deliberazione di Giunta regionale, \nsu proposta dell ’Assessore ai trasporti e sentita la Commissione consiliare competente.\n2. Il rapporto di lavoro del Direttore generale è regolato da \ncontratto di diritto privato e decade alla scadenza della Giunta \nRegionale; resta in carica per l’ordinaria amministrazione fino \nalla nomina del nuovo Direttore generale. Il suo emolumento è \ndefinito dalla Giunta Regionale su proposta dell’Assessore. \nL’incarico è incompatibile con altre attività professionali. Nel \ncontratto sono individuate le condizioni e le modalità attraverso \nle quali il Presidente della Giunta Regionale su proposta \ndell’Assessore ai Trasporti, previa deliberazione di Giunta \nRegionale, può revocare l’incarico del Direttore generale.\n3. Il Direttore generale ha la rappresentanza legale dell’agenzia \ned esercita tutti i poteri di direzione e gestione in coerenza con \ngli indirizzi della Giunta Regionale. \n4. Il direttore provvede in particolare ai seguenti compiti:\na) adozione del regolamento, approvato dalla Giunta \nRegionale, che disciplina il funzionamento dell’agenzia e ne \nspecifica le funzioni;\nb) direzione della struttura;\nc) predisposizione del bilancio di previsione e del conto \nconsuntivo;\nd) gestione delle dotazioni finanziarie e strumentali, verifica del \nloro utilizzo, gestione del patrimonio e del personale;\ne) verifica e assicurazione del livello di qualità dei servizi, \nispezione e controllo interno;\nf) redazione di una relazione annuale sull’attività svolta e sui \nrisultati conseguiti, da inviare alla Giunta regionale;\ng) stipula dei contratti e delle convenzioni nonché di tutti gli altri \natti necessari e obbligatori;\nh) cura della relazioni sindacali.\n5. Al Direttore generale si applicano, in materia di revoca, \nincompatibilità e ineleggibilità, nonché prorogatio, le norme di \ncui alla legge regionale 7 agosto 1996, n. 17.', '25': '\nCollegio dei revisori\n1. Presso l’ACaM è istituito il Collegio dei revisori dei conti.\n2. Il Collegio dei revisori dei conti è composto da cinque \nmembri, dei quali tre effettivi e due supplenti, iscritti al registro \ndei revisori ufficiali, di cui uno svolge le funzioni di presidente. Il \ncollegio è costituito, con proprio atto, dal Presidente del \nConsiglio Regionale. Il collegio dura in carica tre anni e, in ogni \ncaso, non oltre la durata della legislatura. I revisori restano, \ncomunque, in carica fino alla nomina del nuovo Collegio.\n3. Il Collegio dei revisori dei conti esercita la vigilanza sulla \nregolarità contabile e finanziaria della gestione dell’ACaM ed \nattesta la corrispondenza del conto consuntivo alle risultanze \ndella gestione, con apposito atto. I revisori dei conti hanno \nanche, disgiuntamente, diritto di accesso agli atti e ai \ndocumenti della agenzia.\n4. La Giunta regionale determina l’indennità spettante al \npresidente e ai componenti il collegio, effettivi e supplenti, \nall’atto della nomina del collegio stesso.5. Ai componenti del collegio si applicano, in materia di revoca \nincompatibilità e ineleggibilità, nonché prorogatio, le norme di \ncui agli art. 4, 9 e 12 della legge regionale n. 17/96.\n6. La nomina del Collegio dei revisori dei conti, in sostituzione \ndi quelli decaduti o revocati, dimissionati o deceduti, deve \nessere effettuata entro sessanta giorni dalla data della \ndecadenza, della revoca, delle dimissioni o del decesso.', '26': '\nControllo\n1. Le funzioni di controllo sull’ ACaM sono esercitate dalla \nGiunta regionale; sono sottoposti a controllo preventivo della \nGiunta regionale i seguenti atti:\na) il bilancio di previsione annuale e poliennale;\nb) gli impegni di spesa poliennale;\nc) il conto consuntivo;\nd) il programma annuale di attività;\ne) il regolamento;\nf) la dotazione organica;\ng) la relazione annuale sull’attività svolta.\n2. Gli atti di cui al precedente comma 1, devono essere inviati \nalla Giunta regionale ed alle Commissioni consiliari \npermanenti corredati del parere del collegio dei revisori.\n3. Gli atti non soggetti al controllo preventivo della Giunta \nregionale sono efficaci trascorsi dieci giorni dalla pubblicazione \nnell’albo della sede dell’ACaM.\n4. Nei casi di inadempienza sono attivati i poteri sostitutivi \nregionali.', '27': '\nFunzionamento e organico\n1. Il Direttore generale entro 60 giorni dalla sua nomina redige \ne propone il regolamento dell’ACaM;\n2. Il regolamento è approvato dalla Giunta regionale, sentita la \nCommissione consiliare competente, e disciplina il \nfunzionamento dell’ACaM ed in particolare ne specifica le \nfunzioni, ne definisce l’organizzazione, la dotazione organica, le \nmodalità di reclutamento del personale, le modalità di \nfunzionamento dell’Osservatorio di cui al successivo comma 4 , \nnonché le modalità per la definizione di rapporti con soggetti \nesterni di cui al successivo comma 5, oltre che con soggetti \naventi specifiche professionalità, presenti tra il personale di enti \nlocali o aziende di trasporto pubblico. La struttura dell’AcaM \ndeve essere, comunque, improntata a principi di alta \nprofessionalità, snellezza, funzionalità.\n3. Per svolgere, ove richiesto, le funzioni di supporto alle \nProvince, in alternativa alla Agenzia territoriale per la mobilità \nsostenibile di cui al successivo articolo 28, l’ACaM può essere \narticolata su base provinciale.\n4. All’interno dell’ACaM viene costituito un Osservatorio \nregionale responsabile del monitoraggio e dell’analisi di tutti gli \naspetti connessi alla mobilità di passeggeri e merci nel \nterritorio della Regione Campania. Una sezione specifica \ndell’Osservatorio è dedicata al lavoro, con la funzione di monitorare l ’evoluzione occupazionale del settore e analizzare \ntutte le tematiche relative alla attività lavorativa, dalla \napplicazione dei contratti agli aggiornamenti e alla formazione \ndel personale, nonché alla mobilità sia all’interno del settore \nche verso altri settori pubblici e privati, e di promuovere \nun’indagine triennale sul diritto alla mobilità a livello regionale. \nAltra sezione speciale dell’Osservatorio, denominata Centro \nStudi, viene dedicata allo studio, alla ricerca e alla formazione \nin tema di trasporto e di logistica.\n5. Per l’esercizio dei suoi compiti di progettazione, studio e \nricerca l’ACaM può stipulare con esperti contratti di diritto privato \ne di collaborazione coordinata e continuativa. Può, altresì, \nstipulare convenzioni con società, enti qualificati e Università \nper l’espletamento di particolari servizi e partecipare a consorzi \ne società con finalità di ricerca e formazione. \n6. Per il funzionamento e la gestione dell’ACaM, e come \neventuale contributo al funzionamento delle agenzie territoriali, \ncome dal successivo articolo 28, la Regione destina \nannualmente il 2% del fondo regionale dei trasporti.', '28': '\nAgenzie territoriali per la mobilità sostenibile\n1. Le Province e i Comuni Capoluogo di Provincia possono \nistituire, con l’eventuale cofinanziamento della Regione, per \nciascun ambito territoriale provinciale o metropolitano, una \nagenzia per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale \ndi loro competenza.\n2. L’agenzia è costituita nei modi e nelle forme stabilite dagli \nenti locali, ai sensi del titolo V del decreto legislativo 18 agosto \n2000, n. 267. Le Province e i Comuni capoluogo di Provincia \npossono identificare modalità congiunte di organizzazione e \ngestione delle agenzie territoriali per la mobilità sostenibile al \nfine di favorire l’integrazione e il miglioramento dei servizi di \npropria reciproca competenza.\n3. Alle agenzie territoriali sono demandate le funzioni di \nsupporto agli Enti locali nelle seguenti materie:\na) gestione del processo di pianificazione degli investimenti;\nb) gestione della pianificazione dei servizi per la mobilità e di \nprogettazione e programmazione dei servizi minimi e aggiuntivi, \nintegrati fra loro e con la mobilità privata;\nc) gestione delle procedure concorsuali di affidamento dei \nservizi di competenza degli enti locali;\nd) di stipula degli accordi di programma e redazione dei \ncontratti di servizio;\ne) controllo vigilanza e monitoraggio dello svolgimento dei \nservizi e verifica del rispetto della parità e dell’uguaglianza di \ntrattamento degli utenti;\nf) ogni altra funzione loro assegnata dagli enti locali, \ncompatibilmente con le norme previste dalla presente legge.\n4. Ove non sia costituita l’agenzia territoriale, le Province e i \nComuni Capoluogo di Provincia, d’intesa con la Regione, \npossono ricorrere al supporto dell’ACaM.', '29': '\nLa Consulta regionale per la mobilità1. La Consulta è istituita con deliberazione della Giunta \nregionale su proposta dell’Assessore ai trasporti, sentito il \nparere della Commissione consiliare competente; è presieduta \ndall’Assessore ai trasporti. Con apposito regolamento, da \nemanarsi entro 120 giorni dalla entrata in vigore della presente \nlegge, la Giunta regionale determina la composizione della \nConsulta, di cui, comunque, fanno parte le associazioni degli \nenti locali di cui all’art.270 del decreto legislativo n. 267/2000 e \nne definisce i compiti e il funzionamento.\n2. La Consulta assicura la partecipazione degli utenti, delle \nparti sociali, delle Associazioni di categoria del settore del \ntrasporto di persone e merci e delle comunità locali al \nprocesso di pianificazione e programmazione del sistema di \ntrasporto e di mobilità.', '30': "\nI contratti di servizio\n1. I contratti di servizio, previsti dall’art. 19 del decreto legislativo \n422/97, regolano l'esercizio di tutti i servizi di trasporto pubblico \nregionale e locale; sono stipulati dalla Regione e dagli enti \nlocali con riferimento alle competenze di cui agli artt. 6, 8, 9, 10.\n2. Nel dare attuazione all’art. 19 del decreto legislativo 422/97, i \ncontratti di servizio assicurano, tra l’altro, la completa \ncorrispondenza fra oneri per servizi e risorse disponibili, al \nnetto dei proventi tariffari e sono stipulati prima dell’inizio della \nloro validità. Per i servizi ferroviari i contratti di servizio sono \nstipulati sette mesi prima dell’inizio del loro periodo di validità, \nal fine di consentire la definizione degli orari nazionali.\n3. Ai sensi dell’art. 19 del decreto legislativo 422/97, i contratti di \nservizio, per i quali non è assicurata al momento della loro \nstipula la corrispondenza fra gli importi di cui alla lettera l) del \nsuccessivo comma 8 e le risorse effettivamente disponibili, \nsono nulli. \n4. Nei contratti di servizio stipulati da soggetti diversi dalla \nRegione, sono nulle le eventuali clausole che prevedono o \nproducono oneri a carico della Regione in misura superiore a \nquelli previsti per i servizi minimi definiti secondo le modalità \ndettate dalla presente legge.\n5. I contratti di servizio pubblico devono rispettare gli articoli 2 e \n3 del regolamento CEE n. 1191/69 e successive modifiche e il \nregolamento CEE n. 1839/91 e successive modifiche ed avere \ncaratteristiche di certezza finanziaria e copertura di bilancio.\n6. La durata dei contratti di servizio è:\na) fino a sei anni, con opzione di rinnovo per altri tre anni, per i \nservizi di trasporto autofilotranviari;\nb) fino a sei anni, con opzione di rinnovo per altri tre anni, per i \nservizi di trasporto marittimo;\nc) fino a nove anni, per i servizi di trasporto ferroviario regionale;\nd) fino a nove anni, per i servizi di trasporto ferroviario \nmetropolitano in sede propria;\ne) fino a quattro anni, con opzione di rinnovo per altri due anni, \nper tutte le altre modalità di trasporto.\n7. Al termine del primo periodo contrattuale, per i servizi di cui \nalle lettere a), b), e), l ’ente affidante può esercitare l ’opzione di rinnovo del contratto secondo le modalità definite all ’interno del \ncontratto stesso.\n8. Allo scopo di rendere omogenee le relazioni contrattuali, i \ncontratti di servizio specificano i seguenti contenuti minimi, in \ncoerenza al contratto tipo elaborato e presentato dalla Regione: \na) l’oggetto del contratto;\nb) il periodo di durata del contratto, comunque non superiore a \nquanto stabilito dal comma 6;\nc) le modalità di esercizio dell’opzione di rinnovo del \ncontratto che possono essere esercitate \ndall’ente affidante;\nd) le caratteristiche dei servizi offerti ed il relativo programma \nanalitico di esercizio;\ne) le modalità di erogazione dei servizi che prevedono \nl’utilizzazione di veicoli della categoria \nM1 di cui all'articolo 47 del decreto legislativo 285/92;\nf) le modalità di modifica della specifica dei servizi, con \nparticolare riferimento alla possibilità di modificazione delle \nlinee e degli orari anche durante il periodo di vigenza \ncontrattuale;\ng) le tariffe del servizio e, ove ritenuto necessario, le modalità \nper le eventuali modifiche e relativi limiti, nonché l’obbligo di \naderire alle strutture per l’integrazione tariffaria, ove esistente;\nh) i fattori di qualità e comfort e gli standard qualitativi minimi \ndel servizio, in termini di regolarità e puntualità, velocità \ncommerciale, affidabilità del servizio, informazione agli utenti, \nrispetto dell'ambiente, età dei veicoli, manutenzione, comfort e \npulizia dei veicoli e delle fermate, sicurezza, comportamento del \npersonale e rispetto della carta dei servizi predisposta in \ncoerenza agli standard minimi previsti dalla Regione \nCampania;\ni) gli obiettivi di efficienza ed efficacia nella produzione del \nservizio conformemente alle indicazioni dei programmi \ntriennali;\nj) la definizione di eventuali piani di investimento per lo sviluppo \ned il potenziamento delle reti e degli impianti;\nk) i vincoli a carico dell’ente pubblico affidante, relativi al rilascio \ndi autorizzazioni relativi ad altri servizi in concorrenza nello \nstesso territorio;\nl) l'importo eventualmente dovuto dall'ente affidante all’impresa \ndi trasporto per le prestazioni oggetto del contratto, le \ncompensazioni economiche dovute a fronte degli obblighi di \nservizio e di eventuali agevolazioni tariffarie, nonché i tempi e le \nrelative modalità di pagamento;\nm) i casi di revisione degli importi di cui alla lettera l) e i limiti \npercentuali entro cui può essere prevista la revisione;\nn) le modalità di modificazione e di risoluzione del contratto in \nessere;\no) le garanzie che l'impresa affidataria deve prestare;\np) l’obbligo dell’affidatario di utilizzare personale qualificato e \nmezzi idonei a garantire la sicurezza del servizio e di prevedere \nun piano di progressivo adeguamento dei mezzi di trasporto \nalla normativa di accessibilità di cui al DPR n.503/96 e \nsuccessive modifiche ed integrazioni;\nq) i sistemi utilizzati per il rilevamento dell ’utenza;r) l'obbligo di fornire, su supporto cartaceo ed informatico, i dati \nnecessari per il monitoraggio qualitativo e quantitativo del \nservizio;\ns) l’obbligo dell’affidatario di dotarsi di un responsabile di \nesercizio ai sensi del successivo art. 31, comma 2, e di un \nresponsabile della qualità, ai sensi della normativa vigente \nsulla certificazione della qualità;\nt) la ridefinizione dei rapporti, con riferimento ai lavoratori \ndipendenti e al capitale investito, dal soggetto esercente il \nservizio di trasporto pubblico, in caso di forti discontinuità nella \nquantità dei servizi richiesti nel periodo di validità del contratto \ndi servizio.\nu) 'obbligo dell'applicazione, per le singole tipologie del \ncomparto dei trasporti, dei rispettivi contratti collettivi di lavoro, \ncosì come sottoscritti dalle organizzazioni sindacali nazionali \nmaggiormente rappresentative e dalle associazioni \nimprenditoriali di categoria;\nv) l'obbligo di conseguire la sicurezza negli ambienti di lavoro;\nw) l’indicazione dei beni funzionali e strumentali allo \nsvolgimento del servizio, ai sensi dell’art. 36 e le modalità con \ncui l’ente affidante può identificarne di nuovi; \nx) le modalità di trasferimento del personale in caso di \nsubentro di impresa, le modalità di trasferimento dei beni e \ndell’esercizio del diritto di prelazione in caso di subentro di \nimpresa e i relativi criteri di valutazione economica previsti dal \nsuccessivo art. 36;\ny) l'obbligo di tenere la contabilità separata, ai sensi dell'articolo \n1, comma 5, del regolamento CEE n. 1191/69, come modificato \ndall'articolo 1 del regolamento CEE n. 1893/91, e la contabilità \nanalitica di costi e ricavi per ciascun contratto di servizio;\nz) le modalità di svolgimento delle funzioni di vigilanza e di \ncontrollo anche della qualità da parte dell’ente affidante;\naa) le sanzioni e le penali in caso di mancato rispetto degli \nimpegni assunti e gli incentivi potenziali da erogare per il \nperseguimento degli obiettivi concordati;\nbb) le procedure da osservare in caso di controversia.", '31': '\nRegolarità d’esercizio\n1. La vigilanza sulla regolarità dei servizi di trasporto pubblico \nregionale e locale è svolta dalla Regione, con il supporto \ndell’ACaM, dalle Province e dai Comuni Capoluogo di Provincia \nsecondo le competenze loro attribuite. Per regolarità si intende \nil rispetto degli obblighi di esercizio, di trasporto e tariffario e \ndelle altre condizioni o vincoli determinati in sede di \naffidamento. Entro 180 giorni dalla entrata in vigore della \npresente legge, la Giunta Regionale approverà il regolamento \ndei servizi ispettivi previsti dal presente comma.\n2. L’impresa affidataria di servizi di trasporto pubblico regionale \ne locale deve dotarsi di un responsabile di esercizio che \nrisponda della regolarità e sicurezza nello svolgimento dei \nservizi nei confronti dell’ente preposto alla vigilanza dei \nmedesimi.\n3. Gli orari dei servizi, predisposti secondo il programma di esercizio definito dall ’ente affidante, così come specificato nel \ndisciplinare di gara, debbono essere preventivamente \nsottoposti all’approvazione dell’ente affidante, il quale ne \nverifica la conformità rispetto agli obblighi derivanti dal contratto \ndi servizio. Eventuali osservazioni e rilievi sono comunicati \nall’impresa affidataria entro e non oltre 30 giorni dalla data di \nricezione degli orari stessi. Trascorso tale termine gli orari si \nintendono approvati. Salvo casi di forza maggiore, ogni \nvariazione di orario deve essere preventivamente resa nota agli \nutenti attraverso opportune forme di comunicazione.\n4. La localizzazione delle fermate è stabilita in sede di \naffidamento del servizio e inserita nel contratto di servizio, avuto \nriguardo agli interessi generali degli utenti e nel rispetto delle \nnorme di circolazione. Le tabelle di fermata debbono riportare \ngli orari di transito dei servizi per le varie destinazioni. \n5. I veicoli adibiti al servizio di trasporto pubblico di linea non \npossono essere usati per altro scopo se non previa \nautorizzazione dell’ente affidante.\n6. In caso di interruzione del servizio di trasporto pubblico per \ncause ascrivibili all’impresa affidataria, l’ente affidante adotta i \nprovvedimenti indispensabili per assicurare il tempestivo \nripristino del servizio pubblico, anche in danno, e avvalendosi \ndegli impianti e materiali del gestore.', '32': "\nProcedure per l’affidamento dei servizi\n1. Le procedure per l’affidamento dei servizi di trasporto \npubblico regionale e locale sono improntate ai seguenti \nprincipi:\na) separazione tra la funzione di pianificazione, \namministrazione e controllo e la gestione dei servizi e delle reti \ndi trasporto pubblico regionale e locale;\nb) separazione fra la gestione delle reti e la gestione dei servizi, \nsecondo i principi della direttiva CEE n. 440/91;\nc) predisposizione dei bandi di gara dei servizi di trasporto \npubblico in modo da minimizzare i rischi che le imprese \naggiudicatarie godano di sussidi incrociati fra le attività oggetto \ndi contribuzione pubbliche e le attività da loro svolte in altri \nmercati contigui al trasporto pubblico e aperti alla concorrenza.\n2. Ai fini dell’affidamento dei servizi di trasporto ferroviario, la \nGiunta regionale, con apposito regolamento da emanarsi entro \n180 giorni dall’entrata in vigore della legge, disciplina la \ngestione delle infrastrutture ferroviarie ad essa conferite.\n3. Allo scopo di incentivare il superamento degli assetti \nmonopolistici e di favorire la concorrenza nella gestione, la \nRegione e gli Enti locali, in base alla rispettiva competenza, \nstipulano i contratti di servizio con le imprese aggiudicatarie, a \nseguito dell'espletamento di procedure concorsuali in \nconformità alla normativa comunitaria e nazionale degli appalti \npubblici di servizi.\n4. Alle gare possono partecipare i soggetti in possesso dei \nrequisiti di idoneità morale, finanziaria e professionale richiesti, \nai sensi della normativa vigente.\n5. Sono esclusi dalla partecipazione alla gare i soggetti indicati \ndall’art. 18 comma 2 lettera a) del decreto legislativo 422/97.6. L'aggiudicazione dei servizi avviene sulla base dei criteri \nprevisti dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 158, e \ndall'articolo 18, comma 2, lettera a), del decreto legislativo \n422/97. La scelta dei soggetti è effettuata attraverso procedure \nconcorsuali ispirate ai criteri di pubblicità, trasparenza e \nconcorrenzialità, a garanzia dell’imparzialità e del buon \nandamento della pubblica amministrazione e tenendo conto \ndel principio di adeguatezza tra le modalità prescelte e il valore \neconomico dell’oggetto di affidamento. \n7. Le procedure di affidamento concorsuale riguardano unità di \ngestione che sono contraddistinte da una dimensione della \npercorrenza superiore ad un minimo adeguato al \nconseguimento di economie di scala e al miglioramento \ndell’efficienza, e che sono corrispondenti ad un sistema di reti e \ndi servizi autonomo e integrato. Se l’affidamento riguarda \nmodalità diverse di trasporto, i servizi possono essere messi a \ngara separatamente, salvaguardando la maggiore possibilità \ndi integrazione modale.\n8. L’eventuale risparmio, conseguito da ribassi d’asta, rispetto \nalle risorse assegnate alle Province o ai Comuni capoluogo di \nprovincia, rimane a disposizione dell’ente locale con vincolo di \ndestinazione alla funzione dell’esercizio del trasporto pubblico \ndi linea.\n9. Le imprese affidatarie dei servizi minimi e aggiuntivi di \ntrasporto pubblico devono adottare un regime di contabilità \nseparata tra tali attività e quelle svolte in altri mercati contigui al \nservizio pubblico e aperti alla concorrenza, o operare attraverso \nsocietà distinte in relazione alla diverse attività.", '33': '\nSub affidamento dei servizi\n1. E’ consentito, nei limiti previsti dalla normativa vigente, il \nsubaffidamento dei servizi di trasporto, previa autorizzazione \ndell’ente pubblico affidante. Con apposito regolamento la \nRegione, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della presente \nlegge, stabilisce le modalità e i criteri di rilascio e revoca delle \nautorizzazioni, in coerenza ai seguenti principi:\na) l’affidatario è comunque responsabile dell’attuazione del \ncontratto di servizio nei confronti dell’ente pubblico affidante;\nb) l’impresa subaffidataria deve possedere i requisiti di \nidoneità morale e professionale e quelli necessari per \nl’esercizio delle attività di trasporto di persone; è tenuta a \nrispettare tutte le norme vigenti in materia di trasporto di \npersone e ad applicare il contratto nazionale collettivo di \ncategoria;\nc) in caso di decadenza o revoca dell’affidamento decade \ncontestualmente il subaffidamento, senza il riconoscimento di \nalcun importo a titolo di indennizzo da parte dell’ente pubblico \naffidante;\nd) il subaffidamento deve riguardare servizi di trasporto \nmarginali, non superiori ad una quota percentuale massima \ndei servizi previsti in contratto che verrà definita nel regolamento \ndi cui sopra;\ne) se l’aggiudicazione dei servizi in sub affidamento avviene \nmediante procedure concorsuali, l ’affidamento avviene in coerenza alle indicazioni del comma 6 del precedente articolo \n32;\nf) in caso di trasferimento dei lavoratori dall’impresa affidataria \na quella subaffidataria si applicano le disposizioni dell’articolo \n37, comma 1.\n2. E’ consentito il subaffidamento di servizi complementari, \nprevia autorizzazione dell’ente pubblico affidante. Con apposito \nregolamento la Regione, entro 120 giorni dall’entrata in vigore \ndella presente legge, stabilisce le modalità e i criteri di rilascio \ne revoca delle autorizzazioni.\n3. Fino all’entrata in vigore dei regolamenti di cui ai commi \nprecedenti, è vietato il subaffidamento dei servizi.', '34': "\nSanzioni e decadenza\n1. L’affidatario del servizio è tenuto all’osservanza di tutti gli \nobblighi derivanti dall’aggiudicazione della gara e dalla \nsottoscrizione del contratto di servizio.\n2 L’ente affidante applica le sanzioni e le penali in presenza \ndelle infrazioni relative agli obblighi specificamente previsti nel \ncontratto di servizio.\n3. L’impresa affidataria decade dall’affidamento, con \nconseguente risoluzione del contratto di servizio:\na) se vengono meno i requisiti di idoneità morale, finanziaria, e \nprofessionale previsti dalla legislazione nazionale e \ncomunitaria;\nb) per gravi irregolarità o mancanze in materia di sicurezza del \nservizio;\nc) in presenza di irregolarità specificamente previste nel \ncontratto di servizio;\nd) per grave violazione delle prescrizioni dettate dall’ente \nresponsabile dell’attività di vigilanza e controllo sul servizio;\ne) per gravi irregolarità per quanto attiene alla tutela giuridica, \nnormativa e contrattuale dei lavoratori dipendenti;\nf) in tutti gli altri casi previsti dal contratto e dalla normativa \nvigente.\n4. In caso di decadenza dall’affidamento è escluso qualsiasi \nindennizzo a favore dell’impresa affidataria del servizio, la quale \ndovrà risarcire l’ente affidante in relazione agli eventuali \nmaggiori oneri che lo stesso dovesse sostenere per il \nriaffidamento del servizio al nuovo gestore ed in relazione agli \nulteriori danni subiti.\n5. Qualsiasi trasformazione societaria o altra variazione di \nnatura giuridica dell’impresa affidataria, ovvero sostituzione da \nparte della stessa di altri a sé nella gestione anche parziale del \nservizio, in costanza dell’affidamento, deve essere \ntempestivamente comunicata all’ente affidante. \n6. Le imprese affidatarie dei servizi hanno l'obbligo di \nconsentire al personale, incaricato dai soggetti cui compete \nl’esercizio dell’attività di vigilanza, il libero accesso ai veicoli, \nagli impianti ed alla documentazione amministrativa contabile, \nsecondo quanto previsto dai rispettivi contratti di servizio.7. Il personale di cui al comma 6 accerta e contesta le violazioni \na carico delle aziende secondo quanto previsto nei rispettivi \ncontratti di servizio.", '35': '\nRevoca\n1. L’ente affidante ha facoltà di revocare l’affidamento con atto \nmotivato, con conseguente risoluzione del contratto di servizio:\na) in caso di modifiche o revisione sostanziale \ndell’organizzazione dei servizi o di parte di essi;\nb) nei casi in cui siano sorte nuove e preponderanti esigenze di \ninteresse pubblico; \nc) qualora il servizio di trasporto risulti inadeguato, per \nestensione o intensità, alle sopravvenute esigenze dell’utenza;\nd) in tutti gli altri casi previsti dal contratto e dalla normativa \nvigente.\n2. Il contratto di servizio può prevedere, in caso di revoca \ndell’affidamento, procedure di arbitrato, anche conciliativo; \nnell’ipotesi di revoca parziale può essere previsto, \nalternativamente, il prolungamento dell’affidamento anche oltre \ni termini di cui all’art. 30 al fine di preservare l’equilibrio \neconomico del contratto.', '36': "\nSubentro di impresa\n1. In caso di subentro di un'impresa, al gestore che cessa dal \nservizio non spetta alcun indennizzo, così come in caso di \nmancato rinnovo del contratto di servizio alla scadenza, di \ndecadenza del gestore dell’affidamento, di risoluzione \ncontrattuale per qualsiasi causa imputabile all’affidatario.\n2. In caso di subentro di nuova impresa il soggetto non più \naffidatario deve trasferire al soggetto subentrante i beni \nacquistati con fondi pubblici identificati dall’ente affidante come \nfunzionali all’effettuazione del servizio, secondo le modalità e i \ncriteri di valutazione economica dei beni indicati nel contratto di \nservizio stesso. Per l'acquisto dal precedente gestore di altri \nbeni strumentali senza vincolo di destinazione l'aggiudicatario \ngode del diritto di prelazione, da esercitarsi secondo le \nmodalità stabilite nel contratto di servizio.", '37': '\nTrasferimento del personale dipendente\n1. In caso di subentro di nuova impresa, si effettua il \ntrasferimento del personale dipendente dall’impresa cessante \nall’impresa subentrante, in coerenza alle indicazioni dell’art. 18 \ncomma 2 lettera e) del decreto legislativo n. 422/97 e \nconservando al personale l’inquadramento contrattuale ed il \ntrattamento economico acquisito, comprensivo degli eventuali \ncontratti integrativi aziendali in essere. \n2. I criteri e le procedure di cui al comma 1) sono applicati \nanche nel caso in cui, a seguito dell’espletamento delle \nprocedure concorsuali, il servizio sia affidato al soggetto \nprecedentemente affidatario.', '38': '\nTutela degli utenti e Carta dei servizi1. Ai fini della valorizzazione e promozione della qualità dei \nservizi pubblici di trasporto e per la tutela degli interessi dei \ncittadini, la Regione istituisce lo strumento operativo della Carta \ndei servizi, da adottarsi dalle aziende ed imprese entro un anno \ndall’entrata in vigore della presente legge. Con apposito \nregolamento la Giunta Regionale definisce il contenuto minimo \nstandard della carta dei servizi al fine di permettere la \ncomparazione tra i vari gestori, di perseguire obiettivi di \nmiglioramento, di attivare forme di incentivazione.', '39': '\nServizi di trasporto pubblico autorizzati\n1. I servizi di trasporto pubblico autorizzati, di cui all’art. 5, \ndevono essere assentiti dalla Giunta Regionale, ai sensi \ndell’art. 6 o dagli enti locali competenti, ai sensi degli artt. 8, 9, \n10, previo parere favorevole della Regione. \n2. L’autorizzazione ha durata triennale e viene rilasciata alle \nimprese in possesso dei requisiti di idoneità morale e \nprofessionale e quelli previsti dalla normativa nazionale vigente \nper l’esercizio di servizi di trasporto di linea e non di linea.