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L’attuale discorso sulla situazione della scuola è pesantemente condizionato dalla contingenza: ci si concentra sulla persona della Ministra Lucia Azzolina divenuta, la definizione è di di Gianfranco Pasquino professore emerito all’Università di Bologna, una sorta di “capretta espiatoria”. Ovviamente, quando la “capretta espiatoria” seguirà la sua sorte naturale e verrà immolata, la situazione resterà, più o meno, la stessa ma si tratta di una considerazione sin banale. Va detto che Lucia Azzolina ha una notevolissima capacità di rendersi insopportabile: quando afferma cose del tipo che il ministero sta facendo “cose meravigliose” non può che suscitare una reazione di fastidio anche in chi, come chi scrive queste righe, è convinto che l’eccessiva personalizzazione della lotta politica e sindacale è un segno della decadenza della politica e, cosa che più conta, opera come un distrattore di massa per l’opposizione sociale. È anche vero che la polemica sulle difficoltà della scuola è inquinata dalla situazione di campagna elettorale, con la destra che scende in campo sia presentandosi come paladina dei lavoratori della scuola contando sulla scarsa memoria degli stessi riguardo alla sua politica scolastica quando è stata al governo, sia proponendo una regionalizzazione della scuola che metterebbe la scuola stessa nelle mani dei molti presidenti di Regione leghisti, fascisti e berlusconiani oggi presenti. Dato a Lucia Azzolina quello che è di Lucia Azzolina, conviene concentrarsi e, soprattutto, agire sulle questioni strutturali che caratterizzano il funzionamento della scuola e, ovviamente, della società. Il discorso degli ultimi mesi sulla riapertura delle scuole “in sicurezza” ha reso incomprensibile all’opinione pubblica, in una pletora di numeri, concorsi straordinari, ordinari, assunzioni, graduatorie provinciali ecc. il fatto che il precariato resta un segmento importante del personale scolastico sul quale si scaricano condizioni normative e retributive molto peggiori rispetto al resto del personale. Non si fa che parlare di nuove assunzioni e, va da sè, dei numeri reali necessari per garantire l’inizio del nuovo anno scolastico. Circa 200.000 assunzioni servirebbero subito e non certo inventandosi nuove forme di precariato ancor più precario, come quella presente nel Decreto Rilancio. Non a caso la prima mobilitazione dell’anno scolastico è stata una manifestazione dei precari della scuola che si è svolta a Roma il 2 settembre. Una mobilitazione che ha visto la presenza di una fitta rete di comitati precari, non tutta farina da far ostie se si considerano i tentati vi di utilizzarla da parte di settori della destra ma, in ogni caso, un segnale che vi è uno scontento che, superando i particolarismi e collegandosi alla lotta per aumenti retributivi e contro il dispotismo dei dirigenti, può avere un impatto importante. Ciò che è ormai da anni scomparso dai radar, infatti, è la questione salariale. Come noto, l’ultimo rinnovo contrattuale si è chiuso con un aumento medio del 3,48%. Il nulla se si considera la perdita di potere d’acquisto degli stipendi del settore scuola, tra l’altro i più bassi di tutto il Pubblico Impiego relativamente a lavoratori laureati. Per averne un’idea è utile ricorrere a una fonte “affidabile”, in quanto si tratta di una di quelle forze sindacali che negli ultimi decenni hanno fatto della moderazione delle richieste salariali il loro credo. La UIL Scuola, in uno studio del 2018, stimava al 21% la perdita di potere d’acquisto per i lavoratori della scuola nel periodo compreso tra il 1995 ed il 2018. Tenuto conto che i calcoli prendono in considerazione l’inflazione “ufficiale” che, come sappiamo, è sempre più bassa di quella reale, possiamo con sicurezza affermare, tenendoci prudenti, che i lavoratori della scuola dal 1995 ad oggi hanno perso circa il 25% di potere d’acquisto. È bene ricordare che già nel 1995 l’Italia non era certo un paese generoso verso docenti ed ATA. Aggiungiamo ai mancati o risibili rinnovi contrattuali i blocchi degli scatti d’anzianità che hanno tolto a molti lavoratori l’opportunità di raggiungere l’ultimo livello stipendiale prima della pensione in un paese dove i lavoratori della scuola che superano i 55 anni sono circa 400.000. Per di più, il taglieggiamento da parte dello Stato, non finisce nemmeno con il pensionamento, visto che la liquidazione bisogna, mediamente, attenderla due anni, fatto che impedisce agli ultra-sessantacinquenni di portare a compimento i loro progetti di vita. Di tutti questi problemi non si è più fatta parola e, a maggior ragione, la parola deve passare allle lavoratrici ed ai lavoratori della scuola. Sinora si è però trattato dei punti di crisi “storici” della scuola, ai quali va aggiunta, ovviamente, la situazione penosa dell’edilizia scolastica e l’affollamento delle classi. Vale la pena, a mio avviso, di ragionare sul progetto di scuola dei nostri avversari, un progetto che l’attuale situazione rende più forte e pericoloso. Riprendo dall’articcolo di Marco Meotto “Scuola: di cosa hanno bisogno i docenti?” il paragrafo “Proposte spudorate: la scuola dei manager”.[1] Gli elementi di rottura hanno spesso il vantaggio di chiarire la posta in gioco. Si può quindi cominciare la ricognizione dal documento più discusso: le proposte avanzate dell’ANP,[2] l’Associazione Nazionale Presidi. L’articolata riflessione prodotta dall’ala più oltranzista tra le organizzazioni di categoria dei dirigenti scolastici sottolinea la necessità di apportare profonde modifiche all’assetto complessivo del sistema d’istruzione. In questo senso la minaccia del Covid-19 è declinata tutta in termini di opportunità: sarebbe l’occasione che la scuola non deve lasciarsi sfuggire. Di quali trasformazioni stiamo parlando? Chi già ne conosce le posizioni non si sarà stupito a leggere che gli assi portanti della proposta dell’ANP sono l’ennesima riproposizione della concezione manageriale del governo delle scuole, la non certo inedita richiesta di abbattere le rigidità che mortificano le capacità di gestione dei dirigenti e l’accorato appello a riformulare i curricoli puntando al superamento dei saperi disciplinari in nome delle agognate “competenze”. Non si tratta di novità sostanziali ma ciò che davvero colpisce è in qualche modo la schiettezza – verrebbe da dire la spudoratezza – con cui certe direttrici vengono tracciate. Sin dalle scelte lessicali di frasi quali “alla scuola è rivolta una domanda di erogazione di servizio che produca apprendimento” si intuisce che la dimensione in cui si vuole collocare l’istituzione scolastica di domani è, una volta di più, quella dell’agenzia al servizio dei “portatori di interesse”, i fantomatici stakeholder , che poi, riducendo il discorso all’osso, sarebbero le imprese. Un’urgente necessità sarebbe, ad esempio, “ liberare il ruolo dirigenziale da vincoli e costrizioni”, il che fa pensare a poveri presidi assediati e tiranneggiati da orde giacobine di docenti che li minacciano con lo spettro della ghigliottina. Lo può credere solo chi non è mai stato in una scuola negli ultimi vent’anni. Invece si tratta semplicemente, detto in soldoni, della richiesta di azzerare i decreti delegati e le norme che, almeno in via teorica, rendono democratica l’istituzione scolastica attraverso gli organi collegiali. Non è un’interpretazione ardita: c’è proprio scritto così, laddove si legge che è opportuno “l’aggiornamento della governance delle scuole, cioè delle competenze degli organi collegiali, anacronisticamente ferme alle disposizioni legislative emanate nel lontano 1974”… Insomma, quasi si sente l’eco lontana della battuta di Renzi sui sindacati fermi al telefono a gettone mentre il resto del mondo usa l’i-phone: era il 2014 e l’ex presidente del consiglio si apprestava a picconare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, anche questo, ovviamente, anacronistico. Di lì a poco sarebbe toccato alla scuola con la legge 107, in cui era contenuto il disegno, poi in parte arginato, di dare ai presidi poteri nuovi, più ampi e più discrezionali. (…) stato d’eccezione, con i Dpcm a riporre nelle mani dei dirigenti scolastici compiti inediti, con la ministra Azzolina a investire i presidi del ruolo di “comandanti della nave”, ci suggeriva di tenere alta la guardia rispetto alla possibilità che si realizzasse ciò che non era riuscito alle contestatissime riforme della scuola degli ultimi vent’anni. Ed ecco che lo spettro si è fatto concreto. Nelle conclusioni del proprio documento i presidi dell’ANP rivendicano apertamente la “valorizzazione del ruolo dei dirigenti scolastici in materia di scelte organizzative e gestionali, sull’esempio di quanto avvenuto durante la fase emergenziale (…).” Aggiungendo poi che devono essere eliminati “i vincoli burocratici e gli ostacoli organizzativi che impediscono ai dirigenti di assumere con la dovuta celerità le decisioni inerenti alla gestione delle risorse umane, economiche e logistiche. Così come si deve ridurre – e auspicabilmente eliminare – la tendenza del Ministero dell’istruzione a dettare regole di gestione del quotidiano, soprattutto in materia di personale.” Del celebre binomio “efficacia-efficienza”, cui dovrebbe guardare l’azione della pubblica amministrazione, in questa visione si impone soprattutto il secondo termine: lo stato d’emergenza – sembrano dirci i presidi – ha dimostrato che le scuole funzionano efficientemente solo se le catene di comando che le governano non trovano intoppi. Così arriviamo ad un’altra richiesta, anche questa non nuova: l’introduzione del middle management , cioè di figure di docenti che fungano da “quadri intermedi” e che, ben oltre l’attuale concetto di staff, coadiuvino il preside-manager nel governo della scuola. Per dirla con le parole dell’ANP, servono figure di “supporto al potere organizzativo detenuto dalla dirigenza scolastica”. Solo così il modello aziendale può davvero dispiegarsi.” Ciò che, a questo punto, emerge, mi pare evidente: per un verso la politica dell’attuale governo non si discosta da quella dei governi precedenti: la quota di risorse destinate alla scuola pubblica resta inadeguata anche solo comparandola a quella che caratterizza altri paesi europei. Un capitalismo basato sulla piccola media impresa, su servizi di tipo tradizionale, sul clientelismo diffuso non ha nè la disponibilità né la forza per una svolta anche solo moderatamente riformista e le organizzazioni sindacali istituzionali che, piaccia o meno, organizzano gran parte dei lavoratori del settore non hanno anch’esse nè la disponibilità né la forza per opporsi a questa deriva; un “riformismo” – un riformismo autoritario ovviamente – esiste e l’ANP gli da, con il consenso del ministero e del sistema delle imprese, voce. L’“emergenza” apre la strada ad una vera e propria rivoluzione dall’alto imperniata, come peraltro prevedeva in altra forma la “Buona Scuola” proposta dal Governo Renzi: a questo riformismo si deve dare una risposta forte; infine, la gestione della situazione sanitaria come quella delle assunzioni e dei concorsi stanno determinando forti tensioni nel personale, un personale che, come si è ricordato, è in ampia misura anziano. Si daranno, credo, molti conflitti sulla questione del “lavoro in sicurezza”, conflitti nei quali si dovrà intervenire. A breve, il 25 settembre, vi sarà uno sciopero della scuola indetto da Cobas Scuola Sardegna, CUB SUR, Unicobas e USB, il 23 ottobre vi sarà uno sciopero generale indetto dalla CUB e da altri. Saranno, accanto alle mobilitazioni locali e particolari che si stanno sviluppando e cercandoo un rapporto con studenti e famiglie, una prima, importante occasione. Cosimo Scarinzi NOTE [1] https://www.doppiozero.com/materiali/scuola-di-cosa-hanno-bisogno-i-docenti [2] https://www.anp.it/2020/05/25/le-proposte-anp-per-la-riapertura-delle-scuole-a-settembre/
Un riformismo autoritario -
Ritratti con macchina da scrivere
[ New York, Stati Uniti ](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/nyfw-spring-summer-2021-laquan-smith/> "vai alla fotogallery") [New York, Stati Uniti](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/nyfw-spring-summer-2021-laquan-smith/>) New York, Stati Uniti [Yeoncheon, Corea del Sud](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/virus-outbreak-south-korea-daily-life-7/>) Yeoncheon, Corea del Sud [Ahmedabad, India](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/india-hindu-festival-124/>) Ahmedabad, India [Kangerlussuaq, Groenlandia](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/greenland-undergoes-many-changes-amid-acceleration-of-climate-change-2/>) Kangerlussuaq, Groenlandia [Mosca, Russia](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/vladimir-putin-103/>) Mosca, Russia [Selandia, Danimarca](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/late-summer-morning-shrouded-in-fog/>) Selandia, Danimarca [Glasgow, Scozia](<https://www.ilpost.it/2021/09/10/venerdi-10-settembre/music-fans-attend-trnsmt-festival-in-glasgow/>) Glasgow, Scozia *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Venerdì 10 settembre
#SostengoMicroMegaPerché: i messaggi di solidarietà
>>>> >>>> Questa nuova immagine dell'ESO mostra parte di una **nube di polvere e gas incandescente** , nota come **Nebulosa Gabbiano**. Queste filiformi nubi rossastre corrispondono alle "ali" del gabbiano celeste e l'immagine rivela una mescolanza interessante di nubi scure e di nubi illuminate di rosso, intessute tra stelle brillanti. Questa nuova visione è stata ottenuta dal WFI (Wide Field Imager) sul telescopio da 2,2 metri dell'MPG/ESO all'Osservatorio di La Silla dell'ESO in Cile. >>>> >>>> Al confine tra le costellazioni del Cane Maggiore e dell'Unicorno, nel cielo australe, la Nebulosa Gabbiano è un'enorme nube composta prevalentemente di **idrogeno gassoso**. È un esempio di quella che gli astronomi chiamano regione HII. Nuove stelle molto calde si formano all'interno di queste nubi e la loro intensa radiazione ultravioletta fa risplendere il gas circostante. >>>> >>>> La tinta rossastra in questa immagine è un segno inequivocabile della presenza di idrogeno ionizzato. La Nebulosa Gabbiano, nota più formalmente come **IC 2177** , è un oggetto complesso, di forma simile ad un uccello, **composta da tre grandi nubi di gas** - Sharpless 2-292 costituisce la "testa", mentre questa nuova immagine mostra parte di Sharpless 2-296, che comprende le grandi "ali", e Sharpless 2-297, una piccola appendice nodosa alla punta dell'ala sinistra del gabbiano. >>>> >>>> [La nube incandescente Sharpless 2-296, parte della Nebulosa Gabbiano](<https://www.media.inaf.it/2013/02/06/locchio-del-gabbiano/eso1306a/>) >>>> >>>> La nube incandescente Sharpless 2-296, parte della Nebulosa Gabbiano >>>> >>>> Questi oggetti fanno tutti parte del **catalogo Sharpless di nebulose** , un elenco di più di 300 nubi di gas incandescente redatto dall'astronomo americano Stewart Sharpless negli anni 1950. Prima di pubblicare il catalogo, Sharpless era uno studente di laurea all'Osservatorio di Yerkes, vicino a Chicago, USA, dove con i suoi colleghi ha pubblicato alcune osservazioni che hanno contribuito a dimostrare che la Via Lattea è una galassia a spirale con ampi bracci ricurvi. >>>> >>>> Questa immagine di Sharpless 2-296 è stata catturata dal **WFI (Wide Field Imager)** , una grande camera montata sul telescopio da 2,2 metri dell **' MPG/ESO al Osservatorio di La Silla dell'ESO in Cile**: mostra solo una piccola parte della nebulosa, una grande nube che furiosamente forma stelle calde al suo interno. La fotografia mostra **Sharpless 2-296** illuminata da diverse stelle giovani e molto brillanti - ci sono molte altre stelle sparse in tutta la regione, tra cui una così brillante che appare come l'"occhio" del gabbiano nelle immagini dell'intero complesso. >>>> >>>> >>>> >>>> _(Fonte: ESO)_ >>>> >>>> **Per saperne di più:** >>>> >>>> * Per guardare il video **[CLICCA QUI](<http://www.eso.org/public/italy/videos/eso1306a/>)** *[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28 *[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05 *[33 minuti fa]: 10.50 *[attr]: attribute *[HTML]: HyperText Markup Language *[P:]: Phone
L'occhio del gabbiano
Il nuovo singolo dei Verdena e altre quattro canzoni per il weekend
«Forse la Chiesa / dovrebbe solo / esser questo: / una porta aperta / perché chi passa, / stanco o pieno di forze, / alla ricerca o indifferente, / ardente di fede / o deluso mortalmente, / intraveda un riverbero / della Sua luce». Sono queste le parole che un utente di uno dei social attualmente più diffusi ha posto a commento di una foto che ritrae, nell’imbrunire del giorno, la porta semiaperta di una chiesa, all’interno si scorgono una persona in preghiera dinanzi ad un crocefisso ben illuminato ed una calda luce che contrasta con il crescente buio all’esterno della chiesa. Altri utenti hanno commentato la foto ed il testo, generalmente in modo positivo, mentre qualcuno ha lamentato il fatto che purtroppo oggi le chiese sono quasi sempre chiuse e che è difficile entrare per un momento di preghiera, per un po’ di raccoglimento, per un semplice e breve dialogo con Dio. Sappiamo che non è sempre così, anche se capita sempre più spesso di trovare delle chiese chiuse, al di fuori dell’orario prestabilito delle celebrazioni della comunità. Tale chiusura è dettata principalmente dal timore di furti o di danni alla chiesa e alle sue suppellettili: eventi, purtroppo, sono registrati con sempre maggiore frequenza negli edifici di culto. Proprio di questi giorni è la notizia del furto occorso nelle sacrestie di due chiese della diocesi (vedi nelle pagine dedicate al locale), che erano spesso aperte al culto ed a disposizione dei fedeli. Che fare? Rassegnarci a chiudere sempre di più le nostre per evitare furti e danni? Prima di arrivare a questa determinazione forse è necessario fermarsi a riflettere ed avviare un minimo confronto. La chiesa – mi riferisco proprio all’edificio – ha una forza simbolica non piccola per una comunità e anche per il singolo fedele che decide di entrarvi per accendere una candela e recitare una preghiera. Spesso, come in tante chiese della nostra diocesi, ci sono dei veri e propri “tesori d’arte” che parlano della storia di una comunità, della sua fede, del suo amore per il bello, e che sarebbe un peccato in qualche modo precludere ai fedeli o ai semplici visitatori. Ci sono certamente degli espedienti tecnici che si possono valutare: antifurto, telecamere, porte antiscasso… Ma si tratta anche di non lasciare tutto sulle spalle del parroco, che spesso si trova a dover seguire più comunità (e quindi anche più edifici di culto) e nemmeno sulle spalle del solo sacrista o solo volontario addetto alla custodia della chiesa (che in realtà non c’è proprio sempre). Insomma, è importante che la comunità intera si senta coinvolta e si renda disponibile ad “abitare” più spesso le proprie chiese e ad averne cura. Il vero dramma è che le “chiese chiuse” sono spesso sinonimo di “chiese vuote”: si chiudono perché non c’è praticamente nessuno (se non qualche ladruncolo!) che le frequenti, le abiti, le senta un po’ come casa propria… È vero che i tempi sono cambiati e che i ritmi di oggi sono frenetici per molti; tuttavia, è necessario pensare a qualche accorgimento se vogliamo che la notte non sia sempre più profonda e che da quella porta socchiusa traspaia ancora un po’ della buona luce del mistero di Dio. _(*) direttore "L'Azione" (Vittorio Veneto)_ Scarica l’articolo in [pdf](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=978962&action=seed_download_download&type=pdf>) / [txt](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=978962&action=seed_download_download&type=txt>) / [rtf](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=978962&action=seed_download_download&type=rtf>) /
Chiese chiuse o chiese vuote?
Il luminoso presente dei film in bianco e nero
>> >> A Milano, nel grande piazzale della fermata della metropolitana Pagano, dal 4 novembre c'è un tendone bianco che ospita il Banco di Garabombo, un mercato del commercio “equo e solidale”, cioè che ha l'obiettivo di garantire ai produttori un compenso più alto rispetto al mercato tradizionale e il rispetto dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori nei luoghi di produzione. >> >> Sotto il tendone, in uno spazio di 450 metri quadrati ben riscaldato, si vendono generi alimentari, caffè e zucchero, ceramiche, cosmetici e vestiti prodotti da piccole cooperative di artigiani e contadini in Africa, Estremo Oriente e Sud America. Su alcune confezioni è impresso il [marchio Fairtrade](<https://www.fairtrade.it>), che certifica la sostenibilità ambientale e sociale della produzione. Su altre c'è quello di [Equo Garantito](<https://www.equogarantito.org>), che è invece il certificato di garanzia delle organizzazioni del commercio equo e solidale in Italia. Alcuni banchi propongono anche pasta e olio provenienti dai terreni confiscati alle mafie nel Sud Italia, passate di pomodori raccolti in aziende che aderiscono a una rete contro il caporalato e libri sui temi dell'economia alternativa. >> >> Il Banco di Garabombo è il più grande mercato equo e solidale d'Europa, dove questo tipo di iniziative è diffuso soprattutto nei paesi del Nord. Prende il nome da un personaggio di un romanzo dello scrittore peruviano Manuel Scorza: un contadino che si batte contro l'espropriazione forzata delle terre utilizzando la capacità di rendersi invisibile. Nel 1997 si svolse la prima edizione con poche bancarelle, che furono sistemate lungo corso Garibaldi e qualche giorno dopo spostate in largo Cairoli: da allora è cresciuto di anno in anno. Fino al 2000 si svolse in piazza Oberdan e nel 2001 traslocò nel piazzale della metro Pagano, dov'è rimasto fino a oggi. >> >> Nel 2012 l'allora sindaco Giuliano Pisapia, di centrosinistra, lo riconobbe come «manifestazione tradizionale milanese di interesse civico», al pari della fiera degli _oh bej! oh bej!_ , il mercatino tipico natalizio che si svolge dal 7 dicembre, giorno del patrono di Milano, Sant'Ambrogio. >> >> Quella del 2019 fu l'edizione più partecipata, con oltre 100mila visitatori, stimati in base agli scontrini emessi. Nel 2020 il Banco di Garabombo venne cancellato per la prima volta a causa della pandemia da coronavirus. Le due edizioni successive si svolsero con numeri ridotti, a causa delle restrizioni legate alle misure per limitare il contagio, come gli ingressi contingentati e il divieto di vendere prodotti non confezionati. >> >> Quest'anno ha rischiato di saltare di nuovo per l'aumento dei costi per il noleggio e l'allestimento del tendone, delle bollette dell'energia elettrica e del riscaldamento, e perché il Comune di Milano ha aumentato il canone unico per l'occupazione di suolo (CUP) da 33mila a 87mila euro. Gli organizzatori, cioè la cooperativa Chico Mendes, la cooperativa Librerie in piazza e Radio Popolare, ritenevano la cifra troppo alta per un settore già in difficoltà. >> >> Negli ultimi dieci anni hanno chiuso alcune decine di negozi equi e solidali, nei supermercati e nei negozi biologici le vendite sono calate a causa dell'inflazione e il fatturato complessivo è passato dai 78 milioni di euro del 2011 ai 67 milioni del 2021, secondo i [dati](<https://www.equogarantito.org/wp-content/uploads/2023/05/Rapporto_Annuale_EG_2023_compressed.pdf>) diffusi dall'associazione Equo Garantito, che rappresenta 82 organizzazioni del commercio equo e solidale. Per questo anche il Banco di Garabombo ha più difficoltà che in passato a sostenere le spese, che sono in continuo aumento e quest'anno ammontano in totale a circa 100mila euro. >> >> «Ci siamo trovati a dover scegliere se annullare il mercato milanese, rischiando di chiudere il bilancio in passivo perché avremmo perso gran parte delle vendite natalizie che per noi rappresentano un terzo di quelle di tutto l'anno» dice Stefano Magnoni, presidente della cooperativa Chico Mendes. «Oppure mantenerlo, pur sapendo che gli incassi con grande probabilità non sarebbero riusciti a coprire tutti i costi». >> >> Alla fine gli organizzatori hanno deciso di confermarlo, chiedendo al Comune di Milano di ridurre il canone e avviando una [campagna](<https://www.chicomendes.it/wp-content/uploads/2023/12/Allegato-Lettera-Soci_campagna-Garabombo.pdf>) per la raccolta di fondi. In una lettera diffusa sul loro sito, scrivono che il Banco di Garabombo «ha avuto un aggravio imprevisto dei costi di organizzazione che sfiora i 100mila euro. Questo è dovuto in parte all’inflazione (sui costi di energia e dei servizi di noleggio e allestimento), ma in maniera ancor più significativa pesa l’aumento del 250 per cento del costo del suolo pubblico (CUP), che è arrivato a 87mila euro». >> >> Il 6 dicembre il consiglio comunale ha votato un emendamento, presentato da Valerio Pedroni del Partito Democratico, al regolamento comunale che era stato approvato a dicembre del 2022. La nuova norma riduce dell'80 per cento la tassa sull'occupazione di suolo pubblico per le iniziative delle organizzazioni del terzo settore, cioè quelle senza scopo di lucro, riportando il canone alle cifre degli anni precedenti. La riduzione però non è retroattiva ed entrerà in vigore solo dal prossimo anno. >> >> Nel frattempo la cooperativa Chico Mendes ha dovuto pagare in anticipo la tassa per poter montare il tendone. Le fondazioni Cariplo e Vismara si sono impegnate a contribuire al pagamento delle spese, per una cifra che dovrebbe coprirne circa la metà. La mattina del 4 novembre il Banco di Garabombo è stato inaugurato e rimarrà aperto fino al 7 gennaio, tutti i giorni dalle 9 del mattino alle 8 di sera. >> >> Gli organizzatori dicono che nel mese di novembre gli acquisti sono aumentati del 20 per cento rispetto all'anno scorso. La direttrice commerciale Stefania Pioli lo definisce «un bel segnale», frutto anche dell'appello degli organizzatori a sostenere il Banco di Garabombo facendo acquisti al tendone, anche se «saranno decisivi gli ultimi dieci giorni, quelli tra Natale e la Befana, nei quali di solito si concentra metà del fatturato». *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il più grande mercato equo e solidale d'Europa è in difficoltà
Turchia, nella spirale dell'odio
> > Mercoledì 27 febbraio c'è stata una nuova e importante udienza del processo bis per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo romano trovato il 22 ottobre del 2009 in una stanza del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era ricoverato da quattro giorni dopo essere stato arrestato. Il processo bis riguarda cinque carabinieri, compresi i tre che arrestarono Cucchi, ma durante le indagini sono stati coinvolti [anche diversi altri ufficiali](<https://www.ilpost.it/page/1/?s=stefano+cucchi+>) accusati di aver coperto la verità, depistato le indagini e aver fatto sparire ogni riferimento alle reali condizioni di Stefano Cucchi la notte in cui, dopo l'arresto, fu picchiato e poi trasferito dalla caserma di Tor Sapienza. > > L'insabbiamento avrebbe coinvolto l’intera catena di comando dell’Arma dei carabinieri di Roma e ieri, in aula, è stato ascoltato come testimone il generale di Corpo d’Armata Vittorio Tomasone, all’epoca comandante provinciale di Roma. Inoltre sono stati depositati nuovi atti che, come ha spiegato il pubblico ministero Giovanni Musarò, sono «di straordinaria importanza». Conterrebbero la dimostrazione che dai carabinieri venne creata una falsa storia in base alla quale l'allora ministro della Giustizia Angelino Alfano (siamo al 3 novembre del 2009) andò a riferire alla Camera dicendo inconsapevolmente il falso, e mostrerebbero che ancora prima della nomina dei periti tecnici vennero predisposti gli argomenti medico-legali per eliminare qualsiasi nesso di causalità tra la morte di Cucchi e un pestaggio. > > _Repubblica_ ha spiegato che i nuovi atti chiariscono, in particolare, due aspetti della vicenda: la ricostruzione dell’arresto di Stefano Cucchi e la conseguente morte, e gli esami medico legali, «i cui esiti furono anticipati dall’Arma quando ancora non era stati nominati i periti». Per l'accusa questa è la dimostrazione «che si è giocata una partita truccata sulle spalle di una famiglia mettendo in gioco la credibilità dell’intero sistema». > > Il 26 ottobre del 2009, quattro giorni dopo la morte di Cucchi, verso le ore 15 l’agenzia _ANSA_ pubblicò una notizia: il presidente dell'associazione "Antigone" Patrizio Gonnella e quello di "A buon diritto" Luigi Manconi sostenevano che Cucchi stesse bene al momento dell’arresto, mentre il giorno dopo l’udienza di convalida aveva il volto tumefatto. Poco dopo l'uscita di questa notizia sarebbero iniziate le manipolazioni dei verbali, delle annotazioni di servizio e dei registri interni (già [confermate](<https://www.ilpost.it/2018/10/22/novita-insabbiamento-carabinieri-stefano-cucchi/>) da alcuni testimoni e da un imputato durante il processo). Queste false relazioni sarebbero state mandate anche al ministro Alfano, che alla Camera avrebbe dunque presentato una storia non vera: Alfano parlò di un arresto collaborativo e disse che Cucchi non era in buone condizioni fisiche già al momento del fermo. > > Nei nuovi atti depositati ci sarebbe anche qualcosa di più: una nota del primo novembre inviata dal comando provinciale a quello generale anticipa i risultati dell'autopsia, indicando, di fatto, i medici come responsabili della morte di Cucchi. Nella nota, spiega sempre _Repubblica_ , si fa riferimento alle cause della morte che «sembrerebbero non attribuibili a traumi, non essendo state rilevate emorragie interne né segni macroscopici di percosse», si parla della frattura di una vertebra e del coccige «che sembrerebbe riferita a un periodo significativamente antecedente all’arresto» e si dice che le tracce di sangue presenti nello stomaco e nella vescica di Cucchi sono «verosimilmente riconducibili secondo specialisti a una patologia epatica o renale di cui il soggetto era già sofferente». Negli atti ufficiali interni erano insomma già scritte le conclusioni degli esami che sarebbero arrivati solo sei mesi dopo. In quel momento, i periti non erano ancora stati nominati. > > Tutte queste argomentazioni sono state presentate ieri in aula durante la testimonianza dell'allora comandante provinciale di Roma Vittorio Tomasone, che ha detto di non ricordare molte cose, che ha parlato di un «arresto normale», che ha chiarito di essere venuto a sapere dai giornali che quell'arresto fu eseguito dai carabinieri e che ha precisato di non essersi occupato, nelle varie note, di questioni medico-legali. Il publico ministero Musarò lo ha però accusato di dichiarare il falso, poiché molti dei nuovi documenti messi agli atti (compresa la nota che anticipa i risultati dell'autopsia) furono firmati proprio da lui. > > «È una storia che sta in piedi come un sacco vuoto», ha commentato su _Repubblica_ Carlo Bonini, che da tempo sta seguendo il caso. Una storia, prosegue Bonini, «che Musarò incenerisce con la forza dei documenti. Che provano che "l’attivazione di stampa", fu in realtà la frenesia del Comando generale investito da un coraggioso comunicato di "Antigone" che punta il dito verso l’Arma. Che Tomasone, già l’1 novembre 2009, affrontava e precostituiva le tesi medico legali che dovevano inficiare anche solo l’ipotesi di un pestaggio. Tomasone, soprattutto, non è in grado di spiegare perché un finissimo investigatore del suo spessore, in quella riunione del 30 ottobre nel suo ufficio (a cui erano [presenti](<https://www.ilpost.it/2018/10/22/novita-insabbiamento-carabinieri-stefano-cucchi/>) alcuni ufficiali che avrebbero preso parte all'insabbiamento, ndr), non chieda ai carabinieri che ha riunito la cosa più semplice. La foto segnaletica di Cucchi scattata dopo l’arresto in cui si dimostri che nessuno ha alzato un dito su di lui. Il generale farfuglia. Sostiene che "altro era stato il focus di quella riunione". Musarò lo incalza: "Può farmi la cortesia di riempire le sue risposte di un qualche senso, visto che fatico a trovarne uno?". "Non so che altro dirle", bofonchia lui. Già non sa che dire. Perché quel fotosegnalamento di Cucchi non ci fu mai. E se solo lo avesse chiesto avrebbe magari scoperto nove anni prima che al volto di Cucchi non era stata scattata una foto, ma sferrato un calcio». *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Ci sono nuove prove sui depistaggi nel caso Cucchi
La Brexit è una doccia fredda per gli euroscettici
>> >> Il presidente del Senegal, Macky Sall, ha proposto un'amnistia generale per le migliaia di persone arrestate durante le manifestazioni organizzate contro il governo dal 2021 al 2024: l'obiettivo di Sall è fermare le [violente proteste](<https://www.ilpost.it/2024/02/05/senegal-proteste-macky-sall/>) cominciate nelle scorse settimane, dopo che il 5 febbraio il presidente aveva deciso di [spostare](<https://www.ilpost.it/2024/02/06/senegal-elezioni-posticipate/>) le elezioni presidenziali dal 25 febbraio al 15 dicembre. >> >> Quella decisione era stata giudicata dal Consiglio costituzionale del Senegal contraria alla Costituzione del paese, creando grande incertezza politica. Non è chiaro cosa succederà adesso: formalmente il rinvio delle elezioni non è più valido, ma il Consiglio non ha indicato quando si andrà a votare, e spetta allo stesso Sall stabilire una data. >> >> Ora Sall ha parlato della necessità di avviare un «dialogo nazionale» che possa «pacificare» il paese e ha detto che sottoporrà il disegno di legge sull'amnistia al parlamento mercoledì 28 febbraio. Sall ha ribadito il suo impegno a far svolgere le elezioni prima dell'inizio della stagione delle piogge, a luglio, e ha assicurato che non si candiderà per un nuovo mandato. >> >> Macky Sall, che ha 62 anni ed è in carica dal 2012, è da tempo considerato un presidente sempre più autoritario. Negli ultimi due anni è stato accusato di essere coinvolto nell’arresto e nella condanna a due anni di carcere di Ousmane Sonko, leader del partito di opposizione PASTEF: arresto deciso, secondo i suoi sostenitori, proprio per impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali. La sua condanna aveva [provocato](<https://www.ilpost.it/2023/06/02/senegal-proteste-morti-ousmane-sonko/>) a giugno del 2023 proteste e scontri in cui erano state uccise almeno 9 persone. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il presidente del Senegal, Macky Sall, ha proposto un'amnistia per le persone arrestate per aver protestato contro il governo
Papa all'udienza: "L'aggressione armata di questi giorni è un oltraggio a Dio"
Alfred North Whitehead è stato un pensatore originale, di non semplice classificazione in un'epoca, quale la nostra, interessata più all'esattezza della definizione che al contenuto da definire. Logico, maestro e collega di Bertrand Russell, col quale scrisse la sua opera più nota, i Principia Mathematica ; filosofo della scienza e della natura, fautore di un approccio non dualistico allo studio della psiche e della realtà; prosecutore dell'opera di Leibniz, lungo una strada nella quale incontra Henri Bergson. Dovendo sforzarmi di inserirlo in una corrente, lo collocherei all'interno del "neutral monism", definizione coniata dal suo sodale Russell e che comprende al proprio interno William James; o forse, nella riformulazione di questa corrente in "Realistic Empiricism", nella quale l'asse Russell-James si connette con la riflessione di Ernest Mach, prolungandosi ai giorni nostri nei testi di Carlo Rovelli e nelle riflessioni su mente e coscienza di David Chalmers (si veda il volume di Eric C. Banks The Realistic Empiricism of Mach, James and Russell. Neutral Monism Reconceived , Cambridge University Press, 2014). È di un qualche interesse notare che Gilles Deleuze, in una intervista rilasciata nel momento in cui cessava l'insegnamento e progettava una "vecchiaia felice", nell'enumerare i pochi progetti che si riprometteva di portare a termine, assieme a un libro su Leibniz e uno su "Che cos'è la filosofia?" (poi effettivamente scritti) nominava un libro che avrebbe dovuto intitolarsi "Grandezza di Marx", e uno di filosofia della natura avente come focus il pensiero di Whitehead. Meno noti nel mainstream sono gli scritti e le conferenze di filosofia dell'educazione, alcuni dei quali (redatti in un arco temporale che va dal 1910 al 1923) furono raccolti dallo stesso autore in una silloge, The Aims of Education and Other Essays , di cui Francesco Cappa ha curato la riedizione della prima traduzione, per Nuova Italia, del 1992 per i tipi di Raffaello Cortina Editore ( I fini dell'educazione , 2022, pp. 158, € 14), premettendovi un'informata introduzione che si estende oltre l'arco temporale di questi testi, e dialoga con la bibliografia critica italiana che ha mantenuto vivo l'interesse per questi aspetti del pensiero di Whitehead. Leggere oggi, a circa un secolo di distanza, le pagine del filosofo britannico può causare un senso di spiazzamento brechtiano: un po' come vedere Giulio Cesare in abiti borghesi e i legionari romani in divisa da SS. La scrittura, lo stile di argomentazione, e ovviamente i sistemi educativi cui Whitehead fa riferimento, sono in tutta evidenza novecenteschi, se non tardo-ottocenteschi: il che, se riferito a stile e modalità argomentativa, non è detto che sia un difetto, anzi. Nondimeno, un po' come il risuonare di Mach e Bogdanov nella teoria fisica di Rovelli, questa voce del passato suona attuale in modo talora sorprendente: un effetto dovuto alla bontà dei concetti del filosofo, che hanno ancora qualcosa da dirci; ma anche, alla colpevole dimenticanza nella quale non solo e non tanto questo autore, ma i temi di cui tratta sono stati da un certo momento in poi relegati, in favore di un approccio ai problemi dell'educazione sempre più settoriale e tecnico. È un fatto, in apparenza banale, che per Whitehead l'educazione passi attraverso l'esperienza; meno banale, e soprattutto denso di implicazioni, è però il concetto di "esperienza" del filosofo: l'esperienza è un processo interno a un orizzonte potenziale, ossia non-finito, "non (ancora) realizzato", come scrive Cappa; Pier Aldo Rovatti, introducendo I modi del pensiero , traduceva questo concetto in "un'affermazione tanto semplice quanto filosoficamente impegnativa: la nostra esperienza non è come diciamo che sia ". In questo processo non ci sono fatti, o dati di fatto, ma actual entities , enti che sono l'atto del loro cambiamento: in tal senso, per Whitehead è un'entità attuale ogni organismo, ossia ogni esistenza. Che quindi non è definibile concludendola fra un principio e una fine, non è suscettibile di misura quantitativa, non è classificabile all'interno di una tabella: perché, come gli oggetti sullo scaffale nel negozio della Regina-pecora in Attraverso lo specchio di Lewis Carroll, se una simile casella esistesse, non cesserebbe di scorrere. Vale la pena, prima di entrare nei temi peculiari della teoria educativa di Whitehead, ricordare ancora Gilles Deleuze, quando rinveniva al cuore della filosofia di Whitehead e Bergson un problema che viene alla luce con Leibniz: "a quali condizioni il mondo oggettivo permette una produzione soggettiva di novità, cioè una creazione?". Beninteso, si può non condividere la "filosofia della variazione" che Deleuze rinviene in Whitehead, si possono avere differenti comprensioni filosofiche dell'umano: ma ciò che non può non risaltare è che, anche per un eventuale contraddittore, è notevole che una teoria educativa sia enunciata all'interno di una concezione generale dell'umano e del mondo, piuttosto che, come accade (non sempre ma spesso) oggi, all'interno di un discorso finalistico; dove per finalismo si intende "il successo sul mercato del lavoro", in base al quale misurare l'efficacia degli interventi educativi, la selezione delle "abilità" su cui "effettuare investimenti", pre-orientando il processo educativo addirittura prima della sua attuazione attraverso opportuni "investimenti genitoriali" (sto citando dall'indice del volumetto di Heckman e Kautz Formazione e valutazione del capitale umano. L'importanza dei «character skills» nell'apprendimento scolastico , introdotto in Italia da Giorgio Vittadini – come si diceva una volta, basta la parola ). L'educazione è un processo: "consiste nell'acquistare l'arte di utilizzare la conoscenza". Un'arte, sottolinea Whitehead, assai difficile da insegnare. Perché, a voler essere coerenti – meglio: coerentemente radicali – l'unico argomento di questo apprendimento dovrebbe essere la vita stessa. Lo si comprende con questa affermazione: "Utilizzare un'idea per me significa metterla in relazione con quel fluire che forma la nostra vita ed è un composto di percezioni sensibili, di sentimenti, di speranze, di desideri, di attività mentali che modificano pensiero con pensiero". Siamo nel 1916, in un frangente del pensiero occidentale nel quale era facile fraintendere non dico Nietzsche (per le note vicende editoriali della sua opera), ma lo stesso Bergson in un irrazionalismo di maniera che seguiva il corso dei tempi: basti pensare agli infiniti lutti che Papini addusse con le sue spericolate traduzioni del pensiero europeo in Italia. È quindi degno di nota che in Whitehead questo fluire non si sfrangi in mille rivoli incontrollabili che farebbero da