\n3. Con apposito regolamento regionale , entro 180 giorni \ndall’entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le \nmodalità e i requisiti di rilascio e revoca delle autorizzazioni, \nsulla base del principio di coerenza, compatibilità e non \nsovrapposizione con la rete dei servizi minimi e aggiuntivi. \nL’istanza per l’autorizzazione si intende implicitamente accolta \nse non viene data risposta entro 60 giorni della istanza \nmedesima.', '40': '\nSanzioni a carico degli utenti dei servizi di trasporto pubblico\n1. Le condizioni di trasporto sono stabilite dalle imprese \naffidatarie con apposito regolamento di servizio, nel rispetto \ndella normativa applicabile e devono essere permanentemente \nrese note ai cittadini in forma adeguata. Il regolamento è \ncomunicato all’ente affidante ed entra in vigore dopo 30 giorni \ndall’inoltro, fatti salvi eventuali rilievi dell’ente stesso, che ne \nverifica la congruità rispetto al contenuto del contratto di \nservizio.\n2. Le sanzioni amministrative pecuniarie a carico dei viaggiatori \nper mancanza o per irregolarità di titolo di viaggio e le relative \nnorme di applicazione sono definite dalla legge regionale del \n13 agosto 1998, n.13.', '41': '\nFondo regionale trasporti \n1. Le risorse finanziarie relative agli oneri derivanti dalla \npresente legge, trasferite dallo Stato alla Regione, confluiscono \nannualmente in un apposito capitolo del bilancio regionale, \ndenominato Fondo regionale trasporti. Il Fondo regionale \ntrasporti, oltre che dalla risorse precedenti, è alimentato da \nrisorse proprie regionali ed il suo ammontare è determinato \nnella legge di bilancio. Il Fondo regionale trasporti è adeguato annualmente al tasso d ’inflazione programmata ed evidenzia \nseparatamente le risorse destinate al finanziamento dei servizi \ne quelle destinate al finanziamento degli investimenti.\nRientrano nel Fondo regionale trasporti gli oneri inerenti i \nservizi minimi, gli investimenti relativi allo sviluppo e \nmiglioramento del trasporto pubblico regionale e locale, la \ncostituzione e gestione dell’ACaM, e la copertura delle spese \ndirette della Regione relative ad interventi quali la realizzazione \ndi infrastrutture, impianti e sistemi tecnologici, l’acquisto diretto \ndi beni e servizi, l’esecuzione di studi, ricerche, progetti.\n2. Le Province e i Comuni Capoluogo di Provincia o gli altri enti \nlocali, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, istituiscono appositi \nfondi dei trasporti in cui confluiscono le risorse trasferite dalla \nRegione, oltre a risorse proprie.', '42': '\nContributi per i servizi minimi \n1. La Regione attraverso la sottoscrizione dei contratti di \nservizio destina direttamente le risorse ai soggetti gestori dei \nservizi minimi di competenza regionale.\n2. La Regione, sulla base dei programmi triennali presentati \ndagli Enti locali competenti e da essa approvati, trasferisce alle \nProvince ed ai Comuni Capoluogo di Provincia o agli altri Enti \nlocali, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, le risorse da destinare \nalla copertura degli oneri relativi ai servizi minimi.\n3. La Giunta regionale, sentito il Consiglio delle autonomie \nlocali e la Commissione consiliare competente, nelle linee \ndirettive di cui all’articolo 16, determina i criteri di allocazione \ndelle risorse alle Province ed ai Comuni Capoluogo di \nProvincia, o agli altri Enti locali, ai sensi dell’articolo 8, comma \n4, tenendo conto anche delle specificità e differenze territoriali; \ndetermina altresì le modalità di controllo, i casi e le modalità di \nrevoca dei contributi, i tempi e i modi dell’erogazione.', '43': '\nContributi per gli investimenti\n1. La Regione partecipa al finanziamento degli investimenti in \ninfrastrutture, sistemi tecnologici e mezzi di trasporto, per lo \nsviluppo e il miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico \nregionale e locale, attraverso contributi in conto capitale, \ncontributi in conto ammortamento, mutui, contributi per la \ncopertura degli oneri derivanti da contratti di leasing.\n2. I soggetti beneficiari dei contributi di cui al comma 1 sono: gli \nEnti locali, le aziende e imprese esercenti il trasporto pubblico \nregionale e locale, eventuali altri soggetti pubblici e privati.\n3. La Regione provvede, attraverso la stipula di specifici accordi \ndi programma con gli enti locali interessati, al finanziamento \ndegli investimenti per il rinnovo ed il potenziamento del \nmateriale rotabile e delle infrastrutture. Gli accordi di \nprogramma determinano il concorso finanziario delle parti per \ngli investimenti e stabiliscono quantità, tempi, modalità e \ncondizioni dei trasferimenti regionali agli enti delegati (Province \ne Comuni Capoluogo di Provincia).\n4. Gli investimenti effettuati con contributi regionali devono \nessere destinati esclusivamente al servizio pubblico di linea. I mezzi acquistati, le infrastrutture e le tecnologie realizzate \nanche solo parzialmente con il finanziamento regionale non \npossono essere trasferiti o alienati senza l’assenso della \nRegione.\n5. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare \ncompetente, stabilisce i criteri per la valutazione degli \ninvestimenti, le modalità di controllo, i casi e le modalità di \nrevoca dei contributi, i tempi e i modi dell’erogazione.', '44': '\nEsercizio temporaneo delle funzioni e dei compiti delle \nProvince e dei Comuni da parte della Regione\n1. Nei primi tre anni di vigenza della presente legge, la \nRegione, su proposta delle Province e dei Comuni Capoluogo \ndi Provincia, può continuare ad esercitare in via temporanea le \nfunzioni ed i compiti delegati.', '45': '\nTrasferimenti alle Province e ai Comuni capoluogo\n1. Con l’attivazione del Fondo Regionale Trasporti la Giunta \nRegionale stabilisce, con apposito regolamento, le modalità ed \ni criteri di trasferimento degli stanziamenti a favore delle \nProvince e dei Comuni Capoluogo di Provincia.', '46': '\nProroga dei servizi esercitati dalle aziende titolari di \nconcessione\n1. I servizi di trasporto esercitati dalle aziende e imprese titolari \ndi concessione alla data di entrata in vigore della presente \nlegge restano validi fino alla effettiva scadenza della \nconcessione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2003, \nprevia formalizzazione di uno specifico contratto di servizio \nponte da sottoscrivere entro il termine perentorio di 60 giorni \ndalla data di entrata in vigore della presente legge.\n2. In caso di mancata stipula del contratto di servizio ponte per \nimpossibilità oggettiva, la concessione decade e si provvede, in \nvia sostitutiva, con l’attivazione delle procedure concorsuali per \nl’affidamento dei relativi servizi.\n3. I contratti di servizio ponte rimangono in vigore fino alla \ndefinizione delle procedure di affidamento concorsuale dei \nservizi; devono attenersi ai contenuti minimi previsti dall’art. 30 \ncomma 8 e devono prevedere un progressivo incremento del \nrapporto fra ricavi da traffico e costi operativi al netto dei costi di \ninfrastruttura.\n4. I contratti di servizio ponte di cui ai commi precedenti \npossono essere sottoscritti da aggregazioni fra aziende e \nimprese che sono titolari di concessione alla data di entrata in \nvigore della presente legge, anche da realizzarsi attraverso la \nformula dell’associazione temporanea di imprese. Gli enti \nlocali incentivano, con le modalità da loro ritenute più \nopportune, il processo di aggregazione fra imprese.', '47': '\nIncentivi per il riassetto organizzativo\n1. La Regione, al fine di incentivare il riassetto organizzativo e la trasformazione societaria delle aziende attuali \nconcessionarie di servizi di trasporto e il riassetto organizzativo \ndelle aziende che risulteranno affidatarie del servizio di \ntrasporto a seguito dell’espletamento delle procedure \nconcorsuali, adotta, con la partecipazione delle stesse aziende \ne degli enti locali proprietari, le opportune azioni di \nriqualificazione professionale ed azioni finalizzate ad esodi \nvolontari incentivanti dirette ai lavoratori che non possono \ntrovare utile collocazione nei processi di trasformazione del \nsettore del trasporto regionale e locale.', '48': '\nClausola di salvaguardia\n1. Per l’affidamento dei servizi, al personale dipendente, \nimpiegato presso le aziende e imprese titolari di concessione \nal momento dell’ entrata in vigore della presente legge, \ntrasferito per l’espletamento del contratto di servizio nei termini \nprevisti dall’articolo 37, viene garantito dal soggetto affidatario, \nper la durata del contratto di servizio stipulato, oltre a quanto \nprevisto dal già citato articolo 37, anche il trattamento \neconomico del contratto integrativo aziendale in essere presso \nl’azienda titolare di concessione al momento di entrata in vigore \ndella presente legge, ove eccedente l’eventuale trattamento \nintegrativo riconosciuto dal soggetto affidatario.\n2. I criteri e le procedure di cui ai commi precedenti sono \napplicati anche nel caso in cui, a seguito dell’espletamento \ndella procedura concorsuale, il servizio sia affidato all’azienda \ntitolare di concessione al momento di entrata in vigore della \npresente legge.', '49': '\nLinee guida per la regolamentazione degli orari e delle tariffe \ndei servizi di trasporto di competenza regionale\n1. Nelle more della redazione del programma triennale dei \nservizi minimi di cui agli art. 16 e 17, la Giunta regionale redige \nle linee guida per la regolamentazione degli orari e delle tariffe \ndei servizi di trasporto pubblico di sua competenza.', '50': '\nParere delle Commissioni Consiliari Permanenti\n1. Ogni qual volta negli articoli della presente legge si richiede \ndi sentire il parere delle Commissioni consiliari competenti, il \nparere si intende favorevolmente espresso se la Commissione \ncompetente non si pronuncia entro sessanta giorni dalla \nrichiesta.', '51': '\nNorme abrogate\n1. Sono abrogate tutte le norme in contrasto con la presente \nlegge e, in particolare,:\n- legge regionale 28.03.2000 n. 7\n- legge regionale 08.09.1993 n.34\n- legge regionale 08.03.1985 n.17\n- legge regionale 25.01.1983 n.16\n-legge regionale 23.02.1982 n.11-legge regionale 24.04.1980 n. 27\n- legge regionale 28.06.1978 n. 19\n- legge regionale 26.05.1975 n.40', '52': '\n1. La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello \nStatuto, è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania. \nNapoli, 28 marzo 2002\nIL PRESIDENE\n- BASSOLINO -\nIL PRESIDENTE'}
null
campania
2,002
2
null
{'1': 'Ai sensi dell’articolo 17 dello Statuto Regionale e dell’articolo \n33 della legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, la Giunta \nregionale è autorizzata ad esercitare provvisoriamente dall’1 \ngennaio 2002 fino al 31 marzo 2002 il Bilancio della Regione \nper l’esercizio finanziario 2002, secondo gli stati di previsione \ndel Bilancio annuale 2001, approvato con legge regionale 11 \nagosto 2001, n. 11, e del primo provvedimento di variazione \n2001 approvato con legge regionale 24 novembre 2001, n. 18 \ned in ragione delle ulteriori variazioni intervenute, ai sensi e per \ngli effetti delle disposizioni ex articolo 35, ultimo comma, della \nlegge regionale 27 luglio 1978, n. 20, come modificato \ndall’articolo 12 della legge regionale 16 giugno 1992, n. 3.', '2': 'La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti \ndegli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno \nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della \nRegione Campania.'}
null
campania
2,002
32
null
{'1': '1.I residui attivi provenienti dal capitolo 424 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente “Legge 1° marzo 1986, n. 64 -\nProgetti di competenza regionale inclusi nel primo piano annuale d’\nattuazione - delibera CIPE del 29/12/86 -”, determinati in lire \n109.335.895.600 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 424 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato con \nLegge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '2': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 432 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente i “ Fondi di opere di \nconsolidamento e di ripristino di cui alla Legge 28 ottobre 1986 \nn. 730, articolo 1”, determinati in lire 31.636.585.911 dal conto \nconsuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non riportati nel \nbilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al capitolo 432 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, \nn. 4.', '3': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 478 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente il “ Fondo Sanitario Nazionale \nparte corrente — quota vincolata per provvidenze a favore degli \nhanseniani e loro familiari - Legge 23 dicembre 1978 n. 833 e Legge \n24 gennaio 1986, n. 31 -”, determinati in lire 243.000.000 dal conto \nconsuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non riportati nel \nbilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al capitolo 478 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell ’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, \nn. 4.', '4': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 580 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente i “Contributi in conto capitale \na sostegno dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili - Legge \n9 gennaio 1991 n. 10, articoli 8,10 e 13 - ”, determinati in lire \n2.352.200.000 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario 1998, \nnon riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 580 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato con \nLegge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '5': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 714 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente i “Fondi dell’ASMEZ per il \ncompletamento degli adduttori a servizio dell’area tra Giugliano \ne Castelvolturno. 1° lotto tronco Melito Mugnano — progetto \nCASMEZ n. 29/304 deliberazione CIPE 8 aprile 1987 - Legge 1 \nmarzo 1986, n. 64, art.5 ”, determinati in lire 350.788.002 dal \nconto consuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non riportati \nnel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al capitolo \n714 di nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, \nn. 4.', '6': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 934 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente il “Programma comunitario \nLeonardo da Vinci — Fondi CEE per l’attuazione del progetto di \nformazione a distanza nel Settore agricolo ed agro-alimentare \ndi qualita’ agri-eco-form, di cui al progetto CEE n. 465/96 \nDirezione XXII ”, determinati in lire 139.232.000 dal conto \nconsuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non riportati nel \nbilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al capitolo 934 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, \nn. 4.', '7': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 936 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente il “ Programma \nComunitario Leonardo da Vinci — Fondi CEE per l’attuazione \ndelle indagini sui bisogni formativi e orientativi in tre contesti \nterritoriali di cui al progetto EUREKA - Progetto n. 543/96 —\nDirez. XXII - ”, determinati in lire 197.600.000 dal conto \nconsuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non riportati nel \nbilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al capitolo 936 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 \nagosto 1999, n. 4.', '8': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 963 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente i “Fondi per il \ncompletamento ed il potenziamento della rete consultoriale del \nsettore materno-infantile Legge 11 agosto 1988, n. 67, articolo \n20 — Delibera CIPE 5 agosto 1998”, determinati in lire \n31.975.297.383 dal conto consuntivo per l ’esercizio finanziario 1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 963 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato \ncon Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '9': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 1006 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente i “Fondi per interventi \nurgenti di edilizia sanitaria nell’ospedale Cotugno di Napoli \nLegge 23 maggio 1997, n. 135, articolo 2 — Delibere CIPE 21 \ndicembre 1993 e 6 maggio 1998”, determinati in lire \n86.000.000.000 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 1006 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato \ncon Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '10': '\n1. I residui attivi provenienti dal capitolo 1020 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente i “ Fondi a destinazione \nvincolata del Ministero dell’Ambiente per l’attuazione degli \ninterventi relativi all’area programmata ed all’area di sviluppo \noccupazionale del mezzogiorno”, determinati in lire \n91.422.300.000 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 1020 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato \ncon Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '11': '\n1. I residui attivi provenienti dal capitolo 2620 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente la “ Restituzione di somme \nda parte delle delegazioni regionali dei soppressi Enti \nmutualistici di assistenza sanitaria compresi interessi legali e \nrivalutazione monetaria - Legge 8 agosto 1980, n. 441”, \ndeterminati in lire 155.039 dal conto consuntivo per l’esercizio \nfinanziario 1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per \nle stesse finalita’ al capitolo 2620 di nuova istituzione dello \nStato di previsione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, \napprovato con Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '12': '\n1. I residui attivi provenienti dal capitolo 2660 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente la “Restituzione di fondi \nerogati negli esercizi finanziari precedenti di cui alla Legge 1° \nmarzo 1986, n. 64, art.9, comma 14 e non utilizzati”, determinati \nin lire 1.700.000 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 2660, di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 1999, approvato \ncon Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '13': '\n1. I residui attivi provenienti dal capitolo 2676 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente la “Restituzione e recupero \ndi somma da parte dei destinatari di contributi di cui alla Legge \n14 maggio 1981, n. 219, art.22 per immobili e attivita’\ncommerciali”, determinati in lire 2.417.528 dal conto consuntivo \nper l’esercizio finanziario 1998, non riportati nel bilancio 1999, \nsono iscritti per le stesse finalita ’al capitolo 2676 di nuova istituzione dello Stato di previsione dell ’entrata del medesimo \nbilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, n. \n4.', '14': '\n1. I residui attivi provenienti dal capitolo 7068 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernente la “Riacquisizione dei fondi \ngiacenti alla data del 13 giugno 1997 sui conti correnti di cui \nalla Legge regionale 31 ottobre 1978, n. 51 intestati ai Comuni \ndella provincia di Avellino in attuazione della Legge regionale 3 \ngiugno 1997, n. 15, articolo 22”, determinati in lire 110.250 al \nconto consuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non riportati \nnel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al capitolo \n7068 di nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata \ndel medesimo bilancio 1999, approvato con Legge regionale 5 \nagosto 1999, n. 4.', '15': '\n1. I residui passivi provenienti dal capitolo 844 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernenti la “Redazione del piano \nregionale delle attivita’ estrattive di cui alla Legge regionale 13 \ndicembre 1985, n. 54, articolo 2, modificato dalla Legge \nregionale 13 aprile 1995, n. 17, articolo 1”, determinati in lire \n59.572.960 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 844 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione della spesa del medesimo bilancio 1999, approvato \ncon Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '16': '\n1. I residui passivi provenienti dal capitolo 1352 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernenti la “ Spesa per il Parco \nNazionale del Vesuvio - Legge 24 aprile 1980, n. 146, art.29”, \ndeterminati in lire 10.000.000.000 dal conto consuntivo per \nl’esercizio finanziario 1998, non riportati nel bilancio 1999, sono \niscritti per le stesse finalita’ al capitolo 1352 di nuova istituzione \ndello Stato di previsione della spesa del medesimo bilancio \n1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '17': '\n1. I residui passivi provenienti dal capitolo 4212 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernenti la “Quota regionale relativa \nal POP 1995/1999 — sottoprogramma 5, misura 5.2, interventi \nper lo sviluppo energetico ”, determinati in lire 4.285.260.000 \ndal conto consuntivo per l’esercizio finanziario 1998, non \nriportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse finalita’ al \ncapitolo 4212 di nuova istituzione dello Stato di previsione della \nspesa del medesimo bilancio 1999, approvato con Legge \nregionale 5 agosto 1999, n. 4.', '18': '\n1. I residui passivi provenienti dal capitolo 4330 del bilancio per \nl’anno finanziario 1998 concernenti i “Contributi ai Comuni per \nl’elaborazione dei piani commerciali- Legge regionale 4 \nmaggio 1981, n. 35 - Comune di Torre Orsaia”, determinati in \nlire 2.500.000 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1998, non riportati nel bilancio 1999, sono iscritti per le stesse \nfinalita’ al capitolo 4330 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione della spesa del medesimo bilancio 1999, approvato \ncon Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4.', '19': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa sul capitolo 128 della competenza \nconcernente le “Posizioni debitorie pregresse a seguito di \nprovvedimenti giurisdizionali e lodi arbitrali aventi efficacia \nesecutiva — Decreto legge 31 dicembre 1996, n. 669, art.14, \nconvertito in Legge 28 febbraio 1997, n. 30, e Legge regionale \n3 giugno 1997, n. 15, articolo 36 - spesa obbligatoria” per \nl’importo di lire 1.536.000.', '20': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa sul capitolo 200 della competenza \nconcernente il “Funzionamento dell’ufficio del Difensore civico \ne della sua Segreteria - Legge regionale 8 marzo 1985, n. 15”\nper l’importo di lire 51.384.945.', '21': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa sul capitolo 9006 della competenza \nconcernente la “ Quota capitale sul mutuo con oneri a carico \ndello Stato per il ripiano della spesa sanitaria per l’anno 1990 -\nDecreto legge 15 maggio 1990, n. 262, articolo 3, convertito in \nLegge 19 novembre 1990, n. 334 - data inizio 1994 - data \ntermine 2003: I tranche; data inizio 1996 - data termine 2005: II \ntranche - spesa obbligatoria” per l’importo di lire \n11.605.233.062.', '22': '\n1. La giacenza di cassa al 1° gennaio 1999 iscritta al capitolo A1 dello stato di previsione della \nentrata del bilancio per l’anno finanziario 1999, approvato con Legge regionale 5 agosto 1999, n. 4, \nper lire 3.476.362.604.715 e’ incrementata in sede di consuntivo per lire 666.560.303.858, \nattestandosi a complessive lire 4.142.922.908.573, ai sensi della Legge regionale 26 ottobre, n. 29, \narticolo 7, relativa al conto consuntivo per l’esercizio finanziario 1998. 2. La somma di lire \n666.560.303.858 e’ iscritta ai seguenti capitoli dello stato di previsione della spesa del bilancio 1999 \nper gli importi rispettivamente indicati: \nCapitolo 3 lire 792.005.410\nCapitolo 100 lire 231.976.320\nCapitolo 106 lire 431.569.181\nCapitolo 500 lire 40.670.000\nCapitolo 808 lire 130.000.000\nCapitolo 844 lire 55.287.960\nCapitolo 1012 lire 313.337.697.773\nCapitolo 1200 lire 49.950.347.407\nCapitolo 1352 lire 10.000.000.000\nCapitolo 1512 lire 441.442.936\nCapitolo 1664 lire 409.956.387\nCapitolo 2360 lire 1.091.556.000\nCapitolo 3000 lire 8.000.000.000', '23': '\nCONTO FINANZIARIO\n1. E’ approvato il conto consuntivo finanziario della Regione \nCampania per l’esercizio 1999, che si allega e che forma parte \nintegrante della presente legge, con le risultanze di cui agli \narticoli seguenti.', '24': '\nENTRATE\n1. Le entrate derivanti da tributi propri della Regione, da \ncontributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite patrimoniali, \nda utili di Enti o Aziende Regionali, da alienazioni di beni \npatrimoniali, da trasferimenti di capitali e rimborso di crediti e \nper contabilita’ speciali accertate nell’esercizio finanziario 1999, \nper la competenza dell’esercizio stesso, sono stabilite quali \nrisultano dal conto consuntivo in lire 17.797.170.562.443\n2. I residui attivi determinati alla chiusura dell’esercizio 1998 in \nlire 10.719.418.982.325, risultano riaccertati, per effetto di \nmaggiori e minori entrate verificatesi nel corso della gestione \n1999, in lire 10.711.286.115.615\n3. I residui attivi al 31 dicembre 1999 ammontano \ncomplessivamente a lire 14.005.556.028.288, così risultanti:\n SOMME RISCOSSE SOMME RIMASTE TOTALE\n DA RISCUOTERE\nACCERTAMENTI 12.216.109.819.527 5.581.060.742.916 17.797.170.562.443\nRESIDUI ATTIVI\nDELL’ESERCIZIO\n1998 2.286.790.830.243 8.424.495.285.372 10.711.286.115.615\n 14.005.556.028.288\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l’ammontare complessivo \ndei residui attivi al 31 dicembre 1999 iscritti nel bilancio di \nprevisione per l’anno finanziario 2000, approvato con Legge Capitolo 3100 lire 362.611.350\nCapitolo 3132 lire 159.897.432\nCapitolo 3548 lire 46.067.000\nCapitolo 4010 lire 4.056.000.000\nCapitolo 4330 lire 2.500.000\nCapitolo 4504 lire 37.920.000\nCapitolo 4810 lire 12.500.000.000\nCapitolo 5104 lire 172.477.992\nCapitolo 7000 lire 92.501.974.811\nCapitolo 7046 lire 408.972.263\nCapitolo 7048 lire 77.414.000.000\nCapitolo 7050 lire 4.192.332.868\nCapitolo 7500 lire 61.848.541.650\nCapitolo 7512 lire 619.570.200\nCapitolo 7854 lire 15.719.695.856\nCapitolo 9006 lire 11.605.233.062\n\xa0 \xa0 \xa0 \xa0regionale 6 dicembre 2000, n. 19, è rideterminato in lire \n14.005.556.028.288, così come risulta dall’elenco dei residui \nattivi, distinti per capitolo e per esercizio di provenienza, \nallegato al conto consuntivo finanziario per l’esercizio 1999.', '25': '\nSPESE\n1. Le spese correnti, per investimento, per oneri non ripartibili e \nper contabilità speciali impegnate nell’esercizio finanziario \n1999, per la competenza dell’esercizio stesso, sono stabilite \nquali risultano dal conto consuntivo in: lire 19.345.616.536.577\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell’esercizio 1998 \nin lire 6.401.778.273.988 risultano riaccertati, per effetto di \neconomie e perenzioni verificatesi nel corso della gestione 1999,\nin lire 4.185.152.941.837\n3. I residui passivi al 31 dicembre 1999 ammontano complessivamente \na lire 5.871.307.348.748 così risultanti:\n SOMME PAGATE SOMME RIMASTE TOTALE\n DA PAGARE\nIMPEGNI 15.347.258.462.069 3.998.358.074.488 19.345.616.536.557\nRESIDUI PASSIVI\nDELL’ESERCIZIO\n1998 2.312.203.667.577 1.872.949.274.260 4.185.152.941.837\n 5.871.307.348.748\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l’ammontare complessivo \ndei residui passivi al 31 dicembre 1999 iscritti nel bilancio di \nprevisione per l’anno finanziario 2000, approvato con Legge \nregionale 6 dicembre 2000, n. 19, è rideterminato in lire \n5.871.307.348.748, così come risulta dall’elenco dei residui \npassivi, distinti per capitolo e per esercizio di provenienza, \nallegato al conto consuntivo finanziario per l’esercizio 1999.', '26': '\nDISAVANZO DELLA GESTIONE DI COMPETENZA\n1. Il disavanzo della gestione di competenza dell’esercizio \nfinanziario 1999 è stabilito in lire 1.548.445.976.130, così come \nrisulta dai seguenti dati:', '27': '\nSITUAZIONE DI CASSA\n1. Il fondo di cassa alla chiusura dell’esercizio finanziario 1999 \nammonta a lire 986.361.428.697 e risulta stabilito come segue:\nFondo cassa alla chiusura dell’esercizio 1998 \n lire 4.142.922.908.573\nRiscossioni dell’esercizio 1999 \n-In c/competenza -art.24- lire 12.216.109.819.527\n-In c/residui -art.24- lire 2.286.790.830.243\n - Entrate complessivamente \naccertateLire 17.797.170.562.443\n- Spese complessivamente \nimpegnateLire 19.345.616.536.557\n- Disavanzo di competenza Lire 1.548.445.974.114TOTALE lire 14.502.900.649.770 \n lire 14.502.900.649.770\n TOTALE lire 18.645.823.558.343\nPagamenti dell’esercizio 1999\n-In c/competenza -art.25- lire 15.347.258.462.069\n-In c/residui -art.25- lire 2.312.203.667.577\n TOTALE lire 17.659.462.129.646\n lire 17.659.462.129.646\nFondo di cassa alla chiusura dell’esercizio 1999\n lire 986.361.428.697\n2. Per effetto di quanto sopra accertato, la giacenza di cassa al \n1° gennaio 2000 iscritta nello Stato di previsione dell’entrata del \nbilancio per l’anno finanziario 2000, approvato con Legge regionale \n6 dicembre 2000, n. 19, per lire 1.912.535.224.698 viene \nrideterminata in lire 986.361.428.697.', '28': '\nSITUAZIONE FINANZIARIA\n1. L’avanzo finanziario alla fine dell’esercizio 1999 ammonta a\n lire 9.120.610.108.237\ne risulta stabilito così come di seguito indicato:\nDisavanzo della gestione di competenza -art.26-\n lire -1.548.445.974.114\nAvanzo dell’esercizio 1998 8.460.563.616.910+\nDiminuzione dei residui passivi provenienti dall’esercizio 1998:\nAccertati\nAl 1° gennaio 1999 -art.25- 6.401.779.373.988\nAl 31 dicembre 1999 -art.25- 4.185.152.941.837\n 2.216.625.332.151 \nRiaccertamento dei residui attivi provenienti dall’esercizio 1998:\nAccertati\nAl 1° gennaio 1999 -art.24- 10.719.418.982.325\nAl 31 dicembre 1999 -art.24- 10.711.286.115.615 \n 8.132.866.710- \nTOTALE lire +10.669.056.082.351\nAvanzo finanziario al 31 dicembre 1999 lire 9.120.610.108.237', '29': '\n1. E’ approvato il conto generale del patrimonio per l’esercizio \nfinanziario 1999, allegato alla presente legge, di cui forma parte \nintegrante, che presenta i seguenti dati riassuntivi:\nSITUAZIONE AL 1° GENNAIO 1999\nATTIVITA’\n- attivita’ finanziarie lire 14.862.341.890.898 \n- attivita’ disponibili lire 266.818.928.930\n- attività’ non disponibili lire 341.062.722.819\nTOTALE ATTIVITÀ’ lire 15.470.223.542.647\nPASSIVITA’\n- passività’ finanziarie lire 10.514.436.095.179\n- passivita’ diverse lire 3.685.646.364.005\nTOTALE PASSIVITA’ lire 14.200.082.459.184\nCONSISTENZA NETTA ALL’1/1/99 lire 1.270.141.083.463\nSITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 1999\nATTIVITA’\n- attivita’ finanziarie lire 14.991.917.456.985\n- attivita’ disponibili lire 282.439.732.130\n- attività’ non disponibili lire 336.447.200.316\nTOTALE ATTIVITÀ Lire 15.610.804.389.431\nPASSIVITA’\n- passività’ finanziarie lire 10.048.342.143.923\n- passivita’ diverse Lire 5.939.170.696.934\nTOTALE PASSIVITA’ Lire 15.987.512.840.857CONSISTENZA NETTA AL 31/12/99 Lire - 376.708.451.426\n2. Il peggioramento patrimoniale dell’esercizio 1999 risulta \nessere di lire 1.646.849.534.889, così come espresso dalla \nseguente situazione riepilogativa:\n INIZIALE FINALE VARIAZIONE\nATTIVITA’ 15.470.223.542.647 15.610.804.389.431 140.580.846.784\nPASSIVITA’ 14.200.082.459.184 15.987.512.840.857 1.787.430.381.673\nCONSISTENZA \nNETTA 1.270.141.083.463- 376.708.451.426\nPEGGIORAMENTO \nPATRIMONIALE\nDELL’ESERCIZIO 1999 lire 1.646849.534.889', '30': '\n1. La presente legge e’ dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 27 dicembre 2002\nIL PRESIDENTE\n- BASSOLINO-'}