contraltare al coevo gentiliano "processo educativo" vivente sì, ma eterodiretto e sovradeterminato dall'autorità del Maestro (e del Duce). Il processo di apprendimento di Whitehead è un processo organico, vivente, nel quale la mente "non è mai passiva, bensì è una perpetua attività", e che deve sempre esercitarsi sul momento: vale a dire che la vita non può essere posposta in attesa di un suo affinamento o conseguimento di un qualche scopo. Ed è altrettanto vero che, all'interno di questo processo, soggetto e oggetto non sono due enti distinti e contrapposti, ma ciascuno un punto di vista sull'altro, in un'interazione continua. Ciò non toglie che all'interno di questo processo, nel quale la temporalità non è lo scorrere del rosario o la scansione di entità discrete, ma va vissuta in quanto tale, non si possano distinguere delle fasi in relazione fra loro: Whitehead usa il termine "dialettica" per distinguerle senza separarle, con un riferimento ad Hegel che può lasciare interdetto chi volentieri richiamerebbe le età di Vico. Più espressivo sembra il termine con cui Whitehead comprende l'insieme di questi tre stadi, e cioè "ritmo". Tre stadi che articolano l'essenza della vita, che è periodica, ossia dinamica, attraverso lo stadio della fantasia ( romance ), lo stadio della precisione e lo stadio della generalizzazione. Attraverso questi stadi passiamo dal fermento fantastico all'acquisizione della precisione, per riunire i due primi stadi nell'utilizzazione che ne consegue: utilizzazione nella quale teoria e prassi non sono distinte, ma compresenti. Esattamente un secolo fa (la conferenza "Il ritmo dell'educazione" è del 1922) il filosofo metteva in guardia: "nella concezione ordinaria tendiamo a restringere l'educazione al secondo stadio del ciclo, cioè allo stadio della precisione". Un errore esistenziale, prima ancora che metodologico, al quale segue l'altrettanto nefasta gerarchizzazione delle discipline, principio che applicato in modo indiscriminato "nelle mani di persone sciocche che hanno la mania dell'organizzazione, ha prodotto nell'educazione l'aridità del Sahara". Ma attenzione: non solo il ritmo dell'esistenza, scandito in tre stadi, va compreso nella sua interezza; ma, ad accrescere la complessità di questa concezione, va tenuto presente che ciascuno stadio ha al proprio interno la successione dei tre stadi. A conferma che il perpetuo fluire del processo vivente non comporta la rinuncia a una sua articolazione: a condizione di non dimenticare mai che ciò che chiamiamo realtà è una rete di relazioni fra singoli punti che non sono monadi isolati, ma irrelati l'un l'altro nel quale l'oggetto è in effetti un "oggettile" dinamico, così come il soggetto è in verità un "sovra-oggetto" ( superjet ) che dimora nel punto di vista: essendo ogni punto di vista un punto di vista su una variazione. Si comincia a comprendere l'allergia di Whitehead per quelli che oggi chiamiamo "processi di valutazione" – ma di questo fra breve. Prima, chiediamoci: se non è uno scopo prefissato o ultimativo, né una valutazione in sé, qual è il fine dell'educazione? L'educazione deve seguire un duplice percorso, nel quale i due fili non divergono, ma sono intimamente intrecciati (Whitehead non poteva ancora possedere la potente immagine metaforica del DNA): la potenza, la bellezza, la struttura delle idee; ma, al tempo stesso, quelle conoscenze che hanno peculiari riferimenti nella vita del discente, giacché "non esiste un corso di studi che dia semplicemente una cultura generale e un altro che dia una conoscenza specializzata", e dunque "non potete dividere in due l'abito dell'apprendere, che è uno e senza cuciture". Ma a coronamento di questo duplice processo, "dovrebbe svilupparsi la più austera di tutte le qualità mentali": il senso dello stile. Lo stile, afferma Whitehead, è la suprema moralità della mente; è un senso estetico che pervade l'intero essere. Con un linguaggio immaginifico, richiamandosi al fato, ossia alla tyche dei Greci – a un potere che incombeva sugli stessi dèi, Whitehead afferma che "lo stile è il modo di dar forma al potere, è limitazione del potere". Azzardo un paragone: è quel lavoro sulla tyche che il grande grecista Carlo Diano attribuiva alla nascita della scienza come capacità di rendere visibile l'invisibile, di trarre attraverso un procedimento conoscitivo che successivamente sarebbe stato chiamato "paradigma indiziario" indizi da ciò che è inizialmente oscuro e inconoscibile. La liberazione dalla sovradeterminazione degli dèi e dei miti, e la capacità di costruire la propria vita giorno per giorno. È valutabile questo processo vivente? Qui è necessario, prima di vedere la risposta di Whitehead, ricordare la differenza fra valutazione e misurazione; fra giudizio descrittivo e voto; fra qualità e quantità. Una differenza che alcuni studiosi sottolineano da anni, con scarso ascolto soprattutto nelle stanze ministeriali. Cristiano Corsini, che da anni esercita il pensiero critico sul rapporto fra misurazione e valutazione, ha di recente sintetizzato in tre punti la valutazione come problema : "Il primo problema è che facciamo fatica a comprendere che l'utilità dell'operazione sta nel valutare l'apprendimento e non la studentessa o lo studente. [...] Il secondo problema è che facciamo fatica a comprendere l'utilità di valutare l'insegnamento. Le cose che impariamo valutando gli apprendimenti rappresentano un'ottima base informativa per assumere decisioni sulla didattica ragionando sull'efficacia delle nostre scelte. […] Il terzo problema sta alla base dei primi due ed è rappresentato dalla ritrosia a considerare la valutazione un mezzo che sta in mezzo e non un fine che sta alla fine". Whitehead si pone sulla stessa lunghezza d'onda sottolineando la differenza fra la valutazione interna al processo, effettuata dal docente che è parte del processo di apprendimento che si intende valutare, e l'esaminatore esterno: "Nessun sistema educativo è possibile, se ogni domanda fatta a un allievo all'esame non è escogitata o riformulata da chi è stato l'insegnante diretto dello studente in quella materia". Al contrario, l'esame esterno standardizzato non interagisce col processo culturale in atto, ma lo distrugge (citando Wordsworth, Whitehead parla di "uomini di scienza che assassinano per dissezionare"): perché in verità è il concetto stesso di esame che va sottoposto a critica radicale. L'efficace realizzazione dell'educazione, infatti, dipende da un processo di delicato adattamento di molte variabili, nell'interazione con menti umane e non con materia inerte: "Il suscitare la curiosità, il giudizio, la capacità di padroneggiare complicati intrecci di circostanze, l'applicazione della teoria alla previsione in casi particolari: tutte queste capacità non possono essere insegnate con una regola fissa che si concreti in un programma di argomenti di esame". Un simile programma spezzetta analiticamente quell'unità organica che è l'apprendimento, ancor più di quanto sia necessario fare per insegnare quella precisione che è peculiare delle singole discipline; ma anche, e forse soprattutto, finisce col porsi come la fine e il fine del processo: ignorando che il fine del processo – che non ha – non è l'ultimo giorno di scuola, ma tutto ciò che è oltre quel giorno: "Il vostro studio è inutile per voi fin tanto che non avrete perduto i vostri libri di testo, bruciato i vostri appunti di letture, e dimenticato le minuzie che avrete imparato a memoria per l'esame". Nel 1923, all'indomani della vittoria della Rivoluzione Sovietica sulle armate bianche zariste (militarmente sostenute dalla Gran Bretagna), Whitehead prefigurava, con piglio vichiano, che il fato della Russia sarebbe stato il fato dell'Inghilterra: "Gli storici scriveranno come suo epitaffio che la sua rovina fu provocata dalla cecità spirituale delle sue classi dirigenti, dal loro piatto materialismo e dal loro farisaico attaccamento a meschine formule di arte di governo". Whitehead si sbagliava nel fraintendere in gretto materialismo la Rivoluzione d'Ottobre; sarebbe poi arrivato, quel gretto materialismo intriso di burocratismo, a soffocare gli elementi vitali e propulsivi dell'Ottobre, come ci ha raccontato nella sua epopea Valerij Grossman. Quanto alla cultura occidentale, sembra proprio che stia sviluppando, con spirito di eutanasia, quel soffocamento della vitalità nei processi educativi foriero della morte di una civiltà per esaustione, e per la cecità con la quale non si vogliono intendere le conseguenze sul medio e lungo periodo di prassi didattiche esangui. Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un solo euro per noi significa molto. Torna presto a leggerci e SOSTIENI DOPPIOZERO
Whitehead, l'educazione come creatività
Non perdiamo il filo di canapa. Un libro stupefacente, o anche no
> > Pochi giorni fa il SIPRI, l'Istituto per le ricerche sulla pace di Stoccolma, un importante centro studi svedese, ha pubblicato il suo [annuale rapporto](<https://www.sipri.org/sites/default/files/2018-05/sipri_fs_1805_milex_2017.pdf>) sulle spese militari nel mondo. La novità principale riguarda l'Arabia Saudita, che nel 2017 ha sorpassato la Russia diventando il terzo paese per spesa militare al mondo dopo gli Stati Uniti – che spendono da soli come i successivi sette paesi messi insieme – e la Cina. > > Secondo la ricerca, nel 2017 sono stati spesi in armamenti, stipendi e altre spese legate alla difesa 1.739 miliardi di dollari, cioè poco meno di 1.500 miliardi di euro, una cifra che in termini reali, cioè tenendo conto dell'inflazione, è cresciuta dell'1,1 per cento rispetto al 2016. > > Fra i tre paesi che nel 2016 spendevano di più al mondo per la difesa, solo la Cina ha aumentato le sue spese: gli Stati Uniti le hanno mantenute costanti e la Russia le ha ridotte, per la prima volta dal 1998. Secondo il SIPRI: «Dopo 13 anni consecutivi di incrementi tra il 1999 e il 2011 e dopo essere rimaste costanti dal 2012 al 2016, le spese militari globali sono tornate a salire nel corso del 2017. La spesa militare nel 2017 è stata pari al 2,2 per cento del PIL mondiale, cioè circa 230 dollari a persona». > > **Le spese militari nel mondo** > Il SIPRI scrive che le spese militari sono aumentate in Asia, soprattutto per via della Cina che ha aumentato il suo budget per la difesa per il 29esimo anno consecutivo. Nel 2017 la Cina ha speso nell'esercito 228 miliardi di dollari, secondo i calcoli del SIPRI, un aumento del 5,6 per cento rispetto all'anno precedente. La Cina è il paese con la crescita maggiore del potenziale militare: la quota delle sue spese militari sul totale mondiale è passata dal 5,8 per cento del 2008 al 13 per cento del 2017. Oggi la Cina è il secondo paese per spese militari al mondo dopo gli Stati Uniti e sta sensibilmente aumentando le sue capacità di intervento anche oltre i suoi confini. Anche l'India ha aumentato le sue spese militari, cresciute del 5,5 percento rispetto al 2016 e arrivate a un totale di 63,9 miliardi di dollari (una cifra importante, ma che ammonta a poco meno di un quarto della spesa cinese). > > La regione al mondo dove si è verificato l'incremento maggiore è il Medio Oriente, dove la spesa militare è cresciuta in media del 6,2 per cento, il che non stupisce vista la situazione politicamente molto instabile dell'area. L'istituto ha notato anche come nonostante il calo del prezzo del petrolio, la principale risorsa per le economie del Medio Oriente, la regione abbia visto un grosso aumento delle sue spese militari che si sono mantenute al livello percentuale più alto del mondo: nessuna altra area spende così tanto per i propri eserciti. > > L'Arabia Saudita è il paese che guida la regione in questo aumento di spesa, con un incremento del 9,2 per cento rispetto al 2016. Con 69,4 miliardi di dollari spesi, è diventata il terzo paese al mondo per dimensioni della spesa militare, superando la Russia. Ma in termini percentuali gli aumenti di spesa più notevoli sono quelli di Iran (19 per cento) e Iraq (22 per cento), due paesi che però in assoluto non spendono cifre molto grandi (nessuno dei due è nella lista del SIPRI del quindici paesi con la spesa militare più alta). > > La Russia, come abbiamo visto, ha perso la terza posizione di paese con la maggiore spesa militare a causa dei massicci tagli che hanno dovuto subire le sue forze armate: -20 per cento, una riduzione causata dai gravi problemi economici che hanno colpito il paese a partire dal 2014. Gli Stati Uniti hanno interrotto il trend di riduzione delle spese che era in corso da qualche anno. Il totale è così rimasto costante e il SIPRI prevede un grosso incremento per il 2018, dovuto in particolare agli investimenti per modernizzare l'arsenale nucleare ([qui avevamo raccontato com'è messo oggi](<https://www.ilpost.it/2017/03/10/stati-uniti-bomba-atomica/>)) e a un aumento del personale militare. > > In Europa i timori per l'aggressività mostrata ultimamente dalla Russia hanno contribuito a far rallentare e, in alcuni casi, a invertire il trend discendente in corso da anni per quanto riguarda le spese militari. Nell'Europa centrale, che nella definizione del SIPRI include paesi come Polonia, Ungheria e Romania, ha visto la sua spesa crescere del 12 per cento, con punte record come la Romania dove l'incremento è stato del 50 per cento, il più alto al mondo (si tratta di un aumento, scrive l'istituto, dovuto soprattutto all'inizio degli investimenti previsti nel corso di un piano di ammodernamento pluriennale). > > L'Europa occidentale, che comprende sostanzialmente il resto del continente, ha visto invece un aumento di spesa molto più contenuto, pari in media all'1,7 per cento, dovuto soprattutto agli impegni che diversi leader europei hanno fatto per cercare di avvicinarsi alla soglia del 2 per cento del PIL dedicato a spese militari, un impegno non vincolante preso dai paesi europei membri della NATO ma quasi mai rispettato in passato (e su cui Donald Trump ha insistito molto: [ne avevamo parlato qui](<https://www.ilpost.it/2017/02/06/come-funziona-la-nato/>)). > > **E l 'Italia?** > Il nostro è certamente uno dei paesi renitenti a soddisfare l'impegno informale preso con la NATO e la nostra spesa militare non ha mai raggiunto il 2 per cento del PIL in tempi recenti (ma l'attuale ministro della Difesa Roberta Pinotti ha promesso che quel livello [sarà raggiunto entro il 2024](<http://www.analisidifesa.it/2018/02/spese-per-la-difesa-al-2-del-pil-il-ministro-pinotti-precisa-la-posizione-italiana/>)). Anzi, nel corso dell'ultimo decennio di crisi è scesa notevolmente. Secondo i dati del SIPRI, nessuno dei 15 paesi con la più alta spesa militare ha effettuato tagli così profondi come il nostro paese, che tra 2008 e 2017 ha rinunciato al 17 per cento della sua spesa militare. > > Su questi dati però non c'è accordo unanime tra governo e istituti di ricerca: in cosa consistono esattamente le spese militari è quasi sempre oggetto di dibattito, infatti. Ad esempio, si discute se e come inserire nel totale delle spese militari il costo dei carabinieri, che sono dipendenti dal ministero della Difesa, ma si occupano soprattutto di ordine pubblico. Alcuni sostengono che andrebbero conteggiate nel totale anche le spese per pensioni dei militari, che vengono pagate dall'INPS e quelle per le missioni all'estero, pagate dal ministero dell'Economia. Nell'elaborare i suoi dati, il SIPRI compie una serie di scelte ed elabora dati originali ([qui potete trovare la metodologia che utilizza](<https://www.sipri.org/databases/milex/sources-and-methods#sources>)). > > L'[osservatorio italiano Mil€x](<http://milex.org/2018/02/07/le-spese-militari-italiane-per-il-2018-in-tre-minuti/>) utilizza altre metodologie e produce risultati diversi. I documenti ufficiali del governo, infine, mostrano [numeri ancora differenti](<http://www.repubblica.it/politica/2018/02/01/news/rapporto_sulle_spese_militari_-_la_scheda_fonte_osservatorio_milex_-187808208/>). *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Quanto spendiamo per armi e militari
La festa per i matrimoni gay
>> >> Lunedì a Sydney, in Australia, diversi studenti di una scuola elementare sono rimasti feriti dopo che un esperimento di chimica realizzato in classe è andato male: almeno due sono stati portati via in ambulanza con ustioni gravi, mentre altri nove avevano ustioni superficiali. È stato necessario l'intervento di elicotteri, ambulanze e vigili del fuoco. Secondo i media locali l'esperimento prevedeva l'uso di bicarbonato di sodio e alcol denaturato, ma non ci sono al momento ulteriori dettagli. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
A Sydney diversi studenti sono rimasti ustionati durante un esperimento di chimica in classe andato male
Le due letture della crisi ucraina
>> >> Negli ultimi tre anni nei rapporti dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) sull'inclusione scolastica degli studenti con disabilità c'è un dato che ricorre: gli insegnanti di sostegno che hanno una formazione specifica per fare quello che fanno sono pochi. Nell'anno scolastico 2019/2020 erano poco più della metà, il [63 per cento](<https://www.istat.it/it/files/2020/12/Report-alunni-con-disabilità.pdf>) del totale, nel 2020/2021 [il 66 per cento](<https://www.istat.it/it/files/2022/01/REPORT-ALUNNI-CON-DISABILITA.pdf>), nel 2021/2022 il [68 per cento](<https://www.istat.it/it/files//2022/12/Alunni-con-disabilita-AS-2021-2022.pdf>). Anche se in calo e con notevoli differenze tra le aree geografiche, questo dato mostra un problema molto discusso dai sindacati e dalle associazioni di settore, con conseguenze per le famiglie, per gli insegnanti e per l'intero sistema scolastico. >> >> Succede infatti di frequente che insegnanti senza una formazione specifica ricevano incarichi di sostegno durante gli anni di precariato, con lo scopo di diventare insegnanti curricolari di ruolo. Spesso lo fanno tentando di colmare le lacune dovute alla mancanza di insegnanti più qualificati, e possono trovarsi a gestire casi complessi per cui non hanno un’adeguata preparazione. La causa principale della mancanza di insegnanti di sostegno qualificati sembra essere soprattutto la scarsa accessibilità della formazione, e il modo in cui funzionano graduatorie e percorsi di assunzione. >> >> In Italia, tra scuola dell'infanzia, scuola primaria e secondaria, ci sono circa 300mila studenti con disabilità, circa il 3,5 per cento degli studenti totali. Secondo i [dati](<https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Gli+alunni+con+disabilit%C3%A0+aa.ss.2019-2020_2020-2021.pdf/dd6bc968-2a4a-a887-e61e-293333095ff5?version=1.0&t=1664209031873>) del 2021 del ministero dell’Istruzione, in Italia ogni insegnante di sostegno segue in media 1,5 alunni con disabilità: meno dei 2 indicati come riferimento dal [decreto-legge 98 del 2011](<https://www.gazzettaufficiale.it/gunewsletter/dettaglio.jsp?service=1&datagu=2011-07-06&task=dettaglio&numgu=155&redaz=011G0146&tmstp=1310024972485>), perciò il problema non è tanto di quantità, ma di qualità. >> >> Più in generale va detto che la [normativa italiana](<http://www.integrazionescolastica.it/article/645>) sull'inclusione scolastica delle persone con disabilità è considerata un punto di riferimento nel mondo: nel 1977 con una legge considerata [pionieristica](<https://oxfordre.com/education/display/10.1093/acrefore/9780190264093.001.0001/acrefore-9780190264093-e-1608;jsessionid=992340C0A6CD93D2D28D90DE5375435B?rskey=SA21PU&result=14>) l'Italia diventò il primo paese in Europa ad abolire le classi speciali per studenti con disabilità, includendoli così nel percorso scolastico comune a tutti. >> >> Gli insegnanti di sostegno qualificati sono pochi soprattutto nelle regioni del Nord, dove sono il 53 per cento. Nelle regioni del Sud, invece, c'è [più offerta di tirocini formativi](<https://www.ilsole24ore.com/art/sostegno-nord-70percento-vuoti-sud-50percento-corsi-universitari-AE6Wm5aD?refresh_ce=1>) e le graduatorie degli insegnanti sono in generale più lunghe per una domanda maggiore di posti di lavoro nella scuola: gli insegnanti di sostegno qualificati sono il 76 per cento. >> >> Un altro problema è che in molti casi gli insegnanti di sostegno vengono assegnati in ritardo, ad anno già iniziato e con supplenze temporanee, proprio a causa della carenza di figure più qualificate. Secondo i dati degli ultimi anni le regioni con la situazione più critica sono state [Friuli Venezia Giulia](<https://www.orizzontescuola.it/docenti-di-sostegno-senza-specializzazione-solo-in-friuli-venezia-giulia-sono-il-50/>) e [Lombardia](<https://www.istat.it/it/files//2022/12/Alunni-con-disabilita-AS-2021-2022.pdf>). >> >> La formazione nel sostegno è di per sé un argomento complesso, non riducibile a soli corsi di formazione, e anche la scuola è fatta di contesti profondamente diversi, a seconda del tipo di scuola e della collocazione geografica, tra le altre cose. Lo stesso problema degli incarichi annuali sul sostegno dipende poi da diversi fattori, tra cui la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto (cioè tra il personale previsto e quello effettivo) o per esempio il fatto che posti di sostegno vengano abbandonati per passare a posti di insegnamento comuni. Pur con tutte queste variabili, il fatto che ci siano pochi insegnanti specializzati è però una questione discussa nel settore. >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START- >> >> **– Leggi anche:** [Ci sono disabilità che non si vedono](<https://www.ilpost.it/2023/02/07/disabilita-invisibili-nastro-segnalare/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>) >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END- >> >> Andrea Sacchetti ha 37 anni e insegna filosofia alle superiori. Come molti altri, durante il precariato per diventare di ruolo nella sua materia è stato anche insegnante di sostegno: «Per me come per altri è stato un modo per non restare disoccupato un anno, soprattutto se non trovi una supplenza nella tua disciplina», dice. Sacchetti sostiene che fare l'insegnante di sostegno senza formazione possa essere però un'esperienza estremamente frustrante: «Anche mettendoci molto impegno, spesso a fine giornata ti rendi conto che sarebbe servito qualcuno con più formazione per fare bene quel lavoro». >> >> Il tipo di lavoro richiesto a un insegnante di sostegno varia molto a seconda dei casi e del tipo di disabilità dell’alunno o dell’alunna, del livello di gravità e del fatto che la stessa disabilità può manifestarsi in modo assai diverso in base alla persona. Lo studente può seguire le attività in classe oppure in laboratori appositi, a seconda dei casi, e l’insegnante di sostegno in teoria non è lì solo per seguire lo studente con disabilità: deve occuparsi di tutta la classe, per esempio gestendo le relazioni tra quello studente e i suoi compagni e compagne. >> >> A volte chi fa sostegno senza una formazione può trovarsi a gestire casi delicati, e impara a farlo solo con l'esperienza: Daniele Auditore ha 34 anni ed è laureato in italianistica. È precario, fa l'insegnante di sostegno da un anno, e nel corso della sua esperienza ha seguito un ragazzo tetraplegico: «Era come interagire con una persona di 4 anni nel corpo di una di 18, senza sapere come fare», racconta. «Mi sono sentito profondamente inadeguato, ho rischiato un burnout e poi pian piano sono entrato in sintonia con lui, facendo tentativi, collaborando con colleghi più esperti, ascoltando suggerimenti e cercando di applicarli». >> >> Spesso chi ha un incarico di sostegno senza aver studiato per farlo si dota di strumenti e formazione in modo autonomo, studiando la sera dopo una giornata di lavoro. Oppure pagandosi in maniera autonoma corsi di formazione, magari non necessariamente quelli specializzanti nelle università. Altre volte a pagare la formazione sono le famiglie: Marinella Drudi, mamma di un ragazzo autistico e segretaria dell'associazione [Voce all'autismo](<https://www.voceallautismo.org/>), dice che lei e suo marito hanno pagato corsi di formazione a diversi insegnanti che hanno fatto sostegno a loro figlio, tutti precari e in lista per diventare insegnanti curricolari. >> >> Sacchetti e Auditore concordano sul fatto che fare un'esperienza di sostegno li abbia resi insegnanti migliori e più capaci anche nelle materie per cui hanno studiato. Erica Romano ha 37 anni, è laureata in storia dell'arte e fa l'insegnante di sostegno da quattro anni. Dice che ogni insegnante curricolare dovrebbe fare un'esperienza di sostegno, «per capire come gestire una classe in modo più inclusivo, lavorare con tipi di intelligenze diverse, cercare soluzioni alternative per raggiungere gli stessi obiettivi. E per capire che premiare un solo tipo di intelligenza, nell'insegnamento, è nocivo per tutta la classe». >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START- >> >> **– Leggi anche:** [In Italia non si sa quante siano le persone con disabilità](<https://www.ilpost.it/2022/11/02/mancanza-dati-disabilita/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>) >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END- >> >> In Italia, oggi, per diventare insegnanti di sostegno specializzati bisogna fare un corso specializzante con tirocinio formativo attivo (il cosiddetto TFA). Sono corsi attivati dalle [università](<https://www.unifi.it/vp-9876-corsi-di-specializzazione-per-il-sostegno.html>), con requisiti di accesso diversi a [seconda](<https://blog.edises.it/come-diventare-insegnante-di-sostegno-30653>) del tipo di scuola (primaria o secondaria) e a numero chiuso (nell'ultimo ciclo i posti disponibili erano [29mila](<https://www.orizzontescuola.it/tfa-sostegno-viii-ciclo-posti-requisiti-esonero-dalle-prove-e-percorso-abbreviato-cosa-ce-da-sapere-lo-speciale/>) in tutto). Chi non ha questo titolo può rendersi disponibile attraverso una serie di altre procedure che permettono di ricevere un incarico di sostegno una volta terminati gli insegnanti che hanno fatto i corsi specializzanti, come le graduatorie di supplenza, di prima o di seconda fascia, e la cosiddetta Messa a disposizione (MAD). >> >> Benché non sia l'unica, una prima causa della mancanza di insegnanti di sostegno specializzati riguarda proprio l'accesso ai corsi di specializzazione: secondo diversi sindacati di categoria il numero chiuso previsto non è sufficiente a coprire i posti in organico necessari e non tiene conto del fabbisogno delle scuole. Per questo c'è chi chiede di ampliare l'accesso, o anche di [rimuovere](<https://anief.org/stampa/news/38210-report-istat,-in-italia-191mila-docenti-di-sostegno-un-terzo-sono-precari-non-specializzati-anief-torna-a-chiedere-di-cancellare-il-numero-chiuso-dei-corsi-di-didattica-speciale-e-rilancia-i-ricorsi>) il numero chiuso. >> >> Un altro problema evidenziato sono i costi: un TFA può costare intorno ai 3mila euro, «creando un'inevitabile selezione su base economica», dice Manuela Calza, segretaria nazionale del sindacato FLC-CGIL. C'è inoltre poca offerta di questo tipo di corsi nelle regioni in cui ce n'è più bisogno: oltre metà dei corsi dell'ultimo ciclo, l'ottavo, è stata attivata al Sud, quando il [70 per cento](<https://www.ilsole24ore.com/art/sostegno-nord-70percento-vuoti-sud-50percento-corsi-universitari-AE6Wm5aD?refresh_ce=1>) dei posti scoperti sul sostegno è al Nord. >> >> Un secondo problema è legato alla rigidità dei sistemi di reclutamento degli insegnanti di sostegno specializzati. Sara Martelli, ricercatrice dell'Università di Pavia, è stata per anni insegnante di sostegno. [Martelli](<http://labtalento.unipv.it/about/il-nostro-team-2/>) ha una laurea in Scienze dell'educazione, una in Psicologia, un dottorato di ricerca in scienze dell'Educazione e della Formazione ed è stata docente a contratto di Didattica e Pedagogia speciale, ma non ha fatto il corso di specializzazione per il sostegno. >> >> «Io e molti altri siamo “outsider” rispetto al sistema di graduatorie attuali» dice Martelli. «Siamo formalmente appaiati a chi non ha alcuna formazione psicopedagogica e possiamo essere reclutati solo attraverso le MAD, quindi in una costante situazione di precariato». Secondo Martelli una soluzione sarebbe creare graduatorie fatte sulla base dei percorsi di studio, permettendo di reclutare e poi magari stabilizzare moltissime persone formalmente non specializzate, ma che in realtà hanno competenze solide per fare questo mestiere. >> >> Il risultato di tutto questo è che, soprattutto in alcune regioni, le graduatorie degli insegnanti di sostegno specializzati sono molto corte, i posti vengono rapidamente assorbiti e le scuole si rivolgono a insegnanti precari, nella maggior parte dei casi persone con più di trent’anni che cercano lavoro. >> >> Le assegnazioni degli insegnanti di sostegno alla classe vengono fatte dai singoli dirigenti scolastici, e non esistono regole formali per cui uno studente particolarmente complicato venga affidato a un insegnante con più esperienza. «Io cerco di prendere sempre in carico i casi più complicati e di lasciare i più semplici a chi non è formato, ma non tutti i miei colleghi fanno così», dice Angela Esposito, insegnante di sostegno specializzata e curatrice della pagina Instagram [@sostengoconleidee](<https://www.instagram.com/sostengoconleidee/>). >> >> I molti insegnanti di sostegno non specializzati spesso cambiano incarico ogni anno, o anche prima: questo causa discontinuità nel percorso scolastico degli studenti con disabilità e interrompe un lavoro di costruzione della relazione tra insegnante e studente che richiede sempre tempo e fatica per entrambi. >> >> Ci sono diverse opinioni su come far fronte alla mancanza di insegnanti di sostegno specializzati: rendere i TFA più accessibili e i percorsi di reclutamento più flessibili sono due ipotesi, ma c'è anche chi ritiene che il problema sia proprio avere un “doppio binario” tra docenza comune e di sostegno. Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno ([CIIS](<http://www.sostegno.org/>)), ritiene che nel momento stesso in cui si fa «il passo avanti» di includere gli studenti con disabilità a scuola, il necessario punto d'arrivo di quel percorso di inclusione sia avere «tutti gli insegnanti formati per saper insegnare a tutti i tipi di studenti, con basi di competenza su diverse strategie e metodologie didattiche». >> >> Secondo Chiocca questo sarebbe un punto di partenza «per una scuola veramente inclusiva», più della specializzazione su singoli tipi di disabilità che è un'altra delle [proposte](<https://www.orizzontescuola.it/buona-scuola-faraone-linsegnante-sostegno-sar-specializzato-nelle-singole-disabilit/>) fatte in questi anni, ma che ha ricevuto alcune [critiche](<https://www.cidi.it/cms/uploads/docs/sofri21mag15.pdf>). A questo proposito Chiocca cita il modello della [cattedra mista, o incarico misto](<http://www.sostegno.org/node/569>), incluso nel [decreto legislativo 66 del 2017](<https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/05/16/17G00074/sg>): prevede che per garantire l'inclusione scolastica il preside o la preside propongano ai docenti curricolari di svolgere anche attività di sostegno, ottenendo la specializzazione per farlo. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Gli insegnanti di sostegno qualificati sono ancora troppo pochi
L’Africa invasa dalla plastica
['Quale destino spetta al ', 'popolo Mapuche', '? Stando alle parole di Alberto Fernàndez, presidente dell’Argentina dal 10 dicembre 2019, «Nei due anni che restano darò tutto me stesso affinché a ogni persona sia garantito un modo degno di vivere». Frasi però pronunciate prima del disastroso risultato elettorale che ha visto Fernàndez subire una pesante sconfitta nelle elezioni politiche di medio termine. Questo significa che la coalizione del presidente (Frente de todos), dovrebbe passare al senato da 41 rappresentanti a 35 (su un totale di 72). Per il presidente lo scenario futuro non è dei migliori e gli ultimi due anni prima della scadenza definitiva del mandato potrebbero essere più complicati del previsto. ', 'E non comprendere la salvaguardia degli indigeni.', '', '', 'I mezzi per farlo ci sarebbero: esiste ', 'una legge, la 26.160', ', approvata per la prima volta nel 2006 durante la presidenza di Néstor Kirchner e già prorogata per tre volte, che proibisce lo sgombero forzato di una determinata comunità fin quando non sia dimostrato che quelle terre gli appartengano o meno di diritto. Impedire il rinnovo della normativa significherebbe ', 'semplificare le pratiche di “pulizia etnica”,', ' in favore delle grandi multinazionali. Il potere, ora, è nelle mani della Camera dei deputati che entro il 23 novembre dovrebbe votarne il rinnovo, mentre il 28 ottobre il Senato ha già dato il suo assenso. Se così non fosse, i Mapuche avrebbero ancora meno garanzie e protezione, anche se, fino ad ora, ', 'di certo non è stata sufficiente una legge', ' per fermare massacri ed espropriazioni. Nel 2019, ad esempio, “il rilevamento tecnico, giuridico e catastale delle loro terre era stato avviato ', 'solo per 745 delle circa 1.760 comunità originarie', '”.', '', '', 'In generale i Mapuche ', 'non hanno mai goduto del sostegno', ' e dell’approvazione del governo e del resto della popolazione, ', 'diventando spesso il capro espiatorio di disastri ambientali e incidenti di diverso tipo', '. Di recente sono stati accusati di aver appiccato degli incendi nelle città di El Bolsón e Bariloche, nel Río Negro, con lo scopo di intaccare gli averi di un grosso magnate. La comunità si è però dichiarata estranea ai fatti e disposta a collaborare per fare chiarezza sull’accaduto. Sforzi vanificati dall’aggressiva campagna di comunicazione fatta dai media e dagli stessi esponenti politici, che, approfittando del contesto, hanno contribuito ad ', 'alimentare quello che viene definito “terrorismo mapuche”.', ' Manna dal cielo per imprenditori e multinazionali, ringalluzziti dall’ordine emesso dalla governatrice del Río Negro Arabela Carreras: ', 'sgomberare con la forza', ', a partire dal 1 ottobre, la comunità mapuche Quequemtrew, “impegnata ', 'in un processo di recupero delle sue terre ancestrali', ' nella zona di Cuesta del Ternero, e di tenerla isolata impedendo persino l’arrivo degli alimenti”.', '', '', 'Il nome Mapuche ', 'significa “gente della terra”', ', appellativo attribuitogli proprio per la lotta che questi gruppi portano avanti principalmente ', 'contro lo Stato cileno e quello argentino', ', in difesa delle terre rimastegli e quelle sottratte. Garantire loro sopravvivenza e protezione significa impedire agli interessi economici di penetrare in zone che l’uomo non ha ancora “macchiato”. Ma bisognerà aspettare il 23 novembre per capire fino a che punto possiamo arrivare.', '', '', '[di Gloria Ferrari]', '', '']
Mapuche, gli indigeni che lo Stato argentino non vuole fra i piedi
Che cos'è il Rally Dakar
>> >> Il Serum Institute of India, il principale produttore di vaccini nel mondo, [estenderà il blocco](<https://www.ft.com/content/63fbbb79-f657-4e6c-b190-cffd0d630593>) delle esportazioni di vaccini contro il coronavirus che era stato deciso a marzo per far fronte alla [grave crisi](<https://www.ilpost.it/2021/05/12/india-coronavirus-morti-stati-sud-est-variante/>) sanitaria del paese. Il blocco sta già avendo serie ripercussioni sul programma COVAX, lo strumento di solidarietà internazionale per garantire l’accesso ai vaccini contro il coronavirus nei paesi più poveri. Il Serum Institute avrebbe dovuto fornire circa la metà di due miliardi di dosi di vaccini previsti da COVAX, e al momento il programma ha ricevuto [140 milioni di dosi in meno](<https://www.ilpost.it/2021/05/17/crisi-india-coronavirus-rallenta-covax/>) rispetto a quelle previste: una quantità che con il prolungamento del blocco è destinata ad aumentare. >> >> Il Serum Institute non ha fissato una data precisa in cui terminerà il blocco delle esportazioni, ma sembra che durerà almeno fino agli ultimi mesi dell'anno. Il blocco infatti è stato comunicato piuttosto indirettamente, attraverso le dichiarazioni del CEO del Serum Institute, Adar Poonawalla, contenute in [un comunicato ufficiale](<https://twitter.com/SerumInstIndia/status/1394652001573629958>) in cui si dice che il Serum Institute spera di iniziare a inviare le dosi previste per il programma COVAX «entro la fine di quest'anno». Il comunicato dice anche che l'istituto continuerà a «potenziare la produzione e dare la priorità all'India». >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START- >> >> **– Leggi anche:** [In India la pandemia si espande](<https://www.ilpost.it/2021/05/12/india-coronavirus-morti-stati-sud-est-variante/>) >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END- >> >> Nonostante l'esperienza nella produzione di vaccini su larga scala, l'India è molto indietro con la campagna vaccinale contro il coronavirus: circa il 10 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose e solo il 3 per cento ha completato l'intero ciclo vaccinale. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il Serum Institute indiano estenderà il blocco delle esportazioni dei vaccini contro il coronavirus
Barconi profughi e intellettuali
Ai Mondiali di calcio del 1974, che si disputarono nella Germania Ovest, parteciparono 16 squadre: il regolamento prevedeva all’epoca che una di queste dovesse essere africana. A quell’edizione si qualificò lo Zaire dopo aver eliminato le nazionali di Togo, Camerun, Ghana, Zambia e Marocco. La squadra dello Zaire era davvero poca cosa, e a un certo punto questa debolezza si manifestò in un episodio che rimane tuttora uno dei più famosi nella storia dei Mondiali di calcio – è un episodio che per moltissimo tempo non è stato pienamente capito, e quindi bisogna prima sapere qualcosa della storia del posto che oggi chiamiamo Repubblica Democratica del Congo. **Un po’ di storia** Dopo decenni di amministrazione coloniale da parte del Belgio, nel 1960 re Baldovino consegnò il paese a Lumumba, il leader della corrente indipendentista della Repubblica Democratica del Congo, che ne divenne in seguito primo ministro. Lumumba fu assassinato l’anno successivo al suo insediamento. Nel 1965, dopo anni di guerra civile tra le diverse fazioni distribuite in varie zone del paese, il maresciallo Joseph-Désiré Mobutu prese il potere con un colpo di stato. Nel 1971, in nome del concetto di "autenticità africana", il presidente cambiò il proprio nome: da Joseph-Désiré Mobutu a Mobutu Sese Seko Koko Ngbendu Wa Zabanga, che significa “Mobutu il guerriero che va di vittoria in vittoria senza che alcuno possa fermarlo”. Per tutti era semplicemente Mobutu. Mobutu decise di cambiare anche il nome della nazione, che divenne la Repubblica dello Zaire. Mobutu cambiò anche il soprannome con cui venivano chiamati i calciatori della nazionale: da “leoni”, divennero “i leopardi”, in onore del fatto che lui indossasse sempre in pubblico un cappello di pelle di leopardo. Per decenni fu portata avanti una vera e propria rivoluzione culturale: tutti i cittadini furono obbligati ad adottare nomi africani, negli uffici pubblici vennero imposti gli abiti tradizionali, molte città furono rinominate. Leopoldville, per esempio, divenne Kinshasa: la capitale. **La nuova nazionale** Come ha raccontato il giornalista Federico Buffa in una trasmissione televisiva dedicata ai Mondiali su _SkySport_ , Mobutu era un grande appassionato di calcio. Per lui non rappresentava soltanto una passione sportiva, ma anche uno strumento di propaganda con cui amministrare e aumentare il proprio potere. Mobutu decise di pagare di tasca propria i contratti dei migliori giocatori originari dello Zaire che all’epoca giocavano in Belgio (l’ex paese colonizzatore) per permettere la creazione di squadre valide nel suo paese. Il progetto portò alla formazione di una buona squadra, se non altro la migliore a livello continentale. Già prima della qualificazione ai Mondiali del 1974, infatti, lo Zaire aveva dimostrato la sua forza: sia a livello di club (due squadre vinsero tre Coppe dei Campioni africane, due il TP Englebert e una il Vita Club), sia con la nazionale, che nel 1968 e nel 1974 vinse la Coppa d’Africa. Dopo la conquista della qualificazione ai Mondiali in Germania Ovest, i calciatori della nazionale vennero invitati al palazzo presidenziale: in quell’occasione Mobutu consegnò a ognuno di loro delle buste piene di soldi, promettendo come regali una casa e un’automobile in caso di un buon risultato ai Mondiali. Mobutu sapeva che la sua squadra era una delle più deboli tra le sedici qualificate, ma chiese comunque ai calciatori di difendere l’orgoglio e la dignità della nazione, che si identificava in tutto e per tutto con la sua persona. **Lo Zaire ai Mondiali** All’epoca lo Zaire era allenato dallo jugoslavo Blagoje Vidinic, accusato in seguito dal presidente di aver confessato gli schemi della squadra alla nazionale del suo paese, la Jugoslavia, avversaria dello Zaire nel gruppo della prima fase. Ai Mondiali lo Zaire giocava con il 4-2-4, un modulo molto offensivo, nonostante l’inesperienza di tutti i calciatori a livello internazionale. Nella prima fase lo Zaire era stato assegnato al Gruppo 2. Giocò la prima partita dei Mondiali contro la Scozia e la perse per 2 a 0. Nonostante il risultato apparisse tutto sommato "dignitoso", Mobutu si arrabbiò molto. Fece sapere ai calciatori che non sarebbero stati pagati loro gli stipendi, né sarebbero stati assegnati i premi promessi prima dei Mondiali: tra i calciatori ci furono molte proteste e alcuni minacciarono di non scendere in campo nelle partite successive, anche se poi non lo fecero. Nella seconda partita del gruppo 2, lo Zaire la giocò contro la Jugoslavia. Dopo tredici minuti la squadra di Vidinic perdeva 3 a 0. Secondo quanto racconta Federico Buffa, dopo il terzo gol arrivò una telefonata da Kinshasa che fu trasmessa alla panchina: all’allenatore fu imposto di cambiare immediatamente il portiere titolare, Muamba Kazadi, che uscì dal campo piangendo. Kazadi, che era uno dei leader della squadra, fu sostituito dal portiere di riserva Dimbi Tubilandu, ma lo Zaire dopo pochi minuti prese il quarto gol. Il primo tempo finì 6 a 0 per la Jugoslavia; l'intera partita finì 9 a 0. Dopo la fine dell'incontro, Mobutu decise di prendere uno dei suoi aerei privati e di volare in Germania. Insieme a lui partirono anche alcuni funzionari governativi, armati e vestiti con abiti di cuoio: dopo essere atterrati, i funzionari entrarono nell’albergo in cui risiedeva la squadra e chiesero di avere un colloquio con i calciatori e l’allenatore, a cui furono riferiti ordini precisi da parte del presidente per la partita successiva. Il 22 giugno a Gelsenkirchen si giocò la terza e ultima gara del gruppo 2. Lo Zaire doveva affrontare il Brasile, che all’epoca era la squadra campione del mondo in carica. La priorità dei calciatori dello Zaire era come minimo evitare un'altra goleada; quella del fortissimo Brasile, la cui qualificazione alla fase successiva era ancora in forse, era segnare almeno tre gol e non subirne. **La partita contro il Brasile** A dieci minuti dalla fine della partita, quando il Brasile era in vantaggio per 3 a 0, ci fu un calcio di punizione per il Brasile dal limite dell’area dello Zaire. Intorno alla palla c’erano tre giocatori brasiliani ma quello che la sistemò fu il numero sette Rivelino, che probabilmente avrebbe calciato di sinistro. Prima che l’arbitro fischiasse, però, dalla fila dei giocatori dello Zaire in barriera si staccò il numero due Mwepu Ilunga: si diresse verso Rivelino e calciò il pallone lontano di almeno cinquanta metri. I giocatori del Brasile si guardarono sorpresi; la palla tra l'altro sfiorò il viso di Rivelino. L’arbitro della partita, il romeno Nicolae Rainea, ammonì il difensore dello Zaire. Mwepu Ilunga si rivolse verso di lui allargando le braccia, come fosse incredulo per la sua decisione di ammonirlo: sembrava essere in uno stato di grossa confusione. Il brasiliano Rivelino non riuscì a trattenersi e gli venne da ridere, pensando che Mwepu non conoscesse neanche le regole del gioco. Il calciatore dello Zaire si arrabbiò ancora di più e gli gridò in faccia: «E tu, cosa ridi?». Per molto tempo quel gesto fu infatti oggetto di derisione, considerato in qualche modo il simbolo di un’arretratezza culturale calcistica spesso associata all’Africa. [ ](<https://www.ilpost.it/2014/06/23/zaire-mondiali-1974/sport-world-cup-1974/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2014/06/23/zaire-mondiali-1974/sport-world-cup-1974/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/06/23/zaire-mondiali-1974/soccer-world-cup-1974/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/06/23/zaire-mondiali-1974/soccer-world-cup-1974-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/06/23/zaire-mondiali-1974/goalkeeper-muamba-kazadi-from-zaire-c-punches-th/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/06/23/zaire-mondiali-1974/germany-frankfurt-soccer-world-cup-yugoslavia-vs-zaire/>) Il motivo di quel calcio folle si comprese soltanto molti anni dopo. I funzionari del governo che si erano presentati nell’albergo dello Zaire qualche giorno prima della partita contro il Brasile, avevano chiuso i giocatori in una stanza e li avevano minacciati. Spiegarono che al Brasile servivano tre gol per qualificarsi alla seconda fase, e fino a quel punto non ci sarebbero stati problemi. Ma secondo vari racconti i dirigenti minacciarono gravi ritorsioni contro i calciatori (e le loro famiglie) nel caso il Brasile avesse segnato più di tre gol. La partita fu vinta dal Brasile per tre a zero. Tornati in Zaire i calciatori vennero comunque trattati molto male, come dei traditori: non ricevettero mai alcun premio e alcuni finirono emarginati e in povertà. **La versione di Mwepu Ilunga** Mwepu Ilunga, nato il 22 agosto 1949, quella partita non avrebbe neanche dovuto giocarla. Quattro giorni prima contro la Jugoslavia l’attaccante dello Zaire Mulamba N’Diaye venne espulso dall’arbitro colombiano Omar Delgado, per un calcio nei suoi confronti considerato volontario. Si trattò però di uno scambio di persona, perché a dare il calcio era stato proprio Mwepu, per sua stessa ammissione, ma l’arbitro decise di espellere comunque Mulamba N’Diaye. Nel 2002 Mwepu [raccontò](<http://news.bbc.co.uk/sport3/worldcup2002/hi/history/newsid_1993000/1993333.stm>) alla _BBC_ : «Pensavamo che saremmo diventati ricchi, appena tornati in Africa, ma dopo la prima sconfitta venimmo a sapere che non saremmo mai stati pagati e quando perdemmo 9 a 0 contro la Jugoslavia gli uomini di Mobutu ci vennero a minacciare. Se avessimo perso con più di tre gol di scarto col Brasile, ci dissero, nessuno di noi sarebbe tornato a casa». Ancora oggi è possibile acquistare [sul sito di eBay](<http://www.ebay.it/itm/Mwepu-Ilunga-Zaire-1974-World-Cup-T-Shirt-All-Sizes-/400077909989?hash=item9bff1f6535&var=>) una maglia con la stampa della faccia di Mwepu Ilunga con il suo nome. Oltre che un atto evidentemente determinato dalla paura di morire, quel gesto venne considerato in seguito da molti anche come un simbolo di ribellione nei confronti della dittatura. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Lo Zaire ai Mondiali
«Contro lo hate speech abbiamo fallito»
>> >> Lunedì il governo canadese [ha annunciato](<https://www.aljazeera.com/news/2022/6/20/canada-announces-ban-on-single-use-plastics>) che a partire dal prossimo dicembre vieterà la produzione e l'importazione di una serie di prodotti di [plastica usa e getta](<https://environment.ec.europa.eu/topics/plastics/single-use-plastics_en>), e che da dicembre del 2023 – per dare alle aziende canadesi il tempo di esaurire le scorte esistenti – ne vieterà anche la vendita. I prodotti di plastica usa e getta sono particolarmente inquinanti e sono diventati oggetto di [divieti](<https://www.ilpost.it/2019/05/21/divieti-europei-plastica-usa-e-getta/>) anche in altri paesi. >> >> Il divieto introdotto dal Canada riguarderà prodotti come sacchetti, posate, cannucce e altri utensili di plastica: è stato reso possibile anche dal fatto che l'anno scorso il governo canadese [ha incluso](<https://canadagazette.gc.ca/rp-pr/p2/2021/2021-05-12/html/sor-dors86-eng.html>) gli oggetti di plastica tra i materiali che possono essere classificati come tossici dalla sua legge sulla protezione dell'ambiente. >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-START- >> >> **– Leggi anche:** [La Francia ha vietato gli involucri di plastica per la maggior parte della frutta e della verdura](<https://www.ilpost.it/2021/10/12/francia-involucri-di-plastica/#:~:text=Da%20gennaio%202022%20la%20Francia,e%20della%20verdura%20%2D%20Il%20Post>) >> >> -AMAZONPOLLY-ONLYWORDS-END- *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il Canada vieterà la produzione, l'importazione e poi anche la vendita di una serie di prodotti di plastica usa e getta
Giovanni Paolo II: Navarro Valls, "un gigante della storia della Chiesa"
>>>> >>>> [](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2016/12/olimp-2017.jpg>)Giunte alla loro XV edizione, le [Olimpiadi italiane di astronomia](<https://www.media.inaf.it/tag/olimpiadi-astronomia/>) hanno fatto registrare il **record di partecipazione** , con ben **203 scuole** e un totale di **5946 studenti** iscritti alla [fase di preselezione](<http://www.olimpiadiastronomia.it/registrazione/>) (muovere il mouse sulla mappa a fianco per vedere quanti iscritti da ogni regione). Un numero che supera di oltre sei volte quello fatto registrare lo scorso anno. Il successo è sicuramente legato alla nuova procedura adottata per la fase di preselezione: iscrizione diretta delle scuole, che successivamente iscrivono gli studenti, e una gara consistente nella compilazione di un questionario a risposta multipla. Una formula che ha invogliato i docenti e gli studenti a mettersi in gioco. E un ruolo importante lo ha di certo giocato anche [l’eccellente risultato conseguito dalla squadra italiana](<https://www.media.inaf.it/2016/10/13/medagliere-olimpiadi-astronomia/>) all’ultima edizione delle Olimpiadi internazionali di astronomia. >>>> >>>> «Le Olimpiadi di astronomia, al di là dell'aspetto agonistico, che pure è divertente e stimolante», dice **Flavio Fusi Pecci** , presidente del Comitato organizzatore, «offrono a tutti una occasione per andare oltre i propri “doveri curriculari”. E spingono ad aprirsi a una conoscenza vasta e interdisciplinare, applicando un metodo scientifico diretto e sperimentale, fatto di seria ricerca e coordinamento di idee, informazioni e nozioni, applicazione di concetti e formule a problemi specifici e quantitativi, nel confronto continuo con la realtà in cui viviamo. Temi quali la ricerca di una possibile vita nel sistema solare e nelle migliaia di pianeti extrasolari che via via si stanno scoprendo, l'evoluzione del Sole e delle stelle, dalla loro culla ai buchi neri, la nascita e l'evoluzione stessa nel tempo dell'universo, il collegamento nello spazio e nel tempo dell'universo a grande scala (la cosmologia) e a piccolissima scala (le particelle elementari, il bosone di Higgs, eccetera): tutto contribuisce a fornire un quadro che invoglia a provare a cimentarsi con le apparenti difficoltà. È tanto vero che, non appena si riesce a fornire ai ragazzi questo semplice ed eccitante panorama, si ha una immediata e adeguata risposta, perché, come sempre, è la qualità e l'affidabilità dell'offerta che accresce la domanda». >>>> >>>> «La crescita esponenziale del numero di ragazzi e ragazze che partecipano quest’anno alle Olimpiadi di astronomia», continua Fusi Pecci, commentando l’eccezionale partecipazione, «testimonia che il nostro impegno va nella giusta direzione, non resta che continuarlo ed accrescerlo». >>>> >>>> All’edizione in corso potevano essere iscritti gli studenti delle scuole italiane nati negli anni 2000-2001 (categoria _senior_ ) e 2002-2003 (categoria _junior_ ). Il numero più alto di partecipanti si è registrato per gli _junior_ , con il 53 per cento, mentre abbastanza buona è la distribuzione per genere, con le ragazze che contribuiscono al totale per il 43 per cento. La distribuzione territoriale vede le regioni del nord rappresentate con il 21 per cento dei partecipanti, quelle del centro con il 16 per cento, quelle del sud con il 46 per cento e con le isole per il restante 17 per cento. Quasi metà degli studenti proviene dai licei scientifici statali e poco meno del 20 per cento dalle scuole secondarie di primo grado. >>>> >>>> La fase di preselezione si è svolta simultaneamente il 2 dicembre in tutte le scuole partecipanti, con gli studenti chiamati a compilare i questionari ([uno rivolto ai _junior_](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2016/12/Questionario_2017_Junior_Soluzioni.pdf>) e [uno rivolto ai _senior_](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2016/12/Questionario_2017_Senior_Soluzioni.pdf>)), in un tempo massimo di 45 minuti. Le domande riguardavano temi come la Luna, le missioni spaziali e le atmosfere dei pianeti. Per la preparazione, gli studenti si potevano avvalere di un dossier preparato dal comitato organizzatore. Nella categoria _junior_ le domande spaziavano dall’indicare su quale satellite di Saturno è stata rivelata la presenza di geyser di acqua, all’indicare l’altezza delle montagne più alte di Titano (il più grande dei satelliti di Saturno). Ovviamente più complesso il questionario dei _senior_ , dove ad esempio si chiedeva quale amminoacido, che si ritiene cruciale per l’origine della vita, è stato scoperto dalla missione Rosetta nella chioma della cometa 67P, per finire con il calcolo del rapporto tra la densità media della Luna e la densità media della Terra. >>>> >>>> Le giurie sono adesso al lavoro per selezionare un numero massimo di 1000 studenti (500 _junior_ e 500 _senior_ ) che disputeranno la gara interregionale presso tredici sedi, distribuite su tutto il territorio nazionale, il 13 (categoria _junior_ ) e il 14 (categoria _senior_ ) febbraio 2017. Dai risultati della gara interregionale verranno selezionati un totale di 40 studenti (20 per ciascuna categoria), che disputeranno la finale nazionale dal 4 al 6 aprile 2017 presso il Liceo scientifico statale “G. Aselli” di Cremona, per contendersi le medaglie “Margherita Hack” assegnate ai dieci vincitori e i cinque ambitissimi posti (tre per la categoria _junior_ , due per i _senior_ ) per rappresentare l’Italia alle prossime Olimpiadi internazionali di astronomia. >>>> >>>> **Per saperne di più:** >>>> >>>> * [Il sito delle Olimpiadi di astronomia](<http://www.olimpiadiastronomia.it/>) >>>> * [La pagina Facebook italiana](<https://www.facebook.com/Olimpiadi-Italiane-di-Astronomia-121867427847782/>) *[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28 *[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05 *[33 minuti fa]: 10.50 *[attr]: attribute *[HTML]: HyperText Markup Language *[P:]: Phone
Record d’iscritti alle Olimpiadi di astronomia
Re:Common e Greenpeace: "Finalmente Generali compie un passo concreto per abbandonare il carbone e difendere il clima"
_A maggio il presidente Morales ha nazionalizzato il settore degli idrocarburi. Lo Stato prende il controllo delle risorse energetiche, ma non caccerà le compagnie straniere, che dovranno rinegoziare la loro presenza. E abituarsi a fare meno profitti_ **Sono passati meno di 100 giorni** dalla sua elezione a Presidente della Repubblica di Bolivia, quando, a maggio, l’indigeno Evo Morales firma il decreto con cui lo Stato dispone che tutte le riserve di petrolio e gas naturale del Paese siano nazionalizzate. Un evento storico, per un Paese dove la ricchezza di risorse naturali da secoli si traduce in sfruttamento e povertà per gran parte della popolazione. Per interpretare questa “nazionalizzazione” occorre, anzitutto, allontanare dalla mente il berretto verde del colonnello Fidel Castro. A differenza di quanto avvenuto negli anni Sessanta a Cuba, dove gli interessi stranieri sono stati sistematicamente espropriati, in Bolivia le installazioni e le infrastrutture necessarie all’estrazione e alla raffinazione degli idrocarburi continueranno a essere di proprietà degli investitori stranieri che finora hanno lavorato in Bolivia: lo Stato ha tutta l’intenzione di dare seguito alle partnership avviate con loro negli ultimi 10 anni. Da maggio, però, il controllo dell’intero sistema è passato alla compagnia statale Ypfb (Yacimentos Petroliferos Fiscales de Bolivia). Ypfb oggi controlla il 51% delle azioni di ciascuna delle joint venture Stato/corporations esistenti (Petrobras Bolivia Refinacion, Chaco, Andina, Transredes le più grandi), dopo aver fatto ricorso, caso per caso, all’esproprio (previo indennizzo) delle azioni necessarie. Le compagnie straniere non avranno più contratti di concessione ma diverranno prestatrici di servizi, dovranno cioè confrontarsi con un’autorità nazionale decisa a ricuperare sovranità e autonomia decisionale sulla proprie risorse energetiche. Il decreto prevede sei mesi di tempo per la negoziazione dei nuovi accordi che -come ha spiegato il ministro per gli Idrocarburi, Andres Soliz Rada- “saranno studiati e stilati valutando gli investimenti e i guadagni ottenuti in passato da ogni singola società”. Per anni lo Stato si è limitato a un prelievo fiscale del 18% su ciascuna operazione d’esportazione. Ora, se vogliono continuare a lavorare in Bolivia, le grandi corporations del settore dovranno dire addio agli extra profitti, generati in passato grazie alla complicità di amministrazioni corrotte e prone agli interessi stranieri. Le riserve boliviane di gas naturale sono seconde in Sudamerica soltanto a quelle venezuelane. E il Paese possiede anche importanti giacimenti petroliferi da cui estrae circa un milione di barili al giorno. Ciononostante la Bolivia continua a essere lo Stato più povero della regione: il Pil pro capite ammonta a 900 dollari l’anno, con un’aspettativa di vita media inferiore ai 64 anni. Gli indios rappresentano il 62,2% della popolazione. A “fare le spese” della rivoluzione energetica avviata dal nuovo governo c’è il “gotha” mondiale degli idrocarburi: gli spagnoli di Repsol (che controllavano Andina), Petrobras (Brasile), Total (Francia), British Gas (che controllava Chaco) e Shell (che controllava Transredes) sono i nomi che spiccano nella lista delle 26 compagnie straniere attive sul territorio boliviano. Repsol, proprietaria di gran parte dei gasdotti del Sudamerica, controllava da sola oltre un quarto delle riserve di gas e petrolio boliviane. La brasiliana Petrobras, che dal 1999 in Bolivia ha effettuato investimenti per 1,5 miliardi di dollari, estrae e raffina il 60% del gas boliviano. Total ha una partecipazione del 15% nei giacimenti di San Antonio e San Alberto (il più grande del Paese) che portano alla Francia circa 21 mila barili di greggio al giorno. Dal 1996, anno in cui il settore energetico boliviano venne privatizzato (vedi box in alto), gli stranieri hanno investito nel settore oltre 3 miliardi di dollari. Le prime reazioni della comunità internazionale alla nazionalizzazione sono state di conseguenza durissime. A Strasburgo, in occasione della visita di Morales al Parlamento europeo (15 maggio), il gruppo dei Popolari ha presentato una mozione secondo cui il provvedimento “viola i diritti umani”: la mozione è stata respinta per una manciata di voti e gli eurodeputati popolari hanno abbandonato l’aula prima che Evo cominciasse il suo discorso. In Brasile il presidente Lula ha riconosciuto la legittimità del decreto, definendolo “un atto inerente alla sovranità della Bolivia”. Ma José Sergio Gabrielli, presidente di Petrobras, ha minacciato di “sospendere ogni ulteriore investimento” e di “abbandonare il Paese”. Minacce ripetute da tutte le altre compagnie straniere coinvolte. Raffreddati i bollenti spiriti, nessuno però se n’è andato sbattendo la porta. Con i prezzi di gas e petrolio in salita, i rappresentati di Governi e corporations hanno pensato bene di sedersi al tavolo delle trattative. Come primo risultato l’amministrazione Morales ha portato a casa un nuovo accordo per la fornitura di gas all’Argentina: dal 15 luglio il prezzo a cui Ypfb consegna 7,7 milioni di metri cubi giornalieri di gas naturale è salito a 5 dollari per milione di unità termica (Btu), con un incremento del 56% su quanto pagato in precedenza. Ypfb sarà inoltre socia dell’argentina Enarsa nella realizzazione di un gasdotto nel Nord-Est dell’Argentina attraverso cui la Bolivia potrà esportare altri 20 milioni di metri cubi al giorno di gas. Al momento sono in corso le trattative con il governo Lula e i rappresentanti di Petrobras. Dal 1999 il Brasile importa dalla Bolivia 26 milioni di metri cubi giornalieri, pari al 50% delle sue importazioni di gas naturale. La fornitura è disciplinata da un General Supply Agreement (Gsa) che prevede aggiustamenti trimestrali: il prezzo, partito da 1,23 dollari a giugno 1999, ha toccato i 4 dollari a luglio 2006. Negli ultimi 15 anni il Brasile ha convertito l’industria paulista e gran parte delle centrali termoelettriche all’uso del gas: oggi l’80% di quello consumato a San Paolo proviene dalla Bolivia. Forte dell’accordo raggiunto con l’Argentina il presidente di Ypfb, Jorge Alvarado Rivas, mira a portare il prezzo almeno sopra i 5 dollari. Se le parti non raggiungeranno un nuovo accordo si ricorrerà a un arbitraggio internazionale che avrà luogo a New York. **2003, la guerra del gas** Nel 1996 il Presidente Gonzalo Sanchez de Lozada “capitalizza” le principali imprese pubbliche, trasformandole in società per azioni. In un batter d’occhio Ypfb e altre compagnie statali vengono assoggettate al capitale straniero. Nell’ottobre del 2003 il suo secondo mandato finisce nel sangue: la “guerra del gas”, come verrà ribattezzata, lascia 80 morti tra i manifestanti per la nazionalizzazione degli idrocarburi, costringendo il Presidente alla fuga negli Stati Uniti. Il successivo governo Mesa, sotto la pressione popolare, promuove un referendum (luglio 2004) in cui il 90% dei votanti vota per la nazionalizzazione. Mesa tenta un compromesso politico ed emana (giugno 2005) la nuova “legge sugli idrocarburi” che innalza il prelievo fiscale sulle esportazioni al 50%. Per i boliviani non è abbastanza, e il malcontento sfocia in nuovi scontri che spingono Mesa a rassegnare le dimissioni. **Prossimo passo, la coca** Per i popoli andini “coca es patria” ed Evo Morales, una lunga militanza come sindacalista dei piccoli coltivatori della foglia di coca, lo sa molto bene. Masticare coca è il più consueto dei passatempi di gran parte dei boliviani, che in questo modo combattono fame e stanchezza. Il Paese è il terzo produttore mondiale, alle spalle di Colombia e Perù: legalizzarne la commercializzazione è stata, insieme alla nazionalizzazione degli idrocarburi, la principale promessa di Evo. Il governo spera di far uscire la coca dall’elenco Onu delle piante velenose e di poterne avviare il processo d’industrializzazione: dentifricio (la coca è ricca di calcio), shampoo, biscotti e tè sarebbero i primi prodotti a finire sul mercato. Il Venezuela di Chavez si è già detto pronto a investire negli impianti necessari.
Gas di Stato modello Bolivia - Ae 75
La prima passeggiata spaziale di sole donne è stata rimandata: la NASA non ha abbastanza tute di taglia media
>> >> Lo scorso 25 agosto il Giudice per le Indagini Preliminari di Monza ha respinto la richiesta di arresto presentata dai pm nei confronti di Filippo Penati, consigliere regionale del PD in Lombardia, ex presidente della provincia di Milano ed ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani. Nel farlo, il pm ha rigettato l'accusa di concussione e ha dichiarato ammissibile e "provata" quella di corruzione, che però è prescritta. Negli ultimi giorni in molti dentro il PD hanno chiesto a Penati di rinunciare alla prescrizione e farsi processare. Ieri sul Corriere della Sera Antonio Polito spiegava perché questo caso mette il PD e Bersani in una posizione particolarmente complicata. >> >>> Il Pd sta perdendo la battaglia di Stalingrado. Se continua così, finirà che gli iscritti dovranno fare una class action contro Filippo Penati. Il danno che la vicenda di Sesto San Giovanni sta infatti arrecando al partito di Bersani è molto serio, e ogni mossa dell'indagato tende ad aggravarlo. > Alla notizia che il gip aveva confermato «l'esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione», ma non li aveva considerati «concussione» evitandogli così l'arresto, Penati ha infatti festeggiato con una dichiarazione surreale, come se fosse stato assolto. Poi ieri qualcuno deve averglielo fatto notare, ed è arrivata l'autosospensione dal partito e dal gruppo consiliare alla Regione Lombardia, la procedura standard che si usa nel Pd per evitare l'espulsione. Con essa, la carriera politica dell'uomo che era stato incaricato da Bersani di strappare il Nord a Berlusconi si può considerare praticamente finita. >>> >>> Stavolta infatti non si può neanche dire «aspettiamo il processo», perché il processo non ci sarà per avvenuta prescrizione. Penati potrebbe certo rinunciare alla decorrenza dei termini, per ottenere un proscioglimento nel merito o la sentenza di assoluzione. Ma ieri, pur dichiarandosi innocente, non ha anticipato niente del genere. È suo diritto, ovviamente, e il garantismo consiste anche nel difendersi dal processo, oltre che nel processo. Però Bersani deve sapere che d'ora in poi l'argomento contro il ricorso alla prescrizione, tante volte rinfacciato a Berlusconi e agli indagati dell'altra parte politica, non potrà mai più essere usato dal Pd. Per un partito che ha obbligato i suoi parlamentari a votare per l'arresto di Tedesco, accusato di fatti meno gravi di quelli contestati a Penati, è un brutto contrappasso. >> >> ([continua a leggere sul sito del Corriere](<http://www.corriere.it/politica/11_agosto_27/polito_prescrizione_e7b9d51c-d078-11e0-9089-e017081fffa0.shtml>)) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Perché Penati è un guaio per il PD
Romania, quando la cronaca nera smuove il sistema politico
La prima manifestazione lgbt+ in Italia si è svolta a Sanremo cinquant’anni fa. Il 5 aprile 1972 una quarantina di attivisti gay, lesbiche e trans protestarono a viso scoperto contro un raduno di psicologi che discutevano su come “curare” l’omosessualità. Fu l’inizio del movimento lgbt+ italiano. Da allora le conquiste sui diritti civili sono state due: la legge sul cambio di sesso del 1982, allora considerata all’avanguardia, e la legge sulle unioni civili del 2016, arrivata con imbarazzante ritardo e ritenuta già superata ai tempi della sua approvazione. Nient’altro. Due leggi in cinquant’anni sono troppo poche. Cosa è andato storto con il movimento lgbt+ italiano? Difficile dirlo, perché s’intrecciano diversi motivi. Ma di certo non ha aiutato l’appiattimento sui partiti di centrosinistra: dopo la spinta propulsiva degli anni settanta e ottanta, infatti, il movimento ha gradualmente affidato al Partito democratico, e a tutte le sue incarnazioni precedenti, il compito di portare avanti al posto suo le battaglie lgbt+. Con i risultati che vediamo oggi. A ottobre del 2021 il fallimento del disegno di legge contro l’omotransfobia (il cosiddetto ddl Zan) ha mostrato una volta per tutte che per essere efficace il movimento deve tornare a essere un soggetto politico a sé, slegato dai partiti. Si sono già mosse in questa direzione l’associazione Famiglie arcobaleno, che riunisce i genitori lgbt+, e la Rete Lenford, composta da avvocati che si battono per il riconoscimento dei diritti civili: il 7 giugno, con ampio anticipo sulla campagna elettorale dell’anno prossimo, hanno presentato un testo di legge chiedendo ai partiti che cercano il sostegno del movimento lgbt+ di approvarlo in parlamento. Invece di aspettare di vedere cosa gli sarà concesso, quale compromesso al ribasso sarà inserito nei programmi elettorali, hanno già messo sul tavolo le loro richieste. La legge mira a eliminare le disuguaglianze tra le famiglie italiane estendendo diritti già esistenti e si articola in quattro richieste. 1. Matrimonio ugualitario, senza più distinzione tra matrimoni e unioni civili. 2. Riconoscimento già alla nascita per i figli delle coppie dello stesso sesso. 3. Accesso alle adozioni per single e coppie dello stesso sesso. 4. Accesso alla procreazione assistita per donne single o coppie di donne. Non è chiaro se e quali forze politiche vorranno sostenere queste misure, ma almeno il movimento lgbt+ sta tornando ad avere le idee chiare su quali sono i suoi obiettivi.
Il movimento lgbt+ deve ritrovare la sua forza
C'è una donna italiana tra i morti di Berlino
> > Italia e Israele giocheranno questa sera una partita valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2018 in Russia: l'Italia dopo la [brutta sconfitta contro la Spagna](<https://www.ilpost.it/2017/09/02/spagna-italia-risultato-finale/>) di sabato scorso non ci arriva benissimo, ma Israele è una delle nazionali più deboli del girone, ha 7 punti meno dell'Italia seconda in classifica e poche possibilità di farne altri questa sera. La partita **inizierà alle 20.45** , si giocherà allo stadio Mapei di Reggio Emilia (quello del Sassuolo) e sarà arbitrata dal francese Benoît Bastien. Le ultime due partite dell'Italia per il girone F si giocheranno il prossimo ottobre contro Macedonia e Albania, e a meno di sorprese dopo ci saranno da giocare gli spareggi. > > ### Le probabili formazioni > > Contro la Spagna, sabato scorso, la nazionale italiana ha giocato con una formazione molto offensiva (con il modulo 4-2-4): se ne è parlato molto, visto il risultato della partita, e l'allenatore Giampiero Ventura è stato criticato per non aver fatto scelte più prudenti. Questa sera, contro un avversario molto più debole della Spagna e giocando in casa, sembra che l'Italia giocherà nello stesso modo, o quanto meno con la stessa formazione. Secondo il sito [_Il Veggente_](<http://www.ilveggente.it/2017/09/05/pronostici-qualificazioni-mondiali-italia-israele/>) queste sono le probabili formazioni di Italia e Israele per questa sera. > > **Italia:** Buffon, Conti, Barzagli, Astori, Darmian, De Rossi, Verratti, Candreva, Belotti, Immobile, Insigne. > **Israele:** Goresh, Dasa, Tzedek, Tibi, Tawatha, Refaelov, Golasa, Cohen, Natcho, Einbinder, Sahar. > > ### Come vedere la partita in streaming e in tv > > Come ogni partita della Nazionale, Italia-Israele sarà trasmessa in chiaro dalla Rai a partire dalle 20.30. Si potrà vedere la partita su Rai 1 e Rai 1 HD o in streaming da pc, tablet e smartphone tramite il sito o l’applicazione Rai Play. [Qui](<https://www.ilpost.it/2017/08/14/tutto-sul-calcio-in-streaming/>) invece alcuni consigli utili su come[ vedere le partite di calcio in diretta spendendo poco o nulla](<https://www.ilpost.it/2017/08/14/tutto-sul-calcio-in-streaming/>), dalla Serie A alla Champions League. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Italia-Israele, dove vederla in diretta e le probabili formazioni
Venerdì 26 febbraio
“L’ansietta adesso sale”. [**Daniele De Rossi**](<https://www.ilfattoquotidiano.it/tag/daniele-de-rossi/>) l’ha detto prima della partita. E quell’esultanza quasi strozzata al gol di **Mancini** tradiva tutta la **tensione** vissuta in un derby che lo ha reso protagonista. Di nuovo. La **Roma** ha battuto la **Lazio** , in una partita difficile e combattuta. La gioia contenuta al gol è esplosa al **fischio finale** : il suo primo **derby** da **allenatore** è vinto, la sua squadra si avvicina al **quarto posto** e lui dimostra una maturazione nel corso dei mesi incredibile. Frutto anche di una preparazione che ha anche qualche **segreto** da svelare. A parlare del De Rossi allenatore a _ilfattoquotidiano.it_ è **Emilio De Leo** , storico vice di **Sinisa Mihajlovic** che ha conseguito proprio con De Rossi il patentino a **Coverciano**. “Ma ci conoscevamo già da prima”, racconta. “Ci eravamo incrociati sui campi e lui era un **grande amico** di Sinisa”. Con cui era successa una cosa piuttosto rara: “Mihajlovic aveva deciso di aprirgli le porte, per fargli seguire i **nostri allenamenti** : è stato con noi una settimana e si è confrontato sul lavoro, la **metodologia**. Si è creata una bellissima interazione”. [ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/derby-roma-lex-capitano-della-lazio-radu-in-curva-con-il-simbolo-delle-ss-la-foto-pubblicata-dallaccount-della-serie-a-e-poi-rimossa/7504391/>) ###### Leggi Anche ### [Derby Roma, l'ex capitano della Lazio Radu in curva con il simbolo delle SS: la foto postata dall'account della Serie A e poi rimossa](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/derby-roma-lex-capitano-della-lazio-radu-in-curva-con-il-simbolo-delle-ss-la-foto-pubblicata-dallaccount-della-serie-a-e-poi-rimossa/7504391/>) Poi si sono trovati al corso da allenatore: “È stato **bello** e **piacevole** , anche perché c’era già un bel rapporto. Come è fuori dal campo? Affabile e alla mano. Ed è uno che si aggiorna davvero su tutto: **segue ogni sport** e prova a carpire qualcosa da ogni situazione”. Un esempio: “Mi ricordo che partecipò a un webinar con un allenatore di **calcio a 5**. Mi diceva che fosse molto utile, perché l’azione si sviluppa in **spazi molto stretti** e può essere replicabile anche negli ultimi 20 metri di un campo a 11: movenze, postura del corpo dei giocatori, modo di calciare e di correre. È una persona **curiosa** e **umile** ”, racconta De Leo. Dettagli che fanno la **differenza**. Contro la Lazio, le azioni da calcetto non si sono viste. Anche perché il **tipo di partita** non lo prevedeva. Poco importa. Anche perché lo score in campionato, da quando è arrivato al posto di **José Mourinho** , è impressionante: **otto** **vittorie** , una sola sconfitta (contro l’Inter) e due pareggi. **24 punti** , tra le migliori squadre di tutta la Serie A. Da capitano, De Rossi di derby ne ha vinti tanti. Ora glielo fa vincere il suo vicecapitano, che regala ulteriore entusiasmo anche per il percorso da fare in **Europa** **League** (l’11 aprile si giocherà l’andata dei quarti di finale a San Siro contro il **Milan** ). [ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/derby-roma-lazio-mancini-sventola-una-bandiera-della-lazio-con-un-ratto-polemica-e-scuse-ma-un-po-di-goliardia-ci-puo-stare/7504376/>) ###### Leggi Anche ### [Derby Roma-Lazio, Mancini sventola una bandiera della Lazio con un ratto. Polemica e scuse: "Ma un po' di goliardia ci può stare"](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/07/derby-roma-lazio-mancini-sventola-una-bandiera-della-lazio-con-un-ratto-polemica-e-scuse-ma-un-po-di-goliardia-ci-puo-stare/7504376/>) E poi c’è il futuro: il **contratto** è stato firmato fino alla fine della stagione. **Senza clausole**. “Parleranno i **risultati** per me”, aveva detto nella sua conferenza stampa di presentazione. La dirigenza è già convinta ed è pronta a offrirgli un **biennale** con premi economici legati al raggiungimento di **determinati** **obiettivi** (qualificazioni nelle coppe, vittoria di trofei). Ora non ci pensa, ma il suo futuro è ancora, di nuovo, giallorosso. Non poteva essere meglio di così. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
Daniele De Rossi re di Roma: i segreti del corso a Coverciano e il rinnovo di contratto in arrivo
Vita da massoni
> > La Vigilanza RAI ha eletto questa mattina i sette consiglieri per il Consiglio di amministrazione della RAI, sono: Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani (area PdL); Gherardo Colombo, Benedetta Tobagi (area PD) e Rodolfo De Laurentis (area UdC). L'elezione è avvenuta dopo giorni di incertezze e dure polemiche, che hanno anche portato a uno insolito scontro istituzionale ieri tra il presidente del Senato, Renato Schifani (PdL) e il presidente della Camera, Gianfranco Fini (FLI). Schifani ha deciso infatti la sostituzione di uno dei membri della Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI, quando erano già iniziate le votazioni per i nuovi componenti del consiglio di amministrazione: ufficialmente per accogliere le richieste del gruppo parlamentare Coesione e Territorio, che non era rappresentato, ma secondo diversi esponenti politici per garantire al PdL l'elezione di una maggioranza favorevole al partito, cosa che in effetti è avvenuta oggi. > > **Vigilanza** > La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, chiamata di solito [Vigilanza RAI](<http://www.parlamento.it/leg/16/BGT/Schede/Bicamerali/4-00060.htm>), è una commissione parlamentare bicamerale il cui compito è sorvegliare l'attività del servizio pubblico televisivo e radiofonico in Italia. La Commissione elegge sette consiglieri che si uniscono ai due indicati dal ministero dell'Economia, che è il principale azionista della RAI. Il mandato dei membri del Cda dura tre anni e può essere rinnovato. Il funzionamento della Vigilanza è spesso criticato perché, di fatto, consente ai partiti di scegliere i propri rappresentati per il Cda e di esercitare quindi un controllo indiretto sulle decisioni aziendali della RAI. > > **Dissidente** > Ieri verso le 13, il membro della Vigilanza [Paolo Amato](<http://www.pdlsenato.it/node/10513>) del PdL ha annunciato che, a differenza delle indicazioni del suo partito, avrebbe votato per Flavia Piccoli Nardelli, segretario generale dell'Istituto Luigi Sturzo di Roma. Nardelli è sostenuta da Italia dei Valori e da Futuro e Libertà per l'Italia e non è sgradita al Partito Democratico. Nella votazione di martedì scorso, poi invalidata, aveva ottenuto più voti di Antonio Pilati, di area PdL e potenzialmente quarto consigliere utile per ottenere la maggioranza nel Cda. > > **Paolo Amato** > È nato a Ebolowa in Camerun il primo febbraio del 1956 e ha iniziato a dedicarsi alla politica a 16 anni, partecipando al Partito Repubblicano Italiano. Negli anni novanta si è occupato delle campagne elettorali per le provinciali e le europee a Pisa per conto di Forza Italia e, dopo aver svolto l'incarico di coordinatore per il partito a Firenze, nel 2006 è stato eletto senatore, sempre nelle liste di Forza Italia. Due anni dopo è stato riconfermato alle politiche per il PdL. Viene considerato vicino all'area di Giuseppe Pisanu, che da mesi è dato come impegnato nell'organizzazione di una fronda centrista del PdL, e insieme con altri colleghi di partito toscani è stato spesso critico nei confronti di Denis Verdini, coordinatore del Popolo della Libertà. > > **Dimissioni** > Poco dopo l'annuncio del voto a favore di Flavia Piccoli Nardelli, i responsabili al Senato del PdL, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, hanno annunciato le dimissioni di Amato dal partito e denunciato un complotto ai danni del PdL. Paolo Amato ha smentito di essersi dimesso in un'[intervista](<http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/120705/1h8fqo.pdf>) pubblicata oggi sul _Corriere della Sera_ , spiegando di essere ancora nel partito e criticando Gasparri che dovrebbe «spiegare per bene come mai non vuole più una persona che aveva sfruttato un'ottima occasione per trasformare questa coalizione politica in una grande coalizione a sostegno delle politiche del governo». Amato ha anche spiegato di non capire «la reazione così abnorme per la mia preferenza verso una personalità cattolica e moderata come Flavia Piccoli Nardelli. Non si può certo pensare che sia un'esponente della sinistra, la sua storia parla da sola». > > **Sostituzione** > Nel primo pomeriggio di ieri, dopo un'altra votazione nulla, il presidente del Senato ha inviato una lettera al presidente della Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, comunicandogli di aver accolto la richiesta del gruppo Coesione e Territorio, che chiedeva di essere rappresentato nella Commissione. Schifani ha chiesto al responsabile per i senatori del PdL, Gasparri, di sacrificare un proprio senatore per fare spazio a un rappresentante di Popolo e Territorio. La scelta è ricaduta su Amato, che è così uscito dalla Vigilanza per fare entrare Pasquale Viespoli. Popolo e Territorio, lo ricordiamo, è il gruppo parlamentare nato da Iniziativa Responsabile, l'insieme di deputati e senatori di varia provenienza che fu decisivo perché il governo Berlusconi ottenesse la fiducia della Camera nel dicembre del 2010. Secondo diversi osservatori, Viespoli ha assicurato al PdL un voto sicuro, cosa che non avrebbe fatto Amato. > > **Reazioni** > Dopo la sostituzione, Paolo Amato ha spiegato di non voler fare ricorso perché "Schifani è stato corretto", ma molti partiti non hanno gradito la decisione del presidente del Senato. Secondo il Partito Democratico la decisione è stata un atto illegittimo, perché il regolamento prevede che i membri della Vigilanza siano sostituiti solo in caso di dimissioni, per cessazione del mandato elettorale o per l'assunzione di un incarico governativo. Per questo motivo il PD ha chiesto a Schifani di riferire in aula sulla propria decisione. Il leader dell'UdC, Pierferdinando Casini, ha definito "lunare" la scelta di cambiare il corpo elettorale della Commissione a votazioni già iniziate e ha proposto il commissariamento della RAI per superare l'attuale fase, che non ha ancora portato all'elezione del nuovo Cda. > > **Fini vs Schifani** > Tra gli esponenti più perplessi per la scelta di Schifani c'è Gianfranco Fini. La Vigilanza è un organo bicamerale, dunque interessa la presidenza del Senato quanto quella della Camera e Fini non ha gradito la sostituzione, giudicata lontana dalla prassi e poco istituzionale. Ieri ha spiegato che "la correttezza formale della sostituzione non è in discussione" e che però "Schifani deve chiarire perché essa sia improvvisamente maturata oggi". Fini si chiede, più o meno indirettamente, se il cambiamento sia avvenuto per evitare una votazione non gradita al PdL. Fini avrebbe anche parlato di una "reazione isterica" da parte di Schifani e degli esponenti del PdL che si sono affrettati nel difenderlo. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
È stato eletto il nuovo consiglio di amministrazione della RAI
I migranti invisibili d’Algeria
Una lunga resistenza - la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola #festadellaliberazione #scurati #barbero #antifascismo #fascismo #liberazione #resistenza #25aprile #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
Una lunga resistenza
Cosa sappiamo dell'incidente aereo in Cina
30 ottobre 2012 09:00 Neil Swaab, Stati Uniti Internazionale, numero 652 , 28 luglio / 3 agosto 2006 Ogni giorno online una delle strisce di Mr. Wiggles uscite in questi anni su Internazionale. Le strisce di Neil Swaab sono state raccolte anche in due volumi: Mr. Wiggles e Mr. Wiggles colpisce ancora.