null
campania
2,002
33
null
{'1': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 112 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente la “Rideterminazione Fondo \nComune anno 1996”, determinati in lire 3.732.103.309 dal conto \nconsuntivo per l’esercizio finanziario 1999, non riportati nel \nbilancio 2000, sono iscritti per le stesse finalità al capitolo 112 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 2000, approvato con Legge regionale 6 dicembre \n2000, n. 19.', '2': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 582 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente il “Piano Energetico \nNazionale - Fondi per contributi in conto capitale per iniziative \nfinalizzate al risparmio energetico ed alla utilizzazione di fonti \nrinnovabili di energia o assimilate — Legge regionale 9 gennaio \n1991, n. 10, art.11” determinati in lire 12.274.510.937 dal conto \nconsuntivo per l’esercizio finanziario 1999, non riportati nel \nbilancio 2000, sono iscritti per le stesse finalità al capitolo 582 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 2000, approvato con Legge regionale 6 \ndicembre 2000, n. 19.', '3': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 658 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente i “Fondi del Ministero \ndell’Ambiente per un programma di ricerca sui fenomeni di \ninquinamento indotti alla risorsa idrica sotterranea conseguenti \nall’intensa attività agricola nell’area della piana dell’agro \nsarnese -nocerino ”, determinati in lire 425.000 dal conto consuntivo per l ’esercizio finanziario 1999, non riportati nel \nbilancio 2000, sono iscritti per le stesse finalità al capitolo 658 \ndi nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 2000, approvato con Legge regionale 6 \ndicembre 2000, n. 19.', '4': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 906 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente i “Fondi dello Stato per \nl’attuazione del progetto Area Dorsale Appenninica: \npredisposizione del documento cartografico per la \npianificazione dell’assetto naturalistico del territorio - legge 6 \ndicembre 1991, n. 394 -”, determinati in lire 265.000.000 dal \nconto consuntivo per l’esercizio finanziario 1999, non riportati \nnel bilancio 2000, sono iscritti per le stesse finalità al capitolo \n906 di nuova istituzione dello Stato di previsione dell’entrata del \nmedesimo bilancio 2000, approvato con Legge regionale 6 \ndicembre 2000, n. 19.', '5': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 1076 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente il “Programma \nComunitario INTEREGG II — fondi FESR - Decisione CEE/C \nn. 2275 del 5 gennaio 1998 — Progetto MEDAIR”, determinati in \nlire 52.279.290 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1999, non riportati nel bilancio 2000, sono iscritti per le stesse \nfinalità al capitolo 1076 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione dell’entrata del medesimo bilancio 2000, approvato \ncon Legge regionale 6 dicembre 2000, n. 19.', '6': '1. I residui attivi provenienti dal capitolo 1077 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente il “Programma \nComunitario INTEREGG II — fondi dello Stato - Decisione \nCEE/C n. 2275 del 5 gennaio 1998 — Progetto MEDAIR”, \ndeterminati in lire 17.426.490 dal conto consuntivo per \nl’esercizio finanziario 1999 , non riportati nel bilancio 2000, \nsono iscritti per le stesse finalità al capitolo 1077 di nuova \nistituzione dello Stato di previsione dell’entrata del medesimo \nbilancio 2000, approvato con Legge regionale 6 dicembre \n2000, n. 19.', '7': '1. I residui passivi provenienti dal capitolo 2346 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente il “Programma \nComunitario INTEREGG II — fondi FESR - Decisione CEE/C \nn. 2275 del 5 gennaio 1998 — Progetto MEDAIR”, determinati in \nlire 52.279.290 dal conto consuntivo per l’esercizio finanziario \n1999, non riportati nel bilancio 2000, sono iscritti per le stesse \nfinalità al capitolo 2346 di nuova istituzione dello Stato di \nprevisione della spesa del medesimo bilancio 2000, approvato \ncon Legge regionale 6 dicembre 2000, n. 19.', '8': '1. I residui passivi provenienti dal capitolo 2347 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente il “Programma \nComunitario INTEREGG II — fondi dello Stato - Decisione \nCEE/C n. 2275 del 5 gennaio 1998 — Progetto MEDAIR”, \ndeterminati in lire 17.426.490 dal conto consuntivo per \nl’esercizio finanziario 1999, non riportati nel bilancio 2000, sono iscritti per le stesse finalità al capitolo 2347 di nuova istituzione \ndello Stato di previsione della spesa del medesimo bilancio \n2000, approvato con Legge regionale 6 dicembre 2000, n. 19.', '9': '1. I residui passivi provenienti dal capitolo 4212 del bilancio per \nl’anno finanziario 1999 concernente la “Quota regionale relativa \nal POP 1995/99 — Sottoprogramma 5 — Misura 5.2 — Interventi \nper lo sviluppo energetico”, determinati in lire 4.285.260.000 dal \nconto consuntivo per l’esercizio finanziario 1999 si intendono \ncorrelati al capitolo 1072 dello Stato di previsione della spesa \ndel bilancio 2000, approvato con Legge regionale 6 dicembre \n2000, n. 19.', '10': '\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo, per riaccertamento sul conto dei residui passivi, le \neccedenze di impegno sui seguenti Capitoli per gli importi a fianco indicati: \nCapitolo di Bilancio 2000 Capitolo ed \nesercizio di \nprovenienzaImporto\n\xa0 \xa0 \xa0\n92 \xa0 \xa0\nIndennita’ componenti \nnucleo di valutazione \npersonale dalla I^ alla VIII^ \nQualifica funzionale.92/99 lire + 170.995\n\xa0 \xa0 \xa0\n122 \xa0 \xa0\nManutenzione locali e \nimpianti \ntecnologici,riscaldamento, \nclimatizzazione, ascensori, \nilluminazione presso \nimmobili sedi degli uffici \nregionali e Centri di \nFormazione Professionale, \nnonche’ spese tecniche -\nspesa obbligatoria -.122/99 lire + \n7.300.800\n\xa0 \xa0 \xa0\n142 \xa0 \xa0\nSpesa per la custodia locali \ne di assicurazione - spesa \nobbligatoria -.142/99 lire + \n82.176.386\n\xa0 \xa0 \xa0\n166 \xa0 \xa0\nIndennita’ ai componenti \ndei nuclei di valutazione \ndelle iniziative ammissibili \nal cofinanziamento FERS.166/99 Lire + \n31.500.000\n\xa0 \xa0 \xa0\n1044 \xa0 \xa0\nAttuazione del sub- asse 4.1 1044/99 lire + — risorse agricole ed \ninfrastrutture di supporto —\nP.O. Campania 1994/1999 -\nFondi CEE-FEOGA -. 42.697.000\n\xa0 \xa0 \xa0\n1045 \xa0 \xa0\nAttuazione del sub- asse 4.1 \n— risorse agricole ed \ninfrastrutture dI supporto —\nP.O. Campania 1994/1999 -\nFondi Nazionali -.1045/99 lire + \n48.335.000\n\xa0 \xa0 \xa0\n\xa0 \xa0 \xa0\n1062 \xa0 \xa0\nInterventi rientranti nella \nprogrammazione finanziaria \ndegli interventi del \nQ.C.S.1994/98 \n- Determinazione del \nComitato di Sorveglianza \ndel 10/3/99 e 23/7/99 -\nDelibera CIPE 6/8/99, N. \n150 - Fondi CEE-FEOGA.1062/99 Lire + \n40.290.000\n\xa0 \xa0 \xa0\n1200 \xa0 \xa0\nBonifica montana e \nforestazione ivi compresi gli \noneri contrattuali -L.R \n7/5/96, N. 11- Risorse \nproprie.1284/98 lire + 168.170\n\xa0 \xa0 \xa0\n5605 \xa0 \xa0\nQuota di compartecipazione \nregionale per il \ncofinanziamento di \ninterventi di formazione \nprofessionale rientranti nel \nP.O.970033/I-1-Parco \nProgetti "Una rete per lo \nsviluppo locale".5605/99 lire + \n89.100.000\n\xa0 \xa0 \xa0\n7000 \xa0 \xa0\nPiano Sanitario Regionale di \nparte corrente - Art.28 L.R. \n3/11/1994, N. 32 -.7000/99 lire + \n9.822.667.000\n\xa0 \xa0 \xa0\n7280 \xa0 \xa0\nPartecipazione della \nRegione al ripiano del 7280/99 lire + \n40.100.000', '11': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa per l’importo di lire 2.002.563.352 sul \ncapitolo 70 della competenza concernente il “Fondo per il \nmiglioramento dell’efficienza dei servizi\n— Decreto del Presidente della Repubblica 3 agosto 1990, n. \n333, articolo 5 - Spesa obbligatoria”.', '12': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa per l’importo di lire 12.193.658.119 sul \ncapitolo 600 della competenza concernente “Versamenti alla \nCassa Depositi e Prestiti ed altri Istituti di credito delle \nannualità di contributi concessi negli esercizi precedenti per la \nconduzione di mutui per opere pubbliche”.', '13': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa per l’importo di lire 430.335.231 sul capitolo \n9004 della competenza concernente “Quota interessi sul mutuo \ncon oneri a carico dello Stato per il ripiano della spesa sanitaria \nper l’anno 1990 - Decreto Legge 15 settembre 1990, n. 262, \narticolo 3, convertito in legge 19 novembre 1990, n. 334 - data \ninizio 1994 — data termine 2003: prima tranche; data inizio 1996 \n—data termine 2005: seconda tranche -Spesa obbligatoria ”.', '14': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 78, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa per l’importo di lire 1.685.398.580 sul \ncapitolo 9012 della competenza concernente “Quota interessi \nsul mutuo con oneri a carico della Regione per il ripiano della \nspesa sanitaria del 1991 — Decreto Legge 18 gennaio 1993, n. \n9, articolo 2, comma 1, convertito in legge 18 marzo 1993, n. 67 \n- data inizio 1996 — data termine 2005 -Spesa obbligatoria-”.', '15': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa per l’importo di lire 4.069.359.045 sul \ncapitolo 9016 della competenza concernente “Quota annuale \nper ratei in conto interessi per l’ammortamento dei mutui con \noneri a carico della Regione per il ripiano della maggiore \nspesa sanitaria a tutto il 31 dicembre 1994, ai sensi della \nLegge regionale 3 giugno 1997, n. 15, articolo 31”.disavanzo sanitario riferito \nal 1994 ed anni precedenti -\nArt.3 L.R. 3.6.97, N. 15 -.', '16': '\n1. E’ autorizzata, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 77 \ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, l’eccedenza di \nimpegno di spesa per l’importo di lire 1.532.306.629.813 sul \ncapitolo 9202 della competenza concernente “Versamento \nritenute per conto terzi e partite di giro”.', '17': '\n1. La giacenza di cassa al 1° gennaio 2000 iscritta al capitolo \nA1 dello stato di previsione della entrata del bilancio per l’anno \nfinanziario 2000, approvato con Legge regionale 6 dicembre 2000, n. \n19, per lire 1.912.535.224.698 è rideterminata in sede di consuntivo \nin lire 986.361.428.697, ai sensi dell’articolo 27 della legge di \napprovazione del conto consuntivo per l’esercizio finanziario 1999.\n2. E’ autorizzato l’incremento degli stanziamenti di cassa dei \nseguenti capitoli dello stato di previsione della spesa del \nbilancio 2000 per gli importi a fianco indicati:\nCapitolo 4 lire 2.028.837.135\nCapitolo 406 lire 1.515.005.515\nCapitolo 4816 lire 9.999\n3. Per l’effetto delle suindicate variazioni lo stanziamento del \nfondo di riserva di cassa iscritto al capitolo 1012 dello stato di \nprevisione della spesa del bilancio 2000 per lire \n1.492.227.747.121 è rideterminato in lire 562.510.098.471.', '18': '\nCONTO FINANZIARIO\n1 E’ approvato il conto consuntivo finanziario della Regione \nCampania per l’esercizio 2000, che si allega e che forma parte \nintegrante della presente legge, con le risultanze di cui agli \narticoli seguenti.', '19': '\nENTRATE\n1. Le entrate derivanti da tributi propri della Regione, da \ncontributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite patrimoniali, \nda utili di Enti o Aziende Regionali, da alienazioni di beni \npatrimoniali, da trasferimenti di capitali e rimborso di crediti e \nper contabilita’ speciali accertate nell’esercizio finanziario 2000, \nper la competenza dell’esercizio stesso, sono stabilite quali \nrisultano dal conto consuntivo in lire 22.899.155.881.389.\n2. I residui attivi determinati alla chiusura dell’esercizio 1999 \nin lire 14.005.556.028.288, risultano riaccertati, per effetto di \nmaggiori e minori entrate verificatesi nel corso della gestione \n2000, in lire 13.703.197.738.363.\n3.I residui attivi al 31 dicembre 2000 ammontano \ncomplessivamente a lire 17.818.118.560.996, così risultanti:\n SOMME RISCOSSE SOMME RIMASTE TOTALE\n DA RISCUOTERE\nACCERTAMENTI 15.019.918.273.165 7.879.237.608.224 22.899.155.881.389\nRESIDUI ATTIVI\nDELL’ESERCIZIO\n1999 3.764.316.785.591 19.938.880.952.772 13.703.197.738.363\n 17.818.118.560.996\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l’ammontare complessivo \ndei residui attivi al 31/12/2000 iscritti nel bilancio di previsione \nper l’anno finanziario 2001, approvato con Legge regionale 11 agosto \n2001, n. 11, è rideterminato in lire 17.818.118.560.996, così come \nrisulta dal conto consuntivo finanziario per l’esercizio 2000.', '20': '\nSPESE\n1. Le spese correnti, per investimento, per oneri non ripartibili e \nper contabilità speciali impegnate nell’esercizio finanziario \n2000, per la competenza dell’esercizio stesso, sono stabilite \nquali risultano dal conto consuntivo in: lire 22.634.426.549.637\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell’esercizio 1999 \nin lire 5.871.307.348.748 risultano riaccertati, per effetto di \neconomie e perenzioni verificatesi nel corso della gestione 2000, in \nlire4.523.930.526.522\n3. I residui passivi al 31 dicembre 2000 ammontano \ncomplessivamente a lire 9.009.889.869.291 così risultanti:\n SOMME PAGATE SOMME RIMASTE TOTALE\n DA PAGARE\nIMPEGNI 15.645.842.946.632 6.988.583.603.005 22.634.426.549.637\nRESIDUI PASSIVI\nDELL’ESERCIZIO\n 2.502.624.260.236 2.021.306.266.286 4.523.930.526.522 \n 9.009.889.869.291\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l’ammontare complessivo \ndei residui passivi al 31/12/2000 iscritti nel bilancio di \nprevisione per l’anno finanziario 2001, approvato con Legge \nregionale 11 agosto 2001, n. 11, è rideterminato in lire \n9.009.889.869.291, così come risulta dal conto consuntivo \nfinanziario per l’esercizio 2000.', '21': '\nAVANZO DELLA GESTIONE DI COMPETENZA\n1. L’avanzo della gestione di competenza dell’esercizio \nfinanziario 2000 è stabilito in lire così come risulta dai seguenti \ndati:', '22': '\nSITUAZIONE DI CASSA\n1. Il fondo di cassa alla chiusura dell’esercizio finanziario 2000 \nammonta a lire 1.622.129.280.585 e risulta stabilito come segue:\nFondo cassa alla chiusura dell’esercizio 1999 \n lire 986.361.428.697\nRiscossioni dell’esercizio 2000 \n- In c/competenza -art.19- lire 15.019.918.273.165\n- In c/residui -art.19- lire 3.764.316.785.591\n TOTALE lire 18.784.235.058.756 \n lire 18.784.235.058.756\n TOTALE lire 19.770.596.487.453\nPagamenti dell’esercizio 2000-Entrate complessivamente \naccertatelire 22.899.155.881.389\n\xa0 \xa0\xa0\n-Spese complessivamente \nimpegnatelire 22.634.426.549.637\n\xa0 \xa0\xa0\n-Avanzo di competenza lire 264.729.331.752- In c/competenza -art.20- lire 15.645.842.946.632\n- In c/residui -art.20- lire 2.502.624.260.236\n TOTALE lire 18.148.467.206.868 \n lire 18.148.467.206.868\nFondo di cassa alla chiusura dell’esercizio 2000 \n lire 1.622.129.280.585\n2. Per effetto di quanto sopra accertato, la giacenza di cassa al \n1° gennaio 2001 iscritta nello Stato di previsione dell’entrata del \nbilancio per l’anno finanziario 2001, approvato con Legge regionale \n11 agosto 2001, n. 11, per lire 1.912.535.224.698 è rideterminata in \nlire 1.622.129.280.585.', '23': '\nSITUAZIONE FINANZIARIA\n1.L’avanzo finanziario alla fine dell’esercizio 2000 ammonta a \n lire 10.430.357.972.290\n e risulta stabilito così come di seguito indicato:\nAvanzo della gestione di competenza -art.21- \n lire 264.729.331.752\nAvanzo dell’esercizio 1999 9.120.610.108.237+\nDiminuzione dei residui \npassivi provenienti\ndall’esercizio 1999:\nAccertati\nAl 1° gennaio 2000 -art.20- 5.871.307.348.748\nAl 31 dicembre 2000 -art.20- 4.523.930.526.522 \n 1.347.376.822.226+ \nriaccertamento dei residui\nattivi provenienti \ndall’esercizio 1999:\nAccertati\nAl 1° gennaio 2000 -art.19- 14.005.556.028.288\nAl 31 dicembre 2000 -art.19- 13.703.197.738.363 302.358.289.925\n TOTALE lire 10.165.628.640.538\nAvanzo finanziario al 31 dicembre 2000 lire 10.430.357.972.290', '24': "\n1. E’ approvato il conto generale del patrimonio per l’esercizio \nfinanziario 2000, allegato alla presente legge, di cui forma parte \nintegrante, che presenta i seguenti dati riassuntivi:\nSITUAZIONE AL 1° GENNAIO 2000\nATTIVITA’\n- attivita’ finanziarie lire 14.991.917.456.985\n- attivita’ disponibili lire 282.439.732.130\n- attività’ non disponibili lire 336.447.200.316\n TOTALE ATTIVITÀ’ lire 15.610.804.389.431\nPASSIVITA’\n- passività’ finanziarie lire 10.048.342.143.923\n- passivita’ diverse lire 5.939.170.696.934\n TOTALE PASSIVITA’ lire 15.987.512.840.857\nCONSISTENZA NETTA ALL’ 1/1/2000 lire -376.708.451.426\nSITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2000\nATTIVITA’\n- attivita’ finanziarie lire 19.440.247.841.581\n- attivita’ disponibili lire 282.650.700.330\n- attività’ non disponibili lire 339.139.289.870\n TOTALE ATTIVITÀ’ lire 20.062.037.831.781\nPASSIVITA’\n- passività’ finanziarie lire 14.547.928.336.332\n- passivita’ diverse 00000 lire 7.080.432.862.059\n TOTALE PASSIVITA’ lire 21.628.361.198.391\nCONSISTENZA NETTA AL 31/12/2000 lire —1.566.323.366.610Il peggioramento patrimoniale dell’esercizio 2000 risulta essere di \nlire 1.189.614.915.184 così come espresso dalla seguente situazione \nriepilogativa:\n INIZIALE FINALE VARIAZIONE\nATTIVITA’ 15.610.804.389.431 20.062.037.831.781 4.451.233.442.350\nPASSIVITA' 15.987.512.840.857 21.628.361.198.391 5.640.848.357.534\nCONSISTENZA \nNETTA -376.708.451.426 -1.566.323.366.610\nPEGGIORAMENTO PATRIMONIALE \nDELL’ESERCIZIO 2000 lire 1.189.614.915.184", '25': '\n1.La presente legge e’ dichiarata urgente, ai sensi e per gli \neffetti degli articoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il \ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.\nNapoli, 27 dicembre\niL PRESIDENTE\n- BASSOLINO-'}
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{'1': "1. Ai consorzi ed alle società di garanzia collettiva Fidi\ncostituite anche in forma cooperativa fra piccole e medie\nimprese industriali a norma della Legge 10 maggio 1976 nº\n377 e degli artt. 29 e 30 della Legge 5 ottobre 1991, n. 317\noperanti nel territorio regionale e costituite entro la data di\nentrata in vigore della presente legge, la Regione, in attuazione\ndell' art. 109 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 e dell'\nart. 19 secondo comma della Legge 12 agosto 1977, n. 675\npresta assistenza finanziaria mediante concessione di contributi\nper la costituzione e l' incremento del fondo rischi.", '2': '1. Ai fini della presente legge, gli Statuti dei Consorzi e\ndelle Società Consortili, anche in forma cooperativa, di cui\nal precedente art. 1, devono essere conformi alle direttive e\nalle norme nazionali o regionali, emanate in materia, ed\nadeguarsi ad eventuali successive modifiche ed integrazioni.', '3': "1. Per ottenere la concessione annuale del contributo\nregionale, i legali rappresentanti dei Consorzi o Società \nConsortili di garanzia collettiva Fidi devono inoltrare domanda\nentro il 30 settembre di ogni anno, al Presidente\ndella Giunta regionale corredata dalla seguente documentazione:\n- a) copia notarile dell' atto costitutivo e dello Statuto\ndel Consorzio o della Società Consortile;\n- b) copia delle convenzioni stipulate con gli Istituti di\nCredito;\n- c) composizione delle cariche sociali;\n- d) dichiarazione sottoscritta dal Presidente dei Consorzi\no delle Società Consortili attestante il numero delle\naziende aderenti.2. Per il 1993 la domanda deve essere inoltrata entro il\n31 dicembre 1993.", '4': "1. La concessione del contributo viene effettuata con\ndeliberazione della Giunta Regionale.\n2. Con l' accettazione del contributo regionale il Consorzio\no Società Consortile si impegna:\n- a) a trasmettere alla Giunta Regionale, entro il mese\ndi maggio di ogni anno, una relazione sull' attività svolta\nnell' anno precedente, con annessa rendicontazione inerente\nl' utilizzazione del contributo;\n- b) a restituire alla Regione Campania, in caso di scioglimento\no cessazione del Consorzio o Società Consortile,\nla quota parte delle disponibilità residue derivanti dalla\nconcessione dei contributi regionali. Tale quota, con delibera\ndella Giunta Regionale, sarà ripartita tra gli altri Consorzi\no Società Consortili operanti in Campania.", '5': "1. La Giunta Regionale provvede sulle domande di finanziamenti\ne di contributi in conto Fondo rischi, sentito\nil parere del Comitato Tecnico di cui al successivo articolo\n6.\n2. La quota di contributo in conto Fondo rischi, deve\ntener conto del numero delle aziende associate al Consorzio\no alla Società Consortile, nonchè del volume complessivo\ndi credito garantito dagli stessi nell' anno precedente la\nrichiesta del contributo.", '6': "1. Presso l' Assessorato all' Industria è costituito un Comitato\nTecnico cui è affidato il compito di esaminare, in\nrelazione al secondo comma del precedente art. 5, le domande\ndi ammissione al godimento dei benefici previsti\ndalla presente legge.\n2. Il Comitato, nominato con decreto del Presidente della\nGiunta Regionale, è composto da:\n- a) Assessore Regionale all' Industria o suo delegato che\nlo presiede;\n- b) n. 2 funzionari regionali designati dall' Assessore\nall' Industria;\n- c) un rappresentante per ciascuna provincia designato\ndall' Unione Industriali.\n3. Le mansioni di segretario sono esercitate da un funzionario\ndell' Assessorato all' Industria.", '7': '1. Agli oneri derivanti dall\' attuazione della presente legge\nper il biennio 1993/ 94, stabiliti in Lire cinque miliardi si\nfa fronte per l\' anno finanziario 1993 con lo stanziamento\ndi cui al Cap. 4166 dello stato di previsione della spesa, di\nnuova istituzione, con la denominazione " Assistenza Finanziaria\ndella Regione Campania ai Consorzi e alle Società \nConsortili di garanzia Collettiva Fidi fra piccole e medie\nimprese industriali" mediante prelievo, ai sensi dell\' art. 30\ndella Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20, della somma di\nLire due miliardi e cinquecento milioni dal Cap. 1040 dello\nstato di previsione della spesa per l\' anno finanziario 1993che si riduce di pari importo.\n2. Agli oneri per l\' anno successivo, esercizio finanziario\n1994, pari a Lire due miliardi e cinquecento milioni, si farà \nfronte con gli appositi stanziamenti di bilancio, utilizzando\nquota parte delle stesse risorse assegnate alla Regione ai\nsensi dell\' art. 9 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.', '8': "1. La presente legge è dichiarata urgenti ai sensi del\nsecondo comma dell' art. 127 della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania."}
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{'1': "Pianificazione del sistema dei trasporti\n1. Il Consiglio regionale approva, ai sensi dell' art. 2 della\nlegge regionale 25 maggio 1975, n. 40, il Piano regionale dei\ntrasporti della Regione Campania per la riorganizzazione,\nil potenziamento e la qualificazione del trasporto come strumento\nper conseguire gli obiettivi più generali del governo\ndel territorio e per la riallocazione delle risorse produttive.\n2. La programmazione regionale in materia di trasporti\nsi articola:\na) nel Piano regionale dei trasporti;\nb) nei Piani di bacino;\nc) nei Piani comunali di mobilità .\n3. Il Piano regionale dei trasporti ha durata triennale ed\nè sottoposto ad aggiornamento con la procedura prevista\nper la sua approvazione.\n4. E' Piano di settore nell' ambito delle politiche per il\nPiano regionale di sviluppo e per il Piano territoriale; recepisce\ngli obiettivi del Piano generale dei trasporti; è strumento\ndi indirizzo e controllo per la formulazione dei Piani\ndi bacino, dei Piani comunali di mobilità e delle Aree\nmetropolitane interessate.\n5. E', altresì , contributo per la definizione del Piano\nenergetico campano.\n6. Il Piano regionale dei trasporti ed i suoi aggiornamenti\ndevono essere elaborati sulla base di una strumentazione\ntecnica, che deve rappresentare il supporto permanente\nper l' insieme delle politiche regionali nel settore, per\nil Piano ed i suoi aggiornamenti, per la selezione dei progetti,\nper la formazione dei programmi annuali e poliennali,\nper le decisioni relative alla gestione delle risorse finanziariedisponibili, per la verifica degli effetti delle azioni\nintraprese.", '2': "Obiettivi del Piano\n1. Gli obiettivi del Piano regionale dei trasporti sono:\na) qualificazione delle condizioni di vita della popolazione\ncon la razionalizzazione e miglioramenti del livello\ndi efficienza del servizio di trasporto e del quadro ambientale\nregionale;\nb) adeguamento dell' offerta infrastrutturale alle esigenze\ndi mobilità ;\nc) uso ottimale delle diverse componenti del sistema dei\ntrasporti che comporta la formulazione di indicazioni e\nscelte che privilegino l' uso del mezzo collettivo e lo rendono\nconveniente per efficienza, qualità e costo;\nd) conseguimento del massimo risparmio energetico e\ndei più bassi livelli di inquinamento atmosferico ed acustico\npossibile;\ne) creazione di un sistema integrato di collegamenti che\nprivilegi la centralità del trasporto su ferro e che consideri\nil ruolo degli altri modi fi trasporto come integrativi e di\nadduzione alle linee ferroviarie;\nf) riassetto organizzativo e risanamento economico - finanziario\ndelle aziende di trasporto;\ng) individuazione di strumenti di controllo regionale che\nsistematicamente verifichino l' attuazione e l' efficienza del\nPiano e pongano in essere adeguate azioni correttive;\nh) rendere compatibili con l' ambiente, mediante valutazione\nimpatto ambientale, il sistema infrastrutturale esistente\ne di progetti.", '3': 'Contenuti del Piano\n1. Il Piano regionale dei trasporti si compone:\na) di un documento programmatico e di indirizzo;\nb) della cartografia con la rappresentazione dei contenuti\ndel Piano in relazione alla situazione esistente ed alle\nipotesi di sviluppo e intervento;\nc) delle prescrizioni e delle proposte normative necessarie\nper la sua attuazione.', '4': "Conformità di programmi e pareri\n1. I Programmi poliennali o annuali d' intervento, sia\nper gli investimenti sia per l' esercizio, di cui all' art. 2 della\nlegge n. 151 del 1981, nonchè i singoli interventi sono approvati\nin conformità alle previsioni del Piano regionale\ndei trasporti.\n2. Le previsioni contenute nel Piano regionale dei trasporti\nrelativamente alle infrastrutture per il trasporto di\ncompetenza statale costituiscono il riferimento per le proposte,\ni pareri e i provvedimenti di cui agli artt. 2 e 81 del\nDPR n. 616 del 1977 e in ogni altra sede consuntiva e\npropositiva.", '5': "Attuazione del Piano\n1. Al Servizio programmazione e organizzazione trasportiregionali presso l' Area Generale di coordinamento trasporti\nè affidata la valutazione delle diverse fasi attuative del\nPiano regionale dei trasporti.\n2. Per lo svolgimento dei compiti del Servizio di cui al\ncomma precedente, il Presidente della Giunta impegna gli\nesperti dell' Ufficio di Piano previsti dall' art. 4 della legge\nregionale 4 luglio 1991, n. 11.", '6': "1. Il Piano regionale dei trasporti si articola per piani di\nbacini di traffico (art. 1 LR n. 40/ 75).\n2. I Piani di bacino devono essere redatti ed approvati\nentro sei mesi dall' entrata in vigore della presente legge e\naggiornati ogni tre anni negli stessi termini e con le stesse\nprocedure.\n3. Il Piano di bacino deve contenere:\na) la rete delle linee di bacino e di interbacino di competenza\ndel bacino, coordinata con le linee di interesse\nregionale le linee integrative di ferrovie che insistono nel\nbacino e tutti gli altri sistemi di trasporto;\nb) l' indicazione del modo e delle imprese produttrici dei\nservizi di trasporto, nel quadro della massima economica di\ngestione;\nc) il coordinamento e l' integrazione dei servizi urbani\ncon le linee di bacino che si svolgono nelle stesse aree d' intesa\ncon i comuni nella cui competenza o gestione rientrano\ni servizi urbani;\nd) il programma economico e finanziario e l' indicazione\ndelle risorse necessarie per assicurare lo svolgimento\ndei servizi, tenendo conto dei finanziamenti assegnati alla\nRegione;\n4. La proposta di Piano di bacino, adottata dall' autorità \ndi bacino, è sottoposta al parere dei Comune interessati ed\nè portata a conoscenza degli enti, organi ed aziende di trasporto\nper eventuali osservazioni. Il Piano di bacino è approvato,\nsu proposta dell' Assessore ai trasporti, dalla Giunta\nregionale la quale, ove lo ritenga non conforme agli indirizzi\nregionali lo rinvia all' autorità proponente con osservazioni\nper l' adeguamento nei successivi trenta giorni.\ne) la proposta di riparto delle risorse finanziarie fra le\naziende o imprese con la previsione di eventuali disavanzi\ne del modo di farvi fronte;\nf) gli interventi di razionalizzazione e ristrutturazione\ndelle linee per l' eliminazione di ogni sovrapposizione e per\nl' ottimale utilizzazione delle risorse disponibili;\ng) le indicazioni circa l' adeguamento della rete viaria\nalle esigenze del trasporto pubblico;\nh) la localizzazione delle infrastrutture e dei parcheggi\nscambiatori;\ni) le proposte in materia tariffaria.\n5. la redazione del Piano di bacino è finanziata ai sensi\ndella legge regionale 8 marzo 1985, n. 17 con i seguenti\nparametri:\n- Provincia di Napoli: 0,35\n- Provincia di Salerno: 0,28\n-Provincia di Avellino: 0,12-Provincia di Caserta: 0,14\n- Provincia di Benevento: 0,10.\n6. Il Piano di Bacino per la sua attuazione è finanziato\nai sensi della legge regionale 8 marzo 1985, n. 17 e della\nnormativa vigente, limitatamente alle indicazioni espresse\nnel parere vincolante della Giunta regionale per quanto\nattiene la compatibilità economica\n7. I Comuni possono rafforzare il loro ruolo nell' ambito\ndella pianificazione regionale dei trasporti mediante la redazione\ndei Piani urbani di traffico come previsto dall' artº\n6 del nuovo codice della strada.\n8. I Piani comunali sono adottati dai comuni capoluoghi\ndi provincia e dai comuni superiori a sessantamila\nabitanti al fine di favorire la mobilità delle persone e delle\nmerci nelle aree urbane, ridurre la congestione del traffico,\nincentivare l' uso del mezzo pubblico, razionalizzare la\nspesa.\n9. I Piani comunali devono uniformarsi alle previsioni\ndel Piano regionale dei trasporti e del Piano di bacino\ncorrispondente, previa verifica della loro coerenza con tali\nPiani: la Regione e l' Autorità di bacino possono apportare\nal Piano le modifiche necessarie ad assicurare la coerenza\ncon i Piani sopra indicati, modifiche che il comune è tenuto\nad adottare.", '7': 'Piani di risanamento\n1. Le aziende pubbliche di trasporto presentano i Piani,\ndi risanamento agli enti locali proprietari che li approvano\ne li trasmettono alla Giunta regionale. Il Consiglio regionale\nsu proposta della Giunta approva i Piani di risanamento.\n2. Ogni contributo di esercizio è da erogarsi per effetto\ndella legge n. 151 del 1981 nei limiti della disponibilità di\nbilancio, per cui è fatto divieto di qualsiasi anticipazione di\ntesoreria.', '8': "Fasi del Piano\n1. L' allegato Piano regionale dei trasporti - prima fase -\nè parte integrante della presente legge.\n2. La Giunta regionale dopo centottanta giorni dall' entrata\nin vigore della presente legge definisce la seconda fase\ndel Piano in coerenza con le modifiche normative statali,\nregionali e del Piano nazionale dei trasporti.", '9': "Norme transitoria di salvaguardia\n1. Nelle more dell' assetto organizzativo delle aziende e\ndella rete di trasporto nonchè della revisione in itinere,\ndella normativa statale in materia di trasporto pubblico\nlocale a cui dovrà conformarsi la legislazione regionale, è \nfatto divieto di concedere autoservizi di linea che comportino\naumenti di percorrenze rispetto a quelle già autorizzate,\nfatti salvi, comunque, i casi di provvedimenti in itinere\napprontati sul presupposto di Piani di recupero di produttività ,\nper i quali è stata già esaurita la fase istruttoria.", '10': "\nFondo unico regionale1. La Regione Campania per il settore dei trasporti istituisce\nun Fondo unico destinto per l' esercizio e gli investimenti\nper modi di trasporto e relative strutture e infrastrutture.", '11': "\nDiritti dei disabili e degli utenti\n1. Il Piano regionale dei trasporti programma, favorisce\nmediante l' impiego di adeguate risorse la progressiva e\ncompleta accessibilità delle strutture di servizio pubblico e\ndel parco macchine su gomma, ferro, fune di quello di\nnavigazione marittima ed aerea, ai sensi dell' art. 26 della\nlegge n. 104 del 1992 e dell' art. 18 della legge regionale 15\nmarzo 1984, n. 11; prevede il diritto degli utenti ad un qualificato\ne conveniente servizio del trasporto collettivo tramite\napposito regolamento relativo alle informazioni sul\nservizio, ai percorsi, agli orari di passaggio nonchè alle\npenalità per inadempienza.\n2. Tale regolamento verrà approvato dalla Giunta regionale\nentro novanta giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge.", '12': "\nVerifica ed informatizzazione\n1. La Giunta regionale predispone adeguati strumenti\ndi controllo che sistematicamente verificano l' attuazione\ndell' efficienza del Piano e pongono in essere adeguate azioni\ncorrettive.\n2. Entro sei mesi dall' entrata in vigore della presente\nlegge, la Regione Campania informatizza l' intero sistema\ndi trasporto, acquisendo come dati fondamentali, le concessioni,\ni percorsi, i chilometri autorizzati e quelli effettuati,\ni finanziamenti dovuti e quelli versati, i ricorsi degli\nutenti ed ogni altro dato utile alla corretta gestione del sistema.\n3. Semestralmente l' Assessore regionale ai trasporti relaziona\nal Consiglio sullo stato di attuazione del Piano dei\ntrasporti e fornisce documentazione aggiornata.\n4. Qualunque cittadino può accedere ai dati di cui al\nprecedente secondo comma secondo le modalità previste\ndalla legge n. 241 del 1990.", '13': "\nTutela ambientale\n1. Tutte le opere previste dall' allegato Piano vanno\npreventivamente sottoposte a valutazione di impatto ambientale.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata sul Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 8 settembre 1993", '14': '\nTitolo dedotto\nDocumento programmatico e cartografia del Piano regionale\ndei trasporti della Regione Campania.'}