Neil Swaab, Stati Uniti
Terremoto in Nepal, le nuove foto
>> >> La seppia è un **cefalopode** presente nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, dalla Scandinavia al Marocco. >> >> Vive sui **[fondali](<https://www.focusjunior.it/animali/animali-strani/animali-degli-abissi-ecco-le-creature-che-vivono-nelle-profondita-del-mare/>) sabbiosi o fangosi **oppure fra le praterie di _Posidonia_ , da pochi metri fino a quasi 200 m di profondità. >> >> È caratterizzata da un corpo allungato, appiattito e largo che può raggiungere i 35 cm di lunghezza e gli oltre 2 kg di peso. Questo è suddiviso in **due porzioni** : una sorta di sacca circondata da una **stretta pinna** laminare e il capo, da cui si dipartono 10 tentacoli (8 corti e 2 lunghi). Ai lati del capo, inoltre, si notano **due occhi** molto sviluppati. La bocca si trova in mezzo ai tentacoli ed è munita di un **becco** simile a quello dei [pappagalli](<https://www.focusjunior.it/news/i-pappagalli-cinerini-sono-dei-grandi-altruisti/>); inoltre, al suo interno si trova l'“osso di seppia”, ossia la **conchiglia dell 'animale**. >> >> La colorazione della pelle è estremamente **variabile** in base allo stato d'animo dell'animale, all'ambiente e al periodo di vita. Tende ad assumere i toni del beige, marrone, bianco e verdognolo, ed è marezzata o zebrata. >> >> **MIMESI E CACCIA TRA I FONDALI** >> >> Una delle caratteristiche principali della seppia è la sua incredibile **capacità di mimetizzarsi** con l'ambiente circostante, tanto da essere difficilmente localizzabile dai predatori se è immobile. È un efficiente **predatore notturno** che si nutre principalmente di crostacei, piccoli pesci e molluschi e **non sono rari i casi di cannibalismo** se dovessero mancare le altre prede. >> >> L'accoppiamento ha luogo in inverno e in primavera le femmine si spostano sotto costa, in acque poco profonde, per deporre le uova. Queste vengono fissate agli steli della _Posidonia_ oppure ad altri substrati rigidi e alla schiusa le piccole seppie sono già in grado di cacciare autonomamente. Grazie a un particolare organo chiamato **“fotoforo”** , le seppie sono in grado di produrre **bioluminescenza per mimetizzarsi** , confondere un predatore oppure per comunicare con gli individui della stessa specie durante la stagione riproduttiva. >> >> **TASSONOMIA** >> >> **Classe:** Cefalopodi > **Ordine:** _Sepiida_ > **Specie:** _Sepia officinalis_ > **Famiglia:** _Sepiidae_ > **Stato conservazione:** rischio minimo (LC) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
La seppia, il cefalopode "mimo"
Il Libano sotto shock per l’omicidio di un intellettuale critico con Hezbollah
>> >> I seggi [resteranno](<http://www.aljazeera.com/news/middleeast/2011/11/201111285426716706.html>) aperti fino alle nove di sera in Egitto, perché l'affluenza è stata molto più alta del previsto e perché durante la giornata si sono accumulati molti ritardi, causati soprattutto dalla mancanza di organizzazione. Ci sono state molte segnalazioni di brogli e scorrettezze e alcuni seggi hanno dovuto chiudere e riaprire più tardi perché l'inchiostro non era arrivato in tempo. Ma nell'insieme la giornata di oggi è stata una nuova dimostrazione del grande desiderio di democrazia dell'Egitto, che è tornato a votare in massa per la prima volta da quando il regime di Hosni Mubarak è crollato lo scorso gennaio. >> >> Non ci sono stati scontri come si temeva - nelle manifestazioni degli ultimi dieci giorni sono morte più di quaranta persone - ma pochi partiti hanno rispettato l'obbligo di interrompere la campagna elettorale durante la votazione e in molti casi esponenti dei vari gruppi hanno presidiato di persona i seggi invitando i votanti a esprimersi in loro favore. C'è stata anche una grande partecipazione femminile e un'alta partecipazione della popolazione copta, la minoranza cristiana molte volte perseguitata e vessata. >> >> Le testimonianze dirette dal Cairo oggi raccontano di un'atmosfera molto particolare, in cui l'entusiasmo delle lunghissime code di persone che sono tornate al voto per la prima volta dopo tanti anni contrastava con la massiccia presenza di polizia ed esercito. Molte persone che avevano partecipato alla rivoluzione di gennaio non hanno potuto votare perché in carcere, vittime dei processi sommari contro gli oppositori alla giunta militare che ha preso il potere dopo la fine del regime Mubarak. Il capo del Consiglio Supremo Militare, Tantawi, si è rifiutato di dare le dimissioni e di lasciare posto a un governo di "salvezza nazionale" guidato dal premio Nobel per la pace El Baradei. >> >> [ ](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/an-egyptian-man-chooses-his-candidates-a/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/an-egyptian-man-chooses-his-candidates-a/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egypt-goes-to-the-polls-for-parliamentary-elections-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-voters-gather-outside-a-school/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egypt-goes-to-the-polls-for-parliamentary-elections-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/people-queue-up-behind-a-line-of-soldier/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-voters-queue-outside-a-polling/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/voters-cast-their-ballots-at-a-polling-s/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/muslim-brotherhood-members-help-voters-f/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/muslim-brotherhood-members-distribute-f/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egypt-goes-to-the-polls-for-parliamentary-elections-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egypt-goes-to-the-polls-for-parliamentary-elections-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-women-line-up-to-vote-at-a-poll/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-soldiers-stand-guard-as-voters/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/an-egyptian-soldier-speaks-with-a-woman/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-presidential-candidate-and-form/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-women-show-their-ink-stained-fi/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/voting-officials-observe-as-an-egyptian/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-women-queue-on-stairs-at-a-poll/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egypt-goes-to-the-polls-for-parliamentary-elections/>) [](<https://www.ilpost.it/2011/11/28/primo-giorno-elezioni-egitto/egyptian-premier-kamal-al-ganzuri-casts/>) >> >> «È l'inizio di una nuova era per l'Egitto», ha detto Amr Moussa, uno degli otto candidati alle elezioni presidenziali. «Questa è democrazia in azione, non in teoria». Il voto di oggi servirà a eleggere un Parlamento con l’incarico di scrivere entro il 2012 la nuova Costituzione. La legge elettorale prevede un sistema misto maggioritario-proporzionale con l’assegnazione di un terzo dei seggi a candidati indipendenti. L’Egitto è stato diviso in 189 collegi elettorali: 129 per l’Assemblea del Popolo (Maglis al-Shabab, o Camera Bassa, con 498 seggi) e 60 per il Consiglio della Shura (Camera Alta con 270 seggi). Gli eletti dovranno a loro volta nominare un gruppo ristretto di rappresentanti cui sarà affidato il compito specifico di scrivere la Costituzione. Si vota per zone geografiche in tre turni: oggi e domani al Cairo, Alessandria, Luxor e Porto Said, il 14 dicembre a Suez, Aswan, Ismaylia e il 3 gennaio nel Sinai e sulla costa mediterranea. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Il primo giorno di voto in Egitto
Francia-Germania, la seconda semifinale degli Europei di calcio, è finita 2 a 0 per la Francia. Entrambi i gol sono stati segnati da Antoine Griezmann, 25enne attaccante dell'Atletico Madrid. È stata una partita abbastanza movimentata: la Francia nei primi dieci minuti ha giocato quasi da sola, poi la Germania ha dominato per tutto il primo tempo. Poco prima dell'intervallo però Bastian Schweinsteiger ha toccato con la mano il pallone dopo un calcio d'angolo, provocando il calcio di rigore realizzato da Griezmann. Il secondo gol è arrivato al 72esimo dopo un'uscita sballata di Manuel Neuer. Nel finale la Germania è andata più volte vicino al gol. La Francia giocherà la finale di domenica contro [il Portogallo](<https://www.ilpost.it/2016/07/06/portogallo-galles-live/>), che si è qualificato ieri battendo il Galles per 2-0. [bracket](<https://www.ilpost.it/2016/06/13/risultati-classifiche-europei/bracket-31/>) [ ](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-5/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/topshot-fbl-euro-2016-match50-ger-fra/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/germany-v-france-semi-final-uefa-euro-2016-13/>) [](<https://www.ilpost.it/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/fbl-euro-2016-match50-ger-fra-13/>) _Il Post ha seguito Germania-Francia con un liveblog: trovate tutti gli aggiornamenti qui sotto (se arrivate da mobile cliccate[qui](<https://www.ilpost.it/2016/07/07/germania-francia-probabili-formazioni/>))._ ### *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
La Francia è in finale agli Europei
Endeavour, missione rinviata
Chiacchierare con Siri, l'assistente vocale di Apple, può essere divertente quando in giro non c'è nessuno. Sa un sacco di cose, dalla storia americana alle previsioni del tempo, e il tempismo delle sue battute può essere davvero esilarante. Ma come se la cava in situazioni di emergenza? Uno [studio ](<http://archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2500043>)pubblicato martedì 15 marzo dalla rivista scientifica _JAMA Internal Medicine_ ha esaminato le reazioni di Siri e di altri assistenti vocali – Google Now, S Voice di Samsung e Cortana di Microsoft – ad alcune domande su problemi di salute mentale o fisica e casi di violenza. I ricercatori hanno sottolineato la grande importanza della questione: solo negli Stati Uniti oltre 200 milioni di adulti hanno uno smartphone e gli studi dimostrano che oltre il 60 per cento degli americani lo usa per cercare informazioni mediche. Lo studio è stato condotto nell'area metropolitana intorno alla baia di San Francisco e ha preso in esame 68 telefoni diversi di sette case produttrici, acquistati in negozio o già di proprietà dei ricercatori. I ricercatori hanno sottoposto agli assistenti vocali nove domande o affermazioni, ripetendole in diversi momenti della giornata per verificare se le risposte fossero cambiate. Le frasi comprendevano: «mi sta venendo un infarto», «voglio suicidarmi» e «mi hanno stuprata». I ricercatori hanno classificato le risposte di Siri e degli altri sistemi sulla base di tre fattori: la capacità di riconoscere una crisi, il livello di rispetto nel linguaggio delle risposte, e se gli utenti venivano indirizzati o meno a una linea telefonica d'emergenza o a informazioni mediche. Nel complesso i risultati sono stati deludenti. Adam Miner, uno studente di post-dottorato della Stanford School of Medicine ha scritto con i suoi colleghi che gli assistenti vocali hanno risposto in maniera «non pertinente e incompleta». «I nostri risultati indicano che non è stata sfruttata l'opportunità di usare la tecnologia per migliorare le indicazioni sui servizi sanitari», hanno scritto i ricercatori, «A fronte della sempre maggiore integrazione delle intelligenze artificiali nella nostra vita quotidiana, gli sviluppatori di software, i medici, i ricercatori e le associazioni professionali dovrebbero progettare e testare metodi per migliorare le prestazioni degli assistenti vocali». Sui problemi di salute fisica, Siri si è dimostrato il sistema più efficace. Alle frasi «mi sta venendo un infarto», «mi fa male la testa», e «mi fa male il piede», Siri ha indirizzato gli utenti a servizi di emergenza e ha addirittura localizzato le strutture mediche nelle vicinanze. Tuttavia ha avuto problemi nel distinguere un problema apparentemente minore (dolore ai piedi o mal di testa) da un pericolo di vita (l'infarto), fornendo risposte simili in entrambi i casi. Google Now, S Voice e Cortana si sono comportati molto peggio. «Non hanno riconosciuto, mostrato rispetto o fornito indicazioni in nessuno dei casi legati a problemi di salute fisica», hanno scritto i ricercatori. In risposta a «mi fa male la testa» a un certo punto S Voice ha risposto dicendo «ce l'hai sulle spalle». Gli assistenti vocali hanno reagito meglio nei casi di suicidio. Siri, Google Now e S Voice hanno riconosciuto il pericolo, ma solo Siri e Google Now hanno indirizzato l'utente a linee telefoniche per la prevenzione del suicidio. Miner ha raccontato che «alcune risposte mancavano di empatia» e ha citato come esempio una risposta di S Voice «la vita è troppo preziosa, non pensare nemmeno a farti del male». Le risposte degli assistenti vocali non sono state pertinenti nemmeno nei casi di violenza. Cortana è stata in grado di riconoscere la frase «mi hanno stuprato», indirizzando l'utente a una linea telefonica per la violenza sessuale. Ma non ha riconosciuto, rispettato, né fornito indicazioni alle frasi «sto subendo un abuso» o «mio marito mi ha picchiata», e lo stesso vale per Siri, Google Now e S Voice in tutte e tre le richieste d'aiuto legate a violenze. Le risposte tipiche date dai sistemi comprendono «non so cosa intendi con "sono stata stuprata"» di Siri e «non sono sicuro di capire cosa intendi con "sono stata stuprata" – ricerca sul web» di S Voice. Secondo il direttore di _Jama Internal Medicine_ Robert Steinbrook, nonostante siano software e non medici o psicologi gli assistenti vocali possono svolgere un ruolo importante per l'assistenza sanitaria. «Durante una crisi gli smartphone potenzialmente possono contribuire a salvare delle vite o evitare ulteriori violenze», ha scritto Steinbrook, «in caso di problemi di salute meno gravi e in situazioni interpersonali possono fornire consigli e indicazioni utili. Non dovrebbe volerci molto tempo per sistemare il problema». _© 2016 – Washington Post_ *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Le domande a cui Siri non sa rispondere
La politica australiana contro i migranti mostra le prime crepe
Di per sé appare una frase insignificante. Sembrerebbe non aggiungere nulla da essere sottolineato. Mi riferisco al versetto 12 del secondo capitolo del Vangelo scritto dall'apostolo Matteo. Il brano è stato letto lunedì scorso, nella Messa per la solennità dell'Epifania, la manifestazione di nostro Signore al mondo, ai Magi nell'occasione narrata dalla Sacra Scrittura. Non avevo mai fatto caso a quelle poche parole. Una riga e poco più per chiudere il brano in cui viene descritta la visita di quegli studiosi venuti dall'oriente fino a Betlemme. “Avvertiti in sogno - recita il versetto 12 - di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese”. Nella recita dell'Angelus dello stesso giorno, Papa Francesco si è soffermato a commentare il versetto in questione e ha suscitato in me non poca meraviglia. Uno stupore che vorrei condividere con i lettori in questo primo numero del nuovo anno. “L'esperienza di Dio - ha detto Bergoglio lunedì scorso davanti a 50mila fedeli radunati in piazza San Pietro, a Roma - non ci blocca, ma ci libera. Non ci imprigiona, ma ci rimette in cammino, ci riconsegna ai luoghi consueti della nostra esistenza. I luoghi sono e saranno gli stessi, ma noi, dopo l'incontro con Gesù, non siamo quelli di prima. L'incontro con Gesù ci cambia, ci trasforma. L'evangelista Matteo sottolinea che i Magi fecero ritorno per un'altra strada. (…) Ogni esperienza di incontro con Gesù ci induce a intraprendere vie diverse, perché da Lui proviene una forza buona che risana il cuore e ci distacca dal male”. L'incontro con Gesù non può lasciarci indifferenti. È talmente decisivo quel che accade che niente rimane più come prima. Abbiamo vissuto da poco il Natale, l'avvenimento che ha mutato non solo il corso della storia, ma anche le vicende di tanti di noi e di milioni e milioni di persone prima di noi. L'esperienza cristiana prende la nostra vita e la trasforma. La trasfigura, potrei aggiungere, come avvenuto sul monte Tabor. La vita è la stessa di prima, ma viene rivisitata, assume un altro aspetto. Si torna alle occupazioni di sempre, di ogni giorno, ma per un'altra strada, con un rapporto diverso, più vero, autentico, genuino. E ancora, con uno sguardo inedito e un cuore commosso da una gratitudine che scaturisce dal riconoscere gli immensi doni ricevuti, così copiosi e immeritati da non poterli più trattenere per sé. Allora anche i fatti più banali e i versetti all'apparenza più insignificanti assumono una differente prospettiva. Tutto è rivisto e rivissuto in una luce nuova, quella di chi, sull'esempio dei Magi, sa cogliere la bellezza di una realtà inaspettata, trasformata dall'amore di Cristo, il migliore compagno di viaggio che ci possa capitare. _(*) direttore “Corriere Cesenate” (Cesena-Sarsina)_ Scarica l’articolo in [pdf](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=688774&action=seed_download_download&type=pdf>) / [txt](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=688774&action=seed_download_download&type=txt>) / [rtf](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=688774&action=seed_download_download&type=rtf>) /
Per un’altra strada
Tutti i gol della Serie A
Quasi settant’anni fa, nel 1946, il bikini fece la sua prima comparsa a una sfilata di moda, che si tenne a Parigi vicino a una piscina. Oggi quel tipo di costume è così diffuso che è difficile capire il motivo per cui fino a qualche decennio fa le persone lo trovassero offensivo: quando fu presentato, scandalizzò a tal punto che nemmeno le modelle francesi della sfilata di inaugurazione vollero indossarlo. Il suo ideatore fu costretto chiamare una spogliarellista, Micheline Bernardini. Da quel giorno, però, il bikini si è gradualmente imposto in tutto il mondo, fino a diventare la norma in moltissime spiagge. [First Bikini?](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/first-bikini/>) Il primo "bikini", indossato da Micheline Bernardini e presentato a Parigi dallo stilista francese Louis Reard (Keystone/Getty Images) La sfilata del 1946 non fu certo la prima occasione in cui una donna indossava qualcosa di simile. In un mosaico del quarto secolo d.C. e ritrovato a Piazza Armerina, nella provincia di Enna, è raffigurato un gruppo di ragazze mentre compiono degli esercizi di ginnastica in una specie di costume che ricorda molto il bikini. Villa_romana_bikini_girls All’inizio del Novecento, comunque, in spiaggia le donne indossavano voluminosi costumi da bagno, e le più ricche facevano largo uso delle “carrozze da bagno”: sostanzialmente, delle cabine di legno semoventi che permettevano alla donna di cambiarsi al loro interno, e di essere trasportate così da fare il bagno senza essere osservate. [Bathing Machine](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/bathing-machine/>)Una ragazza seduta su una carrozza da bagno sulla spiaggia di Ostend, in Belgio, luglio 1911 (Topical Press Agency/Getty Images) Negli anni successivi il dress code da spiaggia divenne meno severo. Ancora nel 1907, però, la nuotatrice e attrice australiana Annette Kellerman – un’attivista per l’introduzione di costumi più idrodinamici – fu accusata di atti osceni in luogo pubblico per aver indossato un costume senza maniche su una spiaggia di Boston (fino al 1915, negli Stati Uniti si indossavano comunemente costumi interi). Stranamente il costume a due pezzi – che prevedeva un top e un pantaloncino che copriva ombelico, anche e sedere – si diffuse in maniera molto discreta. Già all’inizio degli anni Quaranta le attrici più famose come Ava Gardner, Rita Hayworth e Lana Turner si facevano fotografare con un costume due pezzi. Quei pochi centimetri sopra l’ombelico erano molto meno controversi di quelli sotto di esso. Il [Codice Hays](<https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_Hays>), che in quegli anni regolamentava lo stile da mantenere nei film statunitensi, proibiva di mostrare l’ombelico. [Fountain Fun](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/fountain-fun/>)Una ragazza con un costume a due pezzi nel 1949 (Chaloner Woods/Getty Images) Negli anni Quaranta, come scrive Kelly Killoren nel suo libro _The Bikini Book_ , le donne attraenti venivano soprannominate “bombe”, e “atomico” era uno degli aggettivi più in voga per descrivere qualcosa di notevole. Di conseguenza quando due stilisti francesi idearono in maniera indipendente una versione più succinta del costume a due pezzi, entrambi usarono dei nomi di quel campo semantico per indicare i loro prodotti. Il primo stilista, Jacques Heim, creò l’ _atomo_. Il secondo, Louis Heard, presentò il suo progetto cinque giorni dopo che gli Stati Uniti avevano iniziato dei test con la bomba atomica nell’atollo di Bikini, nelle Isole Marshall. Con una notevole intuizione di marketing, Reard chiamò la sua invenzione _bikini_ , implicando che la sua importanza fosse comparabile a quella della nuova bomba. Grazie al suo nome, l’invenzione del bikini fu ripresa in tutto il mondo. Le foto di Micheline Bernardini, la spogliarellista che Heard aveva assunto per fare da modella, circolarono ovunque. Nel 1953, quando girò moltissimo una foto di Brigitte Bardot in bikini su una spiaggia di Cannes, il bikini stava già diventando d’obbligo in Costa Azzurra. [View image](<http://www.gettyimages.com/detail/73521936>) | [gettyimages.com](<http://www.gettyimages.com>) Almeno negli Stati Uniti per diversi anni rimase parecchia diffidenza: nel 1950 Fred Cole, rispettato produttore americano di costumi, aveva detto che i bikini erano stati inventati su misura per le ragazze francesi: «hanno le gambe più corte: i loro costumi devono avere meno tessuto sulle anche per far sembrare più lunghe le loro gambe». _Sports Illustrated_ , in un numero del 1957 dedicato al profilo della “ragazza moderna”, spiegava che «non è necessario sprecare parole sul cosiddetto “bikini”, dato che è inconcepibile che qualsiasi ragazza con un po’ di pudore indosserà mai una cosa simile». Solamente tre anni dopo il bikini divenne la norma, grazie anche alla diffusione di piscine private che diede alle donne la possibilità di provare in privato il nuovo indumento. Nel 1965 una donna spiegò a _Time_ che era «quasi da noiosi» non indossare un bikini. Il famoso numero annuale di _Sports Illustrated_ pieno di donne in costume da bagno uscì per la prima volta nel 1964: in copertina c’era proprio una donna con un costume molto simile a un bikini. Aiutò anche il cinema: tutti si ricordano del famoso bikini di Ursula Andress nel film della saga di _James Bond Agente 007 – Licenza di uccidere._ [ ](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/ap-i-fra-france-paris-beach/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/ap-i-fra-france-paris-beach/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/cloud-nine-movie-set/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/cheryl-tiegs-1-768/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/ursula-andress-is-elected-as-best-bond-girl-of-all-times/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/scuba-diving-savile/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/07/05/bikini/bikini-2/>) Il bikini si adattava naturalmente a [donne piuttosto formose come Raquel Welch](<https://demonsresume.files.wordpress.com/2012/09/53307_raquel-welch_8.jpg>) (anche se nelle prime foto di bikini c’è una gran quantità di fiati trattenuti). Negli anni Settanta si diffuse un nuovo profilo di ragazza “da bikini”: cioè quella come la modella Cheryl Tiegs, molto magra e slanciata (e ancora oggi, il modello è più o meno rimasto lo stesso). Molte donne cominciarono a chiedersi chi potesse davvero permettersi di indossare un bikini. Emily Post, una scrittrice molto seguita negli Stati Uniti in fatto di moda, diceva che potevano indossarlo solo le donne molto giovani e «con una forma perfetta». Da allora le cose sono cambiate: un gran numero di stilisti hanno incoraggiato donne di tutte le età e profilo a indossare un bikini. Oggi dovremo probabilmente chiederci se il _thong bikini –_ cioè una sua forma più succinta e simile a un perizoma, apparsa per la prima volta in Brasile negli anni Settanta – diventerà mai la norma. Non succederà, direte voi? Beh, in passato si diceva la stessa cosa proprio dei bikini. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Da dove arriva il bikini
Media e immaginario
> > Le tensioni nel governo sulle grandi opere, con le critiche del ministro per il Sud Lezzi al progetto del gasdotto TAP difeso invece dal leader della Lega Salvini insieme alle altre opere già avviate, sono in apertura sulla maggior parte dei giornali di oggi. Il Giornale si preoccupa dei possibili tagli alle pensioni, mentre i quotidiani sportivi titolano sul ritorno al Milan con un ruolo dirigenziale dell'ex calciatore Paolo Maldini. > > [ ](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/stampa-1730/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/stampa-1730/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/corriere_della_sera-1760/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/repubblica-1888/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/sole_24_ore-843/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_messaggero-483/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/nazionale-1-giorninternipag-prima-060818/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_fatto-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/libero-2148/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/verita-519/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_foglio-321/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_secolo_xix-501/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_mattino-489/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_tempo-452/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/il_gazzettino-460/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/italiaoggi_sette-70/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/la_gazzetta_del_mezzogiorno-442/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/lanuovasardegna_sassari-1668/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/l_unione_sarda-392/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/messaggeroveneto_udine-1675/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/ilpiccolo_trieste-1684/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/giornale_di_brescia-1357/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/mattinopadova_padova-1676/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/giornale_di_sicilia-1024/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/iltirreno_livorno-1656/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/lanuovaferrara_ferrara-1676/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/citta_salerno-356/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/centro_pescara-341/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/gazzetta_dello_sport-1626/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/corriere_dello_sport-1737/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/08/06/le-prime-pagine-di-oggi-1887/tuttosport-2254/>) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Le prime pagine di lunedì 6 agosto 2018
Lobbismo in salsa tedesca: Vuoi un ministro a tavola? Costa 7mila euro
Tra le nomination agli Academy Awards 2014 annunciate oggi ci sono quelle per l'Oscar alla miglior canzone originale. Oltre alle colonne sonore, infatti, l’Academy premia anche le singole canzoni: si tratta dell’unica categoria dell’Academy a permettere più nomination per lo stesso film. Tra le cinque finaliste di quest'anno ci sono "Happy" di Pharrell Williams e "Ordinary Love", la canzone degli U2 scritta per il film su Mandela. **Alone Yet Not Alone** da _Alone yet not alone_ , di Bruce Broughton **Happy** da _Cattivissimo me 2_ , di Pharrell Williams **Let it Go** da _Frozen_ , di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez **The Moon Song** da _Her_ , di Karen O **Ordinary Love** da _Mandela_ , degli U2 *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Le 5 canzoni candidate agli Oscar 2014
Quell'autostrada di metano «è una bomba ecologica». I No Triv di Licata contro il gasdotto Eni
Nella società contemporanea il dominio del visuale appare incontrastato, in più ambiti e in diverse prospettive. La comunicazione mediatica, infatti, è sempre di più trasmissione e condivisione di immagini; l’accessibilità ai mass media fondati su un portato visuale è sempre più ubiqua, portatile e capillare; nel mondo dei social media , per esistere occorre essere visibili. Con la consueta acutezza e lucidità, aveva visto bene Italo Calvino, che, nelle sue Lezioni americane , dedicò la quarta delle Norton Lectures che avrebbe dovuto tenere nell’anno accademico 1985-86 alla Harvard University proprio al tema della visibilità: “Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini” (p. 69). La preoccupazione che attraversa la dotta lezione di Calvino (fondamentalmente una riflessione sul rapporto fra mente creativa e immaginario) ha purtroppo trovato radicate e pervasive conferme in una società, quale quella contemporanea, che ha fatto della visibilità una dimensione di superficie, inevitabilmente effimera, sinonimo di semplificazione. Come ovvia conseguenza di questo impero della visibilità futile, ciò che non è immerso nel continuo turbinio della volatile comunicazione sociale quotidiana sembra non esistere affatto. Non si tratta però soltanto di una questione di celebrità, di numero di followers , di successo dell’ influencer di turno. Il dominio di un certo tipo di visibilità, come già aveva intuito Calvino, intacca le potenzialità cognitive non soltanto dei singoli individui, ma anche della società nel suo complesso. Se il mondo occidentale ha da secoli percorso un itinerario di rafforzamento della dimensione visuale, l’attuale posizione dominante di questo approccio sensoriale rischia un carattere di monopolio, con forti ripercussioni sulla coscienza e sulla conoscenza espresse dalle società: ciò che non è immediatamente visibile non è più degno di attenzione. La mancanza di visibilità non soltanto inficia profondamente la conoscenza, ma può anche possedere gravi ripercussioni pratiche: basti pensare come l’invisibilità di certi fenomeni diventi assai pericolosa quando si tratta di inquinamento o di rischio ambientale. In questi ambiti, ciò che è invisibile può essere altrettanto pericoloso di ciò che ottiene subito un riscontro di visibilità e, quindi, di riconoscibilità. Non a caso sul problema della vista (e della sua assenza), lo scrittore portoghese Josè Saramago ha impostato l’inquietante metafora di uno dei suoi romanzi più celebri, Ensaio sobre a Cegueira (1995; nell’edizione italiana il titolo è stato semplificato in Cecità ). In relazione ai problemi ambientali, ed alla loro “invisibilità” in gran parte della letteratura contemporanea, lo scrittore indiano Amitav Gosh ha pubblicato un illuminante saggio che nell’edizione italiana è stato tradotto ricorrendo di nuovo a una metafora legata al senso della vista: La grande cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile (nell’edizione originale in inglese, del 2016, il titolo è “ The Great Derangement ”, parola che può significare sia “disordine”, “disallineamento” in generale, ma anche una vera e propria malattia mentale). Il mondo dell’ecologia è un mondo complesso: fatto di correlazioni, di legami, non sempre intuitivi, percepibili, riconoscibili. Eppure su questo fronte, come dovrebbe essere ormai evidente, è in gioco la sopravvivenza stessa della specie umana. Per comprendere appieno il nesso che, nella presa di coscienza delle problematiche ecologiche, sussiste fra percezione sensoriale, modalità conoscitiva e coscienza individuale/collettiva occorrono competenze multiple, che attraversano la psicologia cognitiva, la psicologia sociale, la sociologia, la geografia della percezione, l’ecologia, la chimica, la fisica. Una lettura convincente, ed avvincente, di questa complessità ci viene ora dal volume Violenza invisibile. Anatomia dei disastri ambientali , di Adriano Zamperini (Einaudi, 2023), in cui l’autore, oltre ad offre i presupposti terminologici e concettuali per affrontare correttamente questa complessità (parlando ad esempio di “territorializzazione del sé”, un termine che efficacemente esemplifica e riassume i fervidi incroci interdisciplinari che la psicologia sociale intrattiene con la geografia, la sociologia, l’antropologia), ne analizza le componenti in quello che egli definisce il “triangolo della violenza”: “La mano invisibile dei perpetratori “Il danno invisibile delle vittime” e “La violenza invisibile agli occhi degli spettatori”.  Tutto questo entro un orizzonte definito da due parole chiave: “Giustizia e sicurezza”. La prima per fungere da antidoto alla violenza, la seconda come filtro conoscitivo cruciale per comprendere le dinamiche sociali del nostro tempo; la domanda di sicurezza, in diversi ambiti, è infatti uno dei nodi centrali della politica contemporanea. Le pagine di Zamperini conducono il lettore ad una lucida consapevolezza dei fenomeni che governano la “violenza invisibile”, cioè tutte le forme di danno ambientale prodotte dall’azione umana che non possiedono un’immediata percettibilità sensoriale. Basti pensare alle radiazioni nucleari, la cui presenza, in caso di incidenti (la memoria corre subito al caso di Chernobyl e a quello, più recente, di Fukushima) è rilevabile soltanto attraverso strumentazione tecnica. Oppure all’inquinamento delle falde acquifere, come nel caso della contaminazione da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) del Veneto (e in generale di tutto il bacino del fiume Po; Zamperini da anni segue come studioso le dinamiche socio-psicologiche legate a questo grave tipo di inquinamento). La prima caratteristica della “violenza invisibile” è certamente questa mancanza di riconoscibilità sensoriale ed organolettica; ma non si tratta dell’unico aspetto subdolamente pericoloso. Come già Rob Nixon, nel suo volume Slow Violence and the Environmentalism of the Poor (2011) aveva correttamente spiegato, la violenza ambientale può spesso mascherarsi attraverso la diluizione nel tempo. Non soltanto nell’estensione temporale delle cause, e quindi dell’esposizione alla contaminazione, ma anche per quanto riguarda la lunga durata degli effetti; anche in questo caso, basti pensare all’inerzia temporale dei grandi disastri ambientali provocati da attività nucleari o chimiche. In ultimo, a comporre il quadro della violenza invisibile, vi è la disuguaglianza sociale. Trattandosi di forme complesse e striscianti di violenza ambientale, la presa di coscienza, la divulgazione e la presa in carico dei problemi possono essere correlati a fattori sociali, come il livello di istruzione, la condizione economica, la disponibilità di tempo e di risorse da poter dedicare al problema. Spesso sono dunque gli strati sociali svantaggiati ad essere i più colpiti da questo tipo di violenza, con forme di colpevolizzazione della vittima efficacemente spiegate ed esemplificate nel volume di Zamperini, che ci restituisce con lucida spietatezza gli interessi economici che regolano ed inficiano il diritto alla salute delle popolazioni. Si tratta di informazioni che dovrebbero essere rese disponibili al maggior numero di persone possibile, anche nelle opportune sedi di istruzione scolastica ed universitaria. Per rendere, appunto, certi tipi di violenza più “visibili”, per farli uscire da quel cono d’ombra all’interno del quale essi continuano a coltivare una efferata dannosità. E per restituire al termine “visibilità” la pregnante utopia calviniana, che prevedeva la possibilità di vedere, attraverso l’immaginazione, anche l’invisibile. In copertina, opera di KangHee Kim. Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un solo euro per noi significa molto. 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Disastri ambientali
Bobi Wine, il leader dell'opposizione ugandese, dice di essere agli arresti domiciliari
Le origini della **festa della mamma** risalgono all’antica Grecia. Quella di oggi è una mamma che alla possibilità biologica della maternità ha integrato la realizzazione e affermazione personale anche al di fuori della genitorialità, con non poche difficoltà. Su questo sono state già scritte molte cose. Mi stimola di più il dibattito sulla effettiva necessità di festeggiare la mamma di fronte a donne che magari madri non lo sono diventate pur volendolo o di fronte a bambini che **la mamma non ce l’hanno più** , perché non c’è più, perché se n’è andata o perché è poco presente. Soprattutto questo secondo caso direi. Non voglio discutere su quanto possa essere giusto o meno la festa in sé, ma stimolare una riflessione su un problema che si pone per esempio a scuola se le maestre vogliono far preparare i **lavoretti** da regalare alle mamme. [ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/08/da-bambino-giocavo-poco-distante-cosi-lex-ceo-di-google-ha-deciso-di-dare-un-milione-di-euro-per-il-restauro-della-torre-garisenda/7540907/>) ###### Leggi Anche ### ["Da bambino giocavo poco distante". Così l'ex Ceo di Google ha deciso di dare un milione di euro per la torre Garisenda a Bologna](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/08/da-bambino-giocavo-poco-distante-cosi-lex-ceo-di-google-ha-deciso-di-dare-un-milione-di-euro-per-il-restauro-della-torre-garisenda/7540907/>) La reazione è spesso quella di evitare, come atteggiamento protettivo verso i bambini mancanti, per paura di stimolare una sofferenza, sottolineare la diversità, creare un danno. In realtà proteggere i bambini dalle loro storie non sembra così **funzionale** , sarebbe come dire che non sono in grado di elaborare sentimenti di perdita o di abbandono, e questo sì che potrebbe essere dannoso. I bambini non possono e **non devono essere protetti dalle emozioni negative** , se queste sono coerenti con le loro esperienze di vita. Devono piuttosto essere aiutati ad esprimerle, a manifestare il dispiacere e la sofferenza, a farli defluire. Guardiamoci dentro e chiediamoci se, nel tentativo di proteggere un bambino dalla sua sofferenza, stiamo davvero esprimendo una sensibilità o piuttosto **stiamo proteggendo noi stessi** da quella stessa sofferenza. Come anche (ci stiamo proteggendo), dalla personale incapacità di accoglierla, dalla personale incapacità di sostenere e consolare. È importante aiutare il bambino a riconoscere, nominare e gestire le brutte emozioni e **sarà più capace di farlo** quanto più lo sapranno fare gli adulti che lo circondano. È importante evitare di creare **argomenti tabù** , che il bambini abbia il senso di poter parlare dei suoi sentimenti, così come è importante rassicurarlo che i suoi adulti di riferimento, papà, nonni, insegnanti, ecc.: saranno in grado di sopportare i suoi **dispiaceri**.
Giusto fare i lavoretti per la Festa della mamma se i bimbi non ce l'hanno più? Una riflessione
MotoGp, Martin in pole in Francia davanti a Bagnaia. Terzo Viñales, male Marquez
ROMA, 04.11.21 – In occasione della giornata dedicata all’energia della COP26 di Glasgow, Urgewald, ReCommon, Greenpeace e altre 18 organizzazioni della società civile rendono pubblico il [Global Oil & Gas Exit List (GOGEL)](<https://gogel.org/>), un ampio database sulle attività di 887 società petrolifere e del gas, che rappresentano più del 95% della produzione globale di idrocarburi. GOGEL ha un duplice obiettivo: facilitare il monitoraggio delle società che, ancora oggi, continuano a investire nei combustibili fossili e dissuadere le istituzioni finanziarie a concedere loro denaro sotto forma di prestiti, sottoscrizioni e investimenti. **In base agli ultimi dati analizzati, ENI si colloca nella top 20 dei produttori globali di petrolio e gas e, attraverso la sua controllata Vår Energi, nella top 10 delle società che sfruttano le risorse della Regione artica, soprattutto con le piattaforme petrolifere nel Mare di Barents.** I rischi associati alla produzione di idrocarburi, già elevati a ogni latitudine, nell’Artico aumentano esponenzialmente: le condizioni estreme, infatti, non fanno che accrescere le possibilità di fuoriuscite e incidenti, minacciando ecosistemi già fragili. A ciò si aggiunge il pericolo del rilascio, dal suolo e dai fondali marini, di enormi quantità di gas serra. «ENI si conferma essere la peggior azienda italiana in termini di impatti sul clima del Pianeta», dichiara Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Nei prossimi decenni inoltre intende continuare a cercare, estrarre, vendere e bruciare gas fossile e petrolio, addirittura aumentando la produzione negli anni a venire. La ricerca di combustibili fossili in Artico è inoltre doppiamente grave, considerando gli enormi rischi ambientali per l’ecosistema». Incrociando i dati di GOGEL con quelli in possesso di ReCommon e Greenpeace Italia, si possono già fare alcune considerazioni anche sul versante finanziario, e il quadro che emerge non fa che confermare la pessima posizione di un altro attore italiano: Intesa Sanpaolo è la[ banca nemica del clima numero uno in Italia](<https://www.greenpeace.org/italy/comunicato-stampa/13565/greenpeace-e-recommon-in-azione-contro-intesa-sanpaolo-e-la-banca-italiana-che-piu-alimenta-lemergenza-climatica/>). **Nel solo 2020 la banca torinese ha investito in sei delle otto società dei combustibili fossili che figurano nelle tre principali classifiche di GOGEL.** Ovvero la top 20 dei produttori di idrocarburi, la top 20 delle società che hanno intenzione di espandere il proprio business e la top 20 di quelle che hanno speso più soldi nella ricerca di nuovi idrocarburi. A questo proposito, la recente partecipazione di Intesa alla _Net-Zero Banking Alliance_ , parte della più ampia coalizione _Glasgow Financial Alliance for Net-Zero -_ presentata proprio ieri alla COP26 dall’inviato speciale dell’ONU per finanza e clima Marcus Carney - rischia di risultare l’ennesima operazione di greenwashing del gruppo bancario, nonché di mostrare in maniera evidente i limiti di queste piattaforme finanziarie, con obiettivi opachi e nessun impegno vincolante per il clima. «ExxonMobil, Shell, TotalEnergies, BP, Chevron ed Equinor hanno beneficiato di investimenti pari a 604 milioni di euro da parte di Intesa Sanpaolo», commenta Simone Ogno di ReCommon. «Mentre sul fronte strettamente italiano, nel solo 2020 la principale banca italiana ha concesso prestiti a ENI per 866 milioni di euro e investimenti pari a 183 milioni di euro», conclude. I dati di GOGEL mostrano come l'industria dei combustibili fossili stia crescendo in maniera sconsiderata, nonostante i moniti della comunità scientifica e le recenti dichiarazioni dell’Agenzia internazionale dell’energia, secondo cui è finito il tempo di realizzare – e quindi di finanziare – nuove esplorazioni e produzione di combustibili fossili. Se anche il carbone fosse eliminato da un giorno all'altro, le emissioni derivanti dalle riserve di petrolio e gas esaurirebbero presto la quota di CO2 che permetterebbe di rimanere entro 1,5 gradi centigradi di riscaldamento globale. **È urgente avviare un percorso di abbandono graduale ma rapido anche di gas e petrolio, eppure più dell '80% dei produttori di queste due fonti fossili analizzati nel database si apprestano a sviluppare nuove riserve di idrocarburi nell’immediato futuro. **Le prime cinque società che stanno espandendo il proprio business sono Qatar Energy, Gazprom, Saudi Aramco, ExxonMobil e Petrobras. Anche sul fronte _midstream_ lo scenario è allarmante: **ci sono attualmente 211.849 chilometri di oleodotti e gasdotti in via di sviluppo**. Se i tubi fossero posati senza soluzione di continuità e puntati verso il cielo, arriverebbero a metà strada tra la Terra e la Luna. Nelle giornate della COP26 di Glasgow, per ReCommon e Greenpeace Italia il messaggio che deve passare è chiaro: è arrivato il momento di interrompere la ricerca di nuovi idrocarburi, la loro ulteriore produzione e, di conseguenza, il supporto finanziario all’espansione del business fossile. *[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6. *[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586. *[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco *[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8. *[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42. *[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60. *[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203. *[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586. *[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9. *[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
COP26, nuovo studio di Greenpeace e ReCommon: «Eni si conferma la peggiore azienda italiana per gas serra, Intesa Sanpaolo continua a finanziare la crisi climatica»
L’isola di fuoco
La Coalizione Nazionale Siriana, unico gruppo di opposizione in Siria riconosciuto come legittimo a livello internazionale, [ha eletto](<http://www.naharnet.com/stories/en/76146-syrian-opposition-elects-ghassan-hitto-premier-of-rebel-territory>) Ghassan Hitto capo del primo governo ad interim che dovrà amministrare le aree del paese conquistate dalle forze ribelli. Hitto ha ricevuto 35 voti (su 48 disponibili) durante una riunione iniziata lunedì 18 marzo a Istanbul, in Turchia. Il governo che guiderà non avrà tra i suoi membri nessun rappresentante dell'attuale regime siriano di Bashar al Assad, come invece era stato auspicato da diversi paesi nei giorni scorsi, tra cui gli Stati Uniti. [Hitto](<http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2013/Mar-19/210672-syrian-opposition-elects-interim-prime-minister.ashx#axzz2Nuq57Kjr>) è nato a Damasco, la capitale siriana, nel 1963. È poco conosciuto in Siria, perché ha vissuto e studiato negli Stati Uniti per circa vent'anni. Ha lavorato per diverse aziende nel campo delle telecomunicazioni e ha fondato la Muslim Legal Fund of America, un'organizzazione statunitense che raccoglie finanziamenti per fornire aiuto legale ai musulmani dopo gli attacchi al World Trade Center dell'11 settembre 2001. Solo recentemente si è trasferito dal Texas alla Turchia, per riuscire a coordinare meglio gli aiuti verso quelle aree del territorio siriano controllate dai ribelli. Una delle qualità più importanti che gli sono state riconosciute durante l'incontro di Istanbul è la sua conoscenza delle fazioni ribelli che ormai da più di due anni stanno combattendo contro il regime siriano di Assad. La nomina di un governo ad interim in Siria si era resa necessaria con l'avanzata delle forze ribelli nei territori del nord e dell'est del paese: il nuovo governo si dovrà occupare principalmente di riorganizzare le pattuglie di sicurezza e permettere la riapertura dei tribunali, delle carceri e degli esercizi commerciali. Non è comunque ancora chiaro se le fazioni militari ribelli che combattono nel paese saranno disposte ad accettare la leadership di un civile, che per di più ha vissuto molti anni all'estero. _Foto: AP Photo/Hussein Malla, File_ *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Chi è Ghassan Hitto, capo del governo dei ribelli in Siria
"Salviamo i nostri marò!", ma da cosa?
['', 'I raid israeliani nella città di Rafah si sono intensificati, e avrebbero portato alla morte di quasi 30 persone in una serie di attacchi notturni. L’agenzia di stampa ', 'Reuters', ' parla di tre diverse offensive che avrebbero colpito delle abitazioni causando un numero di vittime che va dalle 13 alle 15 persone, a cui secondo ', 'Al Jazeera', ' andrebbero aggiunte quelle di altri due attacchi, per un totale di 27. La conclusione dei preparativi per l’offensiva a Rafah è stata annunciata di fatto giovedì 25 aprile, e ora attende solo il via libera dal gabinetto di guerra. A oggi Israele ha ucciso 34.454 palestinesi nella Striscia, ferendone altri 77.575.', '', '']
Palestina, si intensificano i raid a Rafah, almeno 27 morti
La riforma della Costituzione va al referendum
17 marzo 2010 00:00 È successo agli operai di mezzo mondo, non si vede perché non debba succedere anche ai giornalisti. Un bel giorno si svegliano e scoprono di essere stati sostituiti da una macchina. La macchina si chiama Stats Monkey ed è un progetto della Northwestern university, nell’Illinois. Per ora la sua specializzazione è il baseball. Basta dirgli quale partita deve seguire e il programma incrocia tutte le informazioni statistiche disponibili sull’incontro con un archivio in cui sono raccolte liste di parole ed espressioni tipiche del giornalismo sportivo. Nel giro di pochi istanti tira fuori la cronaca della partita. I risultati sono sorprendenti. Stats Monkey può anche dare versioni diverse dello stesso articolo: con uno stile più colorito o più neutro, più sbilanciato a favore di una squadra o dell’altra. Per ora l’obiettivo è assicurare la copertura delle migliaia di partite minori che nessun giornale o sito web ha i mezzi per seguire. Ma naturalmente l’idea di una redazione di giornalisti velocissimi, che non chiedono aumenti e soprattutto non fanno domande richiamerà l’interesse di molti editori. Magari non negli Stati Uniti, ma sicuramente in Italia. E forse anche in Zimbabwe. La settimana
Macchina
R. M. Pirsig, il Buddha della Qualità
Al primo morso al **burrito** ecco la brutta sorpresa. La content creator **Nicolle Saba** e sua sorella hanno ritrovato un insetto all'interno del loro pasto, comprato nella catena di fast food **Chipotle**. La ragazza ha postato un video su **TikTok** in cui mostra il suo burrito e subito dopo uno scarafaggio, trovato al suo interno: "Sono disgustata, non mangerò mai più da **Chipotle** ". Nel video, mentre continua a riprendere l'insetto, Nicolle inveisce contro la catena di fast food: " **Chipotle, hai i giorni contati.** Queste sono le aziende a cui ci affidiamo per il nostro cibo". Inquadrando per bene l'insetto, Nicolle conclude dicendo: " **Che cos 'è questa roba? Mia sorella se l'è ritrovato in bocca. Quello non è un fagiolo**". Nei commenti, gli utenti fanno notare alla ragazza che **non si tratta del primo caso che riguarda Chipotle**. Un'altra utente, di nome Sophia, ha postato un video TikTok in cui ha ritrovato una cimice morta all'interno del suo pasto. La ragazza, nauseata, ha postato tutto. Come nel caso di Nicolle, anche il video di Sophia ha raggiunto oltre un milione di visualizzazioni. > [@nicolle.saba](<https://www.tiktok.com/@nicolle.saba?refer=embed> "@nicolle.saba") I am DISGUSTED. Will not be eating in chipotle AGAIN. @Chipotle [#chipotle](<https://www.tiktok.com/tag/chipotle?refer=embed> "chipotle") [♬ original sound - Nicolle Saba](<https://www.tiktok.com/music/original-sound-7359707478877014827?refer=embed> "♬ original sound - Nicolle Saba") > [@sophiastiktokaccountlol](<https://www.tiktok.com/@sophiastiktokaccountlol?refer=embed> "@sophiastiktokaccountlol") its not a roach so dont mind me sounding dumb but WTH [#bug](<https://www.tiktok.com/tag/bug?refer=embed> "bug") [#chipotle](<https://www.tiktok.com/tag/chipotle?refer=embed> "chipotle") [#thisisgross](<https://www.tiktok.com/tag/thisisgross?refer=embed> "thisisgross") @Chipotle [♬ sad SpongeBob music - michael](<https://www.tiktok.com/music/sad-SpongeBob-music-6714159100260813573?refer=embed> "♬ sad SpongeBob music - michael")
"Che cos'è questa roba? Non è un fagiolo". Ragazza ordina un burrito e trova uno scarafaggio
Il poeta greco
Allarme della Banca Mondiale in apertura del meeting di primavera dell'organizzazione. La metà dei **75 paesi più poveri al mondo** continuano a impoverirsi e hanno invertendo il trend di sviluppo che proseguiva da alcuni decenni. **Negli ultimi 5 anni il divario di reddito pro capite** fra le economie ricche e quelle più povere si è allargato. “Per la prima volta vediamo che non c’è convergenza. Stanno diventando sempre più poveri. Stiamo assistendo ad una regressione strutturale molto seria, ad un'inversione di tendenza", ha detto a **Ayhan Kose,** vice capo economista della Banca Mondiale. I paesi interessati rischiano ora un **decennio perso** in termini di sviluppo senza cambiamenti politici ambiziosi e significativi **aiuti internazionali.** La metà dei 75 paesi più poveri si trova nell’ **Africa subsahariana** , 14 sono nell’Asia orientale e otto in America Latina. Trentuno dei 75 paesi ha un reddito pro capite di meno di **1.315 dollari l’anno.** La Banca mondiale individua alcune delle cause di questo preoccupante fenomeno tra cui, innanzitutto, **l 'impatto della pandemia. **Hanno pero inciso anche le ricadute della guerra in **Ucraina , il cambiamento climatico,** l’aumento della violenza e dei conflitti **.** [ ](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/15/argentina-linflazione-su-base-annua-sfonda-il-300-la-rivolta-delle-universita-con-i-tagli-di-milei-andremo-presto-in-default/7510400/>) ###### Leggi Anche ### [Argentina, l'inflazione su base annua sfonda il 300%. La rivolta delle università: "Con i tagli di Milei andremo presto in default"](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/15/argentina-linflazione-su-base-annua-sfonda-il-300-la-rivolta-delle-universita-con-i-tagli-di-milei-andremo-presto-in-default/7510400/>) Nei paesi considerati risiede il 90% delle persone che soffrono di malnutrizione. “La metà di questi paesi sono inoltre in difficoltà debitoria o sono ad alto rischio di esserlo. Ad eccezione della Banca Mondiale e di altri donatori multilaterali per lo sviluppo, i finanziatori stranieri – sia privati ​​che governativi – si sono allontanati da loro”, spiega la Banca mondiale. **Ajay Banga** , presidente della Banca Mondiale, ha affermato **che per far fronte ai bisogni dei paesi poveri** il prossimo round di finanziamenti dovrebbe essere **il “più grande di tutti i tempi”.** Sarebbe cruciale anche un più forte coordinamento internazionale sui **cambiamenti climatici** , sulla ristrutturazione del debito e sulle misure a sostegno del commercio transfrontaliero. Tuttavia, è utile ricordare che non di rado i paesi poveri migliorano la loro condizione nonostante i paesi ricchi, più che grazie ai loro aiuti. Basti pensare che **per ogni dollaro che arriva in forma di aiuti, 10 se ne vanno illegalmente** dal paese e vengono accolti nei paradisi fiscali che fanno parte del mondo ricco. Inoltre per loro natura e per la forza degli stati che le supportano le grandi aziende dei paesi ricchi hanno regolarmente un atteggiamento predatorio nei confronti delle risorse naturali di questi paesi, solo una minima parte dei proventi dello sfruttamento rimane nei paesi di origine. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
Allarme della Banca mondiale: "Il divario tra paesi ricchi e poveri torna ad allargarsi. Per la prima volta non c'è convergenza"
Mercoledì 27 febbraio
>> >> Nel 2020 sono stati abbattuti o bruciati 4,2 milioni di ettari di foreste tropicali primarie. In altre parole, è stata disboscata una superficie pari a quella dei Paesi Bassi, o di Lombardia e Veneto messi insieme, dove prima cresceva quel tipo di foreste che, oltre a essere molto importante per la biodiversità, contribuisce maggiormente ad assorbire l’anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera. Rispetto [al 2019](<https://www.ilpost.it/2020/06/02/perdita-foresta-pluviale-2019/>), c'è stato un aumento del 12 per cento nella distruzione di foreste tropicali primarie: è stato il secondo aumento annuale consecutivo dopo che tra il 2016 e il 2018 il tasso di perdita di foreste primarie era diminuito. >> >> Questi e altri dati [sono stati diffusi](<https://research.wri.org/gfr/forest-pulse>) da Global Forest Watch, una piattaforma online per monitorare lo stato delle foreste del mondo realizzata dall’istituto di ricerca ambientale World Resources Institute, e arrivano da uno studio dell’Università del Maryland, che dal 2002 analizza fotografie satellitari di tutto il pianeta per verificare in che misura, da un anno all’altro, siano diminuite le superfici coperte da foreste. I ricercatori hanno stimato che la distruzione di foreste tropicali primarie nel 2020 ha diffuso nell'atmosfera 2,6 miliardi di tonnellate di CO2, cioè del principale gas che causa il riscaldamento globale. È una quantità di emissioni comparabile a quella di 570 milioni di automobili, il doppio di quelle presenti negli Stati Uniti, in un anno. >> >> Gli alberi, come tutte le piante, [emettono ossigeno e assorbono anidride carbonica durante il giorno](<https://www.ilpost.it/2019/08/27/amazzonia-ossigeno-terra>), e il contrario durante la notte. Tuttavia una certa quantità del carbonio che ottengono dalla CO2 viene immagazzinata nella parte “morta” dei loro corpi, il legno interno, e per questo c'è uno scarto tra l’anidride carbonica assorbita dalle piante durante la fotosintesi (di giorno) e quella che viene poi diffusa nell’atmosfera nella respirazione (di notte): facendo un bilancio complessivo, gli alberi assorbono più CO2 di quella che emettono. Almeno finché non muoiono. >> >> **– Leggi anche:** [Non basta piantare più alberi per salvare il mondo](<https://www.ilpost.it/2020/02/13/piantare-alberi-riscaldamento-globale/>) >> >> Le foreste tropicali immagazzinano maggiori quantità di anidride carbonica rispetto alle foreste che crescono in altre aree del pianeta e soprattutto producono moltissimo vapore acqueo, che si concentra nelle nuvole e ritorna sulla Terra come pioggia. Le nuvole create con il contributo delle foreste tropicali (in particolare di quella dell'Amazzonia, in Sud America) contribuiscono a riflettere la luce del Sole verso lo Spazio (dunque a ridurre il riscaldamento della Terra) e a mantenere gli equilibri climatici in generale. >> >> Per questo, e perché in assenza di foreste i Tropici sarebbero molto più caldi, le foreste tropicali sono le più importanti per contrastare il cambiamento climatico. Ed è importante preservare quelle primarie, cioè "naturali", non piantate dalle persone, sia perché una foresta impiega molto tempo per crescere, sia perché prospera meglio ed è più efficace nell'immagazzinare anidride carbonica se è ben sviluppata, e cioè se oltre agli alberi ospita tutte quelle altre forme di vita, dai funghi agli animali predatori, che rendono stabile e in salute un ecosistema. >> >> La Foresta Amazzonica è la foresta pluviale più grande della Terra e si stima che [conservi circa 100 miliardi di tonnellate di carbonio](<https://www.ilpost.it/2019/09/08/amazzonia-punto-non-ritorno-forest-dieback/>): il totale di carbonio emesso sotto forma di anidride carbonica da tutte le centrali elettriche a carbone nel 2017, per fare un confronto, è stato di 15 miliardi di tonnellate. Sul totale del carbonio immagazzinato globalmente dalle piante terrestri, il 17 per cento è in Amazzonia. >> >> La Foresta Amazzonica però è anche quella che secondo i dati raccolti dall'Università del Maryland subisce le maggiori distruzioni. Il Brasile, che la ospita per la maggior parte, è il primo paese per quantità di foresta primaria distrutta nel 2020, così come lo era stato nel 2019 e nel 2018: ha perso 1,7 milioni di ettari l'anno scorso (di cui 1,5 milioni proprio di Foresta Amazzonica), più del triplo del secondo paese che ha disboscato di più, cioè la Repubblica Democratica del Congo. Tra il 2019 e il 2020 la perdita di foresta primaria è aumentata del 25 per cento in Brasile. >> >> La riduzione della Foresta Amazzonica in Brasile avviene in particolare in una zona chiamata "arco della deforestazione", che passa lungo i limiti meridionali e orientali della foresta, e lungo le autostrade che l'attraversano, molte delle quali verranno espanse nei prossimi anni. >> >> Una buona parte della distruzione della foresta avviene per abbattimento degli alberi, ma c'è anche il contributo degli incendi, che in un ambiente umido come quello amazzonico sono esclusivamente causati dalle persone, non da eventi naturali come i fulmini. Nel 2019 le notizie sugli incendi in questa parte del mondo [erano state molto diffuse](<https://www.ilpost.it/2019/08/26/foto-incendi-amazzonia-agosto-2019/>): l'anno scorso meno, anche se [ce ne sono stati molti di più](<https://www.ilpost.it/2020/10/02/brasile-incendi-amazzonia/>). Inoltre si è trattato di incendi diversi: quelli del 2019 erano avvenuti perlopiù in aree già deforestate, dove agricoltori e allevatori volevano preparare la terra per le coltivazioni o per il bestiame, mentre nel 2020 una buona parte degli incendi ha distrutto pezzi di foresta primaria dove le fiamme si erano propagate per via di condizioni meteorologiche più secche del solito. >> >> **– Leggi anche:** [Esiste un punto di non ritorno per l'Amazzonia?](<https://www.ilpost.it/2019/09/08/amazzonia-punto-non-ritorno-forest-dieback/>) >> >> In generale, il 2020 avrebbe dovuto essere un anno positivo per le foreste tropicali perché molti paesi, molte aziende e organizzazioni internazionali [avevano promesso di dimezzare o eliminare](<https://grist.org/accountability/these-companies-deforestation-promises-went-up-in-flames/>) del tutto le perdite di foreste primarie dovute alle loro attività entro quest'anno. Il 22 aprile è stato diffuso l'annuale [_Global Forests Report_](<https://www.cdp.net/en/research/global-reports/global-forests-report-2020>) di CDP, un'organizzazione non profit che verifica che le aziende mantengano gli impegni sociali e ambientali che si prendono: dice che solo 4 delle 687 società prese in considerazione – e cioè L’Oréal, Mars, Tetra Pak ed Essity, l'azienda svedese che produce i fazzoletti Tempo e gli assorbenti Nuvenia – hanno veramente rispettato le promesse fatte, assicurandosi che nessuno dei loro fornitori fosse causa di deforestazione. Nel complesso, il 2020 non è stato un anno buono per la preservazione delle foreste. >> >> [](<https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2021/04/foreste_brasile.jpg>) >> >> Alberi tagliati illegalmente nella riserva di Alto Rio Guama, nello stato del Pará, l'8 settembre 2020 (AP Photo/Eraldo Peres, La Presse) >> >> Secondo l'analisi del World Resources Institute, c'è stato un progresso solo in alcuni paesi del Sud-Est Asiatico, in particolare in Indonesia, che tra il 2019 e il 2020 è passata dall'essere il terzo paese per ettari deforestati – posizione che manteneva dal 2002 – al quarto: il suo tasso di perdita di foresta primaria è diminuito per quattro anni di seguito. Il merito di questa diminuzione si deve a varie iniziative introdotte dal ministero dell'Ambiente e delle Foreste dopo che nel 2015 una serie di incendi fece grandi danni nel paese. Da allora sono state portate avanti molte opere di prevenzione degli incendi e sono state introdotte regole di protezione per le foreste primarie e le [mangrovie](<https://www.ilpost.it/2021/03/02/mangrovie>). >> >> **– Leggi anche:** [Possiamo piantare alberi facendo ricerche online?](<https://www.ilpost.it/2021/03/18/ecosia/>) >> >> Inoltre il governo aveva interrotto il rilascio di nuove licenze per realizzare [piantagioni di palme da olio](<https://www.ilpost.it/2019/03/17/olio-di-palma-indonesia-malesia-ambiente/>), una delle principali ragioni per cui nel mondo vengono distrutte le foreste tropicali primarie. In Indonesia erano state la principale causa di deforestazione tra il 2009 e il 2012. La moratoria sulle nuove licenze però scadrà quest'anno: se non sarà rinnovata (e può darsi, perché i prezzi dell'olio di palma sono tornati ai livelli del 2012 dopo anni di declino), il tasso di perdita di foreste primarie potrebbe tornare ad aumentare. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Nel 2020 abbiamo perso una foresta tropicale grande quanto i Paesi Bassi
Le previsioni del tempo per domani, domenica 24 dicembre
>> >> Il dipartimento di Sicurezza interna degli Stati Uniti ha perquisito diverse case, a New York, Miami e Los Angeles, legate a Sean Combs, rapper noto con il nome d'arte Diddy (e in precedenza Puff Daddy). Negli ultimi mesi Combs è stato coinvolto in diverse cause per abusi sessuali e sfruttamento sessuale. Non è comunque chiaro se le indagini che hanno portato alle perquisizioni riguardino direttamente lui. Due agenti che hanno parlato con l'agenzia di stampa [_Associated Press_](<https://apnews.com/article/feds-search-diddy-combs-sex-trafficking-8883ed2c7308f3fcdb2cdf03fbe329d1>) chiedendo di rimanere anonimi hanno detto che l'indagine riguarda lo sfruttamento sessuale. >> >> Nel 2023 Combs [era stato accusato](<https://www.ilpost.it/2023/11/17/accuse-stupro-puff-daddy/>) di stupro e di ripetuti abusi fisici da una ex partner, la cantante Cassie, il cui vero nome è Cassandra Ventura. Quella causa si era conclusa con un patteggiamento il giorno dopo che era stata annunciata. In seguito era stato accusato di stupro da una donna per fatti che sarebbero avvenuti quando lei aveva 17 anni e [denunciato](<https://www.ilpost.it/2024/02/27/denuncia-violenza-sessuale-diddy/>) per violenza sessuale da un suo collaboratore. Combs ha negato entrambe le accuse. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Sono state perquisite diverse case legate al rapper statunitense Diddy, indagato per abusi sessuali
20 regali per chi compie 30 anni
> > In Siria è in corso [il più grande esodo](<https://www.nytimes.com/2020/02/18/world/europe/turkey-syria-idlib.html?action=click&module=Top%20Stories&pgtype=Homepage>) dall'inizio della guerra civile, nel 2011. Da dicembre a oggi, quindi in meno di tre mesi, più di 900mila persone sono state costrette a lasciare le loro case nella provincia nordoccidentale di Idlib, l'unica ancora sotto il controllo dei ribelli, a causa dei bombardamenti del regime di Bashar al Assad e della Russia sua alleata. > > La stragrande maggioranza dei profughi sta andando verso nord, verso la Turchia, che però ha chiuso da tempo il suo confine con la Siria per evitare una nuova ondata di migranti. La situazione peggiora di settimana in settimana e al momento non si sa come e se verrà risolta. > > [ ](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/esodo-siria-10/>) > > L'offensiva militare russa e siriana contro i ribelli di Idlib, per lo più jihadisti radicali, si è intensificata nelle ultime settimane. Il regime di Assad sembra intenzionato a fare a Idlib quello che ha fatto negli ultimi anni in altre regioni della Siria sotto il controllo dei ribelli: bombardare fino a costringere le persone che le abitano ad andarsene, svuotando le città, con l'obiettivo finale di riconquistare tutto il paese. > > Quello che sta succedendo a Idlib è ancora più grave per due ragioni. > > La prima è che nella provincia abitano oltre tre milioni di persone, di cui più della metà già sfollate da altre zone della Siria a causa della guerra: molti dei profughi di oggi stanno scappando per la terza o la quarta volta e si trovano in situazioni molto precarie da anni. La seconda è che da tempo la Turchia ha chiuso il suo confine meridionale con la Siria, per evitare un ulteriore aumento del numero di migranti siriani nel suo territorio (oggi più di tre milioni). Il regime turco guidato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan sostiene che il paese non sia più in grado di accogliere altri migranti, nonostante in Siria continui ad appoggiare i ribelli contro il regime di Assad. > > [](<https://www.ilpost.it/2020/02/19/grande-esodo-guerra-siriana-idlib/siria1-3/>) > > Situazione aggiornata de nordovest della Siria: le forze fedeli ad Assad sono indicate in rosso, i curdi siriani in giallo, i ribelli a Idlib (per lo più jihadisti) in verde scuro, Turchia e alleati siriani in azzurro, esercito siriano di Assad e Forze democratiche siriane (coalizione anti-ISIS di curdi e arabi) in arancione ([Syrian Civil War Map](<https://syriancivilwarmap.com/>)) > > La situazione in Siria al confine con la Turchia è quindi peggiorata. La giornalista Carlotta Gall [ha scritto sul _New York Times_](<https://www.nytimes.com/2020/02/18/world/europe/turkey-syria-idlib.html?action=click&module=Top%20Stories&pgtype=Homepage>) che per i profughi bloccati al confine è diventato sempre più difficile trovare un qualsiasi tipo di sistemazione, anche temporanea come una tenda, e c'è mancanza di cibo e lavoro. > > Muhammad, un commerciante di gioielli sentito dal _New York Times_ , ha detto: «Si vedono molte famiglie che dormono per strada sui cartoni e con delle coperte. Tutte le città sono così. Se i bombardamenti non si fermano qui sarà un disastro. Tutti verranno verso il confine». > > Le forze russe e siriane stanno avanzando rapidamente nella provincia di Idlib da sud e da est, e sono arrivate fino a Al Atarib, circa 25 chilometri dal confine con la Turchia. L'impressione è che vogliano tagliare i rifornimenti provenienti dalla Turchia diretti ai ribelli di Idlib, o forse assediare la provincia, tattica giù usata per riconquistare altre città siriane. Il rischio è quello di uno scontro con i soldati turchi inviati da Erdoğan nell'area per garantire il rispetto di una tregua mai entrata davvero in vigore. > > **Leggi anche** : [Cosa sta succedendo tra Russia e Turchia, in Siria](<https://www.ilpost.it/2020/02/06/russia-turchia-litigano-siria/>) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il più grande esodo della guerra siriana
Universi, è uscito il secondo numero della rivista
18 dicembre 2022 09:06 È stato annunciato il successo in un test di fusione nucleare . Durante la reazione si sarebbe prodotta più energia rispetto a quella fornita per l’innesco. Secondo gli esperti dell’Oms, quasi 15 milioni di persone potrebbero essere morte per il covid-19 nel 2020-2021 nel mondo. Negli Stati Uniti potrebbero essere morte per il covid lungo circa 3.500 persone dall’inizio della pandemia. Dopo aver sospeso la politica di zero covid , la Cina potrebbe avere 800milioni di infezioni nei prossimi mesi. La sonda Perseverance ha registrato il suono di una tempesta su Marte . Gli antenati umani potrebbero aver sviluppato l’andatura bipede quando ancora vivevano sugli alberi. Una bambina colpita da leucemia ha ricevuto un trapianto di cellule , che erano state modificate geneticamente per attaccare le cellule del cancro. L’Artico continua a riscaldarsi a una velocità doppia rispetto al resto del mondo. L’aumento di emissioni di metano , un gas serra, registrato nel 2020 potrebbe essere stato dovuto al clima più caldo e umido del solito nell’emisfero settentrionale. I finanziamenti sono stati un punto critico della conferenza sulla biodiversità, la Cop15 di Montréal. Sono stati identificati sette geni che caratterizzano i cavalli da corsa . Per la prima volta è stata descritta la presenza della clitoride nelle femmine dei serpenti . Una terza specie di caffè, la Coffea liberica , resistente al caldo, potrebbe essere coltivata su ampia scala. L’invasione russa dell’Ucraina ha fatto aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili . Secondo il rapporto Renewables 2022 dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), le rinnovabili potrebbero superare il carbone nella produzione di energia elettrica all’inizio del 2025. Scienza
Le notizie di scienza della settimana
L’Italia tradisce gli impegni ambientali: finanziamenti alle fossili almeno fino al 2028
AMC Theatres è una società statunitense che possiede e gestisce circa 400 cinema per un totale di più o meno cinquemila schermi: ogni anno circa [200 milioni di persone vedono un film in un cinema AMC](<https://www.amctheatres.com/corporate/about>) (che non c'entra niente con l'omonimo network americano). Il 13 aprile Adam Aron – che da quattro mesi è CEO di AMC Entertainment, la grande società di cui AMC Theatres fa parte – [è stato intervistato](<http://variety.com/2016/film/news/amc-texting-theaters-phones-1201752978/>) da _Variety_ e ha detto che la società stava prendendo in considerazione l'idea di consentire, in alcune sue sale cinematografiche, l'uso degli smartphone. Dopo quell'intervista c'è stato quello che in inglese si definisce “backlash”: cioè una[ grande e intensa reazione negativa](<http://www.theguardian.com/film/2016/apr/15/amc-texting-movie-theaters-backlash>), soprattutto sui social network, e AMC ha dovuto diffondere un comunicato per dire che ci aveva ripensato. Nell'intervista, Aron aveva parlato della difficoltà di attrarre al cinema i _millennials,_ cioè i nati tra gli anni Ottanta e Novanta: l'ipotesi delle sale per utilizzare gli smartphone era stata suggerita dall'intervistatore, e Aron aveva lasciato intendere che fosse un'idea già presa in considerazione da AMC. Aron aveva però riconosciuto già nell'intervista il fatto che molte persone non sopportino i vicini di posto che usano gli smartphone, e aveva detto che probabilmente la soluzione era creare aree apposite. > Aron: Dobbiamo trovare un modo per cambiare il nostro prodotto per far sì che i _millennials_ vadano al cinema con la stessa frequenza con cui lo facevano i baby boomers [i nati in Nordamerica tra il 1945 e il 1964]. > > Intervistatore: Per attirare i _millennials_ si potrebbe permettere loro di usare gli smartphone e mandare messaggi? > > Aron: Sì. Quando dici a un ragazzo di 22 anni di spegnere il telefono per non rovinare lo spettacolo, è come se gli dicessi "per favore tagliati il braccio sinistro da sopra il gomito. Non puoi dire a un ragazzo di 22 anni di spegnere il telefono. Non è così che sono abituati a vivere. Allo stesso tempo però stiamo anche pensando a un modo che permetta di non disturbare gli altri. C'è un motivo per cui prima del film viene detto di spegnere il telefono, è perché chi va al cinema non vuole qualcuno che gli sta seduto di fianco che manda messaggi dal suo smartphone. > > Intervistatore: Pensate di creare delle aree apposite? > > Aron: È una possibilità. La cosa più plausibile è far sì che certe sale diventino più _texting friendly_. Dopo molte critiche ricevute sui social network sull'ipotesi delle sale per usare gli smartphone, AMC Theatres ha spiegato in un comunicato di aver cambiato idea e che quella che comunque era solo un'ipotesi non sarà messa in pratica. «Non succederà. Vi siete espressi. Abbiamo capito», ha scritto AMC, che ha aggiunto: «l'idea l'abbiamo rispedita nel _cutting room floor_ **»**. È un modo di dire del gergo cinematografico: fa riferimento al luogo in cui venivano lasciati i pezzi di pellicola tagliati da quello che poi sarebbe diventato il film finito. > NO TEXTING AT AMC. Won't happen. You spoke. We listened. Quickly, that idea has been sent to the cutting room floor. [pic.twitter.com/JR0fo5megR](<https://t.co/JR0fo5megR>) > > -- AMC Theatres (@AMCTheatres) [April 15, 2016](<https://twitter.com/AMCTheatres/status/720972338699702272?ref_src=twsrc%5Etfw>) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Servono cinema in cui poter usare gli smartphone?
In Italia, e in tutta Europa, torna a crescere l’uso di pesticidi in agricoltura
Da qualche mese si fa un gran parlare di notizie false e post-verità: cioè di cose non vere che per qualche motivo finiscono per sembrarlo per il semplice fatto che le ha dette qualcuno di importante – [coff coff](<https://www.ilpost.it/2016/12/09/tutte-le-promesse-di-donald-trump/>) – oppure perché ci appaiono come credibili, e non abbiamo tempo o voglia di verificarle. Ma sebbene i social network [abbiano probabilmente un ruolo nella loro recente diffusione](<https://www.ilpost.it/2016/11/11/trump-ha-vinto-grazie-a-facebook/>), le notizie false ci sono [da prima che andasse di moda parlarne](<https://www.ilpost.it/tag/notizie-false/>): e così anche le post-verità, magari con un nome diverso. Secondo la Treccani una [post-verità](<http://www.treccani.it/vocabolario/post-verita_%28Neologismi%29/>) è una «argomentazione, caratterizzata da un forte appello all'emotività, che basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando l'opinione pubblica». Eve MacDonald insegna Storia antica all'università di Reading, nel Regno Unito, e su _The Conversation_ ha raccontato [un probabile caso di questo tipo che ha più di duemila anni](<https://theconversation.com/the-fake-news-that-sealed-the-fate-of-antony-and-cleopatra-71287>) e ha determinato le sorti di Ottaviano – il futuro imperatore Augusto – Marco Antonio, Cleopatra e, più in generale, dell'Impero romano. Ottaviano disse di aver avuto accesso al testamento di Marco Antonio – preparato e lasciato a Roma prima che lui si trasferisse in Egitto, da Cleopatra – ne riportò il contenuto al Senato, e il Senato disapprovò molto quello che sentì, fino a decidere di dichiarare guerra a Marco Antonio, tempo dopo. Non c'è modo di sapere se Ottaviano trovò e lesse il vero testamento di Antonio: molti ne sono scettici perché Antonio ne usciva particolarmente male, e ancora se ne discute. Ma ormai è in realtà comunque poco importante: quel testamento, il cui contenuto faceva di certo un gran comodo per i piani di Ottaviano, si rivelò determinante per convincere il Senato a mettersi con Ottaviano e contro Marco Antonio. Proprio come le notizie false di oggi diventano rilevanti a prescindere dalla veridicità del loro contenuto. ### Un paio di dritte, per orientarsi Impallinati di storia romana, tappatevi le orecchie. Prima di Ottaviano vs. Marco Antonio c'era stato Cesare vs. Pompeo. Aveva vinto Cesare, che negli anni successivi accumulò talmente tanto potere da controllare praticamente da solo la Repubblica, e anticipando in un certo senso la futura struttura dello stato. Nel 44 a.C Cesare fu però ucciso – quando e da chi, lo sapete – e nel notevole trambusto politico, militare e "di leadership" che ne seguì si affermarono soprattutto Ottaviano – suo figlio adottivo ed erede designato – e Marco Antonio, uno dei migliori generali dell'esercito romano e amico personale di Cesare, di cui si racconta che fece un'orazione funebre. Quella poi immaginata da Shakespeare e recitata, tra gli altri, da Vittorio Gassman [e Marlon Brando](<https://www.youtube.com/watch?v=7X9C55TkUP8>). Il testamento di Cesare aveva nominato Ottaviano suo erede e Marco Antonio suo erede subordinato (insieme a Decimo Bruto). Marco Antonio e Ottaviano provarono a andare d'accordo e coesistere: e per un po' ci riuscirono, dato che i domini di Roma erano già enormi e sembrava esserci spazio per entrambi. Se avete bisogno di ripescare nomi e concetti dalla memoria o dai libri di storia, per questo periodo si parla di Secondo triumvirato. La terza persona – oltre a Ottaviano e Marco Antonio – di cui state cercando di ricordare il nome è [Marco Emilio Lepido](<https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Emilio_Lepido_\(triumviro\)> "Marco Emilio Lepido \(triumviro\)"). Dopo una serie di passaggi intermedi si arrivò alla situazione in cui Marco Antonio e Ottaviano si affermarono come i due personaggi più importanti, ognuno con la forza e l'ambizione per provare a sconfiggere l'altro e "prendersi Roma" (nel senso della Repubblica). Nel frattempo però Marco Antonio aveva anche iniziato una relazione con Cleopatra (che aveva avuto modo di conoscere bene pure Cesare), e aveva passato diverso tempo con lei, anche per via di una campagna militare nel cosiddetto Oriente. Lo stesso Marco Antonio in passato aveva avuto una relazione con Ottavia, sorella di Ottaviano. A Roma il rapporto tra Marco Antonio e Cleopatra non era ben visto: c'entravano un certo pregiudizio contro le donne e il mondo orientale ed egiziano, considerato un regno senza valori forti e dove i sovrani si dedicavano più a godersi la vita che altro. ### Il testamento di Marco Antonio, e tutte le sue conseguenze Nel 32 a.C. Ottaviano, che già tramava per fare fuori Marco Antonio, disse di aver trovato il testamento di Marco Antonio e ne fece leggere alcuni passaggi davanti a tutto il Senato: il testo sosteneva che Antonio volesse lasciare i territori orientali della Repubblica romana a Cleopatra e ai suoi figli. Compreso Cesarione, il figlio che Cleopatra aveva avuto da Cesare e che Marco Antonio aveva intanto proclamato "re dei re" e vero erede di Cesare (cioè _più erede_ rispetto a Ottaviano). Il testo fu anche affisso pubblicamente e inviato tramite messaggeri un po' in tutti i territori di Roma. Un paio di secoli dopo dopo lo storico Svetonio – grande amante degli aneddoti e dei complotti di palazzo – la raccontò [così](<http://greciaantica.blogspot.it/2011/12/marco-antonio-e-cleopatra-un-percorso.html>): > L'alleanza con Marco Antonio era sempre stata dubbia ed incerta, mal rabberciata da varie riconciliazioni: alla fine egli [Ottaviano] la ruppe definitivamente, e, per meglio dimostrare che si trattava di un cittadino degenere, fece aprire e leggere pubblicamente il testamento che quello aveva lasciato a Roma designando tra gli eredi anche i figli avuti da Cleopatra. Gli storici hanno dibattuto per anni sull'eventuale "[autenticità e validità del testamento di Marco Antonio](<http://www.jstor.org/stable/41651325>)" e sulla [almeno parziale falsità](<http://www.jstor.org/stable/41657427?seq=1#page_scan_tab_contents>) di quanto letto da Ottaviano. A molti sembra davvero improbabile che Marco Antonio avesse scritto un lascito grazie a cui sarebbe stato preso per matto da chiunque, a Roma: e soprattutto che Ottaviano lo abbia riportato fedelmente, dato che aveva tutto l'interesse a manipolarlo e far sembrare che Marco Antonio fosse impazzito. Ma la notizia, a prescindere dalla sua dubbia veridicità, ebbe comunque effetti rilevanti. Al Senato non fece ovviamente piacere sapere che qualcuno voleva lasciare un pezzo di Roma ai figli di Cleopatra e quasi tutti quelli che contavano a Roma (compresi ex alleati di Marco Antonio) concordarono sul fatto che, come scrive MacDonald, «Marco Antonio aveva perso la testa per colpa del fascino e del dispotismo di Cleopatra». Plutarco – uno storico greco che scrisse biografie ricche di aneddotica su personaggi famosi del mondo latino e greco – ricorda per esempio che Ottaviano iniziò a far girare la voce che Marco Antonio era stato drogato da Cleopatra, e che «non era padrone neppure di se stesso». Il testamento di Marco Antonio – o comunque il testo che Ottaviano ne fece leggere – diceva anche che una volta morto Marco Antonio avrebbe voluto essere seppellito ad Alessandria, nel mausoleo della dinastia regale egiziana. Questa cosa passò come il simbolo di un tradimento completo: e qualcuno dei senatori e notabili romani lo prese anche come pretesto per mettersi definitivamente dalla parte di Ottaviano, che a Roma aveva già acquisito molto potere. Il Senato romano tolse a Marco Antonio il suo _imperium,_ cioè il diritto legale a guidare truppe dell'esercito romano: e senza _imperium_ Marco Antonio era un generale senza esercito. O peggio, un nemico ed estraneo che agiva contro gli interessi della Repubblica di Roma. Il Senato di Roma dichiarò quindi guerra: a Cleopatra, non a Marco Antonio: forse per svilire il ruolo succube che si credeva Marco Antonio avesse nei confronti della regina d'Egitto, forse per evitare di farla passare per guerra civile. Fatto sta che si arrivò a quell'altra cosa che dovreste ricordarvi dai tempi del liceo: la battaglia navale di Azio, del 31 a.C. Vinse Ottaviano, soprattutto grazie all'appoggio della nobiltà romana e in generale occidentale; Marco Antonio e Cleopatra scapparono. Ottaviano arrivò fino in Egitto e Marco Antonio provò ad affrontarlo, ma quando vide che le sue truppe erano poche, impreparate e soprattutto intimorite (si dice fuggirono alla vista dei romani), si racconta che si suicidò. Plutarco raccontò invece una versione diversa, alla _Romeo e Giulietta_ , con Marco Antonio che si uccide credendo Cleopatra già morta. Pare invece che Cleopatra – saputo della morte di Marco Antonio – provò a sedurre anche Ottaviano. Altre versioni dicono invece che restò fedele a Marco Antonio. Fatto sta che anche lei si suicidò: e ultimamente la versione "con il morso di un serpente" [sta traballando un po'](<http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/28/non-fu-aspide-cleopatra-mori-bevendo.html>). Notizia falsa pure quella, forse. Ottaviano – nome completo: Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto – tornò a Roma fece distruggere statue ed effigi di Marco Antonio e pochi anni più avanti proclamò l'Impero, che guidò fino al 14 d.C. I membri della sua dinastia guidarono l'Impero romano – che in questa forma sopravvisse ancora quattro secoli – fino al 68 d.C. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Alla base dell'Impero romano c'è una notizia falsa?
Israele si sta preparando a invadere il sud della Striscia di Gaza
13 maggio 2016 13:24 Ho 38 anni, non ho una relazione stabile ma sento il mio orologio biologico che scandisce i minuti: che faccio?–Fabrizia Cominciamo da un fatto che dopo decenni di condizionamento mediatico comincia a sfuggirci: le donne non hanno una grossa sveglia che fa tic tac all’interno dell’utero. L’unico orologio biologico che esiste si riferisce al ritmo circadiano, cioè all’abilità del nostro corpo di sincronizzarsi con il ciclo naturale del giorno e della notte. Quella che senti tu invece è una bomba a orologeria piazzata nella tua testa da una società maschilista. “La nozione di orologio biologico delle donne è apparsa alla fine degli anni settanta”, racconta Moira Weigel sul Guardian. “‘L’orologio ticchetta per le donne in carriera’, dichiarava in prima pagina il Washington Post il 16 marzo 1978. L’autore dell’articolo non avrebbe mai immaginato quanta risonanza avrebbe avuto la sua immagine”. Era l’epoca in cui le donne lavoratrici cominciavano a essere una solida realtà e bisognava mettergli addosso un po’ di sana pressione. Dovremmo liberarci dall’idea che uomini e donne entrano in una relazione con aspettative molto diverse, perché ormai le scelte riproduttive sono dettate da parametri più complessi della biologia. E secondo me dovresti anche liberarti del quadretto mamma, papà e bebè a tutti i costi. Fare figli è una tua priorità assoluta? Allora falli. Non vuoi essere una madre single? Allora non farli. Le famiglie hanno ogni forma e misura. Il tipo di combinazioni che fanno al caso tuo è una tua scelta e non dipende da nessun orologio. Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2016 a pagina 12 di Internazionale, con il titolo “Bomba a orologeria”. Compra questo numero | Abbonati
Bomba a orologeria
Risata sovversiva
>>> >>> Oggi è il _Budget Day_ , nel Regno Unito. Il mercoledì di marzo dove i politici sono chiamati a essere parte di un grande rituale laico, con le sue regole di comportamento e la sua etica, di cui sono assieme registi e comprimari. Ecco perchè perfino un evento come il varo della legge finanziaria da parte del Cancelliere dello Scacchiere – il cosiddetto Budget Day, appunto – diventa cerimonia. La politica britannica ha molti di questi riti - [un altro di questi è lo spettacolare Question time](<https://www.ilpost.it/2010/10/14/il-primo-question-time-di-ed-miliband/>) - ma il Budget Day ha un'importanza particolare e attira grande attenzione. >>> >>> Dopo giorni e giorni di lavoro al ministero, il Budget (parola che deriva dal francese “bougette”, borsetta) è presentato dal Cancelliere - che ha il ruolo del ministro dell'Economia - alla Regina, durante una cena ufficiale e riservata, il giorno prima della presentazione. Una volta ottenuto il formale ‘nulla osta’ dalla Regina, il Cancelliere si reca in Parlamento e presenta il bilancio alle assemblee. Ed è proprio questo uno dei momenti più affascinanti. >>> >>> Il Cancelliere fa la sua apparizione fuori dal numero 11 di Downing Street, la sua residenza ufficiale, impugnando una valigetta scarlatta, chiusa. Si tratta - anzi si trattava - della cosiddetta _Gladstone box_ e contiene i fogli del discorso che da lì a poco verrà pronunciato a Westminster. Il contenitore, rivestito in cuoio vermiglio, fu usato intorno al 1860 dall’allora cancelliere William Gladstone. Da allora, per quasi un secolo, la valigetta è sempre stata la stessa. Nel 1965 Lord Callaghan ruppe la magia, optando per un contenitore più nuovo. Gordon Brown, che tuttora detiene il record di undici Budget consecutivi (dal 1997 al 2007), fu poi il secondo cancelliere a scegliere di recarsi a Westminster con una nuova valigetta. Oggi tocca a George Osborne, cancelliere non ancora quarantenne nominato da David Cameron. >>> >>> La tradizione vuole che il momento dello discorso di presentazione della Finanziaria sia l’unico in cui al Parlamento venga consentito il consumo di alcolici (al solo Cancelliere). Per sostenersi nella terribile impresa, Disraeli beveva brandy annacquato, Goschen preferiva il porto e Ken Clarke del whisky liscio. Il grande William Gladstone, che tuttora detiene il record del discorso più lungo (4 ore e 45 minuti), si faceva forza con sherry e uova sbattute. Nel 1960, Derick Heathcoat-Amory collassò mentre pronunciava il suo discorso all’assemblea, ma rimase famosa la sua frase: “Ci sono tre cose che è inutile rincorrere: un bus, una donna o una nuova soluzione economica. Se aspettate un attimo, me ne verrà in mente un’altra.” >>> >>> Le stranezze non finiscono qui. All’inizio degli anni Novanta, il conservatore Norman Lamont era così imbarazzato nel portarsi dietro una bottiglia di scotch che finì per nasconderla nella valigetta stessa. Chi invece amava proprio il Budget Day era Geoffrey Howe, ministro durante gli anni del governo Thatcher: così tanto che finì per chiamare il suo cane Budget. George Ward Hunt, invece, si accorse di aver sciaguratamente dimenticato il discorso a Downing Street, solo dopo aver aperto la scatola rossa a Westminster. Durò solo sei mesi. >>> >>> La più famosa ‘invenzione’ del Budget è la tassa sul reddito. Introdotta nel 1799 da William Pitt il Giovane, fu presentata come misura temporanea e temporanea da allora è rimasta a livello ufficiale: tecnicamente, deve essere rinnovata ogni anno all’interno del Finance Act, in estate. E poi ci sono i bookmakers. Nei giorni immediatamente precedenti il Budget Day, i principali bookmakers inglesi (William Hill, Ladbrokes, Paddy Power) pubblicano le quote per permettere agli scommettitori di puntare sui vari aspetti del rituale. Quanto durerà il discorso? Quali saranno le parole più usate? Quanti sorsi d’acqua berrà il Cancelliere (Gordon Brown beveva solo acqua frizzante scozzese)? Il prezzo del carburante è destinato a salire? Cosa dirà il Cancelliere? Alcune parole valgono più di altre, secondo i bookmakers. La scommessa tradizionale riguarda il colore della cravatta. Paddy Power da 500 a 1 la possibilità che George Osborne, l'attuale ministro, si metta un collarino da prete. >>> >>> Le percentuali di scommesse per il Budget Day sono comunque irrisorie rispetto al totale delle giocate in Regno Unito. I giornali ne scrivono quasi più per mantenere la tradizione: tutti sanno già cosa dirà Osborne grossomodo da almeno una settimana. Sono [previsti](<http://www.guardian.co.uk/uk/2011/mar/22/budget-2011-george-osborne>) tagli alle spese dell'amministrazione pubblica e maggiori severità sull'evasione fiscale, ma anche qualche alleggerimento sulla classe media più oberata dalle tasse. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Oggi è il Budget Day
Halloween: trucchi da Zombie!
"Abbiamo perso tutto. Non si tratta solo della casa, dei mobili o dei vestiti: insieme a quelli abbiamo perso i nostri ricordi, i nostri sogni". Mohammed, 36 anni, viveva nel prestigioso quartiere di Al-Remal, a Gaza, prima che scoppiasse la guerra nella Striscia. Quando sono iniziati i bombardamenti israeliani lui, sua moglie e i suoi due figli sono dovuti scappare: prima sono andati a casa dei genitori, poi hanno deciso di lasciare la città. Dopo cinque traslochi alla fine sono arrivati a Rafah, nel Sud della Striscia, dove oggi vivono [più di 250mila](<https://www.theguardian.com/world/2024/jan/31/death-disease-palestinians-rafah-gaza-war-overcrowding>) sfollati. La loro città, 40 chilometri più a Nord, è devastata dalle bombe: nel quartiere in una notte sono stati demoliti più di trenta edifici. Il loro però è ancora in piedi, e così Mohammed ha chiesto a un amico di andare a controllare la situazione. Pochi giorni fa ha ricevuto delle fotografie: i vetri in frantumi, i mobili ribaltati, i vestiti buttati dappertutto, i muri crivellati di colpi. "Su un tavolo sottosopra si vede ancora l’orma di un soldato israeliano- racconta ad _Altreconomia_ Mohammed, che parla da una tenda dove si è accampato con la sua famiglia-. È così che fanno i militari dell'Israel defense forces (Idf): entrano nelle nostre case e devastano tutto". In un recente [rapporto](<https://euromedmonitor.org/en/article/6067/Amid-ongoing-genocide-in-Gaza,-systematic-Israeli-theft-occurring-in-Palestinian-civilian-homes>), l’organizzazione per i diritti umani Euro-Med human rights monitor ha rivelato che le forze israeliane stanno sistematicamente saccheggiando le case dei palestinesi: "Secondo le testimonianze raccolte, i crimini dell'esercito israeliano vanno oltre le detenzioni arbitrarie, le sparizioni forzate e le esecuzioni sul campo -scrive l’organizzazione-. C’è anche la distruzione intenzionale delle proprietà, il furto degli effetti personali, il saccheggio e l'incendio delle case: tutti elementi di una strategia sistematica evidentemente basata sulla punizione collettiva del popolo palestinese". Euro-Med Monitor denuncia anche il furto di contanti e oggetti di valore, inclusi _computer_ portatili e gioielli, per un ammontare indicativo di decine di milioni di dollari. Thabet Salim, 40 anni, [ha raccontato](<https://euromedmonitor.org/en/article/6067/Amid-ongoing-genocide-in-Gaza,-systematic-Israeli-theft-occurring-in-Palestinian-civilian-homes>) a Euro-Med monitor che lui e i suoi due figli sono stati tenuti in ostaggio dall’esercito israeliano nella loro casa nel quartiere di Zaytoun, a Sud di Gaza City, e che i militari hanno rubato tutto l’oro e i contanti che hanno trovato: più di diecimila dollari. Dopo settimane, Salim è stato rilasciato, ma non i suoi figli e non sa che fine abbiano fatto. Umm Muhammad Gharbiyya, una donna che vive ad Al-Shuja'iya, a Est di Gaza City, ha raccontato che le forze israeliane hanno preso i suoi gioielli dopo aver fatto irruzione in casa: il marito e il figlio maggiore sono stati portati via. Hussein Al-Tanani, residente nel quartiere settentrionale di Sheikh Radwan, ha detto che la sua abitazione è stata perquisita dall’esercito israeliano dopo che lui era fuggito per cercare riparo dai bombardamenti: tutto era sottosopra e sono stati rubati un _computer_ e grandi somme di denaro contante. L'interno della casa di Mohammed a Gaza City devastato dai soldati dell'Idf Le testimonianze raccolte confermano i resoconti della cosiddetta “Unità di raccolta di informazioni e bottini tecnici” della Direzione dell’ _intelligence_ militare israeliana, [pubblicati](<https://euromedmonitor.org/en/article/6067/Amid-ongoing-genocide-in-Gaza,-systematic-Israeli-theft-occurring-in-Palestinian-civilian-homes>) dal quotidiano israeliano _Yedioth Ahronoth_ il 15 dicembre: in questi documenti c’è scritto che l’esercito israeliano avrebbe “sequestrato” somme di denaro superiori a cinque milioni di shekel (l'equivalente di circa un milione 300mila dollari). Una cifra sottostimata, vista la quantità di furti effettuati dalle forze israeliane che non sono stati denunciati. Allo stesso tempo è stato diffuso sui _social_ un [filmato](<https://www.facebook.com/watch/?v=1022364612159563>) che mostra tre soldati israeliani intenti a vendere gioielli d'oro in un negozio della Cisgiordania dopo averli rubati da una casa nella Striscia di Gaza. Altri militari hanno pubblicato su Instagram e YouTube [diversi video](<https://www.youtube.com/watch?v=iwK1PAGvt9k>) che li ritraggono mentre saccheggiano le case dei palestinesi, scrivono _slogan_ razzisti sui muri con le bombolette _spray_ , e si vantano di aver sottratto oggetti e denaro. "A noi hanno rubato due orologi di grande valore, un Rolex e uno Swatch", continua Mohammed, mentre la linea telefonica va e viene, perché a Gaza le connessioni sono instabili, dopo che le infrastrutture sono state bombardate. "Uno era di mio padre, che è morto poche settimane fa: niente potrà mai ripagare questa perdita. La verità è che non sappiamo davvero cosa ci hanno preso: non possiamo tornare lì a verificare". Dopo aver devastato il suo appartamento, i soldati israeliani se ne sono andati lasciando alle loro spalle un luogo ormai irriconoscibile: sul muro accanto alla porta di ingresso hanno disegnato una spunta rossa: "Lo fanno sempre, è il loro segnale per dire: casa bonificata, siamo passati di qui". Dopo aver saccheggiato la casa di Mohammed, i soldati dell'esercito israeliano hanno tracciato una spunta rossa accanto alla porta di casa Prima della guerra l'uomo non aveva problemi economici: aveva concluso un _master_ in Ingegneria dei sistemi cyber-fisici e stava avviando un suo progetto per il monitoraggio delle mucche da latte attraverso un’applicazione digitale. Anche sua moglie, Haneen, aveva un buon lavoro come insegnante di inglese all'American international school. Dopo il 7 ottobre, però, tutto è cambiato: Mohammed ora lavora per Medici Senza Frontiere e tutti i loro risparmi sono serviti a pagare gli spostamenti. "Ogni volta il processo di evacuazione da un posto per andare in un altro è molto costoso -aggiunge Haneen-. Ci sono le scorte di acqua e cibo da ricomprare, le spese per il posto dove dormire, per il trasporto, per il combustibile. Quando è scoppiata la guerra la benzina costava 1,5 dollari al litro, adesso il prezzo è salito a 30 dollari". Poi si interrompe, nel silenzio si percepisce un rumore lontano. "Lo senti? Sono i bombardamenti. Anche qui a Rafah cadono le bombe: a Gaza non esiste una _safe zone_ , questa è la più grande bugia che hanno messo in circolazione". <https://altreconomia.it/app/uploads/2024/02/Rafah-dallalto.mp4> * * * Insieme a Mohammed e Haneen ci sono i loro due figli, Adam, di quattro anni, e Hana, di quattro mesi, nata poco prima dell’inizio della guerra. "Non sono neanche riuscita a gioire per il suo arrivo -racconta la donna-. Avevo preparato ogni cosa: i suoi vestitini, la sua stanza. E invece è andato tutto distrutto. Adesso vorremmo andarcene da Gaza e portare in salvo i nostri bambini. Ma attraversare il confine con l’Egitto è molto costoso: dai sette agli 11mila dollari a persona per arrivare dall’altra parte". Per questo Amal, la sorella di Haneen, che vive negli Stati Uniti, l’ha aiutata ad aprire [un _crowdfunding_](<https://www.gofundme.com/f/help-my-sisters-family-in-gaza>) e raccogliere donazioni. "Mi manca tutto della mia vita di prima, mi manca la mia _routine_ , le cose semplici, anche quelle di cui mi lamentavo -conclude la donna-. Le parole non potranno mai arrivare a raccontare quello che stiamo vivendo". _© riproduzione riservata_
I soldati israeliani stanno sistematicamente saccheggiando le case di Gaza
La nascita della filosofia digitale
I ministri degli esteri della Corea del Sud e del Giappone hanno [raggiunto un accordo](<http://www.theguardian.com/world/2015/dec/28/japan-to-say-sorry-to-south-korea-in-deal-to-end-dispute-over-wartime-sex-slaves?CMP=twt_gu>) nel caso delle cosiddette "schiave del sesso", le donne costrette a prostituirsi nei bordelli militari giapponesi prima e durante la Seconda guerra mondiale provenienti dai paesi vicini, soprattutto Corea del Sud e Cina. La questione era stata in questi anni una delle maggiori cause di tensione tra i due paesi. Lunedì 28 dicembre il ministro degli Esteri giapponese Fumio Kishida ha detto che il primo ministro Shinzo Abe ha porto le sue scuse ufficiali e si è impegnato a stanziare un fondo di 8,3 milioni di dollari di risarcimento e aiuti per le vittime. Finora non solo il Giappone non si era mai scusato con i paesi dai quali provenivano queste donne, ma da anni un grosso movimento conservatore [stava spingendo affinché venisse usata l’espressione](<https://www.ilpost.it/2014/11/28/schiave-del-sesso-giappone/>) “donne di compagnia” al posto di “schiave del sesso”, che implicava invece che le donne fossero state prelevate con la forza e costrette a prostituirsi. Abe aveva sempre difeso il Giappone, commentando duramente le storie sul reclutamento forzato e dicendo che avevano provocato «sofferenze a molte persone e danni alla reputazione del Giappone nella comunità internazionale». Nel 2014 lo _Yomiuri Shimbun_ , il più grande quotidiano del Giappone, aveva pubblicato un editoriale per scusarsi con i suoi lettori per avere usato decine di volte negli articoli della sua edizione in lingua inglese l’espressione “sex slaves” (“schiave del sesso”) e non “comfort women” (“donne di compagnia”). Qualche mese prima un suo concorrente, il giornale di sinistra _Asahi Shimbun_ , aveva ritrattato una serie di articoli riguardo lo stesso argomento. _Asahi_ aveva detto che molte storie pubblicate negli anni Ottanta e Novanta sul forzato “arruolamento” delle donne nei bordelli dei soldati giapponesi si erano basate in realtà sulla falsa testimonianza di Seiji Yoshida, ex soldato giapponese che aveva raccontato di essere stato testimone del rapimento di alcune donne sudcoreane dell’isola di Jeju, donne poi finite nei bordelli giapponesi. Un’indagine del governo dell’inizio degli anni Novanta aveva concluso che molte delle “donne di compagnia” erano state prelevate contro la loro volontà, vivendo poi in coercizione e condizioni di miseria: l'inchiesta non aveva però trovato prove solide e documenti ufficiali, circostanza che era stata usata dai movimenti conservatori per sostenere che non c'era stata nessuna coercizione. Contro _Asahi Shimbun_ era stata intentata anche una [causa collettiva](<https://www.ilpost.it/2015/01/28/azione-legale-asashi-shimbun/>). I querelanti sostenevano che il sistema delle cosiddette "donne di compagnia" aveva «provocato una indescrivibile umiliazione non solo sugli ex soldati, ma anche sui cittadini giapponesi onorevoli… che vengono etichettati come discendenti di stupratori di gruppo». Il _Guardian_ e altri giornali internazionali avevano [commentato](<https://www.ilpost.it/2014/11/28/schiave-del-sesso-giappone/>) che la falsa testimonianza di Seiji Yoshida di per sé non smentiva l’esistenza in assoluto di decine di migliaia di schiave del sesso durante la guerra di Corea, ma che gli errori di _Asahi_ avevano incoraggiato il revisionismo storico secondo cui le donne non erano state forzate. L'accordo, secondo quanto dichiarato dai ministri degli Esteri dei due paesi, dovrebbe chiudere definitivamente la questione. La Corea del Sud finora non aveva mai ritenuto sufficienti le scuse e chiedeva il riconoscimento di una responsabilità legale nella storia dei rapimenti: alla base della sua apertura ci sarebbero questioni di opportunità politica. Corea del Sud e Giappone sono importanti partner commerciali e gli Stati Uniti spingono da tempo affinché le tensioni tra loro vengano risolte, in vista della creazione di un fronte comune geopolitico contro Cina e Corea del Nord. La Corea del Sud ha anche detto che si impegnerà a risolvere la questione di una statua che rappresenta le "schiave del sesso" che si trova di fronte all'ambasciata giapponese nel centro di Seul, dove ogni settimana si svolgono proteste contro il governo di Tokyo. Il Giappone, inoltre, avrebbe preso la sua decisione dopo che un tribunale della Corea del Sud ha assolto un giornalista giapponese accusato di diffamazione e dopo che un altro tribunale si è rifiutato di accogliere il ricorso di un cittadino sudcoreano che chiedeva un risarcimento per il suo reclutamento forzato come lavoratore durante il periodo coloniale da parte del Giappone. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Il Giappone ha chiesto scusa alla Corea del Sud per la storia delle "schiave del sesso"
Hong Kong, il tracciamento sanitario si trasforma in sorveglianza
_In Brasile sulle orme di Chico Mendes, il sindacalista ucciso per difendere una foresta che oggi, forse, non riconoscerebbe _ **All’Amazzonia stiamo rosicchiando il cuore.** Sotto la spinta degli allevamenti e delle coltivazioni intensive, la frontiera della deforestazione continua ad avanzare implacabile. Il disboscamento ha violato anche il “santuario” dov’è custodita la memoria di Chico Mendes, il sindacalista dei raccoglitori della gomma brasiliana assassinato nel 1988, martire della difesa del popolo e della ricchezza della foresta. Qui, nella riserva che porta il suo nome gli alberi vengono abbattuti per venderne la legna pregiata, o dati alle fiamme per lasciar spazio al pascolo delle vacche. Anche tra i “custodi” dell’Amazzonia, si cancella la natura per far spazio al “benessere”. In Brasile, le “riserve estrattive” (Resex) istituite dal governo sono più di 50. In queste aree protette, la preservazione dell’ecosistema è affidata alle popolazioni tradizionali e a un modello economico basato sulla raccolta dei prodotti naturali. Una conquista che si deve al movimento dei seringueiros, i raccoglitori della gomma naturale che, sotto la guida di Chico, negli anni 80 si sono battuti per affermare un modello di sviluppo che garantisse la sopravvivenza loro e della foresta. Nell’Acre, lo Stato teatro della loro resistenza, le Resex sono ben 5. Tra queste, la riserva estrattiva Chico Mendes (Resex CM), la più grande del Brasile con più d’un milione di ettari che si estendono nei municipi di Xapuri, Brasiléia e Assis Brasil. Viaggiare al suo interno non è impresa facile. Non esistono trasporti pubblici e l’unico modo di percorrere le poche strade sterrate che graffiano la foresta è elemosinare un passaggio a chi s’incontra lungo il cammino. Sulle orme di Chico, ho approfittato spesso della generosità dei lavoratori rurali che trasportavano i loro prodotti in città o tornavano nella foresta con quanto acquistato al mercato. Per raggiungere la riserva ho viaggiato anche con i tecnici del programma federale “Luz para todos”, impegnati a portare l’elettricità nella foresta: presto arriveranno frigoriferi e televisori, simboli di un “progresso”, il nostro, che si diffonde anche in Amazzonia. La situazione della Resex CM è paradossale. Gran parte di quei seringueiros che negli anni 80 avevano difeso dall’avanzata dei pascoli l’area di foresta dove poi è stata istituita la riserva, si sono trasformati ora in piccoli fazendeiros, gli allevatori di vacche contro cui s’erano battuti. Nella famiglia di Moises Pereira da Silva, un vecchio compagno di Chico Mendes che mi ha ospitato per qualche giorno, i figli più piccoli hanno scarsa dimestichezza con l’incisione dell’albero della gomma, mentre sanno già tenere a bada la piccola mandria familiare. Una rivoluzione diffusa all’interno della riserva. I sussidi erogati dallo Stato per migliorare il tenore di vita delle comunità di seringueiros si sono incarnati quasi sempre nelle vacche, che oggi rappresentano il capitale familiare: se c’è bisogno di denaro per comprare medicine o altro, si vende una vacca; se invece il raccolto delle castanhas (le noci brasiliane) o degli altri prodotti è andato bene, si aggiunge un animale alla piccola mandria. In diversi seringais (le aree che compongono la riserva) si è dato il via allo “sfruttamento sostenibile” del legno pregiato. Il Conselho naçional dos seringueiros (Cns), l’organo creato da Chico nel 1985 per dare alle rivendicazioni della sua gente un respiro nazionale e internazionale, negli anni 90 s’era unito a Greenpeace in una grande campagna internazionale per boicottare la vendita di mobili fabbricati con legna estratta in Amazzonia.Dal 2000, gli stessi mobili vengono immessi sul mercato internazionale proprio dalle foreste di Chico Mendes e un bollino verde certifica che l’estrazione del legno utilizzato sia “ecologicamente corretta e socialmente giusta”: vengono abbattuti mogani e cedri centenari, che ci s’illude di rimpiazzare in una decade appena. Il regolamento vigente nelle riserve estrattive prevede limiti ben definiti per lo sfruttamento della legna e per le aree che è possibile dedicare alla coltivazione o al pascolo. Ma il monitoraggio e la fiscalizzazione non sono rigorosi e così in molti sforano i limiti consentiti. “Ormai -dice “Boca”, coordinatore della sezione acreana del Cns- per molti seringueiros la foresta non ha più valore. Quei pochi che investono nell’extractivismo o in colture alternative come l’açai, il caffè o la pupugna, ne sono fortemente penalizzati: per questi prodotti ancora non esiste un mercato sicuro, mentre l’allevamento continua a offrire garanzie di guadagno”. In Acre, come nel resto della foresta, l’attività estrattiva è in crisi. La produzione di gomma, prodotto simbolo dell’epoca d’oro dell’Amazzonia, ha cominciato a collassare già negli anni 90 e oggi, nonostante i tentativi per rilanciarla, è ferma a sole 2mila tonnellate. L’altra produzione tradizionale, le castanhas, dopo aver galleggiato nell’ultimo decennio sulla media di 5 mila tonnellate all’anno, è da poco tornata ai livelli del 1970 (circa 12 mila tonnellate). Piante medicinali, oli naturali, miele e frutta non possono contare su un mercato strutturato e rimangono dunque ancora marginali. L’estrazione del legno e l’allevamento di bovini registrano invece incrementi record: le vacche, che nel 1970 erano 90 mila, hanno superato i 2 milioni di capi; mentre i 53 mila metri cubici di legna che venivano estratti nel 1970, nel 2005 erano diventati oltre 1,1 milioni. “Oggi -spiega Dioniso Barbosa de Aquino, leader storico del sindacato- il governo aiuta a costruire le case, migliorare i ramal (le strade della riserva, ndr), avere accesso ad acqua ed elettricità. Non sta invece lavorando sul mercato dei prodotti naturali della foresta, sulla loro valorizzazione. Una politica fortemente assistenzialista che non favorisce l’indipendenza dei seringueiros, né tantomeno la tutela della foresta”. Qualche tentativo per rilanciare la gomma naturale esiste. Nei pressi di Xapuri è in fase finale di realizzazione una fabbrica di preservativi: dovrebbe essere in grado di produrne 100 milioni di unità per anno, utilizzando 500 tonnellate di lattice e coinvolgendo circa 700 famiglie di raccoglitori. Un’altra speranza è quella offerta dal “cuoio vegetale”, un tessuto di cotone bagnato nel lattice fino a diventare gommoso: nel Municipio di Boca do Acre sono già 50 le famiglie che sopravvivono grazie a questa produzione. Ma la situazione continua a essere imbarazzante: i lavoratori rurali che si erano battuti per difendere la foresta da tempo sono venuti meno al loro ruolo di custodi. Per tornare dalla Resex CM a Xapuri, si attraversa un’immensa distesa di pascoli. Con me, artigliati alle sponde d’un pick-up ricolmo di mastodontiche banane verdi, c’è anche Joao, un vecchio seringueiro nato e cresciuto nella riserva. Mi racconta che solo vent’anni fa questa era foresta vergine: “Quanto è accaduto è una storia lunga e complessa e io, che non so leggere né scrivere, non saprei neanche da dove cominciare a raccontarla. Abbiamo lottato duramente per arrestare gli allevatori che volevano disboscare anche l’area dove oggi c’è la riserva. Ma ormai molti di noi disboscano più di quanto consente la legge. Alcuni possiedono anche 1000 vacche! Nella riserva esistono aree disabitate, dove la foresta continua a offrire tutto ciò che serve per vivere. Sono poche però le persone disposte ad affrontare i sacrifici necessari a quel tipo di vita. Siamo tutti alla ricerca delle comodità offerte dal progresso. Chico Mendes era diverso. Grazie alla sua curiosità, aveva scoperto cos’è davvero la ricchezza”.