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campania
1,993
42
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{'1': 'Dopo l\' articolo 7 della legge regionale 1 marzo 1993, nº\n11, è aggiunto il seguente 7 bis:\n" 1. Quando, per qualunque motivo, uno dei componenti\ndi un organo amministrativo collegiale abbia cessato di\nfarne parte, si provvede a sostituirlo nei modi seguiti per\nla nomina entro il termine di quarantacinque giorni.\n2. Qualora il competente organo regionale non provveda\nalla sostituzione si applica il disposto di cui al quarto\ncomma del precedente articolo 7".\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della regione Campania.\n7 dicembre 1993'}
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campania
1,993
43
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{'1': "1. La Regione Campania promuove per il 50o anniversario\ndelle Quattro Giornate di Napoli e Salerno capitale,\nun programma biennale di iniziative tendenti a divulgare\ned attualizzare i valori della resistenza per approfondire\nla partecipazione e l' apporto della popolazione della\nCampania alla lotta di liberazione nazionale ed a\nriaffermare i valori della democrazia e della libertà anche\nal fine di sviluppare nella società campana una coscienza\ncontro la criminalità organizzata.", '2': "1. Il programma comprende:\na) iniziativa, di intesa con l' Università di Napoli e le\nistituzioni scolastiche per la diffusione e l' approfondimento\ndella conoscenza storica della resistenza nelle scuole di\nogni ordine e grado, nei luoghi di lavoro e nelle Forze Armate;\nb) pubblicazione di studi e saggi;\nc) promozione di iniziative e convegni di studio e ricerca,\nin collaborazione con l' Università di napoli, le rappresentanze\ndelle istituzioni scolastiche e culturali, le associazioni\nsindacali, le forze politiche e le istituzioni militari;\nd) raccolta di materiale documentario e organizzazione\ndi mostre;\ne) partecipazione e sostegno anche finanziario a iniziative\ndelle associazioni partigiane, di istituti ed enti, che\nperseguono fini analoghi a quelli della legge.", '3': '1. Presso il Consiglio Regionale è costituito un Comitato\nRegionale per la definizione ed attuazione delle iniziative\npreviste dalla presente legge.\n2. Il Comitato è dotato delle attrezzature e del personaledello stesso Consiglio Regionale e dei mezzi finanziari\nnecessari.', '4': "1. Il Comitato regionale di cui al precedente art. 3 è \ncosì composto:\na) Presidente del Consiglio Regionale;\nb) Presidente della Giunta Regionale;\nc) Sindaco di Napoli;\nd) Rettore dell' Università di Napoli;\ne) Comandante Militare Territoriale;\nf) Provveditore agli Studi della provincia di Napoli;\ng) un rappresentante dell' Istituto campano per la storia\ndella Resistenza ed uno dell' Istituto di Storia Patria.\n2. Il Comitato è nominato con decreto del presidente\ndel Consiglio regionale che lo presiede.", '5': "1. Il Comitato formula la proposta di programma delle\niniziative di cui al precedente art. 2 e ne cura l' attuazione.\n2. Il Comitato nomina un segretario.\n3. Il Comitato si riunisce di regola almeno una volta\nogni tre mesi per discutere ed approvare la relazione sull'\nattività svolta ed il programma delle iniziative.\n4. Spetta al Comitato chiedere ai competenti organi\nregionali l' adozione dei provvedimenti per l' attuazione delle\niniziative dello stesso deliberate.\n5. Il Comitato può nominare commissioni speciali per\nsingole iniziative.\n6. La partecipazione al Comitato è gratuita.", '6': '1. Le spese da effettuare in esecuzione della presente\nlegge sono impegnate e liquidate dalla Giunta Regionale,\nsu proposta del Comitato, secondo le norme e con le procedure\nvigenti.', '7': '1. Per la realizzazione delle iniziative previste è autorizzata\nla spesa di lire 200 milioni. Tale onere, per l\' anno finanziario\n1993, graverà sullo stanziamento del Cap. 5158\ndello stato di previsione della spesa, denominato " Celebrazioni\ndel 50o Anniversario delle Quattro Giornate di Napoli\ne di Salerno Capitale", di nuova istituzione, mediante prelievo\ndi una somma di pari importo dal capitolo 1030 dello\nstato di previsione della spesa che si riduce di pari importo.', '8': '1. Quando l\' oggetto delle adunanze concerne le attività \nrelative all\' argomento " Salerno Capitale" il Comitato di cui\nal precedente art. 4 è integrato dei seguenti componenti:\na) Sindaco di Salerno;\nb) Rettore dell\' Università di Salerno.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\n7 dicembre 1993'}
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campania
1,993
28
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{'1': "Finalità \n1. Al fine di agevolare lo sviluppo di una nuova imprenditorialità \ne l' ampliamento della base produttiva ed\noccupazionale, nel rispetto dell' art. 117 della Costituzione\ned in armonia con la normativa statale e comunitaria,\nla Regione Campania, con il concorso di fondi comunitari,\nstatali e regionali:\na) incentiva la costituzione di imprese, organizzate\nprevalentemente da giovani, da lavoratori iscritti nelle\nliste di mobilità , ai sensi dell' art. 4 della LR\n(1) NOTA: in luogo di LR leggasi Legge\n223/ 91 o In Cassa Integrazione Guadagni Speciali( CIGS)\nai sensi dell' art. 3 della stessa legge da almeno un anno;\nb) facilita l' accesso al lavoro delle fasce socialmente\ndeboli, marginali o a rischio di emarginazione;\nc) promuovere ed incentiva la qualificazione, la riqualificazione,\naggiornamento professionale in relazione ai\nprogetti presentati ai sensi della presente legge regionale;\nd) concorre alla realizzazione del principio delle pari\nopportunità tra uomo e donna nell' accesso al lavoro.\n2. Possono beneficiare di contributi secondo le modalità \nindicate negli artt. successivi le iniziative che propongono\nprogetti per la produzione di beni e la fornitura di\nservizi nei settori di competenza della regione che di anno\nin anno verranno indicati nella legge di bilancio.", '2': "Soggetti beneficiari\n1. I progetti debbono essere presentati da società o\ncooperative costituite per almeno 2/ 3 da giovani di età \ncompresa tra i 18 e 35 anni iscritti nelle liste di disoccupazioneda almeno due anni, in possesso dei seguenti\nrequisiti:\na) residenza, da almeno due anni dalla data di presentazione\ndella domanda, in un Comune della Campania;\nb) titolarità di almeno 2/ 3 del capitale sociale.\n2. Possono altresì beneficiare delle agevolazioni previste\ndella presente legge i progetti presentati da:\na) società o cooperative costituite, per almeno 2/ 3,\nda lavoratori iscritti nelle liste di mobilità ai sensi della\nLegge 223/ 91 in possesso dei requisiti di cui alle lettere\na) e b);\nb) società o cooperative costituite per 2/ 3 da giovani\ncon i requisiti di cui al primo comma e per 1/ 3 da lavoratori\nin CIGS da almeno un anno in possesso dei\nrequisiti di cui alle lettere a) e b).\n3. Sono escluse dalle agevolazioni le società di fatto e\nquelle con meno di tre soci.\n4. I requisiti dell' età devono sussistere al momento\ndella richiesta del contributo.", '3': "Requisiti dei soggetti beneficiari\n1. Ai fini delle concessioni delle agevolazioni di cui alla\npresente legge le cooperative devono essere iscritte nel\nregistro prefettizio a norma dell' art. 13 DL 1577 del 14\ndicembre 1947 e successive modificazioni ed integrazioni\ne le società registrate a norma di legge.\n2. Le imprese devono avere la sede legale ed operare\nnel territorio della Regione Campania.\n3. Il trasferimento di quote societarie o di partecipazione\nè consentita esclusivamente nei seguenti casi:\na) per successione ereditaria;\nb) per cessione a titolo oneroso o gratuito a persone\nfisiche in possesso dei requisiti previsti dall' art. 2;\nc) per cessione, a qualsiasi titolo, a persone fisiche\nc/ o giuridiche, a condizioni che siano trascorsi almeno 5\nanni dalla data di notifica dell' approvazione del progetto,\nelevati a 10 anni se le agevolazioni comprendono investimenti\nper costruzioni di immobili o acquisto terreni.\n4. E' fatto divieto ai soci di appartenere ad altre società \ne cooperative, che usufruiscano delle stesse agevolazioni\ndella presente legge.\n5. Per le imprese artigiane l' iscrizione all' apposito albo\nnon costituisce pre - condizione per la delibera di concessione,\nma solo per il decreto di liquidazione.", '4': "Agevolazioni - vincoli\n1. Per le finalità di cui alla presente legge possono\nessere concesse a progetti che contemplino una spesa\nmassima complessiva ed ammissibile non superiore a 600\nmilioni le seguenti agevolazioni:\na) Contributo in conto capitale - E' concesso un contributo\nin conto capitale del 60% della spesa ammissibile.\nTale contributo è elevato al 70% se almeno 1/ 3 dei soci\nè costituito da portatori di handicap ed ex tossicodipendenti\nche abbiano concluso un programma di recuperoconcordato con i competenti servizi delle Unità Sanitarie\nLocali. Tra le spese ammissibili a contributo, al netto\ndell' IVA, rientrano:\n1) studi di fattibilità :\n2) analisi di mercato;\n3) spese di progettazione e oneri per concessione edilizia;\n4) opere murarie o assimilate limitatamente a nuove\ncostruzioni o riattazioni;\n5) macchinari, impianti e attrezzature (nuovi di fabbrica);\n6) opere di allacciamento;\n7) brevetti;\n8) acquisto terreni solo nei casi di attività agricola o\nagri - turistica, nei limiti del 50% del costo di acquisto e per\nuna spesa ammissibile non superiore al 30% di quella\ncomplessiva;\n9) attività di formazione e di riqualificazione funzionali\nalla realizzazione del progetto.\nb) Contributo in conto interessi - E' concesso un finanzimento\nfino al 30% delle spese ammissibili con tasso\na carico dei soggetti beneficiari pari ad 1/ 3 di quello\nufficiale di riferimento, La durata del finanziamento non\npuò essere superiore ad anni 10 dei quali 3 di utilizzo e\npreammortamento. Tale finanziamento è assistito da garanzie\nreali acquisibili nell' ambito degli interventi da realizzare.\nc) Contributo per spese di gestione - E' concesso un\ncontributo sulle spese di gestione per i primi tre esercizi\narticolato nel seguente modo:\n1) primo anno, contributo in misura non superiore al\n75% delle spese di gestione documentate e ammissibili\nfino ad un massimo di 100 milioni;\n2) secondo anno, contributo in misura non superiore\nal 50% delle spese di gestione documentate e ammissibili\nfino ad un massimo di 65 milioni;\n3) terzo anno, contributo in misura non superiore al\n25% delle spese di gestione documentate e ammissibili\nfino ad un massimo di 35 milioni.\n2. Sono escluse dai benefici le spese relative ai canoni\nper affitti di azienda, interessi relativi a mutui a tasso\nagevolato, salari, stipendi e rimborsi ai soci, canoni di\nleasing.\n3. I soggetti beneficiari sono obbligati a non alienare\na non distogliere dall' uso previsto per un periodo di almeno\ndieci anni dalla data di notifica di approvazione del\nprogetto i beni oggetto dei benefici previsti dalla presente\nlegge.", '5': "Presentazione progetti\n1. I soggetti interessati ed in possesso dei requisiti\nrichiesti devono presentare domanda al Presidente della\nGiunta Regionale corredata dalla seguente documentazione\nin duplice copia:\na) estratto notarile dell' atto costitutivo e dello statuto\ndella cooperativa o della società depositato presso la Cancelleria\ndel tribunale competente;\nb) estratto notarile del libro soci, qualora prima dellapresentazione della domanda siano mutati i soci della\ncooperativa e della società , ovvero quanto tale libro non\ndovesse essere tenuto, dichiarazione di tutti i soci resa\ndavanti ad un notaio o ad un pubblico ufficiale attestante\nla loro qualità di soci alla data di presentazione della\ndomanda;\nc) certificato di nascita dei soci;\nd) certificato di residenza storica dei soci attestante la\nloro residenza da almeno due anni in un Comune della\nRegione Campania;\ne) atto notorio attestante che la sede legale, amministrativa\ned operativa della società che richiede le agevolazioni\nsua ubicata nella Regione Campania;\nf) attestato rilasciato dall' Ufficio Circoscrizionale del\nLavoro comprovante l' iscrizione del lavoratore nella lista\ndi mobilità o in quella di collocamento da almeno due\nanni o dall' INPS, comprovante il periodo di godimento\ndella CIGS;\ng) curriculum vitae dei soci con indicazione delle eventuali\nesperienze progettuali maturate;\nh) dichiarazione sottoscritta da tutti i soci della cooperativa\no società destinataria del beneficio, che all' inizio\ndell' attività di cui al progetto approvato, documenteranno\nl' avvenuta cancellazione dalle liste di disoccupazione\no da quelle di mobilità o da quelle di CIGS;\ni) dichiarazione giurata del responsabile della società \no della cooperativa, attestante di non aver ottenuto benefici\nda parte della Regione, dello Stato e della CEE, nonchè \nl' impegno e non cumulare per almeno cinque anni\naltri benefici comunitari, nazionali o regionali con quelli\nprevisti dalla presente legge per gli stessi investimenti ed\nallo stesso titolo;\nl) certificazione antimafia ai sensi della Legge 55/ 90\ne successive modificazioni e integrazioni di tutti i soci e\nnel caso di società di capitali o cooperative dei componenti\ndel consiglio di amministrazione anche in presenza di\namministratori delegati.\n2. Al fine di prestare consulenza ai soggetti di cui\nall' art. 3 è istituito sportello di orientamento presso le\nCamere di Commercio della Regione.", '6': "Contenuti progettuali\n1. Per ottenere i contributi i soggetti interessati devono\npresentare progetto esecutivo dettagliato in duplice\ncopia dal quale risultino:\na) gli obiettivi da realizzare in conformità alle finalità \ndi cui alla presente legge;\nb) le previsioni di redditività ed economicità di gestione\ncon riferimento alle concrete possibilità di collocare i\nprodotti ed i servizi oggetto dell' attività suffragate da\npuntuali ricerche di mercato;\nc) numero, qualifica ed il ruolo del personale, compreso\ni soci che si prevede di impiegare per la realizzazione\ndel progetto;\nd) il tipo e l' entità del finanziamento richiesto;e) copia del progetto tecnico che si intende realizzare\ncorredata da planimetria, elementi di identificazione del\nluogo ove sorgerà l' iniziativa, eventuali provvedimenti\namministrativi di autorizzazione ed eventuali computi\nmetrici estimativi, preventivi di acquisto, attrezzature e\nmacchinari;\nf) stato patrimoniale, conto economico e prospetto\ndei flussi di cassa per i primi tre anni di attività .", '7': "Esame dei progetti\n1. Al fine di:\na) procedere all' analisi di valutazione dei progetti\nb) determinare la fattibilità del progetto e la redditività \neconomica dello stesso;\nc) verificare la coerenza degli obiettivi progettuali\ncon le finalità e le priorità indicate nella presente legge e\ncon gli indirizzi del piano di programmazione regionale;\nviene istituito, con delibera della Giunta Regionale, su\nproposta del Presidente, un Nucleo di valutazione composto\ndi cinque esperti scelti tra persone che abbiano\nparticolare competenza in materia di analisi tecnica e\nfinanziaria di progetti.\n2. Il nucleo, che opera presso la Presidenza della\nGiunta Regionale, dura in carica tre anni e si avvale di\nuna struttura di supporto formata da cinque dipendenti\nregionali. Con delibera di giunta Regionale vengono fissate\nle modalità contrattuali della collaborazione.\n3. In caso di dimissioni o di cessazione, per qualunque\nmotivo, la Giunta Regionale nomina con apposita\ndelibera i nuovi componenti.\n4. Il Presidente della Giunta Regionale dichiara la decadenza\ndella carica di componente del Nucleo per cause\nsopravvenute di ineleggibilità e/ o incompatibilità e provvede\nalla sostituzione.\n5. I progetti sono esaminati secondo l' ordine cronologico\ndi presentazione.\n6. Entro sessanta giorni dalla data di ricezione, il Nucleo\ndi valutazione propone alla Giunta il provvedimento\nda adottare che viene emanato in via definitiva entro i\nsuccessivi trenta giorni.\n7. Il Nucleo può avvalersi, per l' espletamento delle\nsue funzioni, della collaborazione dell' Agenzia per l' impiego\ndella collaborazione dell' Agenzia per l' impiego\ndella Campania, con cui la Presidenza della Giunta\nRegionale stipulerà apposita convenzione.\n8. Ogni sei mesi, il Nucleo predispone una relazione\nsull' attività svolta, che sarà trasmessa alla Giunta Regionale\ned illustrata, nei successivi trenta giorni, in Consiglio\nRegionale dal Presidente della Giunta Regionale.\n9. La Giunta Regionale, sentito il Nucleo di valutazione,\nadotta, entro trenta giorni dalla sua istituzione, con\natto deliberativo, il regolamento di attuazione della presente\nlegge.", '8': "Modalità di erogazione del contributo1. Il provvedimento adottato dalla Giunta Regionale\nè comunicato al soggetto interessato entro trenta giorni\ndalla emanazione della delibera esecutiva.\n2. Il contributo, verificata la sussistenza di quanto\nprevisto all' art. 5 sulla posizione dei soci, verrà erogato\ncon le seguenti modalità :\nA) anticipazione del 15% del contributo accordato,\nprevia presentazione dei seguenti documenti:\n1) atto d' impegno, da parte dei legali rappresentanti\ndella iniziativa progettuale, alla restituzione della somma\nin caso di revoca del contributo;\n2) atto notorio attestante che è in corso di realizzazione\nil progetto;\n3) per locali in locazione, impegno, con firma autenticata,\ndel proprietario dell' immobile alla stipula del relativo\ncontratto di durata decennale;\n4) per locali di nuova costruzione, impegno, con firma\nautenticata, del proprietario del fondo alla stipula\ndell' atto di compravendita e certificazione comunale di\ndestinazione urbanistica.\nL' anticipazione è elevata al 30% se il soggetto presenta\nuna polizza fideiussoria bancaria o assicurativa di garanzia.\nB) stato di avanzamento, in misura tale da non superare\ncomplessivamente, sommato all' anticipo l' 8% del\ncontributo accordato, previa presentazione della seguente\ndocumentazione:\n1) dichiarazione di inizio attività ;\n2) perizia tecnica giurata che attesti che è stata realizzata\nla percentuale di investimento per cui è richiesto\nlo stato di avanzamento;\n3) certificato di iscrizione alla Camera di Commercio;\n4) atto di impegno, da parte dei legali rappresentanti\ndella iniziativa progettuale, alla restituzione della somma\nin caso di revoca del contributo;\n5) certificato di vigenza, rilasciato dalla sezione fallimentare\ndel Tribunale;\n6) documentazione di spesa pari alla cifra richiesta\nper lo stato di avanzamento;\n7) in caso di locazione di immobili, copia del contratto\ndi durata decennale;\n8) in caso di nuova costruzione, copia del titolo di\nproprietà dell' area su cui insiste l' immobile e concessione\nad aedificandum.\nC) Saldo finale, su richiesta del soggetto beneficiario,\ncorredato dalla seguente documentazione:\n1) certificato di agibilità e di collaudo;\n2) relazione finale del Nucleo di cui all' art. 7.\n3. La erogazione delle anticipazioni e del soldo avverrà \ncon atto deliberativo della Giunta Regionale sulla base\ndelle risultanze dei controlli effettuati dal Nucleo di cui\nall' art. 7 e previa presentazione del ceritificato antimafia,\nai sensi della legge 55/ 90 e successive modificazioni ed\nintegrazioni.", '9': "Finanziamenti1. La Giunta Regionale è autorizzata a stipulare apposita\nconvenzione con istituti di credito per il finanziamento\ndel 30% della spesa ammessa alla agevolazione, in\nfavore dei soggetti di cui al precedente art. 3.\n2. La Regione Campania si assume l' onere della differenza\ntra il tasso di interesse ufficiale di riferimento e\nquello agevolato indicato all' art. 4 della presente legge.\n3. All' Istituto di Credito scelto dal soggetto interessato\ntra quelli convenzionati con l' Ente Regione, deve essere\ntrasmessa dalla Giunta Regionale la delibera di concessione.\n4. L' Istituto di credito, sulla base di tali atti ed eventuali\npropri accertamenti, è autorizzato a concedere il\nfinanziamento nella misura indicata nella delibera regionale.\n5. Stipulato il contratto, l' Istituto di credito, provvede\na trasmettere copia all' Ente Regionale per gli adempimenti\nconnessi alla convenzione.", '10': "\nContributi in conto capitale per costi di gestione\n1. Al termine del primo, del secondo e del terzo anno\ndi attività del soggetto beneficiario, ad esito positivo del\ncontrollo sui documenti giustificativi di spesa, con atto\ndeliberativo della Giunta Regionale sarà erogato il contributo\nper costi di gestione nella misura e con le limitazioni\nindicate nell' art. 4 lettera c) della presente legge, sentito\nil Nucleo di cui all' art. 7.", '11': "\nAssistenza tecnica\n1. I soggetti beneficiari godranno di assistenza tecnica\nnella fase di avvio e per i primi due anni di gestione,\nper la corretta realizzazione del progetto.\n2. Detta assistenza sarà fornita da Enti Pubblici strutture\nprivate con almeno due anni di esperienza nel settore\nprevia convenzione stipulata dalla Giunta Regionale su\nproposta del Nucleo di cui all' art. 7.\n3. Trimestralmente, le società prescelte dovranno inviare\nal Nucleo di valutazione ed alla Giunta Regionale un\nmotivato parere sull' attuazione del progetto da parte delle\naziende.", '12': "\nCumulabilità \n1. Gli incentivi di cui al precedente art. 4 non sono\ncumulabili con altre agevolazioni finanziarie regionali o\nnazionali e/ o comunitarie concesse per gli stessi investimenti\ned allo stesso titolo.\n2. Fanno eccezione quelle concesse al personale in\nlista di mobilità e in CIGS da almeno un anno fissato\nda leggi nazionali per l' avviamento di attività imprenditoriali.\n3. Comunque le agevolazioni finanziarie regionali\nnon possono contribuire a superare il 70% della spesa\nnecessaria per realizzare il progetto.\n4. Il citato personale in lista di mobilità o in CIGS\nalla richiesta della prima anticipazione finanziaria, deve\nobbligatoriamente fornire attestato dell' Ufficio Provinciale\ndel lavoro di cancellazione dalle liste di mobilità o di\nCIGS e, per gli artigiani, deve essere fornita la certificazionedi avvenuta iscrizione al relativo albo provinciale.", '13': "\nControlli\n1. Dalla data di presentazione del progetto e per i\ncinque anni successivi all' approvazione dello stesso, la\nGiunta Regionale, attraverso l' Assessorato competente\nper materia, effettuerà controlli in merito all' attuazione\ndell' iniziativa, nonchè sull' esistenza dei requisiti previsti\nquale condizione per l' ottenimento dei benefici.\n2. Per i progetti comprensivi di immobili, la durata\ndel controllo è elevata ad anni dieci.", '14': "\nRevoca dei contributi\n1. Il venir meno ad uno qualsiasi degli obblighi fissati\nnella presente legge a carico dei soggetti beneficiari, è \ncausa di revoca delle agevolazioni con l' obbligo alla restituzione\ndelle somme incassate, oltre gli interessi calcolati\nal tasso di riferimento di cui all' art. 64 del TU 6\nmarzo 1978, n. 218, maggiorato di tre punti.\n2. Il provvedimento di revoca è adottato dalla Giunta\nRegionale su proposta del Nucleo di cui all' art. 7 della\npresente legge.", '15': "\nRicorsi\n1. Contro il provvedimento regionale di diniego o di\nrevoca della concessione dei contributi, è possibile il ricorso\nalla Giunta Regionale entro trenta giorni dalla data di\nricezione.\n2. La Giunta Regionale dovrà pronunciarsi entro novanta\ngiorni dalla presentazione del ricorso sentito il Nucleo\ndi cui all' art. 7.\n3. Trascorso tale termine, il ricorso si intende accolto.", '16': "\nPrima norma finanziaria\n1. Per le esigenze finanziarie di cui alla presente legge,\nla somma disponibile sarà così ripartita:\na) fino al massimo del 60% per le nuove imprenditorialità \ngiovanili di cui al Titolo II art. 2, comma 1;\nb) fino al prossimo del 40% per le altre imprenditorialità \ndi cui al Titolo II Art. 2, comma 2.\n2. La Giunta Regionale, nell' esercizio finanziario in\ncorso e per i successivi esercizi finanziari, su proposta del\nNucleo di cui all' art. 7 e sentita la Commissione competente,\nè autorizzata a modificare la percentuale degli stanziamenti\ndi cui al precedente comma.", '17': "\nSeconda norma finanziaria\n1. Agli oneri derivanti dall' attuazione della presente\nlegge valutati per l' anno finanziario 1993 in L. 15 miliardi,\nsi farà fronte con lo stanziamento di cui al cap. 4170\nsullo stato di previsione di spesa di nuova istituzione, con\nla denominazione << Interventi regionali per incentivi a sostegno\ndi nuove iniziative imprenditoriali e produttive in\nfavore dell' occupazione >>, mediante prelievo dell' occorrente\nsomma sul Cap. 1040 dello stato di previsione dellaspesa per l' anno finanziario 1993 che si riduce di pari\nimporto.\n2. Per gli anni successivi si provvederà con agli appositi\nstanziamenti di bilancio.", '18': "\nDichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi del\nsecondo comma dell' art. 127 della Costituzione, ed entra\nin vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania."}
null
campania
1,993
29
null
{'1': "1. In attesa che, con successivo atto legislativo, il\nConsiglio Regionale della Campania provveda al riordino\nstrutturale dell' Ente Regionale di Sviluppo Agricolo in\nCampania( ERSAC) ovvero il suo scioglimento, i poteri\nconferiti al Commissario straordinario con la Legge\nRegionale 8 febbraio 1993, n. 5, sono prorogati fino all'\ninsediamento dei nuovi organismi previsti dall' eventuale\nlegge di riorganizzazione ovvero all' insediamento del\nCommissario liquidatore e comunque non oltre il 31 dicembre\n1993.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente, a norma\ndel secondo comma dell' art. 127 della Costituzione e dell'\nart. 45 ultimo comma dello Statuto ed entra in vigore lo\nstesso giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania."}
null
campania
1,993
16
null
{'1': "1. Il capitolo n. 396, istituito nello stato di previsione\ndella spesa del bilancio per l' esercizio finanziario 1989\ncon deliberazione di Giunta Regionale n. 6243 del 21 novembre\n1989 avente per oggetto: << Acquisizione al bilancio\nregionale per il 1989 di risorse assegnate dallo Stato\nper la realizzazione del progetto Fio 86 n. 102: completamento\ndella rete fognaria a servizio del Comune di Bacoli >>,\nè rettificato in 396/ BIS.", '2': "1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\n6 - Compensi, onorari e rimborsi\nper consulenze prestate da enti\ne privati a favore del Consiglio\nRegionale, convegni, indagini\nconoscitive, studi e ricerche\n6/ 86 L. 32.996.300\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamenteindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\nOMISSIS\n215 - Concorso negli interessi con\nbuono di quota parte del capitale\nsui prestiti per la ricostituzione\ndei capitali di conduzione\nconcessi ad aziende\nagricole danneggiate da calamità \nnaturali o da eccezionali\navversità atmosferiche previsti\ndall' art. 5 della legge 25\nmaggio 1970, n. 364 e dall' artº\n1 - 2o comma - lettera B) parte\nprima della legge 15 ottobre\n1981, n. 590 (legge regionale\n3 agosto 1981, n. 55) 215/ 88 L. 146.000\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\nOMISSIS\n312 - Lavori che non tollerano rinvio\no dipendenti da eventi calamitosi,\no di somma urgenza\n(articoli 30 e 54, legge regionale\n31 ottobre 1978, n. 51 e decreto\nlegislativo 12 aprile\n1948, n. 1010 e regolamento\nLLPP n. 350/ 1985) 312/ 86 L. 245.722.470\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\nOMISSIS\n823 - Spese connesse alla corresponsione\ndell' integrazione del\nprezzo del grano duro, ivi\ncomprese quelle per attrezzature\ne per le indennità accessorie\nal personale per lo svolgimento\ndi accertamenti nonchè \nquelle per fitti passivi degli\nuffici 823/ 88 L. 1821\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamenteindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\nOMISSIS\n1920 - Fondi per interventi in favore\ndei lavoratori emigrati, immigrati\ne delle loro famiglie\nLR 1 marzo 1984, n. 10) 1920/ 88 L. 11.063.450\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\ndi impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire): (accanto al capitolo del bilancio\n1989 è indicato il capitolo ed esercizio di provenienza\ne il relativo importo)\nOMISSIS\n1922 - Interventi a favore di emigrati\ne di immigrati, nonchè per incentivare\niniziative e attività \nproduttive singole, associate e\ncooperativistiche dell' emigrazione\ndi ritorno( LR 1 marzo\n1984, n. 10) 1922/ 86 L. 1.500.000.000", '3': "1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell' art. 77\ndella LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze di impegno di\nspesa sui seguenti capitoli del conto della competenza e per gli\nimporti rispettivamente indicati (in lire), in relazione agli\nanaloghi accertamenti sui correlati capitoli dell' entrata\n(Titolo VI - partite di giro):\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell' art. 77\ndella LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze di impegno di\nspesa sui seguenti capitoli del conto della competenza e per gli\nimporti rispettivamente indicati (in lire), in relazione agli\nanaloghi accertamenti sui correlati capitoli dell' entrata\n(Titolo VI - partite di giro):\n2024 - Anticipazione di spese per conto terzi\nL. 144.588.670.653\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell' art. 77\ndella LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze di impegno di\nspesa sui seguenti capitoli del conto della competenza e per gli\nimporti rispettivamente indicati (in lire), in relazione agli\nanaloghi accertamenti sui correlati capitoli dell' entrata\n(Titolo VI - partite di giro):\nOMISSIS\n2027 - Ordinativi di pagamento emessi a favore\ndi bollettini di conto corrente postale\ne di assegni circolari non recapitati\nL. 40.440.225\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell' art. 77\ndella LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze di impegno di\nspesa sui seguenti capitoli del conto della competenza e per gli\nimporti rispettivamente indicati (in lire), in relazione aglianaloghi accertamenti sui correlati capitoli dell' entrata\n(Titolo VI - partite di giro):\nOMISSIS\n2029 - Pagamento di indennità di fine rapporto\ndi lavoro a tempo indeterminato\nspettante agli operai idraulico - forestali\nimpiegati in lavori condotti in amministrazione\ndiretta dagli ispettorati\nripartimentali delle foreste e degli\nenti delegati ai sensi della LR 4 maggio\n1979, n. 27 e della legge 29 maggio\n11982, n. 297 L. 287.267.918", '4': "1. E' approvato il conto consuntivo finanziario della\nRegione Campania per l' esercizio 1989 ed il relativo avanzo\ncon le risultanze di cui ai successivi articoli.", '5': "(Entrate)\n1. Le Entrate derivanti da tributi propri della regione,\nda contributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite\npatrimoniali, da utili di Enti o Aziende regionali, da alienazione\ndi beni patrimoniali, da trasferimenti di capitali\ne rimborsi di crediti e per contabilità speciali accertate\nnell' esercizio finanziario 1989 per la competenza dell'\nesercizio stesso, sono stabilite quali risultano dal conto\nconsuntivo in lire 11.046.994.392.884.\n2. I residui attivi determinati alla chiusura dell' esercizio,\n1988 in lire 2.43.164.735.196, risultano stabiliti -\nper effetto di maggiori o minori entrate verificatesi nel\ncorso della gestione 1989 - in lire 2.335.693.554.533.\n3. I residui attivi al 31 dicembre 1989 ammontano\ncomplessivamente a lire 3.082.494.033.849, così risultanti:\n(in lire)\nAccertamenti\nSomme riscosse 9.705.742.240.034, Somme rimaste da riscuotere\n1.251.252.152.850, Totale 11.046.994.392.884\nResidui attivi dell' esercizio 1988\nSomme riscosse 504.451.673.534, Somme rimaste da riscuotere\n1.831.241.880.999, Totale 2.335.693.554.533\nTotale residui attivi 3.082.494.033.849\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l' ammontare\ncomplessivo dei residui attivi al 31 dicembre 1989\niscritti nel bilancio di previsione per l' anno finanziario\n1990, approvato con LR 4 aprile 1990, n. 12 e variano\ncon LR 29 dicembre 1990, n. 34, viene rideterminato in\nlire 3.082.494.033.849, così come risulta dall' elenco dei\nresidui attivi, distinti per capitolo e per esercizio di provenienza,\nallegato al conto consuntivo finanziario per l' esercizio\n1989.", '6': "(Spese)\n1. Le Spese correnti, per investimento, per oneri non\nripartibili e per contabilità speciali, impegnate nell' esercizio\nfinanziario 1989, per la competenza dell' esercizio\nstesso, sono stabilite quali risultano dal conto consuntivoin Lire 11.073.753.045.739.\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell' esercizio\n1988 in lire 2.082.680.338.019 risultano stabiliti\n- per effetto di economie, perenzioni e maggiori spese\nverificatesi nel corso della gestione 1989 - in lire\n1.653.033.702.689.\n3. I residui passivi al 31 dicembre 1989 ammontano\ncomplessivamente a lire 3.617.176.282.980, così risultanti:\n(in lire)\nImpegni\nSomme pagate 8.207.027.557.846, Somme rimaste da pagare\n2.866.725.487.893, Totale 11.073.753.045.739\nResidui passivi dell' esercizio 1988\nSomme pagate 902.582.907.602, Somme rimaste da pagare\n750.450.795.087, Totale 1.653.033.702.689\nTotale residui passivi 3.617.176.282.980\n4. Per effetto di quanto sopra accertato, l' ammontare\ncomplessivo dei residui passivi al 31 dicembre 1989\niscritti nel bilancio di previsione per l' anno finanziario\n1990, approvato con LR 4 aprile 1990, n. 12 e variato\ncon LR 29 dicembre 1990, n. 34, viene rideterminato in\nresidui passivi, distinti per capitolo e per esercizio di\nprovenienza, allegato al conto consuntivo finanziario per l'\nesercizio 1989.", '7': "(Disavanzo della gestione di competenza)\n1. Il Disavanzo della gestione di competenza dell' esercizio\nfinanziario 1989 è stabilito in lire 26.758.652.855\ncome risulta dai seguenti dati:\n- Entrate complessivamente\naccertate L. 11.046.994.392.884\n- Spese complessivamente\nimpegnate L. 11.073.753.045.739\nDisavanzo della gestione\ndi competenza L. 26.758.652.855", '8': "(Situazione di cassa)\n1. Il fondo di cassa alla chiusura dell' esercizio finanziario\n1989 di lire 3.824.378.203.574 risulta stabilito come\nsegue:\nFondo di cassa alla chiusura\ndell' esercizio 1988 L. 2.633.794.755.454\nRiscossioni dell' esercizio 1989\n- In conto competenza\n(art. 5) L. 9.795.742.240.034\n- in conto residui\n(art. 5) L. 504.451.673.534\nTotale L. 10.300.193.913.568\nRisultano L. 12.933.988.669.022\nPagamenti dell' esercizio 1989\n- in conto competenza\n(art. 6) L. 8.207.027.557.846\n- in conto residui\n(art. 6)\nL. 902.582.907.602Totale L. 9.109.610.465.448\nFondo di cassa alla chiusura\ndell' esercizio 1989 L. 3.824.378.203.574\n2. per effetto di quanto sopra accertato, la giacenza\ndi cassa al 1o gennaio 1990 iscritta nello stato di previsione\ndella Entrata del bilancio per l' anno finanziario\n1990, approvato con LR 4 aprile 1990, numero 12, per\nlire 1.200.000.000.000 ed incrementata per lire\n600.000.000.000 con LR 29 dicembre 1990, n. 34, viene\nrideterminata in lire 3.824.378.203.574.", '9': "(Situazione finanziaria)\n1. L' Avanzo finanziario alla fine dell' esercizio 1989\ndi L. 3.289.695.954.443 risulta stabilito come segue:\nDisavanzo della\ngestione di competenza\n(art. 7) L. 26.758.652.855\nAvanzo dell' esercizio\n1988 L. 2.964.279.152.631+\nDiminuzione nei residui passivi\nlasciati dall' esercizio 1988:\nAccertati\nAl 1o gennaio 1989 (art. 6)\nL. 2.082.680.338.019\nAl 31 dicembre 1989 (art. 6)\nL. 1.653.033.702.689\nRisultano L. 429.646.635.330+\nDiminuzione nei residui attivi\nlasciati dall' esercizio 1988:\nAccertati\nAl 1o gennaio 1989 (art. 5)\nL. 2.413.164.735.196\nAl 31 dicembre 1989 (art. 5)\nL. 2.335.693.554.533\nRisultano L. 77.471.180.663=\nTotale L. 3.316.454.607.298\nAvanzo finanziario al 31/ 12/ 1989\nL. 3.289.695.954.443\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 26 marzo 1993", '10': '\nRELAZIONE\nAL DISEGNO DI LEGGE CONCERNENTE:\n" Conto Consuntivo Finanziario per l\' anno 1989"'}
null
campania
1,993
17
null
{'1': "1. A decorrere dall' esercizio 1993 il contributo regionale\nin conto interessi, previsto dall' art. 6 della Legge\n4 maggio 1987, n. 28, potrà essere corrisposto sull' intero\nimporto del finanziamento o della locazione finanziaria\nqualora i conferimenti statali non siano sufficienti\nalla copertura della quota di competenza.", '2': "1. La Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore all'\nIndustria e Artigianato, potrà provvedere alla modifica\ndel tasso a carico delle imprese artigiane nell' ambito\ndelle aliquote finali bimestralmente fissate dai decreti\nMinisteriali, giusta Legge 7 agosto 1982, n. 526.", '3': "1. Agli oneri derivanti dall' attuazione della presente\nlegge, stabilito in complessive lire due miliardi si farà \nfronte per l' anno finanziario 1993 con lo stanziamento\nal cap. 4130 dello stato di previsione della spesa, mediante\nprelievo dell' occorrente somma, ai sensi dell' articolo\n40 della Legge regionale 27 luglio 1978, n. 19, dal capº\n1040 dello stato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1992 che si riduce di pari importo.\n2. Agli oneri per i successivi anni si farà fronte con\ngli appositi stanziamenti di bilancio, la cui entità sarà \ndeterminata con le leggi annuali di bilancio.", '4': "1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del\nsecondo comma dell' art. 127 della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli 5 aprile 1993"}
null
campania
1,993
22
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{'1': "1. All' Art. 5 della Legge Regionale 27 giugno 1987, n. 35, è \naggiunto, dopo il primo, il seguente comma:\nSono altresì escluse le concessioni relative agli interventi\ncostruttivi delle cooperative edilizie di finanziamento\ni cui interventi vengono equiparati ad Edilizia pubblica\nresidenziale se assegnatarie di aree in diritto di superficie\nindividuale nell' ambito dei Piani di Zona di cui\nalla Legge 167/ 62 e successive modifiche ed integrazioni\nche comunque dovranno essere conformi alla normativa\nurbanistica all' atto vigente, e munite del parere di conformità \ndella Giunta Regionale; le concessioni relative agli\ninterventi nella zona territoriale N. 7 di cui al successivo\narticolo 17, comunque conformi alla normativa urbanistica\nall' atto vigente e muniti del parere di conformità della Giunta\nregionale, nonchè le concessioni relative agli interventi a\nrete di cui all' art. 24 della presente Legge. I suddetti interventi\ndevono essere comunque conformi alla normativa\nurbanistica all' atto vigente e muniti del parere di conformità \ndella Giunta Regionale.", '2': 'L\' articolo 17 della Legge regionale 27 giugno 1987 nº\n35, è così modificato al punto " Zona Territoriale 7"\nRazionalizzazione insediativa a tutela delle risorse\nagricole.\nComprende aree agricole ed insediamenti residenziali e\nproduttivi delle sub aree 2, 4 e 6.\nPer la zona occorre procedere ad una complessiva razionalizzazione\ndegli insediamenti, tutelando e valorizzando\nl\' agricoltura intensiva in base alla legislazione vigenteregionale e nazionale.\nL\' edificazione nella zona territoriale 7, per la zona agricola,\ngiusta carta dell\' uso agricolo allegata ai Piani Regolatori\nGenerali è regolamentata dai Piani Regolatori Generali,\nnel rispetto della normativa regionale e statale vigente.\nL\' attività edilizia nella zona territoriale 7, limitatamente\nalla parte urbanizzata, avviene nel rispetto dei Piani Regolatori\nGenerali vigenti.\nPer gli interventi relativi all\' adeguamento funzionale\ndegli alloggi la verifica di conformità è delegata al Sindaco.\nE\' escluso il rilascio di concessioni edilizia nell\' area\npedemontana nella zona territoriale 7, di cui alla cartografia\nallegata, fino all\' adeguamento del Piano Regolatore\nGenerale alla predetta Legge\nI Comuni ricadenti nella zona territoriale 7 potranno\nprogrammare interventi di viabilità solo sulla base dei piani\ndi recupero approvati. Se gli stessi interventi dovessero\ninteressare anche altre zone, individuate nel presente articolo,\ndovrà essere richiesto preventivamente il parere di\nconformità di cui all\' art. 8.', '3': 'La Legge regionale 27 giugno 1987, n. 35 è integrata dal\nseguente articolo:\nL\' approvazione della variante che scaturisce dalla presente\nlegge deve essere conforme alle procedure previste\ndalla Legge regionale 22 aprile 1993, n. 19, concernente\n" Norme di procedura per l\' adozione e approvazione dei piani\npaesistici".\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 1 luglio 1993', '4': "Cartografie di cui all' art. 1"}
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{'1': 'Scioglimento del Consorzio Fitosanitario Obbligatorio di\nNapoli e Caserta " Filippo Silvestri".\n1. Il Consorzio Fitosanitario Obbligatorio di Napoli e\nCaserta " Filippo Silvestri" è sciolto e posto in liquidazione\nalla data di entrata in vigore della presente legge.\n2. Il personale in servizio al 31 agosto 1991 presso il\nConsorzio Fitosanitario Obbligatorio di Napoli e Caserta\n" Filippo Silvestri" assunto a seguito di regolari concorsi\napprovati dal Ministero dell\' Agricoltura e delle Foreste prima\ndell\' entrata in vigore del DPR n. 616 del 24 agosto\n1977 e della Regione Campania dopo l\' entrata in vigore del\ndetto DPR, già inquadrato ai corrispondenti livelli e qualifiche\ndel personale di ruolo della Regione Campania per\neffetto delle deliberazioni n. 35 del 5 novembre 1987 e n. 14\ndel 13 dicembre 1990 della Commissione Amministratrice\ndell\' Ente, approvate dalla Giunta Regionale della Campania\nil 16 aprile 1991 n. 2039 e n. 2042 e vistate dalla\nCCARC il 22 maggio 1991 n. 4914 e n. 4915 è messo a\ndisposizione della Giunta Regionale ed assegnato al Servizio\nAgricoltura, Caccia e Pesca, con decorrenza dalla data\ndi entrata in vigore della presente legge.\n3. Il suddetto personale, come indicato nell\' allegata tabella,\nè inquadrato nei ruoli del personale della Giunta Regionale\ndella Campania, secondo i corrispondenti livelli\nposseduti nell\' ordine di provenienza.', '2': 'Messa in liquidazione\n1. Le funzioni di liquidazione sono assunte da un Funzionario\ndi seconda qualifica dirigenziale nominato dalla\nGiunta Regionale, che non potrà compiere atti eccedenti leoperazioni di liquidazione.\n2. Il patrimonio del Consorzio, comunque costituito, è \nmesso a disposizione della Giunta Regionale alla data di\nentrata in vigore della presente legge.', '3': 'Fonti di copertura\n1. All\' onere derivante dalla presente legge, valutato in\nlire 600 milioni si provvederà con la dotazione del capitolo\n82, di nuova istituzione, dello stato di previsione della spesa\ndel bilancio corrente che viene istituito con la presente\nlegge con la denominazione: " Oneri per il personale del\nConsorzio Fitosanitario Obbligatorio di Napoli e Caserta\nFilippo Silvestri" mediante prelievo dell\' occorrente somma\ndal capitolo 1030 dello stato di previsione della spesa che si\nriduce di pari importo.\n2. Agli oneri per gli anni successivi si provvederà con lo\nstanziamento dei corrispondenti capitoli di Bilancio.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 14 luglio 1993'}
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{'1': "(Oggetto)\n1. La presente legge detta la disciplina transitoria\ndel rinnovo degli organi di amministrazione di competenza\ndella Regione Campania, in attesa di una nuova disciplina\norganica da emanare entro sei mesi dall' entrata\nin vigore della presente legge.", '2': "(Rinnovo degli organi)\n1. Gli organi amministrativi scaduti devono essere\nrinnovati obbligatoriamente entro il termine di quarantacinque\ngiorni dalla scadenza del termine di durata per\nciascuno di essi previsto dalla legge.\n2. In tale periodo gli organi scaduti possono adottare\nsolo gli atti urgenti ed indifferibili, con indicazione\nspecifica dei motivi di urgenza ed indifferibilità .\n3. Decorso il termine di cui al primo comma senza\nche si sia proceduto al rinnovo, gli organi amministrativi\ndecadono.\n4. Nei casi in cui titolari della competenza al rinnovo\nsiano il Consiglio regionale o la Giunta regionale e questi\nnon procedano almeno tre giorni prima del termine\ndi cui al primo comma, la relativa competenza è trasferita\nrispettivamente al Presidente del Consiglio regionale,\nsu proposta dell' Ufficio i Presidenza se espresso ed al Presidente\ndella Giunta, i quali devono comunque provvedere\nentro tale termine.", '3': '(Designazione da parte di soggetti terzi)\n1. In assenza, o comunque in carenza, di designazioneda parte di soggetti terzi nei casi previsti dalla legge,\nil Consiglio o la Giunta regionale, previa verifica della\nsussistenza dei requisiti richiesti, possono eleggere o nominare\naltre persone ai posti di quelli per i quali non vi\nsiano candidature sufficienti.', '4': "(Norma transitoria)\n1. Le disposizioni della presente legge si applicano\ndalla data della sua entrata in vigore a tutti gli organi\namministrativi che, alla stessa data, non siano ancora\nscaduti.\n2. Salva l' applicazione del precedente articolo 2, gli\norgani amministrativi che, alla data di entrata in vigore\ndella presente legge, siano già scaduti devono essere rinnovati\nentro quarantacinque giorni dalla data medesima.", '5': "(Termini per la costituzione del Comitato Regionale\ndi Controllo)\n1. Ai fini della costituzione del Comitato Regionale\ndi Controllo di cui all' articolo 42 e seguenti della Legge\n8 giugno 1990, n. 142, le designazioni dei soggetti di cui\nal comma 1, lettera a), n. 1 e 2, lettera b) e comma 2 dell'\nart. citato devono essere effettuate dagli orgini professionali\ne dall' autorità governativa competenti entro il termine\ndi trenta giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge.\n2. Il consiglio Regionale provvede all' elezione con la\nmaggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati dei quattro\nesperti membri effettivi e dei due membri supplenti\ndi cui al primo comma art. 42 della citata legge 142/ 1990,\nentro trenta giorni dalla scadenza del termine di cui al\nprecedente comma.\n3. L' indicazione della terna degli avvocati e delle due\nterne dei dottori commercialisti e dei ragionieri deve essere\nespressa dai rispettivi ordini e collegi professionali\ncompetenti per territorio.\n4. Qualora le terne non siano state presentate, in tutto\no in parte, entro il termine di cui al 1o comma, il Consiglio\nregionale, previa verifica dei requisiti soggettivi\nrichiesti, provvede alle relative nomine, con facoltà di\nutilizzare le designazioni pervenute.", '6': "(Dichiarazione d' urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania."}
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{'1': "1. In attesa del riordinamento dell' Ente Regionale\ndi Sviluppo Agricolo in Campania( ERSAC), diretto a\nrendere i compiti e l' organizzazione meglio aderente ad\nuna più intensa funzione di programmazione del Consiglio\ne della Giunta regionale, tutti i poteri spettanti al\nPresidente, al Consiglio di Amministrazione ed al Comitato\nEsecutivo dell' Ente ai sensi della legge regionale 20\nfebbraio 1978, numero 8 sono esercitati per un periodo\ndi mesi quattro, decorrenti dalla data di entrata in vigore\ndella presente legge, da un Commissario Straordinario\nscelto tra i funzionari regionali, nominato dal Presidente\ndella Giunta regionale con proprio decreto adottato\nsu conforme deliberazione della Giunta.", '2': "(Dichiarazione d' urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della\nRegione Campania.\nNapoli, 8 febbraio 1993"}
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{'1': 'Finalità \n1. Le nomine, le proposte e le designazioni di competenza\ndella Regione Campania sono regolate dalla presente\nlegge ed effettuate in base a valutazioni di specifici\nrequisiti di professionalità e competenza dei candidati\nprescelti in relazione ai fini ed agli indirizzi da perseguire\nnegli Enti.', '2': "Procedure per le nomine di\ncompetenza della Giunta Regionale\n1. Le nomine, le proposte e le designazioni di competenza\ndel Presidente della Giunta Regionale o della Giunta\nRegionale, sono munite di parere favorevole della\nCommissione consiliare per gli AFfari Generali.\n2. La richiesta di parere deve contenere:\n- l' esposizione dei motivi che giustificano la nomina\no la designazione;\n- i dati anagrafici completi delle persone interessate\ncon l' indicazione del titolo di studio, occupazione\nabituale, cariche ed incarichi ricoperti sia precedentemente\nche contemporaneamente alla designazione;\n- i requisiti di professionalità e competenza amministrativa.\n3. Le persone designate sono tenute a comunicate alla\nCommissione consiliare, prima che esprima il parere,\nla dichiarazione ai fini fiscali dei propri redditi.\n4. La mancata presentazione della suindicata dichiarazione\ncomporta l' automatica rinuncia alla nomina.\n5. La commissione consiliare competente, verificati\ngli atti trasmessi e quelli eventualmente richiesti rassegna\nmotivato parere - obbligatorio, ma non vincolante\n-comunque nei trenta giorni dalla ricezione della richiestaal protocollo della Commissione.\n6. Decorso infruttuosamente tale termine, il parere\nsi intende favorevolmente reso.", '3': "Procedure per le nomine di\ncompetenza del Consiglio regionale\n1. Per le nomine di competenza del Consiglio regionale,\ni Consiglieri regionali o i Gruppi consiliari, i cittadini,\nle Associazioni - informati dal Presidente del\nConsiglio almeno trenta giorni prima della scadenza -\npresentano le proposte di candidatura alla Presidenza\ndel Consiglio Regionale, non oltre i dieci giorni prima\ndell' adunanza consiliare.\n2. Nei cinque giorni successivi la Commissione consiliare\ncompetente esprime motivato parere - obbligatorio\nma non vincolante - ai sensi del quinto e sesto comma\ndel precedente art. 2.\n3. Le proposte, il parere della Commissione e la sopracitata\ndocumentazione sono messi a disposizione di\ntutti i Consiglieri, presso la Segreteria Generale del Consiglio,\nnei cinque giorni che precedono la seduta convocata\nper le nomine.", '4': 'Conferma e sostituzione\n1. Le procedure di cui ai precedenti articoli si applicano\nanche in caso di conferma o sostituzione.\n2. La conferma non può essere effettuata per più di\nuna volta.\n3. Le nomine di cui alla presente legge non sono cumulabili.', '5': "Revoca\n1. Ciascun Consigliere Regionale, ove ricorrano gravi\ne fondati motivi, propone la revoca della nomina di\nsoggetti nominati ai sensi della presente legge.\n2. La proposta va inoltrata ai Presidenti della Giunta\no del Consiglio a seconda delle competenze e munita di\ncircostanziata motivazione.\n3. Le contestazioni vanno immediatamente notificate\nall' interessato che può controdedurre per iscritto.\n4. Le contestazioni e le eventuali controdeduzioni dovranno\nessere integralmente recepite nel corpo dell' atto\ncon il quale si provvede.\n5. La Giunta o il Consiglio devono votare sulla proposta\nentro trenta giorni dal deposito della richiesta di\nrevoca.", '6': "Incompatibilità ed ineleggibilità \n1. Fatte salve le disposizioni previste dalla Legge\n18 gennaio 1992, n. 16, non possono essere eletti, nominati\no designati negli organismi di cui all' art. 1 della presente\nlegge:\na) i membri del Parlamento nazionale ed europeo, dei\nConsigli regionali, provinciali e comunali, delle Comunità \nmontane e degli altri organismi previsti dalla Legge\n142/ 90, nonchè coloro i quali hanno svolto le anzidettefunzioni nell' anno precedente a quello in cui deve avvenire\nla nomina o la designazione;\nb) i dipendenti dell' Amministrazione a cui compete\nla vigilanza;\nc) i dipendenti dello stato e della Regione che comunque\nassolvono mansioni inerenti all' esercizio della vigilanza\nsugli enti, istituzioni ed organismi;\nd) i membri di organismi tenuti ad esprimere parere\nsu provvedimenti degli organi, degli Enti, ed Istituzioni;\ne) i magistrati ordinari, del Consiglio di Stato, dei Tribunali\nAmministrativi regionali, della Corte dei Conti\ne di altra giurisdizione speciale ed onoraria;\nf) gli avvocati o procuratori presso l' Avvocatura dello\nStato;\ng) gli appartenenti alle Forze Armate in servizio permanente\neffettivo;\nh) coloro che prestano attività di consulenza o di collaborazione\npresso la Regione o presso gli Enti sottoposti\nal controllo regionale o interessati alla nomina o alla\ndesignazione;\ni) coloro che ricoprono - o che hanno ricoperto nell'\nanno antecedente alla nomina - incarichi direttivi o\nesecutivi nei partiti a livello provinciale, regionale o nazionale;\nl) i dipendenti a qualsiasi titolo dei gruppi politici e\ndelle segreterie particolari dei sindaci, dei presidenti e\ndegli assessori della Regione, delle Province, dei Comuni\ne delle Comunità montane.\n2. Le cause ostative previste dal presente articolo si\napplicano altresì alle norme di competenza degli Enti\nistituiti con leggi regionali.\n3. La sopravvenienza di una delle cause ostative previste\ndal presente articolo, comporta la decadenza della\nnomina o della designazione.", '7': "Prorogatio\n1. Gli organi amministrativi scaduti devono essere\nrinnovati obbligatoriamente entro il termine di quarantacinque\ngiorni dalla scadenza del termine di durata per\nciascuno di essi previsto dalla legge.\n2. In tale periodo, gli organi scaduti possono adottare\nsolo gli atti urgenti e indifferibili, con indicazione specifica\ndei motivi di urgenza e indifferibilità .\n3. Decorso il termine di cui al primo comma senza\nche si sia proceduto al rinnovo, gli organi amministrativi\ndecadono.\n4. Nei casi in cui i titolari della competenza al rinnovo\nsiano il Consiglio regionale o la Giunta regionale e\nquesti non procedano, almeno tre giorni prima del termine\ndi cui al primo comma, la relativa competenza è \ntrasferita rispettivamente al Presidente del Consiglio regionale\nsu parere dell' Ufficio di Presidenza, se espresso,\ned al Presidente della giunta, i quali devono comunque\nprovvedere entro tale termine.", '8': "Dovere dei nominati1. Coloro che sono nominati con la procedura prevista\ndalla presente legge sono tenuti, entro 15 giorni dalla\nnotifica della nomina, a comunicare al Presidente del\nConsiglio regionale o della Giunta regionale l' inesistenza\no la cessazione delle situazioni di incompatibilità di\ncui all' art. 6, nonchè l' intervenuta dichiarazione, ai fini\nfiscali, di tutti i propri redditi a norma degli articoli 8\ne 10 della Legge 24 gennaio 1978, n. 14.\n2. Qualora, successivamente, i nominativi vengano a\ntrovarsi in una delle situazioni di incompatibilità di cui\nal precedente comma, sono tenuti a darne immediata comunicazione\nal Presidente del Consiglio o della Giunta\nregionale.\n3. La mancanza della comunicazione o la rimozione\ndelle cause di incompatibilità , di cui ai precedenti commi,\ncomporta la decadenza dalla nomina, salva la validità \ndegli atti compiuti.\n4. I rappresentanti della Regione, come sopra nominati,\ndevono tenere conto delle direttive del Consiglio ovvero\ndella Giunta, in caso di nomine di competenza di\nquesta, e sono tenuti, se richiesti, a riferire agli organi\nstessi della Regione.", '9': "Iscrizione all' ordine del giorno\ndel Consiglio regionale\n1. Il Presidente del Consiglio regionale iscrive di ufficio\nall' ordine del giorno del Consiglio, indipendentemente\ndai calendari di lavoro del Consiglio stesso, le nomine\nproposte o le designazioni, antecedente alle scadenze,\nsalvo diverso termine previsto dalla legge e, comunque,\nnon oltre il trentesimo giorno dalla richiesta dall'\norgano od Ente interessato, ove la nomina proposta o\nla designazione, sia a questa subordinata.", '10': '\nPubblicazione\n1. Gli elenchi delle nomine che devono effettuarsi sono\npubblicate dalla Presidente del Consiglio regionale\ne della Giunta regionale nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania e sui quotidiani a diffusione regionale,\nalmeno trenta giorni prima della loro scadenza.', '11': '\nNorma abrogativa\n1. La legge regionale 24 aprile 1980, n. 26 è abrogata.', '12': "\nDichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'\narticolo 127, secondo comma, della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nNapoli, 1 marzo 1993"}