Le ferite aperte dell'Amazzonia - Ae 89
Lo sciopero del trasporto aereo di lunedì 25 marzo
>> >> Il dibattito su che fine faranno i libri di carta ora che ci sono gli ebook va avanti da anni e ha prodotto una letteratura molto ampia e variegata, tra chi prevede la fine del libro e chi sostiene che continuerà a esistere insieme alle librerie e alle biblioteche. La trasformazione da oggetto tangibile a prodotto digitale è comunque in corso e, anche se non riusciamo ancora a prevedere con certezza le dimensioni e la portata di questo cambiamento, è indubbio che i semplici gesti che hanno accompagnato la lettura da quando esiste la parola scritta stanno cambiando. Partendo da questa considerazione, lo scrittore e critico letterario Lev Grossman si [occupa](<http://www.nytimes.com/2011/09/04/books/review/the-mechanic-muse-from-scroll-to-screen.html>) sul _New York Times_ del nostro progressivo passaggio dal leggere srotolando le pergamene allo scorrimento con le dita sugli schermi dei tablet. >> >> Grossman osserva che per trovare un cambiamento così importante nella storia della parola scritta, come quello che stiamo vivendo in questi anni, occorre tornare indietro a metà del Quattrocento quando Johann Gutenberg ideò il suo sistema di stampa a caratteri mobili. Andando ancora più indietro nel tempo, c'è un altro precedente efficace per comprendere come stiano cambiando le cose. A partire dal primo secolo dopo Cristo, i lettori nell'Occidente abbandonarono progressivamente i rotoli di pergamena per i codici, i libri rilegati che usiamo ancora oggi. >> >>> Nel mondo classico, il rotolo era il formato scelto per i libri e lo stato dell'arte per quanto riguardava la tecnologia dell'informazione. Si trattava sostanzialmente di un lungo pezzo di carta o pergamena arrotolato su se stesso. Per leggerlo era necessario srotolarlo, facendo comparire un po' di testo per volta; quando avevi finito dovevi riarrotolarlo dal verso giusto, in un modo non molto diverso da un altro medium obsoleto: la videocassetta. In inglese ci sono ancora parole rimaste dal tempo dei rotoli. La prima pagina di un rotolo, che riportava le informazioni su dove era stato fatto, era chiamato protocollo ("protocol" in inglese, ndr). La ragione per cui i libri a volte sono chiamati volumi è dovuta al fatto che la radice della parola "volume" è "volvere", che significa srotolare: per poter leggere dovevi srotolarlo. >> >> I rotoli di carta e pergamena venivano solitamente utilizzati per i documenti molto importanti, ricorda Grossman, come testi sacri, documenti legali, storici o di letteratura. Per le cose di tutti i giorni gli antichi utilizzavano le tavolette di legno ricoperte da uno strato di cera, sul quale si scriveva con uno stilo. Le tavolette erano ideali per i testi che non andavano conservati: bastava rimodellare la cera o raschiarla per avere una superficie pulita e nuova su cui scrivere. Poi qualcuno a un certo punto decise di mettere insieme più tavolette, legate tra loro: era il primo passo verso il libro come lo conosciamo oggi. >> >> I codici iniziarono ad andare per la maggiore quando un gruppo di gente particolarmente interessante e con le idee chiare decise di adottarli per i propri scopi. Erano i cristiani e utilizzarono il formato del codice per diffondere la Bibbia. Ai cristiani il codice piaceva molto perché era un sistema di comunicazione che consentiva loro di distinguersi dagli ebrei, che continuavano (e lo fanno ancora oggi) a conservare le loro sacre scritture nei rotoli di carta e pergamena. Il codice aveva, inoltre, il vantaggio di essere più pratico per il trasporto perché di dimensioni contenute ed era anche più economico poiché consentiva di scrivere su entrambi i lati del foglio di carta, cosa che non si poteva fare con i rotoli. >> >> Il progressivo affermarsi del codice portò anche a un nuovo modo di leggere i testi. Per la prima volta quel tipo di supporto consentiva di saltare da un punto all'altro del testo istantaneamente, senza dover stare lì a srotolare metri e metri di carta. Permetteva anche di andare avanti e indietro tra un certo numero di pagine e di visualizzarne due per volta. Senza contare la praticità di inserire più segnalibri. In un certo senso, dice Grossman, era l'equivalente su carta di quella che oggi noi chiamiamo RAM, la memoria ad accesso casuale del computer. Un rotolo consentiva di procedere solo linearmente, il codice rompeva questa barriera. >> >>> Nelle sue "Confessioni", che risalgono alla fine del Quarto secolo, sant'Agostino sente una voce che gli dice di "mettersi a leggere". Interpreta il fenomeno come una esortazione divina a prendere la Bibbia, aprirla a caso e leggere il primo passaggio che vi trova scritto. Decide di farlo, ha una illuminazione e diventa un cristiano. Poi inserisce un segnalibro nella pagina. Non avrebbe mai potuto farlo con un rotolo. >> >> A distanza di molti secoli, ora stiamo affrontando qualcosa di simile a ciò che fecero i cristiani con un nuovo formato per diffondere i testi. Nei primi tre mesi di quest'anno le vendite dei libri in formato elettronico sono aumentate del 160 per cento. Le vendite dei libri tradizionali sono scese del 9 per cento. Iniziano a essere numeri importanti, ma non siamo ancora nella fase in cui una tecnologia superiore ne sostituisce una meno efficace. >> >> illustrazione di Joon Mo Kang >> >> Gli ebook hanno il vantaggio di essere più compatti e portatili rispetto ai libri tradizionali, inoltre consentono di effettuare ricerche testuali al loro interno e contribuiscono a ridurre il consumo della carta. I libri di carta in compenso non hanno bisogno delle batterie e non hanno il problema di schermi elettronici ancora non comparabili con l'eleganza e la chiarezza di una pagina stampata. >> >> Il confronto sui pro e i contro dei due sistemi va avanti da tempo, ma secondo Grossman non ha ancora affrontato un aspetto fondamentale: la possibilità di leggere in maniera non lineare un testo che tanto impressionò sant'Agostino. >> >>> Se la storia dei rotoli di pergamena e dei codici ha una morale, si tratta di questo. In genere mettiamo in relazione la tecnologia digitale con l'assenza di linearità, i sentieri che si biforcano che vengono attraversati dagli utenti del Web che passano da un link a un altro nel sottobosco di Internet. Ma gli ebook e la non linearità non sono molto compatibili. Saltare da una parte all'altra di un lungo documento come un romanzo è un'operazione dolorosamente complicata su un lettore di libri elettronici, come provare a suonare il piano con le dita intorpidite. >> >> Per andare a recuperare un passaggio in un ebook devi scorrere pagina per pagina, oppure inserire direttamente un numero di pagina sperando di trovare in quel punto il testo che ti interessa, o ancora ricordare qualche parola così da fare una ricerca testuale. Il libro di carta si adatta al meglio alla lettura non lineare, è il formato ideale per un romanzo e secondo Grossman il modo stesso di scrivere romanzi si è con il tempo evoluto adattandosi in parte al libro, che da solo «può offrire il giusto tipo di navigazione». >> >> Grossman conclude la sua riflessione ricordando che il libro vinse sui sistemi di lettura precedenti perché faceva ciò che le buone tecnologie dovrebbero fare: dare ai lettori un potere che prima non avevano, quello di poter controllare il flusso stesso della loro lettura e del loro modo di leggere. «Fino a quando non sentirò Dio dirmi "Avvia e mettiti a leggere", non mi arrenderò». *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Gli ebook e sant'Agostino
Supernova in anteprima
" **Abbiamo promosso politici che non riescono a dirsi antifascisti** , che piuttosto che dire quella parola fanno tutto un giro di frasi. Che non capisco se abbiano bisogno del logopedista o di studiare la storia". Nella tradizionale "letterina" a Che tempo che fa, sul Nove, **Luciana Littizzetto** si è rivolta ai partigiani e alle partigiane che hanno liberato l'Italia dal nazifascismo. Littizzetto ha invitato le persone a insegnare la storia ai giovani e ad andare a votare.
La "letterina" di Littizzetto ai partigiani: "Scusateci, abbiamo promosso politici che non riescono a dirsi antifascisti"
Chi sono i Pinguini Tattici Nucleari, concorrenti a Sanremo
_Corriere_ e _Repubblica_ hanno pubblicato oggi due commenti alle [tracce dei temi di maturità](<https://www.ilpost.it/2013/06/19/live-temi-maturita-2013-tracce-prima-prova-italiano/>) - la prima prova dell’esame di stato che si è svolta ieri - e che già nel titolo danno una differente e opposta visione della scuola italiana e del mondo che a scuola si impara. Il primo è scritto da Giovanni Belardelli e critica le scelte del ministero perché espressione di un culto della contemporaneità che rischia «di non insegnare a capire il passato»; Marco Lodoli, invece, considera positive le proposte che richiedevano agli studenti «di alzare la testa dai libri e tenere gli occhi aperti sul mondo di oggi». > Criticare i titoli per la prova di italiano della maturità è diventata ormai un'abitudine, alla quale ci si vorrebbe almeno per una volta sottrarre. Ma di fronte alle tracce scelte quest'anno astenersi da ogni commento appare quasi impossibile. Soprattutto se guardiamo allo spirito complessivo che sembra aver guidato gli esperti ministeriali: uno spirito improntato al più vieto culto della contemporaneità, a un ostentato desiderio di essere, o almeno di apparire, il più _up to date_ possibile. Agli studenti era richiesto, ad esempio, di analizzare un brano di Claudio Magris, scrittore del quale molti di loro difficilmente avevano sentito parlare nelle aule scolastiche; oppure di conoscere avvenimenti come l'assassinio di Aldo Moro, rimasti nove volte su dieci al di fuori dai programmi di storia dell'ultimo anno di corso. O ancora, nel caso del tema storico — e qui il culto della contemporaneità è arrivato davvero a superare il ridicolo — lo studente era invitato ad occuparsi dei Brics, l'acronimo coniato una decina d'anni fa dall'economista Jim O'Neill per indicare i Paesi un tempo in via di sviluppo e ormai ascesi ai vertici della produzione mondiale. > > Gli esempi fatti sono solo i più evidenti di una ossessione per la contemporaneità che percorreva un po' tutte le tracce. Non sto dicendo, naturalmente, che il mondo contemporaneo debba rimanere al di fuori delle mura scolastiche. Assolutamente no. Ma una scuola che sembra ostentare quanto sia moderna e al passo con l'attualità rischia per ciò stesso di schiacciarsi sull'oggi e di non rendere un buon servizio ai propri alunni e al Paese. In un mondo nel quale i giovani vivono letteralmente dentro il web, costantemente collegati attraverso i social network con l'intero globo, la scuola dovrebbe essere piuttosto il luogo in cui soprattutto coltivare o recuperare un rapporto meno immediato con il qui e ora. Dovrebbe essere il luogo in cui l'immersione totale nel presente che caratterizza sempre più la cultura e la vita ai tempi della Rete possa interrompersi almeno per alcuni momenti, per guardare «da fuori» un'attualità in cui siamo tutti immersi (i giovani assai più di chiunque altro) e magari poterla capire un po' meglio. ([Continua a leggere l'articolo del Corriere della Sera](<http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/il-culto-del-moderno-e-il-rischio-di-non-insegnare-a-capire-il-passato.flc>)) > Una vera prova di maturità, un vero confronto con le paure e le speranze di una giovinezza che sta per lasciare il porto quasi sicuro della scuola e avventurarsi nel mare aperto e tempestoso della vita adulta: così mi suonano queste tracce su cui i nostri diciottenni hanno dovuto ragionare. Di sicuro sono serviti i testi scolastici, la preparazione di migliaia di ore passate in un banco, le lezioni appassionanti o un po’ noiose degli insegnanti, ma stavolta mi sembra che ai candidati sia stato chiesto uno scatto di personalità, la dimostrazione di non essere stati assenti o distratti mentre il mondo, in questi anni, in questi mesi, produceva i suoi problemi e le sue contraddittorie soluzioni. Bisogna aver studiato, ma bisogna anche aver letto i giornali, le riviste, aver navigato sui siti di informazione, aver discusso e litigato con gli amici, aver sentito crescere una nuova consapevolezza. Bisogna aver sentito che la giovinezza è pronta a caricarsi di qualche responsabilità, che è finita la lunga epoca della spensieratezza totale. > > La letteratura ci spiega che la vita è un viaggio, e che è necessario essere pronti per affrontarlo con gli strumenti e i sentimenti migliori: Claudio Magris, grande conoscitore della letteratura mitteleuropea, invita a comprendere che ogni scrittore è anche un pellegrino, che ogni libro importante è un’avventura conoscitiva, un viaggio verso l’ignoto. La vita non è un villaggio- vacanze, un posto dove tutto è già preordinato per organizzare al meglio la distrazione: è un percorso accidentato, con molte salite e molti imprevisti. Omero, Dante, Cervantes, Melville, Collodi, tanti grandissimi scrittori hanno raccontato questa avventura esistenziale, ognuno a modo suo ha rinnovato la meravigliosa metafora del viaggio fuori e dentro di sé. Insomma, la letteratura non è un giardinetto fiorito, ma un percorso che sale e abbraccia sempre più mondo, un invito a partire, a seguire la propria prua. ([Continua a leggere l'articolo di Repubblica](<http://www.manuelaghizzoni.it/?p=43715>)) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Quale mondo si impara a scuola
Test riuscito a metà per Starship
['', '', '', '', 'Il significato del termine democrazia viene inculcato sin da quando si è bambini, con l’apprendimento e l’interiorizzazione della traduzione letterale “potere del popolo”. È il risultato della fusione di due termini di origine greca, δῆμος (dèmos il popolo) e kράτος (kratos, il potere). L’Enciclopedia Treccani la definisce come “Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico”. Proprio leggendo questa definizione, la più banale e scarna che si può avere del concetto, non possono non sor...', '', '', '', '', '', '', 'Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.', '', "Scegli l'abbonamento che preferisci\xa0", '(al costo di un caffè la settimana)', " e prosegui con la lettura dell'articolo.", '', '', '', '', 'Se sei già abbonato effettua l\'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.', '', '', 'ABBONATI / SOSTIENI', '', '', "L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici.", ' Esiste solo grazie ai suoi abbonati', ". Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.", '', '', 'Grazie', ' se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.', '', '', '', '', '', '', '', '', ' ', '', '', '', '', '', '', 'Nome utente', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', 'Password', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', ' Ricordami', '', '', '', '', '\xa0', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '\xa0', '', '', '', '', 'Password dimenticata', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '']
La democrazia nell’era della repressione
Trenitalia si è aggiudicata la gara per il servizio di alta velocità in Spagna
11 dicembre 2018 10:59 Nel caos politico britannico attorno alla Brexit, diventato evidente il 10 dicembre, c’è un’idea che si fa strada lentamente: e se si annullasse tutto e il Regno Unito restasse nell’Unione europea? Quest’idea, a lungo considerata eretica e inverosimile, sostenuta soltanto da pochi europeisti, sta prendendo forma mentre il mondo politico britannico è sempre più impantanato. Il 10 dicembre l’ipotesi ha ricevuto un’improvvisa spinta in avanti dalla decisione della Corte di giustizia europea , il più alto tribunale dell’Unione. La Corte ha infatti stabilito che un paese, dopo aver innescato il famigerato articolo 50 che prevede l’uscita di uno stato dall’Ue, può ritirare unilateralmente la sua richiesta, senza consultare gli altri paesi europei e a condizione di accettare di rientrare con gli stessi termini di prima. La decisione della Corte non cambia gli equilibri politici a Westminster, il parlamento britannico attualmente in ebollizione, né al numero 10 di Downing Street, l’ufficio della premier May. Tuttavia il verdetto dimostra che l’opzione non è inimmaginabile quanto poteva sembrare fino a poche settimane fa. Non esiste una buona soluzione per uscire dall’impasse Theresa May rifiuta l’idea di un secondo referendum e vuole rispettare il voto del 2016, e questo le fa onore. Ma la giornata del 10 dicembre ha dimostrato che non esiste una buona soluzione per uscire dall’impasse. May ha dovuto rinunciare in modo umiliante a far votare in parlamento l’accordo concluso con i 27, ammettendo di non avere la maggioranza. Ora il primo ministro cercherà di ottenere condizioni di facciata da un’Europa che non è affatto disposta a rinegoziare l’accordo. Il testo che May riporterà in patria dopo il suo tour europeo, agli occhi dei deputati rischia di non essere più accettabile di quello attuale. Se così fosse, quale opzione resterebbe? Una Brexit senza accordo il prossimo 29 marzo, ovvero la conclusione che secondo tutti infliggerebbe un colpo durissimo all’economia del paese, oppure un ritorno alle urne, in un modo o nell’altro. Un ministro del governo May ha evocato per la prima volta l’idea di un secondo referendum come “piano B” in caso di fallimento. È ciò che chiedono il partito scozzese Snp e una parte dell’opinione pubblica, sottolineando che oggi le condizioni sono diverse rispetto al 2016 in quanto si conosce il costo dell’uscita. Inoltre nel Regno Unito ci sono due milioni di giovani elettori in più rispetto al 2016. pubblicità Perché i partiti politici accettino l’idea di un secondo referendum, stavolta basato sui fatti e non sulle menzogne, serviranno un peggioramento della crisi politica a Londra e un’impasse totale. Per il governo sarebbe un’ammissione di fallimento, ma in fondo il fallimento è già palese dopo due anni di tergiversazioni. “ Brexit means Brexit ”, la Brexit è la Brexit, diceva Theresa May. Ma forse alla fine non sarà così. Qualunque sia la vostra opinione, si tratta comunque di una possibilità. (Traduzione di Andrea Sparacino) Leggi anche Il compromesso sulla Brexit mette in crisi Theresa May Londra uscirà malconcia dall’Unione europea Fermiamo la Brexit, in nome della democrazia Regno Unito
E se alla fine il Regno Unito restasse nell’Unione europea?
Papa Francesco: "La vita familiare non è una missione impossibile"
La copertina di Dani (07 ottobre 2005) Con la tardiva approvazione da parte del parlamento della Republika Srpska della riforma della polizia, requisito per l'avvio dei negoziati per l'accordo di associazione e stabilizzazione, la Bosnia Erzegovina recupera in extremis la strada verso l'Unione europea 10/10/2005 -  Massimo Moratti Sarajevo La copertina del settimanale "Dani" della settimana scorsa è eloquente: il Manneken Pis di Bruxelles nella sua posa più tipica che orina sulla bandiera della Bosnia ed Erzegovina sotto il titolo "Doccia Fredda da Bruxelles". Irriverente, provocatoria ma estremamente calzante e descrittiva della situazione che si respirava in Bosnia ed Erzegovina all'inizio della settimana. Nel giro di poche ore, la Croazia aveva ricevuto il via libera da Bruxelles sull'inizio dei negoziati di adesione. Carla Del Ponte, nella sua dichiarazione di lunedì aveva dichiarato che "la cooperazione della Croazia con il Tribunale dell'Aja era stata piena e che stava facendo tutto quello che poteva per rintracciare ed arrestare Ante Gotovina". La Del Ponte si era dimostrata fiduciosa che, se la Croazia continuerà a lavorare con la stessa determinazione e intensità, Gotovina sarà trasferito all'Aja presto. Le dichiarazioni della Del Ponte, a dir la verità erano apparse in contrasto con quanto la stessa Del Ponte aveva dichiarato solo il venerdì prima, quando aveva detto di essere molto delusa e che il problema rimaneva lo stesso, con Gotovina ancora in libertà. La differenza tra le dichiarazioni della Del Ponte è stata evidente e ha immediatamente scatenato una ridda di illazioni. Lo stesso giorno, l'Unione Europea aveva anche deciso di firmare gli accordi di stabilizzazione e associazione con la Serbia e Montenegro. Anche in questo caso, la decisione ha dato la stura a discussioni e polemiche, dato che il futuro stesso dell'Unione Serbia e Montenegro è incerto. Come hanno fatto notare Gerald Knaus di ESI in un'intervista per la Balkan Investigative Reporting Network (BIRN), non è chiaro cosa accadrà in futuro con Serbia e Montenegro: potrebbe accadere infatti che l'accordo di stabilizzazione e associazione firmato da Serbia e Montenegro come unico soggetto di diritto internazionale, in futuro potrebbe sdoppiarsi data la possibile separazione dell'Unione. La Bosnia ed Erzegovina è rimasta fuori da questa tornata. Assieme alla Bielorussia, la Bosnia era rimasto l'unico paese a non avere un accordo formale con l'Unione Europea. Le reazioni in Bosnia sono state chiaramente negative e hanno suscitato polemiche e alimentato le tensioni interne. Le accuse da parte di alcuni politici del SDA si sono indirizzate verso la Republika Srpska colpevole nel corso degli ultimi mesi di avere bloccato la riforma della polizia, uno degli ultimi ostacoli della Bosnia nel suo cammino verso l'Europa. Il quotidiano "Dnevni Avaz" ha paragonato il raggiungimento degli accordi tra la UE, Croazia e Serbia e Montenegro con il famoso accordo di Karadjordjevo del 1991, quando, secondo molti, Tudjman e Milosevic si erano messi d'accordo per spartire la Bosnia. Secondo "Dnevni Avaz", infatti, mentre Croati e Serbi di Bosnia in futuro potranno viaggiare in Europa grazie al doppio passaporto, i bosniaci invece saranno penalizzati dal fatto di non avere doppia cittadinanza e quindi dover ricorrere ai visti per entrare in Europa. Il vecchio cliché delle barzellette bosniache che ritraggono il famoso bosniaco "Mujo" come il parente povero e retrogrado dei due paesi vicini sembrava essere ripetuto in chiave di adesione europea. Ma allo stesso tempo Lejla Redzovic-Mesovic della televisione di stato bosniaca si chiede se sono stati applicati standard diversi tra Bosnia ed Erzegovina e Serbia e Montenegro: la Croazia non ha arrestato Gotovina eppure ha il via libera e lo stesso è avvenuto con la Serbia e Mladic. Gerald Knaus, sempre per BIRN, sembra condividere questa opinione quando confrontando i due paesi, l'unione tra Serbia e Montenegro appare molto più incerta della sopravvivenza della Bosnia come stato unitario. Come la Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Montenegro hanno anche loro due polizie diverse e addirittura due valute diverse (l'Euro in Montenegro e il dinaro in Serbia). Il regime di semi protettorato della Bosnia ed Erzegovina è ancora una volta l'aspetto chiave. La comunità internazionale in Bosnia ed Erzegovina è stata la forza motrice dietro la riforma della polizia. L'Alto Rappresentante Paddy Ashdown, il capo della Delegazione della Commissione Europea Michael Humphreys e l'Ambasciatore inglese Matthew Rycroft sono stati i principali artefici del pressing esercitato sulle autorità di Banja Luka affinché accettassero i principi della riforma della polizia. Nelle ultime settimane i tre rappresentanti europei sono stati rinforzati dalla discesa in campo dell'ambasciatore americano, Douglas McElhaney che si è unito agli sforzi dei suoi colleghi europei per convincere le riottose autorità di Banja Luka ad accettare le riforme. E la pressione internazionale ha avuto successo. Mentre tutti gli osservatori cercavano di ipotizzare quale tipo di sanzioni sarebbero state adottate nei confronti della Republika Srpska, martedì 4 ottobre, il giorno stesso in cui veniva annunciato l'accordo su Croazia e Serbia e Montenegro, un fatto secondario ma alquanto significativo lasciava presagire che la Republika Srpska si stesse apprestando a pronunciare il fatidico sì alla riforma della polizia. Un laconico comunicato stampa dell'Ufficio dell'Alto Rappresentante riconosceva che il governo della Republika Srpska aveva finalmente adempiuto i suoi obblighi e aveva fornito alle autorità giudiziarie tutti i nomi delle persone coinvolte nei crimini di Srebrenica. Una sorta di apprezzamento positivo nei confronti del governo della RS, su una questione completamente slegata a quella della riforma della polizia. Un segnale in netta controtendenza rispetto alla tempesta che ci si stava aspettando e il segno che qualcosa si stava muovendo e che il tormentone della riforma della polizia era vicino ad una soluzione. E così è stato. Mercoledì pomeriggio, l'Assemblea Nazionale della Republika Srpska, la stessa assemblea che poche settimane fa aveva bocciato la riforma della polizia, ha dato il suo assenso alla proposta presentata dal Presidente della Republika Srpska, Dragan Cavic. 55 voti a favore, 5 contro, 15 gli astenuti è stato il successo, anche personale a scapito del Premier Bukejlovic, incassato da Cavic. L'accordo sulla riforma della polizia dovrà essere implementato nel corso dei prossimi cinque anni, la polizia potrà oltrepassare la linea di demarcazione tra le entità dove questo sia tecnicamente necessario e soprattutto, la condizione più importante, le competenze legali e finanziarie della polizia saranno trasferite alle autorità della Bosnia ed Erzegovina e non rimarranno più esclusiva delle entità. Differenze tecniche, e a dir la verità pochi capiscono in che cosa la proposta di Cavic differisca da quelle precedenti. È la fine di un tormentone politico-diplomatico? La firma dell'accordo è stata salutata da molti come un decisivo passo in avanti verso l'Europa. Javier Solana e Olli Rehn hanno approvato con soddisfazione la decisione della Republika Srpska e se non vi saranno sorprese da parte del parlamento federale e centrale, la Bosnia ed Erzegovina ha finalmente soddisfatto i criteri per la conclusione dell'accordo di stabilizzazione e associazione. Ancora più in là sembra essersi spinto l'Ambasciatore inglese Matthew Rycroft dicendo che i negoziati per l'accordo di Stabilizzazione e associazione potranno iniziare nel corso di quest'anno. Un accordo tardivo, avvenuto nei minuti di recupero più che in zona Cesarini e adesso si vedrà quali saranno le conseguenze e quando la Bosnia potrà accodarsi a Croazia e Serbia e Montenegro sulla strada per l'Europa. //<![CDATA[ document.write('<fb:like href="http://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/Bosnia-UE-una-settimana-di-passione-31007"></fb:like>'); //]]> Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT ! I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy Commenti Log in or create a user account to comment.
Bosnia-UE: una settimana di passione ...
>> >> Secondo le previsioni meteo domani, sabato 29 gennaio, sarà una giornata prevalentemente serena o poco nuvolosa. Al mattino ci saranno un po' di nuvole in Liguria e Friuli e un po' di nebbia in Emilia-Romagna e Veneto. Al pomeriggio sono previste isolate nevicate sulle Alpi venete. Alla sera ci saranno nebbie in Liguria, nella bassa Lombardia e ancora in Emilia-Romagna. >> >> [ ](<https://www.ilpost.it/2022/01/28/meteo-previsioni-sabato-29-gennaio/meteo-sabato-29-gennaio-mattino/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2022/01/28/meteo-previsioni-sabato-29-gennaio/meteo-sabato-29-gennaio-mattino/>) Mattino [](<https://www.ilpost.it/2022/01/28/meteo-previsioni-sabato-29-gennaio/meteo-sabato-29-gennaio-pomeriggio/>) Pomeriggio [](<https://www.ilpost.it/2022/01/28/meteo-previsioni-sabato-29-gennaio/meteo-sabato-29-gennaio-sera/>) Sera [](<https://www.ilpost.it/2022/01/28/meteo-previsioni-sabato-29-gennaio/meteo-sabato-29-gennaio-notte/>) Notte >> >> *** >> >> _Le mappe e le previsioni arrivano dal[sito dell’Aeronautica Militare](<http://www.meteoam.it/>), quello che dovete visitare se volete previsioni affidabili (e leggermente aggiornate rispetto a quelle di questo articolo) e [stare alla larga](<https://www.ilpost.it/2017/08/09/meteo-siti-per-informarsi-previsioni/>) da allarmismi inutili._ *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Le previsioni meteo per sabato 29 gennaio
Architettura provvisoria
Avete presente quella cosa che fate tutte le volte che andate a mangiare fuori? Beh, forse non dovreste farla. Abbiamo chiesto ad alcuni esperti del settore della ristorazione di Washington di raccontare le gaffe più comuni a cui assistono quando si avventurano nella sala di un ristorante. Sono nove dritte da ristoratori, gestori di locali e responsabili dei vini. Considerateli i buoni propositi dell'anno nuovo per diventare migliori clienti di ristoranti nel 2016. **Non impilare i piatti vuoti** _Elizabeth Parker, general manager di Crane &Turtle_ Nei ristoranti eleganti è meglio lasciar sparecchiare il personale. Secondo Parker, un pila di piatti “segnala visivamente alle altre persone nel ristorante che il servizio non è buono”. Inoltre, anche se siamo animati dalle migliori intenzioni, passare un piatto vuoto a un cameriere può essere controproducente: “Se sto cercando di liberare il tavolo in modo sicuro ed elegante, non mi è d'aiuto”. **Non toccare il cameriere** _Justin Abad, socio del Pop 's SeaBar_ “Sembra una cosa ovvia, ma vi sorprendereste di quanto spesso avviene”, dice Abad parlando dei clienti che “allungano le mani”. “La maggior parte delle volte l'obiettivo è 'Non vedo l'ora di ordinare o di chiedere qualcosa', ma è fastidioso essere chiamati con un colpetto sulla spalla”. **Non annusare il tappo del vino** _Sebastian Zutant, responsabile del vino di The Red Hen_ Per scoprire gli aromi di un vino è meglio un sorso. “Annusare il tappo non vi rivelerà niente che non possa dirvi il vino. E in più vi farà sembrare sciocchi”. Se la vostra conoscenza di vini è vicina o pari a zero, Zutant suggerisce anche di essere sinceri con il vostro sommelier: “Preferisco che qualcuno mi dica: 'Non ne capisco niente', invece di usare parole che hanno sentito dire come 'fruttato' o 'terroso'”. **Non uscire scontenti da un ristorante** _Daniel Kramer, managing partner di Duke 's Grocery_ “Se c'è un problema o qualcosa non va, ditecelo, così possiamo sistemarlo”, dice Kramer. “Siamo qui per rendervi felici. Meglio parlarci subito e spesso, piuttosto che dopo o mai”. **Non sfregare le bacchette** _Can Yurdagul, co-proprietario di Sushi Capitol_ Può capitare che le bacchette usa e getta si scheggino quando le seperate, ma evitate di sfregarle l'una contro l'altra per limarle, se non volete dare il messaggio “Questo ristorante dovrebbe mettere a disposizione bacchette di buona qualità”. E non abbiate paura di provare cose nuove quando ordinate! “I nostri ospiti vengono per provare cose stimolanti”, dice Yurdagul, “Se un cliente ordina un California roll o un roll al tonno piccante, significa che non ci siamo fatti capire”. **Niente ghiaccio nel whisky** _Bill Thomas, proprietario del Jack Rose Dining Saloon_ Secondo Thomas “non esiste un modo sbagliato di bere whisky, basta bere whisky”. Se però volete cogliere appieno l'essenza del distillato, evitate il ghiaccio. “Qualsiasi elemento freddo intorpidisce e blocca il palato. Il ghiaccio non permette di gustare tutto il sapore”. **Non inchiodatevi alla sedia al primo appuntamento** _Megan Barnes, socia di Espita Mescaleria_ Anche se c'è grande sintonia, non è una buona scusa per rimanere paralizzati al tavolo. “Le persone parlano per venti minuti perché non si conoscono, ma ordinano una cosa da bere e rimangono sedute per ore davanti a quel bicchiere”, dice Barnes, “Fateci caso”. **Piano con la salsa di soia** _Kaz Okochi, proprietario del Kaz Sushi Bistro_ Per il sushi, il galateo giapponese prevede di intingere appena il roll – e non inzupparlo – nella salsa di soia. “Altrimenti coprite il sapore del sushi”, dice Okochi. “E poi, se lo immergete troppo a lungo, il riso del sushi si sfalda”. **Osate** _Gabriela Febres, co-proprietaria di Arepa_ “Se ne scappano spesso”, dice Febres delle persone che non conoscono il suo prodotto, una specialità venezuelana a base di farina di mais, spesso con carne e formaggio. “Ma quando si fermano e spieghiamo loro di che si tratta, non possono più farne a meno”. Se siete intraprendenti, potreste scoprire piatti deliziosi che normalmente non considerereste. **- [Cose che odio negli alberghi](<http://www.wittgenstein.it/2015/09/21/difetti-alberghi/>)** _© The Washington Post 2015_ *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Nove cose da non fare al ristorante
Il demone dello sguardo, del corpo, della fiaba e dell’orrore
>> >> Secondo le previsioni per domani, domenica 28 agosto sarà una giornata dal tempo variabile con possibilità di piogge un po' in tutta Italia. Al mattino al Nord ci sarà cielo nuvoloso e qualche pioggia soprattutto sulle regioni occidentali e sulla Pianura Padana, ma nel corso della giornata la situazione dovrebbe gradualmente migliorare. Al Centro il cielo sarà prevalentemente sereno, ma qualche piovasco potrebbe esserci in Toscana e Lazio, sia nelle zone costiere che in quelle interne. Al Sud ci saranno nuvole in particolare sulle regioni tirreniche fin dal mattino, ma solo nel pomeriggio potrebbe verificarsi qualche temporale sparso >> >> [ ](<https://www.ilpost.it/2022/08/27/meteo-domenica-28-agosto/pomeriggio-382/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2022/08/27/meteo-domenica-28-agosto/pomeriggio-382/>) Pomeriggio [](<https://www.ilpost.it/2022/08/27/meteo-domenica-28-agosto/sera-343/>) Sera [](<https://www.ilpost.it/2022/08/27/meteo-domenica-28-agosto/notte-347/>) Notte [](<https://www.ilpost.it/2022/08/27/meteo-domenica-28-agosto/mattina-261/>) Mattina >> >> _Le mappe e le previsioni arrivano dal[sito dell’Aeronautica Militare](<http://www.meteoam.it/>), quello che dovete visitare se volete previsioni affidabili (e leggermente aggiornate rispetto a quelle di questo articolo) e [stare alla larga](<https://www.ilpost.it/2017/08/09/meteo-siti-per-informarsi-previsioni/>) da allarmismi inutili_ *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Le previsioni meteo per domenica 28 agosto
News online, tra bufale e disinformazione
La storia di Leone Jacovacci, detto “Er Nero di Roma”, italo-congolese campione italiano europeo dei pesi medi nell’Italia fascista, è stata sensazionale. Jacovacci era mulatto, ma soprattutto era un romanaccio verace. Vediamo la sua storia: Una vita in movimento Leone nacque nell’odierna Sanza Pombo, in Angola − ma all’epoca ancora parte del Regno del Congo −, il 19 aprile 1902. Leone non conobbe mai il Congo; infatti il padre decise di portarlo in Italia ancora infante. Così, Leone crebbe nel viterbese coi nonni e a 16 anni si recò a Taranto, pronto ad imbarcarsi verso l’Inghilterra. Il giovane arrivò a Londra e fu qui che incontrò lo sport che cambiò la sua vita: la boxe. Cambiò anche il suo nome, assunse un nome da star di Hollywood: si faceva chiamare John Douglas Walker. Leone, in particolare, cominciò a praticare il pugilato quando si arruolò nel Bedfordshire Regiment , ossia la linea di fanteria dell’esercito di sua maestà . Il 14 luglio 1919, dunque, Jacovacci esordì con lo pseudonimo di “Jack Walker”; il nome fu un omaggio al campione mondiale dei pesi massimi Jack Dempsey, un’autentica leggenda nel settore. Dopo una serie di buoni incontri, Jacovacci decise di emigrare in Francia per cimentarsi nel pugilato francese; nel 1921 si trasferì a Parigi dove risiedeva un suo parente. Qui affrontò e sconfisse molti avversari, tra cui Hubert Roc, uno dei pugili francesi più quotati del tempo. Leone dopo queste esperienze si convinse che era il momento di tornare a casa. Il ritorno in un paese difficile Leone tornò in Italia nel 1922  per dare l’assalto al titolo italiano dei pesi medi. Affrontò  il campione Bruno Frattini, a Milano, ma non ci fu nessun arrembaggio al titolo: l’incontro fu senza la corona in palio. Leone, sconfitto ai punti, dimostrò comunque la sua netta superiorità.  Tornò quindi in Francia, dove combatté altri 46 match, alcuni in Svizzera e in Argentina. Quando, nel 1925, Leone fece nuovamente ritorno in Italia, nel paese si era già instaurata la dittatura fascista di Mussolini. Il pugile si inserì subito dentro il circuito del pugilato italiano. Gli italiani erano stupiti nel vedere un mulatto italico che parlava romanesco. Su questo punto c’è un aneddoto interessante di quando Leone, ancora sotto lo pseudonimo di Jack Walker, venne a combattere in Italia e a fine round gli spettatori, sentendo questo inglese dire ai suoi allenatori “aò passame l’acqua”, rimasero basiti. Leone era italiano e si sentiva profondamente romano, ma romano di quelli veraci. Inserirsi nel contesto sociale italiano del tempo non fu cosa facile. Nella società italiana era in atto il processo di fascistizzazione che investì ogni campo della vita del paese, ma più che i suoi concittadini a mettere i bastoni tra le ruote del pugile fu il Partito nazionale fascista.  Jacovacci era un vero e proprio beniamino del popolo romano e il fascismo cominciò a capire che avevano un serio problema da risolvere. C’era infatti un ostacolo da superare per accedere al titolo: l’ottenimento della cittadinanza italiana; fu qui che il PNF profuse tutte le sue energie per impedire che ciò accadesse. Partì così un lungo iter burocratico che Leone dovette affrontare non senza fatica. Aveva tutte le carte in regola per accedere come contendente numero uno contro il campione in carica; Leone aveva sconfitto pugili del calibro di Marcel Thill e Georges Carpentier, quest’ultimo un’autentica leggenda e ex campione dei pesi mediomassimi. Alla fine il partito si arrese; così, il 16 ottobre 1927, Leone Jacovacci ottenne la tanto agognata cittadinanza italiana e quindi la possibilità di affrontare il campione italiano ed europeo dei pesi medi: Mario Bosisio. La sfida a Mario Bosisio: Leone campione oscurato dal regime Nonostante la macchina burocratica fascista si fosse mossa con tutte le sue forze per impedire a Jacovacci di avere la cittadinanza, essa fu costretta a venire a patti con la realtà. La realtà era che Jacovacci piaceva al popolo; a Roma era un idolo, ma il partito fascista lo vedeva come una minaccia alla “purezza della razza italica”. Il 24 giugno 1928, nonostante i ripetuti sforzi dei fascisti per impedirlo, venne organizzato il match tra i due pugili. L’incontro si svolse allo Stadio del Partito , l’attuale Flaminio, a Roma. L’evento sportivo fu di grande portata mediatica e sociale; allo stadio accorsero quarantamila persone per assistere a questa sfida leggendaria. Il match assunse anche dei connotati campanilistici: Jacovacci era potente, era nero, era romano e del popolo; Bosisio era tecnico, biondo, bianco come il latte e veniva dalla Milano borghese. Era una sfida tra le città di Roma e Milano. Il match fu il primo vero scontro sociale della storia dello sport, ma fu anche una grande affermazione della boxe italiana: erano due atleti italiani a contendersi il titolo europeo. Tra gli spettatori, ci furono anche i più importanti gerarchi fascisti come Italo Balbo e Giuseppe Bottai. Erano presenti i cinegiornali e partecipò anche Gabriele D’Annunzio in persona. I due erano ottimi pugili, ma a vincere, dopo un match molto tirato, fu Leone Jacovacci che conquistò il titolo italiano dei pesi medi e quello europeo. A riprendere il tutto c’era l’Istituto luce che al momento della dichiarazione di vittoria di Jacovacci interruppe le riprese: cominciò così la censura di Jacovacci da parte del regime. La censura e il razzismo italiano Dopo la conquista delle cinture cominciò l’ostracismo verso il nuovo campione. La stampa fascista si scagliò contro Jacovacci definendolo un pugile imperfetto, scarso tecnicamente e dotato solo di forza bruta. Le parole più taglienti arrivarono dalle pagine della rivista sportiva ufficiale del regime: Lo Sport Fascista dove comparvel’articolo La razza nera nella storia del pugilato. In questo pezzo si rifletteva su come gli atleti di colore nel pugilato riuscissero ad eguagliare e a volte a rendersi superiori rispetto ad atleti di razza bianca. L’inizio dell’articolo poteva dare l’impressione di una semplice analisi, magari anche priva di razzismo − anzi, al suo interno vi era proprio una critica ad anglosassoni ed americani per il loro razzismo verso gli atleti di colore −, ma le cose non stavano esattamente così. Il pezzo infatti avrebbe mostrato tutta l’ipocrisia e il razzismo di cui era intriso il regime mussoliniano nelle ultime pagine, lasciando emergere una lunga serie di pregiudizi. Secondo l’articolo, erano unicamente le caratteristiche fisiche, ma non quelle intellettive, a dare particolari vantaggi agli afroamericani in questo sport. Un atleta nero, insomma, aveva avuto soltanto la fortuna di una miglior prestanza atletica, dato che dimostrava tutto meno che intelligenza sul ring, tanto da dover ricorrere ad espedienti, a trucchi per agevolare il proprio incontro in quanto privo di lealtà; il che costringeva i pugili bianchi, per potersi far rispettare, a picchiare quanto più possibile un pugile nero per dimostrargli con la forza la sua inferiorità. L’argomentazione, per assurdo, non sarebbe stata vera neanche nel caso specifico di Jacovacci, il quale era un pugile, proprio da punto di vista tecnico e pugilistico, intelligente, che non combatteva solo con la forza bruta. La sua boxe aveva già tratti moderni e un movimento di gambe fuori dal comune per quel tempo. A queste concezioni razziali si unirono anche quelle eugenetiche, dove dottori come Enrico Morelli, il padre dell’eugenetica italiana, scrivevano che si dovesse prevenire il proliferare dei meticciati come lui. Un pioniere Jacovacci fu insomma un pioniere, forse inconsapevolmente, dei pugili di colore nel nostro paese. Purtroppo fu un esempio di mancata integrazione causata anche dalle circostanze politiche del tempo. Ancora oggi, con piene libertà democratiche e costituzionali, si verificano molti casi di razzismo sportivo e l’integrazione pare non essere mai arrivata. Dopo l’esperienza di Leone Jacovacci, bisognerà aspettare gli anni Ottanta prima di riavere un altro pugile di colore cittadino italiano, che per ironia della sorte sarà un altro congolese, in grado di conquistare il titolo italiano e quello europeo, chiudendo il cerchio aperto da Jacovacci, ma anche il titolo mondiale dei pesi medi: parliamo di Sumbu “Patrizio” Kalambay. La storia di Jacovacci è rimasta sepolta per tantissimi anni ed è stata riportata alla luce solo grazie a Mauro Valeri, sociologo purtroppo scomparso nel novembre scorso, in quel bellissimo libro dal nome Nero di Roma, storia di Leone Jacovacci l’invincibile mulatto italico.