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{'1': "Principi generali\n1. La presente Legge Regionale, nel rispetto dei principi\ngenerali ed in particolare dell' art. 6 del DPR 915/ 82,\nart. 1 ter della Legge 441/ 87, Legge 475/ 88, DPCM del\n3 agosto 1990 e DM 29 maggio 1991, fissa gli obiettivi,\ndetta le norme generale e le procedure per la redazione\ne l' attuazione del Piano di smaltimento dei rifiuti, individuando\nstrumenti ed interventi, da sottoporre al disposto\ndell' ultimo comma dell' art. 9 della presente legge, ai\nfini di assicurare condizioni di compatibilità con quanto\nindicato al successivo art. 2.\n2. La presente legge fissa anche le norme di salvaguardia\ne transitorie.", '2': 'Obiettivi del piano di smaltimento dei rifiuti\n1. Costituiscono obiettivi del Piano:\na) il pareggio tra la quantità di rifiuti prodotti e quella\na qualsiasi titolo tratta e smaltita in Campania. I sistemi\ndi trasporto e smaltimento dei rifiuti, di qualsiasi\ntipo programmati e/ o autorizzati a qualsiasi titolo dalla\nRegione, vanno dimensionati in ragione della sua esigenza\ndi smaltire i rifiuti prodotti in Campania;\nb) la riduzione progressiva della quantità e il miglioramento\ndella qualità dei rifiuti speciali e/ o tossici e nocivi,\nda perseguire anche attraverso direttive alle aziende\npubbliche e private, per la riqualificazione dei cicli\nproduttivi e tecnologici;\nc) il recupero del << rifiuto solido urbano >> e del << materiale\nriciclabile >> quale << risorsa rinnovabile >>. La riduzione\nper il triennio 1993/ 1995 del numero e della capacità \nin peso e in volume delle discariche mediante tecnichedi compattazione e, principalmente attraverso la raccolta\ndifferenziata, fino al 50% della quantità attuale. Le\nfinalità per il triennio consistono:\nI. - 1993: 10% raccolta differenziata - 5% riciclo e riuso\n- 5% compattazione;\nII. - 1994: 20% raccolta differenziata - 10% riciclo e\nriuso - 10% compattazione;\nIII. - 1995: 25% raccolta differenziata - 15% riciclo\ne riuso - 10% compattazione;\nd) il censimento ed il programma di risanamento delle\naree regionali degradate e inquinate da scarichi abusivi\ne da qualsiasi altro titolo eseguiti;\ne) il contenimento della tassa sui rifiuti compatibilmente\ncon la elevata qualità dei servizi;\nf) la promozione nelle scuole di un percorso educativo\nmirante a modificare i comportamenti rispetto alla\n<< produzione e alla gestione del rifiuto >>.', '3': "Composizione del Piano\n1. Il Piano Regionale di organizzazione dello smaltimento\ndei rifiuti si compone;\na) relazione e tabelle;\nb) carta dei vincoli;\nc) carta dei Bacini di utenza;\nd) carta della localizzazione degli impianti e delle\nstrutture di smaltimento, esistenti e finanziati.\n2. Due originali degli allegati cartografici al Piano sono\ndepositati presso l' Area Generale di Coordinamento\nAffari Generali della Giunta regionale.", '4': "Vincoli\n1. Il Piano di cui all' art. 1 è elaborato nel rispetto dei\nvincoli idrogeologici, paesaggistici, urbanistici, archeologici,\nsismici di prima categoria, parchi e riserve naturali\nesistenti o in programmazione, aree geologicamente\ninstabili, aree ad elevato rischio di crisi ambientale,\ninfrastrutture primarie e di tutte le altre prescrizioni stabilite\ndalla delibera del Comitato Interministeriale e dal\nMinistero per l' Ambiente in ottemperanza del DPR\n915/ 82 e da quelle delle Programmazioni e Pianificazioni\nRegionali.\n2. Il Piano è formulato nel rispetto delle prescrizioni\npreviste dal DM 29 maggio 1991 << Indirizzi generale per\nla regolamentazione della raccolta differenziata dei rifiuti\nsolidi >>.\n3. Le prescrizioni normative contenute nel Piano assumono\nefficacia vincolante per tutti i soggetti pubblici\ne privati che esercitano attività nello smaltimento dei\nrifiuti.", '5': "Bacini di utenza\n1. Ai fini della elaborazione del Piano il territorio regionale\nè suddiviso in bacini. Nella definizione di bacini\nil Piano tiene conto della produzione di rifiuti solidi urbani,\nindustriali e speciali, anche in funzione delle articolazionidei Comuni, ai sensi della Legge 142/ 90, allorchè \ncostituite.\n2. Il dimensionamento del Piano è correlato alla quantità \ndei rifiuti prodotti sul territorio regionale.\n3. La produzione di rifiuti solidi urbani ed assimilati\npro - capite di riferimento per l' aggiornamento del Piano\nè fornita annualmente dal catasto e dall' Osservatorio di\ncui agli artt. 7 e 9 della presente legge.\n4. In sede di prima elaborazione il Piano è dimensionato\nsulla produzione di Kg. 0,8/ d medio per abitante.", '6': "Soggetti attuatori del Piano\n1. I soggetti attuatori del Piano sono i Comuni, i Consorzi\ndi Comuni e le Comunità Montane.\n2. Essi possono costituire società miste con la partecipazione\ndi imprese singole o associate per la realizzazione\ndi impianti di smaltimento previsti dal Piano.\n3. Inoltre i Comuni possono esplicare le varie attività \ndi smaltimento dei rifiuti secondo le norme stabilite\ndalla Legge 142/ 90 od Enti e Imprese specializzate, debitamente\nautorizzate con provvedimenti regionale.\n4. Nei casi in cui i Comuni non provvedono, entro sei\nmesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,\na costituire gli organismi consorziali per la costituzione\ne la gestione associata degli impianti di smaltimento\ndei bacini individuati del Piano, ed ove i comportamenti\nomissivi degli Enti obbligati determinino grave pregiudizio\nalla tutela della salute pubblica o dell' ambiente,\nla Giunta regionale vi provvede, in via sostitutiva, entro\n90 giorni.", '7': "Catasto regionale dei rifiuti\ne degli impianti di smaltimento\n1. In attuazione dell' art. 6, lett. e) del DPR\n10 settembre 1982, n. 915 ed art. 3 della Legge 9 novembre 1988,\nn. 475, presso il Settore Tutela dell' Ambiente è istituito\nil << Catasto regionale dei rifiuti e degli impianti di\nsmaltimento >>.\n2. Il catasto è articolato territorialmente su base provinciale;\nè soggetto ad aggiornamenti periodici.\n3. La Giunta regionale, nella fase di prima attuazione\ndel Piano, ne cura l' organizzazione attraverso il Settore\nTutela dell' Ambiente, utilizzando i Settori Centrali\ne Provinciali di riferimento dell' Area stessa.", '8': "Comitato di esperti\n1. Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della\npresente legge, a Giunta regionale istituisce, nomina\ne regolamenta, in attuazione della deliberazione\n27 luglio 1984 del Comitato Ministeriale di cui all' art. 5 del\nDPR 915/ 82, nonchè in attuazione dell' art. 6 della Legge\n349/ 86 del DPCM 377/ 88 e del DPCM del\n27 dicembre 1988 per la valutazione degli studi e relative\nosservazioni di carattere tecnico di impatto ambientale sugli\nimpianti previsti dal Piano, un Comitato di espertiformato da:\na) l' Assessore regionale all' Ambiente, o un suo delegato\nche lo presiede;\nb) un architetto;\nc) un laureato in scienze naturali;\nd) un ingegnere sanitario;\ne) un dottore economista esperto in analisi d' investimento;\nf) un medico igienista;\ng) un chimico;\nh) un biologo;\ni) un geologo;\nl) un agronomo.", '9': "Osservatorio di rifiuti regionali\n1. In attuazione della Legge 475/ 88, artt. 2 e 3, è istituito\npresso il Settore Tutela dell' Ambiente, l' << Osservatorio\nRegionale sulla produzione e smaltimento dei rifiuti >>\ncon particolare riferimento a quelli di origine industriale,\nnonchè di quelli ad obbligo di comunicazione\nal catasto e sul recupero delle materie secondarie.\n2. L' Osservatorio raccoglie, valuta e verifica i dati inerenti\ni rifiuti avvalendosi delle strutture dei settori centrali\ne provinciali dell' Area Ecologica, Tutela dell' Ambiente,\nProtezione Civile e Disinquinamento.\n3. Presso l' Osservatorio è istituito il registro dei carichi\ne dei trasporti dei rifiuti, rifiuti solidi urbani e assimilabili\nda fango di depurazione e ospedalieri, industriali,\ntossici e nocivi.\n4. I soggetti obbligati dovranno comunicare anche all'\nOsservatorio le informazioni dovute, con cadenza mensile\nspecificando qualità , quantità , provenienza del rifiuto,\nsua destinazione e la collazione dell' impianto.\n5. La inadempienza comporta la revoca dell' autorizzazione.\n6. L' Assessore all' Ambiente presenterà annualmente\nal Consiglio regionale relazione sul conseguimento degli\nobiettivi e sullo stato di attuazione del Piano.", '10': "\nValutazione ed approvazione dei progetti\n1. In attuazione dell' art. 6 del DPR n. 915/ 82 per l' istruttoria\ndelle domande di autorizzazione ad esercitare\nattività di smaltimento dei rifiuti ed in esecuzione all'\nart. 3/ bis Legge 441/ 87 per l' approvazione di nuovi impianti\ndi trattamento e stoccaggio dei rifiuti urbani speciali,\ntossici e nocivi, la Giunta regionale approva i progetti\npresentati dai soggetti di cui all' art. 6 della presente legge.\n2. I progetti delle opere previste dal Piano devono essere\npresentati dai soggetti di cui all' art. 6 entro 90 giorni\ndal termine fissato per la costituzione degli organismi\nconsortili.\n3. I progetti degli impianti devono essere conformi\nalle indicazioni del Piano e fermo restando gli elementi\nprevisti dalla Legge 29 ottobre 1987 n. 441 e cioè , i tempi\ne le modalità di attuazione dei lavori, nonchè dei costi\nprevisti e lo studio di impatto ambientale riferito alle\nemissioni inquinanti in atmosfera, alla utilizzazionedi acqua del processo produttivo e loro immissione nel\nsuolo e sottosuolo ed alle emissioni sonore prodotte dall'\nintervento, devono contenere i seguenti ulteriori\nelementi:\na) descrizione delle caratteristiche principali ed accessorie\ndelle opere da eseguire;\nb) relazione tecnica sulle cautele e gli accorgimenti\natti ad evitare danni e rischi alla collettività ed all' ambiente;\nc) descrizione delle principali caratteristiche di processo\ne dei materiali impiegati;\nd) l' indicazione della localizzazione dell' intervento\ncon riferimento alla sua potenziale incidenza spaziale,\nterritoriale e sulle risorse naturali e alla sua corrispondenza\nai Piani urbanistici, paesistici, territoriali e di settore,\nagli eventuali vincoli paesaggistici, archeologici, demaniali\ned idrogeologici;\ne) descrizione dei dispositivi di prevenzione, eliminazione,\nmitigazione e recupero delle alterazioni all' ambiente\ncon riferimento alle scelte progettuali;\nf) relazioni sulla descrizione dei dispositivi di selezione\npreliminare di cui al primo comma dell' art. 3 della\nLegge 441/ 87 sopra citata;\ng) le misure di ripristino dell' area interessata dopo\nla chiusura dell' impianto, ai fini del suo reinserimento\nambientale.\n4. In applicazione del primo e secondo comma dell'\nart. 11 della presente legge, la Giunta regionale, entro\ntre mesi dal termine di cui al comma secondo, approva\ni progetti dopo aver espletato le conseguenti procedure\npreviste dall' art. 8 e dall' art. 11 ed aver acquisito il parere\ndel Comitato Tecnico Regionale.", '11': "\nLocalizzazione alternativa degli impianti\ne delle discariche\n1. Le opere previste dal Piano vanno sottoposte a valutazione\ndi impatto ambientale ai sensi della Legge\n349/ 86.\n2. La Giunta regionale, sentito il parere del Comitato\ndi cui all' art. 8 della presente legge ed esaminate le\nosservazioni pervenute, decide sulla localizzazione delle\nopere di cui al comma precedente.\n3. In sede attuativa del Piano, in presenza di accertata\nindisponibilità dell' area prevista per la localizzazione\ndella struttura di trattamento e/ o stoccaggio dei rifiuti\npotrà essere individuata località alternativa previa\nvalutazione di impatto ambientale.\n4. In tal caso, nel rispetto della descrizione di cui all'\narticolo 4 della presente legge, la Giunta regionale, sentiti\ni Comuni e le Province interessate, approva con proprio\natto deliberativo la nuova localizzazione dell' impianto.", '12': "\nControllo e sanzioni\n1. In materia di controlli e sanzioni sullo smaltimento\ndei rifiuti di qualsiasi categoria, la Giunta regionale,\nfermo restando le funzioni previste dall' art. 17 del DPR915/ 82, e quanto previsto dalla Legge 24 novembre 1981\nn. 689, entro tre mesi dall' entrata in vigore della presente\nlegge provvederà a predisporre il regolamento applicativo\nda sottoporre al Consiglio regionale.", '13': "\nFasi della legge\n1. In fase di prima attuazione della legge e del Piano\npreliminare, di cui all' allegato << A >> che costituisce parte\nintegrante della presente legge, si regolamenta il prosieguo\ndell' attività esistente e attraverso gli Organismi\nistituti con gli articoli 7, 8 e 9 della presente legge si raccolgono\ned elaborano i dati rilevati sulla qualità e quantità \ndei rifiuti prodotti in Campania.\n2. Entro 6 mesi dall' entrata in vigore della presente\nlegge, la Giunta regionale sulla scorta dei dati elaborati\nformula la proposta definitiva - II fase del Piano\nda sottoporre all' approvazione del Consiglio regionale,\n3. Gli impianti, approvati e finanziati, potranno essere\nrealizzati nei limiti previsti dalla presente legge e\ndopo che saranno state espletate le procedure previste\ndalla legge stessa.\n4. Sulla base delle risultanze e dei dati elaborati nella\nprima fase di attuazione del Piano preliminare, gli impianti\nprevisti dovranno essere adeguati nella potenzialità \ne nella spesa alle quantità e qualità dei rifiuti censiti\nper ogni bacino di utenza, modificando le tabelle e la\ncartografia di riferimento.\n5. I soggetti attuatori di cui all' art. 6 potranno presentare\ni progetti secondo le indicazioni del Piano aggiornato\ne con le norme e i vincoli previsti dalla presente\nlegge.\n6. Nella prima fase del Piano, la Giunta Regionale\nprovvede ad adeguare le azioni per conseguire gli obiettivi\ndi cui all' art. 2.\n7. Sulle azioni e gli adeguamenti di cui ai precedenti\ncommi, la Giunta regionale relazionerà semestralmente\nal Consiglio regionale sull' andamento di attuazione\ndel Piano.", '14': "\nPiano di bonifica aree regionali degradate ed inquinate.\nCensimenti e Piano di bonifica in attuazione dell' art. 9\ndel DPR 915/ 82, dall' art. 5 della Legge 441/ 87\ne dell' art. 9 della Legge 475/ 88\n1. Entro sei mesi dall' entrata in vigore della presente\nlegge, la Giunta regionale provvederà a predisporre\nil Piano di bonifica delle aree regionali inquinate e degradate\nda sottoporre all' approvazione del Consiglio regionale.\n2. In sede di prima attuaziome del Piano la definizione\ndei bacini tiene conto delle disposizioni e delle competenze\npreviste dal DPR 915/ 82 integrate da quelle previste\ndagli artt. 17 e 19 della Legge 142/ 90 per quanto\ncompatibile.\n3. L' ampiezza dei bacini è calibrata sul rapporto ottimale\ncosti/ benefici derivanti dal dimensionamento degli\nimpianti di trattamento.4. Il modelli gestionale è quello previsto dagli artt º\n24 - 24- 25 - 26 della Legge 142/ 90 allorquando costituiti.\n5. Gli impianti di trattamento di rifiuti sono assimilati\nad infrastrutture di servizio secondo la tipologia di\nopere previste dalla LR del 31 ottobre 1978 n. 51.", '15': "\nCensimento, risanamento, controllo delle aree regionali\ndegradate e inquinate da scarichi abusivi.\n1. Al fine di avere l' esatta conoscenza della situazione\ndelle discariche abusive, la Regione, tramite ciascun\nComune e Provincia della Campania, effettuerà , entro tre\nmesi dall' entrata in vigore della presente legge, il censimento\ndelle aree a qualsiasi titolo divenute discariche\nabusive.\n2. Ciascun Comune indicherà la localizzazione e l' estensione,\nsu scala 1 a 10.000, i titoli di proprietà e/ 0 di\npossesso delle aree interessate a qualsiasi titolo al fenomeno\ndello scarico abusivo.\n3. Di concerto con le UUSSLL e le Province sarà accertata,\nai sensi del DPR 915/ 82 e successive modifiche\ned integrazioni, la natura del rifiuto abusivamente\nsversato nelle suddette discariche.\n4. Fermo restando quando di obbligo del Sindaco ai\nsensi del II comma art. 9 del DPR 915/ 82, entro i successivi\ntre mesi, la Giunta regionale predisporrà un piano\ntecnico ed economico per il risanamento di tali aree\ncome previsto dall' art. 14.\n5. Nelle richieste della Regione al Governo centrale\ne alla Comunità Europea, carattere prioritario assume\nla copertura finanziaria di tale Piano.\n6. Per la copertura di tale Piano si provvederà , dopo\naverne determinato l' onere con opportuna manovra di\nbilancio, a partire dal bilancio annuale 1993 e triennale\n93/ 95, anche con risorse regionali.\n7. Trimestralmente i Sindaci invieranno, oltre che alle\nProvince, anche alla Regione relazione sull' attuazione\ndel comma 2 del citato art. 9.\n8. Il censimento di cui al precedente comma 1, nonchè \nle relazioni trimestrali dei Sindaci, saranno inviate\nal Presidente della Giunta regionale.", '16': "\nRaccolta differenziata\n1. Per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani\ned assimilati, la Giunta regionale entro sei mesi dall'\nentrata in vigore della presente legge, provvederà a predisporre\nun piano programma da sottoporre all' approvazione\ndel Consiglio regionale che, sulla base dei censimenti\ndi cui all' art. 6 del DM 29 maggio 1991, definirà \nle tipologie di conferimento e di trattamento finale\ndelle diverse frazioni derivanti dalla raccolta differenziata\ndi rifiuti solidi urbani ed assimilati ed inoltre provvederà :\na) alla definizione delle modalità di conferimento\ncentralizzato dei prodotti finali, di cui al 1o comma, provenienti\nanche dalle zone territoriali a prevalente vocazione\nagricola, per i mercati i negozi ortofrutticoli, pergli esercizi alberghieri di ristorazione e mensa, per i quali,\nin aggiunta alla raccolta differenziata, i Comuni possono\nprevedere sistemi di triturazione e compostaggio\npresso gli utenti, ed un piano per il loro riuso in agricoltura,\nfloricoltura e giardinaggio;\nb) agli appositi interventi e contributi a sostegno dell'\nintera filiera del sistema della raccolta differenziata,\nivi compreso il sostegno delle attività svolte da cooperative\ned aziende pubbliche e private del comparto:\nc) all' incentivazione per sviluppare l' attività di ricerca\ne di informazione, per l' impiego di tecnologie avanzate,\na tutti i livelli dell' ordinamento scolastico e delle\nAssociazioni ambientalistiche operanti sul territorio regionale,\nvolta a formare la coscienza dei cittadini sulla\nnecessità di considerare il rifiuto quale risorsa economica -\nfinanziaria;\nd) all' affidamento, alla filiera di attività della raccolta\ndifferenziata, di priorità dei finanziamenti delle\nconcessioni di incentivazioni di qualsiasi titolo di risorse\ncomunitarie, nazionale e regionali.", '17': "\nNorme transitorie\n1. Gli impianti esistenti continueranno a svolgere le\nloro attività di smaltimento nel limite di capacità massima\ne temporale fissato dalla autorizzazione regionale\nprevia valutazione di impatto ambientale. La complessiva\ncapacità di smaltimento degli impianti e delle strutture\nautorizzati e in esercizio alla data di entrata in vigore\ndella presente legge, viene adeguata alle previsioni\ndel Piano e non può superare del 5% la quantità di rifiuti\nprodotti dalla Regione. La complessiva capacità di\nsmaltimento di cui al precedente capoverso è comprensiva\ndelle discariche comunali autorizzate.\n2. In caso di emergenza la Giunta regionale propone\nal Consiglio i provvedimenti del caso.\n3. FIno alla realizzazione degli impianti di trattamento\nprevisto dal Piano, le discariche rifiuti solidi urbani\ncomunali di cui all' art. 1/ bis della Legge 441/ 87, compatibilmente\ncon le quantità definite dal progetto di adeguamento,\nsono autorizzate a smaltire i rifiuti di Comuni\nlimitrofi previo assenso del Comune titolare della discarica.\n4. Per gli impianti di trattamento dei rifiuti di origine\nindustriale attualmente in esercizio e non compresi\nnel Piano, alla scadenza dell' autorizzazione regionale, potranno\nessere concesse proroghe solo in presenza di miglioramenti\ntecnici - impiantistici previsti nel Piano. Tali\nproroghe potranno essere accordate previa valutazione\ndell' impatto ambientale. Gli impianti non possono trattare\npiù del 10% dei rifiuti effettivamente prodotti in\nCampania.\n5. In fase di attuazione del Piano i soggetti privati\nsingoli o associati, titolari di autorizzazione regionale,\nall' attività di stoccaggio e trattamento dei rifiuti non possono\npartecipare sotto qualsiasi forma all' attività di raccolta\ne trasporto. I titolari dell' autorizzazione al trasportopotranno essere autorizzati all' esercizio dell' attività \nanche senza l' assenso del titolare della discarica e/ o dell'\nimpianto di trattamento. La discarica e/ o l' impianto di\ntrattamento presso cui dovrà essere trasportato il rifiuto\nper lo smaltimento sarà prescelta dal produttore tra\nquelle regolarmente in esercizio e con sufficiente capacità \ndi ricezione.\n6. In fase di prima attuazione del Piano la definizione\ndei bacini tiene conto delle disposizioni e delle competenze\npreviste dal DPR 915/ 82 integrate da quelle previste\ndagli artt. 17 e 19 della Legge 142/ 90. L' ampiezza\ndei bacini è calibrata sul rapporto ottimale costi/ benefici\nderivante dal dimensionamento degli impianti di trattamento.\n7. Il modello gestionale è quello previsto dagli arttº\n23, 24, 24 e 26 della Legge 142/ 90.\n8. Gli impianti di trattamento di rifiuti sono assimilati\nad infrastrutture di servizio secondo la tipologia di\nopere previste dalla legge regionale 31 ottobre 1978, nº\n51.", '18': "\nNorme finali\n1. Sono fatte salve le prerogative di cui all' art. 12 del\nDPR 915/ 82 inerenti le ordinanze contingibili e urgenti\nper la salvaguardia della salute pubblica e dell' impatto\nambientale.\n2. In ogni caso, a tutti i Comuni, Enti e Imprese, che\ngestiscono gli impianti in esercizio sul territorio regionale,\nè fatto divieto di trattare i rifiuti di qualsiasi tipologia\nprodotti fuori dalla Campania.\n3. La Giunta regionale provvederà ad adeguare tutte\nle autorizzazioni difformi dagli obiettivi e dalle norme\ndella presente legge.\n4. La spesa occorrente per la prima applicazione della\npresente legge, è determinata in L. 5.000 milioni da\nprelevare dal capitolo 1040 e con la istituzione di apposito\ncapitolo che sarà previsto nella legge di assestamento\ndel bilancio 1992.\n5. Per quanto non previsto dalla presente legge\nregionale, si rimanda alle leggi nazioni vigenti che regolano\nla materia.", '19': "\nDichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del\n2o comma dell' art. 127 della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli 10 febbraio 1993", '20': '\nPiano preliminare di organizzazione\ndei servizi di smaltimento rifiuti\ndella Regione CampaniaRelazione'}
null
campania
1,993
9
null
{'1': "(Finalità e campo di applicazione)\n1. La Regione Campania riconosce e valorizza, nel\nrispetto del pluralismo, le attività delle organizzazioni\ndi volontariato che promuovono e realizzano, mediante\nautonome iniziative, forme di solidarietà sociale e di impegno\ncivile tese a superare l' emarginazione, migliorare\nla qualità della vita e le relazioni umane, prevenire\ne rimuovere situazioni di bisogno e salvaguardare l' ambiente.\n2. La Regione Campania favorisce l' apporto delle organizzazioni\ndi volontariato, nel rispetto della loro autonomia,\nal conseguimento delle finalità dello Statuto regionale\ne degli Statuti degli Enti Locali.\n3. Le attività di volontariato che la Regione favorisce,\nanche ai fini delle convenzioni di cui all' art. 5 della\npresente legge, riguardano tutte le materie di competenza\nregionale.\n4. Sono prioritarie le attività riguardanti i seguenti\nsettori:\na) servizi socio - sanitari e assistenziali;\nb) miglioramento della qualità di vita protezione\ndei beni culturali e tutela dell' ambiente;\nc) iniziative per l' educazione permanente e la partecipazione\ncivile, complementari ed esterne alla struttura\nscolastica e ai centri sociali.", '2': "(Attività di volontariato)\n1. Ai fini della presente legge, per attività di volontariato,\nsi intendono quelle prestazioni offerte dai cittadini\nin modo personale, spontaneo e gratuito, attraverso\norganizzazioni regolarmente costituite, anche se prive\ndi personalità giuridica, che operano esclusivamenteper fini di solidarietà , senza scopo di lucro anche indiretto\ne di remunerazione da parte dei singoli aderenti.\n2. Le attività sono comunque quelle previste dall' artº\n2 della legge 11 agosto 1991, n. 266, recante: << Legge -\nquadro sul volontariato >>.", '3': "(Organizzazione di volontariato)\n1. Sono considerate organizzazioni di volontariato\nquegli organismi liberamente costituiti che svolgono le\nattività di cui all' art. 1 della presente legge avvalendosi\ndelle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri\naderenti e che concorrono a realizzare i programmi\ndi politica sociale dell' Ente Locale e della Regione.\n2. Lo Statuto, l' accordo fra gli aderenti o l' atto costitutivo\ndelle organizzazioni di volontariato devono esplicitamente\nprevedere:\na) la finalità dell' organismo associativo;\nb) la democraticità della struttura;\nc) l' elettività e la gratuità delle cariche associative;\nd) i criteri di ammissione degli aderenti nonchè i loro\ndiritti e doveri;\ne) l' obbligo della formazione del bilancio preventivo\ne consuntivo; modalità di approvazione da parte dell' Assemblea\ndegli aderenti;\nf) l' assenza di fini di lucro.", '4': "(Registro di volontariato)\n1. E' istituito presso la Giunta regionale della Campania\nil Registro regionale del volontariato organizzato.\n2. Le associazioni che svolgono istituzionalmente le\nattività di cui all' art. 1 e che siano in possesso dei requisiti\ndi cui all' art. 2, e che abbiano operato nell' ambito\ndella Regione da almeno un anno, possono chiederne l' iscrizione\npresentando domande al presidente della Giunta\nregionale corredata da:\na) statuto dell' associazione, accordo e atto costitutivo\ncon l' indicazione del legale rappresentante e della\nsede;\nb) elenco nominativo degli aderenti che ricoprono le\ndiverse cariche associative;\nc) relazione concernente le attività svolte nel precedente\nanno solare con relativa documentazione e bilancio\neconomico consuntivo.\n3. Sulla domanda delibera entro tre mesi la Giunta\nregionale previo parere della Consulta di cui all' art. 8.\n4. L' iscrizione al Registro determina il riconoscimento\ndi idoneità e di interesse pubblico.\n5. Qualora vengano meno i requisiti richiesti per l' iscrizione\nal Registro la Giunta diffida a ripristinare lo\nstato preesistente, in caso di non ottemperanza, entro\ntre mesi dalla diffida, la Giunta regionale ne delibera la\ncancellazione con provvedimento motivato.\n6. La Regione pubblica, annualmente, il Registro aggiornato\ndelle organizzazioni nel Bollettino Ufficiale della\nRegione e ne invia copia all' Osservatorio Nazionaledel volontariato.\n7. Ogni due anni le associazioni di volontariato devono\npresentare alla Consulta regionale del volontariato\nuna relazione sull' attività svolta, le eventuali convenzioni\nstipulate con gli Enti Pubblici e/ o privati, l' elenco degli\nassociati, le eventuali variazioni intervenute nello statuto,\nnel regolamento e nelle cariche associative. La mancata\npresentazione della documentazione entro il 31 dicembre\ndel secondo anno di iscrizione comporta automaticamente\nla cancellazione dal Registro regionale.", '5': "(Convenzioni)\n1. La Regione e gli Enti Locali, singoli o associati, possono\nstipulare convenzioni per attuare iniziative di cui\nall' art. 1 con istituzioni, associazioni e organizzazioni di\nvolontariato iscritte al Registro Regionale da almeno sei\nmesi e che dimostrino attitudine e capacità operative.\nLe convenzioni devono prevedere:\na) la tipologia delle prestazioni, il progetto dettagliato\ndell' intervento e la sua durata;\nb) l' elenco nominativo delle persone fisiche che saranno\nimpegnate come volontarie e la loro competenza\nprofessionale;\nc) l' impegno a svolgere con continuità le attività \nconvenzionate;\nd) le modalità di coordinamento fra l' associazione di\nvolontariato e l' Ente pubblico proponente;\ne) la copertura assicurativa a carico dell' Ente pubblico\ndel rischio di infortunio subito o provocato dall' operatore\nvolontario, durante l' espletamento dell' attività \nconvenzionata;\nf) la disciplina dei rapporti finanziari, ivi comprese\nle modalità di rendicontazione;\ng) la verifica periodica dei risultati conseguiti;\nh) le cause e modalità di rescissione delle convenzioni.\n2. Tutte le convenzioni debbono essere comunicate,\ndopo la stipula, alla Consulta regionale di cui all' art. 8\ndella presente legge e pubblicate entro un mese nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\n3. Il contributo regionale viene erogato per non oltre\nil 50% quale anticipazione e il saldo a presentazione del\nrendiconto.\n4. Le convenzioni che riguardano attività di volontariato\ngià previste da leggi regionali dovranno indicare\nparametri, condizioni e criteri previsti da queste ultime.", '6': "(Centri di servizio degli Enti Locali)\n1. Le Province e i Comuni della Campania possono\nistituire, in forza della presente legge, nell' ambito delle\nproprie competenze, centri di servizio a disposizione delle\nOrganizzazioni di volontariato presenti sul loro territorio,\nda gestire con la collaborazione di esse, sempre\nche siano iscritte al Registro regionale del volontariato.\n2. Gli Enti Locali e la Regione Campania possono concedere\nin uso immobili o locali propri alle Organizzazionidi volontariato per lo svolgimento delle attività stesse.", '7': "(Osservatorio regionale del volontariato)\n1. Con decreto del Presidente della Giunta regionale,\nprevia conforme deliberazione della Giunta regionale,\nsu proposta dell' Assessore ai Servizi Sociali, è istituito\nl' Osservatorio regionale per il volontariato, presieduto\ndall' Assessore ai Servizi Sociali o da un suo delegato\ne composto da dieci rappresentanti delle Organizzazioni\ne delle federazioni di volontariato operanti in almeno\ntre Province della Regione, da due esperti e da tre\nrappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente\nrappresentative.\n2. L' Osservatorio si avvale del personale, dei mezzi\ne dei servizi messi a disposizione dell' Assessorato ai Servizi\nSociali e ha i seguenti compiti:\na) provvedere al censimento delle Organizzazioni di\nvolontariato ed alla diffusione della conoscenza delle attività \nda esse svolte;\nb) promuovere ricerche e studi;\nc) fornire ogni utile elemento per la programmazione e lo\nsviluppo del volontariato;\nd) offrire sostegno e consulenza per progetti di informatizzazione\ne di banche dati nei settori di competenza\ndella presente legge;\ne) pubblicare un rapporto biennale e sull' andamento\ndel fenomeno e sullo stato di attuazione delle normative\nnazionali e regionali;\nf) pubblicare un bollettino periodico di informazione\ne promuovere altre iniziative finalizzate alla circolazione\ndelle notizie attinenti l' attività di volontariato;\ng) promuovere con cadenza triennale, una conferenza\nregionale del volontariato alla quale partecipano tutti\ni soggetti istituzionali, i gruppi e gli operatori interessati.", '8': "(Consulenza regionale del volontariato)\n1. Con decreto del Presidente della Giunta regionale,\nprevia conforme deliberazione della Giunta regionale,\nsu proposta dell' Assessore ai Servizi sociali, è costituita\nla Consulta regionale del volontariato. Essa è così \ncomposta:\na) Assessore regionale ai Servizi Sociali o suo delegato\nche la presiede;\nb) dodici rappresentanti della Associazione iscritte al\nregistro regionale eletti dai legali rappresentanti di tutte\nle organizzazioni iscritte riunite in assemblea, garantendo\ncomunque la rappresentanza delle cinque Province\ndella Campania, convocate dal Presidente della Giunta\nregionale all' inizio di ogni legislatura.\n2. Le funzioni di segretario vengono svolte dal funzionario\ndel servizio assistenza sociale, preposto a coordinare\nla segreteria della Consulta.\n3. I membri della Consulta restano in carica per la\ndurata della legislatura corrispondente.\n4. Hanno diritto a partecipare alle riunioni della Consultaanche gli Assessore regionali, o loro delegati, nei cui\nambiti di competenza rientrino i singoli argomenti all'\nordine del giorno di ciascuna seduta.\n5. Compete alla Consulta, avvalendosi delle strutture\ntecniche della segreteria operativa (segreteria e osservatorio):\na) esprimere alla Giunta regionale entro venti giorni\ndalla richiesta parere su proposte di legge, programmi\ne direttive che interessano i campi di intervento delle Associazioni\niscritte al Registro regionale e che richiedono\nuna convenzione;\nb) esaminare in sede preventiva e consuntiva i progetti\npervenuti da Enti Locali e/ o Associazioni di volontariato\nda sottoporre alla Giunta regionale per l' approvazione\ne il relativo finanziamento;\nc) esprimere parere sulla programmazione delle politiche\ndi assistenza sociale della Regione;\nd) esprimere parere sull' iscrizione al Registro regionale\ndelle Associazioni di volontariato;\ne) sostenere, anche in collaborazione dell' Ente Regionale,\niniziative di formazione, promozione ed aggiornamento\nper la prestazione dei servizi, per l' apporto legislativo\ne per le conoscenze delle politiche regionali.", '9': "(Rapporti tra volontariato e Enti pubblici)\n1. La Regione Campania disciplina, anche con delega\nagli Enti Locali, la facoltà di svolgere attività di volontariato\nall' interno di strutture pubbliche nel rispetto\ndei loro ordinamenti particolari.\n2. Tale diritto resta subordinato all' emanazione da\nparte delle autorità competenti di disposizioni riguardanti\nfra l' altro:\na) condizioni di ammissione all' accesso;\nb) Modalità di presenza e di comportamento del volontariato\nall' interno della struttura pubblica;\nc) il rispetto della libertà e della dignità personale,\ndelle convenzioni e della riservatezza degli utenti;\nd) potere di sorveglianza dell' amministrazione competente;\ne) i motivi e le procedure dell' esclusione all' accesso.\n3. L' attività di volontariato, anche se convenzionata,\nnon configura rapporto di dipendenza dall' Ente\npubblico.", '10': "\n(Programmazione annuale)\n1. Le domande per la realizzazione di servizi innovativi\ne/ o sperimentali devono essere presentate all' assessorato\nalla Assistenza sociale entro il 30 settembre di\nogni anno corredate dal relativo progetto e dal parere\ndegli Enti Locali interessati.\n2. La Giunta Regionale, sentita la Consulta, sancisce\ni criteri di scelta e priorità per le convenzioni da stipulare\ne per l' erogazione di contributi ai fini della realizzazione\ndei servizi innovativi o sperimentali ed in applicazione\ndegli stessi approva il piano annuale di riparto\ndei fondi per l' esecuzione delle convenzioni entro il 30\nnovembre di ogni anno.", '11': "\n(Norme transitorie)\n1. Nelle more dell' attuazione della presente legge, la\nGiunta regionale delibera l' iscrizione al registro regionale\ndel volontariato entro tre mesi dalla data di presentazione\ndella relativa domanda, sentito il parere della Vi\nCommissione Consiliare.", '12': "\n(Copertura finanziaria)\n1. Per la copertura delle spese relative alle convenzioni\ndi cui all' art. 5 stipulate dalla Regione e per gli oneri\nderivanti dall' applicazione degli artt. 7 e 8 della presente\nlegge si farà fronte con fondi propri della Regione mediante\nl' istituzione di apposito capitolo di bilancio dello\nstato di previsione della spesa con la declaratoria << Valorizzazione\ndei volontariato >> che per l' anno 1993 ammonta\na L. 400.000.000 (quattrocentomilioni).\n2. Con i fondi ricevuti per l' esecuzione delle convenzioni\nè fatto divieto alle organizzazioni di volontariato\ndi retribuire eventuale personale dipendente.\n3. Agli oneri per gli esercizi successivi si provvede con\nlegge di bilancio.", '13': "\n(Controllo)\n1. Gli Enti locali svolgono attività di sorveglianza sull'\neffettiva realizzazione dei servizi di volontariato per i\nquali sono state stipulate convenzioni o concessi fondi,\nimmobili o strumenti.\n2. I soggetti beneficiari della presente legge sono tenuti\na presentare a fine anno un rendiconto sull' utilizzazione\ndei contributi erogati.\n3. La Regione, in ogni caso, può disporre verifiche dirette\nad accertare la qualità delle attività realizzate dalle\norganizzazioni di volontariato.", '14': '\n(Rinvio)\n1. Per quanto non disciplinato dalla presente legge,\nsi rinvia alle disposizioni della Legge 11 agosto 1991, nº\n266.', '15': "\n(Dichiarazione d' urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nsuccessivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della regione Campania.\nNapoli, 8 febbraio 1993"}
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{'1': "1. In attesa del riordinamento dell' Istituto di Studi\ne Ricerche per la Programmazione e lo Sviluppo Economico\ndella Campania( IPSEC), diretto a rendere i\ncompiti e l' organizzazione meglio aderente ad una più \nintesa funzionale di programmazione del Consiglio e della\nGiunta regionale, tutti i poteri spettanti al Presidente,\nal Consiglio di Amministrazione ed al Comitato Scientifico\ndell' istituto, ai sensi della LLRR 19 agosto 1974\nn. 42 e 21 aprile 1980, n. 22 sono esercitati per un periodo\ndi mesi quattro, decorrenti dalla data di entrata in\nvigore della presente legge, da un Commissario Straordinario\nscelto tra i funzionari regionali, nominato dal\nPresidente della Giunta regionale con proprio decreto\nadottato su conforme deliberazione della Giunta.", '2': "(Dichiarazione d' urgenza)\n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\nart. 127 della Costituzione ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della\nRegione Campania.\nNapoli, 8 febbraio 1993"}
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25
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{'1': "1. La Regione Campania interviene con un contributo\nstraordinario di Lire 450 milioni a favore dei nuclei familiari\ncoinvolti nel crollo dell' edificio di via De Meis, n. 375\n- Ponticelli - Napoli avvenuto il 15 dicembre 1992.\n2. Il contributo sarà devoluto ai sopravvissuti ed agli\neredi legittimi delle vittime in ragione del danno subito e\nsarà ripartito per 1/ 5 in parti uguali tra i nuclei familiari\nche hanno subito soltanto danni materiali e per i restanti\n4/ 5 tra quei nuclei che oltre ai danni hanno avuto anche\nvittime. In quest' ultimo caso la ripartizione avverrà per il\n50% in parti uguali per nuclei familiari e per la restante\nquota in rapporto al numero di vittime subito per nucleo\nfamiliare.\n3. All' erogazione della somma di cui al precedente comma\nprovvede il Comune di residenza delle vittime, su apposita\nrelazione predisposta dal Sindaco sugli aventi diritto.", '2': '1. All\' onere derivante dall\' attuazione della presente legge\nsi fa fronte con lo stanziamento di cui al capitolo 7813\ndello stato di previsione, con la denominazione " Contributo\nstraordinario a favore dei sopravvissuti e degli eredi\nlegittimi delle vittime nel crollo dell\' edificio di Via De Meis,\n375 - Ponticelli - Napoli e con la dotazione di lire 450 milioni,\nmediante prelievo dallo stanziamento di cui al capitolo\n1030 della spesa che si riduce di pari importo.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservara e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 12 agosto 1993'}
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campania
1,993
24
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{'1': "Finalità \nLa Regione Campania allo scopo di:\n- contenere e ridurre progressivamente l' uso dei prodotti\nchimici in agricoltura;\n- salvaguardare le risorse ambientali dall' inquinamento;\n- ridurre e razionalizzare l' impiego delle risorse energetiche\nnon rinnovabili in agricoltura;\n- tutelare la salute pubblica dei produttori e dei consumatori\ndi alimenti agricoli e zootecnici;\nadotta la seguente legge\nLa presente legge detta norme per la produzione, la trasformazione,\nla commercializzazione dei prodotti biologici\ncosì come definiti nel successivo articolo 2, nonchè per la\nricerca, la sperimentazione, la divulgazione e lo sviluppo\ndelle tecniche di agricoltura biologica.", '2': 'Definizioni\nI termini di " prodotti biologici" e di " prodotti provenienti\nda coltivazione biologica" individuano i prodotti\nagricoli e zootecnici ottenuti sul territorio regionale con\ntecniche di agricoltura biologica.\nPer " tecniche di agricoltura biologica" si intendono quelle\nmetodiche di lavorazione del terreno e di coltivazione\ndelle specie vegetali che operano nel rispetto dell\' ambiente,\nche proteggono il suolo dall\' erosione e dal depauperamento\ndella fertilità agronomica, che non fanno ricorso a prodotti\nchimici di sintesi per la concimazione, per la difesa\nfitosanitaria, per il diserbo, per la correzione del pH, per la\nmaturazione e la conservazione delle produzioni, così come\nindicato nell\' allegata tabella A.\nPer " tecniche di agricoltura biologica" si intendono, altresì ,le tecniche di allevamento del bestiame così come\nindicato nella allegata tabella A, nonchè ogni metodologia\nagronomica e zootecnica approvata dall\' ufficio di cui al\npunto 1 del successivo art. 5, anche su proposta di una\nassociazione e/ o di un consorzio operante nel campo dell\'\nagricoltura biologica, biodinamica o similari riconosciute\nai sensi della presente legge.\nPer " tecniche convenzionali" si intendono invece quelle\ntecniche agricole e zootecniche al punto 1 del successivo\nart. 5 che fanno ricorso a prodotti chimici di sintesi per la\nconcimazione, per il diserbo, per la correzione del pH, per\nla difesa fitosanitaria e veterinaria oppure per la alimentazione\ndel bestiame, in contrasto con le indicazioni contenute\nnegli allegati alla presente.', '3': 'Strumenti di attuazione\nLe finalità di cui al precedente art. 1 verranno perseguite\nattraverso:\n1 - l\' analisi delle situazioni esistenti, mediante:\na) i rilievi periodici del livello di alterazione ambientale\ndelle tecniche convenzionali e di agricoltura biologica adottate,\ncontrollando comparativamente gli effetti sul suolo e\nsulle acque e sulla biomassa;\nb) i rilievi periodici sul livelli di nocività a cui sono\nsottoposti lavoratori agricoli e la popolazione delle aree\nrurali;\nc) il riscontro e la valutazione dei rischi connessi alla\nimmissione nella catena alimentare di sostanze chimiche\ndi sintesi derivanti dalle tecniche colturali e di allevamento\nconvenzionali;\n2 - la promozione delle tecniche di agricoltura biologica;\n3 - la tutela del patrimonio genetico di specie e coltivazioni\nvegetali e di razze animali tipiche degli ambienti del\nterritorio regionale;\n4 - la verifica dei consumi e dei costi energetici impiegati\nnel processo agricolo nonchè nella trasformazione e\nnella commercializzazione al fine di favorire il risparmio\nenergetico;\n5 - l\' analisi comparata dei costi, dei ricavi e delle capacità \noccupazionali correlati alle tecniche di agricoltura biologica\ne alle tecniche convenzionali;\n6 - la divulgazione e la promozione di tecniche di agricoltura\nbiologica tra operatori agricoli anche part - time e\ncomunità di lavoro;\n7 - l\' istituzione dell\' elenco regionale delle:\nA1 - aziende agricole con produzione biologica;\nA2 - aziende agricole in conversione;\nB - aziende di trasformazione di prodotti biologici;\nC - azienda di condizionamento;\nD - aziende di commercializzazione allo ingrosso di\nprodotti biologici;\n8 - l\' introduzione del " quaderno di campagna" e del\n" quaderno di scarico" per le aziende agricole con produzioni\nbiologica e per le aziende agricole in conversione;\n9 -l\' effettuazione di controlli periodici nelle aziendeiscritte negli elenchi regionali secondo le modalità del successivo\nart. 12.', '4': 'Definizioni delle aziende\nPer " azienda agricola con produzione biologica" (A1) si\nintende l\' impresa agricola, singola o associata che, da almeno\n2 anni per le colture erbacee e arboree, applica su\ntutta o parte della superficie aziendale( SAU) tecniche di\nagricoltura biologica.\nNel caso in cui la superficie aziendale è interessata parzialmente\ndalle colture biologiche necessita che:\n- la superficie minima a colture biologiche non può essere\ninferiore a 1/ 3 della SAU totale aziendale e comunque\nnon inferiore a 3000 mq,\n- le colture biologiche e quelle convenzionali devono\nessere separate da una siepe le cui caratteristiche tecniche\nsaranno definite con la circolare di applicazione della presente\nlegge,\n- i magazzini, i locali per il deposito dei mezzi tecnici,\nle attrezzature per i trattamenti fitosanitari devono essere\nnettamente distinti e separati da analoghi locali e attrezzature\nutilizzabili per tecniche convenzionali.\nPer " azienda agricola in conversione" (A2) si intende\nl\' impresa agricola singola o associata, che ha adottato un\npiano di conversione delle tecniche convenzionali a quelle\ndi agricoltura biologica, secondo le modalità di cui al successivo\nart. 6.\nPer " azienda di trasformazione di prodotti biologici" (B)\ne per " azienda di condizionamento" (C) di prodotti biologici\nsi intendono rispettivamente le imprese singole o associate\nche condizionano e trasformano esclusivamente prodotti\nbiologici, anche solo in determinati momenti della\nstagione produttiva, secondo un piano di produzione approvato\ndal Settore di cui al successivo art. 5.\nPer " azienda di commercializzazione all\' ingrosso di prodotti\nbiologici" (D) si intende un\' azienda abilitata a vendere\ne/ o a distribuire all\' ingrosso esclusivamente o prevalentemente\nprodotti biologici destinati all\' alimentazione e/ o alla\ntrasformazione.', '5': 'Obblighi della " azienda agricola\ncon produzione biologica"\nIl produttore singolo o associato che intenda utilizzare\nsulla etichettatura, sulla pubblicità , sulla insegna e sulla\nfattura commerciale le diciture: " Agricoltura biologica -\nRegime di controllo CEE - Prodotto proveniente da coltivazione\nbiologica" e/ o " Azienda agricola con produzione biologica",\novvero qualsiasi riferimento alla presente legge per\nle produzioni agricole e zootecniche ottenute con tecniche\ndi agricoltura biologica, deve osservare le seguenti modalità :\n1 - presentare all\' Area Sviluppo Attività Settore primario\n- Settore Interventi per la produzione agricola, Mercato e\nConsulenza mercantile( IPA) entro il 31 gennaio di ogni\nanno, apposita domanda diretta ad ottenere l\' inclusione\nnell\' elenco delle aziende agricole con produzione biologicadi cui all\' art. 11;\n2 - dichiarare l\' epoca dell\' ultima somministrazione di\nconcimi chimici e fitofarmaci di sintesi non conformi all\'\nallegato " A" della presente legge;\n3 - allegare una dettagliata descrizione aziendale firmata\nda un tecnico agrario iscritto all\' albo professionale e\ncontrofirmata dal titolare della azienda o dal suo rappresentante\nlegale. Tale descrizione dovrà fra l\' altro, indicare\ngli estremi catastali dell\' intera superficie aziendale, con\nevidenziazione delle particelle oggetto della coltivazione con\ntecniche biologiche e con indicazione della eventuale superficie\nin conversione.\nAndrà altresì allegata alla domanda una planimetria\ntotale della azienda con indicazione delle particelle e relative\nsuperfici interessate alla coltivazione con tecniche biologiche\nalla conversione e alla coltivazione con tecniche\nconvenzionali.\n4 - Comunicare al Settore di cui al precedente punto 1\nogni variazione significativa circa l\' estensione o diversa\ndestinazione delle superfici indicate in domanda;\n5 - Registrare quotidianamente e comunque entro 24\nore dall\' effettuazione, ogni intervento eseguito con tecniche\ndi agricoltura biologica sull\' apposito " quaderno di campagna",\ne le fatture degli acquisti dei mezzi tecnici e delle\nvendite aziendali;\n6 - registrare su apposito " quaderno di scarico" ogni\ntrasferimento, alienazione o conferimento relativo ai prodotti\nbiologici, con indicazione degli estremi delle bolle di\nconsegna, fatture e autofatture.\nE\' vietato utilizzare per i contenitori di prodotti biologici\netichette o schede di coltivazione non numerate e non\nregistrate sull\' apposito quaderno di scarico.\nIl quaderno di campagna e il quaderno di scarico andranno\nvistati almeno una volta all\' anno dai funzionari dell\'\norganismo di controllo di cui all\' art. 10, previo riscontro,\nalla data del sopralluogo, del possesso dei requisiti di cui\nalla presente legge.\nIl quaderno di campagna ed il quaderno di scarico andranno\ncustoditi nel luogo concordato con il Settore di cui\nal precedente punto 1 al fine di rendere agevoli le registrazioni\ne le ispezioni necessarie.', '6': "Obblighi dell' azienda agricola in conversione\nIl produttore singolo o associato che intende adottare\ntecniche di agricoltura biologica, anche su parte della superficie\naziendale secondo un piano di conversione, al fine\ndi essere successivamente iscritto nell' elenco delle aziende\nagricole con produzione biologica di cui all' art. 12, deve\nassolvere ai seguenti obblighi:\na) presentare un piano di conversione alle tecniche di\nagricoltura biologica a firma di un tecnico abilitato che\npreveda un periodo minimo di 2 anni per le colture erbacee\ne arboree e comunque non superiore a 4 anni;\nb) assolvere agli obblighi di cui al precedente art. 5\nlimitatamente alla area annualmente interessata a tecnichedi agricoltura biologica.\nLe aziende agricole in conversione saranno iscritte in\napposito elenco regionale, le medesime transiteranno nell'\nelenco delle aziende agricole con produzione biologica\nquando la superficie aziendale interessata da tecniche di\nagricoltura biologica avrà raggiunto le dimensioni minime\ndi cui al secondo comma del precedente art. 4 e quando\nsaranno trascorsi i prescritti periodi del piano di conversione.", '7': "Obblighi delle aziende di trasformazione,\ncondizionamento e commercializzazione\nall' ingrosso dei prodotti biologici\nLe aziende, singole o associate che intendono trasformare,\ncondizionare e/ o commercializzare all' ingrosso prodotti\nottenuti con tecniche di agricoltura biologica, devono\npresentare, entro il 31 gennaio di ogni anno, al Settore di\ncui al punto 1 del precedente art. 5, apposita domanda contenente\nle caratteristiche aziendali al fine di essere iscritte\nnell' apposito elenco di cui all' art. 11 e pertanto:\n- l' indicazione di tutte le materie prime, ivi comprese\nl' origine e la qualità delle acque impiegate nel processo\nproduttivo;\n- l' ubicazione dei locali destinati allo stoccaggio delle\nproduzioni biologiche e di quelle relative a tecniche convenzionali;\n- dette aziende dovranno essere dotate di apposito registro\ndi carico e scarico relativo ai prodotti biologici lavorati,\nivi compresi quelli provenienti da aziende in conversione\nche non possono essere definiti prodotti biologici come\nindicato nell' art. 8. Su detto registro andrà annotato entro\nle 12 ore successive all' effettuazione dell' operazione ogni\nmovimento di prodotto biologico sia in entrata che in uscita.\nSu richiesta degli uffici regionali competenti dovrà essere\nesibita documentazione utile atta ad individuare la\nprovenienza e la destinazione del prodotto, previo riscontro\ndella merce in deposito.\nQualora l' azienda non lavori esclusivamente prodotto\nproveniente da tecniche di agricoltura biologica dovrà indicare\ntrimestralmente al settore di cui al precedente art. 5 il\npiano di lavorazione con l' indicazione dei giorni o dei periodi,\ndei locali interessati alla trasformazione del prodotto\nbiologico.", '8': 'Etichettatura\nNell\' etichettatura o nella pubblicità dei prodotti di cui\nall\' art. 2 si può fare riferimento al metodo di produzione\nbiologica 8010 se:\na) le indicazioni in questione evidenziano che si tratta\ndi un metodo di produzione agricola;\nb) il prodotto è stato realizzato secondo le norme di cui\nall\' allegato A;\nc) il prodotto è stato realizzato da un operatore agricolo\nassoggettato alle norme di controllo di cui all\' art. 10.\nNell\' etichettatura o nella pubblicità dei prodotti destinati\nall\' alimentazione umana composta essenzialmente da\nuno o più ingredienti, di origine vegetale o di origine animale,si può far riferimento nella denominazione di vendita\ndel prodotto al metodo di produzione biologica unicamente\nse:\na) tutti gli ingredienti di origine agricola del prodotto\nsono o provengono da prodotti ottenuti secondo le norme\ndi cui all\' allegato A;\nb) il prodotto è stato realizzato da un operatore assoggettato\nalle norme di controllo di cui all\' art. 10.\nNell\' etichettatura devono essere indicati:\n- la denominazione,\n- la data di produzione o raccolta, confezionamento e\nscadenza,\n- il marchio dell\' organismo di controllo,\n- la presenza di ingredienti in ordine decrescente di peso,\n- eventuali consigli per il corretto o migliore uso del\nprodotto.\nNell\' etichettatura è vietato l\' uso di diciture che lascino\ndesumere nei prodotti dell\' agricoltura biologica la presenza\ndi qualità organolettiche o nutritive superiori a quelle\ndei prodotti dell\' agricoltura convenzionale.\nNell\' etichettatura e nella pubblicità di prodotti ottenuti\nda aziende agricole in conversione alla dicitura prodotti\nbiologici deve seguire quella " ottenuto in azienda agricola\nin conversione biologica".\nI produttori che abbiano ottenuto l\' iscrizione negli elenchi\nregionali di cui all\' art. 11, devono utilizzare etichette\nprogressivamente numerate e registrate su appositi quaderni\ndi scarico. Le etichette devono riportare il codice di iscrizione\ndell\' azienda dei predetti elenchi regionali di cui all\'\nart. 11.\nE\' fatto divieto di utilizzare etichette non numerate e\nnon registrate negli appositi quaderni di scarico.', '9': 'Componenti non provenienti\nda tecniche di agricoltura biologica\nLe percentuali degli ingredienti non provenienti da tecniche\ndi agricoltura biologica dovranno essere autorizzate\ndalla Regione Campania, sentito il Comitato di cui ai successivi\narticoli 14 e 15.', '10': "\nControlli\nI controlli sulla produzione biologica, di cui all' articolo\n9 del Regolamento CEE 2092/ 91, saranno esercitati dalla\nRegione Campania - Area Generale di Coordinamento Sviluppo\nAttività Settore Primario - Settore IPA e Settori Tecnico\n- Amministrativi Provinciali per l' Agricoltura - CePICA\n( STAPA - CePICA); gli eventuali accertamenti strumentali\nverranno effettuati attraverso propri laboratori o, mediante\nconvenzioni, attraverso laboratori autorizzati.\nAll' esecuzione dei controlli di cui al presente articolo\nhanno facoltà di partecipare rappresentanti designati da\nassociazioni di consumatori riconosciute.\nGli organismi preposti al controllo devono informare\ntempestivamente una della associazioni di cui al comma\nprecedente, comunicando la data ed il luogo di svolgimentodei controlli, invitando la associazione stessa a designare\nun proprio rappresentante.\nI controlli sono effettuati secondo un piano - tipo predisposto\ndal Settore di cui al precedente articolo 5, sentito il\nComitato di cui al successivo articolo 15, entro il 30 novembre\ndi ciascun anno.\nIl piano - tipo di cui al precedente comma dovrà , fra l' altro,\nspecificare i criteri di utilizzazione del personale, appositamente\nformato, preposto ai controlli.", '11': "\nElenchi regionali\nPresso il Settore IPA dell' AGC Sviluppo Attività Settore\nPrimario della Regione Campania sono istituiti elenchi:\n- delle aziende agricole con produzione biologica (A1);\n- delle aziende in conversione (A2);\n- delle aziende di trasformazione di prodotti biologici\n(B);\n- delle aziende di condizionamento di prodotti biologici\n(C);\n- delle aziende di commercializzazione all' ingrosso di\nprodotti biologici (D).\nEntro il 31 marzo di ogni anno i suddetti elenchi, periodicamente\naggiornati, verranno pubblicati nel bollettino\nufficiale della Regione Campania con l' indicazione delle\ngeneralità e della ragione sociale della ditta produttrice,\ndella percentuale delle superficie aziendale interessata alla\ncoltivazione con tecniche di agricoltura biologica, nonchè \ndelle tipologie produttive.\nAd ogni azienda sarà attribuito un codice da riportare\nsulle etichette di cui all' art. 8 e sulla tabella identificativa\ndi cui all' allegato B di cui all' articolo 18.\nDetti elenchi saranno disponibili in copia per la visione,\nda parte di qualsiasi interessato, presso l' IPA e gli\nSTAPA - CePICA.", '12': "\nProdotti biologici di provenienza extra - regionale\nI prodotti biologici di provenienza extra - regionale devono\nessere accompagnati obbligatoriamente da apposita certificazione\nrilasciata dalle autorità competenti nel territorio\ndi provenienza.\nI prodotti di cui al comma precedente potranno essere\nutilizzati per la trasformazione, il condizionanento e l'\nalimentazione del bestiame, previo espresso parere di conformità \nrilasciato dall' IPA.\nLe aziende, di trasformazione o di condizionamento o\ndi commercializzazione all' ingrosso, interessate alla utilizzazione\ndi cui al comma precedente devono presentare\napposita domanda all' IPA, specificando il quantitativo, l' origine\ne il periodo di utilizzazione.", '13': "\nPromozione e sviluppo dell' agricoltura biologica\nLa Regione Campania, attraverso il Settore Sperimentazione,\nInformazione, Ricerca e Consulenza in Agricoltura\n( SeSIRCA), provvede:\na) assicurare l' informazione e la consulenza alle aziendedi cui al precedente articolo 11, attraverso le strutture\nregionali centrali e periferiche preposte ai servizi di sviluppo\nagricolo e Attraverso le Associazioni Regionali per l' Informazione\ne la Consulenza in Agricoltura( ARICA);\nb) promuovere la ricerca, la sperimentazione sull' agricoltura\nbiologica, anche attraverso la stipula di convenzioni\ncon gli Istituti Universitari specializzati nel settore;\nc) curare l' organizzazione di corsi di formazione professionale\nper i tecnici impiegati nel settore e per i coltivatori\ndi aziende biologiche;\nd) promuovere, con la collaborazione dell' ERSAC, azioni\ndi valorizzazione commerciale dei prodotti provenienti\ndall' agricoltura biologica, nel rispetto delle norme del Regº\nCEE 2092/ 91.", '14': "\nComitato Regionale\nCon la presente Legge è istituito il Comitato Regionale\nper l' Agricoltura Biologica, di seguito denominato CoRAB.\nIl CoRAB svolge compiti consultivi e di proposta in\nmateria di:\n- recepimento di indirizzi comunitari in materia di agricoltura\nbiologica,\n- indirizzi regionali per lo sviluppo dell' agricoltura biologica,\n- criteri tecnico - amministrativi per l' assegnazione dei\ncontributi,\n- relazione annuale, congiuntamente predisposta dall' IPA\ne dal SeSIRCA, da presentare al Consiglio Regionale sullo\nstato di attuazioni della presente Legge,\n- individuazione di tempi di ricerca e sperimentazione\ninerenti l' agricoltura biologica.", '15': "\nComposizione del Comitato Regionale\nIl CoRAB, nominato con Decreto del Presidente della\nGiunta Regionale, è composto da:\na) il Coordinatore dell' Area di Sviluppo Attività Settore\nPrimario o un suo delegato:\nb) il dirigente del SeSIRCA o un suo delegato;\nc) il dirigente del Settore IPA o un suo delegato;\nd) tre rappresentanti della Facoltà di Agraria di Portici\nUniversità degli Studi di Napoli - designati tra docenti\nesperti: di Entomologia, Fitopatologia ed Agronomia;\ne) due rappresentanti delle associazioni o consorzi di\ncooperative di agricoltura biologia, maggiormente rappresentative\neffettivamente operanti sul territorio regionale;\nf) tre esperti nominati dalle Organizzazioni professionali\nagricola maggiormente rappresentative a livello nazionale;\ng) tre rappresentanti delle Associazioni ambientalistiche\nmaggiormente rappresentative ed effettivamente presenti sul\nterritorio regionale, riconosciute ai sensi delle normative\nvigenti;\nh) due rappresentanti designati dalle Associazioni dei\nconsumatori, effettivamente presenti sul territorio regionale.\nLe funzioni di segretario saranno svolte da un funzionario\ndel settore IPA.\nIl Comitato è presieduto dall' Assessore Regionale all'Agricoltura o, in caso di assenza, da un suo delegato.\nAi componenti del Comitato, esterni all' Amministrazione\nRegionale, spetta un gettone di presenza per ogni giornata\ndi seduta, pari a lire 100.000 e per un massimo di lire\n600.000 annue.", '16': '\nFinanziamenti\nIl produttori, singoli ed associati di prodotti agricoli biologici,\navranno priorità di accesso alle agevolazioni previste\ndai regolamenti comunitari e dalle leggi statali e regionali\na sostegno degli investimenti e della gestione aziendale.\nLe agevolazioni possono essere concesse anche a cooperative\ndi agricoltori formatesi per la conduzione in comune\ndei terreni dei soci, purchè le aziende risultino tutte iscritte\nagli elenchi regionali di cui all\' art. 11.\nLe agevolazioni possono, inoltre, essere concesse anche\nai consorzi di " produttori biologici" ed ai consorzi delle\ncooperative agricole sopradette, ed alle Associazioni di produttori\nbiologici costituiti per lo svolgimento di attività di\npromozione, sviluppo e commercializzazione dei prodotti\nbiologici, limitatamente alle operazioni strettamente legate\na conferimenti effettuati dai soci.', '17': '\nAree di sviluppo preferenziali\nLa Regione Campania di concerto e con parere favorevole\ndelle rispettive Amministrazioni Comunali e intercomunali,\npuò delimitare aree territoriali di particolare interesse\nper lo sviluppo preferenziale dell\' agricoltura biologica.\nIn dette aree agli aiuti di cui all\' articolo 16 potranno essere\nconcessi anche agli Enti territoriali interessati per l\' attuazione\ndi specifici programmi di settore di interesse collettivo,\nivi compresi interventi per la progettazione, la conduzione\ned il ripristino di " orti urbani" con tecniche di agricoltura\nbiologica.', '18': '\nTabelle identificative\nNelle aziende iscritte negli elenchi regionali di cui all\'\nart. 11, limitatamente alle superfici ed ai locali interessati\nalla produzione con tecniche di agricoltura biologica, alla\nlavorazione e alla commercializzazione all\' ingrosso di prodotti\nbiologici, dovranno essere apposte " tabelle identificative"\ncon le indicazioni di cui all\' allegato B e secondo un\nmodello standard definito dall\' IPA.\nSu ciascuna tabella dovrà essere obbligatoriamente apposto\nun codice di riconoscimento fornito dall\' IPA.\nNelle aree di sviluppo preferenziale e nelle aziende agricole\ndebitamente tabellate è interdetto l\' esercizio della caccia.', '19': "\nContributo a favore delle aziende in conversione\nPer le aziende agricole in conversione la Regione concede\nun contributo in conto capitale - nella misura massima\ndel 75% dei mancati redditi, debitamente documentati,\nderivanti dalla conversione degli ordinamenti colturali.\nLe aziende che intendono usufruire del contributo di\ncui al primo comma del presente articolo, devono avanzaredomanda, corredata del piano di conversione, all' AGC\nSviluppo Attività Settore Primario - Settore IPA L' istruttoria\nsarà effettuata attraverso i settori IPA e STAPA -\nCePICA di detta Area e dovrà stabilire:\n- l' accoglibilità della richiesta,\n- la durata del periodo di conversione, che comunque\nnon potrà superare la durata di quattro anni,\n- l' ammontare del contributo concedibile per ciascun\nannuo della conversione.\nAlla concessione del contributo e alla liquidazione della\nprima quota annuale si provvederà con delibera della Giunta\nRegionale su proposta dell' Assessore all' Agricoltura.\nLe successive quote, saranno erogate mediante decreto\ndel PGR su proposta dell' Assessore all' Agricoltura e previa\nistruttoria dei Settori IPA e STAPA - CePICA.\nLa concessione del contributo è subordinata all' iscrizione\ndell' azienda nell' apposito elenco.", '20': '\nSanzioni\nAlle ditte, società le cui aziende sono iscritte negli elenchi\ndi cui all\' art. 11 che violino le disposizioni di cui alla\npresente legge, vengono applicate le sanzioni amministrative\npecuniarie annualmente stabilite dalla Giunta regionale\nsentito il Comitato di cui all\' art. 14.\nQualora venga accertata una infrazione manifesta o\navente effetti prolungati l\' autorità di controllo ritira all\'\noperatore, che l\' ha commessa, il diritto di commercializzare\nprodotti con indicazioni concernenti il metodo di produzione\nbiologica per un periodo la cui durata è direttamente\nproporzionale all\' entità della violazione commessa.\nAccertare le violazioni delle disposizioni previste all\' artº\n8 l\' autorità di controllo provvede alla cancellazione della\ndicitura che indica il " prodotto biologico" per l\' intera partita\no per l\' intera produzione interessata dalla irregolarità .\nI proventi contravvenzionali sono incamerati dalla Regione,\nrestando esclusa ogni partecipazione agli stessi da\nparte dei soggetti accertati e sono utilizzati, per le ricerche\nnel campo delle agricolture a basso impatto ambientale.', '21': '\nCopertura finanziaria\nPer l\' anno finanziario corrente è stanziata la somma di\nL. 300.000.000 - con iscrizione al Cap. 3328 dello stato di\nprevisione della spesa di nuova istituzione, con la denominazione:\n" Interventi a favore dei produttori agricoli biologici",\nmediante prelievo dell\' occorrente somma dal Cap. 1040\ndello stato di previsione della spesa per l\' anno finanziario\n1993, che si riduce di pari importo.\nAgli oneri per gli anni successivi si farà fronte con gli\nstanziamenti di bilancio.', '22': '\nAbrogazione norme precedenti\nTutte le norme in contrasto con la presente legge sono\nabrogate. Per tutti i casi non previsti dalla presente legge e\ndalle tabelle ad essa allegate, le quali ne fanno parte integrante\ne sostanziale, valgono le norme vigenti in materia.Per quanto non previsto in materia dalla presente legge\nsi fa riferimento al Regolamento CEE 2092/ 91 (e successive\nmodificazioni od integrazioni).', '23': "\nDichiarazione d' urgenza\nLa presente Legge è dichiarata urgente, a norma del II\ncomma dell' art. 127 della Costituzione e dell' art. 45 ultimo\ncomma dello Statuto ed entra in vigore lo stesso giorno\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge Regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla\nosservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, lì 12 agosto 1993"}