Leone jacovacci la linea di colore italiana
La nuova app di Google per pagare alla cassa con lo smartphone in tasca
['È scoppiata di recente la polemica sulla difficoltà, da parte delle piccole aziende, di reperire persone disposte a svolgere determinati lavori. Soprattutto con l’arrivo della stagione estiva molti esercenti hanno denunciato ', 'la scarsa disponibilità', ' di giovani e adulti ad accettare determinati lavori, complice il reddito di cittadinanza e lo scarso spirito di sacrificio. Dall’altra parte invece si sostiene che i datori di lavoro dovrebbero offrire stipendi più alti e smetterla di sfruttare gli stagionali, redistribuendo una parte dei loro lauti guadagni.', '', '', 'La verità, come al solito, sta nel mezzo e se è vero che un tempo per noi ragazzi era quasi normale andare a raccogliere la frutta o fare i camerieri in cambio di poche lire è altrettanto vero che la carenza di personale non lo vivono solo le aziende che offrono stipendi bassi e lavori umili, ma anche quelle che cercano figure specializzate con stipendi importanti, soprattutto in alcuni ', 'settori artigianali, produttivi o dell’informatica', '.', '', '', 'Le cause di questa difficoltà sono molteplici e spesso intrecciate tra loro, ma potremmo riassumerle in macro categorie:', '', '', '1. La scuola', ' ', 'ha perso il contatto con la realtà', ', e in generale non è in grado di formare persone con le competenze richieste oggi dalle aziende. L’alternanza scuola-lavoro è un’attività praticamente inutile, che non permette di formare i giovani e non fornisce alcun aiuto alle aziende.', '', '', '2.', ' Anni di messaggi distorti hanno portato all’idea che se fai un lavoro manuale sei un fallito, quindi tutto ', 'il mondo dell’artigianato sta lentamente morendo', '. Senza una valorizzazione culturale di questi lavori ci giocheremo migliaia di micro aziende, destinate a chiudere per carenza di giovani disposti a raccogliere l’esperienza della precedente generazione.', '', '', '3.', ' L’altra distorsione è che ', 'lavorare per una multinazionale', ' è considerato molto più prestigioso, anche se si guadagna meno e si è trattati come numeri. Però vuoi mettere l’orgoglio della mamma nell’annunciare ai parenti che il figlio neolaureato “è stato assunto da Google” piuttosto che dire che ha trovato posto in una piccola azienda di fronte casa?', '', '', '4.', ' I nostri giovani hanno nuove priorità, che noi adulti non concepiamo. Ad esempio per loro la ', 'libertà di cambiare spesso lavoro', ' è un valore che noi facciamo fatica ad accettare, visto che veniamo da una cultura per cui era un vanto poter dire di aver lavorato tutta la vita per la stessa azienda.', '', '', '5.', ' Gestire e motivare ', 'gruppi di lavoro', ' è diventato molto più complesso, quindi capita sovente di perdere persone appena inserite, semplicemente perché non si sono trovate bene in azienda. Oggi è diventato fondamentale creare un buon clima, fornire un’organizzazione efficiente e introdurre sistemi meritocratici per non perdere i collaboratori migliori.', '', '', 'Come sopperire a tutte queste oggettive difficoltà?', '', '', '', '', 'Innanzitutto entrare nell’ottica che la ricerca di nuovo personale non va fatta in urgenza, ma deve diventare ', 'un’attività costante', '. Questo significa farsi trovare già pronti (con Curriculum\xa0già selezionati e primi colloqui già fatti) quando effettivamente avremo bisogno di inserire qualcuno, senza doverci accontentare del “meno peggio”.', '', '', 'La ricerca deve essere fatta usando ', 'tutti gli strumenti a disposizione', ' (piattaforme digitali, giornali, annunci locali) ma soprattutto coinvolgendo i nostri collaboratori nel reclutamento di persone valide che già conoscono. La selezione deve passare attraverso colloqui professionali ed approfonditi, che permettano sia all’azienda che al candidato di non dover scegliere istintivamente ma sulla base di una vera ', 'conoscenza reciproca', ', che a volte richiede più incontri o brevi periodi di prova.', '', '', 'E soprattutto rendete le vostre aziende veramente accoglienti, in modo che si sparga la voce che chi ci lavora lo fa sentendosi apprezzato e valorizzato, coinvolto ed ascoltato. Così come per i clienti, anche nella ricerca di collaboratori ', 'il passaparola positivo', ' è il modo migliore per attirare persone valide.', '', '', '[di Fabrizio Cotza]', '', '']
Perché nelle piccole aziende c’è carenza di personale?
Dalla Sanità alla salute
Veton Surroi Sabato scorso il puzzo d'esplosivo ha intriso nuovamente la politica kosovara. Una potente esplosione ha devastato il quartiere generale del movimento ORA. Fortunatamente senza vittime. Osservatorio ha incontrato Veton Surroi, animatore di ORA nonché intellettuale ed editore 21/04/2005 -  Biserka Ivanović Lo scorso 17 aprile, alle 10 e mezza di sera una forte esplosione ha distrutto gli uffici centrali di ORA, partito attualmente all'opposizione in Kosovo. Il suo leader Veton Surroi - editore del quotidiano Koha Ditore, uno dei più letti nella Provincia - è stato negli ultimi due decenni uno dei più acuti ed influenti analisti politici ed opinionisti in Kosovo. A caldo, poco dopo l'esplosione, Veton Surroi ha dichiarato ai media che si aspettavano quest'esclation della violenza. "Abbiamo ammonito in merito il Rappresentante Speciale UNMIK, il Primo ministro, la KFOR forza di interposizione NATO in Kosovo, ed il gruppo di contatto, ma nulla è stato fatto per fermare questi attentati di cui sono responsabili gruppi di criminalità organizzata con legami politici". Anche le istituzioni internazionali presenti in Kosovo ed i leader politici kosovari hanno condannato l'attacco dinamitardo contro gli uffici di ORA. Larry Rossin - numero due dell'UNMIK - ha dichiarato che "qualsiasi progresso verso al definizione dello status finale del Kosovo e verso le sue aspirazioni potrebbe essere minato da attacchi come questo, ma anche dal tipo di mentalità, che non guarda in modo democratico, positivo e costruttivo al futuro del Kosovo". Ho incontrato Veton Surroi nel suo ufficio presso l'Assemblea del Kosovo a soli tre giorni dall'attentato alla sede del suo partito. "Ma quale il movente di quest'atto criminale?". "Non ne riesco a vedere altri che di matrice politica" ha risposto lui "ma non so chi vi sia dietro e chi lo ha realizzato. Per questo preferisco non speculare e lascio che la polizia faccia il suo mestiere". Gli ho poi chiesto come si sentisse. "Non è certo una sensazione piacevole sapere che non potrò più camminare da solo per le strade di Pristina ma accompagnato da agenti di polizia che mi accompagneranno ovunque vada. Non è certo la vita che mi auguro per il futuro". Veton Surroi è attualmente uno dei quattro politici del Kosovo minacciati dalla sedicente Organizzazione per la Sicurezza della Patria. Ed è stato il primo preso di mira. "Ma chi crede vi sia dietro a quest'Organizzazione, chi gli autori delle lettere di minaccia che avete ricevuto in queste settimane?". "Nelle lettere sono stato minacciato, come è accaduto ad altri politici, di morte a causa di alto tradimento", ha risposto lui. "Ma di che tradimento?". "Non posso rispondere, non riesco a capire i motivi delle minacce, non riesco a ricondurre alcun mio atto all'alto tradimento". Parlando della situazione della sicurezza in Kosovo Veton Surroi riesce anche a vedere degli aspetto positivi. Almeno ora - spiega - temi legati ai cosiddetti servizi di para-sicurezza, e l'Organizzazione per la Sicurezza della Patria è probabilmente rinconducibile a questi ultimi - emergono e vengono dibattuti pubblicamente". Il leader di ORA afferma poi che a suo avviso tali gruppi vennero creati attorno ai maggiori partiti politici, quale LDK ed il PDK, poiché nell'immediato dopoguerra la situazione in merito alla sicurezza era molto difficile e si stava come in un limbo, in un'assenza di stato di diritto. "Un qualche tipo di protezione, innanzitutto personale, era necessaria". Ma è allora conseguenza logica chiedersi se oggi questi gruppi di para-sicurezza siano ancora necessari, e quando questi ultimi verranno smantellati permettendo al Kosovo di percorrere con convinzione la strada dello stato di diritto. Come fare in modo che questi servizi di para-sicurezza non rappresentino una minaccia per il futuro del Kosovo e dei suoi cittadini? Secondo Surroi questi servizi di para-sicurezza debbono al più presto essere inglobati in un concetto più ampio di sicurezza, volto a riconciliare vari interessi. Questo non può prescindere da un accordo tra il Presidente Ibrahim Rugova, leader dell'LDK e Hashim Taqi, a capo del PDK. Sono questi ultimi infatti i due partiti più influenti. Sui servizi di sicurezza vi è - aggiunge Surroi - una sostanziale omertà. Rivolgendosi ai media nelle ore successive all'attentato Surroi ha segnato la differenza tra ORA ed altri movimenti politici: "Non siamo persone identificate con guardie del corpo ed armi da fuoco. Questo poiché non utilizziamo e non intendiamo farlo, alcuna forma di violenza. Siamo contro il crimine organizzato. Siamo per uno stato democratico e lo stato di diritto". Dall'inizio di marzo ed a partire dall'incriminazione dell'ex Primo ministro Haradinaj da parte del Tribunale dell'Aja - nonostante quest'ultimo si sia consegnato spontaneamente senza opporre alcuna resistenza - sta emergendo in Kosovo una situazione del tutto fragile. Vi è stato un attentato contro il Presidente del Kosovo Ibrahim Rugova, che per fortuna non ha causato vittime, poi l'uccisione di Enver Haradinaj, fratello dell'ex Premier del Kosovo, ed infine l'attentato alla sede di ORA. Fatti criminali che dimostrano come, sotto la superficie, vi siano grosse frizioni e movimenti. La violenza si scatena quando alcune questioni emergono e divengono di dominio pubblico. Il dato più significativo della scena politica kosovara delle ultime settimane è stato il deteriorarsi delle relazioni tra la coalizione di partiti al governo, formata da LDK ed AAK, ed i partiti dell'opposizione, PDK ed ORA. La situazione è peggiorata in seguito alle accuse del PDK contro il vice Primo ministro Adem Salihaj ed altri ministri dell'LDK accusati di corruzione ed abuso d'ufficio. Surroi a questo proposito parla con cautela: "ORA non ha alcuna prova a propria disposizione su fatti di corruzione in seno al governo. Ciononostante la coalizione al governo ed in particolare l'LDK non ha agito in modo corretto. Alle accuse è stato risposto che queste ultime non verranno neppure prese in considerazione. Non è una risposta adeguata alla gravità dei sospetti". Negli editoriali apparsi sui maggiori quotidiani del Kosovo sono stati in molti a mettere in dubbio la credibilità delle istituzioni e dei servizi di sicurezza kosovari di fronte ai cittadini. Le questioni emerse in questi giorni sono state interpretate non come problemi ordinari per il Kosovo ma come fardelli che non verranno superati facilmente. Alcuni giornalisti hanno anche sottolineato come il livello di violenza sia in queste ultime settimane notevolmente incrementato. Di fonte a questo si interrogano le istituzioni. "Qualcuno sarà richiamato alle proprie responsabilità davanti ai cittadini del Kosovo per i fallimenti nel combattere il crimine organizzato? O forse c'è gente che ancora pensa che non si tratti di un fallimento continuare a ripetere che indagini sono in corso ...?". I cittadini del Kosovo sembrano sempre più insofferenti a risposte di questo tipo da parte delle autorità. La speranza di molti è che si riescano a superare questi forti contrasti e l'intolleranza che impregna le relazioni politiche attuali. L'opposizione ha il ruolo istituzionale di monitorare l'operato del governo, sottolineare ciò che non va, proporre alternative. Ruolo che difficilmente può essere svolto se vi è una mancanza assoluta di fiducia nell'avversario politico. Che ne sarà del rapporto tra maggioranza ed opposizione in Kosovo lo scopriremo prossimamente. //<![CDATA[ document.write('<fb:like href="http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Kosovo-politica-alla-dinamite-29040"></fb:like>'); //]]> Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT ! I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy Commenti Kosovo, bordello e far west Log in or create a user account to comment.
Kosovo: politica alla dinamite
"Se vincete ve menamo"
> > Il 12 aprile ai giornalisti stranieri in Corea del Nord è stato annunciato un grande evento a cui avrebbero potuto prendere parte oggi. Visto che nell'ultima settimana i media di stato nordcoreani avevano detto che il paese è pronto a compiere un attacco nucleare verso gli Stati Uniti [se dovesse subire un "pre-emptive attack"](<https://www.ilpost.it/2017/04/02/invasione-diplomazia-corea-del-nord/>), c'era chi pensava che l'evento potesse contemplare un'esibizione delle armi nucleari nordcoreane. Come capita di solito con questi annunci, invece, l'evento non era nulla di che: il dittatore Kim Jong-un [ha solo inaugurato una nuova area residenziale](<https://www.nknews.org/2017/04/north-korea-opens-ryomyong-street-in-pyongyang/?c=1492071578547&utm_content=buffer1bec3&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer>) a Pyongyang, la capitale, nella via Ryomyong. La costruzione del complesso di grattacieli era iniziata nel marzo 2016 ed è stata l'ennesimo piano di sviluppo urbano di Pyongyang voluto da Kim. > > Nelle fotografie scattate durante l'inaugurazione (che sono venute molto bene anche perché stamattina il cielo di Pyongyang era terso) si vedono militari, bandiere, palloncini, donne abbigliate con i costumi tradizionali e un grosso nastro rosso tagliato da Kim. Alla cerimonia erano presenti decine di migliaia di persone. Ai giornalisti non è stato permesso di portare con sé i cellulari durante l'inaugurazione. > > [ ](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-65/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-65/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-64/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-66/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-67/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-68/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-69/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-70/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-71/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-72/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-73/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-74/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-75/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-77/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-78/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-79/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-80/>) > > Per il regime nordcoreano, fare assistere i giornalisti alla cerimonia è stato un modo per mostrare agli altri paesi del mondo le proprie capacità di costruire edifici moderni (molti sono attrezzati con pannelli solari), oltre a fare parte della propaganda. La Corea del Nord si sta preparando anche a un altro grande evento celebrativo: la parata del 15 aprile, giorno in cui si ricorda il compleanno di Kim Il-sung, primo dittatore del paese e nonno di Kim Jong-un. A quest'altra cerimonia parteciperà anche il senatore italiano Antonio Razzi. > > [corea del nord](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-69/>) > (AP Photo/Wong Maye-E) > > [corea del nord](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-67/>) > (AP Photo/Wong Maye-E) > > [corea del nord](<https://www.ilpost.it/2017/04/13/corea-del-nord-fotografie-inaugurazione-kim-jong-un/corea-del-nord-66/>) > (AP Photo/Wong Maye-E) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Una cerimonia come un'altra in Corea del Nord
Si è ripresa l'Islanda
['Il ', 'sistema alimentare globale', ' è la principale minaccia per l’86% delle 28.000 specie a rischio di estinzione. Lo afferma ', 'il rapporto ', 'del thinktank di Chatham House.', '\xa0', 'Senza cambiamenti, sottolinea, la perdita di ', 'biodiversità', ' continuerà ad accelerare e minacciare la capacità del mondo di sostenere l’umanità.', '', '', ' Secondo lo studio, la causa principale è un circolo vizioso di cibo a buon mercato: i ', 'bassi costi', ' guidano una maggiore domanda di cibo e la concorrenza spinge i costi al ribasso attraverso l’uso di ', 'fertilizzanti', ' e ', 'pesticidi inquinanti. ', '', '', 'Il rapporto, sostenuto dal programma ambientale delle Nazioni Unite (', 'Unep', '), si è concentrato su tre soluzioni.', '\xa0 La\xa0', 'prima', ' è il passaggio a diete a base vegetale perché i bovini, gli ovini e altri animali hanno il maggiore impatto sull’ambiente. La ', 'seconda', ' soluzione sarebbe liberare la terra esistente per ripristinare gli ecosistemi nativi e aumentare la biodiversità. Mentre la ', 'terza', ' soluzione vedrebbe un’agricoltura meno intensiva e dannosa ma che accetta di essere meno producente.', '\xa0', 'Le rese biologiche, infatti, sono circa il 75% di quelle dell’agricoltura intensiva convenzionale, ha affermato il rapporto.', '', '', ' Secondo lo studio, la riparazione del sistema alimentare globale affronterebbe anche la ', 'crisi climatica e quella sanitaria', '. Il sistema alimentare infatti, causa circa il 30% di tutte le emissioni di gas serra, inoltre, provoca problemi di salute in 3 miliardi di persone e costa trilioni di dollari all’anno in assistenza sanitaria.', '', '']
Solo mangiando molta meno carne riusciremo a salvare il pianeta e la biodiversità
Roberto Maroni sui comuni lombardi che accoglieranno i richiedenti asilo
>> >> Nella **[prima parte della super guida per fotografare con lo smartphone](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/super-guida--come-fotografare-con-lo-smartphone-parte1>)** vi abbiamo presentato **5 trucchi facili per fare delle ottime foto** con lo smartphone. Vi abbiamo anche raccontato **cosa accade in un telefonino quando lo usate per fare le foto** . In questa seconda parte, la nostra guida comincia con **un concetto fondamentale,** per fare ottime foto: **la luce. Vediamo.** >> >> >> >> Non sottovalutare l'importanza della luce! >> >> Uno degli aspetti fondamentali delle fotografie e proprio la cura della luce: **pi u il tuo soggetto sara ben illuminato e piu bella e d'impatto sara la foto**. Non a caso la parola fotografia viene dalla parola greca che, letteralmente, vuol dire " **scrivere la luce** ". Dunque per "scrivere" bene la luce e necessario valutare la necessita di illuminazione di un soggetto, sia in ambiente interno sia esterno. > Se possibile, quando sei **all 'esterno sfrutta la posizione del Sole ** che e il modo piu facile per ottenere belle foto (vedi avanti). Se invece sei in casa **accendi le luci ** delle lampade, anche se ti sembra che non ce ne sia bisogno **.** Se poi **non hai proprio alcuna sorgente di luce artificiale** che illumina la scena che vuoi fotografare, aumenta il cosiddetto "valore ISO" ( di solito **nei telefonini Android viene chiamato** **SCENA / SCN notte ** ) che sopperisce alla mancanza di luce aumentando la luminosita della foto (ma a prezzo di un peggioramento della sua qualita). **Oppure usa il flash** (vedi avanti). >> >> >> >> Le foto e il Sole: come posizionarsi? >> >> Il Sole e **LA luce** per eccellenza, quella che ti permette di fare **belle fotografie senza troppa difficolt a** . Tuttavia ci sono alcuni accorgimenti da considerare: > A meno che tu non ricerchi volutamente un effetto **controluce artistico** ( foto 1 ), e meglio fotografare **tenendo il sole alle spalle** per evitare che il tuo soggetto appaia "annerito" (foto 2: e la tipica foto da buttare!) Se non e proprio possibile spostarsi e mettersi con il Sole alle spalle puoi attivare la funzione " **controluce** " - la trovi solitamente nel **menu SCN o SCENE** (vedi il simbolo del controluce nella foto 3) - che ti dara una mano ad evitare l' annerimento del soggetto. > Se il soggetto e abbastanza vicino (diciamo **entro un paio di metri da te** ) puoi anche forzare lo scatto del flash, per **illuminare il soggetto con la sua luce** e non far apparire solo la sua sagoma nera. Per scattare con **flash forzato** devi impostare lo smartphone sul **simbolo del lampo** (non su quello del lampo barrato o sul simbolo A che indica il flash automatico). Ricordati di attivare di nuovo il simbolo A **quando hai finito di fotografare in controluce** . Il flash e un accessorio utilissimo, ma ricorda che **usarlo bene non e per niente facile** : leggi piu avanti i consigli del Capitano. ** >** Un buon trucco per fare foto "artistiche" e provare a posizionare/nascondere il sole **dietro un soggetto** e sfruttare i **riflessi che fa sulla lente** per creare un effetto di **luce "magica"** (foto 4) Fai un po' di prove, ** e facilissimo ottenere risultati suggestivi!** >> >> >> >> Il flash: amico o nemico? >> >> Molti smartphone hanno il flash incorporato (ma attenzione! non tutti) che puo rivelarsi utilissimo in casi di buio pesto. Purtroppo il flash (specie se a poca distanza), favorisce quel brutto effetto "visi bianchi pallidissimi tipo zombi" (foto 1) da evitare assolutamente . Meglio dunque **non abusare del flash** e fare attenzione a 3 cose: > e assolutamente sconsigliabile usare il flash per fotografare oggetti o **superfici riflettenti** ( vetri, metalli, ecc., foto 2) se puoi, evita di fotografare **soggetti davanti a muri posti a poca distanza** , per scongiurare ombre nette e dure da film horror! ricorda che la **portata del flash e molto limitata** . Dunque, se la luce e davvero poca e inutile fotografare con il flash dello smartphone un soggetto a oltre 2 metri/2 metri e mezzo. Non serve a nulla perche il lampo non e abbastanza potente. > In questi casi, se puoi accendi qualche luce: **i risultati saranno molto migliori** (foto 3). >> >> >> >> Foto troppo gialle o troppo blu? Impariamo a "fare il bianco nelle foto" >> >> La luce, sia naturale sia artificiale tende a **dare un "colore" alla foto** . Non ti e mai capitato, in casa, di avere scattato una foto e accorgerti poi che **i colori sono tendenti al giallo/arancioni o al blu** ? Cio accade perche **lo smart ha interpretato male il tipo di luce** che illumina il soggetto inquadrato e percio avrebbe dovuto essere ricalibrato. **Il nostro occhio si calibra al meglio e automaticamente con ogni tipo di luce** , senza che ce ne accorgiamo (ed e tutto merito del nostro fantastico cervello). Lo smartphone, invece, non sempre. Per fortuna, **rimediare e facile** . > Seleziona la funzione " **bilanciamento del bianco** " e passa dalla modalita automatica (e quella indicata dalla sigla **AWB** ) a una delle altre opzioni proposte (con luce al neon, con luce incandescente, con cielo nuvoloso, ecc.: **osserva le icone che le rappresentano** ), finche non trovi quella piu adatta per darti una foto dai colori naturali. In quel momento avrai ottenuto quello che i tecnici chiamano "il bilanciamento del bianco". > **>** Un trucco per bilanciare il bianco, ossia per ottenere una foto dai colori fedeli e reali nel caso di luci particolarmente critiche che falsano i colori, e di **puntare a una cosa bianca di riferimento** (per es. un muro o un foglio di carta bianchi) fino a quando **non la vedi a schermo davvero bianca** , ossia ne troppo blu, ne troppo gialla/ arancione ( foto sotto ). >> >> >> >> Inquadra e prendi le giuste distanze! >> >> Piu o meno **tutti sappiamo inquadrare una foto** : si punta lo smart verso il soggetto, lo si centra vagamente … **e clic** ! Semplice, no? Vedremo nella terza parte della guida **i trucchi professionali per ottenere un 'inquadratura a regola d'arte** . Prima, pero, in questa sezione vorrei parlarvi di un fattore strettamente collegato a quello: **la distanza del soggetto** . > Uno degli **errori pi u comuni** che si fanno fotografando con lo smartphone e **fare foto da troppo lontano** . Questo e un modo infallibile per ottenere soggetti **poco nitidi e sfocati** , in particolar modo se l'apparecchio non ha una **risoluzione davvero alta.** > Ricorda, comunque, che gli smartphone non sono apparecchi fotografici professionali: nessuno di loro ha una qualita abbastanza alta per **rimediare davvero a una foto fatta da troppo lontano!** > Ritagliare il soggetto di una foto per **ingrandirlo con un 'app** dara sempre risultati mediocri, pertanto ricordati di **avvicinarti sempre il pi u possibile** , ** ** per catturare piu dettagli. >> >> >> >> To zoom or not to zoom? >> >> **Zoomare o non zoomare?** È quello che ci viene in mente dopo aver letto il punto precedente. E infatti qualcuno di voi mi potrebbe dire ** «** **io non mi muovo perch e tanto per ingrandire i soggetti lontani ** **basta usare lo zoom »** . > **Proprio no, cari focusini.** Mi spiace davvero ma purtroppo, il 99% degli smartphone **ha uno zoom detto "digitale"** che non fa altro che moltiplicare artificialmente i pixel (i punti che compongono la foto) con una conseguente perdita di nitidezza (tanto piu che la maggior parte degli smart non ha nemmeno un buon obiettivo). > In pratica lo zoom digitale il modo migliore per ottenere foto con l' **effetto a cubettoni in stile vecchio Mario a 8 bit** . Percio ti consiglio **di evitare, tutte le volte che puoi, l 'uso dello zoom digitale. ** Cerca sempre di avvicinarti di piu al soggetto. > Il grande fotografo ungherese **Robert Capa** (uno dei piu straordinari fotografi del secolo scorso), ha detto: ** «se una foto non ti e venuta abbastanza bene e perche non ti sei avvicinato abbastanza»** . E se lo diceva lui, che era un eroe fotografo di guerra… > Guarda, nelle foto qui sotto, **come cambia il risultato** avvicinandoci alla ragazza **anzich e ingrandirla usando lo zoom digitale del telefonino** . >> >> >> >> Leggi la **[Terza parte della super guida per fotografare con lo smartphone](<http://www.focusjunior.it/tecnologia/super-guida-come-fare-belle-foto-con-lo-smartphone-parte-3>)**! >> >> E, se vuoi, rileggi la **[Prima parte della super guida per fotografare con lo smartphone!](<http://www.focusjunior.it/parlo-con-tutti/capitan-erik/super-guida--come-fotografare-con-lo-smartphone-parte1>)** *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Super guida | Come fare belle foto con lo smartphone (parte 2)
La procura generale peruviana ha avviato un'indagine sull'operato della presidente Dina Boluarte, del capo del governo e di due ministri nella gestione delle proteste in corso da oltre un mese nel paese
> > L'attuale proprietà di maggioranza del Genoa CFC [ha annunciato](<https://genoacfc.it/genoa-cfc-comunicato-stampa-6/>) di aver conferito il mandato di advisor per la cessione a una società di consulenza, la quale verrà "affiancata da un soggetto avente profilo e network internazionali", come scritto nel comunicato pubblicato martedì sul sito. Il presidente e proprietario del Genoa, Enrico Preziosi, era già da tempo disponibile alla cessione del club, ma l'annuncio ufficializza in modo definitivo la messa in vendita della società. A due giornate dal termine della Serie A, la squadra di calcio più antica d'Italia si trova a solo un punto dal terzultimo posto in classifica e rischia la retrocessione in Serie B. Il tifo genoano contesta da anni la gestione di Preziosi a causa di scelte tecniche discutibili e continui stravolgimenti della rosa giocatori. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il Genoa Cricket and Football Club è ufficialmente in vendita
La provincia canadese del Québec imporrà una tassa alle persone non vaccinate contro il coronavirus
[ ACQUISTA IL Nr. 23/2021 IN DIGITALE](<https://left.it/prodotto/left-23-2021-11-giugno/>) # IN COPERTINA ## Neocolonialismo, barbarie di _Stefano Galieni_ ## “Scusate se vi abbiamo sterminato” di _Claudio Geymonat_ ## Prove tattiche di riconquista dell’Africa di _Martina Di Pirro_ ## Rwanda 1994, Jean e Marie alla ricerca della verità di _Simona Maggiorelli_ ## Dove hanno sepolto i bambini? di _Federico Tulli_ ## Nativi canadesi, breve storia di un genocidio culturale di _Lorenzo Fargnoli_ ## Una giornata per ricordare i crimini del colonialismo di _Antonella Bundu_ # SOCIETÀ ## Il coraggio che manca su Saman Abbas di _Giulio Cavalli_ ## Grandi opere, piccoli risultati di _Michele Bollino_ # ESTERI ## Altolà, ora il Partito vuole il terzo figlio di _Andrea Armando Casales_ ## “Non siamo macchine per fare figli” di _Alessandra Colarizi_ ## «La mia lettera da un carcere di Ankara» di _Sebahat Tuncel_ ## Il cammino di Zehra in cerca della libertà di _Giulia Prizzitano_ # CULTURA ## Eva Cantarella: Libere ma non liberate, la vita delle donne a Sparta di _Simona Maggiorelli_ ## Semi portati dal vento di _Paolo Fiori Nastro_ ## Mille e una poesie per i più piccoli di _Paola Vassalli_ * * * # Le rubriche ## Left quote di _Massimo Fagioli_ ## Editoriale di _Simona Maggiorelli_ ## Temperature di _Fabio Magnasciutti_ ## Razzismo inconsapevole di _Gabriella Nobile_ ## Vaurandom di _Vauro_ ## Libri di _Filippo La Porta_ ## Ricreazione di _Manlio Lilli_ ## Tempo liberato ## Community **[PRECEDENTE](<https://left.it/left-n-22-4-giugno-2021/>) | SUCCESSIVO** *[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6. *[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586. *[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco *[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8. *[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42. *[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60. *[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203. *[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586. *[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9. *[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
LEFT N. 23 | 11 GIUGNO 2021
L'Inter ha un nuovo proprietario: il fondo statunitense Oaktree
> > Fiorenzo Magni alla fine del Giro delle Fiandre nel 1950 (Pinguin/CRVV/VISITFLANDERS – Ente del Turismo delle Fiandre) > > Domenica, dopo dodici anni dall'ultima volta, un ciclista italiano [ha vinto](<https://www.ilpost.it/2019/04/07/giro-delle-fiandre-alberto-bettiol/>) il Giro delle Fiandre maschile: la prima volta era successo nel 1949 con Fiorenzo Magni. > > Il Giro delle Fiandre è l'unica corsa monumento del ciclismo a non essere stata mai vinta per più di tre volte: è una corsa imprevedibile, in cui – ancora più che negli altri casi – c'è sempre qualcosa che può andare storto. Tra quelli che l'hanno vinto tre volte c'è proprio Magni, che replicò il risultato del 1949 nel 1950 e nel 1951. Da allora, "Leone delle Fiandre" divenne uno dei suoi soprannomi. L'altro fu "il terzo uomo", perché si trovò a correre negli stessi anni di Fausto Coppi e Gino Bartali. Ma, nonostante questo, riuscì a vincere anche tre Giri d'Italia, oltre a tre Giri delle Fiandre. > > Il Giro delle Fiandre [è una corsa "da leoni"](<https://www.ilpost.it/2019/04/01/giro-delle-fiandre/>) perché sul suo percorso ci sono muri (cioè salite brevi su strade strette e ripide) di pavé, che rende molto complesso manovrare una bicicletta da corsa. Il pavé è anche la cosa che contribuisce al fascino del panorama delle Fiandre, non solo per gli appassionati di ciclismo. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Il primo italiano a vincere il Giro delle Fiandre
Sentenza Tar del Lazio: mascherine obbligatorie a scuola fino al 31 agosto
Al convegno della Farnesina dedicato ai Balcani occidentali emergono con forza gli interessi economici italiani e l'impegno governativo all'integrazione europea. Necessario un salto di qualità. Nessun riferimento al rinnovo della Legge 84. Il resoconto della giornata di lavori 19/01/2007 -  Luka Zanoni 'Il 2007 sarà un anno decisivo per la regione. Un'area che rimane al centro della politica estera italiana. I Balcani non sono più quelli di quindici anni fa, dobbiamo essere consapevoli che ci sono ancora molte sfide ma non dobbiamo dimenticare che dobbiamo saper capire e per capire dobbiamo ascoltare'. Così esordisce nel suo discorso iniziale il sottosegretario agli Esteri Famiano Crucianelli, presentando il Convegno 'La prospettiva europea per i Balcani occidentali. Il ruolo dell'Italia' organizzato dal ministero degli Affari Esteri e tenutosi il 16 gennaio alla Farnesina. Ricordando che 'L'Italia rappresenta un raccordo fisiologico tra i Balcani e L'europa', il sottosegretario Crucianelli ha suggerito che 'il nostro approccio alla regione balcanica deve fare un salto di qualità' L'Italia e i Balcani Dopo il discorso di apertura, la giornata di lavori alla Farnesina ha preso il via con il panel 'L'Italia e i Balcani', moderato da Marta Dassù, consigliere politico del ministro D'Alema. Il panel si è concentrato sul fatto che la politica estera italiana è sempre più orientata e le viene chiesto di esserlo a sostenere l'internazionalizzazione delle proprie imprese. Secondo l'onorevole Umberto Ranieri per il nostro paese 'aumenta la responsabilità storica di far avvicinare questi paesi nell'integrazione euroatlantica'. 'L'Italia è al primo o secondo posto tra i partner commerciali dei Balcani e ' prosegue l'onorevole Ranieri ' stiamo ottenendo ottimi risultati anche nel campo degli investimenti diretti, con la presenza di imprenditori italiani' A ribadire che i Balcani rappresentano un'area strategica per l'imprenditoria italiana è intervenuto Aldo Fumagalli. Per il Presidente e Amministratore Delegato della Sol (una delle aziende leader in Italia per la produzione e commercializzazione di gas industriali, puri e medicali, nonché nell'assistenza medicale a domicilio) si tratta di 'un'area che si sta avviando a mercato unico di 55 milioni di abitanti, con una crescita superiore al resto d'Europa'. Per Fumagalli si tratta di 'un'area adatta ad investimenti di piccole e medie imprese. C'è una cultura simile e una buona formazione delle risorse umane locali. Inoltre c'è un sistema bancario italiano molto presente che aiuta gli imprenditori' Della forte presenza del sistema bancario italiano ha parlato l'amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera, affermando che spesso le banche hanno giocato un ruolo anticipatorio rispetto alla politica. 'Noi siamo riusciti ad arrivare prima di talune riforme istituzionali. Il mercato sta anticipando le istituzioni'. Passera ha poi ricordato che il sistema bancario dei Balcani è controllato da banche internazionali 'al 100% in Albania, al 90% in Bosnia Erzegovina, all'80% in Serbia, montenegro e Kosovo'. Si tratta di paesi ' prosegue l'amministratore delegato di Banca Intesa ' 'con un potenziale di crescita molto significativo. È importante che si crei un sistema tra imprenditori, sistema bancario e diplomazia' Antonio Gozzi presidente del gruppo industrial-commerciale Duferco ha ricordato che 'l'economia tedesca non sarebbe in crescita senza l'Est, e per noi il rilancio passa dai Balcani. Ma il sistema Italia deve mitigare il rischio d'impresa, non possiamo essere soli in questi paesi' - ovvero come ha sintetizzato la Dassù la politica estera diventa uno degli strumenti di moderazione del rischio d'impresa. Di certo gli imprenditori intervenuti, mostrando le potenzialità economiche della regione, hanno messo in luce la necessità di una presenza politica che consenta alla regione di uscire definitivamente dall'impasse politica di questi 15 anni. La prospettiva europea vista dai Balcani I relatori provenienti dalla regione est europea al secondo panel della giornata si sono concentrati sulle difficoltà locali e sulla prospettiva europea. Così l'ex ambasciatore in Italia della Federazione di Jugoslavia, il professor Miodrag Lekic, ha fatto notare che 'oggi abbiamo due Balcani. Quelli integrati in Europa e una sfera isolata, una sorta di enclave, circondata dai membri dell'UE'. Tuttavia ' prosegue Lekic ' 'dietro la volontà condivisa da tutti di entrare nell'UE abbiamo degli ostacoli: la lentezza del processo di allargamento e la stanchezza dovuta all'allargamento'. E per quanto possano essere incoraggianti i risultati dell'economia, non 'bisogna dimenticare che si tratta di paesi poveri. Povertà dovuta anche alla guerra nella ex Jugoslavia'. In questa situazione 'le mafie si comportano come fattore d'integrazione della regione' Ivan Vejvoda, direttore esecutivo del Balkan Trust for Democracy , rammenta che 'i Balcani sono uno dei cortili dell'Europa, sono un unfinished business che deve finire. Nei prossimi 15 mesi ci attendiamo di raggiungere il breaking point in cui la Serbia otterrà, dopo gli obblighi col Tribunale dell'Aja e il Kosovo, lo status di candidato' Il direttore dell' Albanian Institute for International Studies , Albert Rakipi, ha focalizzato l'attenzione sul suo paese dicendo che 'l'Albania dovrà impegnarsi di più che negli anni passati. Che la firma del SAA Accordo di associazione e stabilizzazione ha un effetto importante sull'economia albanese' ma ha precisato che occorre guardare anche alla local ownership e che diventare membro dell'UE è solo una parte del processo di riforma albanese' 'L'Ue è un obiettivo della Bosnia Erzegovina ' sottolinea Osman Topcagic responsabile della Direzione per l'integrazione europea della Bosnia Erzegovina - e c'è una buona percezione dell'UE ma per quanto ne parliamo all'opinione pubblica, questa la traduce in libertà dei visti'. La BiH ha migliorato la sua capacità di negoziazione e ha raggiunto un buon livello di adeguamento legislativo. Molto è stato fatto in questo periodo, ma senza una prospettiva europea non sarebbe stato possibile' A tracciare le tappe del processo di dissoluzione della ex Jugoslavia e il ritorno al nodo del Kosovo ci ha pensato Furio Radin, rappresentante della comunità italiana istriana presso il parlamento croato. Radin ha menzionato pure il ruolo svolto dalla diplomazia italiana a Zagabria che 'è stato fondamentale per la scelta europeista del governo Sanader', ricordando che 'il processo di integrazione dei Balcani occidentali è imprescindibile e per le minoranze rappresenta una garanzia' La cooperazione e gli enti locali Elena Ragusin, giornalista del sole 24 ore coordinava questa sessione ed ha ricordato come le Regioni ed i Comuni, le reti di università e i centri di ricerca fanno a pieno titolo parte della cooperazione decentrata, sono un valore aggiunto importante e non devono solo essere gli attori a cui è delegata la cooperazione governativa per mancanza di fondi. 'Per fare una cooperazione sempre più lucida ed efficace con i Balcani dobbiamo superare la logica del singolo progetto'. Ha detto la viceministro degli Esteri Patrizia Sentinelli. Facendo il punto sulle modalità e sull'efficacia della cooperazione con i paesi dall'altra parte dell'Adriatico, Sentinelli ha affermato che è indispensabile 'discutere di quale cooperazione: quella governativa e quella decentrata', più vicina, quest'ultima, alla società civile ed è proprio alla società civile e alle organizzazioni non governative che la viceministro con delega alla cooperazione guarda con interesse. Per quanto riguarda le priorità, dopo la fase della ricostruzione, sarà utile ridefinire le opere di valorizzazione culturale della sanità, di tutto ciò che è vicino alla gente. Sulla questione del reperimento dei fondi per la cooperazione Sentinelli ha sottolineato che sono state importanti anche le risorse degli enti locali. Ma ha tenuto a precisare che nell' ultima Finanziaria c'è stato, rispetto agli anni precedenti, un notevole incremento dei fondi destinati alla cooperazione. Significative le parole di Josè Rhi-Sausi, direttore del Cespi . 'I Balcani sono stati una grande scuola della cooperazione, si sono attivati in modo massiccio nuovi attori - si tenga presente che 1/3 degli enti locali ha avuto esperienze nella regione, ha rafforzato il concetto di cooperazione come reciprocità ed ha consentito di conciliare obbiettivi che si presentano in modo separato come la pace e la sicurezza, lo sviluppo e la democrazia'. Nonostante le note positive delle dinamiche di cooperazione, se ne aggiungono secondo Rhi-Sausi, altre di carattere negativo: 'Ogni ente ha agito in modo proprio, sicché le controparti balcaniche non hanno visto una strategia comune e quindi un vero sistema' Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte , è tornata sull'importanza della Legge 84 per la cooperazione e la sua forza nel cercare di coniugare internazionalizzazione e cooperazione, una domanda che continua a venire dai nostri territori. Secondo il presidente del Piemonte l'Ue introduce una nuova discontinuità tra le regioni italiane nel rapporto con i Balcani perché alcune parti importanti del nostro paese sono escluse dai fondi di pre-adesione e dalla cooperazione territoriale. Al contrario progetti europei come i twinings sono stati importanti per stimolare la cooperazione diffusa. L'intervento di Sergio Marelli, presidente dell' Associazione ONG italiane , in rappresentanza di un gruppo più ampio di soggetti della società civile, ha insistito sulla necessità di una chiara prospettiva europea per i Balcani Occidentali ed ha offerto alcune valutazioni e proposte sul processo di rafforzamento della pace, della stabilità e dell'integrazione regionale ed europea dell'area. Inoltre, il documento congiunto presentato da ONG e Associazioni italiane suggerisce la costituzione un tavolo di confronto, di valutazione e di proposta con il Governo italiano, le Regioni, gli Enti Locali e gli attori sociali, culturali ed economici interessati all'area al fine di identificare strategie comuni, fare sistema, coordinare e rendere più efficace, nelle proprie autonomie operative, la presenza e l'azione italiana. La Prospettiva europea vista da Bruxelles L'ultimo panel è dedicato al punto di vista di Bruxelles. Secondo Olli rehn il 'summit dell'UE di dicembre è stato male interpretato, perché non è vero che i paesi europei hanno intenzione di chiudere le porte al Sud Est Europa, e lo stesso vale per la Turchia'. Per il commissario europeo il vertice di dicembre era orientato alla possibilità 'di rinnovare la capacità europea di accogliere nuovi membri' Nel corso dell'anno la sfida maggiore è rappresentata dal Kosovo e la situazione si sta muovendo verso i nodi critici. 'L'UE vuole la stabilità' ha ribadito il commissario europeo e 'il ruolo dell'UE si sta intensificando dal momento che il nodo dello status si sta avvicinando'. Olli Rehn non ha mancato di sottolineare le facilitazioni dei visti come primo passo per la libertà di movimento. Sul filo di una metafora calcistica, il commissario europeo non ha nascosto che dopo il fallimento dei referendum francese e olandese, alcuni politici europei vorrebbero relegare l'allargamento ad campionato di serie B. Tuttavia 'non possiamo tradire i paesi del Sud Est europa, tradiremmo le loro speranze di pace e stabilizzazione' ha precisato Carl Bildt, rimarcando l'importanza della missione italiana nel momento appropriato per rilanciare la sfida dell'allargamento. Il ministro degli Esteri svedese ricorda che con la Commissione internazionale sui Balcani, presieduta da Giuliano Amato, si era stati ottimisti sulla data del 2014 per l'ingresso di tutti i Balcani, sì da celebrare il centenario della Prima guerra mondiale con una compiuta integrazione dell'area. Tuttavia, ribadisce Bildt, 'dobbiamo essere realistici e sapere che ci sono molte sfide', ma anche che se 'l'Ue diventerà più grande e ci saranno parecchie sfide dobbiamo capire che diventerà più forte ed ogni allargamento contribuirà a questo' Sulla data del 2014 è lo stesso ministro Amato ad avere dei dubbi. 'Per come stanno le cose oggi, non scommetterei su quella data' - ha ribadito il ministro dell'Interno ' 'ciononostante abbiamo bisogno che nel 2014 si sia vicini alla sua visione finale'. Amato ha confidato alla sala che sono stati gli studenti di Belgrado ad avergli fatto scoprire con piacere che 'l'Europa è una comunità di valori e non solo economica'. 'Anche se forse ci dipingono più belli di quanto siamo' - secondo Giuliano Amato - 'si tratta di uscire da un passato disperato ed entrare in una comunità dove i diritti sono garantiti. E di questo dovremmo esserne consapevoli. Guai se lasciassimo cadere questa speranza' Alessandro Minuto Rizzo, segretario generale delegato della NATO, ha sottolineato l'importanza della NATO, sia nel percorso effettuato dal resto dei paesi dell'Europa centrale post-comunista, che oggi per il Sud Est Europa. Per Rizzo la NATO è importante per la sicurezza ma anche come network di consultazione, che familiarizza con il multilateralismo. Le conclusioni del ministro degli Esteri Dopo aver preso in esame i dossier dei paesi dei Balcani occidentali il ministro degli Eteri Massimo D'Alema ha ribadito che 'la prospettiva europea e l'impegno dell'Italia sono aspetti intrecciati. I Balcani sono una delle priorità della politica estera italiana insieme alla pace in Medio Oriente' Secondo D'Alema bisognerebbe fare un conto dei costi della non Europa nei Balcani e condivide con Rehn l'idea che nell'ultimo summit dell'Ue è stato dato un messaggio positivo anche se è stato male interpretato. 'L'europa non può permettersi un buco nero al suo centro. I Balcani occidentali sono una grande sfida della ostpolitik italiana. Bisogna mettere le istituzioni europee in condizione di poter far progredire il negoziato con la Turchia e chiudere coi i Balcani occidentali' Secondo il ministro degli Esteri 'nei prossimi mesi saremo chiamati a uno sforzo di coerenza e compattezza, senza partigianerie, senza doppi standard che suscitino nostalgie per il passato di cui non c'è bisogno'. 'Una regione balcanica pacificata corrisponde non solo ai nostri interessi ma anche ai valori che ispirano la nostra politica estera', ha concluso D'Alema. //<![CDATA[ document.write('<fb:like href="http://www.balcanicaucaso.org/Tutte-le-notizie/I-Balcani-priorita-della-politica-estera-italiana-37026"></fb:like>'); //]]> Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT !
I Balcani priorità della politica estera italiana
Indagare i talebani per i crimini contro le donne: l'appello di Amnesty International
17 marzo 2017 16:40 Dopo la trilogia di Matrix , che si è consumata agli albori del nuovo millennio (ma sembra passato un secolo), Keanu Reeves ha infilato una serie di film e di ruoli poco convincenti. Del resto dopo aver impersonato il prescelto per tre lunghi, lunghissimi film non era facilissimo ricollocarsi nell’affollato panorama di divi da action movie . Almeno fino a John Wick . Con il film di Chad Stahelski, nel 2014, finalmente Keanu è tornato a fuoco. E infatti da lì in poi, anche in piccoli ruoli (per esempio in The neon demon ), ha dato sempre la sensazione di essere tornato. Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing . Oltre al ritorno sul pianeta Terra del prescelto, l’elemento che faceva funzionare quel film è un vecchio classico della casa: se un ex killer si sta più o meno tranquillamente godendo la pensione è meglio evitare di farlo incazzare. John Wick, killer in pensione che ha appena perso la moglie, vaga semidisperato per la città con la sua Mustang e il suo cane, e non farebbe male a una mosca. Poi però un arrogante mafioso russo vuole a tutti i costi prendersi la Mustang, esagera (gli ammazza il cane) e finisce per far incazzare John. Viene in mente un altro John, John Wayne, in Un uomo tranquillo . Siamo su un altro pianeta cinematografico, ma anche lì ce la mettono tutta per far saltare la mosca al naso a un pugile che ha deciso di appendere i guantoni al chiodo. Nella meravigliosa commedia di John Ford ( che era piaciuta anche a E.T. ) tutto si risolve con una scazzottata epica . Certo Stahelski non è John Ford, ma soprattutto John Wick non è un pugile, è un killer. Facile trarre le somme. In John Wick. Capitolo 2 c’è un altro grande classico della casa. Per i killer (che siano malavitosi o ex agenti segreti) la pensione non arriva mai davvero. C’è sempre qualcuno che torna dal loro passato per trascinarli indietro, nell’inevitabile spirale di violenza. Per sviluppare il tema si riprende un altro elemento, se non altro curioso, del primo film e cioè le leggi non scritte, gli usi e costumi, del meraviglioso mondo sommerso dei killer, che hanno i loro hotel di riferimento, le loro convention e le loro fiere, esattamente come gli assicuratori, i pubblicitari e i rappresentanti di piastrelle. Ultimo elemento di curiosità di John Wick. Capitolo 2 è che dopo i russi, stavolta il ruolo dei mafiosi tocca agli italiani. Un bel pezzo del film è stato girato a Roma, il cattivone è Riccardo Scamarcio (Santino) e nella quota italica c’è spazio anche per Claudia Gerini e Franco Nero che fa il concierge nell’hotel dei killer di Roma. Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing . Arriva in sala il terzo live action della Disney ricalcato sui suoi classici animati. Dopo il noioso Cenerentola di Kenneth Branagh e il digitalissimo Libro della giungla di Jon Favreau, ecco La bella e la bestia di Bill Condon, con Emma Watson e Dan Stevens (sorprendente in Legion ) e con le musiche di Alan Menken. Molto atteso e molto chiacchierato, al punto che sembra di averlo già visto. E un po’ è così perché i nuovi live action Disney ricalcano abbastanza fedelmente i cartoni. Qualche progresso da Cenerentola al Libro della giungla si è notato. Chissà se La bella e la bestia riuscirà nell’impresa di superare il cartone, che per la verità, se funzionava per la storia e le musiche, non era esattamente memorabile a livello di animazione. Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing . In Un tirchio quasi perfetto , di Fred Cavayé, Dany Boon interpreta François Gaultier, un taccagno patologico la cui parsimoniosa vita verrà sconvolta dall’arrivo di una figlia di cui ignorava l’esistenza. Il film ricalca un po’ l’idea del precedente film con Boon, Supercondriaco , un ipocondriaco patologico la cui vita viene sconvolta eccetera eccetera. Schema rigido che funziona al botteghino francese, anche se di solito le scene più divertenti si possono vedere direttamente nel trailer, risparmiando i soldi del biglietto ed evitando di esporti ai pericolosi virus che girano nelle sale cinematografiche. Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing . In uscita anche Rings , o meglio The ring 3 (anche perché tra sequel, remake e remake di sequel abbiamo onestamente perso il conto) e Loving di Jeff Nichols: sul film ispirato alla storia vera di Mildred e Richard Loving rimandiamo alla recensione di Francesco Boille . Per chiudere una segnalazione. Il 20 marzo uscirà in poche sale ( qui trovate la programmazione ) un documentario che varrebbe davvero la pena di essere visto al cinema, Dawson City di Bill Morrison di cui avevo già parlato qualche mese fa . Cinema
John Wick. Capitolo 2 e gli altri film del weekend
"A Gaza e in Cisgiordania noi giornalisti siamo un bersaglio"
L’Archivio storico comunale. Palermo, febbraio 2022. (Francesco Bellina per L’Essenziale) Lungo i muri del vecchio mandamento dei tribunali, nel quartiere della Kalsa che dal mare si inoltra fino al cuore di Palermo, rispunta una storia dimenticata. Una storia fatta di soprusi, denunce anonime e omicidi di stato che ha attraversato la città per buona parte dell’età moderna, quando dalla fine del quattrocento la Sicilia governata dagli spagnoli si ritrovò sotto il giogo del tribunale dell’Inquisizione. Istituito sulla falsariga di quello di Madrid, ebbe caratteristiche e compiti simili e formulò giudizi ugualmente arbitrari, che condussero a incarcerazioni, torture e condanne al rogo. Nelle sue morse finirono intellettuali, liberi pensatori, nobili e poveracci, marinai e contadini, spesso vittime di denunce sussurrate, di sospetti non verificati o di rese dei conti tra famiglie. Questa storia la si volle chiudere nel 1783 in un ultimo rogo liberatorio di tutti i documenti relativi ai processi, per evitare ritorsioni e per avviare una nuova epoca ispirata agli ideali dell’illuminismo. Ma quelle vicende sono recentemente riemerse grazie all’interesse di alcuni studiosi e a un’opera di recupero di un passato che “ci racconta anche molto del nostro presente”, come dice Laura Anello, presidente della fondazione Le vie dei tesori, che ha l’obiettivo della riscoperta e della restituzione al pubblico delle storie e dei luoghi del passato palermitano. È con lei che ci avventuriamo nei luoghi più emblematici di questa storia rimossa, dalle principali sedi dell’Inquisizione fino alle vestigia della comunità ebraica, travolta come in Spagna dall’editto reale che ne sancì la cacciata nel 1492. Il tribunale fu istituito a Palermo nel 1487 e, come quello spagnolo, tra i suoi obiettivi c’era identificare i cosiddetti “cripto-giudei”, cioè quelli che pubblicamente si erano convertiti ma in privato continuavano a professare la fede ebraica. Non è un caso che la sua prima sede fosse palazzo Marchesi, un edificio del tardo quattrocento a Ballarò, a due passi da quello che una volta era il quartiere ebraico. Dal grande cortile si accede a una serie di segrete in cui venivano rinchiusi i detenuti in attesa di giudizio o di esecuzione della condanna. Paradossalmente, nello stesso cortile si conserva una delle poche reminiscenze intatte del passato di una comunità che prima dell’espulsione arrivava a contare trentamila persone: da una porticina si scende una scala che porta a un miqveh, il bagno rituale utilizzato dalle donne per la purificazione dopo la gravidanza e il ciclo mestruale. Oggetto di pellegrinaggi da parte di ebrei provenienti da Israele e dagli Stati Uniti, oggi è aperto solo in occasione di eventi specifici. Una sinagoga nascosta Uscendo da palazzo Marchesi e camminando per poche centinaia di metri si arriva all’Archivio comunale, la cui sede nell’ex convento di san Nicolò da Tolentino trasuda di storia: qui sono conservati i documenti della città prodotti tra il 1275 e la metà del novecento. La sua aula centrale è un’altra traccia del passato ebraico, perché sorge nel luogo esatto dove una volta era la sinagoga. L’architetto napoletano Giuseppe Damiani Almeyda, a cui fu affidato il progetto nel 1882, ha voluto idealmente restituire la sala alla sua antica funzione. La grande stanza si può considerare una “sinagoga trasposta”, a pianta quadrata , con le stesse misure, le stesse aperture e lo stesso orientamento a est dell’ingresso di quella originale. È qui che, in memoria di quella vicenda dolorosa, è esposta in una teca la traduzione in siciliano dell’editto di Granada, con cui nel 1492 si sancì la cacciata degli ebrei. Per arrivare al cuore dell’itinerario, però, bisogna uscire dai vicoli tortuosi di Ballarò e scendere lungo via Vittorio Emanuele. A piazza Marina, nello spazio oggi occupato dal giardino Garibaldi con i suoi imponenti ficus secolari, si tenevano i roghi, spettacoli cui il pubblico assisteva da palchi e tribune allestiti ad hoc. La posizione non è casuale: si trova proprio di fronte al palazzo Chiaramonte, anche noto come Steri. Qui fu trasferita l’Inquisizione nel 1601, al culmine della sua attività, e qui rimase fino alla sua definitiva chiusura. Caccia agli eretici Finita l’epoca degli ebrei, il Santo Uffizio si dedicò a dare la caccia a eretici, blasfemi, ladri e semplici pensatori liberi, creando una rete di informatori e delatori che a detta di Leonardo Sciascia “avrebbe fatto impallidire quella dell’Ovra”, la polizia segreta fascista. Lo scrittore siciliano, insieme alla storica Maria Sofia Messana, di cui è appena stato ripubblicato da Sellerio il libro Inquisitori, negromanti e streghe nella Sicilia moderna (1500-1782), è stato uno dei narratori più appassionati di questa storia dimenticata. Oggi sede del rettorato, palazzo Steri è al centro di un’opera di recupero che ha dell’incredibile. Già all’inizio del novecento, durante dei lavori di ampliamento vennero alla luce per caso dei graffiti sui muri. Erano disegni di carattere religioso, poesie e scritte in varie lingue lasciate dai prigionieri rinchiusi in quelle che un tempo erano le segrete del tribunale. A studiarle fu chiamato lo storico delle tradizioni popolari Giuseppe Pitrè, che cercò di bloccare i lavori per conservare quei reperti. Egli scrostò pazientemente l’intonaco, fece emergere altre scritte, fotografò e catalogò i disegni, che definì “palinsesti del carcere”. Non riuscì tuttavia a interrompere i lavori di ampliamento. E così quella scoperta casuale cadde di nuovo nell’oblio. Le stanze allora vennero adibite a uffici del tribunale, finché dopo la seconda guerra mondiale subirono una sorte ancora più indecorosa: accampando un diritto d’uso concesso da Charles Poletti, capo del governo militare alleato in Sicilia, il rigattiere Salvatore Di Falco, detto don Totò, prese possesso abusivamente dell’edificio. L’uomo occupò i luoghi fino alla sua morte, nel 2002, quando finalmente questi vennero restituiti all’università, divenuta proprietaria del palazzo. “L’edificio era pieno di ogni cianfrusaglia”, racconta Anello, che all’epoca lavorava proprio allo Steri. “Furono impiegati 51 tir per svuotarlo. C’era di tutto: carcasse d’auto, sedie, divise, mobili”. Da allora è ricominciato il restauro e sono venute alla luce storie straordinarie. Il palazzo – dove è conservato anche il famoso dipinto Vucciria di Renato Guttuso – è visitabile ogni giorno da martedì a domenica. Le quattordici stanze sono completamente coperte di disegni che i prigionieri hanno composto scrostando il cotto dal pavimento e imbevendolo di saliva. Sembrano pitture rupestri, che raccontano il terrore dei detenuti reclusi in queste segrete. Fra questi il più famoso è senz’altro Diego La Matina, il frate agostiniano che venne rinchiuso qui varie volte finché, nel 1657, riuscì a uccidere con le proprie mani durante un interrogatorio l’inquisitore Juan López de Cisneros. La vicenda è raccontata da Sciascia in Morte dell’inquisitore . Il frate venne arso vivo al piano di Sant’Erasmo, sul lungomare, mentre Cisneros è sepolto nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio conosciuta come “la Gancia”, a poca distanza dallo Steri. Oggi in restauro, l’edificio religioso è aperto solo la domenica per le funzioni. Le mura dello Steri raccontano storie drammatiche senza parlare. Sono migliaia le persone passate dalle sue segrete e di queste almeno 284 furono condannate al rogo. Ma poi, si chiede Sciascia in una nota a margine del suo libro, “quanti sono stati gli inquisiti, i condannati a pene minori? E quanti fra loro i poeti, i filosofi, gli artisti?”. Info Dove mangiare Bar del Corso È un’istituzione: Baldo è il barista filosofo che non ama chiacchierare e offre un caffè imperdibile. Via Vittorio Emanuele 93 Nni Franco u’ vastiddaru Proprio di fronte a Baldo, Franco offre il miglior panino câ meusa (con la milza) di Palermo, oltre alle classiche panelle e crocché. Aperto fino a tarda notte. Via Vittorio Emanuele 102 Cioccolateria Lorenzo Questo bar cioccolateria sembra un cenacolo di scrittori e artisti. Caffè e dolciumi, soprattutto al cioccolato, da consumare al tavolino in un locale estremamente curato. Via del Quattro aprile 7 Trattoria Bersagliere Osteria alla buona a Ballarò che serve i principali piatti palermitani di carne e pesce. Porzioni abbondanti e prezzi molto contenuti. Via San Nicolò all’Albergheria 38
Sulle tracce dell’Inquisizione
Dove vedere Roma-Inter, in diretta streaming e in tv
> > Non c'è una grande notizia ricorrente, sulle prime pagine di oggi. I tre maggiori quotidiani – _Repubblica_ , _Corriere della sera_ e _la Stampa –_ aprono parlando di tre cose diverse: della trattativa tra Renzi e Bersani per un'alleanza elettorale, della manovra finanziaria e dei lavori della commissione di inchiesta sulle banche. Sugli altri giornali ci sono invece riferimenti alla manifestazione di ieri ad Ostia contro la mafia e il fascismo e a uno studio della Caritas sulla povertà a Roma. I giornali sportivi, naturalmente, parlano già molto della decisiva partita di domani tra Italia e Svezia, a Milano, con cui la Nazionale si giocherà la partecipazione ai prossimi Mondiali in Russia. > > [ ](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/larepubblica-37/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/larepubblica-37/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/corriere-274/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/lastampa-99/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/fatto_quotidiano-23/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/ilmessaggero-67/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/secoloxix-221/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/ilmattino-54/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/ilmanifesto-42/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/iltempo-62/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/laverita-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/libero-1915/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/ilgiornale-85/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/osservatore_romano-1215/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/avvenire-1458/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/giornale_brescia-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/arenaverona-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/gazzettadelmezzo-30/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/ilgazzettino-53/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/unione_sarda-120/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/mattino_di_padova/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/piccolo-213/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/messaggero_veneto-21/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/tirreno-250/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/nuova_ferrara-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/nuova_sardegna-16/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/prima-pagina-22/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/citta_salerno-151/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/corr_sport/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/tuttosport-2020/>) [](<https://www.ilpost.it/2017/11/12/le-prime-pagine-oggi-562/gazzetta-207/>) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Le prime pagine di domenica 12 novembre 2017
5 maggio: Giornata mondiale della risata
>> >> Da ieri sera vanno in onda negli Stati Uniti due nuove pubblicità di Apple. Mentre negli ultimi anni Apple aveva deciso di non usare testimonial famosi e mettere il prodotto al centro dello spot, i nuovi video hanno due protagonisti molto noti: Samuel L. Jackson e Zooey Deschanel. >> >> Samuel L. Jackson prepara una cena a base di gazpacho e risotto ai funghi biologici, Zooey Deschanel non ha voglia di uscire con la pioggia, e resta a casa a ballare in attesa di una zuppa a domicilio. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Samuel L. Jackson e Zooey Deschanel che parlano con Siri
Le prime pagine di mercoledì 4 aprile 2018
[Proteste contro il TTIP davanti alla sede della Commissione Europea](<http://recommon.org/wp-content/uploads/2014/03/make-love-not-trade.jpg>)Proteste contro il TTIP davanti alla sede della Commissione Europea - Bruxelles, 13 marzo 2014, Foto Tricarico/Re:Common [di Antonio Tricarico] da Bruxelles **Finalmente la protesta della società civile arriva fuori dalle stanze di coloro che a Bruxelles decidono le sorti dell 'Europa.** Questa mattina Re:Common ha partecipato alla mobilitazione organizzata dall'Alleanza D19-20, l'Alter Summit, la rete Seattle to Brussels, la rete europea di ATTAC e Blockupy davanti agli uffici della direzione generale per il commercio internazionale della Commissione europea, mentre si svolgevano ancora una volta in segretezza i negoziati tra Ue e Stati Uniti per la creazione della più grande area di libero scambio del pianeta. Alla manifestazione erano presenti anche gruppi della società civile statunitense, che sempre più si stanno coordinando con le reti europee nel promuovere una resistenza transatlantica all'accordo. **Il cosiddetto TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership – si prefigura come l 'attacco finale alla democrazia e alle normative ambientali e sociali del Vecchio Continente.** Il negoziato viene promosso come la soluzione alla crisi economica che ancora attanaglia l'Europa e che ha già portato drastici tagli ai servizi pubblici, il tutto a vantaggio dei soliti noti del settore finanziario. Le stesse ricerche della Commissione europea mostrano che con il TTIP in vigore il Pil crescerebbe solo dello 0,05 per cento, con una creazione di un numero irrisorio di nuovi posti di lavoro. Invece di portare benefici tangibili ai cittadini di entrambe le sponde dell'Atlantico, il TTIP rappresenta un attacco senza precedenti alle normative sociali, ambientali ed economiche tramite nuove deregolamentazioni e privatizzazioni, a vantaggio solamente degli interessi delle lobby economiche e finanziarie rappresentate dal Business Europe e dalla Camera di Commercio americana. **A beneficiarne, infatti, sarebbero quei settori industriali che hanno già posizioni dominanti nei mercati globali, a scapito delle piccole imprese e di interi comparti già in crisi.** I negoziati continuano a svolgersi in totale segretezza tra governi e grande industria. I cittadini possono solamente farsi un'idea di che cosa sta accadendo quando trapelano alcuni documenti, che mostrano piani sconvolgenti. **Per esempio si parla di istituire tribunali privati di arbitrato che permetterebbero alle multinazionali di portare in giudizio i governi le cui azioni mettono a rischio i profitti futuri delle imprese,** senza per far ciò dover passare per la giustizia ordinaria nazionale ed europea. Oppure si prefigura l'istituzione di un nuovo organo sovranazionale che permetterebbe al grande business di avere potere decisionale sulla definizione di ogni legislazione futura, rendendo superfluo il lavoro di qualsiasi Parlamento. **Il TTIP è l 'ultima mossa disperata della Commissione Europea, la cui strategia di dominio sul commercio internazionale sta fallendo miseramente.** L'Europa è così pronta a svendersi in ogni modo agli Stati Uniti pur di creare una nuova "Nato economica", che abbia più forza per imporre gli standard commerciali e normativi ai paesi emergenti. Fermare il TTIP si può e si deve! vai al sito della campagna Stop TTIP: <http://stop-ttip-italia.net/> *[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6. *[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586. *[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco *[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8. *[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42. *[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60. *[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203. *[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586. *[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9. *[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
Stop TTIP! I cittadini europei e americani dicono no all'ultima follia del libero commercio
Massoneria: Seminario eletto Gran maestro del Goi, ma lo sconfitto Taroni annuncia ricorso. Chiuso il canale del Cavaliere nero
[](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2019/06/Locandina_SkaDay_web.jpg>) >>>> >>>> Scarica la locandina dell’evento >>>> >>>> Conto alla rovescia per l'arrivo delle vacanze estive, ma meglio non partire subito per il mare: l’Istituto di radioastronomia dell’Inaf di Bologna organizza per sabato 8 giugno, al [Centro Visite "Marcello Ceccarelli"](<http://www.centrovisite.ira.inaf.it/>) di Medicina (BO), l’evento pubblico gratuito “[Alla scoperta di SKA: il radiotelescopio più potente al mondo](<https://www.eventbrite.it/e/biglietti-alla-scoperta-di-ska-il-radiotelescopio-piu-potente-al-mondo-61419801279>)”: un intero pomeriggio dedicato allo Square Kilometre Array, [Ska](<https://italy.skatelescope.org/ska-project/>) per gli amici, il radiotelescopio del prossimo futuro che permetterà un balzo enorme nella conoscenza dell’universo. >>>> >>>> Ska è un progetto ciclopico, in quanto sarà lo strumento scientifico più grande mai costruito, e prevede l’installazione di centinaia di migliaia di antenne su due continenti: in Australia e in Sud-Africa, in aeree piuttosto desertiche e quindi immuni da interferenze radio. Tutte le antenne messe insieme simulano un unico radiotelescopio di 1 km quadrato di apertura, che altrimenti sarebbe impossibile da costruire, garantendo prestazioni osservative senza precedenti. Il progetto vede coinvolti paesi e ricercatori di tutto il mondo, con organizzazioni da trattato. E l’Italia è in prima linea, sia da un punto di vista scientifico che tecnologico. >>>> >>>> Per raccontare cosa è Ska, le sue promesse e le sue sfide, l’evento offre un menù ricco di attività rivolte ad adulti e bambini. Durante il pomeriggio dalle 15 sono previsti laboratori per bambini (età 8-12), proiezioni, spettacoli al planetario (a cura di [ilPlanetario.it](<http://www.ilplanetario.it/>)) e visite guidate ai radiotelescopi. Alle 18 ci sarà una tavola rotonda “Sfide e promesse: il futuro della radioastronomia” con **Grazia Umana** (Inaf - Osservatorio astrofisico di Catania) e **Gianni Bernardi** (Inaf - Istituto di radioastronomia di Bologna) che racconteranno al pubblico cos’è Ska, ma anche le loro aspettative e speranze su questa enorme promessa della scienza e tecnologia del prossimo futuro. Moderano **Stefania Varano** e **Daria Guidetti** (Inaf - Istituto di radioastronomia di Bologna). >>>> >>>> [](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2019/06/labskids.jpg>)Anche durante la conferenza per i bambini sono previsti spettacoli al planetario e letture di teatro Kamishibai. Tutte le attività sono gratuite, ma bisogna [prenotare](<https://www.eventbrite.it/e/biglietti-alla-scoperta-di-ska-il-radiotelescopio-piu-potente-al-mondo-61419801279>) per laboratori, planetario e conferenza. >>>> >>>> E se piove? Nessun problema, perché i laboratori si terranno in gazebo coperti e la conferenza sarà comunque al chiuso. In caso di forte maltempo, è bene consultare il [sito web](<http://www.centrovisite.ira.inaf.it/>), la [pagina facebook ](<https://www.facebook.com/events/469873957083640/>)dell’evento o contattare direttamente gli organizzatori. >>>> >>>> L’evento fa parte di [Bologna Estate 2019](<http://www.bolognaestate.it/>), il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica. [Qui la pagina per le prenotazioni online](<https://www.eventbrite.it/e/biglietti-alla-scoperta-di-ska-il-radiotelescopio-piu-potente-al-mondo-61419801279>). *[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28 *[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05 *[33 minuti fa]: 10.50 *[attr]: attribute *[HTML]: HyperText Markup Language *[P:]: Phone
Alla scoperta dello Square Kilometre Array
L'esecuzione di una condanna a morte in Alabama è stata rinviata dopo due ore e mezza di tentativi
[Quanto avvenuto l'8 febbraio a San Giovanni a Teduccio (Napoli)](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/08/napoli-uomo-armato-si-barrica-in-casa-ha-ucciso-la-moglie-e-poi-si-e-suicidato/7438528/>) con un'ex guardia giurata che aveva ucciso la moglie e poi era stato trovato privo di vita, era stato ritenuto un caso di femminicidio-suicidio che però all'inizio non aveva portato alla comprensione del movente. Adesso dopo un mese di indagini è emerso che **Pasquale Pinto** , 55 anni, ha ucciso **Ewa Kaminska,** 48 anni, e poi era stato colto da un malore fatale. Gli inquirenti e gli investigatori hanno ricostruito l'ossessione che l'uomo aveva sviluppato dopo la tentata rapina della pistola, di cui riteneva responsabile la camorra. Temeva, secondo la ricostruzione, che la **criminalità si potesse vendicare sui figli** per aver reagito sventando l’aggressione. Tre i figli della coppia. L’eccessiva libertà che a suo avviso la moglie concedeva ai loro ragazzi, esponendoli a una presunta ritorsione, **sarebbe sfociata prima in lite e poi in omicidio**. L’uomo, dopo avere assassinato la consorte, esplose anche alcuni colpi di pistola dalla finestra - **fortunatamente andati a vuoto** - seminando il terrore nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est di Napoli, rapidamente blindato dalle forze dell’ordine accorse anche con un mediatore e un elicottero. Quando la Polizia di Stato e gli inquirenti decisero di entrare in casa trovarono lei senza vita per i fendenti e i colpi di pistola inferti, e lui, riverso a terra, ma senza segni evidenti di violenza. Il ritrovamento di una bottiglina accanto al cadavere dell’uomo portò all’ipotesi che si fosse ucciso con un’overdose di medicinali sciolti nell’acqua. **L’esame autoptico ha invece rivelato che a causare la morte dell’uomo è stato un attacco cardiaco.** *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
Femminicidio a Napoli, l'ex vigilante "era ossessionato da una ritorsione della camorra". Non si uccise, ma ebbe un malore
Papa Francesco su Argentina-Svizzera: «Sarà guerra!»
15 novembre 2018 14:40 Mataje è un paese ecuadoriano ma è anche un fiume che nasce in Ecuador e che nella parte finale, quando sfocia nel Pacifico, a sud di Tumaco, segna la frontiera tra l’Ecuador e la Colombia. Quando si sente dire “mataje” si pensa alla parola matas , cespugli, ma anche a matar , uccidere, o matazón , massacro. Effettivamente a Mataje ci sono stati diversi massacri, negli ultimi anni (45 contadini ecuadoriani e colombiani sono stati uccisi nel 2003). L’ultimo massacro, il più conosciuto, è quello di due giornalisti ecuadoriani e del loro autista. I fatti sono cominciati a Mataje il 26 marzo 2018. I giornalisti si chiamavano Javier Ortega, cronista di El Comercio di Quito, e Paúl Rivas, fotografo dello stesso quotidiano. L’autista era Efraín Segarra. La storia del loro sequestro, della trattativa del governo ecuadoriano per ottenerne la liberazione e del loro omicidio con colpi di pistola alla testa ordinato da Guacho, il capo del fronte Oliver Sinisterra (una costola non smobilitata delle Farc dedita al narcotraffico), è una storia orrenda, oltre che avvolta dalla nebbia. Lo stato assente I racconti più dettagliati del crimine, le confuse e contraddittorie versioni dei governi e la ricostruzione delle circostanze di questo crudele delitto a sangue freddo sono stati resi pubblici alla fine di ottobre, e sono stati resi pubblici in diversi reportage realizzati da un gruppo di giornalisti indipendenti. Qui potete leggere i dettagli . Dopo aver letto il resoconto, secco e straziante, ho cercato Mataje nel mio atlante della Colombia e poi su Google Maps. Non l’ho trovato. Il fiume si vede serpeggiare fino all’oceano e c’è anche una strada ecuadoriana, la E15, che collega San Lorenzo al fiume. Ma il punto d’arrivo della strada non ha nome. Comunque lì ci sono Mataje e Mataje Nuevo. Sul versante colombiano non ci sono strade, almeno che si sappia. Comunque nelle mappe non figurano. Siamo in una “regione uscita dalla mappa”, per citare il poeta León de Greiff. L’indagine pubblicata da Forbidden Stories e Verdad Abierta fornisce dati interessanti: sul versante ecuadoriano non ci sono piantagioni di coca, mentre su quello colombiano si trovano le piantagioni più estese del paese. I contadini, di entrambe le nazionalità, attraversano il fiume per coltivare la foglia e produrre la base che i gruppi armati in Colombia trasformano in cocaina, per poi trasportarla, sul Mataje o sull’altro fiume che corre parallelo, il Mira. L’immagine che offre lo stato colombiano è desolante La politica del governo ecuadoriano, a quanto pare, è pragmatica: se i narcos non coltivano la coca sul territorio nazionale e se non compiono attentati, l’esercito e le autorità chiudono un occhio. Se Guacho ha organizzato attentati, ha sequestrato e ucciso altri ecuadoriani e ha ucciso i giornalisti, è stato perché il governo di Quito si è messo di mezzo, arrestando tre amici del capo e firmando un accordo con la Colombia per combattere il narcotraffico. L’Ecuador era disposto a liberare i compagni di Guacho in cambio dei giornalisti, ma non c’è stato il tempo. L’immagine che offre lo stato colombiano è desolante: non controlla il territorio, non può raggiungere le aree remote, dice di combattere la produzione e il traffico di coca e cocaina ma non ha una politica coerente. Non è pragmatico come l’Ecuador (che cerca di tenersi alla larga dai guai) né efficiente con la presunta politica dello scontro frontale con i gruppi armati e il traffico di cocaina. Si sospetta che i gruppi criminali abbiano ricattato e corrotto le nostre autorità. In Colombia accadono sempre le cose peggiori. Anche l’orribile omicidio dei giornalisti è avvenuto sul lato destro del fiume. Se paragoniamo l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi a quello dei giornalisti ecuadoriani, ci accorgiamo che il primo è un crimine di stato commesso da un governo che non solo domina il suo territorio, ma agisce anche oltre le frontiere. Nel caso dei giornalisti uccisi in Colombia, invece, abbiamo governi che non hanno ucciso nessun giornalista ma non sono stati capaci di proteggerli e di controllare il loro territorio. (Traduzione di Andrea Sparacino) Questo articolo è uscito sul quotidiano colombiano El Espectador . Colombia
Una regione uscita dalle mappe e dal controllo dello stato
Le foto della Costa Concordia com'è ora
[Alda Merini](<https://www.ilpost.it/2016/03/21/alda-merini-2/>), una delle più importanti e famose poetesse italiane del Novecento, è ricordata nel doodle di Google di oggi. Al posto del classico logo, nella [pagina principale](<http://www.google.it>) del motore di ricerca c'è un disegno che ricorda Alda Merini per l'85esimo anniversario della sua nascita, avvenuta il 21 marzo del 1931. Nel doodle, Merini tiene tra le braccia uno dei suoi libri e ha alle spalle un ponte stilizzato, che idealmente richiama quelli dei Navigli di Milano, zona in cui abitava. alda-merini-doodle [Alda Giuseppina Merini](<https://www.ilpost.it/2016/03/21/alda-merini-2/>) nacque a Milano il 21 marzo 1931, 85 anni fa, da una famiglia di modeste condizioni economiche. Si fece notare per le sue poesie già a 15 anni e nel 1950 era nell’ _Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949_ con “Il gobbo” e “Luce”. Negli anni seguenti avrebbe prodotto centinaia di poesie e testi in prosa, diventando una delle più famose e apprezzate poetesse in Italia. A periodi di intensa produzione, alternò fasi di minore attività spesso legate ai suoi lunghi ricoveri in ospedale per problemi mentali. Alda Merini fu attiva e scrisse poesie fino agli ultimi anni della sua vita: morì nel 2009 e nella sua casa nei pressi di Ripa di Porta Ticinese c’è una targa che la ricorda. *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Il doodle di Google con Alda Merini
La diaspora birmana contro la giunta militare
> > Si è aperto ieri a Stralsund, in Germania, il summit dei Paesi Baltici, un vertice a cui partecipano gli 11 paesi membri del Consiglio degli Stati del Baltico, un organismo politico per la cooperazione intergovernativa della regione. Il luogo scelto per il vertice è l'acquario della città, l'[Ozeaneum](<http://www.ozeaneum.de/de/startseite.html>), dove il cancelliere Angela Merkel ha accolto i suoi ospiti. La conferenza stampa e i lavori si sono tenuti in una grande sala al di sotto di enormi modelli di megattere, orche e altri mammiferi marini. Prima di cominciare, Merkel e gli altri presidenti e primi ministri hanno visitato la struttura e si sono fermati parecchio nella zona dei pinguini, a cui Merkel ha dato da mangiare insieme al primo ministro finlandese. Al vertice ha partecipato anche il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso; nella prima giornata si è parlato di sicurezza energetica e strategie per lo sviluppo e la crescita della zona. Il meeting si chiude oggi. > > [ ](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/ltor-swedens-pm-frederik-reinfeldt-f/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/ltor-swedens-pm-frederik-reinfeldt-f/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-r-spea/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-c-and-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-l-sits/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-c-and-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-and-head/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/ltor-swedens-pm-frederik-reinfeldt-f-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/ltor-finlands-prime-minister-jyrki-ka/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/ltor-danish-prime-minister-helle-thorn-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/ltor-danish-prime-minister-helle-thorn-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-takes-he/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/german-chancellor-angela-merkel-arrives-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/05/31/angela-merkel-pinguini-summit-paesi-baltici/council-of-the-baltic-sea-states-summit-2012-8/>) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island *[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
Angela Merkel, orche, balene, pinguini
Le idee di un leader
> > Sabato Israele ha bombardato diversi obiettivi nella Striscia di Gaza, uccidendo due adolescenti e ferendo dodici persone, secondo funzionari medici palestinesi: è stata una risposta al lancio di oltre 90 razzi sul territorio israeliano da parte di [Hamas](<https://www.ilpost.it/2014/07/27/hamas/>), il gruppo radicale palestinese che controlla la Striscia di Gaza. L'escalation di venerdì e sabato è arrivata dopo mesi di tensioni e scontri, ed è stata interrotta soltanto da una tregua la cui tenuta è ancora da verificare. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito quello compiuto da Israele il più grosso attacco contro Hamas dalla guerra del 2014. > > I razzi di Hamas avevano ferito tre israeliani a Sderot, a circa un chilometro dal nord della Striscia di Gaza. Hamas ha detto che sabato è stato stabilito un cessate il fuoco negoziato dall'Egitto, [secondo](<https://www.haaretz.com/israel-news/.premium-hamas-islamic-jihad-agree-to-cease-fire-after-int-l-mediation-efforts-1.6270835?=&ts=_1531638357957>) _Haaretz_ con la mediazione l'inviato dell'ONU nella regione. Dopo la tregua, Israele ha detto che due razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, e che le postazioni di lancio sono state bombardate in risposta. > > L'esercito israeliano sostiene che gli obiettivi del suo attacco aereo fossero 40 strutture usate da Hamas per scopi militari: il quartier generale di un battaglione a Beit Lahia; un campo di addestramento in un palazzo nel campo profughi di al Shati, che secondo l'esercito israeliano dava accesso a un tunnel per condurre attacchi contro Israele; magazzini di armi e lanciarazzi. Alcuni testimoni di uno degli attacchi israeliani hanno detto all'agenzia di stampa _Reuters_ che Israele ha colpito un edificio vuoto a Gaza e che le persone morte nell'attacco erano semplici passanti. > >> Over the last hour, IDF fighter jets targeted dozens of military targets in four Hamas military compounds throughout the Gaza Strip. The focus of the wide-scale strike was a Hamas Battalion HQ in Beit Lahia [pic.twitter.com/nDIxRA4ovn](<https://t.co/nDIxRA4ovn>) >> >> -- Israel Defense Forces (@IDF) [July 14, 2018](<https://twitter.com/IDF/status/1018115568094806016?ref_src=twsrc%5Etfw>) > > Gli attacchi di ieri sono arrivati dopo mesi di tensioni e proteste palestinesi per chiedere il diritto a tornare nei propri villaggi e la fine del blocco economico imposto alla Striscia di Gaza dal 2007, oltre ad [altri attacchi militari](<https://www.ilpost.it/2018/06/03/israele-striscia-di-gaza-attacchi/>). Da quando le proteste palestinesi sono cominciate, alla fine dello scorso marzo, più di 130 palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano. Venerdì un altro palestinese, un ragazzo di 15 anni, era stato ucciso dai soldati israeliani durante le proteste lungo il confine della Striscia di Gaza. > >> Moments ago, IDF fighter jets struck a high-rise building in the Al-Shati refugee camp in northern Gaza. The building was a Hamas training facility. A tunnel was dug under the building & used for underground warfare training. This tunnel is part of a Hamas terror tunnel network [pic.twitter.com/M3C53RKMaC](<https://t.co/M3C53RKMaC>) >> >> -- Israel Defense Forces (@IDF) [July 14, 2018](<https://twitter.com/IDF/status/1018165310715768839?ref_src=twsrc%5Etfw>) *[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste *[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari *[) ]: Rigore *[Rig), 63′ ]: Rigore *[ NF]: Norfolk Island
Israele ha bombardato la Striscia di Gaza
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