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campania
1,993
3
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{'1': "1. Ai fini del pareggio complessivo tra le previsioni\ndi cassa delle tabelle A) e B), rispettivamente, << Stato di\nprevisione dell' Entrata >> e << Stato di previsione della Spesa >>,\napprovate con LR 10 giugno 1988, numero 13 concernente\n<< Bilancio di previsione della Regione Campania\nper l' anno finanziario 1988 e Bilancio pluriennale\n1988- 1990 >>, la maggiore somma di lire 2.250.000.000\niscritta alla tabella A) è portata in aumento del capitolo\n292 << Fondo di riserva di Cassa >> di cui alla tabella B) allegata\nalla precitata legge regionale.", '2': "1. Ai fini del pareggio complessivo tre le variazioni di cassa\ndelle tabelle A) e B) rispettivamente, << Stato di\nPrevisione dell' Entrata >> e Stato di previsione della Spesa >>\napprovate con LR 4 gennaio 1989, n. 1 concernente\n<< Variazioni al bilancio per l' anno finanziario 1988 - Primo\nprovvedimento >>, la maggiore somma di lire\n539.000.000 iscritta alla Tabella A) è portata in aumento\ndel Cap. 292 << Fondo di riserva di Cassa >> di cui alla tabella\nB) allegata alla prescritta legge regionale.", '3': "1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\nd' impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire):\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\nd' impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire):\nCapitolo Bilancio 1988\n121 - Versamenti trimestrali allo Stato dei\nproventi netti derivanti dalla Amministrazionedei patrimoni degli enti di\ncui alla Tabella B allegata al DPR 616/ 77,\nai sensi dell' art. 115, 5o comma dello stesso\ndecreto, nonchè gli oneri per i mutui\naccesi dagli Enti.\nCapitolo ed esercizio di provenienza 121/ 86\nImporto 229.582.776\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\nd' impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire):\nOMISSIS\nCapitolo Bilancio 1988\n37 - Interventi assistenziali e provvidenze varie\na favore del personale in servizio, di quello\ncessato e loro famiglie, nonchè per la\nconcessione di medaglie oro - ricordo al\npersonale collocato a riposo. Interventi\nper il tempo libero per il personale\nCapitolo ed esercizio di provenienza 37/ 87\nImporto 4.999.500\n1. Sono autorizzate in sede di consuntivo le eccedenze\nd' impegno per riaccertamento sul conto dei residui\npassivi ai seguenti capitoli e per gli importi rispettivamente\nindicati (in lire):\nOMISSIS\nCapitolo Bilancio 1988\n50 - Spesa per il personale dei sistemi acquedottistici\nex Casmez trasferiti alla Regione ai\nsensi dell' art. 6 della legge 183/ 1976 (spesa\nobbligatoria).\nCapitolo ed esercizio di provenienza 50/ 87\nImporto 782.552", '4': "1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze d' impegno\ndi spesa sui seguenti capitoli del conto della competenza\ne per gli importi rispettivmaente indicati (in lire):\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze d' impegno\ndi spesa sui seguenti capitoli del conto della competenza\ne per gli importi rispettivmaente indicati (in lire):\nCapitolo 32 - Indennità speciale ai coordinatori ed\nal personale addetto alle segreteria\nparticolari del Presidente e degli Assessori\n( LR 14/ 5/ 75 n. 29 art. 12)\nImporto 11.034.059\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze d' impegno\ndi spesa sui seguenti capitoli del conto della competenza\ne per gli importi rispettivmaente indicati (in lire):\nOMISSISCapitolo 200 -Versamento ritenute per conto terzi e\npartite di giro (maggior impegni correlati\nai maggiori accertamenti del\ncorredato capitolo n. 381 dell' entrata).\nImporto 3.126.319.979\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze d' impegno\ndi spesa sui seguenti capitoli del conto della competenza\ne per gli importi rispettivmaente indicati (in lire):\nOMISSIS\nCapitolo 2027 - Ordinativi di pagamento emessi a favore\ndi bollettini di c/ c postale e di assegni\ncircolari non recapitati (partite\ndi giro)\n(maggiori impegni correlati ai maggiori accertamenti\ndel correlato capitolo 385\ndella entrata).\nImporto 52.533.477\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze d' impegno\ndi spesa sui seguenti capitoli del conto della competenza\ne per gli importi rispettivmaente indicati (in lire):\nOMISSIS\nCapitolo 2029 - Pagamento di indennità di fine rapporto\ndi lavoro a tempo indeterminato\nspettante agli operai idraulico -\nforestali impiegati in lavori condotti\nin amministrazione diretta dagli\nIspettorati Ripartimentali delle Foreste\ne degli Enti delegati ai sensi della\nlegge 4 maggio 1979, n. 27 e della\nlegge 29 maggio 1982, n. 297 (partite\ndi giro - maggiori impegni correlati\nai maggiori accertamenti del correlato\ncapitolo n. 389 della entrata)\nImporto 660.796.554\n1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze d' impegno\ndi spesa sui seguenti capitoli del conto della competenza\ne per gli importi rispettivmaente indicati (in lire):\nOMISSIS\nCapitolo 2033 - Interventi di emergenza relativi alle\nopere pubbliche danneggiate e ai\ndanni nel settore dell' agricoltura a\nseguito delle avversità atmosferiche\ndel novembre 1985 nonchè per le opere\ndi consolidamento del territorio\ndella penisola sorrentina (legge 28 ottobre\n1986, n. 730) (maggiori impegni\ncorrelati ai maggiori accertamenti\ndel correlato capitolo n. 393 dell'\nentrata)", '5': "1. Sono autorizzate, ai sensi dell' ultimo comma dell'\nart. 77 della LR 27 luglio 1978, n. 20, le eccedenze di\npagamenti, rispetto agli stanziamenti di cassa, sui seguenti\ncapitoli e per gli importi a fianco di ciascuno indicati\n(in lire).\n1 L. 1.227.157.776\n63 L. 4.789.000\n104 L. 30.000.000\n121 L. 57.605.327\n235 L. 1.750.000.000\n242 L. 309.574.000\n319 bis L. 91.150.000\n374 L. 23.600.000\n907 L. 1.800.000.000\n908 L. 1.500.000.000\n920 L. 2.700.000.000\n1031 L. 1.028.636.500\n1201 L. 944.500.000\n1310 L. 373.260\n1514 L. 854.731.641\n1823 L. 45.000.000\n1850 L. 1.000.000.000\n1853 L. 2.863.755\n1854 L. 5.006.400\n1861 L. 31.792.965\n1919 L. 80.000.000\n2021 L. 1.989.221.172\n2027 L. 56.519.317", '6': "1. E' approvato il conto consuntivo finanziario della\nRegione Campania per l' esercizio 1988 ed il relativo avanzo\ncon le risultanze di cui ai successivi articoli.", '7': "1. Le Entrate derivanti da tributi propri della Regione,\nda contributi ed assegnazioni dello Stato, da rendite\npatrimoniali, da utili di Enti o Aziende Regionali, da alienazione\ndi beni patrimoniali, da trasferimenti di capitali\ne rimborso di crediti, per contabilità speciali, accertate\nnell' esercizio finanziario 1988 per la competenza dell'\nesercizio stesso, sono stabilite quali risultano dal conto\nconsuntivo in lire 7.767.445.654.509.\n2. I residui attivi determinati alla chiusura dell' esercizio\n1987 in lire 2.525.944.710.946, risultano stabiliti -\nper effetto di maggiori e minori entrate verificatesi nel\ncorso della gestione 1988 - in L. 2.506.045.625.950.\n3. I residui attivi al 31 dicembre 1988 ammontano\ncomplessivamente a lire 2.413.164.196, così risultanti:\nAccertamenti\nSomme riscosse 7.520.983.040.463\nSomme rimaste da riscuotere 246.462.614.046\nTotale 7.767.445.654.509\nResidui attivi dell' esercizio 1987\nSomme riscosse 339.343.504.800\nSomme rimaste da riscuotere 2.166.702.121.150Totale 2.506.045.625.950\nRisultano: 2.413.164.735.196", '8': "1. Le spese correnti, per investimento, per oneri non\nripartibili e per contabilità speciali, impegnate nell' esercizio\nfinanziario 1988, per la competenza dell' esercizio\nstesso, sono stabilite, quali risultano dal conto consuntivo\nin lire 7.549.787.475.606.\n2. I residui passivi determinati alla chiusura dell' esercizio\n1987 in lire 1.894.868.574.395 risultano stabiliti\n- per effetto di economie, perenzioni e maggiori spese\nverificatesi nel corso della gestione 1988 - in lire\n3. I residui passivi al 31 dicembre 1988 ammontano\ncomplessivamente a lire 2.082.680.338.019, così risultanti:\nImpegni\nSomme pagate 6.120.929.093.995\nSomme rimaste da pagare 1.428.858.381.611\nTotale 7.549.787.475.606\nResidui passivi dell' esercizio 1987\nSomme pagate 811.878.968.411\nSomme rimaste da pagare 653.821.956.408\nTotale 1.465.700.924.819\nRisultano: 2.082.680.338.019", '9': "1. L' Avanzo della gestione di competenza dell' esercizio\nfinanziario 1988 è stabilito in lire 217.658.178.903 come\nrisulta dai seguenti dati:\n- Entrate complessivamente accertate\nL. 7.767.445.654.509\n- Spese complessivamente impegnate\nL. 7.549.787.475.606\nAvanzo della gestione\ndi competenza L. 217.658.178.903", '10': "\n1. Il Fondo di cassa alla chiusura dell' esercizio finanziario\n1988 di lire 2.633.794.755.454 risulta stabilito come\nsegue:\nFondo di cassa alla chiusura dell' esercizio 1987\nL. 1.706.276.272.597\nRiscossioni dell' esercizio 1988\n- in c/ competenza (art. 7)\nL. 7.520.983.040.463\n- in c/ residui (art. 7)\nL. 339.343.504.800\nTotale L. 7.860.326.545.263\nSommano L. 9.566.602.817.860\nPagamenti dell' esercizio 1988\n- in c/ competenza (art. 8)\nL. 6.120.929.093.995\n- in c/ residui (art. 8)\nL. 811.878.968.411\nTotale L. 6.932.808.062.406\nFondo di cassa alla chiusura\ndell' esercizio 1988 L. 1.633.794.755.454", '11': "1. L' Avanzo finanziario alla fine dell' esercizio 1988\ndi L. 2.964.279.152.631 risulta stabilito come segue:\nAvanzo della gestione\ndi competenza (art. 9) L. 217.658.178.903\nAvanzo dell' esercizio 1987\nL. 2.337.352.409.148+\nDiminuzione dei residui passivi\nlasciati dall' esercizio 1987:\nAccertati\nAl 1o gennaio 1988 (art. 8)\nL. 1.894.868.574.395\nAl 31 dicembre 1988 (art. 8)\nL. 1.465.700.924.819 Risultano L. 429.167.649.576+\nDiminuzione dei residui attivi\nlasciati dall' esercizio 1987:\nAccertati\nAl 1o gennaio 1988 (art. 7)\nL. 2.525.944.710.946\nAl 31 dicembre 1988 (art. 7)\nL. 2.506.045.625.950 Risultano L. 19.899.084.996-\nAvanzo finanziario effettivo\ndell' esercizio L. 2.746.620.973.728\nAvanzo finanziario al 31/ 12/ 1988 L. 2.964.279.152.631\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 26 gennaio 1993"}
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campania
1,993
2
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{'1': "1. Ai sensi dell' articolo 33 della Legge regionale 27\nluglio 1978, n. 20, la Giunta regionale è autorizzata ad\nesercitare provvisoriamente, fino a quando non sarà approvato\nper legge il bilancio della Regione per l' anno finanziario\n1993 e, comunque, non oltre il 28 febbraio 1993,\nil bilancio 1992, secondo gli stati di previsione e con le\nmodalità di cui alla legge regionale 16 giugno 1992 nº\n3 e successive modifiche.", '2': "1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'\narticolo 127, secondo comma, della Costituzione ed entra\nin vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione, con l' effetto\ndal 1o gennaio 1993.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino\nUfficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 22 gennaio 1993"}
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campania
1,993
38
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{'1': "Beni della Regione - Classificazione\n1. La Regione ha un proprio demanio e un proprio\npatrimonio, ai sensi dell' art. 119 della Costituzione. I\nbeni della Regione si distinguono in demaniali e\npatrimoniali secondo le norme dell' art. 822 e seguenti\ndel codice civile.\n2. Fanno parte del demanio regionale i beni delle specie\ndi quelli indicati nel secondo comma dell' art. 822 del codice\ncivile, se appartengono alla Regione per acquisizione a\nqualsiasi titolo.\n3. I beni patrimoniali regionali si distinguono in beni\nindisponibili e disponibili, nonchè in moduli ed\nimmobili.\n4. Fanno parte del patrimonio indisponibile della\nRegione i beni, a qualsiasi titolo acquisiti, rientranti nelle\ncategorie indicate dal secondo e terzo comma dell' art. 826\ndel codice civile, nonchè tutti gli altri beni definiti tali da\nleggi statali.\n5. Fanno parte del patrimonio disponibile della Regione\ni beni diversi da quelli indicati al precedente comma.", '2': "Assegnazione a categorie e passaggio\nda una categoria all' altra\n1. L' assegnazione di beni ad una delle categorie di\nclassificazione indicate nel precedente art. 1 è disposta con\nprovvedimento motivato della Giunta regionale. L' assegnazione\nha luogo in sede di prima approvazione dell' inventario e per\ni beni successivamente acquisiti, all' atto della loro acquisizione.\n2. La Giunta regionale dispone il passaggio dei beni da\nuna categoria ad un' altra.\n3. Il passaggio dei beni dalla categoria della demanialità \nalla patrimonialità e dalla categoria della patrimonialità indisponibile a quella disponibile è disposto dalla Giunta\nregionale quando i beni medesimi cessino dalla loro\ndestinazione a finalità pubbliche. Dell' avvenuta adozione\ndell' atto è dato avviso nel Bollettino Ufficiale della regione.", '3': "Inventario dei beni regionali\n1. I beni della Regione sono descritti in inventari.\n2. L' inventario generale è tenuto presso il Settore\ndemanio e patrimonio ed aggiornato a cura dello stesso.\n3. L' inventario è composto da:\na) inventario dei beni demaniali:\nb) inventario dei beni immobili e patrimoniali;\nc) inventario dei beni patrimoniali.\n4. Ai fini della iscrizione delle relative variazioni negli\ninventari, tutti gli acquisti e le alienazioni di beni mobili\ned immobili o di ogni altro atto che comporta modificazioni\ndello stato patrimoniale della Regione sono comunicati al\nSettore demanio e patrimonio.\n5. L' inventario dei beni del demanio regionale consiste\nin uno stato descritto in coerenza con i rispettivi catasti\ne, per quelli trasferiti dallo Stato, dai rispettivi decreto di\ntrasferimento e dai conseguenti verbali di consegna.\nL' inventario deve contenere l' indicazione delle eventuali\nconcessioni assentite sui beni.\n6. L' inventario dei beni patrimoniali immobili consiste\nin uno stato descrittivo e valutativo comprendente, di\nnorma, le seguenti indicazioni:\na) il luogo, la denominazione, la qualità ;\nb) i connotati catastali, la stima o la rendita imponibile;\nc) i titoli di provenienza;\nd) l' estensione;\ne) il reddito;\nf) il valore fondiario approssimativo;\ng) l' uso o servizio speciale a cui sono destinati;\nh) la durata di tale destinazione;\ni) la destinazione urbanistica.\n7. L' inventario dei beni mobili di uso durevole è tenuto\ndal Settore demanio e patrimonio il quale provvede ad\ninserire i relativi dati nell' inventario generale.\n8. Il Presidente della Giunta regionale determina con\nproprio decreto, modalità e strumenti per le rilevazioni\ninventariali stabilendo, di norma, il ricorso a mezzi e\ntecniche per il trattamento automatizzato e la conservazione\nelettronica dei dati e delle informazioni.", '4': "Beni mobili\n1. I beni mobili della Regione sono disciplinati quanto alla\nloro acquisizione, utilizzazione, conservazione ed alienazione\ndalle disposizioni previste nel regolamento regionale per il\nfunzionamento del settore provveditorato ed economato. Lo\nstesso regolamento disciplina la nomina dei consegnatari dei\nbeni mobili e relative attribuzioni, nonchè le modalità di\ncontrollo e di ispezione e della dichiarazione di fuori uso.\n2. I beni mobili dichiarati fuori uso possono essere\nalienati, permutati o ceduti gratuitamente ad istituzioni,enti pubblici, persone giuridiche ed associazioni operanti\nnel territorio regionale senza finalità di lucro.\n3. I consegnatari sono responsabili dei beni loro affidati\nfinchè non ne abbiano ottenuto il legale discarico. Essi hanno\nl' obbligo di vigilare sul buon uso, sulla custodia e funzionalità \ndei beni stessi. Accertano i danni arrecati dai terzi ai beni loro\nassegnati per le relativi azioni di tutela; non sono responsabili\ndell' abusivo e colpevole deterioramento dei beni regolarmente\ndati in uso o affidati a subconsegnatari se non in quanto\nabbiano omesso di esercitare la vigilanza di loro competenza.", '5': "Ricognizione periodica dei beni\n1. I beni regionali demaniali e patrimoniali sono sottoposti\na ricognizione periodica al fine della loro migliore utilizzazione\ne per l' aggiornamento dei valori iscritti negli inventari.\n2. Le ricognizioni periodiche sono effettuate a scadenza,\nnon superiore a dieci anni, fissate dalla Giunta regionale.\nPer le ricognizioni periodiche dei beni mobili si applica il\nregolamento regionale per il funzionamento del Settore\ndemanio e patrimonio.\n3. La Giunta regionale trasmette al Consiglio una\nrelazione sui risultati della ricognizione dei beni effettuata\nin sede di prima applicazione della presente norma.", '6': "Uso particolare dei beni demaniali e patrimoniali\n1. L' uso particolare dei beni demaniali o patrimoniali\nindisponibili può esser accordato mediante concessione.\n2. L' atto di concessione adottato alla Giunta regionale,\nstabilisce la durata del rapporto, l' ammontare del canone\nconcessionario, la cauzione, l' uso per il quale la concessione\nè disposta e le condizioni per la buona conservazione del\nbene e per l' esercizio delle attività per cui l' uso è assentito.\n3. Le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria\ndei beni in uso sono a carico del soggetto che li utilizza.\n4. Quando il concessionario è un soggetto pubblico o un\nente che opera senza fini di lucro per l' uso, il canone può \nessere ricognitorio e la cauzione può non essere richiesta.\n5. La Giunta regionale delibera la decadenza del diritto\ndel concessionario nel caso di inadempimento anche parziale\ndegli obblighi derivanti dall' atto di concessione o per il venir\nmeno dei requisiti prescritti.\n6. La Giunta regionale revoca l' atto di concessione\nqualora il diritto costituito non garantisca più l' ordinario\nsvolgimento della funzione pubblica cui il bene è destinato.\n7. Alla scadenza della concessione le eventuali opere\ncostituite sul bene e le relative pertinenze restano acquisite\nal patrimonio regionale, salvo il diritto del concedente a\nrichiedere la riduzione in pristino del bene concesso.\n8. Nel caso di attraversamento di beni immobili\nappartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile\nregionale da parte di elettrodotti, linee telefoniche,\nacquedotti, fognature ed altri simili manufatti di pubblico\ninteresse, sia aerei che interrati, il canone annuo di\nconcessione è costituito da una congrua indennità .\n9. L' amministrazione dei beni del patrimonio agricoloe forestale è svolta con le modalità ed i limiti di cui alla\nlegge regionale 28 febbraio 1987, n. 13, - Delega in materia\ndi economia e bonifica montana e difesa del suolo.\n10. Sono fatte salve le diverse disposizioni sull' uso\nparticolare dei beni demaniali e patrimoniali, previste dalle\nleggi statali e regionali vigenti.", '7': "Autotutela\n1. Per la tutela dei beni del demanio regionale, ai sensi\ndell' art. 823 del codice civile, si procede normalmente in\nvia amministrativa con decreto del Presidente della Giunta\nregionale.\n2. Il decreto è notificato ai soggetti interessati e intima\nil ripristino della situazione di diritto o di fatto, indicando,\nin caso di inosservanza, i successivi adempimenti\ndell' Amministrazione regionale volti ad assicurare la tutela\ndel bene.\n3. Ove il bene del demanio regionale, sia assegnato a\nqualsiasi titolo agli Enti locali, l' azione di autotutela è \nesercitata dal legale rappresentante dell' Ente.\n5. Gli Enti locali, nonchè gli eventuali soggetti\nconcessionari, sono comunque tenuto a segnalare\ntempestivamente alla Giunta regionale le situazioni che\ndeterminano la necessità di agire in difesa del bene\ndemaniale.\n5. E' fatta salva, in ogni caso, la facoltà dei soggetti\nlegittimati di valersi dei mezzi ordinari a tutela della\nproprietà e del possesso dei beni.", '8': "Contratto di affitto, locazione, comodato, uso\n1. I beni appartenenti al patrimonio disponibile regionale\npossono essere dati, a titolo omesso, in affitto, in locazione\no in uso con provvedimento della Giunta regionale adottato\nsu proposta dell' Assessore al demanio e patrimonio.\n2. I relativi contratti possono essere conclusi mediante\ntrattativa privata, preceduta da idonea pubblicazione e, nel\ncaso vi siano più richiesta, da gara ufficiosa.\n3. I beni indicati nel primo comma possono altresì essere\ndati a titolo gratuito in comodato o in uso a Enti pubblici e\nad altre persone giuridiche pubbliche e private che, senza\nscopo di lucro, perseguono finalità statutarie di interesse\ncollettivo generale.", '9': "Autorizzazione alla vendita\n1. La Giunta regionale presenterà ogni ogni\nall' approvazione del Consiglio regionale in data antecedente\nalla presentazione del bilancio di previsione, l' elenco dei\nbeni immobili del patrimonio disponibile regionale per i\nquali intende avviare la procedura di alienazione secondo\nle disponibilità di cui agli articoli seguenti.\n2. I beni immobili del patrimonio disponibile regionale sono\nalienati mediante asta pubblica, assumendo come base d' asta\nil prezzo di stima e col sistema delle offerte segrete in aumento.\n3. L' alienazione avviene a norma dei successivi artt. 11,\n12 e 13.4. La Regione può procedere all' alienazione dei beni\nimmobili tramite trattativa privata;\na) qualora il valore di stima dell' immobile non superi\nl' importo di 100 milioni e ricorrano speciali circostanze di\nconvenienza e di utilità generale;\nb) quando i beni vengano alienati a persone che possono\nfar valere un diritto di prelazione;\nc) qualora i beni oggetto del contratto di alienazione\ndebbano essere destinati alla realizzazione di impianti,\nattrezzature, servizi pubblici rilevanti per il perseguimento\ndi finalità di pubblico interesse.", '10': "\nAvviso d' asta\n1. L' avviso d' asta è deliberato dalla Giunta regionale ed\nè pubblicato, almeno quindici giorni prima di quello fissato\nper la gara, nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania\ne su almeno due dei quotidiani scelti tra quelli\nmaggiormente diffusi a livello nazionale e regionale.\n2. L' avviso deve indicare:\na) l' autorità che presiede l' asta, il luogo, il giorno e l' ora\ndi svolgimento della gara;\nb) il bene oggetto d' asta e le relative caratteristiche\nessenziali;\nc) il prezzo posti a base d' asta;\nd) i termini e le modalità per la presentazione delle\nofferte e il pagamento del prezzo d' asta definitivo;\ne) i documenti comprovati l' idoneità e le altre\ncondizioni prescritte per essere ammessi alla gara;\nf) il deposito che gli aspiranti alla gara devono effettuare\npresso la tesoreria regionale;\ng) le modalità con le quali sarà effettuata l' asta;\nh) le modalità , i termini e le condizioni\ndell' aggiudicazione, che potrà essere esclusa nel caso di\npresentazione di una sola offerta;\ni) gli altri elementi utili per la partecipazione all' asta e\nper la valutazione del bene, ivi compresa l' esistenza di\nvincoli e diritti di prelazione a favore di terzi;\nl) gli uffici regionali presso i quali rivolgersi per\nacquisire ulteriori cognizioni.", '11': "\nPartecipazione alla gara\n1. Il Presidente della gara accerta la presenza dei\nrequisiti e il rispetto delle condizioni contenute nell' avviso\nd' asta e decide l' ammissione o l' esclusione dei concorrenti.\n2. Sono comunque esclusi dalla gara i concorrenti per i\nquali risulti che nell' eseguire prestazioni per la Regione o per\nle altre Amministrazioni pubbliche si siano resi inadempimenti\no colpevoli, di negligenza, ovvero abbiano lite pendente con la\nRegione, ovvero sia stata ad essi applicata con provvedimento\ndefinitivo una misura di prevenzione ai sensi della legge\n31 maggio 1965, n. 575 e successive modificazioni.\n3. L' esclusione non dà luogo ad indennizzo o rimborso\nalcuno, salva la restituzione del deposito.", '12': "\nSvolgimento della gara di aggiudicazione1. Per lo svolgimento della gara e l' aggiudicazione si\napplicano in quanto compatibili, gli artt. 69, 70, 71, 72, 73,\n76, 77, 81, 82, 83, 85, 88 del RD 23 maggio 1924, n. 827,\ne successive modificazioni.\n2. L' atto di aggiudicazione produce effetto a favore del\nmigliore offerente solo dopo che sia stato pagato il prezzo\nd' asta definitivo.\n3. Qualora l' asta vada deserta per due volte la Giunta\nregionale può deliberare di procedere all' alienazione del\nbene a trattativa privata.", '13': "\nDiritto di prelazione\n1. Ne caso di alienazione di un bene immobile su cui, a\nnorma delle vigenti disposizioni per altra legittima causa,\nesista un diritto di prelazione a favore di terzi il bene è offerto\nal titolare di tale diritto al prezzo di stima. Il diritto\ndi prelazione deve essere esercitato nel termine perentorio di\ntrenta giorni dalla data di notifica dell' offerta, salvo che la\nlegge o il titolo da cui la prelazione deriva non stabiliscano un\ntermine diverso.\n2. Con le stesse modalità si procede nel caso di vendita\ndi alloggi a coloro che li occupano avendone titolo legittimo.", '14': "\nPermuta di beni immobili\n1. La Giunta regionale, con espresse motivazioni riferite\nal soddisfacimento di un determinato interesse pubblico,\npuò procedere alla permuta di beni immobili di proprietà \nregionale con altri immobili a condizione che i beni\nacquisiti ricevano contestualmente una classificazione e\ndestinazione uguale a quella dei beni permutati.\n2. ALla permuta si applica l' art. 10.", '15': "\nConto dei patrimonio\n1. La consistenza dei beni immobili e mobili della Regione\nnonchè i valori di stima dei beni ceduti in permuta e le relative\nvariazioni sono dimostrate nel conto generale del patrimonio\nda adottarsi ai sensi dell' art. 78 della Legge regionale del 27\nluglio 1978, n. 20, di disciplina della contabilità regionale.", '16': '\nRiserva di diverse disposizioni regolamentari\n1. Quando amministrazione, gestione e contabilità dei beni\nregionali sono di competenza del Consiglio regionale o degli\nEnti amministrativi dipendenti dalla Regione, sono fatte salve le\ndiverse disposizioni dettate in materia dai rispettivi regolamenti.', '17': "\nDichiarazione d' urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi del\nsecondo comma dell' art. 127 della Costituzione, ed entra\nin vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di\nfarla osservare come legge della Regione Campania.\nNapoli, 3 novembre 1993"}
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